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Autore: Neji Hyuga    17/09/2009    1 recensioni
I bambini, incuranti della sabbia e del vento, giocavano per quelle strade, giochi da bambini come Lui ne aveva visti tanti, ma non aveva mai giocato... Il Genio Cadetto si osservava attorno, per una volta era solo, senza la sua squadra, Tsunade-sama aveva detto che doveva fare una missione con la sorella del Kazekage, era una missione pericolosa [ Si, evviva XD! Ultima classificata, 19° al Tears Contest indetto da Red Diablo XD]
Genere: Triste, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ultima classificata al Tears Contest indetto da Red Diablo XDXD

 

 

Autore:  Neji Hyuga 
Titolo: L’ amore della morte
Genere: Azione, triste, horror
Rating: Giallo
Personaggi (ed eventuali Paring): Neji Hyuga, Sabaku No Temari
Uso beta reading: No 
Avvertimenti: Non per stomaci delicati.
Introduzione:  I bambini, incuranti della sabbia e del vento, giocavano per quelle strade, giochi da bambini come Lui ne aveva visti tanti, ma non aveva mai giocato...

Il Genio Cadetto si osservava attorno, per una volta era solo, senza la sua squadra, Tsunade-sama aveva detto che doveva fare una missione con la sorella del Kazekage, era una missione pericolosa

 

A Suna il sole era alto nel cielo e portava il tipico caldo dei deserti, vi era una leggera aria che smuoveva la sabbia, facendola finire negli occhi delle persone che erano in strada.

Le case erano dello stesso colore della sabbia, quasi l’ una attaccata all’ altra, formando dei vicoli, molti dei quali erano ciechi.

I bambini, incuranti della sabbia e del vento, giocavano per quelle strade, giochi da bambini come Lui ne aveva visti tanti, ma non aveva mai giocato...

Il Genio Cadetto si osservava attorno, per una volta era solo, senza la sua squadra, Tsunade-sama aveva detto che doveva fare una missione con la sorella del Kazekage, era una missione pericolosa, aveva detto, ma a lui non importava, non gli importava semplicemente della vita. Le persone dicevano che non aveva un cuore, dicevano che l’ aveva perso quando era morto il padre, non avevano tutti i torti, ma anche lui era una persona e le persone hanno un cuore e dei sentimenti, infondo, l’ odio è un sentimento.

Pensava il giovane Hyuga, rifletteva sugli errori del passato, rifletteva sul dolore che avrebbe fatto provare ai suoi amici, questa parola gli suonava ancora strana, se fosse morto. La morte era ironica, secondo lui, c’ erano persone che non sapevano cosa voleva dire, ninja che uccidevano, ma non sapevano cosa voleva dire vedere la morte davanti a te, pronta a prenderti e a portarti via dal mondo.

Lui sapeva cosa voleva dire, molte volte si era ritrovato a lottare, contro Kidomaru, contro Kisame, contro se stesso, contro il proprio orgoglio, non voleva ammetterlo, ma anche l’ orgoglio fa morire le persone, soprattutto se non ti fa provare sentimenti positivi, l’ orgoglio può farti morire dentro, molto peggio che morire veramente.

La tuta da Jonin della casata principale, guadagnato con fatica, si muoveva ad ogni suo passo, fino a quando si arrestò, alzando lo sguardo verso il palazzo del Kazekage, dove sapeva che dentro avrebbe potuto trovare di nuovo un motivo per ritrovarsi a faccia con il buio eterno. Ogni missione, ogni giorno, ogni ora, ogni istante poteva portarti a trovare la pace eterna.

Scosse la testa leggermente, cancellando i pensieri dalla sua testa, entrando nel palazzo. Il pavimento era di un leggero rosso, le pareti erano sempre del colore sabbia, solo più scuro. Salì i gradini, con calma, con quella calma che lo caratterizzava, fino a trovarsi davanti la porta per lo studio del Kazekage, ove sentiva la voce di Temari, che parlava col marionettista.

Bussò aspettando l’ ordine di Gaara-sama per entrare, al suo “ Avanti” aprì l’ uscio, entrando e chiudendosi la porta alle spalle, facendo un leggero inchino, prima di avvicinarsi alla sorella maggiore della famiglia Sabaku No.

- Come credo che l’ Hokage-sama ti avrà già detto, Hyuga, è una missione non semplice. – Lo Hyuga annuì, lo sapeva non c’ era bisogno di ripeterlo.

