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Autore: thespoonriver    19/11/2023    0 recensioni
Izuku Midoriya. Toshinori Yagi. Una donna di troppo e una canzone di Adele.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Strinse forte le anche con i pollici incavati nelle ossa. Era più magro e basso del solito, tormentato dal dolore più devastante. Pensava che qualcuno potesse comprenderlo, ascoltarlo perfino amarlo. Aveva ottenuto, nella vita, nessuna pietà. Era stato usato come un sacco da boxe per risolvere l'emotività e i problemi degli altri. Quella sera aveva deciso di rinchiudersi nel proprio abbraccio. Staccare il mondo dalla sua vita e pretendere che il giorno dopo il nome Deku sembrasse vacuo come Midoriya Izuku.

Ricadde sulle ginocchia, un latrato baritonale abbandonò devastato la bocca. Le lacrime calde, divennero gelide a confronto con il mare in tempesta del luogo in cui si trovava in disparte. L'unico posto in cui, finalmente , Deku poteva essere soltanto Izuku, celato nella solitudine. Abbandonò la schiena sulla sabbia gelida. Era un mese autunnale, stranamente dalle temperature basse e ghiacciate. Pianse convulsamente. Era stato in grado di sopportare tutto: l'assenza di un padre, la mancanza di un quirk, il bullismo a scuola, un brutto voto per un perfezionista come lui. Ma Toshinori Yaghi no. Quello, non lo avrebbe mai accettato. Lo ritrovò la sera precedente tra le braccia di una donna giapponese molto bella. Lo aveva sempre saputo, lasciar andare Yagi-san, non gli avrebbe mai dato l'amore che lui nutriva. Non avrebbe potuto amarlo smaniosamente come Izuku. Conoscere ogni particolare,ogni odore, ogni significativo simbolo che lo legasse alla sua persona. In quel preciso momento, arrivò dritto nel pozzo. Metaforicamente. Incontrò la sua fine, sacrifici vani che aveva compiuto solo per stare accanto a All Might. Non si era mai trattato di una stupida cotta adolescenziale; Izuku Midoriya era innamorato pazzo di Toshinori Yagi. Lo amava, lo percepiva nello stomaco e nel cuore. 

Dopo diverse ore ciondolò fino all'appartamento in affitto. Per fortuna, sua madre non viveva più con lui da qualche anno. Sarebbe rimasta devastata dalla cera che il suo aspetto lasciava trasparire. Nei lunghi cargo macchiati di sabbia, dalle cuciture scucite, afferrò le chiavi tintinnanti dell' appartamento. Le soppesò, tirando su con il naso e le inserì nella serratura. Il breve clic lo riportò nella realtà, abbandonando i pensieri malsani.

"Midoriya Shonen?" Una voce bassa e pacata comparve dal lato opposto dell'ascensore, in prossimità delle scale. L'uomo scuro in volto, si avvicinò di qualche passo sconsolato. "Midoriya..." Pronunciò bellamente. 

"Vattene." Bisbigliò Izuku, richiudendo la porta dietro di sé senza alcun riguardo. 

-

La realtà lo colpì come un colpo allo stomaco. Da diversi minuti qualcuno bussava inferocito alla porta. Izuku non si lava da giorni. Non indossava vestiti puliti e non aveva mangiato granché. Con gli occhi gonfi dal pianto aprì la porta, incalzato dal rumore prodotto dai pugni sul legno. Comparvero Shoto e Kacchan. Grugnì qualcosa di impercettibile, lasciandoli entrare. Kacchan portò le mani alla bocca e guardò dritto negli occhi il fidanzato. "Mio dio, nerd di merda, quanto puzza casa tua! Ma cosa hai combinato?" Esordì sfrontato. Shoto gli rifilò un pugno, avvicinandosi alla figura sommessa di Izuku con comprensione.

"Stai bene, amico?" Domandò seriamente preoccupato. 

