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Autore: thenightsonfire    17/09/2009    14 recensioni
Perché certe squilibrate bibliotecarie possono portare a davvero tanti, tanti avvenimenti impensabili e occasionalmente imbarazzanti. Come, per esempio, essere sorpresi da tuo padre mentre ti nascondi in un armadio vecchio e polveroso con il figlio del suo peggior nemico.
LilyxScorpius, of course.
Lily fece per ribattere ancora più acidamente di prima, ma lui continuò. "E sinceramente non mi sono fissato con te. Sai che è da due mesi che non sto con una ragazza perché mi interessi? Se fosse realmente come dici tu, ossia se fossi guidato solo dal cocciuto desiderio di passare qualche piacevole minuto in tua compagnia, non mi azzarderei a sfidare le ire dei fratelli Potter, bensì mi limiterei ad adescarti in qualche angolo buio, farti ubriacare e convincerti a scendere giù nei Sotterranei fino alla mia camera, dove potremmo degnamente concludere la serata"
Lily lo guardò sconvolta per quello che aveva udito. "Lo faresti davvero?"
"No, ma avresti dovuto vedere la tua faccia!"

Introduzione modificata per presenza di tag br alla fine dell'introduzione.
Charlie_2702, assistente amministratrice
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scorpius, is that your wand?




Lily Potter si trovava in uno degli ambienti che sentiva più familiari: la Biblioteca. Era là che si sentiva a casa, in mezzo a tutti quei libri, soprattutto se vecchi, gialli e polverosi - al contrario dei suoi fratelli James e Al, che arricciavano il naso disgustati alla sola idea di entrarci. Persino suo padre, che in quel periodo era nelle vesti di pseudo-professore per un seminario sulle Arti Oscure tenuto da lui per gli studenti del settimo anno, rifiutava di metterci piede.
Quel giorno, dopo aver concluso la lettura di “Fantasmi e Poltergeist più sanguinosi dai tempi di Merlino” e “Maledizioni, Parte Prima” - amava le letture allegre, lei -, aveva bazzicato nel Reparto Proibito fino a quando non aveva scovato dei tomi che le sembravano particolarmente interessanti.
E quindi eccola, seduta in un tavolo vicino ad una grande finestra, china sui libri in un pomeriggio piovoso di fine Ottobre.
I lunghi e rossi capelli erano perennemente in disordine, cosa che poteva essere oggettivamente affascinante per i suoi fratelli, ma svegliarsi ogni mattina con una palla di fieno in testa per lei non era propriamente il massimo, quindi li aveva legati in una coda alta. La testa, inclinata di lato, era poggiata sulla mano sinistra, e gli occhi marroni erano saldamente ancorati alle pagine del libro. Era perfettamente rilassata, niente poteva intromettersi e rovinarle quel momento.
<< Ehi >> la salutò qualcuno, e lei sospirò irritata. Per tutti i boxer di Merino, non si poteva leggere in santa pace nemmeno in Biblioteca?
Si girò per rispondere, piccata...
... E per poco non le venne una sincope.
Scorpius Malfoy, fiero e algido in tutta la sua altezza, la guardava sorridendo, probabilmente aspettandosi che lei lo salutasse a sua volta.
Peccato che la suddetta non fosse esattamente intenzionata a levarsi dalla faccia quell’espressione sull’ebete andante.
Lui inarcò un sopracciglio e decise che era meglio prendere le redini della situazione. Si schiarì la voce. << Posso sedermi? >> chiese, senza staccare gli occhi da quelli della ragazza.
In un lampo Lily si rese conto di quanto dovesse sembrare una stupida e annuì arrossendo. Lo guardò fisso anche quando si sedette accanto a lei con una grazia innaturale, senza proferire parola, praticamente mangiandoselo con gli occhi. Ovviamente lui non si lasciò sfuggire questo particolare e ghignò soddisfatto.
<< Vuoi che mi spogli o ti va bene anche così? >>
Lily arrossì fino all’inverosimile.
Porco Fuffy.
<< Nono, va bene così! >> rispose velocemente e si accorse della gaffe solo quando Scorpius, ancora incredulo, si accasciò sul tavolo ridendo così tanto che probabilmente tra poco non sarebbe riuscito più a respirare.
<< Oh, Merlino, oddio, davvero, non volevo dire quello! >> si affrettò a riparare alla frase di prima, ma il ragazzo non pareva la stesse ascoltando, così lo guardò ridere con un’espressione seria in faccia fin quando Madama Pince, visibilmente alterata grazie al colorito rosso fosforescente che aveva in viso, non venne a rimproverarli con epiteti che variavano dal ‘disgrazie’ all’ ‘ignobili ragazzini’.