- Se vi manderemmo in più, i ninja traditori di cui vi occuperete se ne accorgerebbero subito, abbiamo scelto voi due in quanto siete esperti e furbi, non deludetemi. – Finisce di dire, prima che con un leggero inchino dello Hyuga e un saluto da parte di Temari i due escano dalla stanza.

I due shinobi traditori erano di livello S, provenienti dal villaggio del suono e, fortunatamente, non era nessuno dell’ Akatsuki o sarebbe stata una missione suicida.

Uscirono dal villaggio, dove a un cenno del capo iniziarono a correre verso il paese dei Fiumi, l’ ultimo posto in cui avevano avvistato i due traditori. Correvano il più veloce che potevano, da Konoha ci volevano circa tre giorni, da Suna nemmeno uno.

- Alla fin fine andare nel paese dei Fiumi non ci porterà molto distante. –

Neji si limitò a far incrociare i loro occhi, il gelo degli Hyuga con l’ acqua scrosciante degli occhi di Temari, adorava quegli occhi, dimostravano tutta la loro determinazione, il loro coraggio, la loro furbizia. Ne era invidioso, i suoi erano un gelo perenne, i suo non avevano colore e quando Tenten scherzava dicendo che lei avrebbe voluto avere i suoi occhi, lui non capiva, l’ unica cosa positiva era il Byakugan…

- Si saranno già mossi, ma credo che prendere informazioni non sia inutile, Sabaku No. – Rispose glaciale, tornando a fissare la strada che avevano davanti, ricevendo solo il silenzio da parte della compagna di missione.

A volte odiava aver maledettamente ragione e sperava che per una volta si sarebbe sbagliato…

Quando arrivarono al villaggio in cui erano diretti presero le informazione necessarie e, peccatamente, aveva ragione, di nuovo.

A quanto pare quella strada era inutile, perché i ninja avevano ripercorso la strada per ritornare a Suna, sembrava quasi che li stessero prendendo in giro e nessuno dei due sopportava essere preso in giro, ma, infondo, non poteva essere colpa di quei due traditori, il cui unico sbaglio era quello di essere quel che erano. Con un lungo sospiro tornarono indietro, il silenzio continuava a regnare, l’ unica cosa che gli accumunava, oltre la manipolazione di entrambi del vento.

Neji attivò velocemente il byakugan, per vedere se erano ancora nelle vicinanze o gli avevano distanziati di tanto, la seconda era, come sempre, quella più giusta.

Accelerarono il ritmo della corsa, la sabbia entrava nei sandali, solleticando la pianta dei piedi, ma continuavano ad avanzare, fino a che non arrivò la sera. Avevano girato ancora un paio di villaggi molto piccoli, per scoprire o che erano tornati indietro o che non erano passati da quelle parti. Correvano da tutto il giorno e i loro muscoli pretendevano un po’ di riposo, si misero in una grotta, al confine col deserto e con un bosco, accesero un piccolo falò e dopo aver mangiato lo Hyuga si mise all’ entrata, a fare la guardia. Girò lo sguardo quando Temari si mise a dormire e si accorse che il suo cuore perse un battito, scosse la testa, lui, il genio degli Hyuga non era innamorato, assolutamente no.

Cercava di convincersi, inutilmente, prima di appoggiarsi con la schiena alla parete ed avere ammesso a se stesso che era cotto.

Adesso capiva cosa intendevano i suoi amici col dire che quando ami una persona faresti di tutto per lei, ti faresti uccidere e Neji pensava a una Temari morta, una fitta lo prese dal cuore alle budella, facendole contorcere, in un dolore odioso, ma anche da un lato piacevole, perché era il dolore dell’ amore.

Rimase quasi immobile per circa tre o quattro ore, prima che Temari gli appoggiasse una mano sulla spalla per far cambio di guardia e cadere fra le braccia di Morfeo.

Quando si svegliò il giorno dopo aveva la sensazione che qualcosa non andasse, aveva paura, era come un senso ma non sapeva di cosa dovesse aver paura. Temari era in dormi veglia, la scosse leggermente, facendole notare che era l’ alba, prima di incamminarsi nel bosco.

Il fatto che stupì il ninja di Konoha era il rumore dei loro passi, c’ era solo il rumore dei loro passi, era un silenzio opprimente, orribile.

- Sei preoccupato Hyuga? – Domandò con sarcasmo la Sabaku No, con un leggero sorriso ad incresparle quelle così perfette labbra.

- No, riflettevo, il bosco è troppo silenzioso. – Rispose, calmissimo, un insulto poteva risultare un complimento detto da quella ragazza.