Izuku si scompigliò i capelli e crollò in ginocchio disperato. Todoroki gli accovacciò contro. "Sono giorni che non abbiamo tue notizie. Ho pensato al peggio, pensavo ti avessero rapito."

"Figurarsi, chi lo prende questo qua..."

Todoroki guardò torvo il compagno, chiedendogli di rimanere in silenzio. Izuku inclinò ulteriormente la testa, ricadendo in avanti. "Lui..." 

"Lui?" Lo incalzò Shoto, con un carezza sul braccio.

L'aria sferzò affannosamente il respiro di Midoriya, riservandogli un deglutimento doloroso. Inspirò e espirò, con coraggio. "Yagi-san ha la ragazza." Quando lo sguardo di Izuku si alzò per rivolgersi a quello dell'amico Todoroki rivisse un film che aveva già visto, ma di cui aveva perso sempre i tratti salienti e capì fino a che punto il suo amico fosse coinvolto con All Might. Kacchan non rispose, Todoroki fu certo che Katsuki lo avesse sempre saputo. 

"Ero andato da lui a portargli il mio rapporto una scusa in realtà. Come sempre, per vederlo. L'ho visto in un bar con una donna bellissima. Sembravano molto affiatati e Yagi-san la guardava con rispetto." Confessò Izuku, disperato. 

"All Might è a conoscenza dei tuoi sentimenti nei suoi riguardi?" 

Midoriya sistemò le gambe in avanti e si sedette in un posizione più comoda, tirando vi le lacrime con il dorso della mano. Scosse la testa, riprendendo a piangere. Era tutto troppo ovattato e pessimo.

"Dovresti dirglielo no?" Aggiunse Kacchan in un grugnito. Todoroki lo assecondò.

"Non avrebbe più senso. Ormai è tutto finito. Gli eroi non servono più, Yagi ha una vita ed io non conto più." Asserì, dovendo accettare nuovamente la verità, fluire dalle sue labbra.

Todoroki si riportò in piedi, cacciando lo smartphone dalla tasca. "La ragione per la quale siamo qui è proprio All Might. Mi ha lasciato migliaia di messaggi in segreteria, mi ha detto che sei sparito all'improvviso e che lo hai cacciato in malo modo l'altra sera." Lo informò il giovane Todoroki con un fondo di speranza, tra le sue parole. Aiutò Izuku a rialzarsi e lo accompagnò a sedersi.

"Katsuki riscalda l'acqua per il tè." Ordinò imperioso, indicando il mobiletto della cucina.

"Non sono il tuo cazzo di servo." Sbottò inviperito.

Todoroki non ebbe modo di ripetersi, perché Kacchan capì l'antifona e si mise a cercare il bollitore. I minuti di silenzio si persero nel breve scrosciare dell'acqua, prima di consentire a Izuku di aggiungere qualcosa.

"Non posso parlare con lui. Lo conosco, farebbe qualsiasi cosa pur di aiutarmi. I suoi rimorsi gli farebbero mettere da parte i suoi reali interessi. Non sarebbe giusto." Spiegò desolato, con il magone allo stomaco.

Todoroki scosse la testa sbuffando. "Mai fare supposizioni su ciò che potrebbe essere. Un anno fa eravamo in guerra, adesso viviamo in un mondo in pace. Non potresti mai scommettere su una persona, realmente. Yagi-san è un uomo adulto, non penserebbe mai a te in questo modo. Non potrebbe mai immaginare i tuoi sentimenti."

Kacchan strinse i denti e si girò con il bollitore tra le mani, "deve essere proprio un grande cieco. Questo idiota ha vissuto la sua vita nell'ombra di All Might. Non c'è nessuno di più importante per lui " 

Shoto allargò le braccia con enfasi, rivolgendosi a entrambi mentre il biondo versava il tè. "Non tutti sono bravi a cogliere i segnali, credo che tu dovresti parlargliene. Se c'è una cosa che è certa è il suo coinvolgimento emotivo nei tuoi riguardi."

