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Autore: ELIOTbynight    17/09/2009    3 recensioni
[…] L’idea che tutto finisse lì mi terrorizzava. Oltre al pensiero che la morte dei miei genitori sarebbe rimasta un mistero mi spaventava anche la sensazione di non avere più quella band miracolata al mio fianco. Non poteva dirmi di no. Se l’avesse fatto non mi sarei data pace. - Lucy, ti rendi conto che se ti accontentassi smuoverei mezzo mondo?- Annuii sempre più convinta. Sarei stata disposta a tutto pur di concludere la faccenda fino in fondo. Non me ne fregava niente di fan indignate, trambusti vari o che altro. Solo una cosa mi importava: la verità che doveva essere scoperta. - Siccome deduco che non smetterai di farmi impazzire finché non avrò acconsentito … - Quelle parole mi fecero sperare. - … d’accordo.- Esultai saltellando intorno a David con una tale felicità che a momenti avrei dato una festa. - A una condizione!- Mi bloccai e lo guardai con disappunto. - La cosa deve finire entro una settimana! Non di più!- Sospirai di sollievo e con la tenerezza dei bambini abbracciai le gambe del manager. - Grazie, signor Jost … - […]
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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se tarderò un po' per i prossimi capitoli è colpa della scuola che mi ruba tutto il tempo libero ok?? XD
nel frattempo godetevi il quarto chappy!

Capitolo 4

APPARENZE

“Sorridi, e la vita ti sorriderà!”


