Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    27/11/2023    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: L'Ascesa della Follia

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

oooooooooo

 

Capitolo 32 - Salvataggio

 

 

Mentre il gruppo di Dario continuava la sua esplorazione della foresta fatata... l'imbarcazione con la quale erano arrivati fin lì era ancora ancorata nel punto dove erano sbarcati. Per diversi giorni, Holger ed Endlinn si erano occupati di fare in modo che tutto a bordo funzionasse come doveva e che Sebastiano non cercasse di tradirli o di fare qualche mossa avventata. Ciò nonostante, si stava avvicinando il termine ultimo entro il quale non sarebbe più stato possibile attendere il ritorno del gruppo di Abolitori, e se non fossero tornati entro due o al massimo tre giorni, l'unica scelta era di considerare la squadra dispersa, allo stesso modo di quella di Auridanio.

 

In quel momento, poco lontano dalla loro imbarcazione, Endlinn stava controllando il suo equipaggiamento con aria annoiata, mettendo da parte una serie di boccette riempite di liquido trasparente, mentre Sebastiano, vicino a lei, si teneva occupato facendo un po' di pratica con il suo stocco. Accanto a loro, i resti di un fuoco da campo dove si trovavano ancora i resti di tre trote arrostite sulle braci.

Con apparente disinteresse, Endlinn mise da parte le boccette alle quali stava lavorando e le assicurò ad una bandoliera appoggiata su un masso vicino. L'elfa dal volto sfregiato si sgranchì la schiena e tirò un sospiro annoiato, mentre Sebastiano terminava i suoi esercizi di scherma con un paio di affondi.

 

"Sono preoccupata." affermò Endlinn. "Non so quanto a te possa interessare, ma ho l'impressione che ai nostri sia successo qualcosa. E non mi va di stare qui ad aspettare mentre i nostri compagni potrebbero essere da qualche parte a rischiare il collo. In particolare quei bambini."

"Era stata una vostra idea quella di restare qui mentre loro facevano la loro... passeggiatina nella foresta, no?" chiese retoricamente Sebastiano, mentre rinfoderava tranquillamente il suo stocco. "Tu e il tuo capo ve ne siete rimasti qui a tenermi d'occhio perchè non facessi scherzi. Una perdita di tempo, se volete la mia opinione. Anche se cercassi di tagliare la  corda, dove potrei andare, in questa foresta che pullula di strani folletti e bestie assurde? Verrei mangiato per colazione in men che non si dica."

 

Endlinn storse il naso. Pur con riluttanza, data l'antipatia che ancora provava per Sebastiano, doveva ammettere che non aveva tutti i torti. Quella foresta fatata era pericolosa, e andarsene in giro da soli era davvero troppo rischioso.

"Questo non toglie... che dovremmo prendere una decisione." intervenne la voce rude di Holger. Il mezzorco era appena sceso dall'imbarcazione, dove aveva dato una mano con dei lavori di manutenzione e carpenteria, e adesso era sceso per fare due passi su un terreno solido. "Cosa dovremmo fare, secondo voi? Aspettiamo ancora, o andiamo tutti assieme a cercarli? Tenendo conto del fatto che non sappiamo neanche dove andarli a cercare e che le tracce che avranno lasciato saranno ormai sbiadite."

 

Sebastiano sospirò. "Anche se non gradisco molto il fatto che mi mettiate dentro senza avermi chiesto nulla, ammetto che in questo momento non ho scelta." affermò. "Sentite, per me la cosa è abbastanza semplice. O riusciamo ad andarcene di qui, o prima o poi ci restiamo secchi. Io dico che se c'è un modo di trovare gli altri, andiamo a cercarli, e poi ce ne andiamo. Ovviamente, se non riusciamo a trovarli entro un paio di giorni... leviamo le tende e raggiungiamo Miragliano da soli. Tanto spiacente per quelli, ma sono i rischi del mestiere. Sapevano a cosa rischiavano di andare incontro."

 

"Hey, un attimo di rispetto! Forse per te Dario e gli altri erano un branco di ficcanaso che ti hanno trascinato fin qui... e potrei aggiungere che avevi la possibilità di andartene in qualunque momento..." lo rimbeccò Endlinn, mettendo da parte i preparati a cui stava lavorando.

Sebastiano fece una breve risata amareggiata. "Oooh, certo che ne avevo la possibilità! Per farmi prendere dai miei 'capi' ed essere consegnato a qualche laboratorio come quello in cui Dario, quei mocciosi e gli altri si sono ficcati." affermò. "Senti, se a te piace pensare di essere qui perchè vuoi fare una differenza, sei libera di farlo. Ma io sono con voi perchè è la mia unica vera possibilità di sopravvivere dopo che ho fallito il compito per cui io e la mia banda siamo stati pagati. Quindi scusatemi tanto se non riesco a fare finta che mi importi davvero della vostra 'missione'. Se dipendesse solo da me... me ne sarei già andato da un pezzo."

 

"Ma brutto..." ringhiò Endlinn, sentendosi colpita sul vivo da quelle parole. Holger estese un braccio e le fece cenno di fermarsi.

"Lascia perdere, Endlinn. In fondo, anche lui ha la sua parte di ragione. Anche noi lavoravamo per gente poco raccomandabile per i nostri interessi." affermò il mezzorco, per poi voltarsi verso Sebastiano. "E ne ho anche per te, sappilo. Sei libero di pensarla come vuoi, ma non voglio che ti metta a seminare disfattismo o minare la coesione del gruppo. Abbiamo già abbastanza casini a cui pensare." 

 

"Come vuoi tu. Non sarò certo io a dare gli ordini, qui..." affermò Sebastiano, alzando le spalle con strafottenza.

Endlinn sospirò e cercò di tornare al lavoro, ma solo qualche attimo dopo, sentì qualcosa che attirò la sua attenzione. Un verso acuto, un richiamo che proveniva da lontano... sembrava uasi un miagolio, e lo sentiva che si faceva sempre più chiaro.

 

"Hm? Un momento, e questo cos'è...?" si chiese l'elfa fuorilegge. Le sue orecchie a punta scattarono verso la fonte del richiamo, nel tentativo di sentirlo meglio. "Sì, mi sembra proprio... un miagolio!"

"Hm? Come sarebbe a dire? Io non ho mai visto gatti da queste parti, se non..." cominciò a dire Holger. Un cespuglio vicino ad Endlinn emise un fruscio improvviso, e l'elfa voltò lo sguardo verso di esso, pronta a difendersi nel caso ce ne fosse stato bisogno...

 

Fece un sobbalzo quando qualcosa di nero saltò fuori dal cespuglio e atterrò davanti a lei... e si rivelò essere nient'altri che Sotero, il gatto nero famiglio di Pandora. E la sua padrona non c'era... forse lo stava seguendo a breve distanza, o forse le era successo qualcosa?

"Sotero?" chiese Holger, notando a sua volta il gatto nero. "Sotero, eri tu che miagolavi?"

