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Autore: Justice Gundam    21/11/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 48 - La fattoria dei Graul

 

A circa mezz'ora di cammino dal luogo in cui il gruppo di Eli aveva attraversato il fiume, sorgeva la cupa fattoria dei Graul, un posto che sapeva di degrado e di animalesca crudeltà, di proprietà di una mostruosa famiglia di mezzi-ogre che da molto tempo ormai terrorizzava la regione di Turtleback Ferry. Conosciuti per essere una delle famiglie di mezzi-ogre più disgustose ed aggressive, i Graul vivevano in una fattoria decadente in un punto in cui gli alberi secolari si sfoltivano per dare spazio ad una prateria di erbe alte, punteggiata da numerosi inquietanti spaventapasseri. Un piccolo campo di granturco cresceva in un angolo della radura, assieme ad un gruppo di altre piante abbastanza resistenti da crescere in un posto così inospitale. Nella sezione nord della fattoria si trovavano due edifici cadenti ma ancora robusti: il cottage di proprietà dei Graul, e il loro granaio. Le finestre di entrambi gli edifici erano state sigillate con delle travi di legno rozzamente inchiodate, e muschi e licheni crescevano nelle sezioni in ombra di quelle decrepite strutture.

E quel giorno, toccava a Mangiacorvi e a Gukkor fare il giro di ispezione.

"Hmph... ma quanto ci mette, quell'idiota di Rukus? Non si sarà mica fatto scappare quel gattaccio spelacchiato, vero?" grugnì infastidito il primo dei due mezzi-ogre. Una ripugnante creatura tutta muscoli, la testa deformata da un groviglio di tumori che crescevano sul lato destro del cranio e della faccia, Mangiacorvi raccolse da terra un corvo morto, ucciso da un dardo di balestra, e staccò un grosso pezzo di carne cruda con un morso vorace, per poi mandarlo giù, penne e tutto.

"Hmm... beh, lo sai che nostro fratello si prende sempre un po' di tempo per andare a caccia..." disse Gukkor con fare accomodante. Gukkor aveva un aspetto meno impressionante del suo fratellastro, ma non per questo meno disgustoso. Aveva le braccia fuori asse che gli davano un aspetto sbilenco e goffo, e la sua pelle giallastra e dall'aria malata si squamava sui gomiti e sui dorsi delle mani, come se fosse stato affetto da una forma esagerata di eczema. La sua bocca era a sua volta sbilanciata, e sembrava essere più ampia sul lato sinistro del corpo. Una foresta di lunghi ed unti capelli neri gli scendeva lungo la schiena, arrivando quasi alla vita, e sulla schiena portava un'ascia da battaglia che aveva visto giorni migliori, con la lama parzialmente smussata e insozzata di schizzi di sangue rappreso. "Gli piace fare le trappole... mi dispiace per quei poveri animaletti che ci finiscono dentro, ma per lui è divertente..."

"Ancora con questa storia?" grugnì Mangiacorvi. "Te l'ho detto già tante volte! Noi qui siamo i padroni! Non vogliamo animali qui! Tranne quelli che macelliamo per divorarli... ma questo è un altro discorso! Lui li caccia via, e noi stiamo bene qui senza seccature!"

Gukkor si avvide di aver toccato un discorso che a Mangiacorvi non piaceva, e decise di cambiare immediatamente discorso. "Ah-ehm... scusa, scusa, fratellone... mi sa che oggi non ne dico una giusta!" affermò. "Spero che... ehm... il fratellino Rukus abbia preso quel gattaccio, sennò siamo nei guai!"

"Non ti preoccupare, nostro fratello sa cavarsela. Nessun animale gli è mai sfuggito." ribattè il mezzo-ogre con la testa deformata. Storse il naso quando staccò un altro pezzo di carne dal suo volatile morto e gettò il piccolo cadavere in mezzo alle erbe alte. "Bleah. Ora fa schifo. Mangiacorvi non vuole più questo corvo." commentò pulendosi la bocca dal sangue rappreso e dalle piume. Gukkor fece per alzare una mano e chiedere se potesse mangiarlo lui, ma ormai il corvo morto era già sparito tra l'erba. Con un sospiro di frustrazione, il mezzo-ogre dalla pelle gialla pensò tra sé che in ogni caso non glielo avrebbe lasciato mangiare.

Il mezzo-ogre dalla testa deforme si guardò attorno, sperando di vedere finalmente qualcosa di nuovo. "Hmph... certo, bisogna ammettere che ci sta mettendo un bel po'." grugnì infine, accarezzando in maniera inquietante l'arma che portava appesa sulla schiena - un enorme uncino arrugginito e macchiato di sangue coagulato posto in cima ad un'asta, come una sorta di grezza alabarda. "Quando Rukus ritorna, gli devo dire che non deve più andare a bighellonare nella foresta. Dovrebbe ricordare cos'è successo la scorsa volta che ci hanno visto i ranger."

"Ma... i ranger non sono... ehm... tutti morti? A parte quei tre che abbiamo imprigionato..." chiese Gukkor con una smorfia. Sperò che Mangiacorvi non si fosse accorto di quel suo gesto. Gukkor non era mai stato sanguinario come il resto della sua "famiglia", e forse era per questo che non era mai riuscito a farsi rispettare granché...

Mangiacorvi alzò le spalle, poi si chinò per raccogliere un grosso lombrico e se lo mangiò in un boccone come niente fosse. "Così pare, ma non si può mai sapere. Magari qualcuno di loro era da un'altra parte, o ci è sfuggito come quel gattaccio... oh, ecco che torna Rukus, finalmente! Ce ne ha messo, di tempo!" esclamò, voltandosi verso il sentiero fangoso quando finalmente Rukus emerse dalla foresta, ansimante ed affaticato, tenendo in spalla la sua lancia dalla punta ancora gocciolante di sangue.

"Rukus, meno male..." esclamò Gukkor, preoccupandosi un po' quando vide che era accompagnato soltanto da due cani. "Ehm... allora... hai ucciso quel puma?"

"Sì... sì, ma mi ha dato... del filo da torcere." rispose Rukus un po' nervosamente. "Ha fatto fuori due dei miei cani prima che riuscissi a trafiggerlo con la mia lancia. Ma non è riuscito... ehm... a farsi vedere da nessuno."

"Hm. Una volta tanto hai fatto un lavoro decente, Rukus." rispose Mangiacorvi con astio. "Se quel gattaccio fosse riuscito a farsi vedere lì a Turtleback Ferry, ci sarebbero potuti essere dei problemi. E lo sai che la mamma non vuole problemi."

Rukus e Gukkor rabbrividirono, e il mezzo-ogre cacciatore si schiarì la voce. "Ecco... a questo proposito... avrei bisogno di chiederti un favore, fratellone..." affermò. "Credo... che ci siano degli avventurieri che bazzicano lungo la sponda del fiume. Potresti andare a dare un'occhiata?"

"Avventurieri? Non sanno di noi, vero?" ringhiò Mangiacorvi, mentre Gukkor socchiudeva gli occhi, come se fosse insospettito.

Rukus scosse rapidamente la testa per rassicurare il fratello maggiore. "No, no, per niente! Non mi hanno visto, altrimenti non sarei qui! Ma... è meglio se dai un'occhiata... non vorrei che si avvicinassero troppo e ci vedessero..."