Malfoy continuò a ridacchiare sommessamente per un altro po’, poi si zittì notando che Lily si era ributtata a capofitto nella lettura.
<< Allora, che leggi? >> chiese con il classico sorrisetto che usava per far abboccare all’amo tutte le ragazze che gli interessavano.
Lily deglutì. Sii forte, si disse. Ce la puoi fare.
Però, nel momento stesso in cui si voltò per rispondere, tutti i suoi buoni propositi volarono a fare un giro a quel paese. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte prima di dare voce ai suoi pensieri.
<< Ehm, Malfoy, scusa se te lo chiedo, ma che ci fai in biblioteca? >>
<< E’ l’unico luogo in cui posso avere una conversazione civile con te senza l’interferenza dei tuoi fratelli >> rispose con una semplicità disarmante.
Lily spalancò gli occhi così tanto che probabilmente poco mancava che si rompesse qualche capillare. << Scusa, ma perché dovresti voler avere una conversazione civile con me? Voglio dire, ci siamo del tutto indifferenti >>
Lui avvicinò il suo volto a quello della ragazza fino a che non furono a pochi centimetri di distanza. << Se voglio avere una conversazione civile con te significa che non mi sei poi molto indifferente, no? >> sussurrò a pochi centimetri dalle labbra della ragazza.
E in un attimo, con un moto di profonda irritazione, Lily ricordò chi aveva davanti: Scorpius Malfoy, Serpeverde, subdolo e con una spropositata passione per le ragazze.
E lei che aveva pensato che volesse semplicemente parlare con lei senza secondi fini.
<< No >> rispose fredda, << significa solamente che ti sei fissato con me >>
Lui sembrò non capire. << Cosa? >>
<< Chi era ieri, Karen di Tassorosso? O Rebecca di Corvonero? >> gli chiese diretta, serrando le labbra.
Lui assottigliò lo sguardo, fulminandola con gli occhi. << Io non mi sono fissato con te >>
Le labbra di Lily si distesero in un sorriso il più finto possibile e si batté una mano sulla fronte. << Oh, scusa, come ho mai potuto pensare una cosa così ignobile su di te? Chiedo venia e mi prostro ai tuoi piedi, che la tua fulgida magnanimità mi aiuti >>
Lui la fissò male. << Lo sai, vero, che troppo sarcasmo allontanerà i ragazzi da te? >> poi sorrise, malizioso, << Per tua fortuna, io amo il sarcasmo >>
Lily fece per ribattere ancora più acidamente di prima, ma lui continuò. << E sinceramente non mi sono fissato con te. Sai che è da due mesi che non sto con una ragazza perché mi interessi? Se fosse realmente come dici tu, ossia se fossi guidato solo dal cocciuto desiderio di passare qualche piacevole minuto in tua compagnia, non mi azzarderei a sfidare le ire dei fratelli Potter, bensì mi limiterei ad adescarti in qualche angolo buio, farti ubriacare e convincerti a scendere giù nei Sotterranei fino alla mia camera, dove potremmo degnamente concludere la serata >>
Lily lo guardò sconvolta per quello che aveva udito. << Lo faresti davvero? >>
<< No, ma avresti dovuto vedere la tua faccia! >>
La ragazza spalancò la bocca in una ‘o’ perfettamente indignata mentre lui cominciava a ridere a crepapelle, così prese uno di quei tomi e lo colpì dritto sulla spalla con efferata violenza e l’ardente speranza di rompergli la clavicola. Lui esclamò un dolorante “Ahi!”, però continuò a ridacchiare. E così fece anche quanto Lily, rossa in viso, gli mollò un altro colpo di libro. Si fermò solo quando Madama Pince venne un’altra volta a rimproverarli seccamente di disturbare tutti gli studenti che cercavano di studiare, il tono di voce sensibilmente alterato e gli occhi fuori dalle orbite. Si dispensò in tali coloriti aggettivi per descrivere i due ragazzi che Lily non trovò altro da fare che pigolare scuse imbarazzate per lei e per l’altro.
<< Un altro fiato e vi butto fuori a suon di Fatture Orcovolanti! >> concluse Madama Pince raggiungendo un’ottava di voce talmente elevata che Lily immaginò delle crepe formarsi nei vetri delle finestre. Dietro la donna c’era Gazza, lì probabilmente perché doveva sbrigare qualche lavoro: in ogni caso, anche lui mormorava qualcosa a mezza voce.