 

"Heh... certo, perchè secondo te un gatto che parla non fa venire qualche sospetto?" rispose con pungente sarcasmo - cosa che convinse Holger, una volta per tutte che in effetti si trattava proprio di Sotero. Ma il tempo della leggerezza giunse presto al termine. "Ragazzi, siamo nei guai! C'è bisogno del vostro aiuto!"

"Cosa? Che sta succedendo?" chiese Holger, arrivando in tutta fretta. Sebastiano rivolse la sua attenzione al felino parlante, che si drizzò in piedi sulle zampette posteriori, forse per meglio guardare negli occhi i suoi interlocutori. "E dove sono finiti la tua padrona e gli altri?"

 

"Sono stati catturati! C'è una fata malvagia in questi boschi che si fa chiamare... la Dama Senza Cuore. E' lei che sta seminando il caos da queste parti!" spiegò Sotero. "Io... sono riuscito a sottrarmi alla loro vista, e sono corso ad avvertirvi. C'è bisogno del vostro aiuto... altrimenti quella tipa li terrà tutti con sè come animali domestici e schiavi!"

 

"Che cosa? Anche i bambini sono stati catturati?" chiese allarmata Endlinn.

Sotero disse di sì con la testa. "Purtroppo sì, miao!" esclamò il gatto nero. "E non oso pensare a cosa potrebbe fare se si rendesse conto che Bastiano è un oracolo. Non si farebbe problemi a sfruttare la sua magia per i suoi scopi... e visto che lavora per i Malformatori, i suoi scopi saranno davvero qualcosa di terribile, miao!"

Sebastiano corrugò la fronte. "Hai detto... i Malformatori?" chiese.

"A quanto pare, non abbiamo dovuto andare troppo lontano... quei bastardi hanno già espanso la loro influenza fin quaggiù!" mormorò Holger. "Ma perchè una creatura fatata dovrebbe collaborare con un branco di criminali come quelli?"

 

"Per favore, Sotero, puoi dirci dove si trova questa Dama Senza Cuore?" chiese Endlinn. "Temo che in questo momento, noi siamo gli unici che possano salvare Dario e gli altri."

 

"Oh... certamente, miao! Non ho nessun problema, miao!" replicò il gatto nero. "Prendete il vostro equipaggiamento, e vi porterò lì in men che non si dica! Non è a più di tre ore di marcia da qui!"

"Ottimo. Allora sbrighiamoci, dobbiamo toglierli da lì prima che succeda qualcosa di irreparabile." affermò Sebastiano, mentre controllava il suo equipaggiamento e si assicurava che il suo stocco non avesse perso il filo. Holger prese un paio di coltelli dala cintura e ne passò uno alla sua compagna e uno a Sebastiano, che li presero con fare sicuro.

 

"Pugnali forgiati in ferro battuto a freddo." spiegò il mezzorco. "Particolarmente utili contro le creature fatate."

"Bene." rispose Sebastiano, per poi legarsi il pugnale alla cintura. "Allora seguiamo il gatto? Non è la cosa più strana che ho visto in questi ultimi tempi."

"Hey! Io non sono un gatto, sono un famiglio, miao!" rispose Sotero. "Anche se... beh, ammetto che questa figura sinuosa e questa lucida pelliccia nera mi si addice molto, miao! Okay, basta con gli scherzi, facciamo una corsa fin lì!"

 

"Arriviamo!" esclamò Endlinn, fermandosi solo per raccattare due delle sue fialette e infilarle nella sua bisaccia.

 

 

oooooooooo

 

 

Lady Eudora non era abituata a sentirsi in ansia. Per una creatura fatata, che vedeva il mondo da un punto di vista diverso rispetto a quello dei mortali, era difficile mettersi nei panni degli umani, e comprendere le loro paure, i loro bisogni e i loro desideri. Tuttavia, in quel momento, il fatto di non avere più notizie del gruppo di Dario la faceva sentire a disagio e preoccupata.

 

"Non abbiamo più ricevuto notizie dal gruppo che stava cercando la Dama Senza Cuore, mia signora." Un centauro fece presente la situazione alla driade, che in quel momento era seduta sull'ansa di un piccolo torrente, a guardare in lontananza persa in chissà quali pensieri. "Sappiamo che si sono scontrati con alcuni servitori della nostra nemica... ma dopo quella battaglia li abbiamo del tutto persi di vista."

 

Eudora sospirò e scagliò con abilità un sassolino piatto, che rimbalzò tre volte sul pelo dell'acqua prima di inabissarsi. "Questo è... davvero un problema. Non vorrei che fossero già caduti preda della malia di quel mostro." affermò. "Se solo potessi, andrei di persona a cercarli, ma non posso allontanarmi più di tanto dalla quercia a cui è legata la mia energia vitale."

"Se volete, mia signora, posso organizzare un'altra squadra." replicò il centauro, un maestoso esemplare dal torace muscoloso decorato con dei tatuaggi luccicenti, e i capelli argentati legati in una coda dietro la schiena. "Altri dei miei simili saranno disposti a dare una mano, e i nostri leprilopi sono abili a cercare tracce e a seguire gli odori nella foresta."

 

"Aspetta prima di far muovere i nostri fratelli del bosco, Wengal." disse la ninfa dei boschi, alzandosi agilmente dal suo posto per poi incamminarsi di nuovo verso la grande quercia al centro della sua radura. "Potrebbe essere esattamente questo che vuole la Dama Senza Cuore. Forse, anche ora che stiamo parlando, ci sta tenendo d'occhio per cogliere il momento in cui la nostra radura non sarà più difesa. Se dovesse scoprire dove ci troviamo, potrebbe mandare i suoi ogre ad attaccarsi in forze... e allora non so quanto a lungo potremmo resistere."

"Certo... è una battaglia che non potremmo vincere." riconobbe il centauro di nome Wengal. "Tuttavia... ad un certo punto dovremmo pur trovare un modo per spezzare questo accerchiamento. La Dama Senza Cuore sembra disposta ad attendere anche per l'eternità, aspettando che noi facciamo una sola mossa falsa per spazzarci via una volta per tutte."

 

Wengal strisciò uno zoccolo per terra. Stava per aggiungere qualche commento, quando vide arrivare una piccola creatura alata che era emersa di colpo dalle fronde degli alberi, circondata da una tenue aura luminosa. Un folletto dalle ali di libellula, non più alto di una trentina di centimetri, scese giù dalle fronde e si posò elegantemente sulla spalla del centauro, per poi riprendere fiato e ripiegare le ali sulla schiena. Il centauro e la driade lo guardarono stupiti, ma attesero che si fosse ripreso prima di chiedergli qualsiasi cosa. Dava l'impressione di aver fatto una corsa a rotta di collo per arrivare lì così rapidamente...

 

"Lady... Lady Eudora... phew... meno male, ancora non è successo nulla..." ansimò il folletto, una piccola creatura dalla pelle rosata, nuda ed asessuata, con i capelli simili ad un ciuffo dd'erba smeraldina e gli occhi neri privi di pupilla. "Vengo... vengo per darvi gravi notizie... I nostri fratelli... e i visitatori... sono caduti in una trappola. La Dama Senza Cuore li ha catturati... e temo che... voglia consegnarli alle persone malvage con cui collabora."

