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Autore: KushinaKurosaki    07/01/2024    1 recensioni
Fin da piccoli ci insegnano che le bugie sono il male e che, dunque,
non devono  mai fuoriuscire dalle nostre bocche ed il motivo per cui ciò avviene sono le catastrofiche conseguenze di una menzogna. Tuttavia un giovane detective liceale si è spinto troppo in là prendendo continuamente in giro la scienziata di casa Agasa, peccato che lei abbia scoperto la verità e si sia infuriata.
La delusione e la rabbia l'aveva spinta da lui, l'ultima
persona con cui mai avrebbe voluto restare da sola, ma preferiva stare con Amuro piuttosto che restare nella tana degli squali.
Intanto l'organizzazione ha i giorni contati a causa di due nuove figure provenienti dall'America che sembrano conoscere perfettamente Shiho.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Quasi tutti, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 Quanto tempo era passato da quando l'avevano strappata dalle braccia di suo zio?
Non lo sapeva con certezza ma la ragazza dalla voce gentile e con i capelli castani era venuta sei volte dal suo arrivo e di conseguenza dovevano essere passati almeno tre giorni.
Voleva tornare a casa. Guardò il ciondolo che aveva al collo, quegli uomini le avevano sequestrato solo il cellulare. Si avvicinò al muro ai suoni di passi pesanti, non appartenevano a quella donna.
La porta si aprì rivelando la sagoma di un uomo alto e slanciato con i lunghi capelli biondi, la fanciulla lo guardò in volto. In lui c'era qualcosa di simile a Zio William,
eppure i suoi occhi non erano del colore ghiaccio. L'uomo le si avvicinò provando a sfiorare delicatamente il chiaro viso ma istintivamente ella si protrasse anche se in realtà non lo temeva affatto.
Non sapeva il motivo ma aveva un sesto senso formidabile, riusciva a comprendere quando un pericolo arrivava quando lo avvertiva cercava di  non ferirsi ed evitava che i suoi affetti venissero colpiti.
« Non voglio farti del male. » esclamò lui inginocchiandosi. Nei suoi occhi per un attimo aveva intravisto l'espressione della giovane donna ramata ma era impossibile, giusto?
E allora perché ogni tratto della bambina gli ricordava la sua ex? « Come ti chiami? » chiese allora l'uomo incuriosito. Quella bambina era diversa. « Mi chiamo Selene. »

Il tempo sì fermò.
L'uomo perse un battito e cercò di deglutire la sua saliva.
Selene? Era dunque questo il suo nome?
Era certo di aver visto Shiho nei suoi lineamenti e ora quel nome.

All'apparenza aveva circa sei anni quindi l'eventuale gravidanza doveva essere avvenuta nell'anno in cui Akemi aveva orchestrato la loro fuga tuttavia non poteva essere giusto?
Shiho glielo avrebbe detto. No, non lo avrebbe fatto. Conoscendola doveva aver pensato che nascondendola al mondo, l'avrebbe sicuramente salvata ed effettivamente
considerando che l'aveva protetta da sola fino ad ora. « È un nome stupendo, ti piace il ramen? » domandò curioso guardando la ragazzina mentre le porse la scodella della cena.
«Si, lo amo. Grazie. » esclamò allegra iniziando a mangiare serenamente. « E quello? » esclamò l'assassino notando che al collo aveva un ciondolo dorato.
« È un regalo di mia madre, ho addirittura una sua foto. » esclamò mostrando il contenuto del pendente.
Era Shiho. L'avrebbe riconosciuta ovunque quindi era così.
Quella bambina era sua? Il fatto che portasse il nome di sua sorella era quasi una conferma per non parlare del colore dei capelli.
Adesso comprendeva perché Kir aveva spedito lui a portarle la cena, tuttavia non riusciva a ragionare.
Doveva rivelargli la verità?
Doveva tacere?

Era indeciso. Sospirò per il momento avrebbe aspettato.
« Era molto buono » esclamò allegra posando a terra la scodella e riportando alla realtà l'assassino.
« Mi fa piacere! » esclamò contento. Avrebbe tanto voluto scompigliarle i capelli ma aveva paura di poterla rompere anche solo sfiorandola.
Anche Shiho aveva provato quella sensazione? Sorrise malinconico, da sette anni la sua vita era un totale casino. « Tu sei buono. » affermò la bambina
appoggiandosi alle sue gambe per poi addormentarsi tranquilla. Quando aveva deciso di sedersi accanto a lei non avrebbe immaginato la mole di informazioni che sarebbe
riuscito a ricavarne. Non vedeva l'ora di dire alla sua amata che aveva ragione, c'era sul serio un motivo se lui e la bambina si assomigliavano.
Era papà.
Papà.

Non riusciva seriamente a crederci! Guardò la bambina dormire beatamente, era un angioletto e gli ricordava in parte sua sorella.
Proprio per questo motivo non poteva permettersi di rivelargli la verità, non ancora. Guardò la luna visibile dalla piccola finestra e sorrise.
L'avrebbe protetta a costo della vita.


