Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Bodominjarvi    24/12/2023    1 recensioni
Provenivano da due paesi distanti e anche da due decenni differenti, ma le loro storie erano quantomai analoghe...Travagliate e senza nessun lieto fine all'orizzonte. Loro non vivevano...Sopravvivevano. Era un condizione che ormai avevano accettato entrambi da tempo.
Ambientata durante e post Tekken 7.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Kazuya Mishima, Nina Williams, Sorpresa, Steve Fox
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10 anni dopo...
 
Le sfide e le battaglie gli causavano sempre una scarica di adrenalina, che correva fulminea nelle loro vene. Il cuore pompava sangue più velocemente, i sensi si acuivano, la concentrazione era al massimo. I muscoli erano tesi fino allo spasmo. Entrambi si misero in posizione di attacco, in attesa che qualcuno facesse la sua mossa. Chi avrebbe attaccato per primo? A che parte del corpo avrebbe mirato? E soprattutto chi avrebbe avuto la meglio? L'istinto suggeriva di colpire, il buonsenso di attendere e schivare, o difendersi. Entrambi si studiavano a fondo, socchiudendo gli occhi e trattenendo il respiro. Contarono mentalmente fino a tre. Al due nessuno si muoveva ancora. Una frazione di secondo prima dell'uno invece si mossero entrambi. Ogni calcio e ogni pugno veniva parato. Ogni presa e ogni leva rigirata. Una situazione di estrema parità caratterizzava sempre lo svolgimento dei loro incontri. Sebbene fossero entrambi estremamente competitivi, nessuno combatteva con l'intenzione di ferire l'altro: le loro lotte erano una danza sinuosa e ben coordinata di movimenti puliti e veloci. Ma alla fine c'era spazio per solo un vincitore. E quel vincitore fu lei, che rapida come il vento, riuscì a sottometterlo con una delle sue solite prese. Aveva tolto la vita a tante persone in passato, agendo in quel modo letale. Ma a lui non avrebbe mai torto un capello.
 
"Ho vinto. Di nuovo." sussurrò divertita all'orecchio del suo avversario, che giaceva immobilizzato al suolo.
 
Il collo e il braccio erano saldamente ancorati tra le sue braccia, mentre il torace era avvolto dalle sue gambe muscolose. L'altro rispose con un grugnito, ma non poté fare a meno di sorridere a sua volta.
 
"Sei diventato lento. Stai invecchiando." lo canzonò, beandosi della sua espressione corrucciata.
 
Ma fu una distrazione fatale, perché l'altro ne approfittò per liberarsi da quella morsa e a ribaltare la situazione, ritrovandosi sopra di lei e tenendole saldamente i polsi ancorati al suolo.
 
"Dicevi?" ghignò, col viso a pochi centimetri dal suo.
 
Stavolta fu il turno di lei di sbuffare, ma il broncio durò poco. Nel giro di pochissimi istanti scoppiarono entrambi a ridere. Le liberò i polsi e si sdraiarono all'ombra di un gigantesco albero della loro proprietà, che si estendeva fino ai confini della foresta di sugi, tipica dell'isola di Yakushima. Il vento soffiava leggero e portava con sé il profumo dei rododendri in fiore e della brezza marina, un vero toccasana in quell'afosa giornata estiva. La bionda appoggiò il capo sul petto del ragazzo, che l'avvolse in un delicato abbraccio ed insieme si goderono ad occhi chiusi quel momento di pace, riscaldati dai raggi del sole, rinfrescati dal vento e cullati dal cinguettio degli uccellini che si rincorrevano tra i rami e volavano alti nel cielo terso. Tuttavia la quiete ebbe vita breve, perché ben presto un vociare a loro famigliare li destò dalla loro siesta.
 
"Invece no!"
 
"Invece sì!"
 
"Invece no!"
 
"E invece sì!"
 
"MAMMAAA!"
 
"Dai ragazzi, non litigate!"
 
Nina si alzò e si mise a sedere, pronta a gestire l'ennesimo battibecco che Steve non era riuscito a sedare. Jin fece lo stesso, accomodandosi a gambe incrociate accanto a sua moglie. Due bambini corsero nella loro direzione, seguiti a ruota dal loro fratello maggiore, palesemente sudato e col fiatone. Nonostante fosse un atleta con ancora una carriera sfavillante nel mondo del pugilato, tenere d'occhio quelle due pesti era fisicamente più sfiancante di qualsiasi allenamento. Soprattutto quando facevano comunella contro di lui.
 
"Che succede adesso?" domandò, sospirando.
 
"Keiichi dice che ho barato!" esclamò la più piccola.
 