 

"Che cosa?" esclamò Wengal preoccupato. "Dimmi, piccolo fratello... che tu sappia, la Dama è riuscita a sapere da loro dove ci troviamo?"

Il folletto scosse la testa. "No... no, per fortuna stanno resistendo... almeno per adesso..." affermò. "Ma... la Dama è paziente, e sarà capace di attendere anche per giorni o settimane prima che la loro forza di volontà venga erosa dalla sua aura di amore corrotto."

 

Lady Eudora intrecciò le dita e guardò verso il terreno. Era quello che sperava non accadesse... la Dama Senza Cuore era in grado di scatenare nelle sue vittime un sentimento di amore ossessivo ed autodistruttivo, che metteva radici nell'animo delle persone ed erodeva man mano la loro moralità e la loro autostima, spingendole a compiere azioni immorali o potenzialmente mortali per avere l'amore della fata maligna. Eudora aveva già visto molte persone soccombere a questa malia ultraterrena, trasformandosi da prodi avventurieri a gusci vuoti e dementi che attendevano la morte con un vacuo sorriso sulle labbra...

 

"Questo vuol dire che non possiamo perdere altro tempo. Anche se è un rischio... andrò di persona a scovare la Dama Senza Cuore." affermò la driade. "Wengal... c'è un contrordine, metti assieme uno squadrone, e andiamo a salvare i nostri amici. Piccolo fratello... saresti in grado di guidarci fino alla tana della Dama Senza Cuore, vero? Sai per caso chi c'è con lei?"

 

"A parte la Dama, ho visto il suo servitore, il redcap Stillavispa... alcuni quickling e un gruppo di ogre." spiegò il folletto alato. "Sono piuttosto numerosi. Gli avventurieri sono stati sopraffatti dalla loro superiorità numerica, mia signora."

"Allora dobbiamo fare in modo di essere pronti a vedercela con quei bruti... e impedire ai quickling di sfruttare la loro mobilità." affermò Eudora, cercando di pensare ad una strategia da usare contro la Dama Senza Cuore e i suoi servitori. "Va bene. Io mi occuperò personalmente della Dama. Forse era destino che andasse così... era anche ora che ci confrontassimo e decidessimo una volta per tutte chi sarà la sovrana di questi boschi fatati. Raccogliete un gruppo abbastanza nutrito... e tentiamo il tutto per tutto. Non possiamo più affidarci alle mezze misure."

 

"Sarà fatto, Lady Eudora." rispose prontamente il centauro tatuato. Si voltò rapidamente e galoppò via per andare a chiamare i suoi compagni, e tutti i fedeli che fosse riuscito a trovare. Sapeva che questo poteva essere il momento decisivo, e che la missione sua e degli Abolitori non ammetteva fallimenti.

 

"Potrebbe essere in gioco... l'equilibrio stesso di Tilea... e forse, di tutto il Primo Continente..."

 

 

oooooooooo

 

 

Matilde non si era mai sentita così frustrata come in quel momento. La ragazzina era legata per i polsi e le caviglie, e cercava disperatamente di sfregare le corde contro qualcosa di appuntito per consumarle e spezzarle... ma quelle funi sembravano fatte di qualche materiale fatato, e resistevano alle punte aguzze delle rocce.

 

"Ugh... maledizione, ma come dobbiamo fare per liberarci?" esclamò la ragazzina, stringendo i denti per la rabbia. Al suo fianco, Iaco grugnì qualcosa di incomprensibile. Per impedire al coboldo stregone di lanciare incantesimi, i folletti maligni gli avevano tappato la bocca legandogliela con la stessa corda con cui avevano immobilizzato gli altri.

 

"Non potete farlo. E non cercate di fare i furbi... anche se doveste riuscire in qualche modo a slegarvi e a fuggire, noi vi saremmo addosso prima che voi ve ne rendiate conto!" esclamò uno dei quickling. Giusto per ricordare agli avventurieri la sua velocità incredibile, il folletto maligno schizzò ad un fianco di Matilde... e un secondo dopo, Dario se lo ritrovò accanto! Il giovane ladruncolo cercò di insultarlo o minacciarlo, malgrado fosse anche lui legato ed immobile... ma il quickling si era già mosso, e aveva raggiunto Francesco ed Agnese con una tale rapidità che se Dario avesse sbattuto gli occhi non sarebbe riuscito a seguire il movimento.

 

"Visto? Non ci potete scappare!" volle rimarcare il quickling con una risatina demenziale. Altre risatine acute seguirono, e un paio di folletti luminosi con le ali di una libellula fluttuarono al fianco del quickling, come a voler sottolineare quello che stava dicendo.

 

"Va bene, va bene... fin qui lo abbiamo capito!" affermò Agnese con aria infastidita. "Già mi fa rabbia che siamo legati qui come tanti salumi messi a stagionare, e non ho bisogno che voi lo sottolineiate!"

"Piuttosto, cosa volete fare con noi?" chiese Maria. "E cosa avete fatto ai compagni di Esmerelda? Voi lavorate per i Malformatori, questo è evidente... ma cosa sperate di guadagnarci?"

 

"Beh, i due mocciosi... li consegneremo ai Malformatori. Quando i loro agenti arriveranno, verranno a ritirarli da noi, e la nostra signora sarà ricompensata per l'aiuto che ha dato alla loro causa. E noi saremo ricompensati con lei, ovviamente!" replicò il quickling, che poi schizzò a fianco di Matilde e Bastiano. "Sapete, piccole pesti, i Malformatori hanno in mente un bel progettino. Qualcosa che loro chiamano il Vero Mondo. Non chiedetemi cosa vuol dire, perchè non ne sono nulla... ma quello che so, è che la nostra regina collabora con loro per creare un nuovo mondo che sia più di suo gradimento, senza quelle insulse ninfe, driadi e spiritelli!"

"Razza di..." cominciò a dire Matilde, solo per restare senza parole quando il quickling schizzò a fianco di Maria e Gunter.

 

"E per quanto riguarda voi... la nostra signora vi valuterà scrupolosamente per deciderese siete degni di stare al suo fianco. Ha già trasformato i vostri due compagni in suoi schiavi, succubi della sua volontà... e quelli di voi che soddisferanno i suoi criteri avranno l'onore di diventare i suoi amanti!"

"Stai scherzando, vero?" esclamò Dario. "Io non... non... ugh... ma.. cosa... non... amerò... io..."

Il ragazzo provò un'improvvisa, innaturale sensazione di nostalgia e lontananza. Stava cercando di dire che non avrebbe mai amato una creatura come la Dama Senza Cuore... ma qualcosa gli impediva di dirlo. Proprio nel momento in cui le parole cominciavano ad uscirgli dalle labbra, aveva cominciato a provare una strana sensazione di nostalgia e lontananza, come se l'assenza della crudele fata gli provocasse un opprimente dolore fisivo ed emotivo. Le corde vocali si erano come congelate, impedendo a Dario di dire quello che voleva.

 

"D-Dario?" chiese Pandora, mentre il resto del gruppo - tranne Gunter - guardava il ragazzo biondo con evidente preoccupazione. "Dario, che ti succede?"

