Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: SatoSugu93    28/11/2023    1 recensioni
Un viaggio attraverso gli occhi di King e della sua inseparabile arma. Dalla distruzione della sua tribù fino allo scontro contro Zoro.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaido
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice : Salve a tutti, questa è la prima volta che scrivo nel fandom di One Piece e ammetto di essere agitata XD. Da quando ho visto King sono rimasta letteralmente stregata da lui e dalla sua storia che, ahimè, è ancora avvolta nel mistero riguardo la sua tribù. Sono rimasta vaga sull'argomento perchè è davvero difficile ipotizzare chi abbia avuto un tale potere da sterminare i Lunariani. Questa è la storia di King e Kendra, spero vi possa piacere ^^







Kendra aveva otto anni quando conobbe Arbel per la prima volta. Sull’immensa Linea Rossa, composta da tantissime isole che richiamavano le quattro stagioni, si sentiva sicura e protetta. Era nata nella fredda isola dell’Inverno, tanto che i tratti fisici rispecchiavano moltissimo la delicatezza del luogo. I suoi capelli erano bianco puro, gli occhi color ghiaccio e la pelle di porcellana. Il suo popolo era abituato a quei climi così rigidi, Kendra amava giocare con la neve e creare sculture di ghiaccio. Con i suoi genitori aveva visitato alcune isole così diverse dalla sua. L’isola della Primavera, dal clima dolce e dai colori brillanti, con alberi profumati e carichi di frutti di ogni tipo l’aveva colpita subito perché non aveva mai visto così tante sfumature. L’isola dell’Autunno aveva foglie rosse e gialle, pioveva spesso ma amava stare sotto la pioggia anche se non era delicata come la sua amata neve. L’isola dell’Estate era calda, terribilmente calda, ma piena di vita. Per rinfrescarsi aveva immerso i piedi in un fiume limpido e fresco. C’erano ruscelli, cascate, animali che passeggiavano indisturbati. Se proprio doveva sceglierne una preferita, oltre casa sua ovviamente, sarebbe stata proprio quest’ultima. Fu proprio lì che lo vide : poteva avere più o meno la sua età. Un ragazzino dalla pelle scura e i capelli bianchissimi, come i suoi, tenuti di lato, munito di lancia. Ciò che la colpì furono le ali nere dietro la sua schiena. Lo vide pescare con facilità inaudita ben tre pesci di grossa taglia, nemmeno suo padre ci era riuscito e lui era abbastanza rinomato per la pesca. Incuriosita, si avvicinò a lui con un gran sorriso.

«Ciao!» esclamò felice. Si voltò stupito fissandola incuriosito, come se fosse lei quella particolare. «Mi chiamo Kendra e tu?»

«Arbel.» rispose senza esitazione.

Kendra lo guardò con i suoi profondi occhi di ghiaccio.

«Perché hai le ali, Arbel? Di dove sei? Sei di quest’isola?»

«Perché sono un Lunariano, io e la mia tribù viviamo poco lontano da qui.» disse agitando con fierezza la lancia.

«Un Luna-cosa?»

«Un Lunariano» ripetè con il broncio. «Abbiamo le ali e siamo resistenti.» concluse poi con un grande sorriso.

«Anche io vorrei avere le ali!» esclamò allargando le braccia. «Chissà come sarebbe bello volare nei cieli.» la sua voce era sognante.

Arbel la fissò ancora una volta stranito, era raro che quelli della sua tribù comunicassero con altre, perciò si sentì felice di aver trovato, forse, un’amica con cui parlare e sapere qualcosa di diverso.

«Vuoi del pesce?» chiese porgendole la preda pescata.

«Ma io non so cucinare!» esclamò con il broncio.

«Noi generiamo anche il fuoco.» disse ridendo creando una palla di fuoco con le sue mani.

Kendra rimase a bocca aperta. Ora che ci pensava meglio, ricordava di aver letto uno dei tanti libri del suo papà che parlava delle varie razze : dagli umani agli uomini-pesce, dai Lunariani alla loro.

