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Autore: Coso96    20/11/2023    2 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Hazbin Hotel]
[Helluva Boss]
Frank è un semplice ragazzo di campagna, ma ha sempre vissuto con un senso di insoddisfazione inspiegabile.
Un giorno, però, delle creature di nostra conoscenza attentano alla sua vita, facendo sorgere finalmente un interesse da tempo perduto.
Cosa dovrà scoprire? Chi lo vuole morto ovviamente. Preparatevi a scoprire l'avventura del primo umano che decise di entrare negli inferi per pura noia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il mortale sfondò con un calcio la porta dell'abitazione di John e lo afferrò per il camice.
“Le chiavi del tuo jet privato, dobbiamo raggiungere un posto parecchio lontano.” Ringhiò minaccioso.
“Andiamo, amico, non posso darti il mio jet privato, costa più di 20 milioni di dollari, per non parlare che il mio hangar sta a 3 kilometri da qui.”
“John, le chiavi!” Ordinò il mortale iniziando a scuoterlo come un sacco di monetine.
“Va bene, va bene, vacci piano.”
Il dottore prese le chiavi da un cassetto e le passò a Frank con molta riluttanza.
“Per favore, non me lo ammaccare.”
Il mortale sorrise.
“Non ti prometto niente.”
“Frank, hai finito?” Chiese Charlie affacciandosi all'uscio insieme a Mihaela.
“Ce l'ho, voi iniziate a dirigervi verso nord, è lì che si trova l'hangar di John.”
“Hangar??!!!”Ma quanti cazzo di soldi ha il tuo amico?!” Fece Mihaela sbalordita.
“Troppi per i miei gusti. Ora andiamo.”
“Aspetta, prima devo fare una cosa.” Disse la donna radioattiva poco prima di far prendere fuoco al divano appoggiandoci la mano sopra.
“Il mio divano!!”
In pochi attimi, del mobile non rimase che cenere
“Cambia divano, amico, i soldi non ti mancano.”
“Tu non capisci, ci ho messo anni a ridurlo in quel modo. Così pieno di macchie che quelle nuove passavano inosservate.”
Mihaela e Charlie fecero un verso disgustato, mentre Frank sospirò rassegnato.
“Sei incorreggibile. Su, andiamo via, il genere umano non si salverà da solo.”
Il trio si incamminò verso l'hangar di John, ci misero circa un'ora per raggiungerlo e, dato che avevano poco tempo, il mortale iniziò a sfondare il portone in metallo a suon di calci.
“Ehm, sicuro che John non si arrabbierà?” Fece Charlie con un leggerissimo senso di colpa.
“Si arrabbierà, ma non me ne frega un cazzo.” Ribatté il mortale continuando a prendere a calci la porta blindata.
“Mi pare giusto...”
“Non puoi usare la chiave che ti ha dato John?” Intervenne Mihaela.
Il mortale si fermò di colpo e premette il pulsante che stava attaccato al portachiavi, aprendo il portone e la saracinesca dell'hangar.
“Oh, ma guarda, apriva tutto.”
Mihaela e Charlie sospirarono.
“Frank, ti voglio bene, ma pensa prima di agire.” Disse la principessa.
“Pensavo fossero solo per l'aereo!!”
“Fa niente, vediamo questo aer...?!??!”
Le mascelle della principessa e della donna radioattiva toccarono letteralmente terra non appena videro il jet privato di John: era un jet di 40 metri circa con diversi ornamenti dorati che lo abbellivano.
“Ma come cazzo ha fatto...” Bofonchiò Mihaela entrando nel jet, al cui interno si trovavano sedili riscaldati, sedili massaggianti e una jacuzzi, insieme a diversi alcolici dal prezzo stratosferico a giudicare dall'annata.
La donna radioattiva prese un bottiglia di whisky e impallidì non appena lesse il nome.
“Macallan vintage 1989 di Samaroli, sta roba costa 9000 dollari a bottiglia all'inferno.”
“Sembra il whisky che beve mio padre.” Aggiunse Charlie esaminando la bottiglia.
“Non mi sento a mio agio con tutto questo lusso...” Bofonchiò Frank andando verso la sala comandi.
“Aspetta un attimo...” Ordinò la principessa. “Sai guidare questo affare?”
La donna radioattiva roteò gli occhi al cielo.
“Principessa, se non sapesse guidare un jet di queste dimensioni, ti pare che l'avrebbe chiesto?”
“Tu non lo conosci, ho ancora i traumi per quando si è messo alla guida dell'aeronave.”
Mihaela osservò il mortale con circospezione, al che Frank rispose incrociando le braccia e mostrando un sorriso sicuro.
“A me sembra a posto.” Fece rassegnata.
“Non vi preoccupate, ho visto un sacco di film con aerei, tra cui top gun, ho tutto sotto controllo.”
Le certezze di Mihaela si sgretolarono all'udire di quella frase: davvero voleva guidare un aereo con quelle credenziali? Se credenziali si potevano chiamare.
“Ho capito, ci penso io.” Aggiunse la principessa degli inferi rubando le chiavi dalla mano del mortale e dirigendosi verso la sala comandi.
“Sai guidarlo?” Chiese la donna radioattiva.
“No, ma non sarà tanto diverso da una macchina.”
“Fai guidare Frank, è lui che sa da che parte andare... A proposito, dove si trova il prossimo cavaliere?”
“A Miami.”
“E quanto ci metteremo a raggiungerla se riusciamo a decollare?”
“Sei o sette ore, nel frattempo voi godetevi il lusso di questo aereo.”
Il mortale riprese le chiavi dalle mani di Charlie e si mise alla guida del jet.
Contro ogni pronostico, il decollo andò senza intoppi, a parte qualche turbolenza mentre prendevano quota che fece prendere un mini infarto alle due uniche passeggere.