"Non... non lo so..." replicò il ragazzo biondo, con la fronte imperlata di sudore come se avesse appena corso sotto il sole cocente. "Mi... mi sento... strano... io... mi sento come se... la Dama... la mia signora... mi manca... io la voglio vedere... voglio stare con... no! No! Che cosa... che cosa sto dicendo?"

"La... la voglio rivedere anch'io..." mormorò Gunter, per poi spalancare gli occhi quando si rese conto di cosa aveva detto. "No! Io non voglio... ugh! Ma che... significa? Mi sento come se... volessi vederla, ma... non è questo... quello che voglio..."

 

Il quickling fece una breve risatina sguaiata. "Hahahaa! E' inutile che cerchiate di opporvi! Sembra proprio che l'incanto della mia signora stia già facendo effetto su di voi!" affermò. "Vedete... la mia signora ha già lanciato la sua malia sui vostri due compagni. In questo momento, mentre stiamo parlando, ogni sentimento che non sia amore e fedeltà assoluta verso la nostra signora sta venendo cancellato dai loro animi. E quando questo processo sarà terminato... i vostri compagni diventeranno come gli altri due, schiavi succubi della nostra signora, pronti ad uccidere o a morire per lei!"

"Che cosa? E' uno scherzo, vero?" esclamò furente Maria, cercando di infrangere le corde che la tenevano legata senza successo. "Dannati mostri... e vorreste fare la stessa cosa anche a noi?"

 

"Certo! A tutti quelli che soddisferanno la nostra signora, si intende! Tutti gli altri... saranno prosciugati delle loro energie vitali e lasciati in pasto a quegli idioti degli ogre!" spiegò il quickling, tornando in un lampo al centro della radura nella quale i prigionieri erano tenuti. "Ora però credo di aver parlato un po' troppo... quelli di voi che si guadagneranno le simpatie della nostra signora, potrano vedere di persona il nuovo mondo dei Malformatori, quello in cui la nostra signora avrà il suo regno di schiavi adoranti! Tutti gli altri... beh, al massimo potranno vedere il buco del culo di un ogre! Hahahahahaaa!"

 

"Ugh... grazie, non avevo davvero bisogno di questa immagine mentale." grugnì Maria. Dario e Gunter non sembravano essersi resi conto di quello che aveva detto il quickling, che fece una giravolta su sè stesso, come un bambino spensierato, e poi salutò con un cenno della mano, come se stesse parlando ad un gruppo di vecchi amici.

"Ora però... e questo lo dico con rammarico... vi devo lasciare. Aspettiamo un po'... un giorno o due, magari, in modo che il cuore dei vostri compagni si riempia di amore per la nostra signora. E poi... beh, un po' di pazienza, ognuno di voi avrà la possibilità di fare parte della corte della Dama Senza Cuore. Dipenderà da cosa deciderà lei... ma se fossi in voi cercherei di fare tesoro dei vostri ultimi momenti di lucidità! A presto!"

 

"Aaaaah! Torna qui, vigliacco! Slegami e battiti da uomo!" esclamò Matilde. La piccola guerriera cercò di alzarsi e districarsi dalle corde, ma riuscì soltanto a fare una magra figura quando incespicò e cadde a terra. Bastiano sospirò rassegnato davanti alla goffaggine della sua migliore amica.

"Sono sicuro che gliela stai facendo fare sotto, Mati..." commentò sarcastico, mentre il folletto se ne andava con una breve risata.

 

"E... E allora cosa dovremmo fare?" esclamò Matilde contorcendosi furiosamente sul terreno. La bambina cercava di mostrarsi arrabbiata e battagliera, ma la situazione in cui si trovavano stava mettendo a dura prova il suo autocontrollo, e Matilde non riuscì ad impedirsi di singhiozzare. "Noi... noi abbiamo... ugh... abbiamo superato tutti quei pericoli... ci siamo addestrati così a lungo... e abbiamo fatto tanta strada assieme... soltanto per falire così e diventare gli schiavi di quella strega con i tentacoli! Non posso accettare che finisca così!"   

 

"E infatti... non finirà così!" affermò Maria. Con un po' di sforzo, la robusta guerriera riuscì a liberare parzialmente il braccio destro, anche se così facendo finì per stirarsi un muscolo nella spalla. "Ugh... se solo riuscissi a liberarmi... e a trovare un'arma, quei dannati folletti vedrebbero subito chi è la vera dura qui! Voglio proprio trovarmi di fronte a quella Dama maledetta e impiccarla con i suoi tentacoli!"

Queste parole provocarono un'immediata reazione in Gunter e Dario. Con un ringhio feroce, il nano pistolero cercò di alzarsi in piedi e di scagliarsi contro Maria. "Uuuugh... non... non potete... fare del male alla mia signora! Io te lo impedirò..." ringhiò, per poi cadere in ginocchio mugolando come un cane.

 

"Non... non è una buona idea parlar male della Dama in questo momento!" esclamò Nisa. "Quella maledetta... sta già influenzando le loro menti! Sono spinti a difenderla, anche se questo va contro la loro volontà..."

"Voi... non... farete... uuuugh!" Dario, con uno sforzo di volontà, riuscì a concentrare i suoi pensieri sui suoi compagni e a sciacciare l'influenza della Dama Senza Cuore. "Ugh... r-ragazzi... io... non so quanto a lungo... potrò resistere..."

 

"Resisti, Dario! Gunter! Dobbiamo trovare un modo di opporci alla Dama senza Cuore ed impedirle di renderci suoi schiavi!" esclamò Pandora. La giovanissima fattucchiera si guardò attorno, sperando con tutta sè stessa che Sotero fosse riuscito a tornare al campo base e chiamare aiuto. In quel momento, il suo fedele famiglio era la loro migliore, e forse unica, possibilità di cavarsela.

 

"Maledizione... se solo sapessi come fare a rimuovere l'influenza di quella fata malefica... Ti prego, Dario, resisti! Quando... quando eravamo piccoli eri sempre tu il più determinato della tua banda, vero? Forza, Dario, puoi resistere!" esclamò Esmerelda, cercando di appellarsi alla forza di volontà del suo amico.

"Gunter!" esclamò Nisa. "Forza, Gunter, dov'è finita la testardaggine dei nani? TI fai dominare mentalmente dalla prima befana con i tentacoli che ti ammicca? Tu sei più forte di così, no?"

 

Le parole di Esmerelda riuscirono a fare breccia nella malia che aveva attanagliato Dario, e il ragazzo riuscì a concentrarsi su qualche immagine del suo passato, riportandosi alla realtà. Finalmente, si sedette per terra e tirò il fiato.

"Questo... temo che sarà un problema." commentò Agnese. "Non solo dobbiamo cercare di liberare Holmond e il signor Baldo dal controllo mentale della Dama Senza Cuore, ma dovremo combatterla sapendo che... tutti noi potremmo cadere vittime della sua influenza. E ovviamente, ammesso che riusciamo a liberarci da queste corde fatate..."