Mangiacorvi si convinse e afferrò saldamente la sua arma uncinata. "Hmph. E va bene, immagino che potrei andare a dare un'occhiata." grugnì, e si incamminò verso la foresta. "Sarò di ritorno tra un paio d'ore al massimo."

"Aspetta, vengo anch'io!" si lamentò Gukkor. Fece per seguire il suo deforme fratello, ma quest'ultimo si girò di scatto e gli puntò contro l'uncino.

"Neanche per idea, marmocchio! Tu resti qui e fai la guardia! E se ti pesco mentre non sei al tuo posto, ti taglio la lingua e me la mangio bollita!" ringhiò. Gukkor rabbrividì e incespicò all'indietro, per poi tirare un sospiro rabbioso e farsi indietro. Sempre così, pensò tra sè. Mangiacorvi approfittava che era uno dei più grandi per fare il prepotente. A Gukkor non sarebbe dispiaciuto che qualcuno gli desse una lezione... ma chi avrebbe potuto farlo, se non la "mamma" e Hucker?

"Aspettatemi qui." sghignazzò Mangiacorvi. "Stasera, quando torno, ci mangiamo carne di avventuriero arrostita! Anche tu, Gukkor, così diventi anche tu un vero uomo!"

"Uuuuuh, mi piace a me la carne umana arrostita!" esclamò Rukus, mentre Gukkor riusciva a malapena a trattenere un'esclamazione di disgusto...

 

oooooooooo

 

Ben nascosto tra le fronde di un albero, Jolan aveva tenuto d'occhio la discussione tra Rukus e i suoi due fratelli, e riuscì a vedere quello con la testa deforme - Mangiacorvi, lo aveva chiamato Rukus - che si avviava verso il loro nascondiglio, tenendo ben stretto tra le mani il giavellotto uncinato che gli faceva da arma. L'halfling annuì e si calò rapidamente giù dal ramo, raggiungendo i suoi compagni riuniti sotto il tronco del grande albero.

"Tutto a posto. Sta arrivando quello che il nostro... nuovo amico... ha chiamato Mangiacorvi." sussurrò Jolan. "Adesso cosa si fa?"

"Ora tocca a me e a Yan." sussurrò Eli. "Yan, non appena è abbastanza vicino, tu lo attiri, e quando lui si avvicina io lo sistemo con un incantesimo ben piazzato. Se quel bestione mangia la foglia, Misia lo può fermare con un incantesimo Blocca Persona, e Reji lo può raggiungere in velocità e metterlo fuori combattimento con una raffica di colpi. Nella peggiore delle ipotesi, Shalelu è pronta ad abbatterlo con le sue frecce prima che possa tornare alla fattoria." 

"Bene." sussurrò Reji, cominciando a ritirarsi e a nascondersi tra le fronde degli arbusti attorno a loro. "Buona fortuna, ragazzi."

Nualia si ritirò appena un po', in modo da essere fuori vista del mezzo-ogre, ma comunque abbastanza vicina da intervenire in caso di bisogno. Il puma che avevano salvato dalla trappola di Rukus sembrava in procinto di saltare alla gola di Mangiacorvi, ma Yan gli fece gentilmente cenno con una mano di restare fermo... poi, quando il mezzo-ogre fu abbastanza vicino, il giovane spadaccino emerse dalla folta vegetazione, cercando di dare l'impressione di essere lì per caso.

Non ci volle molto prima che Mangiacorvi si accorgesse di lui. Il disgustoso mezzo-ogre lanciò un ringhio furioso e brandì la sua arma uncinata, avvicinandosi a Yan, che fece un piccolo salto per la sorpresa - una sorpresa che non ebbe bisogno di fingere, sbalordito come fu dall'aspetto rivoltante di Mangiacorvi.

"RAAAAARGH!" ringhiò il mezzo-ogre, mentre avanzava a passi pesanti verso il giovane. "Che cosa abbiamo qui, eh? Un moccioso che crede di essere coraggioso? Ti farò a pezzi e ti mangerò per cena, omuncolo!"

Yan era già pronto. Si mise in guardia, tenendo lo scudo alzato, e puntò la spada contro il suo avversario. "Ah sì? Avanti, provaci, montagna di carne! Porterò la tua testa a Turtleback Ferry, e mi daranno una bella ricompensa!" esclamò.

Il bestione sollevò la sua arma e caricò come un toro infuriato, mentre Yan restava al suo posto e si apprestava a sostenere l'assalto. Un tremendo fendente si abbattè sul ragazzo, che lo intercettò con il suo scudo ma si trovò a retrocedere con il braccio intorpidito. Il mezzo-ogre aveva una forza tremenda, e il ragazzo sapeva che non avrebbe potuto restare in difesa a lungo...

Facendosi forza, Yan si avvicinò al suo avversario e sferrò alcuni fendenti con la sua spada, mirando a stuzzicare Mangiacorvi e a fargli perdere la calma piuttosto che ferirlo. Il mezzo-ogre, non abituato ad un avversario che fosse in grado di tenergli testa, indietreggiò con espressione stupita, ed emise un breve grugnito quando un fendente particolarmente accurato gli aprì una ferita superficiale nel pettorale sinistro. Fece roteare di nuovo la sua arma, questa volta mirando alle ginocchia del ragazzo, che si ritrasse appena in tempo per evitare di perdere una gamba o restare comunque azzoppato.

Facendo finta di essere stato messo in difficoltà, Yan fece qualche passo indietro, tenendo d'occhio l'arma del suo avversario e scansandola al momento giusto. Intercettò un altro fendente con la sua spada e sferrò un affondo che ferì lievemente Mangiacorvi ad una gamba, ma questo ebbe l'effetto di irritare ancora di più il mezzo-ogre, che alzò le braccia per sferrare un colpo micidiale! Yan si rese subito conto che era il caso di schivarlo, o per lui sarebbe potuta finire male. Si avvicinò al tronco di un grosso albero e calcolò il tempo con una precisione data dall'esperienza, e il gigantesco uncino mancò il suo collo di pochi centimetri e si piantò nel legno, restando incastrato!

Ululando per la frustrazione, Mangiacorvi tirò come un somaro per cercare di liberare la sua arma. Era il momento che Eli aspettava. Ben nascosta tra i cespugli, ma comunque abbastanza vicina a dove si svolgeva lo scontro, la maga mezzelfa alzò una mano davanti a sè e intonò una breve formula magica.

"Il sonno scende su di te e ti avvolge nel suo abbraccio." sussurrò. "Sonno Profondo!"

Una scia di tenui bagliori argentati fluttuò dalla mano aperta di Eli e cominciò a girare delicatamente attorno a Mangiacorvi, che ancora per qualche secondo cercò di estrarre la sua arma... poi, la sua presa perse vigore, e il mezzo-ogre dal volto deforme cominciò a barcollare. La testa gli si fece pesante, e le palpebre gli scesero come se fossero diventate di piombo... e dopo un futile tentativo di resistenza, Mangiacorvi scivolò a terra e cominciò a russare, facendo il rumore di decine di seghe che tagliavano tutte nello stesso momento!

