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Autore: tbhhczerwony    06/12/2023    1 recensioni
[1/3 Arcs | OC-centered | ship varie, shonen battles!]
dal diciassettesimo capitolo:
Il principe dai capelli rosa sembrava aver notato la leggera tensione tra il gruppo, ciò non sembrava interessare al padre a fianco a lui che continuava a mangiare, chiacchierando con Krystal. A quanto pare era lei il soggetto delle preoccupazioni di Saleh. Dopotutto era comunque amica di sua madre. La fata della natura sentì una vibrazione venire dal suo telefono. Pensava fosse Atan ma, in realtà c’era qualcosa di mai visto nell’app delle note.
Il pianeta Zeldris e il suo Tempio della Vita sono presi di mira da Xanard, un misterioso ragazzo con i poteri di ghiaccio che Jandor e i suoi amici del Winx GX Club dovranno affrontare. Che segreto si cela dietro il puzzle del tempio, e perché Xanard vuole prendere possesso della Fiamma del Drago?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Icy, Nuovo personaggio, Winx
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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Hello, hello! Evvai, per questo mese sono riuscito a mantenere la promessa di postare un capitolo al mese (spero davvero di riuscirci sempre perché finora mi sto trovando bene).
Ebbene, questo capitolo è leggermente più pesantino rispetto al precedente. I main trigger warning che vi metto sono aggressione, violenza, accenno per nulla leggero alla morte ed omicidio, e, non conta come trigger warning ma Icy is back at it again! E a quanto pare conosce già qualcuno...
Il trio di Xanard oggi non è al completo, ma nonostante ciò ho voluto allegare una art dove sono insieme (ispirata a/redraw di un panel del fumetto con le Trix) perché non volevo subito arrivare al punto con la art che invece seguirà più avanti nel capitolo che mi sono divertito a fare.
Ci saranno delle noticine a piè di pagina, con un po' di mini fun facts che mi sembrava doveroso condividere (e anche perché fanno effettivamente ridere). Buona lettura! <3



 





“Ce l’hai”




 

«Questa polvere di fata è venuta su una meraviglia!»

Cedric era seduto sul letto dietro la scrivania di Atan, mentre quest’ultimo scriveva al computer ciò che aveva analizzato e appuntava qualcosa anche su carta. Cedric fece scomparire le sue ali, coricandosi sul letto per guardare meglio il suo ragazzo concentrato nella lettura dei suoi stessi appunti. Non sapeva perché Atan fosse così affascinato dalle sue ali—probabilmente perché erano ali Enchantix—ma la cosa importante per lui era passare del tempo insieme. Cedric pensava che questo fosse sicuramente una dimostrazione d’amore da parte di Atan.

Il ragazzo più grande sorrise pensierosamente, osservandolo in silenzio prima di alzarsi per abbracciare il ragazzo dai capelli color lavanda da dietro, sorprendendolo.

«Sono felice di avere più tempo da passare con te, dovrò studiare per gli esami della prossima settimana ma almeno stiamo un po’ insieme» gli disse Cedric, dandogli un bacio sulla guancia.

Atan ridacchiò timidamente, voltandosi affinché potesse guardare meglio Cedric negli occhi.

«E io ho finito tutti gli esami per questa settimana, quindi sono praticamente libero!» la fata del suono sorrise, alzandosi dalla sedia per andare a sedersi sulle gambe della fata dei sogni, circondandogli il collo e le spalle con entrambe le braccia per baciarsi. Cedric lo strinse a sé dai fianchi, ma furono interrotti dai suoni provenienti dalla porta aperta all’improvviso, Atan saltò per sedersi subito di fianco a lui sul letto.

«Oh! Scusate, non—non volevo interrompervi…» Saleh cercò di trattenere una risatina imbarazzata.

Atan incrociò le braccia, con le gote visibilmente più scure, «Sai, c’è una cosa che si chiama “bussare”, Saleh! Scusami…» guardò successivamente Cedric.

«Non preoccuparti» gli rispose il ragazzo castano.

«Comunque!» Saleh attirò nuovamente la loro attenzione, «Faragonda mi ha dato il permesso di tornare qui, e ha anche detto di dirti, Atan, di andare nel suo ufficio!»

«Io?» la fata del suono sospirò, «Ma che cosa fa, ci prende tutti a turno? Il prossimo sarà Jandor?»

Cedric sbatté le palpebre, fissandolo pensierosamente per un po’ prima che potesse prendergli la mano, «Forse ha qualcosa di importante da dirti, puoi controllare e tornare qui»

«Mmh… va bene»

Atan gli sorrise dolcemente prima di uscire dalla stanza, lasciando Saleh solo con Cedric. La fata della natura rimase inizialmente a guardare il compagno lasciare l’appartamento, chiudendo la porta dietro di sé, e successivamente si voltò verso la fata dei sogni con un sorrisetto.

«Alloooora, cosa stavate facendo, eh?»

Cedric sussultò appena con imbarazzo, per poi ridacchiare senza rispondergli.