Una volta stabilizzato l'aereo, Frank mise il pilota automatico e tornò dalle sue compagne di viaggio.
Passarono tre interminabili ore, nei quali Mihaela batteva il piede impaziente a causa della missione: erano a malapena sopravvissuti allo scontro con Guerra e adesso si stavano dirigendo verso un altro cavaliere nuovamente senza un piano, non ci era abituata, ma dubitava di riuscire a inventarsi qualcosa senza sapere niente sul cavaliere.
“Bene, nessuna turbolenza, ho imparato a mettere il pilota automatico e sembra che il viaggio andrà senza problemi.” Bofonchiò Frank.
Charlie lo guardò storto.
“Ma sei impazzito?!?!” Gridò.
“Che ho fatto?”
“Non bisogna mai dire una frase del genere durante una missione, porta sfortuna!!”
Mihaela ridacchiò.
“Superstiziosa, principessa? Non me lo aspettavo da...?!?!”
Una lancia angelica trapassò l'aereo, aprendo un buco grande quanto un pallone da basket nella fusoliera.
La principessa la guardò male.
“Dicevi?”
“Non è colpa mia se porti sfiga, ora preparati, mi sa che non sarà un volo piacevole.”
Frank si affacciò ad uno degli oblò e vide colui che aveva fatto un buco nel suo aereo e sembrava avesse portato degli amici.
“Angeli sterminatori, che ci fanno qui?”
“Sicuramente non per rubarci gli alcolici!” Ribatté sarcastica la donna radioattiva cercando di mantenere stabile la temperatura del suo corpo per evitare di sciogliere il pavimento.
Un'altra lancia angelica trapassò la fusoliera, creando un altro buco che venne immediatamente tappato dal carrello degli alcolici.
“Cosa facciamo?!?” Gridò Charlie.
Mihaela iniziò a pensare ad un piano, piano che le venne in mente in pochi attimi.
“Ok, ci sono. Principessa, tu dovrai buttarti dall'aereo e distrarre gli angeli, ho modo di pensare che il loro obbiettivo sia tu.”
“Sei impazzita? Così la uccideranno e ti ricordo che senza di lei non possiamo utilizzare i cuori!” Ribatté Frank, chiaramente contrario all'idea della donna radioattiva.
“Se fanno schiantare l'aereo moriremo tutti e tre, almeno se li distrae avremo una chance di sopravvivenza.”
Mentre Frank e Mihaela discutevano, un'espressione determinata decorò il volto della principessa.
“Lo farò...” Disse all'improvviso, zittendo i due.
“Charlie, non puoi farlo, è troppo pericolo..?!”
“Come affrontare uno dei quattro cavalieri dell'apocalisse? Dubito.”
Il mortale non poté ribattere e annuì.
“Va bene, seguiremo il piano di Mihaela, poi che facciamo dopo il diversivo di Charlie?”
“Atterreremo all'aeroporto più vicino, poi Charlie ci raggiungerà e ci sbarazzeremo degli angeli, spero che la tua nomea di ammazza angeli sia vera, dopodiché decolleremo di nuovo.”
Charlie si avvicinò allo sportello, premette il pulsante per l'apertura di emergenza, mentre un paio d ali di fiamme si manifestavano sulla sua schiena, dopodiché... Si buttò dall'aereo.
Come previsto da Mihaela, tutti gli angeli sterminatori seguirono la principessa con l'intenzione di eliminarla, lasciando i due da soli sull'aereo.
Frank richiuse lo sportello e andò verso la sala comandi, seguito dalla demone radioattiva.
“Pensi che se la caverà?” Chiese lui sperando di trovare un po' di conforto nelle parole della donna.
“Beh, considerando che è sopravvissuta a Guerra... Possiamo concederci un po' di ottimismo.”
Il mortale sospirò, disattivò il pilota automatico e prese i comandi per atterrare.
Nonostante i danni ricevuti dall'aereo, i due riuscirono ad atterrare senza problemi in una specie pista di atterraggio abbandonata. Ora l'unica cosa che dovevano fare era attendere l'arrivo di Charlie.
Dopo cinque interminabili minuti, Mihaela intravide una sfera di fuoco nel cielo inseguita da diversi angeli sterminatori.
“Sta arrivando, preparati!”
Il mortale fece scricchiolare il collo.
“Pronto!”
La principessa si schiantò vicino ai due, decisamente provata a causa della lancia angelica conficcata nella spalla, ma almeno respirava. Uno sterminatore si accinse a conficcarle la lancia nella gola, ma venne intercettato da un calcio di Frank che gli fece letteralmente esplodere il petto.
In pochi attimi, il trio venne circondato da angeli.
“Ok, Frank, è il tuo turno!”
“Non c'è bisogno di ripeterlo.”
Il mortale scattò in avanti e investi due angeli con un braccio teso, facendogli saltare le teste. Un angelo provò a infilzarlo con la sua lancia, ma rimbalzò come gomma sul diamante.
L'angelo, notando l'immunità del mortale, si avventò su Mihaela, ma questa gli afferrò il viso dopo avere schivato il suo attacco, mandandoglielo a fuoco e accecando momentaneamente il proprietario, abbastanza tempo per permettere a Frank di finirlo girandogli il collo di 180 gradi.
Il resto degli angeli arretrò spaventato, quando una voce stridula e irritante gli ordinò di tornare indietro.
Una colonna di luce dorata aprì il cielo in due, da cui discese un angelo sterminatore che Frank conosceva molto bene.
“Adam...” Ringhiò disgustato.
“Che bello rivederti, Frank.”
“Deduco che tu non sia arrivato per dirmi che ti arrendi, vero?”
“No, il tuo scherzetto ha ridotto all'osso il numero dei miei angeli, semplicemente non voglio sprecare truppe quando posso risolverla... Pacificamente.”
“Tentare di ammazzarci non è la mia idea di agire pacifico” Sibilò Mihaela.
