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Autore: SaWi    17/12/2023    1 recensioni
«Mi risponderai sinceramente, Lan Zhan?»
Lan WangJi annuì.
«Sempre.»
Il marito gli sorrise ma la Seconda Giada del clan Lan notò esitazione e dubbi velare quei lineamenti perfetti. A sua volta, si preoccupò; la fronte si corrugò e si chinò un po’ in avanti.
Wei WuXian gli strinse la mano e prese fiato:
«Credi nel destino?»

Lan WangJi e Wei WuXian trascorrono la serata nella tranquillità della jingshi, finché Wei WuXian non inizia a giocherellare con la fascia del clan Lan. Ormai abituato, Lan WangJi lo lascia fare, ma una domanda si insinua comunque nella mente del giovane uomo. Lan WangJi crede nel destino?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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È da anni che non scrivevo WangXian, ma il mio amore per loro non mi ha mai lasciato.
Vi auguro una buona lettura e spero che il loro affetto, che non riesco a rendere forse anche troppo smielato, possa rasserenarvi!
NB: ho spulciato un po' il concetto di "destino" secondo il Taoismo e il Buddhismo ma tbh non sono affatto un'esperta in materia, quindi non aspettatevi purtroppo nulla di necessariamente corretto.
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Quella sera, il maltempo aveva costretto Lan WangJi e Wei WuXian a rimandare una caccia notturna con i discepoli più giovani. Il più estroverso tra i due non aveva però mostrato alcun segno di malcontento e, con una semplice alzata di spalle, aveva accettato di restare nella tranquillità della jinshi. Lan WangJi aveva accolto di buon grado l’assenza di lamentele – come d’altra parte avrebbe accolto anche quelle, consapevole della loro natura scherzosa – e con la consueta solennità che accompagnava ogni suo gesto, si era seduto davanti al suo guqin e aveva iniziato a suonare le melodie preferite dal marito. Accompagnato dunque da quelle note, delicate e tuttavia ferme, più forti della tempesta che scuoteva il legno delle porte, Wei WuXian si era tenuto occupato in ogni angolo dell’ampia dimora. Aveva scritto, aveva disegnato, aveva fatto piccoli omini di carta con i fogli su cui aveva appena scarabocchiato; poi aveva letto, aveva canticchiato motivetti compromettenti e, pieno d’energie, aveva sorseggiato l’amato Sorriso dell’Imperatore, chiacchierando un po’ da solo e un po’ con Lan WangJi, la cui risposta più lunga era stata un gentile “Mn” .

Fatto tutto ciò, andò a sedersi al fianco del marito. Lan WangJi sentì il corpo caldo scivolare contro il proprio, affidandosi a lui; Wei WuXian chinò il capo sulla sua spalla, poggiò una mano sulla sua coscia e ridacchiò divertito quando le dita di Lan WangJi esitarono su una nota.

«Lan Zhan.»

«Mn.»

Wei WuXian mosse piano la testa, sistemandosi meglio.

«Non dovremmo andare a dormire, Lan Zhan? Siamo già ben oltre il coprifuoco.»

La Seconda Giada del clan Lan attese di terminare la canzone prima di rispondere. Era consapevole che, comunque fosse andata la conversazione, Wei WuXian non gli avrebbe concesso di suonare oltre. Appoggiò i palmi sulle corde, arrestando le ultime vibrazioni.

«Avevamo una caccia, non importa.»

«Ah, no? Ma davvero? Ma dai, Lan Zhan, non me lo aspettavo proprio da uno come te. Così mi sorprendi!»

Lan WangJi mostrò una leggera confusione sul proprio volto: le sopracciglia scure si avvicinarono al centro della fronte. In risposta, quasi lo avesse visto, Wei WuXian ridacchiò una seconda volta. Prese poi fiato e, gonfiando il petto, recitò:

«Mi aspettavo più un “Hai ragione, mio caro Wei Ying, le regole vanno sempre rispettate e sono uguali per tutti, dobbiamo proprio metterci a dormire!”»

Lan WangJi accennò un sorriso, per nulla infastidito dalla pessima imitazione.

«Vuoi dormire?»

Invece di un semplice assenso o dissenso, il più giovane si espresse muovendosi. Allontanò il guqin, lasciò un fugace bacio sulla pelle chiara del collo del compagno e si lasciò cadere sulle sue gambe, rivolgendosi verso l’alto.