"È vero, non ha saltato l'ultimo ostacolo e ci ha girato intorno!" replicò il bambino più grande.
 
"Non è vero, è che sono molto più veloce di te!"
 
"Elly basta, eravate praticamente alla par..."
 
"Invece no, io ero in testa e lei ha imbrogliato!"
 
"Tu sei lento!"
 
"Adesso basta!" intimò la bionda, alzandosi in piedi.
 
"Ma mamma..."
 
"Niente ma! Punto primo, non voglio che litighiate per delle stupidaggini del genere. Punto secondo, Steve ha detto che eravate alla pari, quindi basta accusarvi a vicenda!"
 
Erano solo due bambini di 10 e 6 anni, era vero, ma per Nina vederli litigare era un riaprirsi ogni volta delle sue vecchie ferite. Anche lei e sua sorella Anna avevano cominciato così, con l'invidia e competizione, fino a rovinare definitivamente il loro rapporto. E nonostante fossero passati così tanti anni dalla sua scomparsa, ancora si pentiva di non essere mai riuscita a ricucire in alcun modo il rapporto con lei, se non durante i suoi ultimissimi istanti di vita.
 
"Punto terzo..." intervenne Jin a sua volta. "Va bene un po' di sana competizione a spronarvi, ma ricordatevi che allenarvi e migliorare nello sport così come in qualsiasi altra cosa, è un piacere che fate a voi stessi, non un pretesto per prevalere sugli altri!"
 
E poi c'era Jin, che con poche e semplici parole riusciva a rimettere tutto sotto la giusta prospettiva. Indubbiamente Nina era la più severa, ma anche incredibilmente giusta e imparziale. Lui invece era decisamente più malleabile, ma sempre fermo sui punti cardine sui quali avevano eretto la loro famiglia: rispetto, fiducia e comprensione. I due bambini continuavano a fissarsi in cagnesco, stizziti l'uno con l'altro, ma anche profondamente meditabondi. Erano entrambi due testoline calde, ma si volevano un gran bene. Keiichi era sempre lì per Eileen, quando complice la differenza di altezza lei non riusciva ad arrivare ai pensili per recuperare i cereali e lui li prendeva per entrambi, o quando cadeva dalla bicicletta e si sbucciava le ginocchia, lui era sempre accanto a lei per aiutarla a rialzarsi. E poi anche Eileen non mancava mai di condividere le sue caramelle con lui, o di prestargli le sue matite colorate e i suoi mattoncini Lego. Stavano crescendo entrambi così in fretta da dimenticarsi di quanto in realtà si volevano bene. A volte gli serviva quella spintarella in più e quando non intervenivano i loro genitori c'era sempre il loro fratellone Steve a vegliare su di loro.
 
"Coraggio ragazzi...Se vi scusate a vicenda e fate la pace, dopo vi porto al cinema. Ci state?"
 
"Al cinema?" esclamò Eileen, illuminandosi di colpo.
 
"Andiamo a vedere il nuovo film dei Gundam?" chiese Keiichi pieno di speranza.
 
"Certo!" replicò il pugile, sorridendo. "MA...Dovete dare ascolto a quello che mamma e papà vi dicono e naturalmente chiedere loro il permesso."
 
"Oh mamma, papà, vi prego, possiamo?"
 
"Dai, dai, per favore..."
 
Nina e Jin tacquero un istante, scambiandosi uno sguardo di intesa.
 
"Avete sentito quello che vi ha detto Steve, no? Dovete prima chiedervi scusa." disse Jin.
 
"E soprattutto dare retta a quel che vi abbiamo detto. Ci promettete che farete i bravi?" rincarò la dose la bionda.
 
"Sì, sì, sì! Scusa Keii se ho detto che sei lento!"
 
"Scusa Elly se ti ho dato dell'imbrogliona"
 
I bimbi si abbracciarono, dimenticando ogni malumore e battibecco, sotto lo sguardo benevolo della coppia.
 
"Beh che state aspettando? Andate a lavarvi e cambiarvi, il film inizia tra due ore!" li esortò il padre.
 
"Sìììì, grazie papà!!!" disse Keiichi, correndo ad abbracciare entrambi i genitori per poi fiondarsi verso casa.
 
"Sììì, siete i migliori!" rincarò la dose Eileen, facendo lo stesso, ma indugiando tra le braccia di suo padre qualche istante di più, omaggiandolo anche di un sonoro bacio sulla guancia.
 