 

"Ci provo di nuovo..." disse Matilde, scuotendo la testa per cercare di asciugarsi gli occhi come meglio poteva con le mani legate, e riprese a sfregare le corde contro una roccia affilata vicina. Un attimo dopo, sentì qualcosa che si spezzava... e le corde che le legavano i polsi caddero a terra spezzate, liberandole le braccia. La bambina si guarddò le mani ora libere, con aria meravigliata... poi fece un sorrisetto arguto e mostrò le mani ai suoi compagni. "Ta-daaan! Visto? A forza di sfregarle e faticare, ce l'ho fatta!"

 

"Ottimo lavoro, Mati..." cominciò a dire Bastiano... un attimo prima che una piccola figura alata dalla pelle verdina, con un fiore rosso al posto dei capelli, svolazzasse accanto ai due bambini... e Bastiano non potè fare a meno di accorgersi che la creaturina teneva in una mano un piccolo coltello ricurvo, non più grande di uno stuzzicadenti!

"Hey!" esclamò la creaturina fatata, con una voce che ricordava il cinguettio di un usignolo modulato in modo da formare parole comprensibili. "Bella riconoscenza! Io mi do da fare per tagliarvi le corde e farvi uscire di qui, e voi non mi considerate neanche?"

 

"Ma cosa...?" esclamò Matilde. Si voltò e si accorse dell'esserino che l'aveva aiutata a liberarsi delle funi fatate... e una buffa espressione di disappunto apparve sul viso della piccola spadaccina. "Ugh. E dire che per un attimo mi ero illusa di avercela fatta da sola... ma tu chi sei? Da dove vieni?"

"Che domande, sono uno dei folletti di questi bellissimi boschi! Sono un petalo, per l'esattezza! Siamo al servizio della nostra signora, Lady Eudora!" affermò. Altri strani folletti, alti non più di trenta centimetri l'uno, con la pelle di colori vivaci e i capelli che ricordavano fiori, fronde o ciuffi d'erba, sbucarono dai cespugli, non nascondendo un certo disagio nel trovarsi così in profondità nel territorio della loro nemica giurata. "E ora, vi consiglierei di venire con noi, e in fretta! Le guardie della Dama non ci metteranno molto ad accorgersi che vi stiamo liberando!"

 

"Va bene. Le domande a dopo..." affermò Maria mentre veniva liberata. Si scrollò di dosso le corde e le gettò via, poi corse a liberare gli altri. Dario venne liberato per primo, e dopo essersi assicurato che l'incanto della Dama fosse sotto controllo almeno per il momento, usò i suoi coltelli per tagliare le corde di chi era ancora legato. Fu più difficile di quanto si era aspettato - le corde fatate avevano una resistenza incredibile, e Dario fu costretto a tagliare con tutte le sue forze prima che si rompessero.

"Grazie, Dario... sei... sei ancora in te, vero?" chiese Esmerelda. Non appena fu in grado di alzarsi, la ragazza dai capelli rossi si piazzò davanti a Dario e gli mise le mani sulle guance come se volesse tenergli ferma la testa e guardarlo dritto negli occhi. Il giovane sbattè gli occhi stupito mentre fissava i profondi occhi della sua amica... ed Esmerelda sorrise sollevata. "Sì... mi sembra tutto a posto, per adesso! Se... se senti ancora che quella dannata cerca di impossessarsi di te, pensa a noi, okay? Cerca di concentrarti su di noi, e mandala via dalla tua testa!"

 

"Ah... certamente, Esme." rispose il ragazzo. Tra sè, Dario pensò che gli sarebbe bastato pensare a lei per impedire alla Dama Senza Cuore di entrargli nella testa...

 

Un momento, ma a cosa stava pensando, in un momento come quello? Avrebbe avuto tempo dopo per pensarci, adesso doveva concentrarsi sulla fuga... e soprattutto, sul fatto che i servitori della Dama Senza Cuore gli sarebbero stati addosso in men che non si dica!

 

"Presto, amici... non abbiamo tempo da perdere!" esclamò Pandora, mentre cercava di liberare la bocca di Iaco. "Tra non molto quei bastardi ci saranno addosso, e..."

 

"ALLARME! Qualcuno sta liberando i prigionieri!" esclamò la voce acuta di uno dei quickling di guardia! Uno di quei velocissimi ed irritanti folletti era apparso all'ingresso della radura e stava gridando per dare l'allarme, con gli occhi spalancati e le antenne dritte sulla testa... e Francesco, che era appena stato liberato, afferrò un sasso da terra e lo scagliò contro il quickling, che reagì con rapidità e afferrò al volo il proiettile.

 

"Hah! Credevi davvero di..."

 

"Itpro Su'Vay!" La vocetta acuta di Iaco, appena liberato dalla museruola che gli avevano messo, risuonò nella radura... e un raggio di elettricità azzurra sfrecciò verso il quickling e lo colpì in pieno passo, trapassandolo da parte a parte e trasmettendo una letale scarica elettrica nel suo corpo! Il folletto maligno strillò orrendamente mentre l'elettricità mandava in corto circuito il suo sistema nervoso, ma un paio di secondi dopo, era già morto, prima ancora di toccare terra!    

 

"Uff... ecco, questo non darà più fastidio!" esclamò il piccolo coboldo, tirando finalmente il fiato. Nisa era andata a liberare il suo compagno animale, e un attimo dopo, Canga stava già saltellando a fianco dell'elfa.

"Grazie, ragazzi... siete arrivato appena in..." affermò Agnese non appena fu libera, guardandosi attorno e notando che stava arrivando qualcun altro... un'elfa vestita di nero con il volto segnato da delle cicatrici da acido sul lato destro del volto, e un mezzorco dal fisico robusto e dall'aria spiccia e sicura di sè... accompagnati da un altro individuo ben vestito, con i capelli neri e uno stocco assicurato ad un fianco. "Hm? E... e questi chi sono? Altri Abolitori?"

"Potrei farti la stessa domanda, sorella... ma credo che adesso dobbiamo fare in fretta!" esclamò l'elfa sfregiata, tirando fuori un piccolo oggetto simile ad un bastoncino di incenso dalla cintura degli attrezzi. Dario si voltò verso il sentiero da dove era arrivato il quickling, e sentì già i grugniti e i passi pesanti degli ogre che si avvicinavano assetati di sangue. Due massicce figure apparvero davanti all'ingresso pochi istanti dopo...

 

"RAAAAARGH!" Il primo degli ogre non perse tempo e sferrò un colpo verso Dario, ma il ragazzo riuscì ad evitarlo per un pelo e a scansarsi, mentre Esmerelda raccoglieva da terra un ramo e si apprestava ad usarlo a mò di bastone per difendere sè stessa e Dario da quei bruti senza cervello.

"Prigionieri cativi! No scapare, no!" mugugnò l'altro ogre. "Me uccide e mangia voi!"

 

"Non credo proprio che lo farai, sacco di carne!" esclamò Endlinn. "Prendi questo!"

 

Con rapidità, l'elfa spezzò il bastoncino che teneva in mano e lo lanciò davanti ai due bestioni... e dalla parte spezzata si sprigionò di colpo una densa nube di fumo grigio che avvolse completamente gli ogre! Immediatamente si sentirono le esclamazioni di rabbia e sorpresa dei due bruti, seguite da una serie di colpi di tosse, sputi e starnuti.