«Nah, non ancora. Sai che non dormo bene se c’è il temporale. Aspettiamo che passi, ti va? Eh, Lan Zhan?»

In realtà, Wei WuXian sarebbe stato capace di dormire anche nel mezzo di un tornado, se avesse voluto, e questo Lan WangJi lo sapeva bene. Tuttavia, farglielo notare sarebbe stato inutile, dato che egli stesso ne era consapevole, perciò lasciò correre. Portò dunque una mano sul ventre di Wei WuXian e l’altra tra i capelli sempre spettinati.

«Va bene.» 

Come ringraziamento, non ricevette solo un ampio sorriso, ma anche due leggere carezze. Wei WuXian sollevò le braccia verso il suo volto e lo afferrò, poggiando i palmi sulle sue guance. Il sangue accorse lì, scaldandole, e quando Wei WuXian iniziò a ridere senza apparente motivo scappò alle orecchie, presto di un rosso acceso.

«Che c’è?» gli chiese, lasciando che il marito facesse quel che voleva del suo viso – ovvero un pizzico su una guancia, un altro sulla punta del naso e infine uno alle labbra.

«Nulla, nulla.»

Le mani scesero giù; una si sistemò sopra quella di Lan WangJi sul ventre, facendo intrecciare le dita ed esercitando una leggera pressione, mentre la compagna restò sospesa a metà, intenta a maneggiare un’estremità della fascia del clan Lan. Il suo proprietario guardò silenzioso le dita snelle e, assorto in quel gesto, non prestò ascolto al battito accelerato del suo cuore. Wei WuXian avrebbe toccato quel nastro infinite volte e infinite volte il cuore di Lan WangJi sarebbe traboccato d’amore. Nei momenti più ingenui come in quelli più dissoluti.

Lan WangJi spostò lo sguardo in quello di Wei WuXian, che lo accolse con un sorriso. E proprio su quel sorriso portò la sottile estremità di stoffa, catturandola tra le labbra.

«… Wei Ying.»

La lasciò andare, solo per riprenderla tra le dita e tirarla leggermente. Il nastro si inclinò sulla fronte di Lan WangJi, andando a coprire parte di un sopracciglio.

«Eheh», ridacchiò Wei WuXian, intrecciando la stoffa tra indice e pollice, «sembri ubriaco, Lan Zhan».

Gli occhi ambrati si chiusero e aprirono piano. Wei WuXian accennò a tirare nuovamente il nastro ma Lan WangJi lo anticipò, chinandosi verso di lui.

«Sei tu ad aver bevuto.»

«Lo so», il secondo fratello Lan sentì l’odore del liquore sulle proprie labbra, «però sei tu a sembrare ubriaco!»

«Perché?»

«Mmmh…» il più giovane tornò a scrutare la propria mano che, ora tra i loro volti e senza mai star ferma, continuava a giocare con la stoffa, «Vediamo, direi per più motivi».

Lan WangJi attese, paziente, finché gli occhi brillanti del compagno furono nuovamente su di sé.

«Tanto per cominciare, hai le orecchie rosse. E le hai sempre rosse quando sei ubriaco», spiegò Wei WuXian, accompagnando ogni sua parola con un movimento dell’altra mano, rimasta per tutto il tempo sopra quella del marito. Accarezzandone il dorso, guidò le dita di Lan WangJi in un viaggio verso l’alto, lungo l’orlo del proprio hanfu. Il respiro della Seconda Giada del clan Lan si fermò per un istante quando le punte dei suoi polpastrelli sfiorarono la pelle liscia del petto.

«Poi non stai rispettando le regole, come ti ho già detto», proseguì l’altro con uno sguardo che non nascose affatto il suo intento di stuzzicarlo e, al contrario, lo rese più evidente, «E infine ti stai lasciando tirare la fascia. Dovresti vederti quando la hai tutta storta. Il nobile e austero HanGuang-Jun è in disordine! Cosa penserebbe il tuo povero zietto, mh? Gli prenderebbe un colpo! “ Aaah, cosa ne è del mio nipotino preferito! ”»

Lan WangJi sospirò e scosse il capo.

«Non ha un preferito.»

Wei WuXian aprì bocca per ribattere e il compagno gli coprì le labbra con l’indice della mano libera.