«Voi siete come divinità.» disse stupita.

Arbel non le rispose, si limitò solo a cuocere il pasto per poi condividerlo con la sua nuova conoscenza. Mentre erano seduti attorno al fuoco fu lui a farle una domanda.

«La tua tribù che poteri possiede?» Kendra lo fissò sconvolta e lui rise. «Guarda che ho capito che possedete delle abilità anche voi. L’isola dell’Inverno è rinomata per questo.»

La bambina osservò le fiamme.

«Il mio papà non vuole che ne parli molto, perché la gente cattiva potrebbe farci del male.»

«Io non sono cattivo.» le rispose.

Kendra gli credette.

«Prometti di non dirlo a nessuno?»

«Lo giuro.»

«Possiamo diventare armi.»

Confusione negli occhi di Arbel.

«Nel senso-…»

«Spade, lance, qualsiasi arma che possa ferire o uccidere. Siamo nati con questa abilità… non sappiamo il perché.»

«Bè, come abilità non è male.» le disse con un gran sorriso.

«Non hai paura di me?» chiese stupita.

«Eh? Perché?»

«Perché sono strana.»

Il ragazzino scoppiò a ridere.

«Non sei strana, nessuno di noi lo è.» rispose strappandosi una delle sue piume nere per poi porgergliela. Kendra lo fissò confusa. «È una promessa di rivederci.»

«Davvero?» domandò accettando la piuma con un sorriso.

Arbel annuì.

«Vediamoci ogni anno qui, io ti aspetterò.»

La bambina ricambiò il sorriso stringendo la piuma contro il suo petto.

«Va bene.»

**************************************************

Ma dopo due anni qualcosa accadde, qualcosa di tragico e drammatico che sconvolse la vita delle popolazioni della Linea Rossa. La tribù del Lunariani fu sterminata insieme a quella di Kendra e delle altre isole. La ragazzina si trovava sola, ferita e impaurita, in quel piccolo bosco estivo che tanto l’aveva confortata quando si vedeva con Arbel. Suo padre era stato ucciso nel tentativo di salvarla ed ora era rannicchiata contro un albero quando un rumore la fece sussultare. Si coprì la bocca con una mano evitando di fare rumore. Avrebbero preso anche lei? Si fece ancora più piccola mentre entrava nel cespuglio delle bacche sperando che non la trovassero. Quando vide Arbel sbucare tra la vegetazione, ferito come lei, uscì dal suo nascondiglio in lacrime.

«Arbel!»

Questi si voltò stupito verso di lei, gli occhi lucidi di lacrime.

«Kendra!»

La bambina lo abbracciò iniziando a singhiozzare.

«Sei vivo! Che gioia!» Si sentì al sicuro quando la sua stretta fu ricambiata, la Linea Rossa non era più un luogo sicuro per nessuno dei due. Kendra continuava a singhiozzare. «La tua tribù?» domandò.

Quando Arbel non le rispose capì che anche a lui era successa la stessa identica cosa.

«Siamo gli ultimi rimasti.» disse.

Per quanto si sforzasse di mantenere sotto controllo il tremito della voce non ci riuscì. Kendra vide la lacrime bagnare il suo bel volto e solo ora si rese conto che erano soli, completamente soli.

«Sono morti tutti.» sussurrò.

Perché era capitata una cosa del genere? Perché ai Lunariani? Perché a loro?
Improvvisamente, Arbel l’afferrò per le spalle.

«Non siamo soli. Saremo noi contro chi oserà farci del male.» disse deciso, gli occhi ancora lucidi e rossi a causa delle lacrime.

«Ma ho paura.» mormorò stringendo tra le mani la piuma che aveva legato al collo.

«Non devi, non finchè ci sarò io. Saranno loro ad avere paura di noi e vendicheremo le nostre tribù.»

Kendra si sentì rincuorata da quelle parole e annuì.