“Hai detto bene, abbiamo tentato, per questo sono qui per proporvi un accordo. Anche se è più un'idea di Gabriele che mia.”
Il mortale serrò gli occhi.
“Che tipo di accordo?”
“Semplice: voi smettete di cercare i cavalieri e io vi farò... Un regalo.”
Non appena disse quella parola, un portale si aprì alle sue spalle, dal quale uscirono una decina di angeli sterminatori che trasportavano una gabbia al cui interno si trovavano Lilith, Vaggie e la figlia di Frank.
Vedere sua madre e la sua compagna in quello stato turbò profondamente la principessa: diverse escrescenze ossee coprivano le loro braccia, come delle lame affilate, i loro sguardi, assetati di sangue umano, la scrutavano nell'anima mentre si nutrivano dei resti del cadavere di un uomo innocente.
“Vaggie, mamma...” Sussurrò con una lacrima che le attraversava il viso.
Frank, d'altro canto, rimase stoico come una pietra: vedere sua figlia in quello stato l'aveva colpito, ma sapeva che una volta recuperato i quattro cuori sarebbero tornate normali.
“L'accordo è questo: io vi restituisco i vostri cari e voi non cercate i cavalieri. Dovreste apprezzare il sacrificio che ho fatto, ho dovuto sacrificare 10 dei miei angeli migliori per catturare Lilith.”
Il mortale incrociò le braccia.
“Un accordo allettante, ma devo rifiutare. Preferiamo salvarle a modo nostro, se permetti."
Adam fece una finta espressione delusa.
“Che peccato, allora vi farò ammazzare da uno dei miei angeli migliori.”
Dal cielo discese una donna armata con un'alabarda angelica, le sue ali, bianche come la superficie della luna, brillavano in modo accecante, mentre i suoi capelli argentei si riflettevano sotto il cielo stellato.
“Emma!?”
“La conosci?” Chiese Mihaela.
“Mia moglie...”
La donna fece roteare l'alabarda e puntò la lama sulla gola del marito.
“Pensavo che non avessi il cuore per uccidermi.”
“Infatti non ti ucciderò, Frank.” La donna spostò la lama sulla principessa ferita a terra. “Mi basta uccidere l'unica creatura in grado di fermare l'apocalisse!”
Emma spiccò il volo e si avventò sulla principessa, ma un calcio incandescente la colpì sulla mascella, buttandola a terra.
“Non ci provare, bellezza, questa ragazzina è sotto la mia protezione.”
Frank provò a intervenire, ma venne bloccato da Adam.
“Oh, no, non ti permetterò di fare niente, è ora del secondo round.”
Il mortale si liberò dalla presa dell'angelo e lo colpì con un pugno nell'occhio.
“Non ostacolarmi, Adam, ti assicuro che non finirà come l'ultima volta.”
L'angelo sorrise.
“Oh, ma guardati, hai ottenuto una benedizione e pensi di potermi eliminare.”
Adam estrasse la sua chitarra-mannaia, mentre le vene nelle braccia del mortale iniziavano ad emanare un bagliore dorato.
L'ustione di terzo grado sulla guancia di Emma guarì in pochi istanti.
“Servono dei demoni estremamente potenti per ferire un angelo come me.”
Un ghigno sadico decorò il viso della donna.
“Cosa ti fa pensare di potermi affrontare, demone? L'unica cosa che fate durante il genocidio annuale è nascondervi da noi.”
La donna radioattiva prese una lancia angelica da uno dei cadaveri.
“Vero, ma se c'è una cosa che ho appreso è che anche voi avete punti deboli.”
“E pensi di riuscire a scoprirlo prima che ti uccida?”
“Imparo in fretta.”
“Emma, per favore, non lo fare. Permettici di fermare questo massacro.” Supplicò Charlie mentre cercava di estrarre la lancia che aveva nella spalla.
Emma non la ascoltò e iniziò a fare dei passi avanti.
Mihaela deglutì, rimproverandosi dell'apparente assenza di autopreservazione che aveva mostrato.
Frank era occupato con Adam, quindi era da sola, da sola contro un angelo, le creature fatte per eliminare quelli come lei.
Un sorriso nervoso abbellì il suo volto.
“Mihaela!!” Gridò Frank mentre era occupato a tenere a bada Adam. “Qualsiasi cosa tu faccia, non ucciderla!!”
La donna radioattiva ringhiò contrariata: un nemico è un nemico, e ammesso che ne fosse stata in grado, non avrebbe esitato ad ucciderla.
La sua avversaria non le diede tempo di pensare e scattò in avanti, ma Mihaela arretrò di un passo, evitando per un soffio di essere decapitata dalla lama della sua alabarda. Tentò di infilzarla con la punta della sua arma, ma Emma la afferrò con la mano libera e la colpì con un calcio nel ventre, facendole fare un volo di tre metri.
La donna radioattiva si contorse dal dolore, sorpresa che un solo calcio potesse fare tanti danni, eppure in passato era stata colpita da praticamente tutto, comprese armi angeliche.
“Non ti sorprendere, demone. Noi esistiamo per eliminare la vostra specie, è normale che i nostri colpi siano più efficaci dei vostri.”
Mihaela si alzò dolorante, guardò il suolo sui cui stavano camminando e sorrise.
Prese un profondo respiro e si preparò ad immergersi.
La temperatura del suo corpo iniziò letteralmente a sciogliere il pavimento, facendola affondare in una pozza di magma fuso, provocando l'ilarità dell'angelo.
“Hm, il suicidio, la scappatoia dei codard...?!?!”
La Frase di Emma venne interrotta quando sentì uno strano calore sotto i piedi, provò a spiccare il volo, ma una mano incandescente spuntò dal terreno fuso e le afferrò la caviglia, tirandola a sé.