«E mi ha già visto.»

Allontanò la mano, riportandola tra i capelli ribelli e, senza fretta e con cura, iniziò a sciogliere l’acconciatura. Wei WuXian non si lamentò né di questo né di essere stato zittito e attese che i suoi capelli fossero del tutto liberi prima di sussurrare:

«Non hai negato d’essere ubriaco, però, Lan Zhan.»

Lan WangJi si rimise a sedere correttamente e tenne per sé la risposta che avrebbe voluto dargli. Sarebbe stato necessario molto liquore per fargli ammettere che era il marito stesso a renderlo ubriaco.

Ma dato che non ne aveva a portata di mano, il silenzio calò nuovamente tra loro, persistendo anche quando i capelli di Wei WuXian vennero del tutto sciolti. Lan WangJi li pettinò con le dita, stendendo quell’onda corvina ordinatamente alle sue spalle. Wei WuXian abbassò allora la mano che stringeva il nastro, intrappolando quella di Lan WangJi tra le proprie. La premette un po’ più su di sé, sorrise e chiuse gli occhi soddisfatto. A sua volta felice, Lan WangJi lo osservò, ascoltando il battito del suo cuore sopra ogni altro suono.

Una ad una le luci iniziarono a spengersi e attorno a loro la jingshi li abbracciò in una piacevole penombra. Il maltempo scese a valle e il cielo sopra i Meandri delle Nuvole divenne terso; le stelle innumerevoli e la luna solitaria e lucente. I suoi raggi scesero nell’ambiente privato, filtrati dalle pareti sottili, e poggiarono la loro luce fredda sulla figura distesa di Wei WuXian.

Lan WangJi chiuse gli occhi.

**

«Lan Zhan.»

Fu poco dopo, o forse ormai all’avvicinarsi dell’alba, che Wei WuXian si mosse e lo chiamò.

«Mn.»

Schiuse le palpebre e abbassò lo sguardo. Il suo nastro, mai libero dalla presa dell’altro, era stato spostato alle labbra di Wei WuXian per una seconda volta.

«Ho una domanda importante, ci stavo pensando da un po’. E adesso ho avuto modo di pensarci un sacco, dato che per quanto mi piaccia stare sdraiato sulle tue gambe non è proprio il massimo per schiacciare un pisolino.»

Ad ogni sillaba, la stoffa sfiorò contro la pelle rosea di quella bocca. Gli occhi d’ambra si scurirono.

«Mi risponderai sinceramente, Lan Zhan?»

Lan WangJi annuì.

«Sempre.»

Il marito gli sorrise ma la Seconda Giada del clan Lan notò esitazione e dubbi velare i lineamenti perfetti. A sua volta, si preoccupò; la fronte si corrugò e si chinò un po’ in avanti.

Wei WuXian gli strinse la mano e prese fiato:

«Credi nel destino?»

Il compagno batté gli occhi un paio di volte. La tensione alle sue spalle si sciolse e la fronte si distese.

«No.»

Tuttavia, quella non era la risposta che si aspettava Wei WuXian. Il suo cuore palpitò sotto il palmo della mano di Lan WangJi e le sopracciglia si alzarono, gli occhi fulmini che più volte scattarono tra il volto del marito e il nastro legato attorno alla sua fronte.

«Ma—» iniziò, interrompendosi subito per riformulare più e più volte la frase nella sua testa, senza però venirne a capo in tempi brevi. Passarono infatti molti secondi prima che proseguisse, «Cosa ne è allora delle regole del clan Lan? Insomma di… una regola, in particolare.»

Lan WangJi capì subito a quale stesse facendo riferimento, tuttavia non comprese perché si fosse agitato tanto.

«Sono regole», fu dunque la sua risposta.

«Lan Zhan, Lan Zhan», cantilenò Wei WuXian, tradendo impazienza, «così non rispondi alla domanda del tuo rispettabilissimo marito.»

«Le regole vanno rispettate», provò ancora Lan WangJi, ottenendo però solo disappunto. La fronte del compagno si corrugò e le guance si gonfiarono in un broncio infantile.

«Tutto qui?»

Solo allora, comprese. Si chinò di più e i suoi capelli scivolarono oltre la spalla, unendosi al nastro che Wei WuXian non voleva abbandonare.