"Bel colpo, Endlinn! E ora aggiungo qualcosa anch'io..." affermò Sebastiano. Prese dalla sua bisaccia un piccolo sacco di tela e lo lanciò contro i piedi degli ogre, che ancora stavano cercando di sfuggire a quella nube di fumo irritante. La sacca si aprì all'impatto e rovesciò sul terreno una pozzanghera di denso liquido chiaro - una colla che attaccò al terreno i piedi degli ogre e impedì loro di muoversi.

 

"Me no potere muovere! Imbrolioni!" ululò uno degli ogre, sferrando colpi a vuoto come se questo potesse far seccare prima la colla. Ringhiando, i due bestioni cercarono di arrancare verso gli ex-prigionieri, che però non avevano intenzione di restare dov'erano.

"Presto, presto!" esclamò uno dei petali che erano venuti a salvarli. "Di qua, seguiteci! Ci vorrà un po' di tempo prima che ci trovino!"

Uno degli ogre riuscì a liberarsi dalla colla e scattò verso il gruppo... ma Holger era all'erta, e reagì estraendo un coltello dalla cintura e scagliandolo con mortale precisione, trafiggendo un occhio al bestione! L'ogre si bloccò di colpo e cadde in ginocchio ululando in preda al dolore, e dando al gruppo il tempo di nascondersi...

 

Ma Dario e i suoi compagni non si facevano illusioni. Sapevano fin troppo bene che quella confusione aveva sicuramente allertato la Dama Senza Cuore e i suoi scagnozzi.

Il ragazzo prese fiato, cercando di scacciare quella sensazione di nostalgia e di amore folle che cominciava di nuovo a farsi sentire. Come Esmerelda gli aveva consigliato, si concentrò nuovamente sul volto della sua amica, e riuscì ad indebolire il controllo che la fata malvagia esercitava su di lui... ma per quanto ancora sarebbe durato?

 

 

oooooooooo

 

 

"Cosa sta succedendo?" chiese freddamente la Dama Senza Cuore, distraendosi da un momento di relax che si era presa. In quel momento, la fata maligna era seduta su un tronco d'albero, affiancata da Holmond e da Baldo, e stava cingendo loro le spalle con due dei suoi tentacoli, mentre con gli altri due accarezzava loro il viso come se stesse facendo le coccole a due animali domestici.

 

Ma sentire i rumori della battaglia e poi il ringhio di dolore di un ogre l'aveva costretta a mettere da parte il passatempo, e la Dama Senza Cuore si alzò di scatto, lasciando i suoi due schiavi seduti lì, con un'espressione vacua sul volto. Stillavispa e due folletti alati dal corpo luminoso arrivarono rapidamente nella radura e si inchinarono al cospetto della loro padrona, che ordinò loro di alzarsi con un impaziente schiocco dei suoi tentacoli. "Allora, che state combinando, branco di incapaci? Che state facendo con i prigionieri? Possibile che non mi possa godere un attimo di tranquillità con i miei nuovi schiavetti?"

 

"Ecco... mia signora..." Stillavispa rispose con esitazione. "Io non... non vorrei darle questa notizia, ma siamo sotto attacco! La... la vostra nemica giurata... è stata guidata fin qui, e adesso ha portato un gruppo di centauri, leprilopi ed altre creature fatate a lei fedeli! Ci stanno attaccando da ogni parte!"

 

La Dama Senza Cuore strinse i denti e corrugò la fronte rabbiosamente. "Eudora... hai dunque deciso di tentare il tutto per tutto pur di eliminarmi, maledetta..." sibilò. "E va bene, se è la guerra che vuole, l'avrà! Questo sarà finalmente il giorno in cui ci sbarazzeremo di lei una volta per tutte! Cercatela dappertutto, non può essere lontana! E tu, Stillavispa... prendi la sua testa e portala al mio cospetto!"

Il folletto dal berretto rosso si alzò di colpo e annuì con determinazione, poi sollevò la sua enorme falce come se fosse un giocattolo. "Sì... sì, mia signora! Le giuro che questo sarà l'ultimo giorno di quella driade! Ha fatto una pazzia ad allontanarsi dalla sua quercia, e le costerà la vita!"

 

"Se fallisci, costerà la vita a te!" ringhiò la Dama Senza Cuore. "E ora andate! E nwl caso qualcuno dovesse giungere fin qui, mandate qui quattro ogre a farmi da guardie! Anche se ho con me questi due schiavi, vorrei conservarli, per quanto possibile!"

"Sarà... fatto!" esclamò uno dei folletti luminosi, con una voce acuta simile al suono del vetro tagliato. Stillavispa e i due folletti si ritirarono rapidamente, e pochi istanti dopo, un quartetto di ogre muscolosi e sgraziati arrivò al cospetto della Dama Senza Cuore e si inchinò al suo cospetto. La fata maligna toccò uno di loro con il suo tentacolo, e il bruto alzò la testa con aria trasognata, guardando la sua padrona negli occhi.

 

"Molto bene, ammassi di carne. Voi state qui e proteggetemi nel caso quei vermi arrivino fin qui." affermò. "Mi aspetto che voi diate la vita per me, se sarà necessario."

"Noi... obbedire..." biascicò l'ogre, e i quattro bestioni si rialzarono e si piazzarono accanto alla loro padrona mentre questa si sedeva di nuovo tra Holmond e Baldo, accarezzando loro la faccia con i tentacoli.

 

"Ovviamente, miei amati... mi proteggerete anche voi, vero?" sussurrò melliflua la Dama. I due Abolitori schiavizzati si avvicinarono alla loro padrona, tenendosi stretta a lei come se fosse la loro unica ancora di salvezza...

 

 

ooooooooooo

 

 

"Cercateli! Trovateli! Devono essere da queste parti!" esclamò un quickling con tono furente, mentre lui e un drappello di ogre si faceva largo tra le fronde, spezzando rami e calpestando arbusti nella frenetica ricerca dei fuggitivi. In quel frangente, la velocità per la quale i quickling erano conosciuti non era di alcuna utilità, e questo, assieme al fatto che il suo compagno era stato ucciso, gli faceva perdere il controllo per la rabbia.

 

Emettendo una serie di grugniti inarticolati, gli ogre usarono i loro pesanti randelli per sfalciare l'erba e i cespugli attorno a loro. Uno di loro ebbe l'impressione di vedere qualcosa che si muoveva dietro un cespuglio, a solo qualche metro di distanza... e si lanciò alla carica con un ruggito, brandendo la clava di legno duro con entrambe le mani!

 

Il cespuglio si mosse... e dalle foglie uscì una freccia che solcò l'aria e si piantò nella gola dell'ogre, che venne scagliato indietro dalla potenza del colpo e si schiantò a terra agonizzante. Non fece in tempo a morire per quel colpo, tuttavia, perchè un altro ogre gli schiacciò la testa sotto un piede mentre si lanciava alla carica.