Quando Madama Pince se ne fu andata borbottando ancora maledizioni e malocchi seguita dal custode, perso nella sua stessa occupazione, lei si ributtò a capofitto nella lettura, mostrando un atteggiamento offeso, lui rimase a guardarla.
<< Però >> disse Malfoy dopo una piccola pausa, << La parte riguardante il mio recente voto di castità quella appena seguente sono del tutto vere >>
Ci fu una piccola pausa in cui Lily, mordicchiandosi il labbro inferiore, rifletté su ciò che aveva detto Malfoy. Poi si girò, gli occhi marroni accesi di determinazione.
<< Dimmi perché >> pretese di sapere, e in risposta allo sguardo confuso del ragazzo spiegò: << Dimmi perché ti dovrei piacere >>
Lui spalancò gli occhi, sorpreso. Aspettò un po’ prima di rispondere, tempo in cui cercò di mettere in ordine i pensieri.
<< Mi credi se ti dico che non lo so, esattamente? In teoria sei tutto ciò che io dovrei trovare irritante o indifferente. Ti piace leggere, ma a scuola non spicchi particolarmente, tanto meno in pozioni. Non hai un grandissimo giro d’amicizie, quindi stai sempre sola, e in genere odio le persone taciturne. I tuoi capelli sono un disastro, sei bassina rispetto alla media e il tuo corpo non è certo quello di una modella, senza contare che sei ricoperta di lentiggini, cosa che normalmente non sopporto >>
Lily fece per comunicargli che se aveva finito di insultarla poteva benissimo andare a farsi un giro a quel paese, ma lui non glielo permise.
<< Però, >> continuò, e Lily poté giurare di averlo visto arrossire leggermente, << adoro il modo in cui in Pozioni, quando trasformi il tuo distillato in qualche intruglio verde e melmoso, arricci il naso e provi ancora con quel tuo sorrisino colpevole. Quando stai sola, in Sala Grande, a leggere, mi chiedo sempre costa tu stia pensando e sei costantemente nei miei pensieri. Starei ore a guardarti mentre ti passi le mani tra i capelli, sbuffando contrariata perché non li sopporti, o mentre ti sistemi la camicetta o la gonna facendomi impazzire – e in quei momenti, credimi, è meglio non sapere cosa mi passa per la testa. E mentre ti vedo camminare ad Hogsmeade, bassa e adorabilmente gracile in quei lunghi cappottoni pesanti che ti metti, desidererei avvicinarmi e abbracciarti e contare le tue lentiggini fino allo sfinimento >>
Scorpius Malfoy distolse lo sguardo da quello della ragazza, incredulo per ciò che le aveva rivelato, perché quella era a tutti gli effetti una dichiarazione. E a giudicare del delicato e squisito rossore che aveva imporporato le guancie di Lily, lei la pensava allo stesso modo. Ovviamente quest’ultima cercò di sdrammatizzare. << Tutto questo chiamasi stalking, sai?>>
Lui sorrise leggermente. << Forse >>
Si portò una mano sulla faccia, per la prima volta in vita sua imbarazzato. << Non sono mai stato così melenso in vita mia. Non mi stupirei se adesso cominciassi a grondare glucosio dagli orifizi. Dio, non posso credere di averti detto tutte quelle cose >>
Lily, ammettendo a se stessa di essere piacevolmente stupita, non poté non sussurrare un lieve << Non dirlo a me >>, che Scorpius interpretò male.
<< Ah. Be’, non fa niente, ne riparliamo, okay? >> disse, puntando lo sguardo azzurro sui libri posati sul tavolo che Lily aveva portato con sé.
La Potter cercò di spiegarsi, ma tutto quello che ne uscì fu un confuso balbettio che si concluse in un silenzio di tomba. Riportò lo sguardo su “Maledizioni, Parte Seconda”, accorgendosi con un moto di irritazione di essere arrivata solo a pagina 23, mentre il serpeverde accanto a lei rivolgeva le sue attenzioni a tutti quegli enormi e ingombranti tomi sul tavolo.
<< Caspita, che letture allegre >> commentò a bassa voce. << Ce n’è anche uno sulle mutilazioni da maledizione? >> chiese in tono palesemente sarcastico.
<< Sotto il libro sulle deformazioni da fatture >>
Si affrettò a controllare, poi gemette schifato. << ... Okay, mi inquieti >>
Lily rise piano.