«Sì…»

Lo sguardo di Wei WuXian luccicò.

«Ma?»

Lasciando la mano sul petto di Wei WuXian dove era, Lan WangJi alzò l’altra al proprio volto; lì le dita afferrarono il nastro ormai allentato e con un ultimo strattone lo sciolsero. La stoffa, libera dal nodo che normalmente la costringeva, scese in basso sul torso del compagno.

«Nessun altro se non tu.»

Le parole di anni fa vibrarono nel silenzio della jingshi , una promessa che anche quella residenza privata aveva sentito già più volte, in fugaci sussurri mattutini o in accalorate confessioni nel culmine di un piacere notturno.

«Con te, per il resto della mia vita.»

Il pugno di Wei WuXian si strinse attorno alla fascia un’ultima volta. Immediatamente dopo, entrambe le mani andarono alle spalle larghe di Lan WangJi e lì si aggrapparono. La Seconda Giada del clan Lan lo sollevò e portò a sedere sul suo grembo, rivolto verso di lui. La chioma folta scese tra loro e Wei WuXian la scrollò via dal suo volto; sulle labbra profumate d’alcol tornò il sorriso, presto premuto su quello del compagno.

«Ogni notte», mormorò Lan WangJi, cingendo la vita sottile dell’altro, «ogni giorno».

Wei WuXian fece strofinare le punte dei loro nasi, poggiando la fronte su quella del marito. Con le mani, intanto, andò tra i suoi capelli per rimuovere il delicato guan che li raccoglieva. Riuscì a poggiarlo a terra lì accanto poco prima che Lan WangJi lo avvolgesse per le spalle e lo premesse contro di sé, facendolo sospirare e sorridere.

«Ti adoro.»

Le mani del compagno strinsero e tirarono le ciocche appena liberate.

«Ti amo.»

Lo baciò piano sulla bocca e lungo il suo contorno, sul minuscolo neo sotto il labbro inferiore. Lo baciò sulla guancia, sotto l’occhio e sulle palpebre. Lo baciò al centro della fronte, affondando il naso tra i suoi capelli ed inspirando.

«Ti voglio. Per te, tutto

Wei WuXian inclinò la testa e scappò contro di lui, rannicchiandosi col volto nell’incavo del suo collo. Lan WangJi avvertì il respiro bollente e il cuore che batteva all’impazzata, compagno del proprio.

Gli sarebbe bastato restare così, stretto a lui e con lui stretto a sé, in silenzio. Perché aggiungere altro non sarebbe servito. Ma come sempre, fu Wei WuXian a porre fine a quei momenti tranquilli. Gli diede un morsetto alla clavicola e si distanziò per guardarlo negli occhi. Le sue iridi erano limpide, un cerchio sottile attorno alle pupille in cui Lan WangJi si immerse.

«Ammetto, Lan Zhan, che sei riuscito a distrarmi, sai?» gli sussurrò con rimprovero nella voce, «Ti ho fatto una domanda e invece di rispondermi come si deve mi hai intortato con tutte queste belle parole, tra l’altro non farina del tuo sacco.»

Nonostante il pizzico al suo orecchio, atto a scatenare un’altra reazione, l’espressione del secondo fratello Lan si offuscò leggermente.

«Ho risposto.»

Wei WuXian inclinò il capo e Lan WangJi pensò di aver sposato un gatto.

«Ah, sì?»

«Sì.»

Suddetto felino portò una mano al mento e unì le labbra così come le sopracciglia:

«Mmmh… Mmmh…» ripeté con eccessiva enfasi, scuotendo poi il capo. «Eh no, Lan Zhan, questo sciocco marito proprio non ci arriva. Devi spiegarmi meglio cosa intendi.»

Questo mise in seria difficoltà la Seconda Giada del clan Lan. Le labbra si schiusero e si richiusero e, sul suo volto, calò un velo di indecisione. Forse provando pena per il compagno, o forse perché troppo curioso da aspettare, Wei WuXian gli diede un pizzicotto sul naso e lo incalzò in altro modo.

«Credi nel destino?» gli chiese un’altra volta.

«No.»

«Ma credi che non ameresti nessun altro, se non me?»

«Sì.»

Wei WuXian arrossì e Lan WangJi lo tenne più stretto a sé.

«Proprio nessuno nessuno ? Potresti amare solo il sottoscritto?»

