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Autore: Slane999new    24/11/2023    2 recensioni
Una piccola amicizia, nata da una semplice parola: Ti odio.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Angolo dell’autore” Eccomi tornato, avevo questa storia già pronta da un poco. Ma ho voluto finire Spid prima, quindi chi non avesse letto Spid, può recuperarlo in fantasy. Ma detto questo godetevi questa storia.
 
<< Quindi? Perché mi guardi? >> Jona gli troneggio di sopra, la prima persona con cui lo faccio. Sarò un anno più piccolo, ma conta eccome.
<< Niente mi chiedevo se volessi tornare a casa insieme. >> alzo lo sguardo nella mia direzione.
<< No, credimi vorresti qualcuno di più divertente. >> mi supera. Divertente, un poco tsundere, ma almeno ha un certo spirito. Meglio tornare a casa prima che il vecchio si arrabbi.
 
*****
Jona messo a osservare la finestra, le gocce sbattono contro il vetro.
<< Dimenticato l’ombrello? >> si gira verso di me.
<< Le previsioni davano sole. >> momento perfetto per il mio ombrello. Gli porgo l’altro ombrello che ho in mano.
<< Andiamo a casa insieme. >> mi prendo l’ombrello dalle mani.
<< Te lo riporto domani. >> uno tsundere di livello due, veramente… Meglio andare.
*****
Il sole batte sopra la mia testa, fino a ieri un temporale. Arrivo di fronte al portone della scuola, niente Jona. Non dirmi che si è rubato il mio ombrello. Nel caso era solo un misero ombrello. Salgo tempo di lezioni…
 *****
Scendo nel portone principale, la campanella suona. Jona tiene il mio ombrello in mano.
<< Grazie. >> gira le spalle. Ma ora lui e senza ombrello. Mi metto accanto a lui.
<< Dovremmo dividerlo. Se ti ammali non penso puoi venire. >> alza lo sguardo su di me.
<< Io abito a cinque minuti, non facciamo tardi. >> arriviamo in una casa, porta un tetto pieno di tegole blu. Una signora dai capelli bianchi sta all’uscio della porta.
<< Casa mia, ci vediamo a scuola. >> particolare. Prendo un sospiro.
<< Sei amico di Jona? >>
<< Certo che sì. Ma potrebbe essere unilaterale la cosa. >> Ride.
<< Non farti problemi è solo un poco freddo con tutti. Ti prego di aiutarlo. >> ora ho un altro motivo per non lasciarti in pace, non posso rompere la promessa fatta a questa vecchietta.
*****
<< Jona! >> si gira.
<< Andiamo a casa insieme. >> sospira.
<< Non potrò toglierti mi sa, andiamo. >> signora, non si deve preoccupare. Io e Jona saremmo amici. Ci fermiamo davanti un negozio di kebab.
<< Devo prendermi il pranzo, tu puoi tornare. >> mi stringo.
<< Il mio vecchio capirà. Inoltre il cibo va mangiato in compagnia, solo così il sapore migliora. >> un sorriso da parte sua, lo copre con la mano, ma ha sorriso.
<< Non pago anche per te. >> entriamo e ordiniamo il Kebab.
<< Perché continui a seguirmi? Non hai motivo di farlo. >> potrei dirti che sono in una quest per tua madre, ma non sono così stupido.
<< Perché la prima volta hai detto che mi odiavi. Mai sentito da nessuno da questa cosa, volevo capire perché l’hai detto? Rido troppo? Sono rumoroso? >> sospira.
<< Tutte queste insieme. >> dovrei scusarmi? O… Il kebab arriva nei nostri piatti.
<< Mangiamo! >>
 
*****
Jona sta davanti il cancello, la borsa piena di libri. Gli alzo la mano, mi risponde un saluto. Mi avvicino ma la campanella suona.
<< Ci vedremo un’altra volta. >> dice. Si, l’ho convinto.
*****
Esco dalla stanza, nessuna traccia di Jona. Sarà già andato via? Mi avvio per casa. Passo davanti a un negozio di fiori. Jona con un mazzo di crisantemi in mano.
<< Ehi Jona! >> alza lo sguardo. Mi avvicino a lui, crisantemi…
<< Non ti ho visto all’uscita, mi hai fatto preoccupare. >>
<< Dovevo prendere i fiori, scusami. Ma devo andare da una parte. >>
<< Va bene, ci vediamo domani. >> si incammina. Si ferma, gira la testa verso di me.
<< Non mi segui? >>
<< No, oggi ho un sacco di impegni a casa. >> gli passa e torno verso il vecchio. Non penso sarebbe opportuno per me venire.
 