 

"Attenti! Eccoli che arrivano!" esclamò il centauro che si era nascosto nell'arbusto. Un altro centauro apparve da dietro un albero, e scagliò un'altra freccia, che l'ogre intercettò con un colpo di clava. Immediatamente, due agili leprilopi uscirono dai cespugli e usarono le loro corna per far inciampare il bestione, trafiggendogli le gambe con i loro palchi acuminati. Il bruto indietreggiò ululando di dolore, mentre i due animali fatati si staccarono e poi si separarono per caricare sui fianchi il quickling...

 

 

oooooooooo

 

 

"Maledizione! Cosa sta succedendo? Dov'è quella maledetta?" esclamò Stillavispa. La sua falce scattò in avanti, ferendo gravemente un centauro... e il berretto rosso spiccò un salto e sferrò un fendente al collo dell'uomo-cavallo, troncandogli il capo con terrificante facilità. La testa del centauro, il volto ancora contorto in un'espressione di rabbia ed orrore, rotolò sul terreno... e Stillavispa si prese un attimo per togliersi il berretto ed immergerlo nel sangue dell'avversario abbattuto. Se lo rimise in testa e imbracciò nuovamente la sua falce, mentre attorno a lui arrivavano altri seguaci di Lady Eudora. "Cercate Eudora! Dovete trovarla e distruggerla! Se la eliminiamo, non ci saranno più rivali per la nostra signora!"

 

"Non vi permetteremo di farlo!" esclamò un petalo, fluttuando attorno ad un ogre e tempestandolo di piccole frecce. Ringhiando, il bestione cercò di colpire il folletto alato con il suo randello, ma quest'ultimo si dimostrò troppo piccolo ed agile per essere colpito in questo modo, e riuscì a scansarsi per scagliare altre frecce da una posizione sicura. Un leprilope intervenne, colpendo alla schiena l'ogre con le sue corna, e infliggendogli una serie di dolorose ferite... e un attimo dopo, altri due leprilopi intervennero e si avventarono sul bestione, colpendolo a morte con le loro corna.

 

"Bene! Bel colpo!" esclamò un altro petalo, mentre incoccava un'altra freccia. "Presto, andiamo avanti! Dobbiamo fare in modo che..."

Non ebbe il tempo di finire la frase prima che una enorme mano verrucosa lo afferrasse, e il folletto lanciò un grido di terrore mentre veniva trascinato verso l'ogre a cui apparteneva la mano in questione. Con un sorriso idiota sul volto deforme, il bruto guardò la sua preda per un attimo... e poi spalancò la bocca e vi gettò dentro intero il malcapitato petalo. Si sentì un orrendo rumore di masticazione, e dei rivoletti di sangue ambrato simile a resina colarono giù dall'orrida bocca dell'ogre, che ingoiò il boccone un attimo dopo.

 

"Heheee! Pappa bona!" commentò il bestione, leccandosi le labbra compiaciuto con una lingua che sembrava un grosso pezzo di carne marcia.

Ma un istante dopo, una freccia scagliata da un centauro colpì l'ogre alla fronte, in mezzo agli occhi, vendicando il folletto divorato. Un altro ogre cercò di raggiungere il punto da cui era provenuta la freccia, ma venne colpito in pieno petto da altre due frecce e cadde al suolo agonizzante.

 

"E questo che diavolo..." ringhiò Stillavispa, agitando la sua falce e mietendo diversi petali con i suoi terribili fendenti. Furente, il berretto rosso imbracciò la falce e si scagliò in direzione del punto da cui venivano le frecce. Improvvisamente, la vegetazione del sottobosco cominciò a crescere a dismisura, e il folletto maligno venne aggredito da numerose liane verdeggianti che cercavano di avvinghiarsi attorno a lui... e da un tappetto d'erba che si muoveva da sola e tentava di soffocarlo. Stillavispa si liberò dalle liane con alcuni fendenti, facendo a pezzi foglie e fili d'erba, e si allontanò... ma notò con disappunto che un quickling e tre ogre non erano stati abbastanza veloci, e stavano venendo avviluppati dalle vegetazione che si era messa a crescere senza controllo. Un terzetto di centauri usò gli ogre come bersagli per fare pratica, uccidendoli a colpi di frecce e giavellotti.

 

"Scommetto... che non vi aspettavate... hanf... di vedermi qui, vero?" affermò una voce melodica che tuttavia mostrava degli innegabili segni di fatica. Lady Eudora, una mano ancora puntata contro Stillavispa, uscì dal fitto della foresta con passo sicuro, affiancata da un gruppetto di petali e dai suoi tre centauri guardie del corpo. "Ho pensato... che giunti a questo punto... nemmeno io potevo esimermi dal partecipare allo scontro."

 

"Me spacca te..." cominciò a dire uno degli ogre, un attimo prima che Eudora lo riducesse al silenzio con un gesto della mano: diverse liane si avvinghiarono attorno al collo del bestione e strinsero come un cappio, strozzandolo.

"Non sapete dire nient'altro, voi ogre?" chiese Eudora con aria esasperata, per poi rivolgersi a Stillavispa. "Non voglio... combattere inutilmente..." ansimò. "Per favore, Stillavispa... spostati e... lascia che vada a confrontarmi con la tua padrona..."

 

"Hah! Certo, come no." sghignazzò il berretto rosso, affiancato all'istante da un paio di creaturine alate che emettevano una strana, innaturale luminescenza. "La mia signora mi ha affidato il compito di aiutarla, e ora dobbiamo consegnare quei bambini ai Malformatori."

 

"Ma a quale... scopo?" chiese la driade, mettendosi in guardia e cercando di non far trasparire il suo malessere. Stare lontana dall'albero a cui era legata era deleterio per qualsiasi driade... "Cosa... cosa sperate di ottenere in cambio... dai Malformatori?"

"La mia signora ha i suoi motivi. Aiutando i Malformatori, aiuterà anche sè stessa a raggiungere il suo scopo." replicò sibillino Stillavispa. "Ma non sei venuta qui per chiacchierare, immagino. Quindi... ora difenditi, Lady Eudora! Sono sicuro che la mia signora mi sarà estremamente grata quando le porterò la tua testa!"

 

"Prima dovrai... staccarmela dal collo. E non te lo lascerò fare così facilmente..." ribattè audacemente la ninfa dei boschi. Mentre attorno a loro riprendeva la battaglia contro gli ogre, Eudora e Stillavispa si misero in guardia... e i centauri che affiancavano la driade scagliarono tutti assieme le loro frecce, mirando ai folletti luminosi che affiancavano il berretto rosso. Ma questi ultimi, con un'esclamazione che suonava quasi come lo stridio del vetro tagliato, schivarono le frecce con una rapida acrobazia e si lanciarono all'attacco. Uno di loro, un esserino emaciato simile ad un elfo in miniatura, con gli occhi senza pupille, pronunciò qualche parola nel linguaggio mistico delle fate... e il suo corpo venne illuminato per un attimo da una strana luce arancione, che investì gli occhi di uno dei centauri. L'uomo-cavallo stava per scoccare un'altra freccia, ma improvvisamente fece cadere a terra l'arco con un'esclamazione di dolore e sorpresa, e si portò entrambe le mani agli occhi.

