Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
Segui la storia  |       
Autore: amy_hime    06/01/2024    0 recensioni
Si voltò verso il muro, sferrando un pugno contro la parete in pietra, nel vano tentativo di sfogarsi. A quel colpo seguì un secondo, poi un terzo, mentre le nocche cominciavano a sanguinare. Thomas digrignò i denti, senza la minima intenzione di fermarsi, fino a quando delle dita sottili non si serrarono sul suo polso, senza fargli male, ma con fermezza.
-Thomas. Ti prego, smettila.
Negli occhi del suo compagno passò un lampo di dolore:-Sai bene che, se potessi, ti tirerei fuori di qui. Ma non posso. Non senza mettere a repentaglio la nostra vita.
-Marchiami. Sei l’unico a cui permetterei di farlo. Rendimi tuo, anima e corpo. Non potrò più sposare un Alfa qualunque.
Era una richiesta assurda, Thomas lo sapeva bene. Ma era la verità, voleva essere suo e di nessun altro. La mano dell’altro ragazzo gli sfiorò il volto, asciugando una lacrima di cui l’Omega non si era nemmeno accorto.
ATTENZIONE: NON-CON/DUB-CON, Victim Blaming, Mpreg
Genere: Fantasy, Omegaverse, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Byron Arclight/Tron, Michael Arclight/ Three, Sorpresa, Thomas Arclight/ Four
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Purtroppo, i medici di Heartland erano stati fin troppo ottimisti. Con addosso gli abiti bianchi del lutto, e il piccolo Tron in braccio, Thomas rimase immobile, nella stanza vuota, senza osare avvicinarsi al corpo del marito. Tutto il suo nuovo mondo era svanito nel nulla, velocemente come era comparso. Si costringeva ad allattare il figlio, a rincuorarsi guardando quegli occhioni dorati, ma la villa era troppo vuota, e i servitori avevano troppo da fare per poter prendersi cura del loro nuovo padrone. Non che l’Omega li accusasse di negligenza, anzi, era grato al  loro instancabile lavorio che manteneva abitabile la magione di Heartland. Fosse dipeso da lui, beh… non aveva idea di cosa avrebbe fatto. Non si era mai interessato all’economia domestica, troppo occupato a riscoprire le gioie della libertà. Un altro, perfetto fallimento. Era stato un pessimo figlio, un pessimo consorte, ora era un pessimo genitore ed un pessimo vedovo. In poche parole, un pessimo Omega. Restare solo, senza un Alfa che si occupasse di lui, era disdicevole, ma non aveva la minima intenzione di tornare a vivere sotto il tetto paterno… e poi, Heartland gli aveva assicurato che sarebbe riuscito a trovagli un posto sicuro dove stare, dopo la sua morte.

-Signore, c’è un Alfa che desidera vedervi.

Thomas sussultò, non era ancora abituato a sentirsi chiamare “signore” dalla servitù. Assentì velocemente, depositando con cura il figlio nella culla, poi si riassettò i vestiti, cercando di apparire almeno vagamente presentabile:-Chi è?

-Lord Semimaru, un amico di vecchia data di Heartland. Vive in campagna, ad alcuni giorni di viaggio da qui.

L’Omega annuì, domandandosi perché, in cinque anni di matrimonio, l’uomo non si fosse mai fatto vivo alla residenza… anche se, in realtà, non si era mai preso la briga di controllare la corrispondenza di Heartland. Era plausibile che i due, non potendo incontrarsi di persona, si fossero scambiati messaggi; una lettera viaggiava decisamente alla svelta, grazie al servizio di poste del regno. Si passò lentamente la mano sulla cicatrice, domandandosi se fosse il caso di nasconderla sotto una ciocca di capelli, ma preferì non far aspettare troppo il suo ospite. Scese le scale, abbandonando i piani residenziali in favore del salone di rappresentanza, rimpiangendo l’assenza di Heartland. Era sempre stato l’Alfa ad accogliere gli ospiti, a parlare, a fare il padrone di casa, e Thomas non era certo di poter prendere il suo ruolo. Un altro suo difetto, che si aggiungeva alla già lunga lista.  

 

Semimaru era incredibilmente muscoloso. Se già Thomas era rimasto impressionato dal fisico di Heartland, quell’Alfa arrivava a sorpassare il suo defunto consorte. L’Omega lo osservò scendendo le scale, consapevole che in seguito avrebbe dovuto tenere a bada la curiosità. Non aveva mai visto bracciali simili, composti da grossi dischi d’oro e… malachite, probabilmente, legati insieme, ma, ripensandoci, in realtà erano troppo appariscenti per i suoi gusti. L’Alfa incrociò il suo sguardo e sorrise, un semplice sorriso di circostanza, ma un istante dopo si leccò le labbra con un gesto decisamente disturbante:-Thomas, giusto? Thomas Arclight.