In pochi attimi, Emma si ritrovò circondata da asfalto fuso con una demone radioattiva che cercava di spingerla a fondo con lei.
“Brucia!! Puttana!!” Gridò in preda al dolore.
Mihaela afferrò i capelli dell'avversaria e le spalmò la faccia sul bordo della pozza di magma, di cui rimase solo un teschio con ben pochi lembi di pelle, ma nonostante fosse praticamente senza carne sul viso, l'angelo continuava a contorcersi.
La donna radioattiva uscì dalla pozza di magma da lei creata e riprese fiato, mentre Emma cercava in tutti i modi di liberarsi, ma ogni volta che il suo corpo si rigenerava il magma ricreava le ferite, bloccandola in una specie di loop.
Nello stesso istante, il corpo di Frank si schiantò sull'aereo di John, tagliandolo letteralmente a metà e rendendolo inutilizzabile.
“Frank!!” Gridò Charlie rimuovendo finalmente la lancia che aveva nella spalla.
“Figlio di puttana...” Ringhiò Adam con un rivolo di sangue dorato che gli usciva dalla bocca e un braccio rotto. “Vi avevo proposto l'accordo perfetto e voi ci avete sputato sopra!”
Un portale per il paradiso si aprì alle spalle del capo degli sterminatori.
“Uomini, ritirata!!!” Tutti gli angeli presenti, eccetto Emma, mollarono la gabbia e seguirono il loro capo all'interno del portale. “Ve ne pentirete amaramente.” Sibilò Adam poco prima che si chiudesse il portale.
Charlie non lo ascoltò e corse verso Frank, ma si fermò quando lo vide rialzarsi senza troppe difficoltà.
“Stai bene?”
Il mortale tirò fuori una chiave dalla tasca.
“Ho preso questa durante lo scontro, credo sia la chiave della gabbia.”
Il mortale fece un passo, ma cadde faccia a terra a causa delle ferite.
Passarono le ore, che Mihaela aveva usato per tenere d'occhio Emma: ormai l'asfalto fuso si era raffreddato e l'aveva bloccata in una sorta di prigione di cemento, metà del suo viso si era rigenerato, ma l'altra metà era ancora un teschio annerito. Non aveva detto una parola da quando aveva smesso di bruciare viva, tuttavia la donna radioattiva sapeva come far parlare qualcuno.
Charlie, intanto, si prendeva cura di Frank: non poteva liberare i suoi cari dalla gabbia, sapeva che non appena liberi avrebbero tentato di cibarsi del mortale.
Fu quando quel pensiero attraversò la mente della principessa che Frank aprì gli occhi.
“Dove sono? Dov'è Adam?” Fece allarmato.
“Calmati, Frank, sei al sicuro. Adam si è ritirato.”
“Ah, è vero.”
La preoccupazione del mortale andò sulla moglie.
“Ed Emma?!”
“Mihaela la sta tenendo d'occhio.”
Frank si alzò a fatica e si diresse verso la donna radioattiva.
“Ti sei svegliato finalmente.”
“Come sta?”
“Si sta riprendendo, stavo pensando di estorcerle informazioni, ma dubito saresti stato d'accordo.”
Mihaela si diresse verso Charlie, non prima di sussurrare nell'orecchio del mortale una frase.
“Vedi di farla parlare.”
Frank sospirò e si sedette vicino alla moglie.
“Ti ha ridotto proprio male.”
“Non è un problema, qualsiasi ferita di origine demoniaca che subisce un angelo guarisce in poche ore.”
Il mortale sorrise.
“Mi fa piacere, mi sarebbe dispiaciuto non vedere più il tuo bellissimo viso.”
La metà intatta della faccia di Emma arrossì, ma poi si ricordò che non erano lì per flirtare.
“Perché fai tutto questo, Frank? Ti sei inimicato il paradiso e ora vai contro il volere del Signore, tutto per una combriccola di demoni a cui ti sei affezionato.”
Il mortale indicò la gabbia dove c'era sua figlia, la sua benefattrice e Vaggie.
“La madre di Charlie si è presa cura di nostra figlia, mentre Vaggie mi ha salvato la vita una volta. Non posso lasciarle in quello stato, come non potevo lasciare Charlie in quello stato.”
“Quindi è solo per un debito che lo fai? Hai rinunciato al riposo eterno solo per questo?”
“Non esattamente, trovo anche ingiusto che il genere umano debba pagare per qualcosa che non ha commesso.”
Un verso disgustato uscì dalla bocca della donna.
“Che non ha commesso? Hai idea di quanta gente stia approfittando di questo momento per rubare, stuprare e uccidere senza conseguenze? Gli umani sono insalvabili, non c'è motivo di salvarli.”
“Hai ragione, il genere umano è orrendo, ma esistono le eccezioni: mia sorella, mio fratello... tu.”
Emma sbuffò.
“Eri così volenterosa prima di morire, aiutavi sempre il prossimo, anche quando il prossimo non voleva essere salvato.”
“Quella donna è morta.”
“No, non credo lo sia, credo sia solo... Sperduta.”
La risata dell'angelo rimbombò nelle orecchie del trio.
“AHAHAHAHA! Non riuscirete mai ad uccidere gli altri tre cavalieri, Guerra era un idiota, ma gli altri tre sono a un altro livello, soprattutto morte, un solo tocco e vi eliminerà tutti.”
“Hm, grazie dell'informazione.” Disse il mortale alzandosi in piedi e avviandosi verso le sue compagne di viaggio.
L'angelo strinse i denti così forte che, se avesse avuto la lingua di mezzo, l'avrebbe sicuramente recisa.
“Pensi che il paradiso resterà a guardare? Non avete idea del potere che state sfidando, faranno di tutto per impedirvi di recuperare i cuori.”
“Bene, perché io farò di tutto per recuperarli.”
L'angelo sussultò.
“Non ce la farete, morirete tutti: tu, la principessa e la troietta che mi ha intrappolato.”