Ore 22 e 30, Tokyo, Beika 2/22

A villa Kudo l'aria era decisamente tesa e a ciò non giovava la presenza dei rappresentanti di tutti i servizi segreti riuniti per combattere l'organizzazione.
William guardò Conan che cercava di rispondere alle domande e di fornire spiegazioni mentre Ai e Mary rimasero a capo chino sulla mappa olografica che erano riusciti a procurare.
Rise effettivamente la storia era difficile da credere, per quello il bambino si era armato dell'antidoto e di un cambio. « Il piano? » esclamò l'agente Jodie guardando il detective liceale tentare
di riprendere fiato per via della trasformazione. « È molto semplice, ci divideremo in due squadre. La prima, aiutata dagli infiltrati di occupare l'edificio e aprire il varco per la seconda squadra
che invece fronteggerà il boss. » esclamò Shiho mentre Akemi la guardò compiaciuta, era totalmente diversa dalla settimana prima, ricordava bene il giorno in cui aveva fatto cadere con lei la maschera.

Sospirò cercando di controllare i battiti del suo cuore.
Non riusciva a comprendere il motivo di tutta quella agitazione. Diamine era sua sorella, non un feroce assassino che al minimo rumore le avrebbe strappato la vita.
Di cosa aveva paura? Che cosa la spaventava? Forse la paura che l'avesse dimenticata oppure la rabbia per esserle sempre stata accanto senza mai dirle una parola?
Si fece coraggio e bussò. « Avanti » la voce flebile la fece sorridere leggermente. Forza Akemi, ora non puoi più tornare indietro.
E fu così, che con quella incitazione appena leggermente udibile abbasso la maniglia nera della bianca porta della camera 346.
Entrò nella stanza trovandola ancora intenta a pranzare, con indosso l'identico pigiama bianco che aveva lei, un colore che decisamente non poteva abbinarsi a loro.
« Sono felice che tu ti sia svegliata, bradipino.» la ramata sobbalzò lasciando cadere le bacchette e la guardava sorpresa con la bocca aperta..
Si era fatta tanti problemi sul come rivelare a sua sorella la sua identità, alla fine si era arresa optando il classico "Sono io, sorellina" ed invece vedendola le era uscito spontaneo usare
il soprannome che lei tanto odiava. Ai riconobbe subito quel soprannome, glielo aveva dato sua sorella da bambina poiché era molto calma e non voleva mai giocare con lei.
Il fatto che fosse uscito dalle sue labbra adesso era la conferma che voleva sentire.
Prima di farle da scudo col suo corpo durante quell'esplosione, l'aveva chiamata col suo vero nome ed ora ne comprendeva il motivo.
«Onee-chan!» esclamò fra le lacrime mentre lentamente la sua sorellona l'abbracciò.



Fu il suono del cellulare di Akai a riportarla alla realtà, il brusio che ne conseguì tuttavia la incuriosì e non poco.

Ehilà è da tanto che non ci vediamo!
Stasera ho visto la magnifica luna e ti ho pensato,
ti va di fare quattro chiacchiere nel nostro posto preferito?
Sono anni che non ci andiamo, e fanno un deserto di fuoco niente male.
Stasera alle 23 puoi?



«Vi dico che non l'ha scritto mia sorella.» esclamò Eisuke mentre Ai sorrise guardando William che aveva un viso molto confuso.
« Ci sta avvertendo, vi dico. » esclamò Susan mentre Camel ripeteva che aveva sicuramente sbagliato messaggio.
« AKAI » urlò la ramata facendo tacere i presenti. « Scrivile: Hai ragione, è da tanto che non parliamo. Ma stasera non posso, magari lo faremo domani sera. » esclamò Ai mentre tutti la guardarono basiti.
«Tu lo hai capito? » chiese Shinichi sconvolto. «Sono state fatte due affermazioni veritiere da stasera detective, e nessuna è tua. Perdi colpi, Sherlock» esclamò prendendolo in giro.
« La prima è quella di Akai: Il messaggio non è per i servizi segreti ma per me. La seconda affermazione vera è quella di Eisuke, l'ha mandato Kir ma è chiaramente da parte di Gin » esclamò
la ragazza mentre Kudo spalancò la bocca sconcertato.
Gin? Quello che aveva provato ad ucciderla sull' Haido Hotel? « Come puoi dirlo Shi-chan? » chiese curiosamente la sorella maggiore.
« Seguite il mio ragionamento: Kir ha scritto ad Akai recentemente quindi il "È da tanto che non ci vediamo" vuol dire che è da parte di qualcun altro.» esclamò William che
finalmente aveva compreso mentre la ramata annuì. « Ho visto la luna e ti ho pensato, nel greco antico luna si scrive Selene, che è il nome di nostra figlia. » esclamò facendo spalancare altre bocche
per la rivelazione. « Cosa vuol dire Deserto di Fuoco? » chiese Camel mentre la bambina lo squadrò.
« Questo Cocktail si ottiene mescolando insieme il Gin allo Sherry. Il messaggio in realtà è: Non ci vediamo da tanto ma vedendo Selene mi sei tornata in mente,
so che è nostra figlia e vorrei parlarti. Nulla di complicato.» esclamò la ragazza mentre Shinichi
la guardò realizzando per la prima volta che nell'arco di quell'anno non aveva mai provato a conoscere meglio la ragazza.
   
 
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