Il giovane alzò il capo, cercando di darsi un tono, di non apparire un semplice Omega vulnerabile:-Esatto. Voi, invece… Mi hanno riferito che siete un vecchio amico di mio marito. Del mio… defunto marito, intendo.

Si accomodò sul divano, indicando all’uomo la poltrona libera accanto al fuoco. Quando anche l’ospite si fu sistemato, Thomas riprese a parlare:-È strano, tuttavia, che io non abbia mai sentito parlare di voi.

-Non tutte le… amicizie possono essere rese pubbliche.

Thomas rimase interdetto per qualche istante, indeciso su come interpretare quella risposta, poi scosse mentalmente il capo, i potenziali partner di Heartland non gli interessavano poi così tanto. Accavallò le gambe, strofinandosi nervosamente la nuca:-Cosa vi porta qui?

-Se lo desiderate, potreste venire a vivere nelle mie terre. Non sareste solo, e… non dovreste tornare da vostro padre.

-Parlate come se lo conosceste.

-Poco, e quel poco mi basta.

L’Omega si rilassò, non sembrava una cattiva idea. Anche Tron sarebbe cresciuto meglio, lontano dai danni della città. Esitò, tuttavia, guardandosi attorno. Era il luogo dove era rinato, dove aveva cominciato a ricostruirsi, e non poteva abbandonarlo. Sarebbe stato come sputare sulla memoria di Heartland. La voce di Semimaru lo riscosse:-La magione sarà sotto la mia tutela, la cederò a vostro figlio quando sarà abbastanza grande da poterla amministrare. A meno che voi non abbiate nulla in contrario, ovviamente. La servitù continuerà a lavorare qui e verrà pagata tanto quanto prima.

Sembrava una proposta interessante. Inoltre, Thomas avrebbe potuto mantenersi in contatto con qualcuno dei Beta al suo servizio per restare aggiornato sugli avvenimenti, e, eventualmente, anche riprendere in mano la situazione, se avesse voluto.

 

 

-Siete sposato?

Semimaru lo fissò, smettendo un istante di limarsi le unghie. Thomas si sentì avvampare, non era il caso di porre simili domande, suo padre era sempre stato chiaro sull’argomento.

-Da quattro anni. Andrai d’accordo con mio marito, ne sono certo.

L’Omega appoggiò il mento sul palmo della mano, poco convinto. Non aveva mai convissuto con Omega suoi pari, non aveva idea di come comportarsi. Cercando di nascondere il disagio, mosse il cucchiaio nel piatto, rimestando senza troppo interesse la brodaglia che l’oste aveva tentato di spacciare per zuppa di salsiccia e fagioli, anche se l’unica cosa a non mancare di certo, nella sua scodella, erano le cipolle e un tozzo di pane tanto duro da poter essere tranquillamente scambiato per un sasso. Almeno Tron non aveva simili problemi. Sul viso dell’Alfa si disegnò un sorriso sconfortato:-Negli ultimi anni la cucina è peggiorata, ma continuo a frequentare questa taverna… ci sono affezionato.

Thomas fece vagare lo sguardo sulla sala decisamente spartana, per usare un eufemismo. Oltre alle pareti macchiate e crepate, infatti, i tavoli e le sedie erano divorati dai tarli, e non aveva ancora trovato un piatto o un bicchiere che non fosse pericolosamente in procinto di rompersi. Se a ciò si aggiungeva la scortesia del personale, beh, quel luogo era senza ombra di dubbio una causa persa. Facendo attenzione a non bere dal bordo scheggiato del vecchio calice che aveva davanti, il giovane si strinse nelle spalle:-Non avrei mai pensato di dirlo, ma la cantina di casa mia era ben più confortevole.

-Sono passati  parecchi anni, in effetti. Ci venivo con Heartland… è dove ci siamo incontrati per la prima volta.

Aveva senso, in effetti, considerato che era a metà strada rispetto alle due abitazioni. Per un istante, Thomas fu sul punto di chiedere dei chiarimenti sulla natura della relazione tra i due Alfa, poi preferì tacere… si era fatto una sua personalissima cultura, in fatto di relazioni illecite e, a livello personale, sarebbe morto, piuttosto che rispondere a domande sulla sua vita privata; non era il caso di mettere a disagio il suo ospite.