E solo dopo svariati minuti si rese conto di essere troppo distratta per capire qualcosa di ciò che stava leggendo – perlomeno, di ciò che stava cercando di leggere. Continuava a ripensare a quello che aveva detto Scorpius, interrogandosi in particolare sulla misura in cui lei era rimasta piacevolmente colpita da quelle parole, perché aveva sempre avuto un debole per lui, in fondo. Quest’ultimo, invece, pareva davvero concentrato nella lettura.
<< Ehi! >> esclamò ad un certo punto e distraendo Lily dai suoi pensieri, << C’è la McGranitt! >>
Lily inarcò un sopracciglio. << Dove? >>
Lui prese in mano un libro enorme e le fece vedere la copertina nera e sgualcita, che recava la scritta “Sanguinarie Banshee Dei Nostri Giorni”.
Tre secondi e quindici attimi dopo tutti studenti presenti poterono guardarla sconvolti mentre si accasciava sul tavolo in preda alle risate e con le lacrime agli occhi, seguita a ruota da Scorpius Malfoy.
<< Ma tu hai problemi! >> esclamò la Potter con le lacrime agli occhi, << Curati! >>
<< Oh, non ci penso nemmeno >> rispose Scorpius sghignazzando, << E’ anche questa mia vena sarcastica e divertente che fa impazzire le ragazze >>
Lily non poté controbattere, perché Madama Pince stava avanzando velocemente verso di loro, e – Lily se ne rese conto con suo sommo orrore – somigliava a quelle Banshee descritte nel libro.
<< VOI, SCELLERATI, FUORI, FUORI DA QUA! >> urlò con la bacchetta sguainata e urla che raggiungevano gli ultrasuoni, << SIETE DELLE PIAGHE DELL’ UMANITA’, UN ATTACCO AI MIEI POVERI NERVI! FUORI! >>
Lily ebbe appena il tempo di prendere la sua borsa strapiena di libri prima che Scorpius la afferrasse per un polso e la trascinasse fuori dalla biblioteca, e mentre correvano entrambi notarono sconvolti come la promessa sulle Fatture Orcovolanti fosse stata egregiamente mantenuta.
Non appena furono fuori dalla portata di Madama Pince, si fermarono e Scorpius lasciò il polso di Lily, che era piegata in due per lo sforzo e respirava affannosamente.
<< Quella... donna... è... pazza... >> riuscì ad articolare Lily col poco fiato che le era rimasto.
Scorpius annuì. << Già. Reagire così per qualche risatina! >>
Scosse la testa per enfatizzare la sua perplessità. Poi una luce maliziosa balenò nei suoi occhi color ghiaccio e ghignò in un modo che ricordò pericolosamente a Lily il sorrisetto che sfoggiava James quando stava per combinare qualcosa di molto, molto stupido e, con molta probabilità, dannoso per la sua incolumità.
<< Com’è che ci ha chiamati? >> chiese Scorpius pensieroso, << Ah, sì: delle piaghe. Be’, vediamo quanto le farà piacere vederne qualcuna >>
Sorrise sadicamente e si rivolse a Lily: << Aspetta qui >>
Corse verso la Biblioteca prima che la ragazza potesse rispondergli di lasciare perdere la cosa colossalmente stupida – perché ormai ne era certa – che stava per compiere e di tornare ognuno nel proprio dormitorio senza creare ulteriori problemi. Così rimase lì ad aspettare in silenzio un qualcosa che le facesse capire cosa stava accadendo, finché non sentì dei botti, il rumore come di uno sciame di qualcosa che assolutamente non voleva sapere e poi delle urla di terrore.
Il ragazzo tornò trafelato qualche secondo dopo, sorridendo vittorioso. Doveva già aver posato la sua bacchetta, poiché aveva le mani libere.
Lily deglutì. << Che... che hai fatto? >>
Lui fece un gesto di noncuranza con la mano, e si sentirono altre urla provenire dalla biblioteca. << Niente di che. Tranquilla, ho fatto in modo che i libri non risentissero di nulla – non faccio mai alcunché senza pensare ai danni eventuali. Diciamo che ho dato una dimostrazione di cosa sono esattamente le piaghe, in particolare delle piaghe d’Egitto. Volendo essere più preciso, credi che gradiranno uno sciame di mosconi? >>
Lily spalancò la bocca talmente tanto che Scorpius pensò divertito che le sarebbe arrivata la mascella a terra. Poi si morse il labbro inferiore e scoppiò a ridere. << Se non fossi terrorizzata dagli insetti vorrei assistere di persona allo spettacolo! >> rispose. Poi aggrottò la fronte. << Ma sei sicuro che non ti abbiano visto, vero? >> domandò dubbiosa.
