Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: CyberNeoAvatar    28/11/2023    2 recensioni
I Ka.
Nell'Antico Egitto, ove il Duel Monsters affonda le proprie radici, erano gli spiriti che nascevano dal Ba, l'energia vitale di un individuo.
Se la tua persona era buona, nasceva un Ka benevolo. Contrariamente, si originava un Ka malevolo, spesso di natura distruttiva.
Non può esserci un Ka senza un Ba. È una regola comune.
Ma cosa succede se il paradigma risulta invertito?
Cosa succederebbe, se esistesse un Ka senza un Ba ' di nascita'?
Questo è quanto si scoprirà con Yukina, una ragazza duellante apparsa da un luogo arcano che si unisce ai duelli di strada di Imymari, la stessa città in cui si trovano ad insegnare da diversi anni i membri del Team Ragnarok. E dove la sua comparsa sarà seguita da quella di alcuni misteriosi individui, i cui scopi sembrano tutt'altro che benevoli...
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 – Visita alla Nordei.

 

Questa informazione ebbe il potere di paralizzare Harald.

«Tu... stai dicendo che... incarneresti la forza vitale di tutti e tre quei Ka?» domandò piano Harald, alzando lo sguardo sulla giovane. Questa confermò con la testa.

«Poiché i Draghi della Barriera di Ghiaccio sono fratelli, le energie vitali in loro possesso si radunano in quello spazio condiviso, il Sentiero di Ghiaccio. Pertanto, io sono la parte Ba di ciascuno di loro nata da quelle energie, per preservare il loro equilibrio con i relativi Ka.» disse Yukina.

«Però!» sussurrò Brave.

«Un momento, c'è una cosa che non capisco: sostieni di aver vissuto per secoli in quel Sentiero di Ghiaccio... eppure possiedi la conoscenza del termine 'Ka' e parli anche perfettamente la nostra lingua. Come mai?» domandò Dragan, sospettoso. «Inoltre, come hanno fatto quei Ka a darti un Deck?».

«Oh beh... i Ka sono in grado di creare Deck a loro correlati.» continuò a spiegare la ragazza, tornando a guardare il proprio Deck dentro il Duel Disk. «Questo mazzo mi ha tenuto compagnia per molto tempo, mentre ero in mezzo al ghiaccio del Sentiero. Per quanto riguarda la parola Ka e la mia conoscenza linguistica... è che, dal Sentiero di Ghiaccio, ricevevo diverse informazioni che i miei Ka guadagnavano grazie alle connessioni che hanno da sempre con il mondo normale.».

«Devi avere una grande conoscenza alle spalle, allora, se sei realmente vissuta per secoli accumulandole.» notò Brave.

«E invece no, ahahahah! La maggior parte delle cose più vecchie che apprendevo venivano cancellate periodicamente dalla mia testa, altrimenti mi sarebbe esplosa!» ridacchiò la ragazza. I membri del Team Ragnarok, tranne Harald, la guardarono allibiti.

«Uff...» scosse il capo Ahmya. Benché sapesse delle circostanze speciali in cui era arrivata Yukina e avesse cercato in precedenza di appoggiare quell'assurda spiegazione alla sua provenienza, sembrava parecchio ancora faticare ad accettarla.

«Vista la natura 'non umana' che hai esibito, suppongo che 'Korihoshi' non sia proprio il tuo cognome.» disse Dragan.

«Ah, quello è merito mio! Bello, no?» disse Ahmya con un certo orgoglio. «'Korihoshi' è un accostamento di 'Kori' e 'Hoshi', che stanno a significare 'Stella di Ghiaccio'. Mi pareva un buon soprannome da battaglia per i duelli di strada, considerato il suo Deck...».

«Quindi... hai intenzione di farla partecipare a quei duelli di strada?» osservò con fare critico Dragan.

«Non proprio...» chiuse gli occhi Ahmya.

«Tralasciando questo...» ricominciò a parlare Harald, austero «… è... una realtà particolare, la tua, Yukina... se questo è il tuo vero nome...».

«Certo che è il mio vero nome.» annuì energicamente Yukina. «È il corrispettivo giapponese del nome che i Draghi della Barriera di Ghiaccio mi hanno dato.».

«… ma gli elementi a disposizione sembrano testimoniare la tua sincerità, almeno ai miei occhi. Anche il fatto che tu abbia delle carte tanto rare che nessuno è mai riuscito a mettere insieme, e la presenza dei Ka di cui parli in loro che il mio Occhio avverte, depongono a tuo favore...».

«Ammetto che pure io ero molto incuriosita, su quel punto...» borbottò Ahmya, ricompostasi. «Addirittura averne un doppio set di Draghi Glaciali del Duel Terminal... è troppo difficile per una persona qualunque...».

«… tuttavia, resta il quesito più grande...» concluse Harald. «Perché ti trovi qui? Hai vissuto per secoli in uno spazio segreto... per quale motivo ne sei uscita?».

«Ok... quello...» mormorò la ragazza. Alzò lo sguardo. «… per provare le emozioni dei duelli.».

«Cosa?» disse Harald.

«Cosa significa questo?» disse Dragan.

«Come già detto, sono vissuta per secoli nel Sentiero...» riprese la ragazza. «Da quando sono stata creata per mantenere l'equilibrio Ka-Ba, sono rimasta come in uno stato di animazione sospesa, che ha arrestato il mio invecchiamento all'età che dimostro attualmente. La mia mente vedeva quel che i miei Ka mi permettevano di vedere del vostro mondo... in particolare, dopo che il Duel Monsters è venuto alla luce, e con lui le carte dei Draghi della Barriera di Ghiaccio, il mio collegamento con gli umani e con quella versione moderna delle steli di pietra usate una volta per contenere i Ka si è rafforzato, e mi ha permesso di viaggiare quasi come un... un fantasma per i Duelli combattuti dai duellanti di qua, anche lontani dalle carte in questione. Sapete... le carte sono come cancelli per i Ka... perciò in parte anche per me. Con quel nuovo mezzo, almeno la mia mente era in grado di vedere ogni duello in cui potevo imbattermi.

«Ho visto innumerevoli duelli, in diverse parti del mondo. Ho visto duellanti combattere più volte. Ho visto la passione che li muoveva. Ho visto la loro rabbia, la loro tristezza, la loro gioia, come si capivano a vicenda quando vincevano o perdevano un duello.

«Così ho maturato un sentimento che non sapevo di poter esprimere... l'invidia. Adoravo quelle esperienze... e volevo provarle anch'io. Per questo ho ricevuto un Deck... e grazie a questo Deck come riferimento, una parte del mio cervello si è messa a simulare centinaia di duelli, usando come base le strategie di coloro che avevo visto in azione e che aveva analizzato, cercando di battere più avversari che poteva e al contempo ricreare quelle sensazioni. Questo per oltre trent'anni.

«Ma non era abbastanza. Come potevo provare le stesse emozioni che provavano duellanti veri che affrontavano altri duellanti veri, non confinati nella testa di qualcuno? Ad un certo punto... più a lungo duellavo nella mia cognizione, più quell'invidia che si era temporaneamente quietata si rafforzava, perché io non potevo in alcun modo avere reali contatti con avversari del mondo normale.

«Alla fine, credo che i miei sentimenti siano diventati... veramente... troppo forti, per essere contenuti in quel passaggio gelido. Non so se sono stati i miei cari amici Ka a tirarmene fuori, o se il Sentiero di Ghiaccio abbia reagito alla mia volontà... ma, prima che me ne rendesi conto, mi sono trovata davanti ad Ahmya nella sua stanza. E mi sono anche mezza fracassata la schiena.».

Harald, Dragan e Brave si scambiarono alcuni sguardi.

«Quindi... sarebbe uscita da quel posto con il solo desiderio di provare l'ebrezza dei duelli?» domandò Dragan.

«Uhm...» mormorò Harald, pensieroso.

«Eh, questa è una delle cose che più di tutte ho trovato assurda.» commentò Ahmya. «Una cosa certa, però, è che quando era apparsa, moriva letteralmente di fame... per sfamarla a momenti ci indebitava, non avete idea di quanta roba abbia consumato per un pranzo...».

«Ero in animazione sospesa e non avevo mai mangiato niente in tutta la mia vita! Cosa ti aspettavi?!» esclamò Yukina, intenzionata a giustificarsi.

«Sì, se questa roba è tutta vera...».

«Ahmyaaaa...».

«Dunque... che si fa?» chiese Dragan, incerto.

«Non lo so... certo, l'ultima osservazione di Kagetsu sul suo appetito dà ulteriore attendibilità alla sua versione.» sussurrò piano Harald, senza farsi sentire dalle altre due. «Non so però se questo basti a spiegare la reazione degli Occhi delle Rune che ci ha condotti fino a lei... sempre che non riguardi i Ka con cui ha a che fare...».

«In che senso?» chiese a tono Brave.

«Come esiste il Mondo Mitologico da cui discendono i Tre Dei Polari, anche quelli potrebbero arrivare da un mondo di cui si vocifera nel Duel Monsters... quello del Duel Terminal.» disse Harald. «In base alla tradizione correlata, il più forte Drago della Barriera di Ghiaccio avrebbe rischiato di congelare il suo stesso mondo...».

«Quello è stato un... incidente.» disse la ragazza nel riuscire ad udire quell'ultima frase, attirando l'attenzione. «Non posso dire di ricordare tutti i dettagli, ma non credo che qualcuno prenderebbe bene l'idea di essere preso e sigillato in una barriera. Era semplicemente furioso.».

«È... successo davvero?!» comprese Dragan. Brave rabbrividì.

«E la tua presenza qui non potrebbe in qualche modo aizzarli anche contro questo mondo?» chiese lui.

«Certo che no.» scosse il capo lei. «Loro non hanno interesse nel nuocere alla gente di qua, il loro dominio è un altro e non saprebbero che farsene di venire qui a fare baccano. Specialmente se poi rischiassi io, che sono la loro energia vitale personificata.».

«Devo dire che questo ragionamento ha senso.» riconobbe Harald. Si mise una mano sotto il mento. «Uhm... se così stanno le cose... apparentemente, i nostri Occhi non ti hanno giudicata come una presenza ostile, quindi suppongo che questo mondo non abbia problemi ad ospitarti, se le tue intenzioni sono pacifiche. Dimmi, hai già dove stare?».

«Al momento Ahmya e suo padre non hanno nulla in contrario a farmi rimanere da loro.» sorrise Yukina. «Mi hanno pure fornito questi vestiti, sono stati gentilissimi...».

«Però, inaspettata come ospitalità per degli yakuza...» disse Dragan.

«Ti uccido...» sussurrò irritata Ahmya.

«Che ne diresti di venire a stare nel dormitorio riservato agli studenti della Scuola Nordei, invece?» le domandò Harald. «Sicuramente ci sarebbe una stanza libera per te. Provvisoriamente, possiamo pensare noi alle tue spese...».

«E sarebbe meglio che stare con degli yakuza, credici.» disse tranquillo Dragan. Ormai Ahmya aveva un tic nervoso ogni volta che lo sentiva aprire bocca su certi argomenti.

«Devo contraddirvi, stare da loro non è così male.» obiettò Yukina. «Ormai è da un po' che mi hanno accolta, perché dovrei andarmene solo per farmi mantenere da qualcun altro? Ahmya e io ci conosciamo abbastanza bene, ormai... ascolta un sacco di musica rumorosa, sì, ma mi piace stare con lei... e finché loro sono disposti a tenermi, preferisco rimanere in sua compagnia.».

«Comprendo i tuoi sentimenti, ma vorremmo avere la possibilità di accertarci che le tue intenzioni e quelle dei Ka ti sono vicini siano effettivamente quelle che dichiari. Io, Dragan e Brave potremmo controllare meglio cosa fai, se starai al dormitorio.».

«Ma vi ho già detto che non abbiamo cattive intenzioni!» ribatté Yukina. «Non è mica il primo giorno che sono qui: se avessimo qualche cattivo progetto l'avremmo già attuato.». Il leader dei Ragnarok la guardò un attimo...

«E va bene... voglio crederti... In fondo, non possiamo certo decidere noi per te.» sospirò infine Harald. «Ad ogni modo... quindi, ora che sei qui, sei decisa a duellare, dico bene?».

«Oh sì!» annuì vigorosamente la ragazza dai capelli bianchi. «Ora che sono qui, voglio darci dentro. Voglio sperimentare le emozioni dei duelli... e non solo quelle, anche quelle della vostra vita di tutti i giorni. In fondo, fino a diversi giorni fa, l'unica compagnia concreta che avevo erano i pensieri dei miei amici Ka.».

«Che entusiasmo.» ammise Brave, divertito. «Sappi che sei apparsa nel posto giusto. Ricordi? Abbiamo parlato della Scuola Nordei in cui lavoriamo prima...».

«Ah, è vero.» batté le palpebre l'Emanazione Ka. «Da come ne parlavate... è una scuola per duellanti, giusto?».

«Certo, e laggiù non mancano sicuramente i duellanti.» ammise Dragan, chiudendo gli occhi.

«Ah sì?! Allora andiamoci subito!» esclamò la giovane.

«Ora è chiusa...» disse Dragan.

«Nooooo!» fece per la seconda volta la ragazza, contrariata.

«Tuttavia, se vuoi, possiamo fare in modo che la frequenti.» disse Harald. «Fisicamente dimostri in tutto e per tutto sui sedici o diciassette anni, il che dovrebbe impedirti di incontrare inconvenienti dal punto di vista dell'età per un'eventuale ammissione. E potresti duellare ogni giorno con gli altri studenti, una volta lì.».

«Davvero?!». A Yukina luccicarono gli occhi.

«Sì, certo. Sotto la nostra supervisione ovviamente. Potresti anche frequentare le lezioni e apprendere il più possibile da questa...».

Proprio in quel momento, Ahmya batté un pugno sul tavolo.

«Cosa...?» si chiese Harald, guardandola insieme ai compagni.

«Scusate... io ci capisco veramente poco di questa faccenda... sono ancora restia a credere a tutte queste sciocchezze, magari di più a pensare che Yukina non abbia tutte le rotelle a posto, ma comunque sia...». Si rivolse alla sua amica. «Yukina, non hai bisogno di entrare in una stupida scuola. Sai già tutto ciò di cui hai bisogno... e ci sono già i duelli di strada per noi, no?».

«Beh, sì...» ammise Yukina.

«Ehi, i duelli di strada non sono sicuri.» la interruppe Brave. «Molti di essi sono illegali, e continuando a parteciparvi potresti finire per entrare in qualche league clandestina, dove gira un sacco di brutta gente...».

«Te l'ho già detto, fatti i fatti tuoi!» esclamò Ahmya.

«Non possiamo certo farla fare così come se niente fosse.» esclamò di rimando il ragazzo con i capelli dalle due tonalità rosse.

«Tsk...» sbottò la ragazza dai capelli neri e viola, per poi rivolgersi di nuovo all'altra ragazza. «Yukina... avevamo detto che saremo arrivati in cima ai duelli di strada insieme, o sbaglio? Avevi detto che l'avresti fatto, quando te l'ho proposto per ricambiare la nostra ospitalità...».

«Sì...» confermò Yukina.

«Era una promessa, o sbaglio? E in... uff, mi riesce ancora difficile dirlo... in questo mondo non rispettare una promessa ti rende una persona senza onore... non dovresti infrangere la tua. Se entri in quella scuola, potresti avere un sacco di problemi in più a rispettarla, con ostacoli come questi insegnanti a intralciarti.».

«Ehi!» si spazientì Dragan, irato.

Yukina ci rimuginò un attimo. Poi, disse: «Se è così... forse hai ragione. Va bene... mi accontenterò dei duelli di strada.». Ahmya sembrò soddisfatta della risposta.

«Aspetta, Yukina, noi...» cercò di iniziare a convincerla del contrario Dragan, quando la figlia dello yakuza si alzò in piedi, e con lei anche l'altra ragazza.

«Direi che la discussione è finita.» disse la giovane appassionata di musica metal. «Vi ringrazio dello spiegone mistico di cui probabilmente non mi ricorderò una mazza da quanto è complesso, ma le decisioni importanti sono già stabilite. Quindi, con permesso...».

«Con permesso...» disse anche Yukina, lei inchinandosi per salutare, prima di seguire Ahmya.

«Un momento.» disse Harald. Le due si arrestarono. Lui tirò fuori un foglietto di carta dalla sua giacca, vi segnò dei numeri con la sua penna dorata e lo porse a Yukina. «Questo è il mio numero di cellulare. Nel caso volessi almeno farti un giro 'turistico' per la scuola, per valutare meglio l'offerta che ti abbiamo fatto... senza alcun obbligo di decidere subito se frequentarla o meno...».

«Va bene...» mormorò Yukina, accettando il foglietto.

«Dai, andiamo adesso. Abbiamo dedicato anche troppo tempo a questi professori!» la portò via per il braccio Ahmya.

«E-EHI, ASPETTA!» fece lei, prima che la chiusura della porta d'ingresso segnasse la loro uscita dal locale.

Rimasti da soli al tavolo, i tre insegnanti si confrontarono tra di loro, con Dragan che iniziò: «Harald... credo avresti dovuto essere più insistente, se volevi raggiungere lo scopo.».

«Non volevo esagerare.» scosse il capo Harald. «Fallito il tentativo di persuaderla a stare al dormitorio per tenerla d'occhio, speravo di ottenere comunque quel proposito invitandola a unirsi alla scuola, ma insistere l'avrebbe indotta a sospettare che volessimo sempre controllarla in qualche modo. Non volevo spingerla a pensare che ci interessasse a tutti i costi manipolare la sua vita, guadagnandoci la sua diffidenza.».

«Per noi era chiaro che volessi arrivare sempre a questo, Harald.» commentò Brave, muovendo la mano. «C'è qualcosa che ancora non ti convince del suo racconto, vero? Cosa, di preciso?».

«Il modo in cui sarebbe uscita dal Sentiero di Ghiaccio.» disse Harald, distogliendo lo sguardo. «Secondo lei, sono stati i suoi sentimenti per le emozioni altrui circa i duelli a farla uscire, oppure l'influenza dei Draghi della Barriera di Ghiaccio... eppure, applicando il suo racconto, Yukina esiste per mantenere un equilibrio tra Ka e Ba. Può un semplice desiderio di duellare spingere un luogo tra uno spazio interiore e un nascosto spazio reale, o dei Ka, a infrangere un simile equilibrio?».

«No... probabilmente no...» disse la sua Brave.

«Già. Certo, suppongo che comuni Ka non possano creare un corpo umano per generare un Ba di partenza... I Draghi della Barriera di Ghiaccio, nella storia del Duel Terminal, vengono definiti come esseri potentissimi, e pertanto lo devono essere almeno tanto da poter dare origine con la propria energia vitale a quella ragazza, ma questo ancora non basta a persuadermi sulla loro intenzione di far uscire Yukina nel nostro mondo solo per una smania di duelli ed emozioni.» si toccò il mento. «No... secondo me o Yukina non ci ha detto tutta la verità, oppure ci dev'essere comunque dell'altro. Qualcosa che deve aver a che fare con il fatto che gli Occhi delle Rune ci abbiano guidati alla sua presenza.».

«Contando questo, e se quei Ka sono davvero potenti come devono essere, allora il proposito di volerla tenere d'occhio va comunque applicato, in un modo o nell'altro.» disse Dragan.

«Esattamente, questa è l'intenzione.» disse Harald. «Brave, che ne diresti di rintracciare l'indirizzo di questa Kagetsu Ahmya? Vorrei che tenessi d'occhio la sua abitazione, per vedere se succede qualcosa che riguardi la sua ospite.».

«Posso provarci, e in qualche modo posso assentarmi dalle lezioni, ma mi sembra un po' poco per tenerla sotto sorveglianza.» notò Brave.

«Non è un problema... sarei lei stessa a farsi controllare da noi.» chiuse gli occhi il capotrio, con un'espressione astuta sul volto. «Lei stava letteralmente smaniando all'idea di stare alla Scuola Nordei per duellare... è solo Kagetsu che l'ha convinta a non andarci come studentessa. Ma poiché le ho detto che non aveva l'obbligo di decidere di frequentarla attivamente, sono pronto a scommettere che verrà a trovarci in maniera da non infrangere la promessa che ha fatto all'amica. È per questo che le ho lasciato il mio numero...».

«Questo è l'Harald che conosciamo.» sorrise Dragan.

«Più astuto che mai, eheheh...» rise Brave.

 

Più avanti, nelle ore notturne, in un'enorme stanza buia...

«Dunque... quell'evento si è compiuto.».

Diverse presenze si mossero leggiadre nell'ombra, riunendosi in un unico punto. Ognuna di queste pareva una figura umana... l'oscurità rendeva visibile, oltre a sagome di lunghe tuniche che arrivavano fino ai loro piedi, tenute da cinture.

«Presto, i vincoli si scioglieranno.» disse un'altra di queste figure, una dalla voce più femminile.

«Alla fine, sembra che dovesse iniziare per forza il proprio ciclo.» cominciò una voce più feroce.

«Ciò non cambia ciò che faremo.» si intromise un altro, facendosi più avanti. «Quando un equilibrio si rompe, il mondo non sta a guardare... e così anche noi, in quanto fattori determinanti della catastrofe, agiremo.». Strinse un pugno. «È ora per noi di muoverci sulla Terra.». Qualcosa si illuminò al centro della sua testa... un largo cerchio bianco a due anelli, al cui centro vi era un cerchio più piccolo da cui partiva una sorta di lancetta con all'estremità un terzo cerchio, circondato da piccole linee. «I Falsi Dei che parlano per bocca nostra... richiedono le loro offerte.».

 

Il giorno dopo...

«COSA?!» esclamò Ahmya, mentre Yukina si stava vestendo nella camera per gli ospiti della casa dopo una doverosa doccia. Rispetto a quella della figlia dello yakuza, la stanza era ancora immacolata.«Hai... chiamato quell'Harald?! Vuoi andare a quella scuola del piffero?! Domani?!!!».

«Sì, perché?» disse Yukina, alzandosi una spallina della sua t-shirt con cerniera frontale sopra il reggiseno blu per indossarla.

«Avevi detto che non ci saresti andata!» sbottò Ahmya, seccata.

«Ma non voglio frequentarla.» rispose in fretta Yukina. «Voglio solo farci un giro... duellare con qualcuno senza aspettare il prossimo duello di strada organizzato.». Gli occhi le scintillarono. «Harald ha detto che è pieno di duellanti... e non vedo l'ora di giocarci! È quella che chiamate 'impazienza', giusto?».

«Sarà, ma non approvo molto.» si sedette sulle coperte rosse del letto riservato all'amica dai capelli bianchi Ahmya, a braccia conserte. «Voglio dire, e se poi ti convincono a rimanerci?».

«Non ti fidi di me? Eddai... anche se vengo da un mondo più 'spirituale' credo di meritare un po' più di credito.» si lamentò la ragazza dai capelli bianchi. «Dai... ti assicuro che non ci rimarrò in pianta stabile, ci farò giusto un paio di giri.».

«Uff...» sbuffò Ahmya. «Non sono tua madre, purtroppo... Vai, se vuoi... ma ricorda la tua promessa.».

«Non lo farò, giuro.» annuì Yukina, girandosi di nuovo per finire di vestirsi. Ma, quasi subito, Ahmya si rifece sentire.

«Anzi... sai cosa? Verrò anch'io con te.».

«Eh?» si girò un'altra volta ancora la ragazza, sorpresa di sentirglielo dire. «Ma... non volevi che andassi io, e ora vuoi venirci anche tu?».

«Sì... suona un po' ipocrita, lo so.» ammise Ahmya. «Però voglio essere sicura che tu non mi tradisca sul più bello. E poi... non si sa mai cosa può succedere, in una scuola piena di ragazzi...».

«Oh-ho...» fece Yukina con un sorrisetto furbetto, avvicinandolesi e tastandogli la guancia con un dito. «Non è che fai tanto la dura e la restrittiva, ma sotto sotto sei preoccupata per me?».

«Non dire scemenze...» guardò altrove Ahmya. «Sono una metallara esagitata, io, non esiste che sia preoccupata per...».

«Allora come mai non mi guardi direttamente?» rincarò la dose lei.

«Per non dare corda alle tue fesserie.» rispose allibita l'amica metallara.

«Secondo me sei, come si dice... anche un po' timida... è 'timidezza' no? E dai, girati un po'.».

«Non serve, uffa.».

«Allora non ti interessa se ti faccio un po' di solletico, eh?».

«Che...?! GIÙ LE MANI!».

«E dai, è divertente! L'ho visto fare alla televisione, girigirigiri...».

«Sei peggio di una bambina... Ci ribaltiam-Ahah..!».

«Yukina, Ahmya, guardate che la cena è...» entrò in quell'istante Kagetsu Hyora, il padre di Ahmya, con i suoi soliti occhiali da sole in faccia. Si fermò però sulla soglia, abbassandoseli appena. «… è... pronta...».

Era entrato proprio quando Ahmya era ricaduta sulle coperte, con Yukina che stava per cercare di farle ancora il solletico. Ma in quel momento l'apparenza era un'altra, visto che era praticamente sopra di lei sulle braccia, e la spallina del vestito le era ricaduta giù, lasciando la spalla con reggiseno scoperta.

L'arrivo dell'appena introdottosi Hyora aveva portato entrambe a girarsi nella sua direzione. Quest'ultimo rimase fermo a ricambiare le loro espressioni sorprese per una frazione di secondo. Poi, si girò e disse tranquillamente: «Fate con comodo, ragazze, metto tutto in caldo.». Sospirò anche. «Ah, le ragazze di oggi... così scatenate a quell'età...».

«A-Aspetti, CHE HA CAPITO?!» esclamò in fretta Yukina.

«NON È COME SEMBRA, PAPÀ!» fece eco Ahmya, in pratica scaraventando giù dal letto Yukina per rincorrere suo padre. «E comunque, PERCHÈ CAZZO SEI ENTRATO SENZA BUSSARE, PADRE DEL CAVOLO?! C'erano delle signorine dentro la camera, MALEDIZIONE!».

Passato anche quel dì, Harald passò a prendere di buon ora al mattino Yukina con la sua D-Wheel. Poiché a sorpresa anche Ahmya si voleva aggregare alla compagnia, le due seguirono sulla moto di quest'ultima il professore fino all'edificio.

La struttura esterna della Scuola Nordei era quella standard delle altre scuole giapponesi, ma spiccavano tre blocchi distinti con enormi vetrate: una centrale e due laterali, dipinte di bianco, un riferimento ai Mostri Synchro di cui anche gli Dei Polari facevano parte e a cui era dedicata, con vetrate colorate dalle tonalità dominati delle tre divinità nordiche dei duelli. Tra quei blocchi, vi erano mura allungate dove si vedevano svariate classi, dietro le finestre annesse. Le punte del recinto esterno erano state modificate perché rassomigliassero ad appuntite lance – sicuramente un riferimento alla lancia di Odino, Gungnir – mentre all'ingresso dello stesso vi erano sculture di due martelli avvolti da fulmini, riferimento al Mjolnir di Thor.

«Non avevo ancora visto un edificio del genere.» disse sorpresa Yukina, togliendosi il casco datole dall'amica.

«Non è niente di che...» sminuì la cosa Ahmya. «L'italiano che ha organizzato questa scuola aveva semplicemente voglia di sistemare questo posto per renderlo notevole.».

«Fortunatamente Dragan non è qui con noi in questo momento, o avrebbe avuto qualcosa da ridire.» sorrise Harald. «In ogni caso, vi prego di seguirmi.».

Superata la recinzione, imboccarono una lunga strada che conduceva fino all'ingresso della struttura. Il suolo era tutto in porfido, un'enorme area pedonale insomma, con alcune fontane laterali e alcune statue della terza divinità, Loki, scolpite nell'atto di un inchino ai lati della via per entrare nella scuola, come ad accogliere i visitatori. Il sorriso riverente disegnato su quelle statue era quasi beffardo.

Superato l'ingresso e l'atrio, un grosso spazio con una receptionist e diversi armadietti per gli studenti ben allineati, salirono al secondo piano e si diressero lungo il corridoio seguente.

Le lezioni non erano ancora iniziate, e le porte di molte classi erano ancora aperte. Un sacco di adolescenti in uniforme scolastica, blu scura per i maschi e rosa con gonna nera per le ragazze, ma tutti con lo stemma della scuola appuntato sul petto – una striscia da cui ne partivano altre tre verso l'alto, con una quarta che invece scendeva in basso, chiuse in un pentagono rovesciato – spuntavano da queste, e notarono sia Harald che le ragazze al suo seguito.

«Ah, il professor Harald...» mormorò una ragazza con fare sognante.

«Chi sono quelle due, però?» disse un ragazzo.

«Quella con i capelli bianchi... è bellissima!» disse un altro. «Quanto vorrei che mi parlasse...».

«Hai visto gli occhi, le ciglia e i capelli? Sono tutti bianchi.» disse ad un altro suo compagno di classe uno studente. «Mai vista una ragazza con quelle caratteristiche fisiche. Viene da qualche posto particolare, o usa lenti e tintura?».

«Non lo so, ma la rendono ancora più uno schianto!» sospirò l'altro studente.

«Sarà una nuova studentessa?».

«Uhm... quella con i capelli neri l'ho già vista da qualche parte, anche se non a scuola...» mormorò una giovane.

«Quanti studenti...» si guardò intorno Yukina. «Di solito, quando apparivo da qualche parte dal Sentiero di Ghiaccio, vedevo tanta gente soprattutto negli stadi.».

«Qui non siamo ad uno stadio, ma non scherzavo quando dicevo che avresti potuto duellare ogni giorno.» disse Harald. «Abbiamo più di cinquemila studenti concentrati in questa scuola, con oltre trenta classi.».

«CINQUEMILA?!» si stupì la ragazza. «Sono davvero tanti!».

«Già, la fama della scuola è piuttosto alta.» ammise Harald.

«A parte questo... non per cambiare argomento... ma come fate tutti quanti voi a stare bene con questo caldo?» chiese la ragazza, sventolandosi il viso con una mano tesa. «Si muoreee...».

«Caldo? Veramente non fa poi così caldo...» osservò Harald.

«Non farci caso, Yukina lo dice tutti i giorni...» commentò Ahmya. «E pensare che va in giro in abiti leggeri...».

«Ah... sarà la sua energia fredda interiore, a farle questo effetto...».

«Sì, come no... piuttosto, ci dici dove ci stai portando?».

«Pensavo di condurvi alla classe dove devo tenere lezione, per cominciare.» rispose Harald.

Arrivarono alla classe, una delle poche dove erano tutti dentro. Entrati dentro, Harald richiamò subito gli alunni. «Ragazzi, un attimo di attenzione. Se volete per favore andare ai vostri posti...».

Ragazzi e ragazze smisero di conversare tra di loro, e ognuno andò al proprio banco. Yukina li guardava con vivo interesse.

«Oggi avremo un ospite speciale: la qui presente Yukina, accompagnata da quest'altra giovanotta, ha chiesto di presenziare qui per dare un'occhiata alla nostra scuola.» spiegò il leader del Team Ragnarok. «Spero che la tratterete bene durante la sua visita di oggi. Potrebbe sempre decidere di unirsi al voi...».

«Contaci...» sussurrò tra sé Ahmya, ironica.

«Vorresti dire qualcosa ai ragazzi, Yukina?» le suggerì Harald.

«Eh? EH?! Ah, sì... perché no?!» fece Yukina, distolta dall'attenzione che aveva per ogni singolo componente della classe che riusciva a vedere chiaramente. Fece un passo avanti. «Uhm...».

Ci fu un attimo di silenzio. Non le veniva in mente niente da dire, in verità... la classe aspettava pazientemente, controllata...

«Uhm... buon... duello a tutti!» si limitò infine ad alzare la mano in segno di saluto la ragazza, un po' titubante.

Quasi tutti i ragazzi dell'aula sbuffarono dalle narici come vaporiere appena attivate, e tutti insieme esclamarono subito:«GRAZIE MILLE, YUKINA!».

«Ehm... grazie a voi?» mormorò sbalordita Yukina, con fare involontariamente innocente.

“AAH, CHE RAGAZZA ADORABILE!” si disse mentalmente uno dei ragazzi più affascinati.

“Ora posso morire felice, dopo aver visto una ragazza del genere!” si mise quasi a piangere di gioia un altro.

«Bah!» scosse il capo Ahmya. Anche qualche studentessa della classe fece lo stesso gesto. Una dai lunghi capelli azzurri e dallo sguardo abbastanza serio, invece, si limitò ad osservare con attenzione le nuove arrivate.

«Bene... in verità, mancherebbero ancora una decina di minuti all'inizio della lezione...» guardò il proprio orologio da polso Harald. «Potete passarli facendo un po' più di conoscenza, se volete. Ma solo per dieci minuti, per l'appunto.». Quindi, si andò a sedere alla propria cattedra.

«GRAZIE, PROFESSORE!» esclamarono i ragazzi, precipitandosi da Yukina per parlarle. Questa quasi fece un passo indietro per la sorpresa.

«Ohi, calmatevi, voi!» si parò in mezzo Ahmya, come misura di sicurezza.

«Yukina, quanti anni hai?!» chiese uno.

«Quali sono i tuoi gusti?» incalzò ancora uno.

«Hai un ragazzo, per caso?!» disse un altro. «Se non ce l'hai, sappi che io sono super libero!».

«A-Ah...» fece una Yukina allibita, pensando:“Mi sono approcciata con poche persone, finora, ma... questi... sono strani forti...”.

«YU-KI-NAAA!» fece una voce musicale, spingendo via un bel po' di gente.

Si era fatto strada un ragazzo dai capelli verde acqua dalle strisce arancioni, con un ciuffo lungo che gli scendeva da un lato e uno corto la metà dall'altro. I suoi occhi erano color nocciola. Non indossava l'uniforme scolastica completa, al momento, dato che era con la camicia e con la cravatta grigia mezza sciolta e non con la giacca. Le sue maniche erano rimboccate, e c'era una sorta di insegna cucita sulla parte alta di una delle due con su scritto a chiare lettere: P.U.N.K.

«Piacere di conoscerti, Yukina!» esclamò questo, lieto, riuscendo a stringerle la mano. «Il mio nome è Hisakawa Aiko, e sono uno studente trasferitosi quest'anno alla Scuola Nordei. Che ne dici di unirti al P.U.N.K. ?!».

«Piacere m... ehm, che?» chiese Yukina, spaesata, lasciandosi scuotere la mano.

«P-U-N-K!» scandì lui. «Ossia Painters Unity Notorious Kind. È il nome del mio club d'arte! Dai, unisciti al P.U.N.K. !».

«Ahahah...» ridacchiò Ahmya, mettendosi un palmo sulla testa. «Che nome ridicolo è per un cavolo di club scolastico?!».

«Ti fa ridere?» la guardò Aiko, ignorando il suo 'insulto' al club. «È un fatto positivo. Unisciti anche tu ai P.U.N.K. , allora!».

«Ma che... ma manco morta!» esclamò la figlia dello yakuza, seccata. «Anche perché, a parte tutto, né io né Yukina siamo iscritte a questa scuola, perciò puoi pure continuare a sognare per l'eternità.».

«Ma i P.U.N.K. sono più di un club: sono un modo di vivere, un'alternativa al sogno, un qualcosa che deve esserci.» chiuse gli occhi il ragazzo dai capelli azzurri, sicuro di quel che diceva. «Più adepti ci sono, dentro e fuori dalla scuola, meglio è. E, in ogni caso, il professor Harald ha detto che forse Yukina potrebbe decidere di unirsi alla scuola, tanto vale iniziare a cogliere l'adesione.».

«Ehi, i tuoi sproloqui falli altrove, Hisakawa!» intervenne uno studente.

«Eh, noi volevamo conoscere Yukina prima di te!» protestò uno più corpulento.

«Queste sdolcinatezze non si possono mettere in primo piano rispetto all'arte.» scosse il capo Aiko. «Dovrete aspettar...». In quel momento, una mano gli afferrò la spalla, tirandolo indietro con una certa veemenza. «Oh, ehi!».

«Non fate caso ai modi di Aiko, ragazze.» sorrise la persona che l'aveva tirato indietro, facendosi avanti. «Propone questa cosa a praticamente ad ogni persona che vede, ormai per lui è una specie di ossessione.».

Era stata la ragazza dai capelli azzurri che non si era unita al dissenso nei confronti dei ragazzi. Aveva la stessa uniforme delle altre ragazze: di colore rosa, con lo stemma della scuola, con sotto una camicetta dal nastro al colletto che spuntava da sotto l'uniforme stessa, con una gonna corta avente una striscia bianca che le faceva il giro. Portava anche delle calze scure con altre due strisce in cima, e scarpe marroni. La sua chioma, che arrivava facilmente fino alla schiena, dal volto le copriva le orecchie con alcuni ciuffi che le giungevano quasi al mento. Sul lato sinistro della faccia aveva una piccola cresta che le nascondeva un po' di più la fronte, rispetto agli altri ciuffi che si allungavano da una piccola stempiatura dal lato destro per finire in linea con il naso da una parte e sovrapposti agli altri ciuffi vicino all'orecchio di quello stesso lato. In cima alla testa, due ennesimi, ma molto più piccoli ciuffi le si orientavano in direzioni opposte. I suoi occhi erano verde chiaro.

«E tu saresti...?» disse Ahmya.

«Kyosuke Elise. Molto lieta.» sorrise la ragazza. «Benvenute alle Nordei. Tu sei Yukina, hai detto...».

«Sì, esatto.» annuì Yukina, facendo poi un leggero inchino. «Grazie mille del benvenuto.».

«Per caso... 'Korihoshi' Yukina?» domandò Elise.

«Oh?» disse Yukina. «Mi conosci?».

«Certo che ti conosco. E conosco anche la ragazza che è con te.» spiegò Elise, chiudendo gli occhi. «Kagetsu Ahmya, giusto?».

«Come fai a...?» chiese a sua volta Ahmya.

«Dei conoscenti delle mie compagne di classe hanno visto il duello di Yukina vicino al capannone abbandonato di due giorni fa.» le spiegò Elise. «Però a te ti conoscevo già, di fama... sei la figlia di Kagetsu Hyora, giusto?».

Un brusio percorse i ragazzi lì intorno, che rabbrividirono.

«La... figlia dello yakuza?» si domandò uno.

«Accidenti... forse dovremmo stare attenti...» sussurrò un altro.

«E allora?» disse Yukina, sentendo quelle parole anche dal pubblico. «Ahmya è una persona gentile, mi ospita a casa sua, e lui e suo padre si preoccupano delle mie necessità. Anche se non capisco bene quanto peso abbia questa storia degli 'yakuza', si vede che chi è qui non la conosce.».

Altro brusii.

«Una figlia di yakuza che ospita gente in casa sua?» fece uno. «Sembra inverosimile...».

«Non è che Yukina ha qualche legame con la sua famiglia?».

«Ma no, è troppo bella e a modo per avere qualche legame diretto con la famiglia. Magari è soltanto stata circuita in qualche modo...».

«Credo che mi abbiate fraintesa.» affermò a tono Elise. «Personalmente non mi importa se sei la figlia di un mafioso o affini. Anche se, lo devo dire... la tua scelta di giocare nei duelli di strada... e, ho sentito, forse anche in quelli illegali, la reputerei... abbastanza immorale, per una duellante...».

«Come me ne fregasse qualcosa, di come la reputi.» sbottò Ahmya, con una certa impertinenza. «Non ho bisogno della tua pietà o approvazione... né di quelle di qualcun altro. Ma, da come parli, è chiaro che ti godi molto il fatto di stare in una scuola come questa, con le porte spalancate per arrivare in alto nel mondo dei duelli, senza preoccuparti di nulla che possa ostacolarti...».

«… è così che la pensi?» disse Elise, contrariata. Non sorrideva, nel dirlo. «Purtroppo le cose non sono sempre sono rosee come sembrano... mi devo impegnare costantemente, per riuscire dove vorrei. Non è facile neanche stando qui.».

«Certo... tanto non puoi capire...» borbottò Ahmya, innervosita. Yukina la guardò, rendendosi consapevole che qualcosa non andasse. C'era una certa tensione ora, sulla scena...

«Non è il caso... forse... che cambiate argomento?» trovò Aiko, con la stessa consapevolezza di Yukina.

«Con quali, sempre con quelli dedicati al tuo caro P.U.N.K. ?» osservò Elise, incrociando le braccia.

«Perché no? Dopotutto, sei tu che mi hai buttato fuori dalla conversazione prima che avessi finito.» le rispose Aiko. «Proprio quando stavo per iniziare a proclamare i benefici del Peerless Ultra Nascent Keepers...».

«Uh? Ha cambiato parole per il gruppo?» domandò Yukina, un po' allibita.

«Sì, e presto le cambierà ancora, vedrai.» ammise Elise, con la tranquillità di chi sembra aver a che fare con la stessa cosa ogni giorno. Comunque, continuò dicendo: «Ad ogni modo... ammetto che ero curiosa di conoscerti, 'Korihoshi'.».

«Come mai?».

«'Come mai?', mi chiedi?» disse Elise, mettendosi una mano sull'anca. «La duellante che possiede tutti e tre i Draghi della Barriera di Ghiaccio nel suo Deck... tramite quei due che hanno assistito al tuo duello, la voce è giunta anche fino a me. Non si può non venir attirati da una simile novità.».

«I TRE DRAGHI DELLA BARRIERA DI GHIACCIO?!» esclamarono in coro i ragazzi intorno a loro, increduli.

«Con questa premessa, mi chiedevo...» disse Elise. La sua espressione divenne più combattiva. «… saresti abbastanza per soddisfarmi?».

«Intendi in un duello?» domandò Yukina, subito interessata. «Che ne diresti di...?» proprio in quell'istante, una campanella risuonò nei corridoi esterni.

«Stop, ragazzi.» intervenne Harald, alzandosi dalla sua cattedra. «Tutti di nuovo ai vostri posti, i dieci minuti sono scaduti.». Elise dovette allontanarsi dalle due visitatrici, lasciandole con un'ultima occhiata.

Non appena gli studenti furono di nuovo seduti, l'insegnante si guardò intorno, cominciando: «Ora che avete parlato un po', direi che Yukina può sedersi...».

«Qui c'è un posto libero, professor Harald!» esclamò uno studente.

«Anche qui, prof!» si sperticò un altro dal suo posto.

«… al posto vicino alla cattedra.» sentenziò il professore.

«Nooooo...» fecero i giovanotti, delusi.

«Io ero venuta qui per duellare, però!» notò Yukina.

«Abbi pazienza, oggi devo prima tenere un'ora di Storia...» osservò Harald. «In compenso, le altre due ore seguenti le dedicheremo ai duelli.».

«Ok... cercherò di aspettare.» comprese la ragazza, sedendosi.

«Tu, Kagetsu, puoi sederti dall'altra parte, se vuoi.» disse Harald.

«No, grazie.» biascicò tra i denti Ahmya, girando i tacchi e dirigendosi alla porta. «Non ho voglia di sorbirmi un'inutile lezione, circondata da gente inutile.».

«Ehi, cos'ha detto quella?» protestò una studentessa.

«Bada a come parli!» esclamò un ragazzo.

«Calma, ricorda che è la figlia di uno yakuza...» gli suggerì un altro, intimorito.

«Kagetsu Ahmya... forse non sarai una mia allieva, ma questa è pur sempre la mia classe. Abbi un po' più di rispetto.» la esortò Harald, con uno sguardo più serio.

«Quando hai finito mi trovi fuori, Yukina.» lo ignorò Ahmya, imboccando l'uscita della classe e richiudendosi la porta alle spalle.

«Ma che le è preso?» si domandò Aiko, confuso.

“Ahmya...” pensò Yukina, preoccupata.

«Beh...» sussurrò Harald, concentrandosi sulla classe. Aveva un registro in mano, adesso. «Direi di iniziare dall'appello... Ah, Hisakawa, gentilmente... mettiti la giacca d'ordinanza, almeno.».

«Oook...» sospirò Aiko, recuperando il capo d'abbigliamento.

Il resto dell'ora passò con Harald che approfondiva argomenti culturali giapponesi. Yukina non tardò a crollare dalla noia, in quanto erano argomenti che certo non le interessavano.

«E poi, nel lontano... Ehi, Yukina, sveglia!» la picchiettò con il libro sulla testa Harald.

«OH, ehi!» si coprì il punto colpito la ragazza dai capelli bianchi, riavendosi. «C-Che c'è?».

«Stavi dormendo...».

«M-Ma mica mi interessa, la lezione...».

«Lo so, non dovrei dirtelo, visto che sei solo in visita, ma questa è sempre l'aula di una classe. Non vorrei che dessi un brutto esempio agli altri.» la criticò il leader del Team Ragnarok.

«Uffa...» sbuffò Yukina.

“Perché non l'ha lasciata dormire?” pensò scontrosamente un alunno.

“Sembrava un angelo mentre riposava... la vorrei sposare.” pensò un secondo con aria sognante.

«Uhm, sembra che l'ora di Storia sia finita.» disse il professore, nel sentire la campanella del cambio ora da fuori. «Bene, ragazzi, abbiamo davanti a noi due intere ore dedicate ai duelli.».

«Finalmente!» esclamò Yukina, come resuscitata dal proprio torpore.

«Poiché abbiamo la nostra visitatrice con noi, direi di lasciare che sia lei ad aprire le danze. Ha già dovuto aspettare un po' per arrivare a questo momento... perciò, chi vorrebbe duellare con lei?» disse Harald.

«IO, IO!» si fecero subito avanti i maschi.

«Vorrei essere io la prima, professore.».

Tra le mani alzate c'era anche quella di Elise, la quale sorrideva nel pronunciare quelle ultime parole.

«Vorresti duellare tu?» disse Harald alla ragazza.

«Certo: a differenza dei ragazzi dal sangue caldo che hanno chiesto di farlo per motivi puramente poco... pratici, io lo faccio perché penso che duellare con qualcuno che possiede i Tre Draghi Glaciali del Duel Terminal possa essere un buon aiuto alla mia crescita come duellante.».

«Capisco...» chiuse gli occhi l'insegnante. «In tal caso, è tutta tua.».

«Le sono grata, professore.» lo ringraziò la ragazza, mentre gli altri pretendenti abbassavano le mani con disappunto.

«Per te va bene?» disse poi lui, rivolgendosi a Yukina.

«Io sono già pronta.» confermò Yukina, che si era già infilata al braccio il Duel Disk che portava precedentemente alla cintura.

«Andiamo, si scende tutti all'arena dei duelli.» esortò gli studenti l'insegnante.

Tutti quanti si spostarono al primo piano, raggiungendo un'area a cupola al centro del quale si trovava l'arena dei duelli della Scuola Nordei. Lo spazio al suo interno era davvero enorme, e la piattaforma centrale dove si disputavano le sfide altrettanto grande, connessa a vari cavi a terra in maniera simile ad altre scuole.

Sulla pavimentazione della piattaforma vi erano disegnate diverse delimitazioni bianche rappresentanti il terreno di gioco, almeno sei in totale, atte a disputare contemporaneamente lo stesso numero di partite. Non mancavano anche diverse panchine bianche in metallo fissate all'area esterna intorno ad essa a formare gli spalti, per chi voleva osservare i duelli in comodità senza intralciare i giocatori.

«Oh... quanto spazio...» sussurrò Yukina, guardandosi intorno. «Meno che in certi stadi, ma... quanto spazio...».

«Non stupirti troppo. Potresti consumare lo stupore necessario a ciò che accadrà durante il duello.» sorrise Elise, mentre una sua amica le passava il Duel Disk, un modello standard dalle linee gialle. «Grazie...».

«Mi spiace, ragazza, ma draghi o non draghi, non ce la farai.» disse una studentessa altezzosa.

«Elise è una delle migliori duellanti della Scuola Nordei, non perderà contro l'amica della figlia di uno yakuza.» la indicò un'altra con cui faceva comunella.

«Silenzio, voi due.» le guardò Elise, seria. «Non voglio che mettiate a disagio la mia avversaria. Di chi sia amica, questo non influisce di una virgola sulla natura della forza, e se ha sconfitto Morimoto Daren, un duellante che ha partecipato a diversi eventi con buoni risultati, non dev'essere poi così debole.».

«Oh... scusaci, Elise...» mormorò la prima, pentitasi subito delle sue parole.

“Rispetto...” pensò Yukina, nel seguire la ragazza per la scaletta dell'arena che conduceva sopra ad essa, affascinata. “Questo... è il 'rispetto per un proprio pari' di Elise?”.

«Ehm... professore... è un problema se per stavolta guardiamo questo duello, prima di duellare anche noi?» domandò un ragazzo bruno ad Harald. «Vorremmo vedere cosa accade in questa partita...».

«Eh, alla prima occasione ne approfittate...» sospirò Harald. Poi sorrise. «Ma va bene. Andate a sedervi.».

«EVVAI!» esultarono i ragazzi nel piazzarsi giusto tra gli spalti e la base dell'arena per assistere, imitati dalle compagne di scuola, pensando contemporaneamente:“Un duello tra una delle ragazze più popolari della scuola e quello splendore dai capelli bianchi! Che fortuna!”.

«Chissà che dopo il duello non le becchi entrambe dell'umore giusto per farle unire al P.U.N.K.» disse speranzoso Aiko.

Intanto, Yukina ed Elise si disposero ai lati di una delle delimitazioni bianche dello spazio da duello.

«Spero tu sia pronta.» disse Elise, attivando il Duel Disk e facendolo, aprire. «Qualcosa mi dice che sarà un bel duello.».

«A chi lo dici.» sorrise Yukina, facendo lo stesso. «Farò del mio meglio. per vincere.».

«Anch'io...».

«Molto bene, ragazze... non credo di dovervi spiegare le regole.» disse Harald, raggiungendole da un lato per fare da arbitro. «Avete già stabilito chi prende il primo turno? Altrimenti, lanciamo una moneta.». Tirò fuori uno yen, e velocemente sbrigarono la pratica. «Perfetto. Annuncio il match: Yukina contro Kyosuke Elise. Iniziate!».

«DUELLIAMO!» annunciarono all'unisono le ragazze.

  
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