«Avrai bisogno di una spada, Arbel.»

*****************************************************

Il loro viaggio nel Nuovo Mondo era durato giusto qualche anno prima che Arbel venisse catturato dal Governo e condotto a Punk Hazard come cavia. Aveva espressamente ordinato a Kendra di restare sotto forma di spada, di non assumere le sue vere sembianze, altrimenti avrebbero fatto esperimenti anche su di lei. La giovane si sentì frustrata e impotente, sentiva le urla di Arbel ma non voleva infrangere la promessa che aveva fatto. Odiava i marine, li odiava con tutta se stessa per quello che stavano facendo. Dato che i Lunariani erano stati sterminati, la sola informazione di uno di loro al Governo Mondiale augurava una lauta ricompensa e qualcuno che aveva visto Arbel doveva aver fatto la spia. Rinchiusa nella sua lama, ripensò agli anni in cui si erano difesi con le unghie e con i denti, a quando si macchiò per la prima volta di sangue nel tentativo di sfuggire alla cattura. Arbel la proteggeva con le sue abilità e lei era la sua spada. Il loro rapporto si era rafforzato nel corso del tempo, un’amicizia solida e preziosa che sperò durasse ancora. Qualcosa scombussolò le guardie della prigione, ci fu un’evasione che scaturì il panico. I marine pronunciarono un nome quasi con paura : chi era Kaido? Fu poi stupita di trovarsi davanti proprio Arbel e un uomo alto e robusto, grosso come una montagna. Aveva i capelli lunghi e scuri con due grandi paia di corna sulla testa. A Kendra faceva paura eppure sentì che adesso non sarebbe stato più necessario nascondersi.

***********************************************

Gli anni passarono, Kaido era diventato imperatore formando una flotta enorme e i temibili Pirati delle 100 bestie. Arbel, adesso chiamato King, era il suo secondo in comando. Solo lui sapeva la verità sulle loro origini, sia la sua che di Arbel. Per non farsi riconoscere indossava una maschera che copriva in modo totale il suo volto, inoltre aveva anche ingerito uno dei Frutti del Diavolo. Kendra ormai passava la maggior parte del tempo sotto forma di spada e aveva perso il conto di quante vite aveva tolto. Non le importava più. Kaido li aveva accolti e protetti, in un certo modo, e loro avevano giurato eterna fedeltà alla sua causa. Wano era stato messo a ferro e fuoco, la paura era negli occhi di tutti quando passavano e non poteva che esserne fiera. King aveva una taglia di oltre un miliardo sulla testa e spesso ripensava a quando erano bambini felici e spensierati. Avevano visto e procurato talmente tanta sofferenza che le sembrava una vita non loro, quella del passato. Le uniche volte in cui ritornava umana era quando si trovavano da soli. Ogni volta che vedeva Arbel rimaneva affascinata dal suo aspetto : alto e possente, con maestose ali nere. Un tatuaggio faceva capolino sulla parte rasata del capo, i capelli erano parzialmente legati in una treccia mentre il resto li portava sciolti. Kendra glieli aveva accarezzati parecchie volte, morbidi come la seta. Anche lei era cambiata molto. Il viso era delicato, con labbra carnose e rosee, privo delle rotondità che aveva da ragazzina. Il corpo dalle forme sinuose e voluttuose era avvolto da un lungo abito color ghiaccio con una profonda scollatura sul seno, la collana con la piuma era ancora lì, una promessa da oltre trent’anni che ancora non era stata infranta. I capelli di Kendra erano lunghi fino alla vita, bianchi come la neve e lisci. Lo stesso medesimo colore delle ciglia folte che contornavano i suoi grandi occhi azzurri. I due erano in un raro momento di pausa, con Arbel che beveva tranquillamente e lei intenta ad osservare il cielo dalla finestra nella grande stanza che condividevano. King era quello che più di tutti era cambiato radicalmente, ora era raro che sorridesse ed era diventato una vera e propria arma da guerra.