Una lacrima scese sulla guancia intatta di Emma.
“E io ti perderò per sempre...” Sussurrò per evitare di farsi sentire dal mortale.
“Non mi perderai...” Replicò il mortale in modo impercettibile.
Charlie e Mihaela si avvicinarono a Frank.
“Non sei costretto a farlo, Frank.” Disse Charlie notando l'espressione triste dell'amico.
“Invece si, lo sono.”
“E poi senza di lui non potremmo trovarli, ti ricordo.” Intervenne Mihaela.
“Ma...”
“Mihaela ha ragione, ora cerchiamo un modo per raggiungere Miami.”
“Ti ha detto qualcosa la tua consorte?” Chiese la donna radioattiva.
“Che il paradiso farà di tutto per fermarci.”
“Ottimo, ora non dobbiamo solo preoccuparci dei cavalieri, ma anche che un angelo ci infilzi mentre siamo distratti.” Fece sarcastica.
Il mortale si avvicinò alla gabbia dove erano imprigionati Lilith e le altre, ma non appena lo notarono iniziarono a masticare le sbarre nel vano tentativo di liberarsi.
“Se le liberiamo, mi attaccherebbero in pochi secondi, posso neutralizzare mia figlia e Vaggie senza ucciderle, ma Lilith sarebbe un problema.”
“Quindi che facciamo?”
Il mortale buttò la chiave all'interno della gabbia, ma venne bellamente ignorata.
“Le lasceremo qui e quando torneranno normali useranno la chiave per uscire.”
“Non possiamo lasciarle qui come se fossero animali!” Esclamò Charlie.
“Preferisci che vadano in giro a divorare mortali?”
La principessa abbassò lo sguardo.
“No, ma...”
Frank le mise una mano sulla spalla.
“So che è difficile vedere tua madre e la tua ragazza in questo stato, ma dobbiamo fare ciò che è meglio per loro e per noi.”
“Va bene...”
“Ora andiamo, nelle vicinanze dovrebbe esserci la città di Sarasota.”
“Aspetta...”
Charlie prese una bottiglia d'acqua dai resti dell'aereo e la poggiò vicino alla prigione di cemento di Emma.
“Non è molto, ma spero tu possa capire che non siamo noi i cattivi di questa storia.”
“Va al diavolo.” Ringhiò l'angelo.
La principessa sospirò sconfitta e raggiunse i suoi compagni.
“Mihaela...” Sussurrò.
“Qualche problema, principessa?”
“Grazie per avermi protetta.”
“Niente sentimentalismi, biondina, tuo padre mi paga per tenerti al sicuro.”
Una fitta alla spalla la fece improvvisamente inginocchiare a terra, allarmando la donna radioattiva e Frank.
“Ohi, non mi crepare, biondina.”
“Sto bene.” Ringhiò la principessa rialzandosi con l'aiuto di Frank.
“Sicur...”
“Ho detto che sto bene, non abbiamo tempo: ogni secondo che passa muoiono innocenti.”
La principessa barcollò leggermente, insospettendo il mortale.
“C'è qualcosa che non va.”
Frank prese una delle lance angeliche e ne esaminò la punta: era bagnata, intrisa di un liquido trasparente molto simile ad... acqua.
“Acqua... acqua benedetta!!”
Il mortale si avvicinò alla principessa e le poggiò una mano sulla fronte: era bollente.
“Frank, che fa...”
Charlie svenne di colpo, finendo tra le braccia dell'amico.
“Charlie! Charlie!!”
“Non potete fare niente per lei ormai.” Sibilò Emma, attirando l'attenzione dei due. “L'acqua benedetta è come veleno per i demoni. Una volta che entra in circolo, è solo questione di tempo.”
“Beh, se è un veleno, ci sarà sicuramente una cura., e credo di sapere come scoprire qual è.” Fece la donna radioattiva avvicinandosi minacciosa all'angelo.
“Fermati, Mihaela.” Ordinò il mortale.
La donna radioattiva lo guardò irritata.
“Senti, amico, sono stata già abbastanza paziente con te, ma non ho intenzione di comunicare al signore degli inferi che sua figlia è morta perché tu non hai avuto le palle di estorcere informazioni a tua moglie.”
Il mortale deglutì: Mihaela aveva ragione.
“Va bene, ma permettimi di allontanarmi con Charlie, non credo...Che riuscirei a guardare.”
“Fai pure.”
Frank e Charlie entrarono nei resti dell'aereo, mentre la donna radioattiva rimase con Emma.
“Sappi che non ti dirò niente.”
L'ex Securitate si fece avanti e si chinò all'altezza della sua interlocutrice.
“Lo so, ma per tua sfortuna so come far parlare le persone, quindi te lo chiederò gentilmente una sola volta: qual è la cura?”
“Non puoi farmi niente che sia peggiore di ciò che mi hai già fat...?!?!”
Mihaela la zittì poggiandole un dito sulle labbra.
“Shhhhh, sei sicura? Potrei, non so, scioglierti gli occhi, tagliarti il naso, la lingua, oppure strapparti quei capelli argentati uno ad uno, tanto ti rigeneri no? Non mi mancherà certo materiale.”
L'angelo ghignò.
“Devo solo resistere finché non muore la principessa. Posso farcela.”
“Oh no, no.” Fece la donna radioattiva con un tono materno. “Non puoi.”
Detto ciò, incanalò il calore del suo corpo nella punta delle dita e gliele ficcò negli occhi. L'urlo che ne uscì fuori fu agghiacciante, l'angelo sentiva le unghie della demone entrare in contatto col suo cervello e la cosa non era affatto piacevole.
“Allora, qual è la cura?” Ringhiò Mihaela estraendo le dita dal cranio dell'angelo.
“Eheheheh... AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!”
“Che cazzo ti ridi?”
