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Autore: Claireroxy    11/01/2024    0 recensioni
[Pikmin]
[Autistic!Louie]
Ambientata in Pikmin 2, dopo il riparamento del debito/durante i crediti.
Paura. Rabbia. Disperazione. Questo è quello che credeva si dovesse provare, dopo essere stati abbandonati su un pianeta sconosciuto.
Ma, anche se non era convinto che non stesse semplicemente metabolizzando queste sensazioni per poi farle esplodere una settimana dopo, Louie la stava prendendo bene. Fin troppo bene, anzi.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Aveva sentito uno strano rumore, mentre cercava erbette con cui condire la cena. Gli andava anche bene la pasta istantanea, non era così schizzinoso, ma poteva sorbirsi un miscuglio di farina, idrocolloidi, acqua, polisfosfati e olio fatti riscaldare velocemente in una tazza solo così tante volte prima che gli venisse voglia di qualcosa di diverso. In mancanza di una vera cucina, gli bastava anche solo personalizzare il menù, unico impegno del giorno che lo entusiasmava, e su cui quindi si era buttato con anima e corpo.

A ciò, aggiungi che non gli interessava troppo la questione dei conti, lasciati al suo collega, che la navicella non lo aveva molto in simpatia (come tutto, del resto) e che nonostante la sua stazza spesso veniva ignorato, ed ecco come si era trovato lasciato indietro.

All'inizio, si era messo a girare per la Foresta del risveglio abbastanza stupito. Non sapeva bene cosa potesse essere andato storto. Il sistema di controllo della nave non era programmato per eventi simili? Il suo collega, che era così preciso da contare le carote le creaturine i Pikmin dispersi in battaglia ogni giorno, non aveva fatto il suo solito giro di ricognizione? L'ansia di far ritorno dal capo aveva affrettato le procedure? Comunque, quella era un'infrazione più grave della perdita di carico, chissà cosa avrebbe detto la navicella alle spalle di...

Ah, già. Era partita.

E lui era bloccato sul pianeta misterioso.

E anche affamato, dopo tutti quei giri.

Si rialzò dalla roccia su cui era seduto. Le giunture del suo corpo protestarono, desiderose solo di distendersi e non rialzarsi fino alla mattina dopo ma, come diceva sempre la Nonna, chi bene vuol mangiare un po' deve faticare.

Visto che stava per calare la notte, i Pikmin si erano accovacciati vicino alle Cipolle, pronti a risalire. Avrebbe potuto chiamarli con sé, ma non pensava che a quest'ora del dì gli sarebbero stati di grande aiuto, e affaticato com'era non credeva di poterli guidare con precisione e velocità, come il suo collega. Magari poteva salire su una delle loro case, vedere quanto in alto saliva, eventualmente mangiarne un pezzetto...

La sua pancia si mise a borbottare. No, non sarebbe stata minimamente sufficiente. E poi, carote Pikpik a parte, odiava le verdure, e quelle presenti su questo pianeta erano molto utili e gentili. E, come diceva sempre la Nonna, la gentilezza era un bene prezioso da curare e far germogliare.

Chissà cos'avrebbe mangiato lei stanotte?

Si stava perdendo così tanto nei suoi pensieri che quasi ignorò le Cipolle che si sollevavano in aria. Sollevando in alto la testa, vide molte paia di occhi che lo osservavano da dentro le casette. Qualcuno si dimenava, altri ruotavano la testa, chi aveva le branchie le muoveva, ma le tane si erano alzate ormai così in alto che non sentiva nemmeno uno dei versi.

Beh. Visto che era la prima sera da solo, ed era stanco, si sarebbe dedicato a qualcosa di semplice.

 

Louie non aveva chiuso occhio. Quando le Cipolle ritornarono sulla terra ferma, stava ancora glassando gli spettralidi per colazione, da gustare assieme al resto della Vermentilla squamata che si era fatto per cena. La brace stava finendo, però, e dubiatava di poter portare il crisantemo strisciante alle sue massime potenzialità senza un altro po' di fuoco. Gli eruptor ignei erano adatti a questo lavoro, ma aveva girato per tutta la zona senza trovarne nemmeno uno, e non si fidava ancora a scendere nelle cave quando sulla terra ferma c'erano ancora tanti manicaretti da gustare. Gli aveva visti nella prima zona in cui era precipitato all'inizio del viaggio, la Valle del riposo, ma chissà quanto tempo ci avrebbe messo a camminare fin lì...

Per le sue riserve di energie non era preoccupato. Anzi, a dirla tutta, si sentiva più riposato di quando aveva iniziato. Sia la sua missione sul pianeta, che quella in solitaria. La cucina lo rivitalizzava sempre, anche quando era al minimo delle forze.