«Sei strana.»

Si voltò verso di lui scuotendo la testa con un piccolo sorriso.

«Penso.»

«A cosa?» chiese.

«A quanto sia cambiata la nostra vita rispetto ad anni fa.»

«Già.» disse guardando un punto imprecisato della stanza.

Kendra si avvicinò a lui posando la mano sulla sua, sembrava quella di una bambina.

«Lo abbiamo promesso, ricordi?»

«Ricordo.»

Il suggellamento fu ancora più dolce quando Kendra si piegò verso di lui per un delicato bacio sulle labbra. Bacio che il Lunariano ricambiò. Uno dei rari momenti in cui si concedevano dolcezza, anche se di notte venivano spessi travolti dalla passione.

**********************************************************

Kendra ripensava ai numerosi avversari che aveva affrontato : ricordava ancora quando Shanks il Rosso impedì a Kaido di raggiungere Barbabianca. Non aveva mai visto un simile potere oltre a quello del suo Imperatore. A Onigashima, Marco la Fenice aveva tenuto testa a King e Queen. Ora si trovavano davanti a quello spadaccino dai capelli verdi della ciurma di Luffy Mugiwara. Una delle spade che aveva emanava un’energia che riteneva terrificante ma non per questo indietreggiò. Era sempre accanto ad Arbel e sarebbe rimasta fino alla fine.

********************************************************************

Era successo ciò che non avrebbe mai immaginato. O forse nel suo cuore lo sapeva ma mai avrebbe pensato che si sarebbe avverata. In un turbinio di fiamme e attacchi, Roronoa Zoro era uscito vincitore. King aveva un’ala recisa e uno squarcio sul petto mentre la sua spada era stata distrutta. Kendra si ritrovò a precipitare con lui. Non sarebbe sopravvissuta a un impatto da quell’altezza. Improvvisamente tutto il suo passato balenò davanti ai suoi occhi ad una velocità pazzesca : i momenti felici con suo padre, il suo incontro con Arbel, la distruzione e i primi combattimenti. Kaido, i pirati delle 100 Bestie e i battibecchi con Queen, l’unico insieme a Kaido a sapere di loro, a cui voleva bene malgrado tutto. I primi momenti con Arbel. Le venne da piangere, dopo anni in cui non lo faceva, forse era il momento di pagare per ciò che aveva causato. Kendra fu avvolta da braccia forti ritrovandosi protetta mentre si schiantavano al suolo. King aveva impedito che la caduta la uccidesse, la donna era premuta contro il suo petto e il sangue di entrambi macchiava il suolo della foresta. Ma era tardi, almeno per lei, la ferita che aveva era troppo profonda. Sperò che almeno lui si salvasse anche se non aveva dubbi a causa della sua natura.

«Arbel…» mormorò.

Questi sollevò la testa con fatica mentre la stringeva, Kendra aveva gli occhi chiusi e non c’era un punto in cui non sanguinasse. Un contrasto con i suoi colori chiari che trovò, per la prima volta, terrificante.

«Non parlare, risparmia le forze.» si sforzò di dire. L’ala recisa e il petto gli facevano davvero male.

«Sono contenta… sai? Sono contenta di morire tra le tue braccia.» sussurrò prima di spegnersi completamente, una lacrima che le rigava il viso e la piuma che portava al collo stretta nella sua mano.

King non seppe perché sentì i suoi occhi bruciare.

****************************************************

L’ammiraglio Aramaki li aveva sconfitti con estrema facilità, complici le ferite ancora non rimarginate del tutto. Quenn aveva mantenuto la sua forma ibrida per qualche secondo prima che la sua energia venisse assorbita, mentre lui era talmente debilitato che non aveva nemmeno attivato la fiamma dietro la sua schiena. Quando uno dei rami lo trafisse al petto avvertì dolore, poi guardò al cielo colto da uno strano senso di pace.

«Kendra.» sussurrò.
 
 



 
 


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: SatoSugu93