La mattina dopo tutto lo staff era impegnato in degli strani preparativi, di cui per il momento non mi importava più di tanto. Preferivo starmene seduta sugli spalti con fogli e pennarelli intorno intenta a scarabocchiare.
Non ho mai avuto un gran talento per il disegno e sinceramente non avevo molta intenzione di provare a realizzare qualcosa di davvero carino, ma coprivo il mio vero stato d’animo con un comportamento da vera bambina di sette anni.
Già, perché più che a disegnare, pensavo a Tom. Questo sconosciuto. Mi fidavo di Bill e gli altri e sapevo che dicevano la verità, allora come mai continuavo ad essere io l’unica a pensare che Tom avesse un brutto carattere?
Probabilmente ero troppo piccola per giudicare una persona alla prima occhiata. Ma dopotutto, anche a quell’età, ho sempre pensato che non si dovrebbe mai giudicare una persona alla prima occhiata. Semplicemente perché la maggior parte delle volte si sbaglia.
Niente da fare. Le parole di Bill non smettevano di suonarmi strane. Decisi che doveva essere Tom stesso, prima o poi, a dimostrarmi che mi sbagliavo sul suo conto.
Ero talmente immersa in questi pensieri che non mi accorsi della presenza di Gustav davanti a me. Solo quando mi fece un gesto con la mano in segno di saluto alzai la testa dal foglio e lo salutai a mia volta.
- Come ti senti, oggi, piccola?- chiese sorridendo, rassicurandomi in anticipo.
Feci un sospiro rassegnato. In fondo quel che era fatto era fatto.
- Sono ancora molto triste … Non accade tutti i giorni a una bambina piccola come me di perdere entrambi i genitori all’improvviso!-
Certo, dentro di me la tristezza c’era sempre. In buona parte del mio cuore e della mia testa c’era costantemente la nostalgia e la solitudine che poco servivano a riempire il vuoto lasciato dalla morte di mamma e papà.
- Capisco. Però anche la tua reazione non è normale, non trovi?- osservò lui.
Aveva ragione e lo sapevo. Alla mia età ero particolarmente matura. O magari … ero semplicemente un po’ chiusa in me stessa e odiavo mostrare le mie emozioni. Già, meglio la seconda.
Non seppi cosa rispondere, mi limitai ad alzare le spalle. Gustav si sedette accanto a me e posò lo sguardo sul foglio che tenevo sulle gambe.
- Mi piace il tuo disegno, Lucy!- fece sorridendo.
- Ma è brutto … - dissi io stupita dal suo commento.
- Non è vero, secondo me è bello. Tutte le cose sono belle, in fondo.-
Che strane parole … Ma mi piacquero.
- Cosa vuol dire che tutte le cose sono belle?- domandai con la solita vocina infantile e curiosa che hanno i bambini.
Gustav spiegò, senza smettere di sorridere:
- In ogni cosa, in ogni situazione, in ogni persona c’è qualcosa di bello e di positivo. Basta solo capire che cos’è … Non pensi anche tu?-
Nulla di più vero. Un semplice esempio era che se non ci fosse stato l’incidente non avrei mai incontrato delle persone speciali come i Tokio Hotel.
Annuii sempre più curiosa e con lo sguardo lo implorai di continuare a parlare.
- Per esempio … Noi quattro siamo molto famosi, ma capita spesso che i due membri del gruppo che si notano di più sono Bill e Tom. In questi casi io e Georg veniamo presi un po’ meno in considerazione.-
- Davvero? E non sei triste?-
- No. Perché non è certo colpa della gente. Il motivo di questa cosa è per il semplice fatto che sono un tipo tranquillo e discreto e non capita che mi metta al centro dell’attenzione come ci finiscono i gemelli. Capisci?-
- Sì … Ma sei sicuro che non ti dia fastidio?-
- Certamente, infatti in questo caso cerco di vedere le cose positive. Per esempio so che le fan mi vogliono bene comunque, so che i miei compagni mi stanno sempre vicino. E so anche che finché farò parte dei Tokio Hotel e sarò il loro batterista sarò felice. Quindi, anche se non sembra, questa non è una brutta cosa.-
Il discorso di Gustav mi fece sentire meglio. Anzi, mi fece addirittura sorridere come faceva lui.
- Hai ragione! D’ora in poi cercherò sempre le cose positive, così le cose brutte diventeranno belle!-
Accarezzandomi la testa continuò:
- Bravissima. Mi raccomando, sii sempre ottimista e abbi fiducia. E per non dimenticare questo discorso ti insegno un proverbio molto carino … -
- Dai, dimmelo!!-
- … Sorridi, e la vita ti sorriderà!-
Che belle parole. Già, proprio belle, come tutte le cose belle della vita.
Lo abbracciai felice e riconoscente.
- Grazie, Gustav! Non me lo dimenticherò mai!!-
Rimanemmo in quella posizione per più o meno dieci secondi. Forse quell’abbraccio sarebbe durato di più, se Bill non ci avesse chiamato a gran voce dal basso della scalinata.
- Ehi, voi due lassù! Venite anche voi??-
Io e il batterista ci sciogliemmo immediatamente dall’abbraccio e ci alzammo in piedi.
- Venire dove?- fece Gustav mentre io raccoglievo i fogli e le matite.
- Andiamo a fare due passi!- rispose il cantante salendo i primi scalini. - E’ il minimo che possiamo fare per rilassarci, non trovate? Con tutto il lavoro che c‘è qui … -
- Sì, che bello!- esultai. - Andiamo, Gustav!-
Ed ero già giù per la scalinata per raggiungere gli altri, mentre lo sentivo ridere tra sé alle mie spalle.