 

***


 

Xanard osservò l’antico puzzle incompleto sulla scrivania di fronte a sé, cercando difficilmente di connettere due pezzi senza impazzire. Pensava che approfittarsi di essere solo in stanza avrebbe potuto aiutarlo, rendendo il processo più facile, con Nikolaj e Raoul che si facevano i fatti loro fuori dall’appartamento. La sfera di cristallo davanti a lui iniziò a brillare, facendolo sussultare dalla sorpresa.

Toccò la sfera con un dito, aprendo quindi la comunicazione tra lui ed Icy. La strega più anziana fissò silenziosamente il figlio, notando che era da solo.

«Allora… sei arrivato ad una conclusione?» gli chiese.

«No, Madre» ammise, sapendo che era inutile mentirle, «Ma ci sto provando, sto anche provando a connettere la mia Fiamma del Drago»

«Sai che la tua non è sufficiente, o solvi il puzzle da solo o prendi quella di Jandor per potenziare la tua»

«Io…» Xanard ringhiò nervosamente, «Ci hanno fermato, non riusciremo mai—»

«Usi il plurale? Di chi parli?»

«Ho… ho trovato due alleati, Madre. Come quelle che avevi tu prima che finissi da sola»

Icy rise malvagiamente, «Eccellente… sapevo che Torrenuvola sarebbe stata la scelta migliore per te» commentò, «Non sei solo come pensi, allora. Loro sono quattro, voi siete tre. Se ne elimini uno… ce ne saranno solo tre, uno per ciascuno di voi»

La scelta delle parole di Icy non convinceva Xanard. Era come se sapesse qualcosa che lui non sapeva.

«Signora Icy,» Xanard si voltò di scatto sentendo la voce di Raoul, il bibliotecario si avvicinò alla scrivania del compagno con il suo libro che fluttuava sopra la sua mano, «Penso che questa possa essere una buona opportunità per attaccare. Il gruppo delle Winx si separerà, se ne eliminiamo uno come ha già detto, renderà le cose molto più facili»

Xanard tornò a guardare Icy, «Conoscevi già Raoul?»

«Non abbiamo nemmeno avuto bisogno di parlare, più che altro lui sapeva che sei sempre in contatto con me» spiegò brevemente la donna, «Il suo catalizzatore è interessante, perciò, Raoul… dicci il tuo piano.»


 

***


 

«Atan…»

Faragonda invitò Atan a prendere posto sulle sedie di fronte alla scrivania, lui fece come richiesto, aspettando che lei continuasse a parlare.

«Come già sai, Alfea sta tenendo conto di tutti i livelli d’energia degli studenti, anche conosciuti come ki» iniziò lei, appoggiando i gomiti sul tavolo e intrecciando le dita davanti alle sue labbra mentre parlava, «Mi duole comunicarti che il tuo ki è risultato tra i più bassi, perciò il più debole della tua squadra»

Atan deglutì nervosamente. Si aspettava che una simile comunicazione gli sarebbe arrivata, ma non immaginava così presto. Sperava solamente che non volesse mandarlo via.

«Hai fatto un ottimo lavoro nel combattere l’orco oscuro controllato da Raoul, e i risultati della spedizione precedente dimostrano che hai un grande potenziale» Faragonda abbassò lo sguardo, «Ma… è anche vero che quando hai combattuto hai utilizzato molta più energia rispetto ai tuoi compagni»

«Quindi… cosa farò? Dovrei… lasciare Alfea?» domandò Atan, stringendo la stoffa dei suoi pantaloni tra i pugni.

«No, non ti direi mai una cosa del genere» la preside scosse la testa, «Dovrai sottoporti ad un allenamento speciale nella Palude di Melmamora. Ci saranno anche altri studenti, quindi non sarai completamente solo. Potrai scegliere se allenarti per conto tuo o con loro»

La fata del suono era sollevato dal fatto che sarebbe rimasto ad Alfea, ma allo stesso tempo sapeva che quello non sarebbe stato un semplice allenamento. Venne sottoposto a qualcosa di simile su Melody da bambino per imparare la Trasmissione Istantanea, sicuramente sarebbe dovuto stare lì per molti giorni.

«Quanto durerà con esattezza?»

«Dai dieci ai quindici giorni. Due settimane e un giorno, per farla semplice» gli disse Faragonda, «Se non ti senti ancora pronto posso chiedere al professor Pallad—»

«No, non ce n’è bisogno» Atan si alzò dalla sedia, appoggiando una mano sulla scrivania, «Posso farcela, direttrice Faragonda. Voglio diventare forte come Jandor, Aimon e Saleh, e se questo allenamento mi aiuterà a raggiungere il loro stesso livello di energia, sono determinato a farlo»

Faragonda lo ascoltò silenziosamente, vedere la sua espressione tenace la rassicurò almeno un po’ e gli sorrise, «Va bene, Atan. Dirò a Musa e Tecna della tua decisione, grazie per essere venuto qui subito»

«La ringrazio, direttrice»

Atan si inchinò gentilmente davanti a lei e uscì dall’ufficio, chiudendo la porta dietro di sé. Camminò abbastanza lontano dalla porta per appoggiare la schiena al muro, stringendo i denti mentre teneva lo sguardo basso. “Anche se… non sono pronto a dirlo a tutti, non so come potrebbero reagire. Aimon sarà occupato con Ryoma, e Jandor e Saleh si staranno facendo i fatti loro. E Cedric…” scosse la testa, “Sono solo due settimane. Se lasciassi una lettera… forse capirebbero” annuì a sé stesso, “Una lettera…

«È perfetto» mormorò tra sé e sé, facendo apparire una penna e un pezzo di carta tra le mani.