"Perfetto. È andata liscia al primo colpo, senza bisogno di piani di emergenza." sussurrò Misia uscendo dal suo nascondiglio. Il puma si avvicinò guardingo al mezzo-ogre dormiente e lo annusò, mentre Reji e Nualia si occupavano di legarlo per bene, in modo da evitare che desse l'allarme nel caso si fosse svegliato. Dopo aver legato i polsi e le caviglie a Mangiacorvi e avergli tenuto ferma la bocca con un fazzoletto perchè non desse l'allarme, i ragazzi si rivolsero ad Eli. "Okay, questo qui lo abbiamo sistemato. Adesso... viene la parte più difficile. Dobbiamo trovare gli ostaggi e liberarli."

"Andiamo a sentire cos'ha da dire il nostro... amichetto." rispose Shalelu con una punta di sarcasmo. Il gruppo uscì dal bosco dopo essersi assicurato che Mangiacorvi non potesse più dare loro fastidio - per fortuna, il mezzo-ogre dalla testa deforme stava ancora dormendo, e avrebbe continuato a farlo ancora per una mezz'oretta buona. 

Il gruppo emerse dalla vegetazione e cominciò a guardarsi attorno, restando alquanto sconvolti da quello che vedevano. Anche da quella distanza, si poteva vedere che la fattoria era in preda all'incuria e al degrado, i campi infestati di erbacce e le costruzioni cadenti e ricoperte di muschio.

"E' un posto davvero terribile." sussurrò Reji. "Ci credo che i Graul non si sono fatti una buona reputazione..."

"Hey, un momento! E voi chi siete?" esclamò la voce aspra di un altro mezzo-ogre. Fu allora che Yan e i suoi compagni si accorsero della presenza di un altro individuo assieme a Rukus - un mezzo-ogre dalla pelle giallastra e dall'aspetto sbilenco, con lunghi capelli neri e scarmigliati, che li stava guardando sgranando un paio di occhi dalle iridi rossastre. "Cosa... cosa avete fatto a nostro fratello?"

"Stai calmo, Gukkor!" esclamò Rukus, alzando una mano per fare cenno al fratello minore di non mettere tutta la casa in allarme. "Questi tipi sono amici, vogliono solo parlare con i nostri prigionieri! Dopo se ne andranno, ovviamente."

"Certo... certamente!" affermò Eli senza indugio. "Ma... potrei sapere chi è il tuo... fratellino?"

"Ah... lui è il mio fratellino sciocco, Gukkor!" rispose Rukus, battendo una mano con fare condiscendente su una delle spalle incurvate di Gukkor. "Vi accompagneremo noi, giusto per stare tranquilli e fare in modo che voi non facciate sciocchezze! Gukkor, con noi! Facciamo vedere ai nostri ospiti dove teniamo i prigionieri!"

"Ehm..." mormorò il mezzo-ogre di nome Gukkor, non del tutto sicuro di cosa diamine stesse accadendo. Diede una rapida occhiata al gruppo, e batté gli occhi incerto. Non sembravano persone cattive... e certo avevano un'aria molto più rassicurante della "mamma" o di molti dei suoi fratelli. Ma persone come loro di solito venivano per cercare di distruggere la loro famiglia. Già tre dei suoi fratelli erano stati uccisi da avventurieri... questi ultimi, però, non davano l'impressione di voler usare la violenza.

"Vi... vi posso accompagnare, sì!" affermò Gukkor. Fece per aggiungere altro, ma un'occhiataccia da parte di Rukus lo convinse a restare zitto. Guardando di nuovo verso il gruppetto di avventurieri, notò che tra loro c'era anche... lo stesso puma che Rukus aveva inseguito! Che significava tutto questo? "Prego... ehm... seguitemi, vi faccio strada! I... I prigionieri sono... nel magazzino!"

Shalelu prese fiato e pregò tra sè che il patrigno fosse tra loro e fosse ancora vivo, mentre Gukkor e Rukus si avvicinavano alle doppie porte del magazzino. Con un gesto un po' incerto del braccio malforme, Gukkor aprì la porta di legno cadente che dava accesso all'interno dell'edificio. Si sentì uno scricchiolio inquietante quando il mezzo-ogre dalla pelle giallastra fece strada al gruppo... e Yan, entrando per primo dietro Gukkor, storse il naso per il pungente odore di alcol di pessima qualità che assalì le sue narici. All'interno del magazzino si trovavano balle di paglia inumidita, sacchi pieni di grano in dubbio stato di conservazione, e anche una grande distilleria arrugginita e cadente. Diverse cucce per cani sporche e puzzolenti erano state costruite lungo i muri del magazzino.

"Hm? Che ci fai qui, sgorbietto?" esclamò una voce aspra proveniente dalla parte opposta del magazzino. Gukkor sobbalzò quando vide che c'era qualcuno vicino alla distilleria... tre dei suoi fratelli, che in quel momento erano occupati a bere dei bicchierini di un liquore talmente insozzato e disgustoso, che Yan non lo avrebbe usato neanche per pulire i pavimenti.

E nessuno dei tre aveva un aspetto gradevole. Quello che aveva parlato, e che adesso si avvicinava minaccioso brandendo un grosso bastone, era un bruto imponente con la testa enorme, apparentemente priva di collo, e un terzo braccio vestigiale che spuntava dal suo gomito sinistro. Sghignazzò e gettò via il suo bicchiere di alcol ripugnante, per poi avvicinarsi con espressione maligna. "Lo sai cosa facciamo agli intrusi noi Graul, vero?"

"Giuuuuusto! Li spelliamo e ce li mangiamo a cena arrostiti sullo spiedo!" esclamò un secondo mezzo-ogre, alto poco più di un metro e mezzo, con le gambe storte e gli arti percorsi da una raffica di tic nervosi. Un terzo individuo, più grande degli altri, con un paio di occhi fin troppo grandi e la pelle del colore del latte andato a male, sputò per terra un coagulo di muco, poi fissò il gruppo di avventurieri e si leccò le labbra con una lingua simile ad un pezzo di bistecca. Tutti gli avventurieri si avvicinarono l'uno all'altro e si tennero pronti nel caso i mostruosi ibridi avessero deciso di attaccare, ma lasciarono che fosse Gukkor a parlare - se non altro, lui era quello che aveva più possibilità di farsi ascoltare.

Gukkor deglutì e cercò di organizzarsi il discorso. "E-Ecco... fratelli, queste persone sono qui..." Pensò rapidamente ad una bugia plausibile, una che potesse convincere i suoi più brutali fratelli a far passare quegli avventurieri. "Ehm... sono qui perché il potente Jaagrath ha bisogno di informazioni che i prigionieri possiedono! E ha deciso di mandare un gruppo di servitori umani in modo da mettere i nostri prigionieri a loro agio!"

"Non è esattamente una scusa plausibile... spero che questi mezzi-ogre siano stupidi come sembrano." pensò tra sé Misia.

Per sua fortuna, Eli non se ne era rimasta con le mani in mano. Stando bene attenta a non attirare troppo l'attenzione su di sé, la giovane maga mosse una mano dietro la schiena per lanciare un altro incantesimo... e il mezzo-ogre con un terzo braccio sbattè i suoi occhi porcini, come se fosse rimasto stupito di qualcosa.

