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Autore: crazy lion    02/12/2023    1 recensioni
Attenzione! Sto scrivendo una lunga poesia Alternate Universe su Taylor Swift che parlerà in modo più approfondito di lei e Sadie. Questo non è il sequel dei due componimenti precedenti, perché in quello su cui sto lavorando il terzo giorno accadranno altre cose.
Nella seguente poesia ho voluto raccontare una serie di dolci momenti fra la ragazza, che - ricordo a tutti - è una scrittrice affermata, e la piccola dragonessa che è uscita dal suo computer e che ha adottato. Sono insieme da tre giorni e quella mattina Taylor riesce a scrivere per qualche ora, anche se non in modo continuativo, poi le due si divertono in una maniera particolare ma bellissima che servirà, forse, a unirle ancora di più.
Come le altre due, anche questa poesia è ambientata nel nostro mondo, in cui le creature soprannaturali e magiche esistono, è normale per tutti che ci siano e gli umani adottano alcune di esse. Ciò che è successo a Taylor è un tipo di adozione particolare e raro.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Fantasy, Fluff, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Swift
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un amore senza confini'
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But I close my eyes, and I'm somewhere else
Just like magic
[…]
And when I'm feeling alone
You remind me of home
[…]
And when the world isn't fair
I'll pretend that we're there
(Taylor Swift, Christmas Tree Farm)
 
 
 
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
 
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling
 
This innocence is brilliant
I hope that it will stay
This moment is perfect
(Avril Lavigne, Innocence)
 
 
 
TUTTO TRANNE CHE ORDINARIA
 
Nel regno della mia camera da letto,
perché è sempre così che l’ho chiamato,
visto che in esso scrivo – e quindi lavoro – e leggo,
è entrato qualcun altro, da tre giorni a questa parte.
 
È uscito dal mio computer verso sera,
e proprio non me l’aspettao,
ma adesso, come tanti, anch’io
ho la fortuna di avere un drago.
 
“Ah!”
“Sì, sei tu, amore mio” ti rispondo,
mentre ti accarezzo le scaglie bianche
e affondo le mani nel tuo pelo folto.
Sadie, la mia dragonessa, mia figlia, la mia bambina,
piccola, amorevole e preziosa.
 
È mattina e io inizio la mia prima sessione di scrittura.
Mi siedo al computer, apro il documento,
faccio il punto della situazione, per capire
dove sono arrivata e cosa viene dopo;
e, nel momento in cui mi sento pronta,
comincio davvero a scrivere.
 
Sorrido quando tu prendi a giocare con un sonaglio.
Mentre questo ti intrattiene, io vado avanti.
“Aaaah!” esclami, mentre
voli e svolazzi per la stanza.
Faccio sì che succeda lo stesso
anche nella mia storia.
 
Alexis, la donna che ha trovato
e subito adottato, il cucciolo di drago
che porta il tuo nome,
vive a Londra, una città che mi è molto cara.
 
Ci sono stata più di una volta, ma ricordo
con maggior precisione quelle in cui,
a dieci e poi quattordici anni,
ci sono andata con i miei genitori
e mio fratello minore, Austin.
 
È una bellissima città,
sicuramente meno trafficata di Los Angeles,
e, avendo ambientato tutti i miei romanzi qui,
stavolta ho deciso di cambiare
e di fare in modo che la storia si svolgesse lì.
Ho scattato tante foto, ho dei bei ricordi,
quindi riesco a scrivere della protagonista che si sposta con il cucciolo senza difficoltà.
 
Alexis ti ha già fatta conoscere alla sua famiglia,
tu ti sei trovata a tuo agio,
ma per le amicizie e altre persone
ha deciso di aspettare. Io invece,con te,
attenderò ancora qualche giorno.
Siamo state fuori, ma sento che dobbiamo legare di più,
che ti devi fidare di me più di quanto tu faccia già,
perché la fiducia che hai è incondizionata,
come quella dei bambini piccoli versola mamma.
 
