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Autore: Caroline94    05/12/2023    0 recensioni
Manami Okuda si ritrova a frequentare il suo ultimo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria del Kunugigaoka ma con qualche complicazione: a causa di alcuni eventi verificatisi alla fine dell’anno precedente si è allontana da quelli che una volta erano i suoi più cari amici, i cosiddetti “ragazzi della E”.
Tra gite, esami, nuove conoscenze e promesse che rischiano di non essere mantenute, i ragazzi dovranno sopravvivere ad un anno all’insegna del mistero nella scuola più magica e famosa del Giappone…
[Coppie: Karma/Okuda, Nagisa/Kayano, Kataoka/Isogai, Nakamura/Sugaya, Karasuma/Irina, Korosensei/Yukimura, altre coppie che ora non ho in mente – Presenze OC – Okuda potrebbe essere OOC – Angst, Sentimentale, Fantasy]
{Ispirato all’opera di J. K. Rowling: Harry Potter}
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karma Akabane, Koro Sensei, Manami Okuda, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole stava ormai tramontando quando Karma aprì finalmente gli occhi. La luce opaca filtrava tra le tende chiuse e lui rimase a fissare il soffitto della stanza per un lungo minuto, i pensieri che gli si mescolavano in testa con un bizzarro senso di smarrimento.
Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nel suo essere a letto in quel momento e non solo perché era praticamente sera. Si mise seduto e si guardò intorno: anche gli altri ragazzi erano lì e stavano dormendo... gli altri ragazzi?
Un lampadina gli si accese nella testa e tutti gli eventi precedenti gli indonarono la mente come un fiume in piena: loro si erano infiltrati nell'albergo dell'isola per trovare colui che aveva avvelenato metà dei suoi compagni di classe e prendersi l'antidoto!
Che ci facevano ora lì? Perché dormivano tutti? Non aveva alcun ricordo di cosa era accaduto dopo che erano entrati nella stanza all'ultimo piano... come era possibile?
Scattò in piedi e iniziò a svegliarli rapidamente, parlando ad alta voce e scuotendo le loro spalle: "Ehi! Svegliatevi, non è il momento di dormire!"
Ci furono dei mugugni infastiditi e delle proteste soffocate mentre si rigiravano nel letto: "Che ora è?"
"Non lo so ma voglio dormire ancora."
"Io ho mal di testa."
"Karma, se non riesci a dormire fatti un tè."
Karma iniziò ad innervosirsi e gettò Muramatstu giù dal materasso: "E' il tramonto! Abbiamo dormito un giorno intero, idioti!"
Quelle parole sembrarono risvegliare tutti di colpo che, ancora intontiti, guardarono fuori la finestra con espressione interrogativa.
Nagisa sembrava ancora più frastornato di tutti loro mentre faticava a mettersi in piedi e Karma si rese conto che anche coloro che erano stati avvelenati si stavano alzando, stiracchiandosi e sbadigliando, ma sani come pesci. Possibile che avesse sognato tutto? No, era assurdo.
Infilarono le scarpe e svegliarono le ragazze, raggiungendo la sala di ristoro al piano di sotto dove travarono gli insegnanti, Ritsu, Itona e Okuda seduti intorno ad un tavolo a parlottare tra di loro. La prima cosa che saltò agli occhi di Karma furono i bendaggi sulle braccia di Korosensei e il grande cerotto sulla guancia di Okuda.
Uno strano formicolio gli attraversò la punta delle dita, costringendolo a chiudere le mani a pugno per calmare il fastidio. Korosensei interruppe la conversazione e si alzò in piedi.
"Vi siete svegliati finalmente! Giusto in tempo per la cena, direi."
Il suo sorriso era esageratamente largo e forzato e questo non fece che aumentare i loro sospetti.
"Korosensei..." Nagisa prese la parola con voce esitante "Cosa è successo ieri?"
"Già, non abbiamo alcun ricordo."
"Uhm... io ricordo che qualcuno mi costringeva a bere qualcosa di molto disgustoso ma nient'altro."
"E che fine ha fatto il tizio nascosto nell'hotel?"
Il sorriso svanì dal volto dell'insegnante e Karasuma si alzò in piedi: "Posso capire la vostra confusione attuale ma è giusto che abbiate una risposta" esclamò. Irina gli gettò un'occhiata nervosa ma lui rimase impassibile "Dopo che siamo entrati nella stanza all'ultimo piano, il nostro obiettivo ha lanciato un estesa fattura stordente: per fortuna sono riuscito a lanciare un incantesimo di protezione in tempo ma ha funzionato solo sulle persone vicino a me, ovvero Koro, Ritsu e Okuda."
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata veloce per poi cercare di fare finta di niente.
Korosensei si schiarì la gola: "Ehm... già. La cosa si era fatta pericolosa ed eravate tutti svenuti, quindi le ragazze vi hanno portati fuori dalla stanza mentre io e Karasuma ci occupavamo della faccenda. Fortunatamente siamo riusciti a trattenerlo e abbiamo recuperato l'antidoto; degli ufficiali del Ministero della Magia sono arrivati questa mattina per prenderlo in custodia."
