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Autore: Bombay    22/11/2023    0 recensioni
Dal testo: - Le squadre erano schierate, gli arbitri in attesa, tutto il palazzetto tacque quando Kuroo Tetsuro entrò sul lucido campo di gioco, con il suo impeccabile abito scuro, ma non c’era allegria nei suoi occhi.
Era passato esattamente un anno, da quando aveva organizzato quella amichevole, ancora si chiedeva che se non lo avesse fatto forse… forse.
Prese il microfono e con la voce più ferma con cui riuscì a parlare disse: “Ci troviamo qui oggi per questa partita commemorativa, in memoria di Tooru Oikawa, scomparso prematuramente” -
[Death-fic]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L'ultima partita

Challenge: “To a better place” - organizzata dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia - Fanart e Fanficiton”

Prompt: 05. In memoria di Y, scomparso prematuramente di musa07 e Darlene Stilinski

 

Genere: drammatico

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi, Nazionale giapponese

Coppia: yaoi

Rating: PG-17, arancione

Avvertimenti: death-fic, angst

PoV: terza persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

L’ultima partita

 

Le squadre erano schierate, gli arbitri in attesa, tutto il palazzetto tacque quando Kuroo Tetsuro entrò sul lucido campo di gioco, con il suo impeccabile abito scuro, ma non c’era allegria nei suoi occhi.

Era passato esattamente un anno, da quando aveva organizzato quella amichevole, ancora si chiedeva che se non lo avesse fatto forse… forse.

Prese il microfono e con la voce più ferma con cui riuscì a parlare disse: “Ci troviamo qui oggi per questa partita commemorativa, in memoria di Tooru Oikawa, scomparso prematuramente”

La voce gli morì in gola, anche se non li vedeva sapeva bene che quasi tutti i giocatori delle due nazionali erano in lacrime.

 

Come oggi anche allora il palazzetto di Tokyo era gremito, c’erano un sacco di persone dei vecchi compagni di scuola. Parenti. Amici.

Kuroo osservava la partita dalla tribuna riservata, con accanto Kenma e Akaashi. Commentavano la partita spostando gli occhi da una nazionale all’altra.

Come ogni incontro era un gioco di altissimo livello.

Essendo un’amichevole erano rilassati, giocavano per divertirsi anche se impegnavano al massimo.

Era l’ultimo set, quello decisivo.

 

La palla era nel campo dell’Argentina, Oikawa la alzò al suo asso, Ushijima e Kageyama erano sotto rete avrebbero dovuto saltare e murare, ma entrambi avevano colto che qualcosa non andava in Tooru. I suoi occhi vispi e attenti catturati dall’azione in corso sembravano essersi spenti all’improvviso prima di chiudersi.

Kageyama lo vide cadere in avanti e non ci pensò un attimo a fare invasione per afferrarlo. Sentì chiaramente il fischio dell’arbitro, ma si ritrovò a terra sostenendo Tooru privo di sensi o così credeva.

I giocatori in campo impiegarono pochi secondi a capire che era successo qualcosa.

Nel giro di pochi istanti i paramedici entrarono in campo.

Kageyama era pietrificato lo fecero spostare in malo modo, ma non se ne curò la mano di Hinata afferrò la sua.

Si volse e vide lo sguardo sconvolto del compagno. Il tempo sembra essersi dilatato. Nel palazzetto era calato un silenzio irreale. Sembrava che tutti stessero trattenendo il respiro.

La nazionale argentina fissa attonita il proprio palleggiatore titolare a terra con i paramedici attorno.

Iwaizumi gli era corso accanto e stringeva la mano di Tooru nella sua gli occhi colmi di lacrime.

Quando presero il defibrillatore, Tobio sentì il suo di cuore balzare in gola: non era possibile.

Vide Wakatoshi inginocchiarsi accanto ad Iwaizumi e tirarlo indietro dirgli qualcosa all’orecchio. Tenerlo fermo, visto che il preparatore atletico si dimenava debolmente per stare accanto al proprio ragazzo.

Hinata piantò le unghie nella mano dell’alzatore tanto forte la stringeva. Kageyama osservò il resto della sua squadra Komori e Suna erano seduti a terra, il primo con le gambe raccolte al petto, le braccia strette intorno guardava la scena con gli occhi enormi e colmi di lacrime, il secondo inginocchiato accanto al libero con lo sguardo basso e le labbra contratte.

Bokuto era immobile poco distante, gli occhi sgranati e increduli, il sudore scivolava sul suo volto e gocciolava a terra.

Sakusa appoggiato al palo della rete come se da quello dipendesse la sua vita, Miya gli si era avvicinato e gli aveva circondato le spalle con un braccio, scoprendo che tremava.