"Non c'è bisogno di essere così sospettosi." affermò la mezzelfa con un sorriso accomodante. "Abbiamo solo bisogno di vedere i prigionieri e di fare loro qualche domanda. Tutto qui, davvero. Non avete bisogno di tenerci d'occhio o cose del genere."

Il mezzo-ogre con il terzo braccio si grattò una tempia, incerto sul da farsi... poi, influenzato dall'incantesimo che Eli gli aveva lanciato contro, alzò le spalle e diede al gruppo il via libera. "Ehm... va... va bene, ma non state troppo tempo a chiacchierare con loro, okay?" affermò infine. "Abbiamo... da fare con loro, e devono essere intatti per quando li consegniamo... a Jaagrath."

"Heh... se le cose vanno come spero, non consegnerete a questo Jaagrath che i vostri cadaveri, branco di schifosi." pensò tra sè Shalelu. Questi mezzi-ogre non meritavano la stessa compassione che lei aveva concesso a Rukus.

"F-Fratellone Hograth?" chiese il mezzo-ogre dalla pelle bianca. Anche l'altro fratello, quello basso con le gambe corte, sembrava stupito dalla decisione, ma un'occhiata severa da parte di quello chiamato Hograth li convinse a restarsene al loro posto. Eli fece tanto di cappello mentre il suo gruppo, sempre accompagnato a breve distanza da Gukkor e dal puma che avevano salvato, si avvicinava alla doppia porta di legno mal tenuto che portava al retro del magazzino. Il felino annusò l'aria, sentendo delle tracce di un odore familiare mischiate tra tutti gli umori nauseanti che aleggiavano in quel luogo decadente... ed emise un paio di ringhi speranzosi.

"Chi sono quelli, fratellone Rukus?" chiese il mezzo-ogre più basso.

"Gente amica che ho trovato nella foresta, fratellino Sugar." disse Rukus, mentre i suoi due cani superstiti andavano a rifugiarsi nelle rispettive cucce infestate di parassiti. "Anche se... in realtà non li avevo mai visti prima da queste parti."

"Aspettate... vediamo un po' se c'è qualche trappola." disse Jolan non appena il gruppo di avventurieri si accingeva ad aprire le doppie porte. Si avvicinò e diede un'occhiata alla serratura, non riuscendo a vedere nessun meccanismo strano... ma quando fece un primo tentativo di aprirla, si accorse che la serratura era bloccata dall'interno da qualcosa che non poteva raggiungere. "Ugh... temo che questa porta sia un po' difficile da aprire." affermò, mentre armeggiava con la sbarra di ferro arrugginito che la teneva chiusa. "Ci vorrà un po' di tempo per..."

"No, aspetta! Non toccare quella..." esclamò improvvisamente Gukkor, spalancando gli occhi allarmato.

Troppo tardi. Da dietro la porta si sentì un rumore inquietante, e uno strano ticchettio che si avvicinava con rapidità allarmante... e Jolan fece appena in tempo a mollare la presa sulla sbarra prima che qualcosa di enorme colpisse la doppia porta dall'interno della stanza! Il gruppo si allontanò allarmato... e un secondo colpo ancora più tremendo fece cedere definitivamente la porta, facendola cadere a terra con uno schianto assordante, e rivelando la mostruosità che si nascondeva là dentro!

Da una stanza polverosa e piena di ragnatele, uscì un terrificante e gigantesco ragno delle dimensioni di un elefante, ricoperto di una fine peluria nera, il cui corpo chitinoso era principalmente nero, con delle sfumature bluastre, marroni o color prugna sulle sue otto robuste zampe e sull'addome rigonfio. Un carapace lucido e senza peli copriva il cefalotorace, dal quale numerosi occhi compositi fissavano famelici il gruppo, e un paio di cheliceri uncinati, grandi come pugnali, spuntavano da quella che doveva essere la bocca, gocciolanti in un liquido chiaro dall'aspetto letale!

Eli si rialzò, scuotendo la testa per schiarirsela... e rabbrividì. Un ragno dei cunicoli gigante. Otto zampe inarrestabili, due zanne affilatissime, un veleno fulminante... il tutto controllato da un cervello incapace di provare rimorso.

Con un sibilo agghiacciante, il ragno gigante scattò verso il bersaglio più vicino... che in quel momento era Jolan! Appena in tempo, l'halfling scattò indietro, e i cheliceri velenosi della bestia scintillarono a pochi centimetri dal suo collo. Con una smorfia nauseata a causa del fiato pestilenziale del ragno, Jolan sferrò un fendente con i suoi pugnali, uno dei quali riuscì a tracciare una ferita sanguinante sul muso del ragno. Ma il dolore improvviso sembrò dare ancora più vigore alla bestia, che si ritirò di un passo, poi si lanciò nuovamente contro il gruppo. Questa volta, il mostro cercò di azzannare Nualia, che alzò di scatto lo scudo e parò il colpo.

"Attenta, Nualia!" esclamò Yan. Cercò di correre verso la sua amica d'infanzia per darle una mano, ma una grossa zampa pelosa si abbatté su di lui, minacciando di schiacciarlo contro il suolo. Con un abile movimento, Yan si sottrasse all'attacco e sferrò un fendente che ferì la zampa della bestia, mentre Nualia faceva accendere la sua scimitarra con una semplice parola magica. La lama ricurva venne avvolta da una lingua di fuoco scarlatta... e questa volta, il gigantesco ragno dei cunicoli si ritirò con uno stridio, tenendo le due paia di zampe anteriori alzate in un atteggiamento di minaccia.

"Hahahaaa! Non sapevano del ragno gigante, che fessi!" sghignazzò il mezzo-ogre di nome Hograth, godendosi lo spettacolo assieme ai suoi due fratelli. Rukus restò fermo a guardare, come imbambolato... e Gukkor strinse la mano callosa sul manico della sua ascia, indeciso se intervenire o meno. Non gli sarebbe piaciuto veder morire quei coraggiosi avventurieri... ma i suoi fratelli non avrebbero preso bene se il loro divertimento fosse stato interrotto...

"Forza, Biggins, avvelenali e succhiali!" sghignazzò Sugar con una risatina infantile. Reji cercò di giungere sotto l'addome del ragno gigante per sferrare una raffica di colpi, ma la bestia si mise a sferzare l'aria con le sue zampe anteriori, creando una vera e propria barriera che la ragazzina Tian non riuscì a superare. Yan si allontanò e incoccò una freccia... poi prese accuratamente la mira e scagliò una freccia che raggiunse il mostro al basso ventre, mentre Shalelu scoccava un altro colpo e trafiggeva uno degli occhi compositi dell'orribile bestia.

"Credo che sia il caso di concludere alla svelta!" esclamò Eli. "Raggio Rovente!"

La mezzelfa puntò il dito della mano libera contro il ragno gigante e scagliò due raggi ardenti che colpirono la bestia in pieno! Il primo colpo si limitò a fargli qualche bruciatura... ma il secondo riuscì a colpire il mostro al cefalotorace e a trapassarlo con un terrificante rumore di fiamme crepitanti! Il ragno mostruoso si contorse nei suoi ultimi spasmi, e cercò di scattare in avanti per azzannare Eli... ma le zampe cedettero, e la bestia crollò al suolo, le zampe che ancora si agitavano debolmente.