Attraverso il byakugan Neji riuscì ad individuare una persone, distesa a terra. Si avvicinarono, notando la scia di sangue che si estendeva dal corpo della donna, i capelli una volta di un biondo molto chiari erano diventati rossi di sangue, incollati fra di loro, le cui punte andavano a toccare il liquido che era a terra, a formare una vera pozza attorno alla morta. Il viso era trasfigurato in un urlo di dolore e le orbite erano girate, i vestiti erano stati strappati, la pelle un tempo bianca era ricoperta da tanti piccoli tagli e al centro della spina dorsale vi era un taglio molto profondo che faceva intravedere le vertebre. Le mani e i piedi erano stati staccati dal corpo e giacevano poco lontano, con dei kunai che li passavano da parte a parte.

A quella visione Temari fece un’ aria schifata, mentre il giovane Hyuga mantenne la sua solita freddezza, era snervante a volte.

Una risata riecheggiò fra gli alberi, una risata malefica, a cui poi si unì un’ altra voce, più sottile e acuta, sicuramente quella di una donna.

Il ventaglio si aprì in mano alla ninja di Suna, mentre delle vene apparivano al fianco degli occhi del genio cadetto. Avevano molto chakra ed erano armati di katane, lo fece notare alla ragazza di Suna, che aveva appena schivato degli spiedi.

Uno di loro uscì dalla foresta, era sul metro e ottanta, il capelli corti, sparati di un castano tendente al nero, la pelle pallida e gli occhi azzurro ghiaccio, mentre l’ altro rimaneva nella vegetazione.

- Io mi occupo di quello nascosto. – Disse la ragazza, esperta negli attacchi a distanza.

Lo Hyuga sorrise, mettendosi in posizione di attacco e quando l’ altro cercò di colpirlo con un pugno riuscì a schivarlo per miracolo, era maledettamente veloce. Aspettò il prossimo attacco e solo quando vide il chakra avversario concentrato sui piedi per permettere più velocità usò la rotazione suprema, ma il ninja più abile usò subito la sostituzione, colpendolo alle spalle con degli spiedi, di ghiaccio.

Lo Hyuga trattenne un urlo dovuto anche dalla vicinanza da cui erano stati lanciati e anche perché il ghiaccio è come il fuoco, brucia. Si era ritenuto fortunato che non avesse beccato dei punti del chakra o avrebbe avuto problemi a muoversi, notò delle piccolissime gocce di sangue colargli dalla schiena, ma non ci fece caso, aveva qualcosa di più importante a cui pensare. Si girò, utilizzando la tattica avversaria, usare il chakra nei piedi.

- Tecnica del palmo d’ aria! –

L’ altro ninja venne scaraventato contro una pietra, ma si riprese in tempo per sostituirsi quando lo Hyuga cercò di colpirlo con la tecnica delle 64 chiusure, gli si presentava uno scontro piuttosto difficile.

Continuarono lo scontro, aveva capito che il vento era debole contro il ghiaccio, il tutto perché il vento trasporta anche un po’ d’ acqua che il ghiaccio solidifica, rendendo impossibile l’ attacco. Con la coda dell’ occhio aveva guardato come se la procedeva Temari e doveva dire che c’è l’ aveva quasi fatta, ritornò in tempo sullo scontro che l’ altro era sparito, lo cercava nel bosco, prima di sentire qualcosa bruciare nell’ unico punto cieco del byakugan, una lama di un katana, che si stava divertendo ad aprirgli la schiena in due, prima di essere completamente conficcata all’ altezza dello stomaco. Lo Hyuga cadde a terra, una mano sulla catena, trasferendone il chakra e facendo della stessa katana l’ arma letale dell’ avversario, che cadde, esamine. La mano di Neji toccò nuovamente il terreno, ormai troppo stanco e debole, voleva tenere solo gli occhi aperti, vi era sangue attorno a lui, le punte dei ciuffi che non rimanevano nella coda bassa erano macchiati di rosso e Neji sorrise, felice di raggiungere il padre e la madre, ma triste per dover lasciare l’ amore, si slegò il copri fronte tenendolo in mano, prima che il suo volto diventasse una smorfia di dolore.

Quando Temari lo raggiunse rimase prima paralizzata davanti a quel sangue, ma poi si chinò vicino al corpo del cadetto, invogliandolo a vivere, ma infondo sapeva che era impossibile.

- Temari… ti… amo… - Disse sottovoce.

La Sabaku No sorrise, lei non poteva amarlo il cuore apparteneva a Shikamaru, ma era felice che gli avesse confessato che la amava.