 

***


 

Cedric fissava lo schermo del suo telefono, era rimasto ancora un po’ nell’appartamento dei Winx GX, sperando che Atan tornasse presto, e passò il tempo sul balcone con Saleh che stava innaffiando delle piante che teneva lì. Ma realizzando che ci stava mettendo troppo, iniziava a preoccuparsi.

«Penso che ci metterà un po’, mi chiedo cosa sia successo» commentò Saleh, finendo di dare l’acqua alle piante, «Non penso sia una punizione come quella che ho avuto io» aggiunse con un velato sospetto nel tono.

«Hai ragione, non sarebbe da Atan» rispose Cedric, sospirando, «Non mi ha nemmeno inviato un messaggio…»

«Eh, è il migliore nelle sgridate ma non a rispondere velocemente» gli disse la fata della natura, «Dovrai farci l’abitudine»

Alcuni rumori che provenivano da dentro li fecero girare, per poi tornare effettivamente dentro l’appartamento appena notarono che Jandor era tornato con Aimon, erano davanti alla stanza di Atan—ed ex stanza di Aimon—leggendo qualcosa che Jandor teneva tra le mani.

«Ragazzi…» la fata della Fiamma del Drago distolse lo sguardo per voltarsi verso Saleh e Cedric che si erano avvicinati, «È da parte di Atan, l’abbiamo trovata nella sua stanza»

«Cosa?» Saleh prese il pezzo di carta tra le mani, Cedric cominciò a leggerlo dietro di lui.


 

Non ho tempo per spiegarvi tutto, quindi arriverò al punto. Faragonda mi ha detto che sono uno degli studenti più deboli qui e il più debole tra di noi. Vi scrivo questa lettera perché sapevo che se vi avessi parlato di persona avreste tentato di fermarmi, e non voglio. Voglio diventare più forte, e raggiungere il vostro stesso livello di energia il più presto possibile. Starò via per dieci o quindici giorni, non sarà molto.

Scusate se non ve l’ho voluto dire di persona,

Atan


 

«Atan odia gli addii e cose simili, quindi capisco perché l’abbia fatto, ma…» Jandor sospirò, «Non so perché, non ho un buon presentimento»

Cedric scosse la testa, «Nemmeno io. Non dico che non mi fido delle scelte di Faragonda, o di Atan… però non ci ha neanche detto dove sarebbe andato»

«Molto probabilmente perché non vuole che lo cerchiamo» suppose Aimon, «Se la direttrice Faragonda gli ha consigliato di allenarsi, lui sta esaudendo la sua richiesta e magari è controllato dai servizi di sicurezza di Alfea»

«Spero che tu abbia ragione, Aim—» Cedric venne interrotto dal forte urlo cacciato da Saleh, che cominciò a piangere.

«Non ci posso credere, prima ci hanno portato via Aimon e ora Atan! Che cosa faremo?!»

«S… Saleh, io sono qui davanti a te» balbettò la fata dei fluidi, scioccato.

La fata della natura si asciugò le lacrime, «Qualche volta riesco ancora a sentire la sua voce!»

Aimon fece per parlare, ma si arrese e sospirò, incrociando le braccia. «In ogni caso… l’unica cosa che possiamo fare è aspettare»

Cedric annuì lentamente, guardando nuovamente il telefono. Probabilmente avrebbe ricevuto qualche suo messaggio nei prossimi giorni, o così sperava.


 

***


 

Quando Atan arrivò alla Palude di Melmamora, si guardò intorno alle prime tende degli studenti arrivati prima di lui. Alcuni di loro si riunirono mentre altri, tipo sé stesso, preferivano rimanere isolati dal resto dei gruppi. Uno dei guardiani aveva detto che avrebbero dovuto scegliere almeno un compagno, ma erano quasi tutti occupati.

Atan sentì qualcosa toccargli la spalla da dietro, gli ci volle qualche secondo per capire che si trattava di una persona. Si voltò e vide una ragazza alta quanto lui, con capelli rosa vaporosi e una tuta verde acqua, che quasi richiamava il colore dei suoi occhi.

«Ciao! Qualcuno mi ha detto di parlare con te visto che sei solo» lo salutò.

«Ah, sì… scusa, pensavo non fosse rimasto nessuno per me. Io sono Atan» si presentò velocemente lui, «Della 1°D»

«Io sono Gem della 1°A!» rispose lei, «Che poteri hai? E perché ti hanno mandato qui?»

