Gocce di ragnatela 

Una goccia di ragnatela ti cola tra i capelli. È un freddo mattino d’ottobre, ma il brivido che ti scuote poco ha a che vedere con le già più rigide temperature autunnali. La sensazione è tanto impalpabile che a malapena ti rendi conto di quel che sta succedendo. La consapevolezza matura nel tempo, quando le gocce aumentano. La seconda ti scivola lungo il viso e una sera, a cena, ti chiude la bocca. Stavi per dirgli che non lo ami più, ma non hai parlato. Non lo fai mai e forse mai lo farai. Un miscuglio informe di sensazioni ti marcisce dentro al petto. Sembra il nido di un ragno avviluppato attorno al cuore. Ami un altro, ma non glielo dici. Te ne vorresti andare, non gli dici neanche questo. Codarda.

Lasciarsi dominare dalla sensazione di essere intrappolati è orribile. I brividi che quelle gocce di ragnatela ti provocano sono spiacevoli, eppure ti ci crogioli. Se resti è per fargli del male. Ripetersi che lo fai per non destare pettegolezzi è un’emerita sciocchezza. E tu sei sempre stata tante cose, Narcissa, ma mai una stupida. In verità vorresti che fossi lui a lasciarti. Desideri ardentemente vederlo annegare nel senso di colpa per aver fatto finire un matrimonio durato decenni. Come se fosse lui il responsabile.

Quand’eri piccola facevi spesso un incubo: un’acromantula ti stringeva nella sua ragnatela, impedendoti di muoverti. Era terribile, ma mamma ti ordinava di non lasciarti spaventare e tu obbedivi come la figlia diligente che eri. Vorresti che lei fosse qui solo per poterle dire di sì alla stessa maniera e liberarti delle ragnatele che t’intrappolano. Ma lei è morta, sono tutti morti e tu sei sola. Sola col tuo essere un errore che respira.

Ciò provi per Lucius è cambiato così tante volte che fatichi a tirare le fila di quel che è rimasto. Lo hai amato, poi odiato e di questo ne ridevi perché l’odio rende le relazioni più semplici. Peccato solo tu sia infinitamente complicata. Se c’è qualcosa che marcisce tra i fili di ragnatela che ti s’aggrovigliano sull’anima non è più l’odio, ma la sensazione di essere lo sbaglio in un sistema altrimenti perfetto.

“Ho una relazione con Pansy Parkinson.” 

Lucius non è mai stato coraggioso, d’altronde ha vissuto alla costante ricerca di vie di fuga. Ciò che trova quella sera non è una maniera per scappare, ma puro e semplice coraggio. Il fatto che ti guardi negli occhi è addirittura doloroso. La sua serenità è una pugnalata. Volevi che te lo dicesse e adesso che l’ha fatto ci stai pure male. Eppure una relazione ce l’hai anche tu. 

“Quindi non ha più senso continuare, non trovi?” 

È strano che il tuo districarti da un matrimonio finito non ti faccia sentire meglio. Le ragnatele ancora ti stringono, il peso del fallimento, la certezza di essere nata male non ti lasciano neppure dopo che te ne vai dal Maniero. Forse non ti lasceranno mai. Quelle gocce di ragnatela ormai sono parte di te.

Fine





 

Note: Questa storia partecipa alla All Together Challenge - II edizione, indetta da MaryBlack sul forum Ferisce la Penna. Il prompt che ho usato è di Ciuscream e recita: “Lucius e Narcissa ormai sono lontani. Quello che resta ad uno e all’altra è il male che si sono fatti - amando, godendo e desiderando altri, lasciandosi addosso solo la sensazione di essere sbagliati, di essere insufficienti, di essere altrove.” Ringrazio MaryBlack per aver indetto questa bellissima Challenge e Ciuscream per il prompt che mi ha ispirata.

Partecipare a questa Challenge è stato molto stimolante, come qualcuno forse saprà da mesi sto attraversando un blocco del lettore tremendo e non riesco più nemmeno a leggere fanfiction. Ho partecipato a questa Challenge anche perché mi avrebbe obbligata a leggere e sono contenta di averlo fatto, dato che tutte le altre storie partecipanti erano stupende.
Grazie a chi ha letto sino a qui.
Koa