Pietà, è solo pietà. Pensò sopraffatto il ragazzo dai capelli verdi. L'operato di All Might era terminato con la fine della guerra e nemmeno i loro quirk avevano più senso.

"Non riesco a..." Kacchan lo fermò, impedendogli di avanzare oltre nella conversazione. 

"Fallo, nerd, parlagli. È tutto ciò che ti resta per svoltare." 

"Io non riesco a svoltare, senza di lui." Precisò Izuku laconico.

Katsuki lo afferrò per il collo della t-shirt, portandolo verso di lui in modo brusco. "Allora fallo, abbi coraggio." Per una volta, nerd abbi coraggio. Suggerirono i suoi occhi.

-

Fra tutti i mali della vita, quello più temibile è l'attesa. Un limbo infernale di aspettative e paura. Essa è anche un'alternativa a una dimensione precedente di stasi. È impossibile sottrarsi alla fine dei conti, anche quando l'attesa si rimanda. L'ansia attraversò il corpo martoriato dal dolore di Midoriya Izuku, lo travolse in piena regola, inducendolo a tentennare sul campanello dell'appartamento cui si erano dati appuntamento dopo diversi mesi. Avrebbe trovato la persona che aveva sempre conosciuto o un uomo andato avanti con il passato alle spalle? Invecchiato, ringiovanito da un nuovo amore. La scoperta di un uomo diverso lo terrorizzò a morte. La volontà lo indusse però a bussare, Yagi aprì il portone pochi secondi dopo. Si scambiarono uno sguardo fugace, poi finalmente entrò. Rimasero imbambolati nel constatare che nessuno di loro, almeno nell'apparenza, era cambiato; Izuku indossava un paio di jeans larghi sulle cosce troppo magre, una stupida felpa dei The Smiths e un paio di scarpe in tela rosse invecchiate. Il profumo di Yagi-san permeava ogni angolo della casa. La camicia dal taglio sartoriale lo rendevano un uomo dall'aspetto mascolino e adulto. Izuku lo trovò talmente bello da sentirsi stordito dalla sua sola presenza. Costringendosi a fare vagare lo sguardo altrove. 

"Stai bene?" Sussurrò, dopo qualche secondo di contemplazione l'uomo. 

"Sì, e tu?" Chiese con vergogna. Non gli aveva più né scritto né telefonato. Era passato davvero tanto tempo.

"No, io non sto bene." Confessò Toshinori, socchiudendo per un attimo gli occhi. I mesi di separazione erano stati troppo dolorosi per lui, non sapeva cosa avesse sbagliato nei suoi riguardi.

"Sono un perfetto idiota. Non mi sono più fatto vivo e non merito neanche il tempo che mi stai dedicando." Con sincerità, espose le sue sensazioni.

"No, io avrei potuto insistere ma non l'ho fatto per non peggiorare la situazione."

"La colpa è solo mia e sono qui per darti una spiegazione, senza segreti." Esordì coraggioso. "Prima della nostra brusca separazione, ti ho visto in un bar con una donna e mi sono sentito inadeguato. Non riuscivo ad accettare che tu fossi andato avanti, senza di me." Deglutì capendo di essere stato egoista. 

"Io non sono andato avanti," lo interruppe. "Non avrei mai potuto dimenticare ciò che abbiamo condiviso."

"Sì, il quirk. Le battaglie, la scuola e gli allenamenti. Ma quel tempo è passato. È vero che non ho mai terminato la scuola per colpa della battaglia ma sono arrivato ai miei vent'anni e il mondo è diverso da come lo avevamo immaginato in precedenza. Non siamo più gli stessi, ognuno ha intrapreso la sua strada." Chiarì con un colpo di tosse.

"Certe cose non possono essere dimenticate. Tu non sei e non sarai mai solo un quirk. Mi dispiace che ti abbia ferito vedermi con quella donna. Aizawa ha insistito così tanto. Ha detto che tutti avevano trovato una sistemazione ed ero rimasto solo io. Così mi ha iscritto su quella stupida applicazione di incontri e mi sono lasciato irretire da qualche chiacchiera." Spiegò, invitando Izuku a spostarsi nel salone. La casa era arredata in legno massiccio, un profumo di bergamotto e cedro proveniva dall'incenso acceso. Presero posto sul divano e si lasciarono trasportare da una canzone straniera della cantautrice britannica Adele. 