«Beh, posso manipolare la musica, i suoni, elettricità, tecnologia… per riassumere, mi faccio chiamare la fata del suono. Penso che mi abbiano mandato qui per la stessa ragione per la quale tu sei qui» le spiegò, per poi invitarla a parlare, «E tu invece?»

«Oh, um… posso fare cose con i fiori? Le foglie… i fiori… foglie, vento e… foglie»

«Terra?»

«Probabilmente anche la terra!»

«Quindi sei una fata della natura»

Gem si fece scappare una risatina, «Non mi farei chiamare così, mi chiamano la fata dei fiori»

«Ah…» Atan annuì lentamente forzando un sorriso, «Certo…»

Atan cominciò a capire perché la ragazza era stata mandata lì, Gem stessa non sembrava in grado di capire i suoi stessi poteri. A meno che non fossero davvero diversi da quelli di Saleh—Atan non ne sapeva più di tanto, dato che Flora e Saleh erano le uniche fate della natura che conosceva—non riusciva a capire dove fosse la differenza tra una fata della natura e una fata dei fiori. Ma comunque, se Gem preferiva essere chiamata così, non poteva protestare più di tanto.

Dopo che si erano detti dove si sarebbero accampati, cominciarono a programmarsi l’allenamento giornaliero. Inutile dire che Atan era quello che faceva i programmi, Gem doveva solo seguirli. Visto che dovevano concentrarsi di più sulla loro energia, si allenavano corpo a corpo senza trasformarsi. Iniziarono a trasformarsi nella loro forma da fata solo dopo pochi giorni, notando un grande miglioramento nella loro forza, tant’è che la trasformazione non era così difficile da sopportare.

Capì solo dopo perché la chiamavano la fata dei fiori. Lei era una fata della natura, ma preferiva attaccare con incantesimi che coinvolgevano molti fiori. Anche Saleh li usava, ma variava spesso. Gem aveva una preferenza per i fiori, tutto qui.

Atan faceva del suo meglio per tenere i suoi amici e Cedric informati del suo progresso con messaggi veloci prima di andare a dormire. Era sollevato che non fossero troppo arrabbiati con lui per la lettera, ma erano molto preoccupati—dopotutto, Jandor lo conosceva bene—e si sentiva abbastanza fortunato.

Al settimo gioro, notarono che la loro energia era allo stesso livello. Molto più forte di quando avevano iniziato. Si fermarono di notte, quando alcune luci delle tende vicine erano già spente. Gem si strinse a sé strusciando le mani sulle sue braccia, tremando.

«Sta facendo freddo… forse è meglio se torniamo indietro» suggerì.

«Che strano… non faceva così freddo ieri a quest’ora. Beh, tornerò in tenda anche io»

Gem lo salutò con la mano, sorridendo, «Ci vediamo domani!»

«Ciao!»

Atan si ritrovò a tremare nel tragitto per la sua tenda. Quella fredda brezza non era normale, troppo improvvisa dopo le notti passate che invece erano più calde. Si chiedeva se fosse solo perché il loro sudore dopo l’allenamento li faceva reagire così—ma no, l’aria si faceva sempre più fredda e il terreno sotto i suoi piedi si stava colorando di uno strano viola.

Non sapeva se stesse saltando a conclusioni affrettate, ma c’era sicuramente qualcosa di magico dietro tutto questo. Ma chi avrebbe lanciato un incantesimo simile nel cuore della notte? La sua camminata finì davanti a una particolare spada conficcata nel terreno. Chi l’aveva lasciata lì? Era viola, e pulsava; a giudicare dal suo aspetto, era probabilmente per questa strana lama che la terra si stava scolorendo prendendo quella sfumatura innaturale. Atan corrucciò la fronte, provando ad estrarla. Ma quando lo fece, la sua mano destra si gelò al suo contatto, il ghiaccio gli intrappolava il braccio con forza e il veleno proveniente dalla spada seguiva il percorso di esso, arrivando a toccargli la spalla e il fianco.

Scioccato dalla reazione istantanea, alzò lo sguardo sentendo una risata familiare provenire da su e vide la figura di Xanard, trasformato da strega, sorridendo maliziosamente.

«Povero Atan! Sapevo che saresti caduto nella mia trappola»

«Sei stato tu?!» esclamò Atan, «Sapevo che quest’aria fredda non era normale: è uno dei tuoi incantesimi! Non saprò molte cose riguardo la natura, ma non ti lascerò commettere altre atrocità del genere! Magic Winx

Trasformarsi nella sua forma da fata, però, non era una delle soluzioni migliori in quel momento. Il veleno cominciò a percorrergli la gamba destra e il collo, seguito dal ghiaccio che lo congelava. Fortunatamente, Atan si mosse abbastanza veloce per spiccare il volo e avventarsi conro Xanard con la mano libera carica d’elettricità.