 

 

-Vi ringrazio davvero. Avete affrontato due settimane di viaggio solo per portarmi qui, pur non conoscendomi.

-Piantala di ringraziare, sembra che tu non sappia dire altro che non sia “Grazie” o “Chiedo scusa”.

Nonostante la frase aspra, Semimaru  non sembrava particolarmente seccato. Sceso dalla carrozza, offrì il braccio a Thomas, aiutandolo a lasciare il mezzo. Stringendosi al petto Tron, ancora addormentato, l’Omega accettò l’aiuto, mordendosi la lingua per non ringraziare, per l’ennesima volta, quell’Alfa a cui aveva l’impressione di dovere ormai praticamente tutto. Incuriosito, si guardò attorno, analizzando con sguardo critico l’ampio, polveroso cortile circondato da mura robuste. A Mihael sarebbe piaciuto, per tirare di scherma…  oh, già, suo fratello non poteva più farlo. Si domandò dove fosse finito il suo amato fratellino, sperando che avesse avuto la fortuna di incontrare degli Alfa comprensivi come Heartland e Semimaru. Una figura, intenta a menare colpi di spada contro un fantoccio di paglia, attirò l’attenzione di Thomas. Sì, Mihael si sarebbe mosso a quel modo, letale, spietato, ma con una grazia ultraterrena.

Con la ghiaia che scricchiolava sotto gli stivali, seguì il padrone di casa verso la torre padronale. Lo schermidore li raggiunse rapidamente, e Thomas si sentì mancare il fiato. Quei lunghi capelli rosati, raccolti in una lunga coda che svolazzava alle sue spalle, erano inequivocabili. Rimase immobile, stordito dalla gioia e dalla sorpresa, sentendo le lacrime correre lungo le guance.

 

 

-Pensavo che a Semimaru piacessero gli Alfa. I veri Alfa, intendo.

Mihael incrociò le braccia sul petto, fingendosi offeso. Si era fatto più muscoloso, in quegli anni, e le sue abilità con i cosmetici erano davvero migliorate. Inoltre, perfino il suo odore sembrava essere diverso, almeno stando ai labili ricordi di Thomas.

-Io sono un vero Alfa, Thomas. O se preferisci, sono sicuramente più Alfa che Omega.

Il fratello scoppiò a ridere:-Tua figlia Iris da dove viene, allora?

-È figlia di Rio, nostro padre ha cacciato di casa lei e Ryoga quando è venuto a sapere della sua gravidanza. È tanto che manchi da casa, lo ammetto, ma è stupefacente che tu non abbia notato la somiglianza.

Thomas si lasciò cadere sul letto, boccheggiante. Aveva addosso soltanto la camicia da notte, esattamente come Mihael, ma faceva comunque davvero troppo caldo per i suoi gusti. Onestamente, di chi fosse figlia la sua nipotina era l’ultimo dei suoi problemi, e non aveva nemmeno tanta voglia di pensarci, ai suoi problemi. L’unica cosa che gli interessava era poter finalmente restare solo con la persona che amava, dopo tutti quegli anni di lontananza.

Quasi gli avesse letto nel pensiero, Mihael si arrampicò a sua volta sul letto, riducendo sempre di più la distanza che li separava. Rimase a fissarlo per una manciata interminabile di secondi, poi deglutì a vuoto, allungando le mani verso l’orlo dell’indumento di Thomas.

-…Posso?

Aveva la voce incredibilmente roca, qualcosa che mai Thomas avrebbe immaginato potesse uscire dalla gola dell’Alfa. Senza parole, si limitò ad annuire.

 

L’Omega sussultò sentendo le dita di Mihael muoversi, lente, sul suo addome. I capelli lunghi dell’Alfa gli stavano facendo un po’ di solletico, ma non era sufficiente a farlo rilassare, l’odore era troppo diverso, non era il suo Mihael.

-Stai bene? Possiamo fermarci, se vuoi.

Il tono preoccupato del giovane dai capelli color dell’aurora lo riscosse dai suoi incubi. Thomas deglutì nervosamente:-È il tuo odore. Devo… abituarmici.

L’altro si tirò a sedere, spostandosi delle ciocche ribelli da quegli occhi verdi che l’Omega aveva temuto di non vedere mai più. Il volto di Mihael, così simile e così diverso a quello dei suoi ricordi, fu illuminato da un sorriso insicuro:-Farò attenzione a non avvicinarmi troppo al tuo naso, allora.