“Libera” la voce del paramedico e il rumore della scarica fece sussultare tutti quanti.

Nulla non successe nulla. Tutti avevano il fiato trattenuto il fischio infinito della macchia che si ricaricava.

“Libera” un’altra scarica ancora nulla.

Hinata si aggrappò alla spalla di Tobio dando le spalle a quella scena, e Kageyama si aggrappò al corpo solido di Hinata non stava succedendo davvero.

Kuroo Kenma e Akaashi fissavano la scena dalle tribune, in piedi troppo scioccati per dire o fare qualcosa.

“Libera” nel silenzio irreale del palazzetto quel comando risuonava sinistro e infausto.

Iwaizumi fissava il viso cinereo di Tooru a pochi passi da lui, stringeva spasmodicamente il braccio di Ushijima che lo teneva fermo e lontano dal suo ragazzo.

Cosa diavolo stava succedendo? Oikawa era in ottima forma, quella mattina stava benissimo. Lo aveva tediato con le sue chiacchiere e con la promessa che la sua squadra avrebbe vinto.

Hajime chiuse gli occhi: era solo un incubo, si sarebbe svegliato di soprassalto con Tooru accoccolato addosso addormentato e nudo al suo fianco.

“Libera”

Era la quarta scarica che gli davano e niente, Iwaizumi lo vide il paramedico scuotere la testa appena guardando l’altro, che smise di ventilare l’atleta.

“No” gridò Iwaizumi con tutto il fiato che aveva in gola, si divincolò e Ushijima che lo lasciò andare.

“No” gridò in preda al panico, mettendosi accanto a Oikawa praticandogli personalmente il massaggio cardiaco.

“Signore non…” tentò il paramedico, ma Iwaizumi lo fulminò con lo sguardo riprendendo il suo massaggio.

“Ti prego” sussurrò mentre le lacrime scivolano sulle sue guance cadendo sul viso immobile di Tooru.

Il massaggio cardiaco che gli stava praticando divenne sempre più debole e fiacco e si accasciò singhiozzando posando la fronte su quel petto che non si alzava e si abbassava più.

Il preparatore atletico non poteva crederci, non voleva crederci, quella notte si era addormentato con il quieto battere di quel cuore sotto l’orecchio.

Il grido di disperazione di Iwaizumi rimbombò nel palazzetto confermando a tutti la terribilmente ed inaspettata tragedia.

“Non è possibile” mormorò Kuroo sedendosi pesantemente, prendendosi la testa tra le mani, Oikawa era un atleta, aveva solo ventisei anni, era costantemente controllato, seguiva una dieta e un allenamento costante.

L’uomo tornò a guardare il campo di gioco sottostante era tutto ancora immobile.

Ushijima posò la mano sulla spalla di Iwaizumi “Hajime” lo chiamò con voce contratta, il giovane si scrollò di dosso in malo modo la mano del giocatore.

 

Hinata singhiozzava stringendosi la maglia all’altezza dello stomaco aveva dei crampi terribili.

“Tobio” ansimò “Dimmi che si è svegliato, che ha aperto gli occhi”

Kageyama deglutì, ma il groppo che aveva in gola non si sciolse.

“Non posso. Non li aprirà più. Tooru è…”

“No” ansimò accasciandosi a terra, le gambe non lo reggevano più Kageyama lo seguì a terra.

La squadra argentina si era stretta in un abbraccio collettivo ammutoliti ed in lacrime.

Blanco, il coach dell’Argentina, si avviò con stoica compostezza da Iwaizumi. Guardò Oikawa come un padre guarda il figlio addormentato.

Parlò con calma ad Hajime, riuscì dove Ushijima aveva fallito. Lo avvolse in un abbraccio, facendolo allontanare da Tooru e fece un cenno ai paramedici.

 

Un brusio sommesso attraversava il palazzetto. 

“Mettetevi in fila” ordinò sommessamente il coach Hibarida.

“No” sussurrò Hinata “Non posso giocare” 

Kageyama se lo strinse addosso, cercando di dargli conforto, ma ne aveva bisogno lui stesso e per la prima volta in vita sua anche lui non aveva voglia di giocare.

Si mise comunque in piedi ed aiutò il suo ragazzo a fare lo stesso.

Mano nella mano a testa bassa si allinearono. Bokuto prese la mano di Kageyama e Ushijima dall’altro che afferrò quella di Suna che fece altrettanto con quella Komori che prese quella di Hinata e Sakusa che fece cenno al resto della squadra di unirsi a loro.

Tre fischi dell’arbitro: la partita era finita.

Tre fischi era stata l’ultima partita di Tooru Oikawa.

 

   
 
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