Ma soprattutto, più ei ogni altra cosa,
per me sono importanti il tuo benessere
e la tua sicurezza. Non vorrei
che introdurti subito a tutti ti facesse paura.
 
Tu non sei come la Sadie della mia storia,
hai un carattere estroverso con me, ma quando
ieri sono stata al telefono con mia mamma,
e poi hai sentito la voce dei vicini mentre eravamo fuori,
ti sei spaventata e messa a piangere.
 
La cosa migliore, dunque, è attendere.
Vederti volare, giocare
e inseguire i giocattoli per poi
prenderli con la bocca mi fa sorridere.
Ieri siamo state fuori, ma tu mi sei sempre rimasta vicino
anche quando eravamo dentro un luogo chiuso e protetto.
Aspetta, Taylor, aspetta.
Lasciale i suoi tempi, non avere fretta.
 
La mia voce interna,
che forse è quella del mio cuore,
o anche – probabilmente – della mia testa,
tante volte si sbaglia,
ma questa le do al cento per cento ragione.
 
Finisco di scrivere dopo un paio d’ore,
che non ho fatto a sprint di venticinque minuti
tutte quante ininterrotte, perché
tu hai voluto giocare, ma questo
l’avevo già messo in conto, quindi
non mi è affatto dispiaciuto.
 
Sono comunque contenta non solo del numero
di parole che sono riuscita ad accumulare,
ma anche d aver fatto progressi nella storia.
E, avendo un cucciolo di drago da gestire,
mi sento fiera di me stessa, poiché,
be’, non è stato affatto facile.
 
“Io ho un drago da riporto” dico,
mentre spengo il computer
e ti dedico tutta la mia attenzione.
“Vai!” Ti lancio una pallina di gomma, facendola rotolare,
e tu corri a recuperarla. Mi guardi,
poi torni pian piano e me la dai in mano.
“Mam-mam-mam-mam-mam.”
 
Non vuoi davvero dire “Mamma”,
perché non puoi ancora parlare.
Imparerai con il tempo,
nel corso dei prossimi mesi, pian piano.
 
Ti accarezzo le scaglie.
“Mmmmm” dici tu, con un versetto deliziato.
“Sei stata una bravissima cucciola
e una dragonessa fantastica, questa mattina.
Grazie per avermi aiutata a scrivere, Sadie.”
 
Mi sei di ispirazione.
Ti tengo sempre con me, per il momento,
e ogni volta che mi siedo a scrivere
mi sento piena di nuove idee che mi vengono in mente;
non perché sei un drago, ma poiché
con i miei animali precedenti
è stato così, sempre e da sempre.
Ho avuto un cane e tanti gatti, ma
a quanto pare funziona anche con altri.
Dovrei provare con Kitty,
la cagnolina di mia mamma.
 
Mi metto a ridere sempre più forte.
“Ma che cagnolina! È un alano.”
Tu ridi con me, anche se non capisci quello che ho detto.
Mi salti in braccio,
ti stendi sulle mie gambe e
dormi, per diversi minuti.
Io rimango a guardarti, incantata.
 
Il tuo respiro, calmo e regolare,
mi aiuta a rilassarmi ancora di più.
Sei tranquilla, hai una zampina
davanti agli occhi per proteggerti
dalla luce solare che entra dalla finestra
e questo ti rende ancora più tenera.
 
Ogni tanto agiti la coda,
oppure la arricci,
o muovi le zampe: stai sognando.
Vorrei sapere cosa,
vorrei saperlo proprio tanto.
 
Chissà se siamo insieme. Spero di sì!
O magari sarai da sola, a vivere, in
un mondo immaginario, cdalla tua mente creato,
quali fantastiche, mirabolanti avventure.
Devono essere bei sogni, comunque,
perché sospiri soddisfatta e felice.
“Mi fai una tenerezza” mormoro.
 