Lui alzò gli occhi al cielo. << Avanti, mi credi così stupido da farmi - ? >>
Non riuscì a finire la frase. Un terribile e stridulo << MALFOY, POTTER! >> echeggiava tra le pareti di pietra della scuola, togliendo dei loro visi una qualsiasi traccia di melanina e facendo loro raggiungere un colorito che andava dal bianco cadaverico al giallastro malaticcio.
Lily lo guardò terrorizzata e infuriata insieme. << Sì, lo sei! >>
Il ragazzo la prese per mano e cominciarono a correre per cercare di non essere beccati, ma sentivano benissimo il rumore di passi dietro di loro a mo’ di crescente minaccia, e alla ragazza parve anche di sentire la voce di suo padre.
Mannaggia.
Dopo quelli che a Lily sembrarono chilometri di corsa a perdifiato trovarono un’aula vuota che sembrava perfetta per nascondersi. Per lo meno, lo era per lui.
Lei, invece, lo guardò di sbieco, ancora ansante. << Oh, certo. Un’aula vuota. Adesso sì che mi sentirò al sicuro, in un’aula vuota con te! Come posso non averci pensato prima? >>
Lui sbuffò. << Andiamo, non sono così disperato da cercare di circuirti in un momento del genere! >> Lanciò un’occhiata nervosa alle loro spalle, sentendo che Madama Pince e Gazza stavano arrivando. << Scegli: o me o la McGranitt – perché, persino nella più rosea delle previsioni, se ci trovano che cerchiamo di nasconderci finiamo dritti in presidenza >>
Lei si umettò il labbro guardandolo negli occhi e provando a capire se stava dicendo la verità o meno. Lo sguardo del ragazzo dovette rassicurarla e convincerla, perché aprì la porta dell’aula e si catapultò dentro tirandosi dietro lui.
E si rese conto di essere ancora mano nella mano con Scorpius, perché lo lasciò come scottata, e, rossa come la sua Puffola Pigmea, richiuse la porta alle loro spalle. Si sedettero entrambi su dei banchi polverosi, esausti. L’aula era leggermente illuminata da alcune candele sparse qua e là.
Dopo qualche secondo sentirono in lontananza la voce gracchiante di Gazza.
<< Le aule vuote, le aule vuote! >> esclamava, << Cerchiamoli lì! >>
Lily si voltò verso il serpeverde con sguardo fiammeggiante. << Così siamo a due, genio. Dobbiamo arrivare al tre? >>
Scorpius ignorò bellamente la frecciatina e si guardò ansiosamente in giro in cerca di qualcosa che potesse aiutarli. Ad un certo punto il suo sguardo si illuminò vittoriosamente e spiegò quello che voleva fare a Lily, che però parve, usando un grazioso eufemismo, alquanto riluttante.
<< Dimmi che stai scherzando! >> soffiò la ragazza, avvicinatasi pericolosamente a Scorpius, << io non ci entro in un armadio con te! >>
<< M-mh. Quindi mi stai dicendo che preferiresti fare una capatina dalla McGranitt? >>
<< Sì >>
<< Sei un’aspirante suicida >>
<< Lo sarei se decidessi di entrare in quell’armadio in tua compagnia >>
<< In quel caso saresti solamente furba, credimi. Sai quante ragazze pagherebbero per essere al tuo posto? >>
<< Ehi, sai che non dovresti dire ad una ragazzina dolce e innocente come me che sei uno squillo? >>
<< Adoro il tuo sarcasmo, ma in questo momento non è d’aiuto >>
<< Nemmeno la tua vanagloria >>
<< Okay, okay >> si arrese Scorpius alzando le mani in segno di resa, << hai vinto tu. Ma davvero, giuro sulla mia Casa che non cercherò di approfittarmi di te. Però, se vuoi davvero andare a far visita alla McGranitt allora chi sono io per impedirtelo? Al contrario tuo, io invece rimarrò qui e mi salverò la pelle >>
Lei ci pensò su, poi sospirò, sconfitta. Sorrise mestamente. << Non mi toccherai? Parola di Scout? >>
<< Eh? >>
Lei si sbatté una mano contro la fronte e mormorando qualche imprecazione poco consona alla sua età si infilò dentro l’armadio con lui, che, nel buio, sghignazzava soddisfatto.