Ma non ci fu il tempo di tirare un sospiro di sollievo. Eli aveva appena abbassato il braccio, quando sentì un dolore improvviso e lancinante ad un fianco, e lanciò un grido di dolore barcollando in avanti! Solo in quel momento, distratta com'era dal suo bersaglio principale, la mezzelfa si rese conto che a colpirla era stato Sugar, usando una bottiglia rotta come arma improvvisata!

"Eli! Maledizione, ci stanno..." esclamò Misia, rifugiandosi dietro un muretto di pietra quando si vide arrivare addosso una roncola lanciata con violenza da Hograth. Con dei grugniti rabbiosi, i tre mezzi-ogre attaccarono, furiosi per il fatto che il gruppo aveva rovinato il loro divertimento!

"Brutti bastardi! Come avete osato uccidere Biggins?" ringhiò il terzo mezzo-ogre, quello più basso con le gambe storte. Con un ringhio di rabbia, prese una falce dalla lama arrugginita e la agitò furiosamente contro gli avventurieri.  Jolan si trovò a schivare la micidiale lama con un agile scatto, ma non riuscì ad evitarla del tutto, e la punta acuminata tracciò un taglio sottile sulla parte superiore del suo braccio sinistro! Hograth si lanciò a sua volta all'attacco, usando un sacco di grano come scudo improvvisato mentre si avvicinava a Yan e Shalelu, in modo da proteggersi dalle loro frecce.

"Hey, ma che fate?" esclamò Gukkor, alzando una mano per richiamare i suoi altrettanto mostruosi fratelli maggiori. "Fermi! Non attaccateli! Rukus, fratellone, dammi una mano! Dobbiamo fermarli!"

Rukus guardò spaesato la scena che si svolgeva davanti a lui. I loro tre fratelli erano arrivati a ridosso del gruppo, e Sugar cercava di stare addosso ad Eli, incalzandola per impedirle di fare incantesimi. Misia sparò un colpo dalla sua balestra, ma il dardo mancò il bersaglio e si piantò nel muro accanto ad esso... e la femmina di gnomo si avvicinò di colpo a Sugar, concentrandosi per lanciare un incantesimo davvero potente...

"Attenti, ragazzi! Questi non scherzano mica!" esclamò Yan, facendo cadere il suo arco e usando il suuo scudo per parare un colpo di falce del mezzo-ogre più basso. Il ragazzo indietreggiò, fino quasi a giungere con la schiena addosso al cadavere del ragno gigante, poi sfoderò la spada con un fluido movimento del braccio e sferrò un fendente che colpì di striscio l'avversario sul trapezio, facendolo grugnire di dolore. Il mezzo-ogre sollevò di nuovo la sua falce e vibrò un altro fendente, mirando al collo del ragazzo... ma il fendente si scontrò a mezz'aria con la scimitarra ardente di Nualia, intervenuta per proteggere il suo amico. "Hey, bel colpo, Nualia!"

La aasimar fece un piccolo sorriso e spinse via il mezzo-ogre... e Shalelu approfittò del momento per piantare una freccia precisissima nell'avambraccio del mostruoso ibrido, che sobbalzò ululando di dolore. La falce dalla lama arrugginita gli cadde di mano, e il mezzo-ogre fece due salti indietro, squadrando con rabbia l'elfa che aveva già incoccato un'altra freccia.

"Ti avverto. La prossima te la infilo nel cranio." minacciò Shalelu.

Questo sembrò scuotere Rukus dal suo sbalordimento. Con un ringhio feroce, il mezzo-ogre cacciatore afferrò la sua lancia e fece per scagliarsi contro il gruppo e dare man forte ai suoi fratelli...

Ma prima che potesse raggiungere il gruppo, Gukkor lo afferrò alle spalle, cercando di trattenerlo! "Gah! Ma cosa... Gukkor, che stai facendo? Lasciami andare! Devo fermare quegli intrusi!"

"Fermo!" protestò il mezzo-ogre dalla pelle gialla. "Non attaccarli! Adesso basta, non ti sei stancato di tutto questo?"

Rukus ringhiò e si agitò convulsamente per sfuggire alla presa di Gukkor, ma nonostante le deformità, quest'ultimo era forte quanto Rukus, e non aveva nessuna intenzione di mollare la presa. "Che... che stai dicendo, Gukkor? Stancato di cosa?"

"Di questa vita! Rubare, uccidere e terrorizzare la gente!" esclamò Gukkor. "Eppure, mi sembrava che quei ragazzi ti fossero simpatici! Che tu non pensassi che erano intrusi! Non credi che potremmo fare una vita migliore se solo non la smettessimo di fare del male agli altri?"

"Ecco..." mormorò Rukus, cominciando a sentirsi confuso. Era vero che quei ragazzi si erano mostrati più gentili verso di lui di molti altri, anche se all'inizio si erano battuti... ma adesso stavano combattendo contro i suoi fratelli... "Ma... ma noi... abbiamo sempre fatto così... tu sei l'unico che non ha mai voluto... è per questo che Mangiacorvi dice che non sei uomo..." balbettò. Tuttavia, lui stesso si rendeva conto di non essere del tutto sicuro di quello che stava dicendo, e che stava cominciando ad avere dei seri dubbi.

Reji e Jolan, da parte loro, stavano lavorando assieme per affrontare Sugar ed impedirgli di aggredire Eli... mentre il puma che avevano salvato si era piazzato accanto al gruppo e ringhiava minaccioso ai cani che si avvicinavano, costringendoli a restare al loro posto. La giovane monaca evitò abilmente i fendenti che Sugar sferrava con la sua bottiglia rotta... e una volta che vide il suo avversario abbassare la guardia, sferrò un fenomenale calcio che raggiunse Sugar alla mano, rompendogli almeno un paio di dita. Il cocco di bottiglia cadde a terra, infrangendosi in tanti piccoli frammenti ormai inutili come armi... e il piccolo Jolan scivolò abilmente dietro il massiccio mezzo-ogre, per poi pungolargli le natiche con i suoi pugnali!

Sugar emise uno stridio di dolore e di sorpresa, e sobbalzò portandosi le mani alle natiche doloranti... solo per poi imbattersi nel pugno esteso di Reji, che lo colpì in piena faccia e lo fece cadere a terra stordito. Misia, da parte sua, si era avvicinata ad Hograth, la mano destra avvolta da turbinanti ombre nere... e dopo aver schivato un tremendo colpo, aveva lanciato il suo incantesimo.

"Desna, patrona dei sogni, la tua umile servitrice richiede il tuo aiuto per fermare chi vuole fare del male ai tuoi fedeli!" esclamò. "INFLIGGI!"

L'energia negativa accumulata sul palmo della mano di Misia fluì come un fiume in piena nel corpo del mezzo-ogre, che emise un gorgoglio di dolore quando sentì una devastante sensazione di gelo che si diffondeva in lui. Sferrò un fendente che colpì di striscio la femmina di gnomo, aprendole una ferita dolorosa ma superficiale sulla spalla destra... poi, una scarica di raggi di luce nera eruppero dal suo corpo, e Hograth crollò a terra in preda a feroci dolori, si agitò convulsamente per qualche secondo, e infine perse i sensi, restando a terra inerte.