Lan WangJi annuì, solenne.

«Solo Wei Ying.»

E allora Wei WuXian gli afferrò il volto con entrambe le mani, premendole piano sulle guance. Si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi fin quasi a storcerli.

«Non ha alcun senso, Lan Zhan!»

Questa volta fu Lan WangJi ad inclinare il capo con perplessità. Nella sua testa, non c’era alcuna contraddizione.

«Lo ha.»

Il marito però non lo vedeva e quindi sospirò, lasciandolo andare.

«Nelle regole del clan Lan che ricopiai fino alla nausea», iniziò a spiegare, agitandogli contro un dito quasi lo stesse rimproverando, «c’era quella sul tuo bel nastrino». Si schiarì la gola e recitò:

«Avere la fascia legata alla fronte significa - disciplinarsi -. Nessuno tranne la persona predestinata può toccarla. Soltanto quando ci si innamora e solo in presenza della persona a cui si è predestinati, questo vincolo non sarà più necessario.»

Soddisfatto di aver ripetuto tutto senza errori, proseguì ad esporre il proprio ragionamento:

«Ecco, io ho sempre toccato la tua fascia. Lo facevo anche senza sapere cosa significasse! E tu, d’altra parte, te la sei tolta più volte, come anche adesso. E anche ieri. E l’altro ieri, e così via. Mi ci hai persino legato! Quindi, le cose sono due: o il venerabile HanGuang-Jun infrange le regole e si fa tocchicchiare da chiunque, oppure devo essere predestinato a te. Destinato, destino», marcò queste ultime parole, «Mi sbaglio?»

Alla fine di quel discorso, l’espressione di Lan WangJi mutò e divenne seria. Le mani sul corpo del marito affondarono nella stoffa e strinsero la sua vita.

«Solo tu puoi toccare.»

Wei WuXian annuì e ricambiò la forza di quella presa, riappropriandosi delle spalle del compagno.

«Esatto, solo io posso farlo.»

Lan WanJi si sporse in avanti, abbastanza per lasciare un bacio sulla punta del naso dell’altro. 

«… Ed era destino», aggiunse in un sussurro.

Gli occhi viola di Wei WuXian si sgranarono e le sopracciglia volarono in alto, sotto la frangia.

«Ma— Allora ci credi!»

L’altro però serrò le labbra e la mascella. Scosse il capo.

«Wei Ying», lo chiamò, baciandolo ancora su quel punto, felice del sorriso che questo gesto riportò su quel volto, «ascolta».

«Dimmi, Lan Zhan.»

Aveva molto da dire, così tanti pensieri, così tante emozioni e sentimenti, eppure così poche parole per esprimere tutto. Neppure i gesti erano sufficienti: non lo erano i baci né tantomeno la presa con cui in quel momento lo teneva a sé. Nulla sarebbe mai stato abbastanza e, se pure fosse esistito qualcosa capace di fargli esprimere quanto amore avesse in petto, allora gli sarebbe mancato il tempo per farlo. Questo non era un pensiero nuovo, appena affiorato alla sua mente; Lan WangJi conviveva con tale consapevolezza e per questo ogni giorno e ogni attimo erano preziosi – perché con uno sguardo poteva mostrare una parte di quel sentimento, con una parola poteva spiegarlo e con un gesto poteva ricrearne un frammento. Forse, alla fine dei suoi giorni, una minuscola parte del suo affetto, del suo amore, del suo desiderio e del suo tutto - indescrivibile, inafferrabile - avrebbe raggiunto Wei WuXian.

Per un attimo si sentì perso. La bocca si aprì e ne uscì solo un respiro spezzato. La mascella tornò a serrarsi e ogni muscolo si tese, e tese.

«Lan Zhan», Wei WuXian accarezzò il suo orecchio bollente, pizzicando il lobo morbido; il corpo di Lan WangJi ebbe un sussulto e ogni rigidità fu sciolta dal sorriso che aveva davanti, «con calma».