Nina sogghignò, per nulla gelosa di quella manifestazione di affetto non equa nei suoi confronti. Eileen Jun, quel piccolo follettino pazzo dai capelli dorati e gli occhi colore dell'ambra, era stata l'ultimo tassello a rendere perfetta la sua famiglia e a mandare completamente in brodo di giuggiole suo marito. Jin era un padre fantastico, sempre presente, attento e premuroso e sapeva quanto gli fosse dispiaciuto non esserle stato accanto mentre era in attesa di Keiichi. Nonostante lo smarrimento iniziale nell'aver scoperto di essere padre di un bambino già nato, non si era minimamente sottratto dalle sue responsabilità, esaudendo così uno dei suoi desideri più grandi, in modo totalmente insperato. Tuttavia nonostante le circostanze funeste allora non l'avessero permesso, rimpiangeva profondamente di non aver potuto seguire Nina fin dal suo primo momento nel viaggio della maternità. Qualche anno più tardi però, una sera dopo aver passato ore ad amarsi e a rotolarsi nel letto, Nina aveva appoggiato la fronte sulla sua, l'aveva guardato dritto negli occhi e gli aveva fatto una confessione che avrebbe nuovamente stravolto la loro vita. 
 
"Sono incinta." 
 
Jin non avrebbe mai e poi mai dimenticato quel momento e di quanto l'aveva stretta forte a sé, singhiozzando silenziosamente in preda all'emozione e alla felicità col volto nascosto nell'incavo della sua spalla. Sebbene la seconda gravidanza fosse stata decisamente più tranquilla e meno travagliata della precedente, Nina per la prima volta si sentì in imbarazzo nel vedere il suo corpo cambiare nuovamente. Nuove smagliature, nuovi sbalzi ormonali e di umore, nuovi kili di troppo da smaltire e il suo fisico perfetto che cominciava pian pianino a cedere. Addirittura aveva cominciato quasi a sentirsi a disagio nel mostrarsi a suo marito . Ma quest'ultimo era troppo rapito e troppo affascinato dal suo corpo in mutamento per notare quei difetti: ai suoi occhi Nina era ancora più bella di prima e non mancava di viziarla, coccolarla e fare di tutto per farla sentire divina. Ed infine era arrivata lei, la loro bambina, che cresceva bella, forte e sana ogni giorno sempre di più. Proprio come suo fratello maggiore, Eileen era estremamente intelligente e adorava tantissimo gli animali. Guarda caso, proprio come sua nonna paterna, di cui portava il nome come secondo. 
 
E poi c'era Steve, che col tempo era riuscito a lasciarsi alle spalle gli orrori del passato e a stringere un rapporto di profondo rispetto e stima con Jin. La sua carriera di pugile era finalmente decollata e ogni anno collezionava medaglie su medaglie e una vittoria dietro l'altra. Ma quando non era in giro per il mondo a calcare i ring e disputare tornei, viveva assieme a loro come una famiglia normale, anche se di normale aveva ben poco. Era praticamente coetaneo di Jin e sebbene sua madre anagraficamente fosse ben oltre i 50 anni, era ancora una bellissima donna sulla trentina. Ma a loro non importava. Erano riusciti a creare la loro isola felice all'interno delle loro mura domestiche e a vivere una vita piena di amore e serenità, anche di fronte alle piccole sfide quotidiane. Nina a tutti gli effetti era una madre per lui, gli dava consigli, gli stava vicino, lo supportava e parlavano liberamente di qualsiasi cosa. Con Jin le cose erano ovviamente un po' diverse, certamente lui poteva immolarsi come figura paterna nei suoi confronti, ma non mancavano i momenti tra di loro nei quali si confidavano a vicenda i propri sogni e le proprie paure. E Nina non avrebbe potuto chiedere di più.
 
"Ti hanno fatto tribolare oggi, non è vero?" domandò Nina, tornando ad accomodarsi al suolo.
 
"Quei piccoli teppistelli sono pura dinamite. Però sono felice che nonostante tutto siano così legati..." commentò il biondo, aprendo una bottiglietta d'acqua. "Almeno pur essendo in off season mi aiutano a tenermi in forma."
 
Tutti risero a quella battuta.
 
"Grazie che li accompagni al cinema. Se non altro stasera dormiranno..."  scherzò Jin, lanciando un'occhiata eloquente a sua moglie, che quest'ultima colse perfettamente.
 
"Piuttosto..." esordì la bionda. "Ci fa un sacco piacere che passi così tanto tempo con tuo fratello e tua sorella, ma non credi sia il caso di richiamare Julia e uscire con lei questo fine settimana?"
 
Steve tossì fragorosamente.
 
"E tu che ne sai di Julia?" domandò sorpreso.
 
"Intuito femminile..." replicò sorniona. "È una brava ragazza...Stareste bene assieme..."
 
