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Autore: cassiana    02/01/2024    0 recensioni
Nuova raccolta di storie dedicate ai Pink Floyd partecipanti a varie iniziative e challenge sia stagionali che no. Ogni storia è a sé stante, vari avvisi e generi all’interno.
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Smutty David'
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Titolo: Sull’orlo del precipizio
Fandom: Pink Floyd
Rating: G
Personaggi: David Gilmour, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason
Note: Questa storia partecipa l’iniziativa (IN)CORRECT QUOTES - HURT/COMFORT@ Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction coi prompt:
Rick: ho appena concluso una relazione di quattro anni.
Nick: Oh, mi dispiace tanto. Stai bene?
Rick: Hm? Oh sì, sto bene. Non era la mia relazione.
*David e Roger litigano dall'altra parte della stanza*


Nick: Roger sta dormendo o è morto?
David: Spero che sia morto, lo odiavo a morte.
Rick: Sì, anch'io.
Roger: Okay, prima di tutto, vaffanculo…

Eh, sì due incorrect quotes al prezzo di una perchè mi divertono troppo!
Crosspostato con l’iniziativa Advent Calendar sempre del gruppo Hurt/Comfort Italia col prompt: 200. cambiare colore.
L’idea del titolo me l’ha data questa frase di Rick: "Pink Floyd is like a marriage that's on a permanent trial separation." (I Pink Floyd sono come un matrimonio in via di separazione permanente.)
Warning: hurt/comfort, più hurt che comfort, silly floyd
Sinossi: Solo un'altra normale sessione in studio di registrazione: litigi, sarcasmo e un incidente col gong conducono a un inaspettato gesto di Roger.




Sull’orlo del precipizio




Pink Floyd is like a marriage that's on a permanent trial separation.
Rick Wright




Nello studio di registrazione l’aria vibrava di energia, la luce vivida colpiva le pareti intonacate tapezzate di foto e poster e il suono avvolgente della musica riempiva lo spazio. Nick e David condividevano il microfono cercando di armonizzare le voci. Era raro che il batterista si lasciasse convincere a cantare, ma Rick in quel momento era assente e David voleva provare i cori della nuova canzone. Stavano sperimentando con entusiasmo e si scambiarono un sorriso d’intesa. Con Nick l’atmosfera era sempre rilassata ed era un piacere lavorare con lui. Non si poteva certo affermare la stessa cosa per quanto riguardasse Roger: le sue parole pungenti e le sue critiche argute erano a volte pesanti da sopportare, persino per Nick. Ma se il batterista era solito lasciarsi scivolare tutto addosso comprese le asperità del compagno di band, David invece era più combattivo e se nemmeno i suoi commenti aggressivo-passivi funzionavano, si irrigidiva e rispondeva per le rime, soprattutto se convinto di avere ragione. Ma era proprio quella conflittualità serpeggiante e non sempre così sottile ad alimentare il processo creativo della band. Chi soffriva maggiormente delle critiche del bassista era Rick, il suo carattere mite ne faceva il perfetto bersaglio per i proiettili sarcastici di Roger che aveva finito per usarlo come pungiball personale delle sue frustrazioni, non solo artistiche. Quella mattina Rick era in ritardo, in quel periodo viveva da solo perché Juliette era stanca delle sue intemperanze con donne e stupefacenti. Come se le difficoltà della vita familiare non bastassero, doveva anche sopportare le umiliazioni di Roger che non perdeva occasione di redarguirlo e criticarlo soprattutto perché a suo dire non portava abbastanza idee al gruppo. Rick riteneva completamente infondata l'opinione di Roger: credeva che fosse preferibile possedere un'idea chiara e profonda piuttosto che molti spunti abbozzati su cui poi sarebbero dovuti intervenire comunque lui e David. Tuttavia, Roger era fermamente convinto che bastassero le sole idee per accaparrarsi il merito del lavoro, comportamento che effettivamente adottava con regolarità. Di certo Rick sentiva che stava perdendo sempre più la motivazione e la voglia di sottoporsi a quelle continue ordalie cui lo costringeva il bassista. David si era tolto le cuffie e diede una pacca alla spalla di Nick:

“Bel lavoro, amico. Vediamo Roger che ha da dire.”