*****
Esco dalla mia aula, Jona sta davanti all’aula.
<< E-Ehi. >> fatico a trovare le parole.
<< Andiamo a casa insieme, ieri non abbiamo più potuto. >> forzo un sorriso.
<< Oggi non posso Jona, ho un posto dove andare. >> scusami, mi farò perdonare domani.
 
*****
Niente Jona oggi, a strada per casa da solo, che noia.
*****
Esco dall’aula, sbatto contro qualcuno. Alzo la testa, Jona.
<< Ehi, scusa per ieri torniamo a casa insieme. >>
<< Oggi non posso, non ho voglia. >> sparisce tra la folla di studenti. Lo ha offeso così tanto che non venuto con lui ieri?
*****
Niente Jona, cammino per la strada di casa. Sta mangiando un kebab, meglio lasciarlo in pace.
<< Ehi! >> mi giro, Jona sta davanti a me.
<< Ho preso, due Kebab, ma non li mangio. Ne vuoi uno? >> sorrido. Mangiare in compagnia è sempre meglio. Mi metto accanto a lui.
<< Scusami per ieri Jona. Io… >>
<< No, sono io che sono stato sgarbato, sono stato uno stronzo. Con chi non lo meritava. >> prendo un morso del Kebab.
<< Però dove sei stato l’altra volta? >>
<< Da mia madre, era il suo compleanno. Ma dubito che le arriveranno i regali, dovrò aspettare finché non sarò di lei, chissà che mi dirà. >> un bruciore negli occhi.
<< Tieni. >> Jona mi porge un fazzoletto, asciugo le lacrime.
<< Scusami io… >>
<< Capita. >> prendo un altro morso del Kebab. Caldo. Torniamo a casa sua.
<< Senti, domani potresti venire con me da una parte? Non c’è la faccio ad andare da solo. >>
<< Dimmi solo dove e ci vediamo a casa tua. >> tiene lo sguardo basso.
<< Il cimitero. >> diretto. Ma non posso mica lasciarlo così.
<< Allora ci vediamo domani mattina qui. >> alza la testa, incredulo che abbia accettato? Annuisce.
*****
Sto davanti casa di Jona, telefono in silenzioso, felpa e un giubbotto, oggi dovrebbe nevicare. La porta si apre. Jona tiene un mazzo di crisantemi in mano.
<< A-Andiamo. >> mi metto al suo fianco. Al cimitero prendiamo la parte centrale. Jona posa il mazzo vicino a una lapide, Matteo. Silenzio.
<< Avrei voluto dirtelo prima di venire, ma volevo evitare il solito mi dispiace che tutti mi rivolgono. >> mi dispiace, condoglianze, e quell’aria di tristezza che le persone ti rivolgono in questi momenti.
<< Che tipo era? >> alza lo sguardo. Mi è scappato, cavolo non dovevo…
<< Sorrideva sempre, cercava di far star bene le persone intorno a lui, anche se era rumoroso. E odiava mangiare da solo, diceva che il cibo diventa più buono in compagnia. >> si alza.
<< Scusami per averti fatto venire, ma andare qui da solo è… >>
<<. L’altra volta, che sono venuto, ho rinunciato a entrare, mio nonno non poteva. Ed ero solo. >> abbassa la testa.
<< Ora non sei solo, se vuoi. >>
<< Grazie. >> andiamo nella parte a destra. Ehi, mamma. Qualcuno ha rovesciato il vaso, lo rimetto in piedi.
<< Che persona era? >>
<< Mio nonno mi dice, che era un gran lavoratrice, ma cercava sempre di far sorridere tutti, gliela ricordo. Ma non saprò mai se è la verità. >> Jona mi mette la mano sulla spalla. Mi porge un fazzoletto, stavo piangendo? Che delusione. Mi asciugo gli occhi. Usciamo dal cimitero.
<< Grazie. >> diciamo all’unisono, interrompendoci a vicenda.
<< Vuoi uscire? >> Jona che mi chiede questo. Impressionante
<< Kebab?>> chiedo. Si gira.
<< Potremmo anche mangiare gallette di riso, ma se sono con te di sicuro saranno buone. >>
 
 
 
 
“Spazio dell’autore”
Cosa dire di questo? Allora, è la mia prima volta a fare introspettivo, e spero sul serio che vi sia piaciuto. Che abbia potuto interessarvi. Detto questo noi ci vedremo presto. Statemi bene.
   
 
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