“Uah!”
Mi ero talmente concentrata nel guardarti
e a pensare a te e ai tuoi sogni, che non mi sono accorta
che ti sei girata, hai sbadigliato
e ora hai gli occhi aperti e mi stai guardando.
“Buongiorno, piccola. Hai fatto una bella dormita?”
 
Tu ti sollevi, ti sistemi in verticale
contro il mio ventre, mentre io ti tengo
con una mano sulla pancia e fra le zampe
E ridi. Ridi di gioia pura.
 
“A quanto pare sì. Ne sono felice.”
Scendiamo in cucina e io mi preparo un caffè
e mi prendo un croissant alla marmellata
da uno degli scaffali della dispensa.
Tu voli dentro di esso per curiosare,
ma io ti tiro fuori subito e lo chiudo.
“No, lì ci sono le cose da mangiare, Sadie.
Non le puoi toccare, anche se sei pulita.”
 
Siccome puoi mangiare il cibo umano,
e questo non ti fa per niente male,
divido a metà la brioche con te e poi
mangiamo insieme un biscotto al cioccolato.
 
Mi tocchi la gamba con una zampa.
“Non posso darti il caffè,
quello non ti fa bene.
Ho del latte, se vuoi.”
Te lo metto nella ciotola, tu lo annusi
e poi prendi a leccarlo. “Mmm, mmm, mmm!”
 
Dai gorgogli che fai, ti piace davvero da matti e ne vorresti ancora.
“Domani, te lo prometto, piccola.
Hai mangiato e bevuto abbastanza, per adesso.
Vai alla ciotola dell’acqua, se hai ancora sete.”
Ti parlo sempre con tono dolce e gentile.
 
E, come se avessi capito, tu ti dirigi
subito lì. Bevi molto, il che è un buon segno.
Bere ti fa bene, ed è importante
che tu lo faccia in ogni stagione,
anche adesso che è quasi inverno,
 
“Ah lala, lalalalala|!
Siamo in salotto e, mentre indichi le scale
con una zampa, mi fai capire anche – attraverso la voce –,
che stavolta è piuttosto forte, devo ammetterlo,
un messaggio tanto semplice quanto chiaro:
“Mamma, voglio andare di sopra
a giocare ancora, a divertirmi con te.”
 
Sorrido, tu mi tocchi il viso
e il mio cuore si scalda ancora di più d’amore.
“Ma possiamo farlo qui, amore,
hai giocattoli anche sul tappeto.”
 
“Ba-ba-ba, gah. Ghiau!”
Voli sul corrimano e resti lì, in equilibrio.
Il mio cuore salta più di un battito.
Ti prendo al volo, prima che rischi di cadere.
 
Non vorrei che si ripetesse quello
che è successo ieri. Mentre volavi
sei finita sul divano e ti sei spaventata.
 
La cosa è stata brutta per me,
ma soprattutto per te e voglio evitare
che tu resti scioccata o traumatizzata.
 
“Iiiiih” dici quando sei fra le mie braccia.
“Va bene, hai vinto tu, torniamo di sopra.”
Apro la finestra per far entrare un po’ d’aria,
anche se ho intenzione di chiuderla in fretta
perché il vento è molto freddo quest’anno.
 
Voli sul davanzale, guardi la città,
indichi le persone, le macchine, ti abitui ai rumori,
e io penso che domani ti porterò dal veterinario.
Ne hai bisogno per una visita di controllo,
e poi è giusto che tu viva un’altra esperienza
di un breve viaggio in automobile.
Ieri ti ha fatto un po’ paura,
anche se meno di quella che pensavo.
 
“Ah!” esclami. E poi lo ripeti, ancora e ancora.
“Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah!”
La tua voce fa eco e io rido: pensi che
ci sia qualcuno laggiù, da  qualche parte.
“Davvero? C’è un’altra cucciola di drago
proprio come te?” ti chiedo e sto al gioco.
“Sai una cosa? Sarà simpaticissima, ma
Di certo non bella come te. Sadie, tu sei
la dragonessa bianca più bella del mondo.”
 