Con un sogghigno Nick si lisciò i baffi e si posizionò dietro la batteria. David raggiunse Roger impegnato a scribacchiare su uno spartito. Allungò il collo per cercare di vedere di che musica si trattasse e sporse le labbra:

“Sai che questo a Rick non piacerà per niente.”

Disse incrociando le braccia, Roger non rispose subito e finì di scrivere una nota. Si alzò e andò ad appoggiare con una certa platealità lo spartito sul piano. Si voltò con un sorriso saccente verso David che era rimasto a guardare con le braccia appuntate ai fianchi:

“Lo faccio solo per spronarlo a fare meglio.”
“Stronzate.”

Mormorò David, ma andò a sedersi vicino a Roger al mixer. Poco dopo, Rick varcò la soglia con il suo solito passo tranquillo, rivolgendo a tutti un saluto caloroso accompagnato da un gesto amichevole della mano. Nel mentre, Nick, trovandosi libero da impegni, si avvicinò a lui per uno scambio di battute disteso. La scena si svolgeva nella parte dedicata al piano, dove Rick, contrariato, prese visione della nota scritta da Roger con evidente disapprovazione: "Se questo è tutto ciò che riesci a fare, resta pure a casa." Senza esitazione, Rick accese una sigaretta, trattenendo con forza una boccata di fumo che rilasciò poi lentamente dalle narici, quasi a esprimere il suo dissenso attraverso il gesto. Nick notò la tensione e gli chiese:

“Sembri un drago che si è appena accorto che qualcuno gli ha rubato tutto il suo oro. Che succede?”
“Direi che con questo ho appena concluso una relazione di quattro anni.”

La risposta di Rick fu un gesto deciso: lasciò cadere con forza il coperchio del pianoforte, generando un rumore sonoro che echeggiò nello studio di registrazione. Gli spartiti, sospesi per un attimo nell'aria carica di tensione, precipitarono a terra come foglie portate via dal vento improvviso. Quel fragore contribuì a spezzare la corrente di asprezza nelle voci di Roger e David, facendo brevemente tacere la tempesta emotiva che si era scatenata tra loro. Nick distratto posò comprensivo una mano sulla spalla del compagno:

“Oh, mi dispiace tanto. Stai bene?”
“Hm? Oh sì, sto bene. Non era la mia relazione.”

Rick si strinse nelle spalle e si grattò la barba bionda. Sapeva che al momento avrebbe fatto male, ma la vita della band era così: una montagna russa emotiva sempre sull’orlo dello scioglimento. La domanda non era se questo sarebbe mai avvenuto, ma quando. E infatti come a dare ragione alla sua intuizione David e Roger stavano ora decisamente litigando: erano passati dal sarcasmo aggressivo-passivo di David alle aperte insolenze di Roger e ora erano uno di fronte all’altro a urlarsi in faccia, i pugni chiusi. Rick tirò su col naso e scosse la testa guardandosi le unghie. Nick sollevò gli occhi al cielo e chiese:

“Cosa dicevi sulla relazione chiusa?”
“Dovremmo separarli?”

Nick si grattò la testa scompigliando i capelli scuri meditabondo:

“Non so cosa sarebbe meglio: se si ammazzassero a vicenda o si baciassero.”
“Cristo! Non dirlo mai più, ti prego.”

Rick rabbrividì platealmente mentre un sorrisetto strisciò suo malgrado sotto i baffi. Intanto i volti dei compagni avevano cambiato colore nella foga del momento: paonazzo quello di Roger, mortalmente pallido quello di David. Erano a un tanto così dallo scattare, ma Roger in un impeto di lucidità si voltò e fece per andarsene a grandi passi. Distratto dall'intenzione di sfoderare, forse, un'ultima frecciatina nei confronti di David, Roger, completamente inconsapevole della tragedia imminente, non riuscì a scorgere l'imponente gong che si stagliava dietro di lui. Con una violenza inaspettata, il suo corpo si scontrò con la robusta struttura di legno, scatenando un'oscillazione frenetica nell'enorme piatto di metallo quasi animato di vita propria. Poi, risuonando con un fragore assordante che sembrava riempire ogni angolo dello studio, con un tonfo formidabile, si riversò su Roger che collassò pesantemente al suolo.
I compagni di band, colti di sorpresa dalla rapida concatenazione di eventi, si precipitarono immediatamente per sollevare il massiccio strumento dal corpo inerme di Roger. Steso sul pavimento come un burattino privo di vita, il bassista giaceva immobile, il volto sbiancato e contorto dalla sofferenza. Nick si chinò sul corpo dell’amico e mise una mano a pochi centimetri dalla sua bocca come ad accertarsi che respirasse ancora:

“Credete che Roger stia dormendo o è morto?”