Thomas scoppiò in una risata, isterica, nervosa. La situazione era troppo surreale, per essere vera. Quando i polpastrelli callosi del più giovane tornarono a solcare i bordi della cicatrice, l’Omega si sentì mancare il fiato. Non era un sogno, Mihael era lì, con lui, ad esplorare il suo corpo devastato. E riusciva a farlo senza esserne disgustato, i suoi movimenti erano cauti, lenti, ma sembrava volesse memorizzare, di nuovo, la geografia della sua pelle. Thomas rimase immobile, fissando il soffitto, sopraffatto dalla gioia, dalla speranza, da… emozioni a cui non riusciva a dare un nome.

-Ti sto… infastidendo? Fa male?

Le parole di Mihael furono un soffio caldo sulle vecchie bruciature, le labbra a pochi millimetri dalle cicatrici. In qualche modo, l’Omega si costrinse ad articolare una frase completa, cercando di non annegare in quegli smeraldi liquidi che lo fissavano:-Ora… non più. All’inizio… era… era peggio, ma ora… non ho sensibilità.

-… Se ti faccio male, dimmelo.

Prima che Thomas potesse anche solo distogliere lo sguardo, Mihael aprì la bocca, le iridi seminascoste dalle lunghe ciglia. Come in un sogno, lo vide annullare la distanza che lo separava dalla pelle brunita, e per un istante, ne avvertì il fiato rovente sopra la ferita. Poi, un lampo. Dolore, ma soprattutto sorpresa. Thomas si tappò la bocca con la mano, soffocando a fatica il gemito nato dal profondo. Quando riportò l’attenzione sull’oggetto dei suoi desideri, lo vide sorridere come un gatto. Sul petto gli era rimasto il segno della dentatura perfetta del giovane, un po’ arrossato ai bordi. Rimase boccheggiante ad osservare il marchio, senza sapere bene cosa dire:-Mi hai… morso?

L’Alfa gettò indietro la testa, i suoi capelli disegnarono un arco sopra di loro, prima di ricadere sui loro corpi. Sembrava pentito del suo gesto, vedendo il disagio sul viso di Thomas. Per lunghi secondi, l’unica cosa che riuscì a fare fu tracciare cerchietti con l’indice sopra la spalla dell’Omega, le labbra serrate.

-Scusami. Non volevo.

La voce di Mihael fu un sussurro roco, che si perse nella stanza illuminata dal sole nascente. Senza sapere bene cosa fare, Thomas gli scompigliò i capelli, scrollando le spalle:-…Non era male.

-Posso… continuare?

Gli occhi del giovane Alfa brillavano di gioia, e Thomas si trovò, nuovamente, a reprimere una risata. Spinto dal bisogno di averlo di nuovo vicino, dopo i lunghi anni di lontananza, intrecciò le gambe attorno alla schiena del più giovane, attirandolo a sé, fregando il bacino contro le pelvi di Mihael, che sussultò sorpreso, prima di aprirsi in un sorriso e accarezzargli il viso:-Dove l’hai imparato, questo?

-Qui dentro.

La risposta di Thomas fu spezzata, dal fiato corto e dalla folle voglia di scoppiare a ridere, mentre si picchiettava la tempia con l’indice. La sua ilarità contagiò il fratello, che seppellì il naso nell’incavo del suo collo. L’Omega sentì un brivido scuoterlo da capo a piedi.

-Mihael… ti ricordi quello che ti ho chiesto, prima di…

-Sì.

Tutto quel senso di colpa, racchiuso in una singola sillaba, spiazzò Thomas. Prima che potesse controbattere, Mihael lo anticipò:-Mi odio, è tutta colpa mia. Sono stato un codardo, ho avuto paura di nostro padre e… ti ho lasciato da solo quando avevi bisogno di aiuto. Potrai mai perdonarmi?

L’Omega si limitò a stringerlo in un abbraccio. Aveva già aspettato anni, per il tanto agognato Marchio. Poteva aspettare un altro po’.

 

 

 

Angolo Autrice: e con questo, si concludono finalmente le disavventure del nostro povero Thomas… Onestamente, non sono mai stata una grande appassionata della coppia Mihael x Thomas, ma questa volta mi sono detta, “perché no?”… a conti fatti, tra le coppie della fic, credo sia la più sana XD

Ci vediamo il mese prossimo con una nuova storia!

Hime

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL / Vai alla pagina dell'autore: amy_hime