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Autore: Quella Della Pasta    25/12/2023    2 recensioni
Un cavaliere a confronto con un premio a lungo sperato. E una lealtà che spera di tener confinata entro i limiti del proprio compito.
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Storia scritta per il Secret Santa «Chi fermerà il Natale? - II Edizione», indetto dal forum Torre di Carta, come regalo per Kamy, su prompt: Originale: Re/Cavaliere fedele.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Nota di servizio, ma non necessaria per la comprensione del testo: mentre scrivevo, mi sono ispirata per il cavaliere al Luke Evans di Dracula untold e per il re al Timothée Chalamet di Il re.)

 

«Moriresti, per me?»

Il giovane reuccio teneva con insospettabile fermezza la spada regale ben ferma, di poco sollevata sulla spalla destra del suo appena eletto primo cavaliere, quel tanto che sarebbe bastato ad inclinare appena la lama ed incidere di taglio il collo dell'uomo inginocchiato al suo scranno, più anziano sebbene non di molto. Troppi anni erano passati da che aveva tentato la scalata al potere, tempo a sua detta sprecato, in cui s'era rovinato la pelle e l'anima per un sogno che non credeva. Così come quelle terre erano state unite da una guerra, un'altra guerra ancora le avrebbe disgregate come un soffio di vento avrebbe disperso i semi di tarassaco.

Ed eppure, l'uomo restò in ginocchio. Chino col corpo, ma non con lo sguardo. Quel suo giovane re aveva ossa esili come quelle di un uccellino e capelli di paglia intrecciata. La corona dei suoi padri gli sarebbe potuta facilmente cadere dal capo, il mantello d'ermellino soffocarlo, una qualunque battaglia schiacciare e dissanguare quel suo corpicino da vestale. Ed eppure, era già grande il nome di colui che era riuscito a riappacificare una nazione intera. Con occhi troppo saggi, e già troppo bui, per poter appartenere ad una creatura così giovane.

Potresti essere mio figlio, s'era azzardato a dirgli il cavaliere, un giorno di maggio che sembrava autunno. Il giardino di rose s'era disseccato, a furia di aspettare una pioggia che non arrivava.

Ma non lo sono, aveva risposto il giovane re. Sorridendo. Il che rende la tua saggezza ancora più preziosa, per me.

Per il cavaliere, era stato come uno squarcio tra quelle nuvole inesistenti. Tutta l'acqua del cielo si era riversata dopo, sui campi assetati e sulle loro spade. Sarebbe stata la loro ultima battaglia. I regni circostanti si erano presto arresi.

«Morirei soltanto per la vostra parola, maestà.»

E per i vostri occhi.

Ma quello, il cavaliere si guardò bene dal proferirlo. La sua lealtà avrebbe parlato per lui. Fino al momento in cui la spada che gli aveva recato il più alto degli onori a cui aveva aspirato, gli avrebbe arrecato anche il riposo eterno.

 
   
 
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