David e Rick erano in piedi incombenti su di lui e David ancora furioso sputò con foga:

“Spero che sia morto, lo odiavo a morte.”
“Sì, anch'io.”

Gli fece eco Rick in un sussurro. In quel momento Roger tremò e aprì un occhio:

“Okay, prima di tutto, vaffanculo…”
“Oh, per fortuna stai bene!”

Nick esalò un sospiro di sollievo mentre David sospirava un già poco convinto. Nel frattempo con l’aiuto di Nick Roger si stava rialzando:

“Vieni, amico: ti aiuto! Dove ti fa male?”

Nick sostenne Roger per i pochi passi che servivano per raggiungere il divanetto e lo aiutò a sedersi. Roger si mise una mano sulla fronte:

“Mi fa male la testa. E il fianco, cazzo.”
“Fa vedere.”

David si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, si chinò su Roger e ordinò:

“Alza la maglia.”
“Così, senza nemmeno invitarmi a cena?”

Scherzò Roger tirandosi la maglietta nera sopra il fianco. La zona costale presentava una vasta distesa livida, il contorno della tumefazione si stagliava con nettezza, creando una sorta di mosaico contuso e dolorante sulla superficie del costato mentre la pelle circostante era segnata da escoriazioni e graffi. David sollevò un angolo delle labbra:

“Idiota. Ti fa male mentre respiri?”
“Un po’.”
“Forse dovremmo portarlo al Pronto Soccorso. Magari si è rotto la testa o incrinato qualche costola.”

Intervenne Rick la cui voce tradiva una nota speranzosa.

“L’unica cosa che può essersi rotta qui è il pavimento, grazie alla sua testaccia.”
“Vaffanculo, Nick. Va bene?”

Il batterista ridacchiò per nulla scosso dall’offesa dell’amico. Si diresse verso il possente gong, richiamando l'attenzione di Rick. Con sforzi combinati, i due musicisti riuscirono a rialzare il massiccio strumento. David e Rick si riuscirono a procurarsi una borsa del pronto soccorso. Nel frattempo, Nick si inginocchiò vicino a Roger, cercando di valutarne le condizioni, chiese con una nota di preoccupazione nella voce:

"Come ti senti ora?"

Roger si passò una mano sulla testa.

"Mi fa male ovunque, ma penso di essere ancora intero."

Rick e David cominciarono a medicare le ferite di Roger. La scena era animata da una combinazione di movimenti frenetici e battute sarcastiche, mentre Rick suo malgrado cercava di applicare qualche cerotto sui tagli più evidenti.

"Stai fermo, Roger," ordinò David, "o rischi di fare ancor più danni."

Nick sorrise ironicamente:

"Beh, sembriamo o no un gruppo di infermieri?"

Al che Roger emise una risata sofferente:

"E anche i peggiori al mondo."

Nonostante la tensione, il clima era stranamente familiare, con la band che cercava di prendere sul serio la situazione, ma senza rinunciare al proprio spirito sardonico. Sembravano aver finito, Roger si lamentava ancora piano, David lo guardò dall’alto con un'espressione indecifrabile. Sporse in avanti le labbra in un piccolo broncio e sospirò:

“Dai, ti portiamo a casa. Judy si occuperà di te.”

Successivamente, Roger si trovava semi-disteso sul sedile posteriore della Bentley di Nick, con David al posto del passeggero e Rick che gli teneva la testa sulle gambe. Roger si morse l’interno della guancia, aveva un gran mal di testa e imputò a quello le parole che pronunciò:

“Senti Rick, per quel che vale, non era vero quello che ho scritto stamattina.”

Rick annuì, accese una sigaretta e mantenne il silenzio consapevole che quelle parole fossero quanto di più simile a delle scuse da parte di Roger. La sorpresa giunse quando quest'ultimo propose:

"Stasera, se ti va, puoi cenare da noi. Judy mi diceva che era un po' che non ti vedeva... e se sei stanco dei pasti precotti, ecco..."
"Va bene."
Interruppe Rick prima che Roger potesse incartarsi del tutto. Sui sedili anteriori, Nick e David sogghignarono compiaciuti.
   
 
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