«High Voltage

«Cool Cat!» Xanard fermò l’attacco in tempo, facendosi crescere degli artigli di ghiaccio su entrambe le mani per respingerlo. Atan cadde violentemente a terra, ma solo in quel momento Xanard poté notare la sua guancia che sanguinava. Fece sciogliere gli artigli di ghiaccio dalla sua mano sinistra, toccando la sua ferita con un dito, “È impossibile…” guardò in basso verso Atan, vedendo che parte del ghiaccio sulla sua mano destra—ora diventata viola come il resto del suo braccio—mancava, “Ha sparato parte del ghiaccio come un proiettile con un’onda sonora! Come ho fatto a non notarlo? Deve aver usato un altro incantesimo mentre mi stava attaccando

Atan cercò di supportarsi con la mano sinistra sul terreno e il ginocchio, provando ad alzarsi, ma la parte destra del suo corpo stava cedendo. Xanard lo fissò per un po’, prima che potesse mettersi a ridere.

«Non puoi fare niente! Senza il tuo braccio e la gamba destra, non puoi nemmeno pensare di fuggire. E anche le tue ali si stanno congelando!» la strega dei ghiacci atterrò, facendo qualche passo verso di lui, «Sai, voi fate mi intenerite. Quando le vostre ali sono fuori gioco diventate dei corpi inutili»

«Bastardo… ti sei approfittato di me quando ero già stanco dal mio allenamento…!» balbettò la fata del suono con un fil di voce.

«Risparmia il fiato, anche la tua bocca si congelerà presto. Se non vuoi morire prima di mezzanotte, ti consiglio di stare zitto» Xanard curvò le labbra in un sorrisetto, «Puoi urlare quanto vuoi, ma nessuno ti salverà. Nemmeno la tua nuova amichetta»

Atan sgranò gli occhi, «G—Gem?! Che cosa le hai fatto…?!»

«Oh, niente… sta facendo una vacanza su una montagna molto fredda…» scherzò la strega.

Il ragazzo dai capelli color lavanda detrignò i denti, «Bastardo senz’anima…»

«Che cosa hai detto? Scusa, non ti ho sentito… magari possiamo chiacchierare un’altra volta!»

Xanard saltò per volare via, si fermò per qualche secondo per guardare dietro di sé verso Atan, prima di sfrecciare da dove era venuto. Atan alzò il braccio sinistro come se stesse cercando di raggiungere qualcosa, ma pensò che forse la strega dei ghiacci aveva ragione, era tutto inutile. Nonostante il suo braccio sinistro fosse sano, non era abbastanza per reggerlo. Gli si chiusero lentamente gli occhi, tutto diventò buio.


 

***


 

Con Atan fuori per il suo allenamento, Aimon decise di dire a Ryoma che sarebbe tornato nel suo appartamento, convincendo anche Faragonda. Jandor e Saleh erano contenti di avere Aimon di nuovo con sé, sperando che Atan sarebbe tornato presto per vederlo. La mattina seguente, Saleh sentì qualcosa solleticargli il collo, facendolo ridacchiare appena si svegliò. Si voltò vedendo la sua pianta, Melissa, che aveva usato uno dei suoi rami per fargli il solletico.

«Buongiorno, Melissa!» la salutò contento, successivamente guardò verso il letto di Jandor a qualche metro da lui, «Ehi, Jandor! Dobbiamo alzarci»

La fata della Fiamma del Drago si girò sul letto, «Cinque minuti…»

«Va bene, cinque minuti!» la fata della natura ridacchiò, alzandosi dal letto per iniziare a prepararsi. Jandor fece lo stesso pigramente, sbadigliando anche quando uscirono dal loro appartamento con Aimon per raggiungere Ryoma in mensa. Quando presero posto su uno dei tavoli lunghi, qualcuno si avvicinò. Cedric, che portava in mano il suo vassoio con il cibo, insieme ai suoi compagni di stanza.

«Ehi, ragazzi…»

«Cedric! E voi…» Jandor guardò gli altri due.

«Oh, sono i miei compagni di stanza» rispose Cedric, dal suo tono sembrava che si fosse dimenticato della loro presenza.

«Sono Milo,» si presentò il ragazzo corvino, «Noi ci conosciamo già» indicò Saleh, «Sono contento che tu abbia finalmente scampato la punizione»

La fata della natura sgranò gli occhi. I suoi compagni di stanza non sapevano ancora di che cosa fosse successo lì, «Eh… anche io sono contento!»

«Ryoma, non mi aspettavo di vederti insieme a loro» disse il compagno più alto dei tre.

Ryoma ridacchiò, «Ho altri amici, Julian»

«Quindi vi conoscevate già» notò Aimon, l’amico annuì semplicemente.

Cedric alternò lo sguardo tra di loro, «Avete ricevuto notizie da Atan? Ieri non mi ha mandato messaggi come faceva ogni notte»

«Che strano… nemmeno noi abbiamo ricevuto nulla» gli disse Jandor, «Forse è solo molto occupato»

Milo scrollò le spalle, mettendo il vassoio sul tavolo, «Cedric è sempre molto ansioso quando si tratta di frequentare qualcuno, quindi è normale se vi fa spesso domande su Atan»

«Non è per quello! Sono preoccupato per lui, è in un posto pericoloso» puntualizzò la fata dei sogni.