"Uff... ammetto che questa non me l'aspettavo." affermò Yan, andando ad aiutare Eli a rialzarsi. I cani, spaventati dal puma che ringhiava loro contro, corsero fuori dalla baracca e si dileguarono. "Tutto a posto, ragazzi? Nessuno è stato morso da questa bestiaccia, vero?" chiese il ragazzo, gettando un'occhiata disgustata al cadavere del ragno. Una pozza di umore verdastro si stava espandendo sotto la carcassa, e un liquido velenoso trasparente stillava dalle zanne.

"Io... sto bene, Yan. Più o meno." disse Eli. Si voltò verso Misia in modo che l'oracolo del sole potesse lanciarle un incantesimo curativo che riuscì a far rimarginare quasi subito la sua ferita. "Ma restano ancora... due mezzi-ogre."

"Voi... che cosa avete fatto ai miei fratelli?" chiese Rukus, più confuso e frustrato che veramente arrabbiato. "Mi... mi avevate detto che volevate soltanto... parlare con i prigionieri!"

"Voi siete amici di quei prigionieri, vero?" chiese Gukkor, mentre con una mano faceva cenno al fratello di calmarsi.

"Beh, noi non avremmo aggredito i tuoi fratelli se questi non ci avessero aggredito!" rispose prontamente Eli, sentendosi un po' meglio. Il gruppo stava provvedendo a legare i mezzi-ogre sconfitti e ad imbavagliarli in modo che non potessero gridare per chiedere aiuto. "Abbiamo cercato di raggiungere i vostri prigionieri e sallvarli senza dover fare del male a nessuno... ma a quanto pare, i tuoi fratelli hanno cercato di farci mangiare da quel ragnone!"

"Quello è Biggins." rispose Gukkor, riferendosi al ragno gigante. "Lo tenevamo nel magazzino per fare la guardia ai prigionieri..."

"E adesso... i prigionieri sono sempre lì, vero?" chiese Shalelu con tono minaccioso. "Sono vivi, non è così? Ti avverto, se non lo sono..."

I due mezzi-ogre rimasti alzarono le mani, con delle espressioni spaventate sui loro volti repellenti. Shalelu non dava certo l'impressione di scherzare... ma per fortuna, Jolan intervenne a calmare l'elfa. "Aspetti, signorina Shalelu!" la pregò. "Non mi sembra il caso di ucciderli a sangue freddo... tanto più che uno di loro mi sembra migliore degli altri."

Con un pizzico di esitazione, Gukkor si fece avanti. "E-ecco..." disse dopo essersi schiarito la voce. "Il mio nome è... Gukkor Graul. Sono... il quinto figlio di Mamma Graul. Però... ecco... non mi è mai piaciuto vivere qui. La mamma dice... che non possiamo vivere da nessun’altra parte e che i mezzi-ogre sono odiati dappertutto a Varisia... è per questo che sto qui... ma credetemi, non ho mai preso parte alle torture che i miei fratelli e mia madre infliggono alle loro vittime!"

"Hm... sembri sincero, Gukkor." disse Yan, sporgendosi giusto un po' per guardare il mezzo-ogre dalla pelle gialla dritto negli occhi. Dopo qualche secondo in cui Yan non ebbe modo di vedere alcun segno di inganno o menzogna, il ragazzo fece un piccolo sorriso e annuì. "Sai, mi voglio fidare di te. Mi sembri diverso dal resto della tua famiglia. Okay, portaci tu dai prigionieri... e anche tu, Rukus, non credere che ti lasciamo andare così. Ho l'impressione che correresti ad avvertire tua madre e i tuoi fratelli se te ne lasciassimo la possibilità."

"E... E allora cosa faccio? Per me è finita in ogni caso!" ululò il mezzo-ogre cacciatore. "Mamma non mi perdonerà per avervi portato qui! E non perdonerà neanche te, Gukkor! Ci torturerà e ci trasformerà in zombi!"

"Non succederà. Non glielo permetteremo." ribatté prontamente Reji. "Intanto liberiamo gli ostaggi... e poi vedremo di andarcene di qui prima che arrivino gli altri Graul!"

Il puma che avevano portato con loro annusò l'aria della sala nella quale "Biggins" era stato rinchiuso... e poi drizzò le orecchie e cominciò ad agitare la coda, avanzando per primo nella sala coperta di ragnatele. La seta del ragno copriva gran parte dei muri e del pavimento, espandendosi da un cunicolo scavato per terra, e numerose prede erano intrappolate nei fili appiccicosi, ormai avvizzite e svuotate degli umori vitali. Polli, maiali, addirittura una mucca... e purtroppo, Yan e i suoi compagni videro che tra le prede del ragno gigante c'erano anche alcune persone. Gukkor rabbrividì alla vista dei corpi umani avvizziti intrappolati nei bozzoli di seta, mentre il gruppo proseguiva, e il felino emetteva una serie di acuti ringhii, come se sentisse che c'era qualcuno là dentro e volesse chiamarlo.

Shalelu deglutì, attendendo con ansia di vedere se davvero ci fossero prigionieri in quella stanza... e se davvero uno di loro era il suo patrigno. Non riuscendo più ad attendere, l'elfa cacciatrice usò la sua daga per tagliare alcune ragnatele che ormai erano diventare coriacee come corde, e avanzò verso un angolo della sala in cui c'erano meno filamenti. I suoi occhi, abituati a cogliere ogni singola fonte di luce, riuscirono a vedere tre figure umane incatenate al muro per i polsi e le caviglie, vestiti di stracci ed apparentemente inerti... almeno finchè uno di loro non alzò la testa, con fare esausto ma al tempo stesso deciso a non arrendersi.

"Siete... siete ancora qui, maledetti Graul?" ringhiò il primo dei tre uomini, con voce arrochita dal tempo passato in quel posto orribile. "Vi abbiamo già detto che da noi non saprete mai nulla! Se volete ammazzarmi... fatelo e non ne parliamo più!"

La voce... la voce suonava in qualche modo familiare a Shalelu... ma la conferma la ebbe quando il puma corse verso le figure incatenate e si fermò accanto a quella che aveva parlato, strusciandosi su di essa come un gattino affettuoso!

"K-Kibb?" mormorò l'uomo. "Kibb, sei... cough... tornato? Questo significa che..."

Eli e Shalelu avanzarono per prime, e la giovane maga usò un semplice incantesimo Luce per vedere meglio. "Siamo... siamo un gruppo di Pathfinders! Siamo venuti qui da Magnimar per fare luce su quello che succede da queste parti." affermò. "Voi... voi siete quei membri delle Frecce Nere che sono stati catturati, vero?"

Grazie all'incantesimo Luce, Eli e i suoi compagni furono in grado di vedere meglio i tre individui... in particolare quello più vicino, un uomo non troppo alto ma dal fisico robusto malgrado la non più giovane età, con folti capelli neri che mostravano già qualche sfumatura di grigio, e baffi e barba neri dello stesso colore. Una benda di cuoio nero copriva il suo occhio destro, particolare che la mezzelfa notò immediatamente... e il resto del suo "abbigliamento", come era lecito aspettarsi da qualcuno che era rimasto imprigionato tutto quel tempo, consisteva di vesti stracciate e un paio di stivali consunti, che non riuscivano a nascondere i tagli e le ferite che aveva sul corpo. Jolan raggiunse l'uomo e iniziò a scassinare le serrature che lo tenevano prigioniero, e i lucchetti di bassa qualità scattarono con un sonoro clac sotto le mani esperte dell'halfling, permettendo al prigioniero di scendere a terra. Il puma, Kibb, si strusciò affettuosamente sul prigioniero appena liberato, che ricambiò il gesto chinandosi su di lui per accarezzarlo.