"È per questo che dovevo scomparire! Non ho fatto altro che chiederti delle cose, avanzare pretese. Hai il diritto di essere felice con una donna. Per questo credo sia giusto andare avanti." Midoriya iniziò a martoriare le mani, conficcando le unghie nella carne del pollice. Lo sguardo distrutto e brividi di freddo percossi dalle parole dilaniati di Love in the dark. Così maledettamente pericolose e calzanti.

"Non mi hai chiesto se io fossi d'accordo con la tua iniziativa." Aggiunse adirato.

Izuku sprofondò in un silenzio sconsolato, incapace di aggiungere altro. 

"Quella donna non l'ho più rivista, non era la persona adatta a me." Qualcosa dentro Midoriya gli permise di sentirsi meglio, in realtà era solo un ipocrita e egoista. "Non era lei la persona che desideravo avere accanto."

"È il professor Aizawa, vero?" Le parole fluirono prive di un filtro e senza ripensamenti dalla bocca del giovane. Non se ne pentí neanche. 

Scosse la testa con un risolino divertito. Doveva esserci una terza persona, allora, che Izuku non conosceva né aveva mai visto. Era chiaro, tutto, non avrebbe mai avuto la benché minima speranza con lui.

"Cosa volevi dirmi?"

"Non ha importanza. Sono felice che tu stia bene. Ora forse è meglio che io vada." Proferì, rialzandosi dal divano. Yagi lo fermò con un braccio e oltrepassò il tavolino, rinsaldando la presa. Izuku sgranò gli occhi impaurito. Toshi afferrò anche l'altra mano e le tenne sospese, insieme, lungo i fianchi. I pochi millimetri di distanza che li separarono non erano sufficienti a distanziare i loro respiri affannosi, provati dall'emozione. Izuku si sentì un egoista, quando inclinò la testa da un lato e si avvicinò per posare le sua labbra su quelle di Yagi. Un primo bacio per niente gentile, divenuto subito famelico e ritmato da una danza di lingue roventi. Toshinori lasciò le mani e si strinse in avanti nei fianchi ricoperti dalla felpa dei The Smiths. Azzardò un leggero morso sul collo niveo del ragazzo, avvicinando poi le labbra al suo orecchio.

"Sei tu il mio desiderio." Delle semplici parole, banali e proferite nel mondo da migliaia di coppie divennero poesia tra due corpi bisognosi di esserci e fondersi insieme. Un bisogno che sapeva d'amore.

"Io ti amo, Yagi. Posso chiamarti così? Ti amo dal primo momento in cui mi hai mostrato la tua forma senza quirk. Quando mi aspettavi per il tè a scuola, quando mi preparavi il bento. Ti amo da quando condividi buona musica con me, quando mi chiedi come sto." Confessò esasperato. Toshi gli incorniciò il viso tra le mani e lo baciò con estrema passione, inserendo nuovamente la lingua. 

Quando si staccarono, i loro occhi si specchiarono in un solo pozzo. L'unico rifugio privo di oscurità era Toshinori Yagi.

"Non avrei mai potuto baciare né andare a letto con quella donna. L'unico corpo con il quale desidero consumare il mio, già malandato, è il tuo. Sono stato altalenante perché non desidero che tu passi la tua vita con un uomo ormai malandato come me."

"Io ti amo, Toshi. Non ci sono altri. Sarai tutte le mie prime volte."

Izuku scoppiò in un pianto e seppellì finalmente la testa sulla spalla di Yagi. Il biondo lo cullò, stringendolo forte a sé.

"Se c'è una cosa su cui siamo d'accordo è l'amore. Ti amo, Izuku."

 

   
 
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