"Confermo. Pensa che sua madre Michelle era molto amica con la mia, hanno collaborato spesso assieme per diverse cause ambientali." aggiunse Jin, con aria di approvazione.
 
"Beh..." replicò il pugile, che vistosamente arrossito "In effetti la trovo una tipa decisamente interessante...Mi piace passare del tempo con lei."
 
"Portala da qualche parte e divertitevi domani, allora. Alle pesti ci pensiamo noi!"
 
"Grazie Jin."
 
"E mi raccomando, controlla solo che quei due non si ingozzino di schifezze al cinema, la prossima settimana hanno il dentista." aggiunse Nina.
 
Steve sorrise ad entrambi.
 
"Sì, mamma! A più tardi!" rispose congedandosi.
 
Mamma. Non più Nina, ma mamma. D'altronde questo lei era per lui e mai avrebbe pensato di esserne così felice e orgogliosa. Osservò il ragazzo allontanarsi verso casa, per poi lasciarsi andare di nuovo tra le braccia di Jin, con un profondo sospiro. Quest'ultimo la accolse e insieme si sdraiarono nuovamente sul prato, mentre le accarezzava dolcemente i capelli. Quanto era cambiata la loro vita in così poco tempo...Capitava spesso che i mostri del passato si presentassero alla loro porta, ma fintanto che sarebbero rimasti insieme nulla diventava insormontabile. Jin soprattutto aveva passato dei periodi molto bui, divorato dai sensi di colpa durante il giorno e dagli incubi alla notte per ciò che aveva fatto, ma grazie all'aiuto di Nina e a tanta terapia, pian piano era riuscito a scenderne a patti. Il passato non si poteva cambiare, molte persone ancora lo odiavano, altre lo avevano perdonato perché avevano riconosciuto in Kazuya la vera minaccia, della quale erano riusciti a liberarsi solo grazie a lui. Aveva capito che indietro non si poteva tornare perciò aveva fatto del suo meglio per migliorare il più possibile e cercare di rimediare ai suoi catastrofici errori. 
 
Per prima cosa aveva ripreso in mano le redini della Mishima Zaibatsu e messo ogni sua risorsa a disposizione dell'umanità intera per aiutarla a rialzarsi in piedi, ricostruendo città intere, devolvendo enormi somme di denaro a favore di chi non aveva più nulla e promuovendo iniziative benefiche di ogni sorta per far sì che nessuno venisse lasciato senza sostegno. Fatto ciò aveva deciso di cederne il comando a Lee, Lars e Alisa, lasciando che la Violet Systems l'acquisisse e la guidasse, sempre a favore del progresso per aiutare gli altri. Lui e Nina avrebbero continuato a farne parte, ma da dietro le quinte, in modo tale che tutto il progetto non venisse ulteriormente messo in discussione. Negli anni era riuscito almeno in parte a redimere il suo nome, e l'aver avuto due figli l'aveva spronato ancora di più a migliorarsi, per evitare che a causa sua potessero venire additati, o discriminati. Sapeva che un giorno sarebbero cresciuti, avrebbero scoperto tutto e gli avrebbero fatto delle domande sul suo passato: per allora sperava solo di essere pronto per dargli tutte le risposte. 
 
Del resto del potere, del denaro, della fama e della gloria non gli importava più nulla. Non c'era più quell'orribile tribale a deturpargli il braccio e a avvelenargli la mente. Ora c'era solo lui, con il suo giudizio, i suoi punti di forze e le sue paure. Tuttavia come gli disse la sua adorata madre prima di andarsene definitivamente, non era più solo. E aveva avuto ragione. Aveva accanto la donna dei suoi sogni, della quale era perdutamente innamorato e alla quale doveva tutto. La donna che gli aveva regalato due figli stupendi, e che da anni chiamava orgogliosamente moglie. Aveva i suoi bambini, dai quali imparava tantissimo nonostante fosse lui il genitore, e per i quali avrebbe fatto qualsiasi cosa affinché vivessero una vita felice e serena. E giorno dopo giorno aveva imparato anche a fare pace con sé stesso e col suo passato, cercando di tenere fede all' ultima promessa che aveva fatto alla sua adorata madre. 
 