<< Smettila di ridere! >> esclamò Lily, rossa in volto.
<< Mh, chissà come ci rimarrà tuo fratello James quando gli racconterò di come, timida ma pur sempre coraggiosa, hai deciso di trascinarmi dentro un armadio >>
<< Taci o giuro che esco fuori la bacchetta >>
Parlavano con dei sussurri.
<< Uhm, devo afferrare l’implicito riferimento sessuale nei miei riguardi? >>
<< Scorpius, ’fanculo >>
<< Wow, che finezza >>
La ragazza cercò di muoversi nello spazio ristretto per prendere la bacchetta dallo zaino, che era abbandonato ai loro piedi. Non capì perché, ma lui si irrigidì.
<< Senti, sto zitto, basta che – oddio - ti prego, sta’ ferma, eh? >> Lily si accigliò, ma acconsentì. Cercò di non pensare che le sue labbra erano a poca distanza dal collo del ragazzo, pregando di riuscire a rimanere lucida.
Questo finché non si ritrovò a starnutire.
<< Shhhhh >> la rimbeccò lui.
<< Non è colpa mia! >>
Lui non rispose e lei sospirò piano. Poi si decise a parlare. << Senti, ci ho pensato, e, ecco – etciù! - non voglio che quel discorso rimanga interrotto – intendo il discorso che somigliava tanto a una dichiarazione >>
Silenzio come risposta.
<< Questo perché, be’, in realtà – etciù! - mi ha fatto piacere. Voglio dire, mentirei se ti dicessi che mi sei indifferente, perché – etciù – anche io credo di provare qualcosa per te, ecco >>
Ad ogni starnuto corrispondeva un sussulto, e ad ogni sussulto corrispondeva un avanzamento della rigidità del ragazzo.
Merlino, siamo praticamente appiccicati.
Lily si mosse ancora, a disagio per quello che aveva detto e soprattutto pensato, quando Scorpius la bloccò afferrandole la spalla sinistra con una mano.
<< Propongo di parlarne dopo, che ne dici? E per favore >> la implorò al limite della sopportazione, << evita di muoverti, eh? >>
<< E io che ci posso fare? Mi muovo perché starnutisco, e non posso fare a meno di starnutire - etciù -... mh, forse è il tuo dopobarba >>
<< Okay, allora girati. Prima che tu possa ridire qualcosa, solo per questo momento ritiro ciò che ho detto: puoi muoverti, dai, sbrigati! >>
Cercando di non cadere lei si girò il più lentamente possibile per non far rumore. Le parve di udire uno strozzato << oh, cristo >> provenire dal ragazzo, seguito da un gemito abbastanza forte da essere sentito da lei.
Ma che ha?
Lily strabuzzò gli occhi. << Oddio, ti pestato un piede? Ti ho fatto male? >>
<< No, assolutamente no – per Merlino, sta’ ferma! >>
Lily obbedì. Adesso era messi in modo che la sua schiena coincidesse con il torace di lui. Sfortunatamente, dopo un lasso di tempo sin troppo breve, ecco uno starnuto più forte, che causò anche un sussulto conseguentemente più forte.
E dopo aver sentito un ulteriore gemito del ragazzo, Lily aggrottò la fronte.
<< Scorpius? >>
<< Ehm, sì? >> rispose lui con voce strozzata.
<< Ma hai per caso preso la bacchetta o cosa? Perché c’è qualcosa che sento sulla schiena, e... >>
Lily non finì mai la frase. Capendo fin troppo in ritardo cosa sentiva esattamente sulla schiena, lanciò un urlo stridulo e si allontano in uno scatto dal ragazzo. Mossa che provocò l’apertura disgraziata delle ante dell’armadio e la loro rovinosa caduta.
Sotto gli occhi di Madama Pince, Gazza e Harry Potter.



angolo dell'autrice/pazza squinternata:
Non ho idea di dove mi sia uscita questa cosa. Fissavo word con un'aria vagamante beota quando puff!, ecco qua questa shot. Ovviamente amo la coppia LilyxScorpius, quindi come potevo non scriverci niente? *_*
Molto probabilmente l'avrete capito da soli, ma vorrei chiarire la parte finale: essendo i due appiccicati in un ambiente così ristretto, non appena Lily ha cominciato a muoversi diciamo che, beh, Scorpius ha avuto certe reazioni corporali del tutto indipendenti dalla sua volontà. Ecco tutto. XD
Commentino? XD
Spero che vi sia piaciuta,
xoxo, Carme.
   
 
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