Irina si ravvivò nervosamente i capelli: "Ho somministrato io stessa la pozione a tutti i malati, era questa la cosa disgustosa che avete ingerito e non mi stupisce: aveva davvero un aspetto orribile, sembrava sabbia fangosa."
Gli studenti si lanciarono occhiate tra di loro, lo stesso pensiero balenava per la mente di tutti: c'era qualcosa che non quadrava con quella versione dei fatti. C'era qualcosa che non quadrava proprio in tutta quella storia e ne stavano discutendo da settimane, a partire dal motivo per cui Okuda li avesse traditi, al perché lei, Ritsu e Itona fossero in combutta con i professori, fino a tutta quell'assurda situazione del giorno prima.
Avevano anche cercato di interrogare Ritsu e Itona ma non avevano cavato un ragno dal buco e Okuda li evitava tutti come la peste; neanche indagare era servito a molto non avendo nessuna base da cui cominciare. E per loro, che avevano risolto ogni mistero di quella scuola, era un danno emotivo non indifferente oltre che esageratamente frustrante.
Soprattutto per Karma che aveva sempre considerato Okuda la sua migliore amica: essere pugnalato alle spalle da lei senza alcuna spiegazione era stato snervante quanto doloroso.
Vedendo le loro espressioni che tradivano palesemente i pensieri sospettosi, Korosensei si affrettò a distrarli battendo le mani: "E ora forza, andate a rinfrescarvi: la cena verrà servita tra pochissimo."


Il tintinnare delle posate e dei bicchieri era l'unico suono udibile nella sala da pranzo. Mangiavano tutti nel silenzio più assoluto, neanche Sacha sembrava aver perso la sua vena allegra. Ritsu e Okuda stavano mangiando la tavolo con loro e la loro presenza sembrava aver appesantito ancora di più l'aria: era palese che stessero evitando di trovarsi vicino agli altri ragazzi. Anche Atsuko e Newt erano diventati d'un tratto sospettosi mentre Jun sembrava l'unico calmo e raccolto... almeno, era l'unico a non aver fatto domande scomode a Okuda.
Korosensei, seduto al tavolo dei professori, stava giocando con il proprio dolce decisamente a disagio. Era chiaro che quella situazione aveva messo gli insegnanti in allerta e stessero facendo di tutto per distrarli dai recenti avvenimenti.
"Oh, ho un'idea!" esclamò d'un tratto lui, alzandosi in piedi, facendoli sussultare tutti. "E' la nostra ultime notte qui sull'isola che ne dite di renderla un po' movimentata?"
Il suo sorriso incoraggiante non sortì l'effetto sperato.
"Ancora di più?" domandò sarcasticamente Terasaka.
"Oh, andiamo, questa volta sarà divertente! Possiamo orginazziare una prova di coraggio nelle grotte!"
Tutti i ragazzi si scambiarono un'occhiata scettica ma, compreso il pessimo tentativo di distrarli, Karasuma aderì con un sospiro riluttante. "Trovo che sia un'ottima idea per rilassarsi dopo quello che è successo. Non sei d'accordo anche tu, Irina?"
La donna ci mise un secondo in più a comprendere a mise rapidamente giù il bicchiere di vino "Oh? Oh, sì! Sì, assolutamente, siamo in vacanza dopotutto."
Korosensei si rallegrò: "Quindi partecipete anche voi!"
"Adesso non esagerare."
"Ti stiamo dando una mano, non prenderti tutto il braccio."
Okuda non ne aveva affatto voglia, così come metà dei presenti, ma accettarono con un sospiro stanco: tanto valeva provare ad alleggerire l'atmosfera che ormai era pesante quanto un macigno.
Ciò che però non sapevano era che la suddetta "prova di coraggio" si sarebbe svolta a coppie... e che a lei sarebbe toccato proprio il suo peggiore incubo. Perché gli dei non potevano essere dalla sua parte per una volta e affidarle Jun o Newt... assolutamente no. Per volere della sfiga, Okuda si ritrovò a camminare per le grotte buie con Karma alle calcagna.
Il che era già abbastanza una tortura per sè, se poi si mettevano anche tutte le "prove di coraggio" che Korosensei aveva piazziato di quà e di là (e quando ne aveva trovato il tempo lo sapeva solo lui), la ragazza si ritrovò con i nervi a fior di pelle.
Okuda cercava di camminare rapidamente per lasciarselo alle spalle, le bacchette alte come unica fonte di luce e la minaccia di una Fattura Orcovolante se Karma avesse osato pronunciare un'altra parola. Sarebbe riuscita a sopravvivere fino all'uscita dalle grotte se non avessero trovato altri incantesimi strani che, di certo, non facevano per nulla paura.
"Non vuoi proprio dirmi cosa sta succedendo, eh?"
"La vuoi proprio quella fattura, eh?"
Continuarono a camminare in silenzio per un po'.
"Dimmi che almeno avevi una buona ragione."
"Che importanza ha?" sbottò lei e quella conversazione la stava lacerando dentro perché lei voleva dirgli la verità, lo voleva terribilmente, ma proprio non poteva.