In quel momento, sentirono diversi rumori dal corridoio e si voltarono a guardare. Si unirono diversi dottori e scienziati, insieme a Palladium e Flora che correvano verso sinistra. Jandor riconobbe anche due figure familiari che seguivano i professori, Tecna, che li stava guidando, e Musa, seguite da un uomo che non conosceva.

«Ehi… ma quelle sono le mamme di Atan! Che ci fanno qui?!» Jandor si alzò rapidamente dal suo posto.

«Ci sono anche i miei genitori! Andiamo a vedere che succede!» esclamò Saleh.

Il gruppo di quattro corse verso il corridoio, seguito da Cedric. Si fermarono vedendo i dottori appuntare qualcosa sui loro fogli, e Palladium e Flora con Tecna e Musa, cercavano di rassicurare quest’ultima che non riusciva a smettere di piangere.

«Una ragazza e un ragazzo. Lei è stata congelata, mentre lui è avvelenato e parzialmente ibernato…» il dottore si voltò a guardare l’uomo un metro più lontano dal resto del gruppo, «Lei è…?»

«Sango, sono lo zio di Gem» rispose.

«Io sono Tecna» la fata della tecnologia si presentò velocemente, «Atan è figlio mio e di Musa»

Jandor, Aimon, Saleh e Cedric non potevano credere a ciò che stavano sentendo e vedendo. Dietro la marmaglia di persone, c’erano due barelle che coprivano due persone con delle lenzuola bianche. Pensarono che una fosse Gem, quella nominata dall’uomo, e che l’altro non fosse niente meno che Atan.

«La ragazza, Gem, non ha né lividi né ferite. È rimasta congelata per almeno quattro ore» continuò il dottore, «Il ragazzo invece, Atan, è stato sia avvelenato che congelato parzialmente. Non ci aspettiamo che ce la faccia ma, se interveniamo in questo istante dovrebbe almeno vivere senza la parte sinistra del suo corpo, perciò… senza gli arti, l’occhio e l’orecchio»

Tecna si voltò con determinazione, mentre Flora abbracciava Musa dietro di lei, «So cosa fare… è la ragione per cui ho chiamato qui gli scienziati e chirurghi migliori del laboratorio di mio padre per aiutarmi» strinse i pugni, «Non volevo che passasse tutto questo, ma non abbiamo altra scelta»

«Atan sta per morire?!» esclamò Jandor, non riuscendo a trattenere lo shock, «Ma… ma perché, che è successo?!»

Cedric stava per avvicinarsi a una delle barelle, ma fu fermato prontamente da uno dei dottori. Saleh si strinse contro Aimon, che lo prese tra le braccia guardando la scena, altrettanto preoccupato.

«Quello che abbiamo detto» il dottore rispose alla domanda di Jandor, «Devono essere stati attaccati da qualcuno che ha lanciato un incantesimo o due contro di loro»

«L’unico indizio che abbiamo trovato quando abbiamo visto il corpo di Atan è questa spada» intervenne un altro, facendo vedere la spada viola ancora pulsante, carica di veleno anche se era spezzata in due, «Non c’è traccia del sangue del ragazzo, però, quindi non siamo sicuri di come abbia contratto il veleno da lì. A meno che la spada non avesse così tanta energia oscura da avvelenare chiunque la tocchi» successivamente si voltò, «Tecna, dobbiamo procedere immediatamente»

Tecna annuì, lasciando andare i dottori prima di lei. Diede un ultimo abbraccio e un bacio a Musa prima di dirigersi in infermeria con gli altri suoi dipendenti, anche Palladium fu chiamato per aiutare. Flora portò Musa e il resto del gruppo a sedersi su una delle panchine nel corridoio, dando a suo figlio e alla sua amica dei fazzoletti per asciugarsi le lacrime.

«Mi dispiace davvero per ciò che è successo… spero che Tecna riesca a fare qualcosa» commentò Flora, sofferente.

Musa tirò su col naso, respirando con difficoltà tra i singhiozzi, «Ho così tanta paura… ho paura che non lo rivedrò mai più…»

Non c’era alcun modo per rassicurarla, nemmeno i dottori erano sicuri dei risultati dell’operazione. Il solito ottimismo di Jandor era stato rimpiazzato da un senso di paura dell’ignoto che raramente sentiva. Cedric invece non poteva credere che questo stesse succedendo proprio quando si stavano frequentando, pensava che potessero essere felici insieme.

«Ragazzi… penso che ci metteranno un bel po’…» disse Musa, asciugandosi le lacrime, «Io voglio parlare con Faragonda. Voi tornate nelle vostre stanze, ci vedremo più tardi»

Jandor si scambiò un’occhiata con Aimon e Cedric, Saleh li guardò poco dopo.

