Dwarfazar girò intorno a Batman, aspettando il momento adatto per morderlo sul collo.
Ma Batman capì le sue intenzioni, fece finta di abbassare la guardia e, quando il felino si lanciò contro di lui, gli diede un calcio sulla mascella.
Dwarfazar cadde a terra, ruggì furibondo e i due si lanciarono l'uno contro l'altro in una tempesta di colpi.
Al termine dello scontro erano ricoperti di ferite.
Dwarfazar stava per attaccare di nuovo, ma non ci riuscì per il dolore alle zampe e Batman ne approfittò per dargli un pugno, rompendogli la mascella e uccidendolo.
Non fece in tempo a gioire per la vittoria che Behemoth si lanciò contro di lui.
Ma Batman attivò un sonar nella sua cintura e le onde elettromagnetiche lo fecero cadere a terra.
Behemoth urlò e si contorse per il dolore e Batman gli frantumò il cranio con un pugno.
Pensava che anche Nocturna lo avrebbe attaccato, invece teletrasportò entrambi alla villa dei Knight e lui atterrò proprio sul sigillo sul pavimento.
- Batman, sappiamo entrambi che non puoi vincere contro di me. Perché continui a lottare?
- È inutile che te lo spiego, non capiresti.
- Guardati, non sei più umano. Se anche uscissi vivo da questo scontro, pensi di poter dominare la tua sete di sangue? Non puoi combattere quello che sei.
- Io non combatto per quello che sono, combatto per ciò che è giusto!
Batman cercò di colpire Nocturna al volto, ma lei lo evitò trasformandosi in fumo, poi gli diede uno schiaffo e gli mise un piede sul petto.
- Davvero patetico! Avresti potuto essere una divinità al mio fianco e invece preferisci subire queste umiliazioni! È davvero questo che vuoi?! Io non rinuncerei mai al mio potere per tornare a essere una debole umana!
Nocturna premette ancora di più il piede sul petto di Batman, strappandogli un urlo di dolore.
- Te lo ripeto per l'ultima volta: dimmi cosa ti spinge a combatte e forse ti risparmierò la vita!
Batman ripensò a quello che aveva letto sul computer, che la maledizione poteva essere fermata solo dal sangue.
Non poteva trattarsi di sangue umano dato che Nocturna non faceva altro che sottolinearne la debolezza.
Allora sollevò la mano e con gli artigli si aprì un enorme squarcio sul petto, lasciando cadere il sangue sul sigillo sotto di lui.
Nocturna era sconvolta.
Si chinò su di lui, gli prese il volto tra le mani e chiese: - Perché l'hai fatto?
- Per ogni vita che si spegne, ce ne sono molte altre che meritano di essere salvate.
Nocturna si accorse che la sua spalla stava andando a fuoco.
Il suo corpo si stava distruggendo dato che Batman aveva spezzato la maledizione.
Tuttavia non provava rancore, ma una profonda tristezza e calde lacrime le uscirono dagli occhi.
Era la prima volta che piangeva in duecento anni.
Quell'uomo le aveva ricordato che cosa significava amare.
Doveva agire in fretta se voleva salvarlo.
Gli mise le mani sul petto e gli tolse il potere demoniaco dal corpo, facendolo tornare umano e guarendogli le ferite.
Nocturna si accasciò tra le braccia di Batman.
Non c'era modo di salvarla, perché la maledizione era iniziata due secoli prima e senza poteri era solo un corpo umano che si stava sgretolando.
Batman capì che quella donna non era del tutto malvagia e pianse disperato.
- Posso fare qualcosa per te? - chiese tra le lacrime.
Lei sorrise e sussurrò: - Baciami.
Batman chiuse gli occhi e la baciò dolcemente sulle labbra.
Spuntarono i primi raggi di sole e Nocturna si trasformò in polvere.