Rifletté sul menù di oggi prima di chiamare a raccolta cinque carota Pikmin rossi, giusto quelli che servivano perché un eruptor facesse uscire i suoi fuochi per scaldare la carne senza disperdere i suoi succhi nella difesa. Rimase fermo un secondo a squadrare i corpi ottenuti nella notte, per poi prendere una sofferta decisione: dato che tutti i viola erano partiti con la nave, avrebbe portato dietro solo il bulbo del crisantemo. Ne chiamò altri dieci, e si mise in cammino, con la sua piccola truppa al seguito.

Oltre ai loro passettini, non si udiva altro rumore.

Louie adorava questa sensazione. Avere solo una cosa su cui concentrarsi, un piano ben definito che non cambiava giorno dopo giorno, all'inseguimento di impossibili target, sempre nella confusione più totale. E sopratutto, poter scegliere lui quando avanzare.

Ad esempio, aveva passato le prime ore dell'alba su una gigante zattera verde a guardare il cielo che si schiariva perché ne aveva voglia, ed era l'unico motivo che gli serviva per farlo. Non aveva nemmeno passato tutto il tempo a pensare alle sue ricette, ma si era limitato a guardarsi intorno, interessato. Per la prima volta nella vita, si trovava in un atmosfera che lo conciliava...

Beh, non letteralmente. Era ossigeno, era mortale se lo respirava.

Si trovò a borbottare fra sé e sé, finendo per soffiare nel suo fischietto. I piccoletti che lo seguivano si fermarono subito, guardandolo incuriositi.

Louie sentiva male alle giunture. Probabilmente era perché non aveva ancora fatto ginnastica. Sua nonna era attivissima nel seguire il circolo ricreativo la mattina, ed era parte del welfare aziendale fornire programmi ai suoi dipendenti per sgranchirsi la mattina, quindi aveva mantenuto l'abitudine. Cioè, accompagnava il suo collega, che avrebbe preferito buttarsi subito fuori in esplorazione ma era fedele agli obiettivi della compagnia.

Le carote i Pikmin iniziavano a perdere attenzione all'obiettivo e a guardarsi attorno, emettendo piccoli versetti incuriositi. La zona in cui si erano fermati era uno stretto corridoio buio e disabitato, su cui si estendevano e crescevano enormi giunchi marroni. Louie riusciva anche a vedere le insenature su cui batteva i raggi della stella calda, con una non poco distante e che pareva particolarmente comoda. Sembrava un luogo sicuro in cui riposarsi e poi riprendere il viaggio.

E poi, il movimento faceva venire appetito.

Con un veloce fischio, congedò la truppa, e si mise a saltare, un'insenatura alla volta, verso l'alto, fino a raggiungere l'intrecciatura desiderata. Poteva contare come esercizio per le gambe e il bacino, quindi si piazzò dove i raggi battevano e iniziò a tirare le braccia verso l'alto.

Dalla sua posizione, poteva spingere lo sguardo fin dove voleva. Di fronte a lui, la Valle del riposo, con il suo clima rigido che nemmeno il calore scalfivano. Dietro, la zona paludosa che aveva appena percorso, piena di fango e deliziose creature che attendevano solo lui. Sopra, un cielo sconfinato. Sotto, i Pikmin che riposavano o s'inseguivano fra di loro, le leccornie raccolte a terra, in un movimento che non capiva e non lo scombussolava.

Paura. Rabbia. Disperazione. Questo è quello che credeva si dovesse provare, dopo essere stati abbandonati su un pianeta sconosciuto.

Ma, anche se non era convinto che non stesse semplicemente metabolizzando queste sensazioni per poi farle esplodere una settimana dopo, Louie la stava prendendo bene. Fin troppo bene, anzi.

Non si era mai sentito così al suo posto.

Le placche dorsali schioccarono al loro posto. I raggi erano aumentati d'intensità, segno che si stava avvicinando l'ora dello spuntino mattutino, e la Valle non era lontana.

Louie balzò giù in un sol colpo, richiamò i Pikmin che si erano sporcati di fango, e si rimise a camminare nella sua direzione.

Per ora, sapeva perfettamente dove stava andando.

Note dell'Autrice
Beh... Chi cavolo se lo aspettava, di ritornare su questi lidi?
Certo, ora buona parte della mia lettura di fic è passata su AO3, avrei potuto pubblicare lì (probabilmente lo farò con la versione inglese)... ma niente, EFP è il primo sito di fanfic su cui ho scritto. C'è buona parte della mia vita da fangirl, qui. Ci sono affezionata. Mi piace vedere la mia crescita di autrice, e non potevo non non-ritornare quando è partita l'ispirazione! E Pikmin è una serie favolosa, più ce n'è meglio è! :D
Probabilmente scriverò ancora su questo fandom. Se volete leggerci qualcosa sopra, ci ritroveremo. Alla prossima, allora!
  
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