«Se è possibile vorremmo venire con te» rispose la fata della Fiamma del Drago, «Anche noi vogliamo sapere che è successo, se Faragonda ha una spiegazione»

«Oltretutto… penso che possiamo sapere chi sia il responsabile dietro l’accaduto» aggiunse la fata dei fluidi, «Non capisco cosa abbia a che fare la spada avvelenata, ma… conosciamo una sola persona in grado di lanciare incantesimi di ghiaccio»

Quando Aimon nominò gli incantesimi di ghiaccio, la prima persona che venne in mente a Musa e Flora era Icy. Però Flora sapeva che Saleh e i suoi amici erano ai ferri corti con un’altra strega del ghiaccio. Il gruppo si diresse verso l’ufficio della direttrice, e vennero accolti subito. L’espressione preoccupata di Faragonda non li rassicurava affatto.

«Direttrice Faragonda… ci scusi per il poco preavviso» iniziò Flora.

«Non preoccupatevi,» le disse la direttrice, «E bentornata ad Alfea, Musa. Anche se non nel migliore dei momenti. Mi sono messa in contatto con la preside Griffin, che ha immediatamente trovato i responsabili»

«Sapevo che erano di nuovo loro!» esclamò Saleh, Flora gli poggiò le mani sulle spalle per calmarlo.

La sfera di cristallo di Faragonda cominciò a brillare, rivelando una Griffin infuriata.

«Ho dato loro una punizione esemplare. A quanto pare non solo non hanno imparato la lezione, ma hanno persino tentato di uccidere un altro studente!»

«Uhm, tecnicamente, preside Griffin,» Raoul intervenne dietro di lei, «Non sarebbe dovuta andare così. Abbiamo fatto un errore, non volevamo ucciderlo»

«Non osare contraddirmi, è esattamente quello che avete cercato di fare!» gridò la Griffin, «Ora andate subito a pulire tutte le classi! Vi darò la prossima punizione quando avete finito.»

«Aspetti, preside Griffin,» Musa fece qualche passo avanti prima che la comunicazione si potesse chiudere, «Raoul. Tra tutti non mi aspettavo che ci fossi proprio tu dietro tutto questo. So che tu e Atan siete rivali dall’infanzia, ma fino a volerlo morto?! Sei fuori di testa?!»

Il ragazzo dai capelli verdi alzò le sopracciglia, facendo un verso di ironia, «Ho già detto quello che dovevo dire, mi sembra»

Musa sussultò, «Non posso crederci…! E tu, chiunque tu sia,» indicò Xanard, «Non so se sei chi penso io, ma se lo sei, avrei dovuto immaginarlo. Non c’è nulla di buono nei tuoi occhi»

Xanard la fissò in silenzio, mugugnando pensierosamente con gli occhi semi-chiusi, «Penso che ci sia un errore, io non andrei mai in giro a cercare qualcuno da uccidere»

«Bugiardo, bugiardo! Sei solo un bugiardo!» urlò la fata della musica, trattenendo le lacrime.

La Griffin sospirò pesantemente, «È inutile discutere con loro. Ora andate subito a pulire le aule prima che cambi idea!»

Quando la comunicazione con la preside di Torrenuvola si concluse, Xanard e Raoul uscirono dall’ufficio della Griffin per dirigersi silenziosamente verso lo sgabuzzino per prendere scope, palette e set per la pulizia.

«Che cosa mi hai fatto fare… non sarebbe dovuta andare così!» Xanard lo indicò con tono accusativo, «Il nostro piano era solamente di metterlo fuori gioco per un po’, non di ucciderlo! Se dovesse morire, saremmo responsabili di un omicidio. E non sappiamo nemmeno come se la sia cavata quella ragazza!»

«Beh, non mi aspettavo che queste parole potessero uscire proprio dalla tua bocca» Raoul inarcò un sopracciglio, «Hai detto che volevi adattarti ad ogni piano suggerito da tua madre ad ogni costo. Ho fatto solo quello che mi hai chiesto—no, ordinato

«Ma mia madre ha anche detto che li voleva tutti vivi.» Xanard strinse i denti, accigliato, «Voleva specialmente Jandor, ma tu hai voluto fare l’egoista scegliendo Atan per una stupida vendetta»

«Vendetta? Non volevo una vendetta, volevo solo impedirgli di diventare migliore di me. Quello che ora hai compreso, però, è che io ho le mie priorità.»

Raoul se ne andò con la scopa e la paletta tra le mani, mentre Xanard lo fissava da lontano prima di raggiungerlo. Strinse gli occhi, lamentandosi tra sé e sé nervosamente.


 

***


 

Anche se Flora e Musa avevano ribadito al gruppo di tornare nel dormitorio, loro rimasero comunque vicino all’infermeria con loro. Saleh si addormentò tra le braccia di Flora, mentre Jandor aveva la testa poggiata sul muro russando delicatamente. Aimon e Cedric erano ancora svegli, quest’ultimo cercò di vedere qualcosa dalla porta a vetri sperando di vedere Atan vivo e vegeto, che gli sorrideva. Vide una figura avvicinarsi a lui da dietro dal riflesso, e si voltò verso Musa.