“Uiiiuuuh!” continui a gridare.
Io rido ancora più forte e,
quando vieni fra le mie braccia, da sola,
ti stringo a me e la mia bocca
si apre in un sorriso radioso.
Il tuo musetto si illumina,
come sempre quando sei con me.
 
Chiudo la finestra e tu Sali sulla scrivania.
“E adesso che cosa vuoi fare, birbante?”
Tocchi il vetro lasciando impronte dappertutto.
Non ti voglio sgridare, anche
se so che poi dovrò pulire.
Sarebbe inutile, non capiresti.
Guardi la tua immagine riflessa.
“Pappappappappa! E-gu, ah mmm.”
 
Ma l’altro drago che vedi non ti risponde.
Stai per metterti a piangere, perché ti lamenti,
quindi mi precipito da te.
Ti prendo in braccio e ti giro verso di me.
 
“Non preoccuparti, Sadie, quel draghetto
È solo un po’ maleducato. Vedrai,
nei prossimi giorni troveremo
animali, o specificatamente draghi,
con i quali potrai giocare, te lo prometto.”
 
Devo trovare qualcosa che ti intrattenga,
anzi, una cosa che possiamo fare insieme.
Hai voglia di giocare ma, stavolta, non più da sola
o con me a spizzichi e bocconi,
come prima mentre stavo lavorando.
 
Vuoi che la mamma resti con te
e divertirti con lei.
“Io sono qui per questo, Sadie.
Amo giocare con te, lo sai?”
Sì, qualcosa assieme, bello,
ma cosa, esattamente?
Tu gorgogli, impaziente. “Sì, ho capito.
Lasciami pensare solo per un attimo, okay?”
 
E in quel momento mi viene un’idea.
Ti metto per terra. “Aspettami qui.
Non uscirò dalla stanza, promesso.”
Apro l’armadio, trovo la borsa
e tu sei attirata dal rumore della cerniera.
Cerchi di entrare, ma io ti fermo prima
che tu possa volare o saltare.
“Non ci pensare neanche!”
Stavolta la mia voce è più dura.
Sei lunga dalla mia mano fino al gomito,
ma se rimanessi chiusa lì e ti addormentassi,
come facevano una volta i miei gatti,
forse ti troverei dopo ore, e direi
che non è proprio il caso che accada.
 
“Se aspetti un attimo e fai la brava
tiro fuori proprio un bel gioco.
Vai sul pavimento o sul letto, però.”
Tu obbedisci e ti sdrai sulla coperta,
ma continui a guardarmi, vivace e attenta.
 
Io prendo il portafoglio in mano, lo apro
e guardo quanti soldi ho. Li conto,
poi le monete tiro fuori e le tengo fra le mani.
“Sette dollari e ottantaquattro centesimi.
Direi che sono più che abbastanza,
per quello che ho voglia di farti fare.”
 
Nei tuoi occhi brilla la curiosità, una sempre più viva,
perché non hai mai sentito questi rumori prima.
E quello dei soldi, soprattutto,
la tua attenzione deve attirare,
a quanto pare, in modo particolare.
 
"Eeeh?" chiedi, non solo perché sei curiosa,
ma anche poiché sei innocente.
“Uh, che cosa sarà, piccola?
Che cosa sono questi rumori?”
“Uh” ripeti e io sorrido.
Mi piace parlarti. Non lo faccio troppo,
ma è importante: serve per stimolarti.
È la stessa cosa che si fa con i bambini.
E adoro avere un dialogo con te,
mentre emetti questi versetti così carini.
 
Fai un balzo e atterri sul pavimento,
ti sistemi fra le mie gambe, seduta,
e osservi le monete davanti a te.
Non le tocchi,, non ancora,
"Questi sono due dollari, questo è solo uno,
hanno centesimi diversi, di grandezze differenti.
Vedi? Ecco i cinquanta, i venti, i dieci,
i cinque, i due e quelli da un centesimo.”
 