Camminammo per i vialetti di Berlino a lungo e parlammo di tante cose. Mi raccontarono alcune delle loro avventure e disavventure vissute durante la loro carriera, assistevo ad alcuni battibecchi che nascevano tra i gemelli o tra tutti e quattro. Io ascoltavo, li guardavo parlare, sorridevo e talvolta annuivo.
- Lucy, perché adesso non ci racconti qualcosa di te?- propose ad un certo punto Gustav.
Su di me? Non avevo granchè da dire, in fondo.
- Sì, sono curioso anch’io di sentire qualcosa sulla piccola impiastra!- fece Tom guardandomi con dispetto.
Eh, no! Non potevo fargliela passare liscia dopo l‘ultima umiliazione subita.
- A te non ho intenzione di raccontare proprio niente, perché sei antipatico!-
- Dai, Lucy, non prendertela sempre con mio fratello … Raccontaci, fallo per me … -
A Bill non potevo dire di no … E ancora una volta mi chiesi come facevano quei due ad essere gemelli, quando erano esattamente l’opposto l’uno dell’altro. Mah!
- Dunque, con mamma e papà abitavo in una grande casa in città. Ricordo che papà lavorava sempre fino a tardi e tornava tutte le sere con una valigetta piena di fogli. La mamma aveva sempre la gonna e non c’era un momento in cui non fosse in bagno a truccarsi o ad aggiustare i capelli.-
- Uh, allora eravate ricchi?- domandò Georg.
- Sì, penso di sì. Mi compravano sempre tutto quello che volevo, così non mi annoiavo mentre loro erano fuori per lavoro.-
- Ti lasciavano da sola? Davvero??- Bill era stupito.
- Sì, capitava sempre più spesso, ultimamente. Però vi posso giurare che mi volevano bene, non lo facevano apposta a lasciarmi sola!-
Sapevo che mamma e papà erano molto impegnati, ma le poche volte in cui riuscivo veramente a passare del tempo con loro mi dimostravano di volermi bene più di quanto immaginassi.
Di questo ero assolutamente convinta ed ero ben decisa a ribadirlo.
- Capisco … E’ terribile averli persi così all’improvviso, vero?- fece il rasta.
- Sì … Hai ragione … -
Mentre dicevo queste ultime parole guardavo Tom stupita. Non credevo che potesse essere così comprensivo. Il tono con cui aveva parlato dei miei genitori era dolce e triste. Quella fu la prima volta in cui Tom mi dimostrò di essere un ragazzo diverso da quello che pensavo.
All’improvviso mi fermai, con gli occhi bassi e le mani strette in pugni.
- Lucy, che cos’hai?- chiese Bill girandosi preoccupato verso di me.
Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo, all’inizio. Venni nuovamente sopraffatta dalla paura, dalla solitudine, dalla rabbia.
Gustav si chinò su di me e mi cinse le spalle con il braccio.
- Ehi, Lucy, come mai ti sei fermata? Cosa … -
Con la coda dell’occhio vidi Gustav fare un cenno della testa per indicare agli altri il motivo del mio improvviso silenzio.
Il marciapiede era finito. La strada era a pochi metri da me. Quella maledetta strada.
Proprio così, eravamo inevitabilmente arrivati in prossimità del luogo in cui avvenne l’incidente.
Alzai finalmente il capo, sull’orlo delle lacrime.

Non so come mi ritrovai seduta sull’asfalto. E poi c’era fuoco, tanto fuoco. Le macchine erano diventate due. La gente si avvicinava alle fiamme spaventata e io non capivo cosa era successo.

Sbarrai gli occhi spaventata, mentre i ricordi riaffioravano nella mia mente.

L’auto di papà ridotta in cenere, gli uomini che mi avevano portata sul marciapiede. La gente spaventata che urlava alla tragedia, la giornalista scandalizzata.

Irrigidita dalla paura cominciai a tremare, senza speranza di riuscire a fermare quelle immagini che mi scorrevano davanti, come un flash.
Sentii le braccia di Bill avvolgermi teneramente, per consolarmi e farmi stare tranquilla. Le mie manine vennero racchiuse da quelle di Georg e Gustav, mentre Tom mi accarezzava la testa.
Sfoderando il mio autocontrollo, mi limitai a far sgorgare una sola lacrima dalla pupilla destra e abbracciai il cantante.
Mi sentii pian piano piacevolmente accaldata tra le loro braccia. Tutti e quattro erano su di me, racchiudendomi come in uno scudo protettivo.
- Va tutto bene, Lucy … Va tutto bene … - mi sussurrava Bill accarezzandomi la testa delicatamente.
Mi strofinai gli occhi e l’enorme abbraccio si sciolse. Solo allora mi accorsi della presenza di un’auto della polizia parcheggiata accanto al marciapiede opposto con le quattro frecce.
Che ci facevano lì?
- Bill, possiamo andare a chiedere a quei poliziotti se sono qui per l’incidente?-
- Ehm … D’accordo, se proprio insisti … -




ringraziamenti:
NICEGIRL: adori Lucy? Anch'io!!! XD
MissQueen: Ti ringraziooooo!! ^^

dalla prossima puntata la situazione si farà interessante!
salutoni, un bacio
by Eliot
;D
   
 
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