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Autore: holls    12/01/2024    5 recensioni
La quattordicenne Melissa e sua madre Dana sono in cerca di tranquillità dopo il divorzio che ha scosso e distrutto la loro famiglia.
Decidono quindi di passare un paio di settimane in una tranquilla cittadina situata tra le montagne austriache, con l'intenzione di fare trekking nei boschi per ristabilire un contatto con la natura.
L'accidentale quanto inquietante ritrovamento della carcassa di un cervo, però, le porterà a scoprire che quei boschi celano più di un segreto, e che anche gli abitanti della tranquilla Leibnitz hanno qualcosa da nascondere...
[Aggiornamenti tutti i venerdì]
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ce l’ho! Dana, aiutami!»

Dana ancora tremava da capo a piedi. Guardò i polsi di sua figlia avvolti da dita lisce e ossute, e quelle stesse mani che facevano forza e tiravano. 

L’hai lasciata andare, Dana, la rimproverò la voce gracchiante. Come hai potuto?

Dana tornò alla realtà e si precipitò verso sua figlia, così chiuse le sue mani intorno agli avambracci di Melissa, e fece forza, tirando su con tutta l’energia che aveva in corpo.

«Ce l’abbiamo, Dana, ce l’abbiamo! Ancora un ultimo sforzo…»

Fece come l’uomo le aveva detto, e tirò ancora, con le braccia che le facevano male e il cuore a mille che pensava le sarebbe esploso dal petto.

Il corpo di sua figlia tornò più bilanciato verso il sentiero, e le scarpe di Melissa ricominciarono in qualche modo a collaborare. Quelle dita lisce e ossute cinsero la ragazzina per i fianchi, fino a riportarla del tutto sul sentiero.

Dana si buttò su sua figlia e l’abbracciò. Per un attimo temette che Melissa l’avrebbe scansata, o che le avrebbe recriminato qualcosa; invece la ragazza ricambiò il gesto, stringendola forte e lasciandosi andare a un pianto sommesso. Dana le accarezzò la testa, e a poco a poco rilasciò tutta l’adrenalina che aveva in corpo.

Avrebbe voluto dirle qualcosa, eppure c’era una morsa allo stomaco che la frenava. Così, quando Melissa smise di piangere, sciolse l’abbraccio e alzò gli occhi per vedere chi avesse salvato la vita di sua figlia.

Era Peter.

Lui si rialzò e tese una mano a Dana per fare altrettanto, ma l’istinto la spinse a non accettare e, anzi, a stringere di nuovo a sé Melissa.

«Come sai il mio nome?», domandò con una diffidenza che non riuscì a celare. Piantò i suoi occhi in quelli di Peter, temendo che l’uomo potesse fare qualche gesto avventato. L’attimo dopo si ricordò della morte di Raphael, di quanto era successo al rifugio e il cuore tornò a batterle in maniera irregolare. Forse è in combutta con Heike, pensò in preda al panico. Forse ci stava seguendo, ipotizzò ancora.

Peter, però, rise, senza tirar via la mano ancora tesa verso di lei.

«Non ricordo il cognome», scherzò lui, «ma sono sicuro che sulla tua carta di credito ci fosse scritto proprio “Dana”.»

Lei lo fissò. Non seppe dire per quanto tempo, ma abbastanza perché il sorriso dalle labbra di lui lasciasse posto a un filo di imbarazzo.

«Oh», rispose soltanto. Allentò la presa su Melissa, senza nemmeno rendersene conto. Tuttavia, il suo sguardo continuava a essere rapito da quello di Peter. C’era qualcosa in quei suoi tratti spigolosi che parevano rassicurarla.

«Stavo scendendo a valle, quando ho sentito delle voci», spiegò ancora lui. «Ho voluto vedere di chi si trattasse e poi ho sentito le grida.»

Dana lo studiò ancora un po’. Scrutò i suoi occhi, dentro ai quali non trovò traccia di menzogna; così lasciò andare del tutto Melissa e accettò l’aiuto per rialzarsi in piedi.

«Grazie.»

«Tutto bene, ragazzina?», domandò Peter a Melissa.

Lei mosse qualche passo verso sua madre, solo per rendersi conto che le faceva male una caviglia. Forse era una storta, forse qualcosa di peggio.

«Ti fa male, tesoro?»

Melissa fece un altro paio di passi, durante i quali il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore.

«Un po’.»

Dana fece mente locale sul tempo che sarebbe occorso per tornare in città, salire quelle maledette rampe di scale, cercare una farmacia o un medico…

«Io non abito lontano», si intromise Peter, come se le avesse letto nel pensiero. «Possiamo dare un’occhiata lì a questa caviglia. Il percorso non è complicato.»

Dana e Melissa si guardarono, proprio come avevano fatto quella mattina in sala colazione, consapevoli che, ancora una volta, erano state attraversate dallo stesso pensiero. Tuttavia, sapevano che le scelte a loro disposizione non erano poi molte. Scendere a valle da sole, senza un aiuto, sarebbe stato piuttosto complicato. 

Meglio essere il braccio destro del diavolo, che mettersi sul suo cammino, pensò Dana. Si disse che, se davvero Peter aveva qualcosa a che fare con la morte di Raphael, era senz’altro meglio averlo vicino che doversi guardare le spalle da lui.

Dana incrociò lo sguardo dell’uomo, e si rese conto solo in quel momento di avere i muscoli del viso contratti in un’espressione corrucciata e diffidente. Scoccò un’occhiata a Melissa e si accorse che anche per sua figlia era lo stesso.

Quasi come se avesse letto loro nel pensiero ancora una volta, Peter si lasciò andare a un timido sorriso.

«So anche che avete fatto domande sul cervo», disse, e l’espressione sul volto di Dana e Melissa mutò. «Immagino che siate curiose di sentire qualche risposta.»

 

   
 
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