Ore
giorni
settimane
mesi.
Dodici mesi.
Eccoti immobile sul portasapone.
Non è cambiato niente.
(Per me è cambiato tutto e per te non è cambiato niente.)
Apri il rubinetto e cominci a parlare, senza filtro – qui non l’hanno ancora installato –, eppure non mi chiedi nulla.
Forse speri che abbia voglia di ricominciare a bere dalle tue labbra.
E io la ho, sete, ma la verità è che stasera preferirei un succo di frutta. Sorrido. Non alla pera. Non all’arancia. Alla mela.
Non lo vedi il sorriso sulle mie labbra alla mela? Te lo dico, che ultimamente sorrido alla mela, ma mi prendi per scema.
A volte penso che la quantità di parole che ci si dedica sia direttamente proporzionale a quanto ci si sente vicini. Se fosse davvero così tu, che sei un fiume in piena, stasera mi ricorderesti di essere la persona più speciale del mondo. Eppure mentre siamo insieme e mi parli di te e mi parli di te e mi parli di altri provo solo straniamento e alienazione.
Ti chiamo ipocrita, quando mi racconti di chi ti ha abbandonato non appena ha trovato qualcosa di meglio da fare.
Lo sai, in fondo, che hai fatto lo stesso con me.
Lo so, in fondo, che non l’hai fatto con cattiveria.
Non mi rispondi e non so come prenderla. Allora non me la prendo, lascio che questo silenzio parli da sé e, insomma, anche se non so interpretarlo deve pur dire qualcosa. Qualcosa. Ci penserò su quando tornerò a casa.
La verità è che dopo dodici mesi si è consapevoli di non aver più di fronte un’amica.
Dopo dodici mesi non ci si aspetta qualcosa di diverso da un coltello nella carne. Ma se il coltello è già lì, e me lo sono rigirata per bene dentro da sola nei mesi passati, il tuo silenzio pizzica appena.
«Parliamo pure di quella stronza che ti ha lasciata da sola.» La mia voce trema, ma dato che sono venuta fin qui tanto vale che sia utile a qualcosa.
*
«Non te le lavi le mani?»
«No. Questa volta ho portato il gel disinfettante da casa.»
Ho cercato il tuo nome tra gli annunci funebri mentre vivevi lontana
lontana
lontana
(vicina)
senza avermi nei tuoi pensieri.
Ordino il succo alla mela e spero non mi arrivi uno Spritz.
Questa storia è piena di citazioni che probabilmente capirò solo io. I vari gusti di succo di frutta, ad esempio, rappresentano varie persone che conosco irl. Saponetta/lavandino è la mia ormai ex migliore amica. Quando scrissi Incastri fortuiti pensavo che presto ci saremmo riviste e che avremmo potuto riderne su insieme. Le cose purtroppo sono andate diversamente.
P.s. Sono abbastanza sicura di aver ricevuto uno Spritz, alla fine, ma insomma, va bene così.
P.s. Sono abbastanza sicura di aver ricevuto uno Spritz, alla fine, ma insomma, va bene così.