La Seconda Giada del clan Lan chiuse gli occhi ed inspirò. Quando riaprì le palpebre, mosse una mano lungo la schiena del marito; la passò lungo ogni vertebra e oltre la spalla, sul braccio. Le dita si arrestarono al polso e lo afferrarono, lo sollevarono e lo portarono alla bocca. Un bacio delicato sfiorò la pelle sottile della parte interna, dove le vene erano più evidenti, e poi le labbra si separarono da lì. Lan WangJi osservò Wei WuXian rabbrividire, guardò il suo sorriso allargarsi e il luccichio nei suoi occhi vispi. La luna li illuminò e allo stesso modo poggiò sul suo volto, donando un candore perfetto alle guance che Lan WangJi volle accarezzare, baciare, mordere. Stava per cedere, la bocca aperta pronta a serrarsi sulla carne quando il compagno lo fermò, ridacchiando, e si spinse contro di lui. Allora Lan WangJi lo accolse: lo abbracciò di nuovo, sospinse il capo contro il suo petto e, piano, si lasciò scivolare all’indietro. I capelli e le ampie vesti si mescolarono sotto di lui e oltre la sua figura, creando onde intricate di nero e bianco.

«Prima parli», soffiò il compagno sopra di lui, poggiando entrambe le mani al centro del petto. Le dita sfiorarono la cicatrice all’altezza del cuore e un bacio si poggiò sulla pelle rialzata, «poi puoi adempiere ai tuoi giornalieri doveri di marito, mh?»

«… Mn.»

«Bene, allora io farò il buono! Sto fermo qui, non ti faccio nulla, hai tutto il tempo che ti pare, ma finché non ti sarai spiegato come si deve non—»

«Wei Ying.»

Wei Wuxian ridacchiò e rispose sorridendo:

«Lan Zhan.»

Lan WangJi sorrise a sua volta e lo accarezzò sulla nuca, chiudendo gli occhi. Ignorò il proprio cuore, concentrandosi invece su quello dell’altro, e così si focalizzò anche sul suo respiro, sul suo calore, sul suo profumo unico.

«La fascia è importante», cominciò con tono fermo, libero dalla confusione di poco prima, «ma non è tutto».

«E cos’è “tutto”, Lan Zhan?»

Riaprì gli occhi.

«Tu.»

«Io?»

Il compagno batté le palpebre un paio di volte, perplesso e forse anche in imbarazzo, considerando il rossore che era affiorato alle sue gote tonde.

«Era destino che la toccassi, ma se la fascia non esistesse, non cambierebbe nulla», proseguì, sollevandosi per poggiare le labbra sulla sua fronte, «Sia nel passato, sia nel presente. Sia nel futuro».

La mano tra i capelli ribelli si spostò alla guancia e lì si poggiò, accarezzandola lentamente. Wei WuXian rimase invece immobile, le sue iridi violette rivolte verso di lui.

«Ti ho cercato, ti cerco», Lan WangJi non distolse lo sguardo, non batté neppure le palpebre, «Ti cercherò sempre».

Lan WangJi non era mai stato di molte parole. Il suo linguaggio era conciso ed essenziale, elegante ma diretto. Non si dilungava, non abbelliva i suoi discorsi con metafore, rime o detti. E soprattutto, Lan WangJi non mentiva. Per questo, ogni singola sillaba di quel che stava dicendo era significativa, perché ciascuna era ricolma dello sconfinato amore che provava e perché ciascuna era la verità. Se non assoluta, se non dei cieli e degli inferi, era la sua, di verità.

«Se anche il destino mi fosse avverso, non smetterò di farlo.»

E in essa credeva ciecamente, senza indugio.

«Se le regole mi impedissero di stare al tuo fianco, mi opporrei. Se il cielo mi ordinasse di allontanarti, sarei un ribelle.»

Riflesso nei suoi occhi color ambra, Wei WuXian trattenne il respiro. Le ciglia lunghe tremarono e le mani rimaste sul petto di Lan WangJi si chiusero in due piccoli pugni.

«Non credo nel destino.»

La Seconda Giada del clan Lan poggiò entrambi i palmi lì e li strinse attorno alle mani del compagno, che premette su di sé. Poi le avvicinò alla sua bocca e ne baciò le nocche.

«Non credo a nulla che possa—»

Wei WuXian si mosse così d’improvviso e così velocemente da lasciare Lan WangJi spaesato. In un batter d’occhio, Wei WuXian aveva allontanato le mani e aveva stretto le braccia attorno a lui, chiudendole in un abbraccio quasi soffocante. Si era anche schiacciato contro il suo petto, premendo il volto con una tale forza che sembrava volesse quasi entrarvi per nascondersi.

