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Autore: Giorgiaaisha    06/12/2023    4 recensioni
Poggio le mani sulla porta a vetri e mi avvicino con la testa per guardare meglio dentro.
Strano, le luci sono accese e vedo delle persone che girano per il negozio.
Qualcuno si accorge di me e chiedo:
" È chiuso?"
Non ricevo risposta ma uno sguardo interrogativo.
Mia sorella intanto si è appoggiata di schiena al riparo dalla pioggia e sta tentando di strizzare i suoi capelli.
Riprovo.
"È chiuso?"
Ora mi guardano tutti perplessi.
Mi giro verso mia sorella e le dico:
"Ma sono scemi?"
Lei alza le spalle e continua a sistemarsi i capelli.
Busso e ripeto alzando un po' di più il tono della voce.
Finalmente vedo una ragazza nascosta dietro a un abito che timidamente mi fa cenno con il dito verso destra.
Giro lo sguardo e i miei occhi si incrociano con quelli di un bel ragazzo orientale.
Voleva indicarmi lui?
Lo guardo con aria perplessa e lui mi sorride.
"Credo che la ragazza ti stesse indicando l'entrata. Quella porta è chiusa, ma qui è aperta, vedi?"
Mi giro e vedo che il tipo ha perfettamente ragione. La porta è del tutto spalancata.
Che gran figura di merda!
Non lo voglio più il cappellino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caro Diario,

sono passati dieci giorni da quando ho salutato Tsubasa e Genzo. Subito dopo la passeggiata con il capitano ho deciso di tornare a vivere dai miei genitori e dopo qualche giorno sono partita.

Non è stato facile lasciare tutti e intraprendere questa esperienza da sola, ma è necessario che io prenda contatto con me stessa in maniera profonda, e per farlo devo essere necessariamente sola.

Non è facile. Non è per niente facile.

Il tempo qui scorre lento e inesorabile. I primi tre giorni di viaggio sono stati difficilissimi, non ero abituata a stare tutte quelle ore in sella. Le gambe e la schiena mi dolevano, tanto da farmi fare parecchi chilometri a piedi, portando Pino a lunghina.

Abbiamo fatto molte soste, per riposarci, per bere e per meditare. Ma niente. Nessun cambiamento. Sempre la solita confusione.

Mentirei se dicessi che il mio pensiero non è rivolto a loro. Non c'è momento in cui il mio cuore non è lì. Li sogno spesso, ma anche in quel frangente tutto è confuso.

In questo viaggio siamo sempre soli. Nessun umano in vista. Poco fa però, ho avuto un incontro meraviglioso.

Ero seduta accanto a Pino, con Sid tra le gambe e guardavo il cielo. Un fruscio di foglie ha attirato la mia attenzione, così ho volto il mio sguardo nella direzione da cui proveniva. All'improvviso un tenero musino color rame si è sporto tra due rametti.

Una piccola volpe si è avvicinata incuriosita. Ho cercato di fare meno rumore possibile per non spaventarla, ma Sid non appena si è accorto della sua presenza si è alzato di scatto, facendola fuggire tra i rami della siepe da dove è venuta.

Qualcosa mi dice che la rivedrò presto.


Mi rimetto in viaggio, pronta a scoprire nuovi luoghi meravigliosi.

Alberi dalle verdi chiome, fori dai mille colori e piccoli occhi curiosi, si susseguono uno dopo l'altro lungo il cammino.

Il vociare di alcune persone mi arriva alle orecchie. Non sono sola.

Stringo la gambe intorno al costato del mio cavallo per incitarlo ad aumentare il passo.

Le voci mi arrivano sempre più chiaramente.

Pino rompe al trotto e in pochi secondi raggiungo tre ragazze.


“Ciao! Che bello vedere altre persone!” Dico quasi urlando dalla gioia.


La ragazza al centro, una biondina con una lunga coda da cavallo prende per prima la parola.


“Ciao. Stai viaggiando da sola?”

“Non proprio, loro sono con me. Lui è Pino e quel pazzo tutto nero che gioca con le lucertole è Sid, loro sono i miei compagni di vita e di questa avventura.”

“Da quanto sei in cammino?” Mi chiede la ragazza riccia alla destra.

“Da una settimana, voi?”

“Da quattro giorni. Noi faremo un'altra tratta di strada, all'incirca altri 15 giorni, poi ci fermeremo e torneremo ai nostri studi. Tu dove ti fermerai?”Chiede sempre la ragazza riccia.

“Non ho una destinazione precisa. Devo chiarire una questione e finchè non accadrà non tornerò a casa.”

“Caspita! Sei sicura sia una buona idea? Non è facile viaggiare senza meta per un tempo lungo!” Mi risponde la ragazza rossa di sinistra.

“Lo so”

“Oh via, Lucìa finiscila di spaventarla. Piuttosto vuoi unirti a noi? Magari possiamo, in qualche modo, esserti utile nel tuo dilemma. Ma che maleducata che sono! Io mi chiamo Paula, loro sono Daniela”, e indica la ragazza riccia, “ e Lucìa” e indica la rossa.

“Molto piacere io mi chiamo Jo, sarei davvero felice di unirmi a voi.”

Scendo da Pino e iniziamo questa nuova avventura di gruppo: tre ragazze, un cavallo e un cane.

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“Tra quanto pensi che tornerà Jo?”

“Non ne ho idea Tsubasa. So solo che qui è tutto più moscio da quando se ne è andata!”

“Già, è vero.”