Emma la guardò con quei fossi scuri che aveva al posto degli occhi e sorrise.
“Rido perché a ogni minuto che passi con me la principessa si avvicina alla morte.”
L'ex poliziotta sussultò: le aveva praticamente cavato gli occhi, ma sembrava non voler cedere.
“Va bene, mi costringi a essere... Creativa.” mormorò piegando le labbra in una smorfia infastidita.

Per dieci lunghissimi minuti il mortale fu costretto a sentire le urla di agonia della moglie, finché non smisero improvvisamente e Mihaela si avvicinò con l'informazione che gli serviva.
“Allora? Come la aiutiamo?”
“Sangue di peccatore.”
“Cosa?”
“Dobbiamo farle ingerire il sangue di un mortale peccatore.”
“In che senso?”
“E non deve solo essere un peccatore, ma deve proprio essere marcio nell'anima, tipo un killer o uno stupratore.”
Il mortale prese in spalla Charlie e iniziò a camminare verso la città di Sarasota, unico luogo dove avrebbero potuto trovare un'auto e forse qualche sopravvissuto.
“Mihaela!!!!” Gridò all'improvviso Emma, facendo girare la diretta interessata. “Non appena sarò libera, ti cercherò. Non avrò pace finché non ti farò patire la mia stessa sofferenza, è una promessa!!”
Mihaela le rispose mostrando il medio.
Frank fu tentato di girarsi, ma non voleva vedere cosa aveva fatto Mihaela, non ne aveva la forza.
“E Frank.”
Il mortale smise di camminare non appena udì il suo nome.
“Mi hai lasciato alla mercé di quel mostro radioattivo... Non lo dimenticherò, hai capito?!?! Pagherete! Tutti quanti!!”
"Dovresti darle il colpo di grazia...” Sussurrò Mihaela.
“No...” Replicò il mortale.
“Senti, non mi interessa se è tua moglie, ma è chiaro che ci porterà solo problemi se la lasciamo in vita e quella prigione di cemento non la terrà a bada per sempre.”
La mano di Charlie le afferrò il polso.
“Non... Siamo... Costretti a farlo.” Disse debolmente a causa della febbre.
“Siete due pazzi. Tu, Frank, sei chiaramente troppo coinvolto per fare una scelta, mentre la principessa è semplicemente troppo buona.”
Il mortale sospirò e poggiò a terra Charlie.
“Va bene, se vuoi ammazzare qualcuno, ammazza me.”
La donna radioattiva sussultò.
“Hai battuto la testa troppo forte o cosa?”
“Sappiamo entrambi che un demone peccatore non può uccidere un angelo, quindi, se ti fa sentire meglio, puoi uccidere me. Non reagirò.”
“Non ti sto chiedendo di ucciderla per farmi sentire meglio, ti sto chiedendo di farlo prima che si liberi e mandi tutto a puttane! Cosa pensi, che riusciremo a bloccarla ogni volta?.”
Il mortale riprese Charlie in spalla.
“Se non vuoi uccidermi, questa conversazione può finire qui.”
“Dovrei aspettare che torni a finire il lavoro?"
“Mihaela...” Sussurrò Charlie. “Spargere sangue quando non necessario è sbagliato.”
Mihaela strinse i pugni.
"Ti sembra non necessario? Appena sarà libera ci restituirà tutto con gli interessi... Spero di non essere già morta per quando ci sarete arrivati." sibilò a denti stretti, consapevole che l'esito della conversazione era ormai deciso.
“La pagherete tutti!!” Gridò un'ultima volta Emma.
L'espressione di Frank non cambiò, ma quando sentì il respiro flebile di Charlie si trasformò in uno sguardo risoluto: l'avrebbe salvata, a qualsiasi costo.

Ci vollero circa due ore di cammino per raggiungere Sarasota e lo spettacolo che videro non fu dei più confortanti: migliaia di cadaveri mangiucchiati abbellivano le strade e diversi organi giacevano per terra in uno sorta di fiera dello splatter.
“Cavolo, si sono dati da fare.”
“Potremmo farle ingerire il sangue di uno di questi cadaveri, magari uno di loro è un killer.”
“Non funzionerebbe, Emma mi ha detto che il sangue deve essere fresco, questi qua sembrano morti da qualche giorno.”
“Frank...”Mugugnò Charlie aprendo gli occhi.
“Tieni duro, Charlie, ti rimetteremo in sesto.”
Mihaela iniziò a bussare alle porte delle case nella speranza di trovare sopravvissuti, ma non rispose nessuno, finché non arrivò alla terza casa.
“Chi va là?!” Chiese una voce rauca e minacciosa da dietro la porta.
L'ex agente si sorprese che ci fosse effettivamente un sopravvissuto.
“Salve, possiamo entrare? Ci servono informazioni.”
Lo sconosciuto li spiò attraverso la telecamera del citofono.
“Non sembrate parte del suo gruppo. Chi siete?”
“Siamo solo dei sopravvissuti.” Mentì. Dubitava che le avrebbe creduto se avesse detto la verità.
La donna radioattiva sentì il rumore di una decina di lucchetti che venivano sbloccati.
“Entrate, la vostra amica non sembra stare bene.”
L'uomo che aveva parlato sembrava avere una quarantina d'anni e un fisico prestante coperto da una giacca di pelle. L'espressione preoccupata che aveva sul volto era genuina, il che era strano, manco sapevano il suo nome.
“Poggiatela sul divano, io vado a preparare del caffè.”
Frank mise Charlie sul divano del salotto, mentre Mihaela si guardava intorno con circospezione.
Nella casa non c'era neanche una foto, un'altra stranezza che la insospettì.
“Grazie per la sua ospitalità.” Lo ringraziò Frank sedendosi vicino a Charlie.
“Non è un problema, in questi tempi duri bisogna aiutarsi a vicenda. Zucchero o senza?”