"Per me ne ha."
Lei non aggiunse altro e Karma stava perdendo la pazienza. "Perché non puoi parlare?! Cosa diavolo sta succedendo qui!"
Okuda stava per rispondere con qualcosa di molto velenoso quando un bizzarro suono venne dal fondo della galleria. Entrambi si fermarono e fissarono il punto dinnanzi a loro da cui proveniva uno strano suono... viscido. Un suono che fece accapponare la pelle di Okuda una volta che lo ebbe riconosciuto.
"Cosa diavolo è?" borbottò Karma alzando la bacchetta, non notando che Okuda era impallidita. Il suono si fece più forte e una grossa sagoma scura si avvicinò lentamente a loro: era deforme e strisciava su un groviglio di membra viscose, lasciando sul terreno una scia di liquido verde: Karma faticò a capire che diamine fosse quell’essere. Okuda, invece, lo guardava impietrita.
Fallito…” sussurrò l’essere con un sibilo “Hai fallito…”
La ragazza trasalì e la bacchetta le scivolò di mano, rotolando sul terreno e spegnendosi.
“No…” mormorò, terrorizzata, indietreggiando di un paio di passi “No… io… io ci sto provando…” rispose mentre la cosa si avvicinava di più a lei.
“Okuda…” provò a chiamarla Karma disorientato facendo un passo indietro, senza staccare gli occhi da quella cosa, con la bacchetta alta: non sapeva cosa fare.
No…” rispose lui “È tardihai fallito…”
A Okuda salirono le lacrime agli occhi: “No, le giuro che ci sto provando” rispose cadendo seduta sulla nuda roccia, tremando da capo a piedi “Ci… ci sto provando…” singhiozzò, nascondendo il volto nelle mani. Karma rimase immobile, confuso e sconvolto: che diavolo stava succedendo?!
“…fallitohai fallito…” si ripeteva come un mantra, allungando verso di lei una mano deformata. C’era qualcosa che spuntava dal suo corpo, sembravano… tentacoli?
“No…” singhiozzò lei, la testa stretta tra le mani, gli occhi chiusi, il volto rigato di lacrime “No… mi dispiace… MI DISPIACE!” urlò. Karma scattò in avanti.
“Okuda!” esclamò, facendo scattare in aria la bacchetta pronto scagliare un incantesimo, ma una voce lo precedette.
Riddikkulus!
La cosa si bloccò, si contorse, si gonfiò ed esplose in una pioggia di coriandoli con un strillo acuto che costrinse Karma a tapparsi le orecchie. Dei passi rimbombarono sulle pareti, avvicinandosi sempre più velocemente, e Korosensei sbucò da dietro una roccia, raggiungendo la ragazza accovacciata per terra che singhiozzava col volto nascosto nelle mani.
“Mi dispiace… mi dispiace…” ripeteva lei, tremando convulsamente.
“Okuda-san!” la chiamò l’insegnante, inginocchiandosi di fronte a lei “Va tutto bene, Okuda-san… non era reale” tentò di rassicurarla “Non era reale! Sono qui!” esclamò a voce alta, togliendole le mani dal volto inondato di lacrime. Okuda lo guardò per un istante, come se cercasse del vero in ciò che le era stato detto, poi scoppiò a piangere sulla sua maglietta.
“Va tutto bene” ripeté lui, accarezzandole il capo, era piuttosto pallido e il ragazzo riuscì a scorgere una lieve nota di paura nei suoi occhi “È a me che dispiace” mormorò. L’aiutò ad alzarsi, ancora scossa, e raccolse la sua bacchetta “Torna in albergo, Karma” ordinò, passandole un braccio intorno alle spalle “Il gioco finisce qui” decretò conducendola fuori.
E Karma capì che la situazione era più grave di quel che credeva.



La notizia di ciò che era successo nella grotta viaggiò alla velocità della luce in tutto l’albergo, tra i ragazzi non si parlava d'altro che dell’incidente con il Molliccio sebbene nessuno conoscesse i dettagli della vicenda. Karma si ritirò in un angolo della stanza dei ragazzi, rifiutando di parlare con chiunque, riflettendo minuziosamente su ciò a cui aveva assistito. Non aveva mai visto Okuda in quello stato e ciò lo aveva un po' destabilizzato: lei era sempre stata una ragazza timida ed impacciata, di quelle che arrossiscono anche solo a guardarle… ma da quando li aveva traditi era cambiata radicalmente: era più seria, più fredda, in un certo senso più matura, ed anche più aperta visto come si comportava con Jun, Sacha, Newt e Atsuko. Però, per quanto Karma potesse vantarsi di conoscerla da più di dieci anni, non l’aveva mai vista ridursi in quel modo. E cos’era quell’essere di cui il Molliccio aveva assunto le sembianze? Cos’era per Okuda tanto da avere l’onore di essere la sua paura più grande? Cosa stava cercando di fare tanto da avere il terrore di fallire? Ma, soprattutto, cosa c'entrava Korosensei in tutto quello?

   
 
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