Squilla il telefono e Tsubasa si appresta a rispondere.


Pronto. Ah si, ciao Sara. Come stai? Bene bene, grazie. Ok, domani alle 18. Va bene. Grazie. Ciao.”

“Chi è Sara?”

“La presidente di un sito dedicato a me. L'ho conosciuta a un incontro di fan qualche giorno fa e mi ha chiesto un'intervista.”

“Ma tu hai sempre odiato rilasciare interviste!”

“Sì, lo so. Stavolta farò un'eccezione. Ho bisogno di distrarmi e lei è stata molto gentile con me, non mi ha dato l'impressione di voler indagare sulla mia vita privata, piuttosto sulla mia vita da calciatore.”

“Ne sei sicuro?”

“No, ma tanto vale tentare, al massimo me ne andrò via.”

“Ok. Se ne sei convinto tu. Vuoi che ti accompagno?”

“No. Tranquillo, non rischio di essere violentato.” E sorride beffardo. Non sembra neanche lui.


Mi fermo a osservarlo per qualche istante, giusto il tempo di vederlo allontanarsi da me per andare in camera.

Che strano. La mancanza di Jo deve avergli davvero ribaltato il cervello.

Sono dieci giorni che non la sento e sinceramente sono davvero stufo di aspettare.

Basta. Le scrivo.


Ragazzina. Hai deciso di sparire del tutto? Sei chissà dove, con chissà chi, o peggio ancora sola, e io sono qui impotente. Almeno scrivimi che va tutto bene. Il coso peloso e Pino stanno bene? E tu?”


Se non torna entro qualche giorno la cerco per tutto il cammino di Santiago e la riporto a casa per le orecchie.

Già me la immagino a urlare: “Lasciami. Lasciami. Rispetta le mie decisioni. Sono in grado di autogestirmi. Vattene via Genzo!”

Gesticolo come lei e rido da solo.

Autogestirsi da sola! Pf! Non riesce a finire un gelato senza sporcarsi. Cammina e inciampa dopo tre passi. Taglia il pane e si apre un dito.

Oddio. Chissà in quale burrone sarà finita!

No. Non aspetto preparo lo zaino e parto.

Corro verso l'armadio e sento squillare il telefono. Sarà lei?

Corro a prenderlo e leggo:


Ciao Zitellona! Menomale che avevo detto di non cercarmi. Ma che credi che non so autogestirmi? Stiamo tutti bene, grazie. Ho passato la prima settimana da sola, ma proprio oggi ho incontrato tre ragazze e mi sono unita a loro. Puoi dormire sonni tranquilli ora.”


Come volevasi dimostrare, eccola lì che fa la donna emancipata e ribatte la sua autosufficienza.

Comunque menomale che va tutto bene. So che è forte, ma saperla lì da sola mi spaventa e poi mi diverto a stuzzicarla.

Le rispondo? Si.

No. Meglio di no. Ma si, meglio di si.


Avevo già pronto lo zaino. Ti vedevo spalmata in qualche burrone a chiedere aiuto, mentre Pino mangiava tranquillo l'erba e sid giocava con qualche sasso. Pensi di averne ancora per molto?”

Sei un malfidato. Ti ripeto che SONO AUTOSUFFICIENTE e che tornerò quando la mia mente sarà in pace.”

Seeeee, e allora hai proprio deciso di vagabondare per sempre. Culona, la tua mente non sarà mai in pace. Tu sei nata con la mente scombinata!”

Buona giornata Genzo!”

Te la sei presa?”

No, ora spengo il telefono, se mi scrivi in continuazione non posso rilassarmi, mi si scarica il telefono e il prossimo ristoro è a due giorni di cammino.”

Acida che sei! Va bene, puoi gentilmente tenermi informato sul tuo viaggio?”

Forse. Un abbraccio portierone!”


Ma come ho fatto a perdere così tanto la testa per lei?

Sì, è una bella ragazza, non come le donne con cui ero solito uscire.

È acida. Insopportabile. Risponde sempre per le rime. È maldestra. Decisamente goffa. Non gliene importa niente di chi ha davanti, se deve difendere qualcuno o una causa che lei reputa giusta, si batte fino allo sfinimento. È piena di vita. Illumina le giornate di chi le sta accanto. È forte, e delicata allo stesso tempo. È tempesta. È colore. Jo è.

Oh che dannato romantico che sono diventato. Possibile che non riesca a pensare a nient'altro?


“Tsubasaaaa! Stasera usciamo!”

“Che urli! Ancora ci sento benissimo! Stasera fischiamo?”

“Menomale che ci senti benissimo. Stasera usciamo che fischiamo!”

“E dove vuoi andare?”

“Andiamo in un pub. Divertiamociun po'!”

“Vuoi già trovarti un donna?”

“Macchè! Voglio solo farmi due risate tra amici. Chiama Castro!”

“Dai, ci sto. Andiamo!”


Eccomi tornata! Purtroppo ho sempre i tempi molto lunghi! La storia prosegue, ma si appresta a volgere al termine. Al momento Jo è ancora confusa, ma chissà che l'incontro con le tre ragazze non possa in qualche modo rivelarsi d'aiuto per lei! 
In questo capitolo c'è una novità! Finalmente abbiamo una new entry: il punto di vista di Genzo, che proprio non riesce a tenere le dita ferme e scrive a Jo!
E Sara? Che ruolo avrà per Tsubasa? 
Mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti e messaggi privati. Aspetto le vostre opinioni!
Kiss kiss 

 

   
 
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