“Senza.” Dissero all'unisono i due.
Lo sconosciuto tornò dalla cucina con due tazze di caffè e le diede ai suoi ospiti.
“Io mi chiamo Marcus. Voi come vi chiamate, invece?”
“La ragazza malata si chiama Charlie, io sono Mihaela, mentre il ragazzone che la trasportava si chiama Frank.”
“Scusate la sgarbataggine, ma che le è successo?”
“Avvelenamento.” Rispose la donna radioattiva.
Marcus sussultò.
“Avvelenare una ragazza così carina, non c'è da stupirsi che... Quelle cose abbiano invaso la terra.”
Mihaela bevve un sorso di caffè e serrò gli occhi con sospetto.
“Parlando di quelle cose, lei come è sopravvissuto al massacro? Fuori non c'è un bello spettacolo.”
Marcus sospirò.
“Quando tutto è iniziato ero con la mia famiglia, loro non ce l'hanno fatta, ma io sono riuscito a scappare e a tornare casa. Ho sigillato finestre e porte, lasciando i rumori al minimo indispensabile. Quei mostri sono andati a cercare altra carne quando si sono resi conto che non c'era più niente per loro.”
“Ha nominato un gruppo prima di farci entrare. Di cosa parlava?”
“Quando è iniziato tutto i prigionieri della prigione sono evasi, unendosi al caos generale. Molti sono stati divorati, ma i sopravvissuti stanno usando il museo d'arte come rifugio.”
Frank e Mihaela si guardarono con uno sguardo complice: se c'erano criminali, allora probabilmente c'era anche il sangue che cercavano.
“Dove si trova?” Chiese Frank alzandosi in piedi.
“Frena un attimo, ragazzone.”
La donna radioattiva spostò lo sguardo su Marcus.
“Avrei bisogno del bagno, posso usufruirne?”
“Certo, al piano di sopra, seconda porta a destra.”
Mihaela salì le scale, ma non andò verso il bagno: c'era qualcosa di strano in Marcus, qualcosa che le puzzava. Cominciò ad aprire ogni singola porta del piano alla ricerca di prove, ma non trovò nulla di incriminante, almeno finché non aprì la porta della camera da letto: la camera era molto disordinata, però non fu quello ad attirare la sua attenzione, ma una striscia di sangue che portava al guardaroba. Quando aprì la porta, capì di chi era quel sangue: tre cadaveri, una giovane coppia e un neonato, tutti e tre brutalmente pugnalati, nessun segno di morso, ciò voleva dire che era stato un umano e che Marcus non era stato onesto con loro... se il suo nome era davvero Marcus.
La donna chiuse la porta del guardaroba e tornò dal suo compagno di viaggio, ma le uniche persone che vide furono Marcus e Charlie
“Dov'è Frank?” Chiese stando in allerta.
“Oh, il tuo amico è schizzato fuori borbottando, credo fosse diretto verso il museo.”
“Maledizione.” Bofonchiò la demone barcollando leggermente.
“Mi ha detto di dirti che devi prenderti cura di Charlie.”
Un ghigno decorò il volto di Marcus, mentre la vista della demone radioattiva si offuscava.
“Io, nel frattempo, mi prenderò cura di te.”
“Cosa mi hai messo nel caffè...?” Mugugnò Mihaela prima di perdere i sensi.
Marcus trascinò Mihaela vicino al termosifone e la ammanettò ad esso, poi prese in braccio Charlie e la portò nella camera dal letto del piano di sopra.
Iniziò a spogliarla e a toccarle delicatamente il seno, fino a passare alle sue zone più intime.
“Vaggie, non è il momento ora.” Mugugnò Charlie.
“Non ti preoccupare, bambolina, ci divertiremo un mondo insieme.” Disse Marcus sfilandosi i pantaloni e aprendo la bocca della principessa.
La donna radioattiva si sveglio non appena sentì un urlo di dolore venire dal piano di sopra, provò a muoversi, ma si rese presto conto di essere ammanettata ad un termosifone, quindi sciolse le manette e corse da Charlie.
Lo spettacolo che si trovò di fronte le fece fare un sospiro di sollievo: Marcus era a terra e stava perdendo ingenti quantità di sangue dalla zona pubica, Charlie si era ripresa e aveva appena sputato un pezzo di glande per terra.
“Mihaela, che è successo? E perché questo tizio mi ha messo il cazzo in bocca?” Chiese col muso sporco di sangue.
“Credo abbiano appena tentato di violentarti, principessa.”
“Tu, brutta troia!!!” Ringhiò Marcus.
Il pervertito iniziò a strisciare fuori dalla stanza per cercare un'arma, ma il piede incandescente di Mihaela lo convinse che forse non era una buona idea.
“Voi... non siete umane.”
“Complimenti, sei sveglio. Ora dimmi, hai ucciso tu la famiglia che ho visto prima?”
Marcus iniziò letteralmente ad andare in iperventilazione.
“Non è colpa mia, ho trovato questa casa durante l'invasione, il bambino non smetteva di piangere, ho dovuto ucciderlo, altrimenti i mostri ci avrebbero divorato.”
Mihaela lo colpì con un pugno in faccia così forte da fargli saltare un paio di denti, stando ben attenta a non usare i suoi poteri: voleva fargli sentire ogni cosa.
“Che ne facciamo, principessa? A te la scelta.” Sibilò la donna radioattiva.
“Cosa? Perché io?”
“Sei tu quella che è stata quasi violentata, quindi sta a te.”
Charlie guardò il volto terrorizzato del pervertito, ricordando i volti dei bambini che aveva divorato.
“Lasciamolo andare.”
“Cosa?!?!”
“Ricordi cosa succede ai mortali che muoiono durante l'apocalisse? Il niente. Nessuno si merita quel destino, neanche uno stupratore.”
“Capisco, ma prima di scegliere, ti consiglio di vedere questo.”