«Tu non sei un semplice amico di Atan, vero?» chiese.

«Beh, ecco… io spero di essere qualcosa in più per lui» ammise Cedric, «Usciamo insieme da un po’ di settimane ormai. Come l’ha capito?»

Musa si mise di fianco a lui, guardando i loro riflessi, «Mi ricordi me quando ero giovane. Anche mia moglie ha rischiato seriamente di morire in una delle nostre missioni, all’ultimo anno di studi superiori. Lei aveva già superato questo tipo di operazione, sul suo pianeta è praticamente ordinaria amministrazione, ma quando ha rischiato la sua vita per salvarci ho pensato… “Ecco, non la rivedrò mai più”. E tu hai la mia stessa paura» forzò una risatina, «Non sarebbe stata la mia prima perdita, e non lo sarebbe neanche questa. Ma è comunque doloroso, perché non sei mai pronto»

Cedric non rispose, abbassò le sopracciglia cercando di trattenere le lacrime. Indietreggiarono appena videro Tecna aprire la porta per uscire. La donna si asciugò le lacrime e prese un respiro profondo, mentre Musa si avvicinò a lei prendendole le mani.

«Che è successo…?»

«Abbiamo finito» Tecna sospirò sollevata, «Si sveglierà domani… o tra qualche ora»

Gli occhi di Musa si illuminarono e la abbracciò. Cedric sorrise, guardando il resto del gruppo, vedendo Aimon e Flora sorridere a loro volta. Saleh e Jandor l’avrebbero saputo il giorno dopo.

Il resto del gruppo dormì meglio sapendo che avrebbero rivisto il loro amico. Il giorno seguente, tornarono in infermeria avendo ricevuto la notizia che Atan si era svegliato, aveva ancora i capelli sciolti e indossava la camicia medica. Al contrario degli altri giorni, era come nuovo. Non c’era nemmeno una cicatrice, ciò stuzzicò la curiosità di Jandor che provò a sbirciare sotto i suoi vestiti, ma Atan lo fermò colpendolo con la sua nuova mano alla schiena. La fata della Fiamma del Drago si pietrificò sul letto, occhi sgranati e denti stretti dal dolore.

«Fa più male del solito!»

«Oops… avrei dovuto usare la mano sinistra» si disse Atan.

«Ma… che è successo? Come l’hanno curato?» domandò Saleh, «Non ha nemmeno un graffio!»

«Ecco…» iniziò Tecna, sedendosi su una delle sedie di fronte al letto a fianco a Musa, «L’unico modo in cui Atan avrebbe potuto sopravvivere è costruirgli un nuovo corpo» tracciò una linea con un dito in mezzo al volto di Atan, indicando poi la sua guancia destra, «Abbiamo dovuto sostituire il lato destro del suo corpo con parti robotiche, altrimenti il veleno avrebbe assorbito il suo corpo… uccidendolo completamente dall’interno» usò lo stesso dito per indicarlo in modo apprensivo, «E tu devi fare attenzione, so quanto ti arrabbi facilmente, questo potrebbe farti letteralmente surriscaldare ora. Tra l’altro dovrai anche controllare la tua forza. Ma la cosa bella è che dal tuo occhio potrai usare la mappa digitale!»

Atan sorrise sornione, «Che bello!»

«Non ti senti un po’ strano, però?» gli chiese Aimon, «Ora hai il corpo praticamente diviso a metà»

«Stai scherzando? Non mi sono mai sentito così bene! Non vedo l’ora di imparare nuovi trucchetti con questa bellezza, che poi sarei io!» Atan inclinò la testa per spostare i suoi capelli con fierezza, facendo ridere tutti con lui.

Anche se si era svegliato prima del solito, doveva comunque riposare prima di tornare a fare lezione con gli altri. I suoi compagni gli diedero i compiti assegnati e gli facevano compagnia per un po’, finché non venne Cedric da solo. Quest’ultimo chiuse la porta dietro di sé, andando a sedersi sul letto a fianco ad Atan per prendergli le mani.

«Come stai?»

«Sto bene» Atan annuì lentamente, «Scusa se ti ho fatto preoccupare…»

«Ma no, non potevamo saperlo» Cedric gli sorrise, «Mi sei mancato»

La fata del suono gli accarezzò le mani con gli occhi che brillavano, «Anche tu»

 



Fun factini:
1. Nei primi draft in teoria la parte robotica di Atan era a sinistra. Ora l'ho spostata a destra per un errore/effetto Mandela avuto con un altro dei miei OC che invece ha problemi al braccio destro, ma l'ho lasciato così perché ormai la art l'avevo già finita e non avevo voglia di modificare né il disegno né il capitolo,, oltretutto visivamente mi piace di più!
2. In inglese questo capitolo l'ho intitolato "Tag, you're it" come la canzone di Melanie Martinez, ma anche perché mi sembrava fitting per il contesto. Non mi è piaciuto molto tradurlo in italiano, ma siccome ormai tutti i titoli li sto traducendo mi sembrava che se non avessi tradotto questo avrebbe stonato.
   
 
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