È bello rivederti, Kibb. Vedo che... sei riuscito a trovare qualcuno che ci aiuti! Ma voi, come... sapete delle Frecce Nere?" chiese l'uomo, facendo un passo in avanti con le gambe ancora malferme per quei lunghi giorni in cui era rimasto immobile ed incatenato.

Shalelu aveva tenuto lo sguardo fisso sull'uomo che era stato appena liberato. La voce le era sembrata così terribilmente familiare, ma adesso che riusciva a vederlo bene...

Sì. Sì, non c'era dubbio. Era proprio lui. Jakardros Sovark. Il suo patrigno. La persona che lei aveva tanto cercato e per la quale si era disperata... e ora era lì, come niente fosse! Un misto di rabbia, sollievo e gioia si impadronì dell'elfa, che senza aspettare oltre si fece avanti... e mentre Yan e Jolan si adoperavano per liberare gli altri due prigionieri, Shalelu raggiunse il suo patrigno e il suo puma addestrato.

Jakardros, ancora un po' malfermo sulle gambe, stava ancora cercando di orientarsi nel tempo... e si vide apparire davanti la giovane elfa che lo guardò dritto negli occhi, facendogli fare un sobbalzo! Per un attimo, Jakardros non capì chi avesse di fronte... ma subito dopo, riconobbe i suoi bei capelli biondi, i suoi splendenti occhi e i lineamenti delicati del suo volto, che contrastavano con il suo corpo atletico! E il suo occhio buono si spalancò per l'incredulità quando si rese conto di chi era quell'elfa che lo guardava con un turbinio di sentimenti contrastanti che si agitavano nella sua anima...

"Sh-Shalelu?" boccheggiò Jakardros. "Shalelu, sei... sei proprio tu? Come... come hai fatto ad arrivare fin qui, figliola?"

"Padre..." mormorò Shalelu, cercando di tenere a freno le sue emozioni. Ma il tentativo era destinato a fallire. Le lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance... e Shalelu si gettò ad abbracciare il patrigno, ancora incredulo ed inebetito. "Papà! Sei vivo... sei vivo!"

"Sh-Shalelu..." mormorò il ranger, ancora incredulo. Ma la felicità di rivedere la figlioccia ebbe ben presto la meglio su ogni ulteriore incertezza, e Jakardros abbracciò Shalelu con tutte le sue forze, ringraziando Desna e tutti gli dei che conosceva per quella inaspettata riunione. "Shalelu, cara... non sai quanto sia felice di rivederti! Ma... come hai fatto, tesoro? Sei... sei riuscita a trovarmi nonostante tutta la distanza che avevo..."

Dopo essersi sfogata per qualche istante, Shalelu si staccò solo di un po' dall'abbraccio e alzò lo sguardo per guardare il patrigno negli occhi... e gli affibbiò un sonoro schiaffo che riecheggiò per una frazione di secondo in quella cella ingombra di ragnatele! Anche Kibb sembrò strizzare un occhio in segno di partecipazione, e la piccola Misia sgranò gli occhi per la sorpresa.

"Ma... signorina Shalelu!" esclamò la biondina, un po' indignata. "Le sembra questo il modo di trattare suo..."

Con un sorriso amaro, sempre tenendo Shalelu abbracciata, Jakardros alzò una mano per dire a Misia che non c'era bisogno di intervenire. "No. Io... me lo sono meritato." affermò, per poi tornare a guardare la figlioccia dritta negli occhi. Fece un cenno con la testa, per dire a Shalelu che aveva tutto il diritto di sfogarsi... e l'elfa, le cui lacrime non si erano ancora arrestate, appoggiò delicatamente una mano sulla spalla del patrigno.

"Perchè te ne sei andato via, papà?" chiese Shalelu. L'elfa cacciatrice strinse i lembi di quella misera camicia stracciata che Jakardros portava ancora addosso e scosse leggermente il patrigno, in modo da esprimere il suo affetto e al tempo stesso la sua frustrazione. "Io... mi sono sentita persa... dopo che la mamma è morta, e non ti ho più avuto al mio fianco! Hai... hai idea di come... di come mi potevo sentire? Perchè sei andato via da Foglia Piangente?"

Jakardros sospirò, restando in solenne silenzio per qualche istante... e infine, con un tono che lasciava trasparire tutto il suo senso di colpa e la sua vergogna, diede la sua risposta. "Io... ho fatto una cazzata, figliola." rispose con un altro sospiro. "Io... mi ero convinto che ormai non meritassi più di stare in quel villaggio. Avevo fallito troppe volte. Non avevo protetto i miei compagni... non avevo protetto tua madre... e ora non sono riuscito nemmeno a proteggere i miei commilitoni. Vale e Kaven che vedete qui... assieme a me sono tutto ciò che rimane dell'ordine delle Frecce Nere."

"Beh, capo... sono anch'io molto sorpreso di scoprire che hai una figlioccia." affermò uno dei due uomini che erano con Jakardros - un robusto uomo di colore dalla testa calva con baffi sottili e un corto pizzetto nero, che indossava i rimasugli di un'uniforme verde. "Ma credo che tutte le spiegazioni dovranno attendere quando saremo andati via da questo postaccio. Anzi, forse sarebbe meglio che prima recuperassimo il nostro equipaggiamento, se quei dannati mezzi-ogre non lo hanno già distrutto."

"Giusto. Mi sembra giusto." rispose Jakardros con un sorriso amaro. Poi, rivolgendosi di nuovo al gruppo di Eli: "Chiedo scusa, signori. Nella concitazione del momento, non ho neanche presentato i miei compagni. Vale Temros e Kaven Windstrike. Come ho detto, assieme a me sono gli ultimi rappresentanti delle Frecce Nere."

"Piacere di conoscervi..." disse l'uomo di nome Kaven Windstrike, che dava l'impressione di essere più giovane degli altri due. Vestito di una camicia bianca ormai consunta, un paio di pantaloni rossicci e stivali di cuoio, aveva i capelli castani chiari lunghi fino alle spalle, con baffi e barba ancora piuttosto corti, e la sua faccia era quella di una persona che ancora non aveva visto molto conflitto. "Vi ringrazio anch'io di averci salvato... ma adesso, come facciamo per recuperare il nostro equipaggiamento? Dovremo entrare nella casa dei Graul... e sinceramente non me la sento davvero!"

"Considerando quello che c'è dentro... non posso darvi torto." rispose Gukkor facendosi avanti. Kaven rabbrividì alla vista di un mezzo-ogre, ma Vale e Jakardros si limitarono a guardarlo con attenzione, e Yan pensò che probabilmente avessero già avuto a che fare con il mezzo-ogre dalla pelle gialla, e sapevano che era più gentile degli altri.

"Che... che cosa sperate di fare?" si lamentò Rukus, stringendo convulsamente la sua lancia. "Quando... quando i nostri fratelli e la mamma sapranno cosa è successo... non ci sarà scampo per nessuno! Non potete mica entrare in casa!"