Si caricò l’ ormai esamine corpo, dirigendosi a Konoha, i suoi vestiti sporchi del suo sangue, ma adesso Temari era felice, davvero.

Neji era morto, su questo gli dispiaceva, ma se aveva fatto colpo nel cuore dello Hyuga avrebbe fatto colpo anche su quello del Nara.

Con questi pensieri si mise a saltare di ramo in ramo, con qualche lacrima che gli rigava il viso e un sorriso regnava sulle sue labbra.

 

 

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DICIANNOVESIMA CLASSIFICATA 
L’amore della morte – Neji Hyuga 

Grammatica: 4/10 punti 
Stile: 5/10 punti 
Originalità: 7/10 punti 
IC personaggi: 5/10 punti 
Attinenza al tema dato: 5,9/10 punti 
Gradimento personale: 1,3/5 punti 

Totale: 28,2/55 punti 

Mi dispiace per l’infimo punteggio in grammatica, ma non ho trovato una sola riga senza almeno un errore: la punteggiatura è usata in maniera oltremodo scorretta, ho trovato un condizionale laddove serviva un congiuntivo (“se mandassimo” non “se manderemmo”), alcune volte cambia tempo verbale senza un valido motivo, “in fondo” non va scritto tutto attaccato, sono tremendamente frequenti le ripetizioni e spesso le maiuscole vengono saltate. 
Anche lo stile ha un punteggio basso perché le frasi sono veramente troppo lunghe, andrebbero intervallate più spesso con una virgola perché, altrimenti, danno un senso quasi di soffocamento al lettore con il loro ritmo eccessivamente incalzante; altra pecca dello stile è la sua estrema sintesi. Intendiamoci, non è che per ogni concetto sia necessario scrivere un papiro, ma alcuni spunti potevano essere davvero buoni: il loro difetto è stato quello di essere trattati in maniera troppo spicciola, e il risultato è una quantità esorbitante di informazioni concentrate in poche righe; questo crea non poca confusione nel lettore, rendendo difficile la lettura. 
Passiamo ora all’originalità: il crack pairing che hai utilizzato è molto interessato e veramente poco usuale, e ti faccio i miei complimenti per aver deciso di scrivere su di loro; tuttavia lo schema “loro vanno in missione-lui muore dichiarandosi” è assai comune parlando di finali drammatici, quindi il punteggio per gli aspetti innovativi della fic ne ha risentito. 
Il finale poi mi ha lasciata perplessa anche sotto un altro aspetto: a parer mio, è impensabile che qualcuno sia contento della morte di qualcun altro solo perché ciò l’aiuterebbe a fare colpo su di un altro ancora; d’accordo, magari Temari non ricambiava, ma non credo che sarebbe il tipo da gioire per la morte di un ninja unicamente perché ciò la favorirebbe nei suoi rapporti con Shikamaru (anche questo aspetto mi lascia parecchio dubbiosa: non credo che il Nara si interesserebbe di una ragazza solo perché era oggetto delle attenzioni di un defunto, ma visto che la fic non si basa su di questo aspetto, sorvoliamo). 
E da qui mi ricollego al giudizio per l’IC: una grossa mazzata è stata assestata dal finale, palesemente OOC, e un’altra dall’introspezione quasi sempre assente tranne che in radi passaggi, dove era comunque solo abbozzata, dando l’idea che i sentimenti stessi dei personaggi fossero figure di cartone prive di spessore. 
Ultima precisazione: penso che il genere horror e l’avvertimento “non per stomaci delicati” sia fuori luogo: vi è una descrizione cruda, è vero, però è trattata come un mero elenco, indi non scatena quelle strette allo stomaco che tali scene dovrebbero provocare. 

Giudizio personale: 

Spero di non averti offeso con le mie critiche di cui sopra, ma per me è essenziale far notare gli errori ove presenti e, purtroppo, questa fic ne è zeppa: ti consiglio di affidarti ad un beta reader, che possa darti una mano per quanto riguarda la grammatica e lo stile, e di curare di più i pensieri dei personaggi, perché una buona introspezione rende la lettura assai più piacevole e comprensibile. Voglio dirti però che alcune frasi della tua fic offrono interessanti spunti narrativi (“l’orgoglio può farti morire dentro, molto peggio che morire veramente”, ad esempio, è un aforisma molto efficace), perciò sviluppa il tuo potenziale, e vedrai che la prossima volta otterrai un risultato più soddisfacente. In bocca al lupo!





  
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