Con dita delicate li raccolgo
a uno a uno e poi li lascio cadere a cascata,
Ogni moneta fa musica, un rumore diverso per ciascuna.
Poi li riprendo in mano, pian piano.
Ripeto il gesto, solo che ora
lo faccio in maniera più lenta,
un dollaro alla volta, un centesimo alla volta,
in modo che anche tu possa apprezzare di più,
come me, il suono di ogni singola moneta che gira o rimbalza appena.
 
Incantata, guardi come esse cadono a terra.
Le prendi con la bocca, le tieni fra le labbra
e poi le stringi fra i denti, ma le sputi.
Volevo farti provare quest’esperienza,
anche se temevo che le ingoiassi
quindi sono stata attenta.
Non è successo, hai fatto la brava.
 
xdxIo le pulisco con un fazzoletto
dalla tua saliva. “Sadie, che schifo!”
Tu non ti rendi nemmeno conto
che quel commento era rivervato a te.
"No, piccolo mio, queste non sono per un banchetto,
Sono giocattoli con cui giocare, un tesoro, almeno".
 
Il loro vero scopo per te resterà un mistero,
almeno fino a quando non sarai in grado di capire e parlare.
Per il momento, secondo me,
sarebbe troppo difficile da spiegare.
 
Tu annusi le monete a una a una,
poi le sollevi e te le porti ancora al naso.
Starnutisci e il tuo viso si contorce per il disgusto.
Io rido delle tue buffonate, mentre
afferri di nuovo le monete con le zampe,
Un'ultima occhiata di curiosità, poi attraversano la stanza e si alzano in volo.
 
Ci divertiamo come bambine, in un mondo fatto di gioia,
Le prendi a mezz'aria, uno spettacolo a dir poco sbalorditivo.
Te ne cadono molte, ma va bene così.
Tu voli, corri, le riporti indietro con gioia.
Creiamo torri con i dollari da due alla base
e i centesimi a formare le parti più alte.
 
Sono alte fino al cielo o, almeno,
a me così piace pensare.
Tu, ogni volta, le fai cadere e ti metti a ridere,
come se volessi farmi degli scherzi, continuamente.
Ma io non mi stanco, non mi arrabbio
e non smetto per niente di giocare.
 
Anzi, il tuo modo di fare mi spinge
sempre di più a continuare,
a ripetere il nostro divertimento ancora e ancora,
perché scoppio a ridere anch’io,
contagiata dalla tua allegria.
 
Per ore ci divertiamo in questo scambio giocoso,
Poi, quando sei stanca, rimetto tutto al suo posto.
Tu ti pulisci con la lingua, a modo tuo, come un drago,
Io imito le tue azioni, con le mani nella calda carezza dell’acqua.
 
Sul letto ti adagio, mio dolce piccola,
Questa mattina è stata magica, i nostri cuori hanno vinto davvero.
Ci coccoliamo e ci baciamo, in un caldo, amorevole abbraccio,
Tu mi lecchi e ridacchi, la tua gioia illumina il tuo musetto.
 
“Brrr, brrr, mmmbrrr, mmmbrrr, bvvv, brrr, brrr.”
Io sorrido, mentre le bolle che hai prodotto
si alzano verso il soffitto e poi
ricadono sopra i nostri corpi.
 
Con le zampette ti proteggi gli occhi
e io pulisco la saliva che ti è caduta sul mento.
In questo momento dolce e prezioso, i nostri spiriti
ancora di più si uniscono. E, anhe
grazie al gioco che abbiamo fatto
 
e a tutto il tempo che passiamo insieme,
il nostro legame sempre di più si rafforza,
ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Vorrei che questo momento durasse per un'eternità,
perché ti amo, mio piccolo drago, ogni giorno che passa.
 
E so che, nel profondo, il tuo amore per me arde luminoso,
in questo legame che, velocemente ma con il cuore,
che stiamo coltivando, in un amore che abbiamo già creato,
io mi sento meglio, perché tu, piccina,
hai stravolto la mia esistenza
rendendola bellissima e… tutto tranne che ordinaria.
   
 
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