"Possiamo, Rukus. E dobbiamo!" insistette Gukkor. "Non capisci che questa è la nostra occasione? Io non voglio più vivere così, costretto a guardare senza reagire mentre la mamma e i nostri fratelli fanno del male alla gente inerme! Non è la vita che voglio!"

"C'è la possibilità di cambiare vita. Per te, Gukkor. Per te, Rukus... e anche per i vostri fratelli e vostra madre, se lo vorranno." esordì Nualia. "Credetemi... io lo so perchè ci sono passata. Io pensavo che sarei stata costretta a seguire la via del male per tutta la vita... ma poi ho capito che non era così. E se io ho avuto un'altra possibilità... perchè non dovreste averla anche voi?"

"Nostra madre... non ce lo permetterà mai..." rispose Rukus. Yan e Gukkor videro il mezzo-ogre obeso rabbrividire per il terrore. "Lei... lei vuole che noi..."

"Che diamine è successo qui?" ringhiò improvvisamente una voce aspra proveniente dall'ingresso del magazzino. Con un misto di sorpresa e paura, Reji, Misia e Jolan corsero fuori dalla sala dei prigionieri, aggirando l'enorme carcassa del ragno gigante... e videro che stavano arrivando altri mezzi-ogre, e che adesso stavano liberando quelli che erano stati sconfitti poco prima! A capo del gruppetto di mezzi-ogre c'era un orrido individuo dalla mascella storta, con i capelli che crescevano dal lato destro della testa invece che dalla sommità, e il cui collo taurino era deformato da una mostruosa escrescenza di carne sulla quale si vedeva a malapena un volto mezzo formato. Teneva in mano un enorme uncino ancora incrostato di sangue rappreso, e sbavava in direzione degli intrusi mentre altri due mezzi-ogre si occupavano di slegare Hograth, Sugar e l'altro.

"Sono... sono venuti quei tizi assieme a Rukus e a Gukkor! Vogliono liberare i prigionieri! Non so dove sia Mangiacorvi!" esclamò sbavando quello di nome Sugar. "Fratellone Hucker, possiamo farli fuori e mangiarli?"

Gukkor e Rukus rabbrividirono di nuovo. Quel mezzo-ogre dal volto mostruoso era Hucker, il più grande dei fratelli Graul... e il più temuto senza alcun dubbio! E assieme a lui erano venuti anche altri due individui poco raccomandabili, che loro due conoscevano fin troppo bene... Maulgro, un bruto dalle gambe storte, con la pelle bianca come il latte e i denti storti e marci... e Lucky, che per essere un mezzo-ogre aveva un aspetto abbastanza gradevole, quasi umano se non fosse stato per il modo in cui le sue braccia e le sue gambe si piegavano in modo inquietante. Ora il gruppo si trovava di fronte sei mezzi-ogre agguerriti, e non avrebbero potuto contare sull'aiuto delle Frecce Nere...

"Hrrrrr..." Hucker si fece avanti, ringhiando e sbavando come un cane idrofobo, e guardando il terrorizzato Rukus e il nervoso Gukkor con aria famelica. "E così... voi sputacchietti vorreste dare una mano a queste ripugnanti creature pulite e lavate? Li avete portati dai prigionieri... e adesso volete aiutarli a liberarli?"

"Hucker..." mormorò Gukkor, alzando le mani callose in segno di pace. "Per favore, ascoltaci! Questi stranieri non vogliono farci del male! Hanno combattuto con Hograth e gli altri perchè Hograth li ha attaccati!"

"Hah! Certo che li abbiamo attaccati! Erano nemici. Prede. Perciò noi li uccidiamo e li mangiamo! Mi sembra logico!" affermò Hograth, rimettendosi in guardia. Sghignazzando malignamente, i mezzi-ogre cominciarono ad avanzare, mentre gli avventurieri si schieravano davanti all'ingresso della cella e si preparavano ad una lotta terribile.

"Ascoltateci, per favore! Non deve per forza finire con la violenza!" esclamò Yan.

Nualia annuì e cercò di dargli man forte. "Non vogliamo farvi del male, ma ci difenderemo se dobbiamo." affermò. "Ma preferirei che ci ascoltaste. Per favore, deponete le armi e discutiamone. Forse possiamo trovare un compromesso. Qualcosa che vada bene ad entrambe le parti."

"A noi importa solo che vada bene a noi!" esclamò una roca voce femminile. "E l'unica cosa che ci va bene è che voi crepiate tutti!"

Una frazione di secondo dopo, qualcosa sembrò vibrare nell'aria stantia di quel posto... e di punto in bianco, una massiccia e repellente figura femminile apparve davanti al gruppo di Yan, armata di un nodoso bastone!

"Aaaah! È arrivata anche la mammina!" gongolò Hucker con un sogghigno malefico.

Yan e i suoi compagni rabbrividirono per l'orrore. Erano convinti di aver visto il peggio che i mezzi-ogre fossero in grado di offrire... e in quel momento, si resero conto che si erano sbagliati di grosso!

Mamma Graul era una donna mostruosamente obesa ed orribile, un ammasso di strati di grasso che la deformavano e la facevano sembrare un cumulo di carne informe ricoperta da una pelle macchiata ed unta, e circondata da un pestilenziale odore di sudore, sangue e latte stantio. Il suo volto grasso ed appesantito era incorniciato da una lurida criniera di capelli neri, i suoi occhi erano neri e piccoli, simili a quelli di un maiale, e aveva una bocca cavernosa ed armata di denti appuntiti e quasi tutti cariati. Le sue braccia grassocce, simili a due pezzi di carne marcita, terminavano in mani untuose dotate di unghie nere simili ad artigli, e tutto quello che indossava era una sorta di enorme, lurido drappo rosso avvolto attorno ai suoi rotoli di grasso, che riusciva a malapena a nascondere quel corpo abominevole! E accanto a lei c'erano altri tre mezzi-ogre... con l'unico particolare che questi erano chiaramente morti, degli zombi creati con qualche magia nera!

"Quella... è la matriarca di casa Graul, immagino!" esclamò Shalelu, già pronta con le sue frecce. Quell'ammasso di grasso informe sembrava un bersaglio fin troppo facile... e per questo Shalelu aveva la netta impressione che non sarebbe stato così facile.

"Hahaaa! È arrivata la mamma! E quindi voi siete morti!" cantilenò il mezzo-ogre di nome Lucky. "Lei vi farà fuori, e noi vi mangeremo!"

"O lei vi trasformerà in zombi!" esclamò Hucker. "Allora, quale delle due, eh, mammina?"

La mostruosa donna mezza-ogre si alzò su due gambe ridicolmente corte, chiazzate di vene varicose e a malapena in grado di sostenere quel corpo deforme. Mamma Graul alzò il suo bastone, e un'aura magica iniziò a brillare attorno a lei, formando una sorta di armatura di forza.

"Lascerò decidere a voi, figlioli cari!" sghignazzò la strega deforme. "Prendete quegli intrusi e i vostri due fratellini ingrati... ma mi raccomando, non uccideteli troppo in fretta! Desidero che crepino soffrendo!"

"Con piacere, mammina!" boccheggiò Maulgro con un sorriso atroce, sollevando il suo uncino...                

        

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

  
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