 

"Aaaaargh!" esclamò il malcapitato centauro, aprendo gli occhi e rendendosi conto che non riusciva più a vedere nulla se non una grande luce arancione. "Che... che cosa... non ci vedo più! Sono cieco!"

"Attenti, quell'altro sta..." esclamò l'altro centauro, tirando contro il secondo folletto lucente mentre Stillavispa si scagliava addosso ad Eudora con un ghigno feroce. La driade lo attese a piè fermo e si scansò abilmente all'ultimo momento, facendo sì che la lama della falce le passasse a pochi centimetri dal viso.

 

"Sfera di Ghiaccio!" esclamò la driade, tenendo le mani aperte davanti a sè. Una sfera di fiamme blu ed azzurre che sprigionavano gelo scaturì di colpo davanti a lei... e Stillavispa venne colpito in pieno e scagliato indietro con un grido di sorpresa. Nello stesso momento, il secondo dei folletti lucenti terminò il suo incantesimo... e la luce venne amplificata di colpo, come se le fronde degli alberi si fossero separate di colpo e avessero permesso ai raggi del sole di illuminare la radura. Nello stesso momento, i due folletti alati ridacchiarono maligni mentre le loro figure sbiadivano e diventavano invisibili.

 

"Heheheee... vedo che vi siete preparati, ma come potete constatare... anche noi siamo stati pronti a ricevervi!" esclamò Stillavispa con un ghigno atroce. "Forza, fatevi sotto! Vediamo come ve la cavate contro di me... e contro due predoni di luce invisibili! Hahahahaaa!"                  

Eudora e il centauro ancora in grado di combattere si fecero avanti, e la ninfa dei boschi lanciò un altro incantesimo e si passò la mano sugli occhi. Immediatamente, le figure diafane dei predoni di luce riapparvero ai suoi occhi.

 

"Terius, io li vedo ancora..." disse al centauro che le stava ancora a fianco. "Restiamo qui e proteggiamo Kolo. Kolo, tu non ti preoccupare... faremo in modo di restituirti la vista quando questa battaglia sarà conclusa."

"Non fare promesse che non sei in grado di mantenere, Lady Eudora." ribattè Stillavispa, partendo di nuovo all'attacco. Con un grido di battaglia, il berretto rosso si lanciò di nuovo all'attacco, mentre la driade cercava in qualche modo di tenere d'occhio sia lui che i due predoni di luce, che ora stavano volando in direzioni opposte per coglierli da entrambi i lati...

 

 

oooooooooo

 

 

I due quickling assegnati a fare la guardia all'equipaggiamento dei prigionieri si guardarono attorno spaesati, sentendo il caos degli scontri che stavano iniziando nelle vicinanze.

 

"Che... che sta succedendo? Ci stanno attaccando?" esclamò uno di loro, tenendo stretta una lancia dalla punta affilata. "Dobbiamo... correre a dare una mano alla nostra signora!"

"No, fermo!" esclamò il suo compagno, ponendo l'asta della sua lancia davanti a lui per intimargli di restare dov'era. "La nostra padrona ci ha ordinato di restare qui ed accertarci che nessuno si avvicini all'equipaggiamento dei prigionieri. Quando ci sarà tempo, faranno una cernita e vedranno cosa ci può essere utile e cosa potremo dare ai nostri alleati in cambio di qualche favore."

 

"Ugh... non credi che sarebbe inutile tenerli qui se finissimo per essere sopraffatti perchè noi due non erano nel posto giusto al..." cominciò ad obiettare il primo quickling. Ma non riuscì a terminare la frase prima che un'ombra furtiva scivolasse alle sue spalle, e un pugnale di ottima fattura, forgiato in ferro battuto a freddo, gli si piantasse nella gola. Il quickling ebbe un ultimo fremito e si accasciò senza fare un grido, e il suo compagno si voltò di scatto e guardò la possente figura di Holger che estraeva la lama dal corpo del mostriciattolo fatato.

"Ma che diavolo... no! Come avete fatto a..." cominciò a dire il folletto, prima che Canga uscisse dai cespugli e si lanciasse su di lui, agguantandolo con le zampe anteriori e scalciando violentemente con quelle posteriori! Il folletto era resistente ai colpi fisici, ma anche così i calci del canguro erano molto potenti e lo stavano fiaccando.

 

"Okay, Canga. Lascialo pure andare." disse la voce di Nisa. Obbediente, il canguro mollò la presa sul quickling, che crollò a terra troppo stordito per reagire. Maria uscì a sua volta dal nascondiglio e si avventò sul quickling, agguantandolo per la gola e tenendolo fermo a terra. Il mostriciattolo grugnì e si dimenò debolmente per un attimo, ma si rese subito conto di non avere possibilità quando il gruppo di Dario e i loro alleati uscirono dalle fronde e dalla vegetazione attorno a loro... accompagnati da un nutrito gruppo di variopinti petali che svolazzavano allegramente attorno a loro.

 

"Sorpreso, eh?" chiese Pandora, accarezzando Sotero che le era salito tra le braccia e stava facendo allegramente le fusa! "Puoi ringraziare il mio servizievole famiglio... e un petalo che ha avuto l'accortezza di seguirci! Ci hanno raccontato tutto, sai? Sotero è corso a chiamare i nostri alleati... e quel grazioso folletto ha avvertito Lady Eudora e le ha detto dove ci avevate portati!"

"Abbiamo avuto la fortuna di incrociare i nostri alleati mentre venivamo qui a salvare il culo ai nostri colleghi." affermò Sebastiano, tenendo lo stocco alzato con fare intimidatorio. "Adesso tutta questa foresta sa dove siete... e credo che la tua signora dovrà fare le valigie e andarsene!"

"Non prima che noi liberiamo il signor Baldo e il signor Holmond." precisò Francesco. "Okay, ragazzi... legate quel folletto, mentre noi ci riprendiamo quello che ci hanno sottratto... e poi voliamo a dare una mano a Lady Eudora. Se è venuta anche lei qui... si troverà in una posizione di svantaggio, visto che è lontana dal suo albero."

 

"Bene... allora... non perdiamo tempo e... ugh..." grugnì Gunter. Il nano pistolero aveva cercato di recuperare le sue armi, e il suo moschetto in particolare... ma la sensazione di vuoto e nostalgia che lo aveva colpito poco prima si fece sentire di nuovo, minacciando di paralizzarlo. Stringendo i denti, il nano si mise una mano sulla faccia e si morse leggermente il palmo, sperando di riportarsi alla realtà... e per il momento, lo stratagemma funzionò.

 

"Gunter, tutto bene?" chiese Iaco con evidente preoccupazione.

Gunter fece il segno dell'okay, anche se non riusciva a dissimulare del tutto la sua preoccupazione. "Sì... sì, più o meno. Me la caverò, in qualche modo." affermò. "Ora... forza, raccogliamo quello che ci serve... e andiamo a dare una mano!"

 

Uno alla volta, gli altri Abolitori e i loro alleati corsero a raccogliere le loro armi, armature e il resto dell'equipaggiamento, cercando di pensare ad un modo per affrontare l'ormai inevitabile scontro con la Dama Senza Cuore...   

 

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...          

         

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam