30/11/2023
4 recensioniIl mio uccello può entrare dove vuole
Ci sono cose che non cambiano mai, ormai Sasuke dovrebbe averlo imparato. Eppure, lì sul treno diretto verso il suo ultimo anno a Hogwarts, ci sono molte cose che avrebbe voglia di fare, e andare a parlare con dei Grifondoro a quell’ora del mattino non rientra tra queste.
Ma è suo dovere di Prefetto e Capo Scuola – la spilla nuova di zecca, che ha indossato solo qualche minuto prima, brilla come a ricordarglielo – quindi eccolo lì, bacchetta alla mano e faccia annoiata – anche più del solito.
«Il tuo uccello è di nuovo entrato nel nostro scompartimento, Uzumaki», dice, piatto, rivolto al Grifondoro più fastidioso di tutti. «Se non sai tenerlo a bada sarebbe meglio non portarlo proprio».
Il suo tono rimane piatto, il viso indecifrabile, ed è solo grazie al suo autocontrollo se riesce a reprimere il ghigno che sente premere agli angoli della bocca.
La faccia di Naruto, però, vale tutto lo sforzo: il ragazzo avvampa, stringe i pugni, cerca con gli occhi la bacchetta, pronto al duello. Ci prova, a contenersi, perché deve farsi bello davanti ai suoi amici, reprimere la natura da testa di cazzo di qualsiasi Grifondoro e dimostrare di essere superiore in tutto, persino nei litigi.
Ma Sasuke sa che sta bollendo di rabbia – e si diverte troppo a vederlo scoppiare.
«Il mio uccello può entrare dove gli pare, Uchiha», risponde Naruto – e Sasuke può vedergli le mani tremare, ma il tono rimane fermo per questione d’onore.
«E smettila di comportarti come se fosse tutto di tua proprietà. Il treno è della scuola, e non ci sono solo Serpeverde con la scopa nel culo qua dentro».
«Purtroppo», aggiunge Sasuke, quasi a volergli completare la frase. «Ma il tuo gufo sta cagando in giro, vedi di riprendertelo o te lo impaglio».
E gira i tacchi, Sasuke, senza guardarsi indietro – certo che gli ordini saranno eseguiti.
Ma più tardi, su quello stesso treno, in uno scompartimento vuoto e senza gufi, Naruto gli mostra un altro tipo di uccello – e questo, no, Sasuke non vuole che lo tenga a bada. Ha la divisa sgualcita dalla fretta, la cravatta legata attorno ai polsi e la spilla nuova di zecca che gli preme a terra, vicino al ginocchio, ma non gli importa che si sporchi, o che gli faccia male. Guarda in alto e Naruto ricambia – lo sguardo liquido di piacere e una scintilla di malizia negli occhi.
«Te l’ho detto, Sasuke», sussurra. «Il mio uccello può entrare dove gli pare».
Non intendo offrire giustificazioni in merito.
Questa l’ho pubblicata perché evidentemente sono in fase ipomaniacale – e la NaruSasu mi mancava troppo.
Poi, questo mese non ho pubblicato niente delle cose che volevo finire di scrivere – MadaSasuNaru a parte – quindi… Eccoci qua, signor giudice.
Alla prossima XD
Tsuki