Mihaela aprì la porta del guardaroba, mostrando i cadaveri della famiglia alla principessa.
“Quello è...” Disse Charlie inorridita.
“Un bambino di due o tre mesi circa e una giovane coppia, probabilmente i genitori.”
La principessa si avventò sul pervertito e gli mise le mani attorno al collo.
“Non è colpa mia, quel bambino continuava ad urlare, dovevo fare qualcosa, altrimenti...” Boccheggiò Marcus alla disperata ricerca di aria, ma Charlie non lo ascoltò e continuò a stringere il suo collo finché non si sentì un crack.
Era morto.
Era la prima volta che uccideva un mortale di sua spontanea volontà.
Le mani le tremavano, ma chi poteva biasimarla? Anche se era un mostro, era inoffensivo per quelli come lei e Mihaela, non era necessario ucciderlo, forse... Avrebbe potuto redimerlo?
Guardò di nuovo la famiglia morta nel guardaroba.
“No... Era necessario.” Sussurrò.
“Non mancherà a nessuno.”
La principessa ignorò la donna radioattiva, prese un lenzuolo e ci coprì i cadaveri della famiglia, per poi prenderli in spalla.
“Aiutami a seppellirli.” Ordinò con rammarico.
“Come desideri, non dovrebbe essere difficile trovare una pala da queste parti.”
Mentre le due donne scavavano tre fosse, una preoccupazione attraversò la mente di Mihaela.
“Dovremmo trovare Frank, è andato a cercare il sangue per curarti, sarà felice di sapere che il sangue non era lontano.”
La principessa chiuse gli occhi e provò a contattare Frank telepaticamente.
“Frank!”
Il mortale si fermò in mezzo alla strada non appena sentì la voce di Charlie.
“Charlie? Stai bene?”
“Sto bene, Frank, sono guarita. Torna indietro.”
“Hm, è successo qualcosa?”
“Preferisco non parlarne.”
“Ok, arrivo, tu non sforzarti.”
Charlie riaprì gli occhi e continuò a scavare insieme a Mihaela.
“Uff, in tutto questo ci serve ancora un'auto funzionante.” Si lamentò la donna radioattiva.
“Controlla nel garage, ci sarà sicuro qualcosa.”
“Si, certo, secondo te lascerebbero auto in giro durante l'apocalisse? Sono troppo preziose, le avranno usate tutti per scappare... Almeno quelli che ci sono riusciti.”
La principessa smise di scavare e aprì la saracinesca del garage, trovandoci una Camaro del 2017 in perfette condizioni.
“Oh, guarda, un'auto in un garage, che sorpresa!” Ribatté in modo sarcastico la principessa.
“Molto divertente, biondina.”
Mihaela finì di seppellire la famiglia e si mise alla guida della macchina.
“Su, andiamo, lo incontreremo per strada.”
Mentre Frank si dirigeva dalle sue compagne di viaggio, una strana sensazione lo paralizzò sul posto.
“Frank Callahan...” Sibilò una voce nella testa del mortale. “ Colui che sta intralciando i piani di mio marito e una persona che rispetto.”
La figura di una donna fatta di pura luce si manifestò davanti a Frank, che, a causa della sua paralisi, era inoffensivo come un cucciolo.
“Ok, questa mi è nuova...” Ringhiò sudando freddo.
“Non temere, mortale, se avessi voluto farti del male, l'avrei già fatto.”
Frank aveva in mente solo una domanda per la... cosa che gli si era presentata.
“Chi sei?”
“Una domanda legittima.” Sussurrò la donna di luce. “Sono stata creata per far compagnia ad un uomo a cui non importa niente di me, da diversi millenni mi usa solo come giocattolo per soddisfare le sue perversioni.”
“Come... Una sex doll?”
“Un paragone un po' denigrante, ma ormai il nostro rapporto si può definire anche così.”
“Capisco. E cosa porta un'entità celeste nel mondo dei mortali?”
“Nel mio tempo libero mi diverto a intralciare i suoi piani divini per farlo incazzare, capisci dove voglio arrivare?”
“Quindi... Ci aiuterai con i cavalieri?”
“Purtroppo se mi esponessi direttamente mio marito lo verrebbe a sapere e mi distruggerebbe, ma vi aiuterò con un dono.”
L'entità celeste fece apparire un pugnale d'osso tra le mani e lo passò al mortale.
“Questo è il pugnale che Caino usò per uccidere suo fratello Abele, l'arma che creò la parola omicidio.”
“Ho già un'arma.”
Una piccola risatina fuoriuscì dalle labbra dell'essere.
“So del legame che hai con la principessa degli inferi, ma per quanto forte sia, non basterà a uccidere morte, ed è qui che il pugnale entra nell'equazione.”
La figura iniziò a dissolversi.
“La principessa deve consumare altri tre cuori, proteggila ad ogni costo, altrimenti l'apocalisse non risparmierà nessuno.”
Il rumore di un motore svegliò il mortale, che si ritrovò le facce delle sue compagne di viaggio a pochi centimetri dal viso.
“Frank!!” Gridò Charlie furente. “Ti sembra il caso di fare un pisolino in mezzo alla strada? Se ci fosse stato qualche demone, saresti sicuramente morto.”
Il mortale iniziò a ridere, irritando ancora di più la principessa.
“Che hai da ridere?”
“No, è che essere sgridati da te è come essere sgridati da una mascotte dei cereali.”
La principessa gonfiò le guance e sbuffò infastidita.
“Che è successo, ragazzone?” Dubito che esistano cose nei paraggi in grado di metterti KO.” Fece Mihaela.
“Non lo so, so solo che ho fatto un sogno stranissi...?!?!”
Frank sentì il manico di un'arma nel palmo e impallidì alla vista dello stesso pugnale che gli avevano consegnato nel sogno.
“Oh, merda.”
   
 
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