Era stata così dura dirle addio di nuovo. Aveva lasciato dietro di sé solo una piuma di corvo, come prova tangibile del suo ritorno dopo averla creduta persa per anni. Ora quella piuma era sepolta sempre lì, a Yakushima, nel punto dove sorgeva la casa dove un tempo vivevano. Quel gesto gli aveva permesso di mettere la parola fine a quel doloroso capitolo della sua vita. Non era stato facile, ma Nina era lì con lui durante quel momento difficile, a stringerlo forte mentre si lasciava andare a mille lacrime e singhiozzi. L'abbraccio di sua moglie era sempre un balsamo per la sua anima nei suoi momenti di crisi, il suo calore, il suo profumo e tutto il sentimento che provava per lui lo aiutavano ogni volta a non crollare. Ma ce l'aveva fatta. Era riuscito ad andare avanti senza più voltarsi indietro. E così avrebbe continuato a fare. Aveva dovuto sopportare l'infermo. Aveva dovuto sentirsi distrutto per trovare la forza di ricominciare. Ma ora andava tutto bene...Ora non dovevano più sopravvivere, ora potevano finalmente vivere...
 
~
 
Note dell'autrice: il primo capitolo di questa storia è stato postato il 7 febbraio 2018: quando ho iniziato a scriverla avevo già più o meno in mente la trama e i personaggi che avrei voluto includere: Tekken 7 mi aveva lasciato così tanto l'amaro in bocca sia per Nina che per Jin, dopo il lavoro stupendo che avevano fatto con il 6, da spronarmi a scrivere qualcosa su di loro, ovvero la mia versione di ciò che avrei voluto che invece succedesse. Chiaramente al buon Harada idee di questo tipo non passano nemmeno per l'anticamera del cervello, giustamente il gioco essendo un picchiaduro si incentra sulle lotte e sulla saga della famiglia Mishima, che è il fulcro principale. Quello che però mi ha sempre fatto innervosire è il non caratterizzare i personaggi, soprattutto quelli storici. Nina è presente dal primo capitolo della saga e ha addirittura uno spin off completamente dedicato a lei, nel 6 ha avuto un ruolo di spicco e nel 7 che succede? Le fanno fare la figura dell'incapace e le mettono addosso un ridicolo vestito da sposa per depistare il matrimonio di sua sorella. Detto ciò, nonostante avessi le idee abbastanza chiare, ho impiegato quasi 6 anni per portare a compimento questa fan fiction e vi dirò, probabilmente sarei ancora a metà se non fosse sbucato fuori Tekken 8 a mettermi il pepe al culo. In corso d'opera mi sono bloccata per mesi e mesi su punti che mi sembrano insormontabili, perché non sapevo come collegare i tasselli. Non sono brava a descrivere le scene di lotta e non mi piace nemmeno farlo, eppure in alcuni momenti erano necessarie. Non sono una scrittrice e ho un rapporto molto conflittuale con la consecutio temporum (credo si veda), eppure mi sento abbastanza soddisfatta di ciò che ho fatto. Alla fine è stata solo questione di mettermi davanti a Word e semplicemente scrivere, avessi aspettato il lampo di genio perfetto più di metà della storia sarebbe ancora da buttare giù...Sono conscia che la coppia Jin x Nina non sia apprezzata, che tutti lo vedano meglio con Xiao (che fastidio di donna), Asuka, Julia, Lili addirittura...Nina per la maggior parte delle persone è solo un'assassina a pagamento spietata, la regina di ghiaccio per eccellenza. Per me no, per me è molto di più, una donna forte, risoluta, letale e bellissima, ma umana come tutti noi, con le proprie debolezze e soprattutto meritevole anche lei di essere felice. Spero di non averla snaturata troppo, ma è proprio sulle sue insicurezze, sul suo passato e sul suo lato umano che ho voluto fare luce. Idem per Jin, che prima di venire distrutto dalla sua maledizione era un ragazzo normale, che viveva una vita normale, con sogni e paure. Non so cosa ci riserverà il prossimo e credo ultimo capitolo della saga, ma per quel che mi riguarda che escano pure tutti i trailer del mondo adesso, my job here is done XD Infine vorrei ringraziare quelle poche persone che hanno letto e seguito questa storia, anche se non hanno lasciato commenti. Significa che comunque un minimo sono riuscita a destare la loro curiosità. Ringrazio per tutte le recensioni, che mi hanno sempre fatto un sacco sorridere. Ci ho messo una vita ad arrivare qui, non ho mai scritto una storia così lunga (e credo che non accadrà mai più XD), ma per quel che mi riguarda ne è valsa la pena. Ora, con tutta la calma del mondo, posso pensare di scrivere delle one shot sempre sul mio pairing del cuore, che chiaramente, saranno tutte collegate a questa storia (pre-durante-dopo). Perché alla fine i personaggi sono di Harada e della Namnco, ma la libertà di sognarli e immaginarli diversamente è di tutti. Per tutto il resto ci sono i disclaimer XD Di nuovo grazie a tutti, spero che abbiate apprezzato. A presto 🙂 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Bodominjarvi