«Lan Zhan, Lan Zhan!» esclamò, strofinando il naso sulla pelle esposta, allargando sempre più le vesti bianche. «Sei davvero— incredibile! Assurdo!»

Con le sopracciglia alzate sul volto perplesso, Lan WangJi ricambiò l’abbraccio.

«Assurdo?» ripeté, cercandolo con lo sguardo, ma Wei WuXian era ostinatamente premuto su di lui e Lan WangJi riuscì a malapena a scorgere le sopracciglia corrugate. Passò qualche attimo prima che il compagno finalmente si mostrasse. Alzò il viso con velocità, facendo svolazzare i capelli in ogni direzione.

«Sì, assurdo!»

Gli occhi erano ametiste scintillanti e la punta del naso un bocciolo di haitang.

«Come riesci a dire certe cose con una faccia così?! Aaah, davvero lodevole. Sì, davvero lodevole.»

La confusione di Lan WangJi non lo abbandonò, unendosi però alla gioia che calda lo pervase. Quando Wei WuXian gli sorrideva in quel modo, brillante ed euforico, non poteva essere altrimenti. Quando Wei WuXian lo abbracciava, quando lo guardava e nei suoi occhi c’era solo allegria e spensieratezza, non esisteva altra reazione.

Ecco la sua verità.

Lo strinse più forte e lo baciò sulle labbra. Wei WuXian ridacchiò ma presto si agitò, sollevandosi infine sulle braccia, ciascuna ai lati del volto di Lan WangJi. Era incontenibile.

«Sai, Lan Zhan», mormorò dall’alto, «se tu non credi nel destino, allora ci crederò io, il doppio.»

Prima che Lan WangJi potesse proferir parola, Wei WuXian scosse con dolcezza il capo e gli sorrise.

«E per entrambi, crederò che non esiste nessun destino capace di separarci.»

Lo guardò a lungo, sincero e determinato. Il cuore di Lan WangJi si fermò.

«Che ne dici?»

La risposta era semplice ed una soltanto. Lan WangJi annuì e un sorriso ingentilì il suo volto.

«Mn.»

«Eh? tutto qui?» scherzò Wei WuXian, abbassandosi per affondare ancora una volta tra le braccia del compagno.

«Mn.»

La risata di Wei WuXian continuò e scemò piano, naturalmente, tra i baci e le carezze che regalò a Lan WangJi, il quale gli concesse tutto e si limitò a stringerlo, chiudendo gli occhi.

Destino o meno, la verità era una ed entrambi credevano in essa. Quel pensiero lo scaldò e cullò, tenendo occupata la sua mente. Per questo, passò del tempo; quanto, non seppe dirlo. Sentì le mani di Wei WuXian scivolare agli addominali e le unghie graffiarli. Avvertì i denti sfiorare la sua mascella e la lingua inumidire il lobo del suo orecchio.

«Lan Zhan? Sei distratto?» la voce del compagno vibrò proprio lì, facendolo rabbrividire, «Vuoi saltare i tuoi doveri di marito?»

Inspirò bruscamente e il suo petto si gonfiò. Le mani afferrarono la vita stretta e una gamba si alzò, strusciando tra quelle del compagno. Wei WuXian sospirò e Lan WangJi voltò il capo, baciandolo al lato della bocca.

«Ogni giorno.»

Il loro abbraccio fu intimo e delicato. Si protrasse fino all’alba.







_____________________________________ Spero che la storia vi sia piaciuta!
Per la scena in cui ripetono le parole della loro confessione, ho cercato un po' il testo cinese e mi sono arrangiata tra quello e la trad fan della novel. Lo stesso per la regola relativa alla fascia del clan Lan, ho cercato la spiegazione nel libro e ho recuperato lo screen del donghua in cui è inquadrata la parte - ho fatto un po' un miscuglio xD
Vorrei scrivere qualcos'altro su di loro, ho tante idee che li riguardano... in caso, penso che aggiungerò capitoli a questa fic, facendone una raccolta di oneshot (o come minimo finisco di leggere 2ha e parto a razzo con fic introspettive su CWN).
Ad ogni modo, spero davvero vi sia piaciuta e, se volete, lasciate pure un commento o dei kudos! Mi renderebbero molto felice <3
   
 
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