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Autore: KushinaKurosaki    14/01/2024    1 recensioni
Fin da piccoli ci insegnano che le bugie sono il male e che, dunque,
non devono  mai fuoriuscire dalle nostre bocche ed il motivo per cui ciò avviene sono le catastrofiche conseguenze di una menzogna. Tuttavia un giovane detective liceale si è spinto troppo in là prendendo continuamente in giro la scienziata di casa Agasa, peccato che lei abbia scoperto la verità e si sia infuriata.
La delusione e la rabbia l'aveva spinta da lui, l'ultima
persona con cui mai avrebbe voluto restare da sola, ma preferiva stare con Amuro piuttosto che restare nella tana degli squali.
Intanto l'organizzazione ha i giorni contati a causa di due nuove figure provenienti dall'America che sembrano conoscere perfettamente Shiho.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Quasi tutti, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Era doloroso restare lì impalata ad osservare quella scena, si scambiò un'occhiata con il giovane dai capelli biondi e
gli occhi grigi solo per notare che anche lui era nella sua stessa condizione. Riportò lo sguardo sull'uomo che amava
ancora intento a stringere fra le sue braccia la scienziata dai capelli ramati. Non capiva.
Perché lei e il suo compagno di sventure erano lì?
Dovevano seriamente soffrire nel vedere quel quadro commovente in cui loro erano ospiti indesiderati?
Anche Bourbon…anzi Rei aveva lo sguardo affranto. L'organizzazione era stata sterminata,
la giustizia aveva vinto e lei avrebbe voluto rivedere suo fratello che aveva intravisto di sfuggita
tuttavia il suo fidanzato l'aveva trascinata in quel luogo per poi precipitarsi ad abbracciare la sua ex-fidanzata.
Non avrebbe mai potuto competere con il suo primo amore, lo sapeva bene.
 
L'uomo biondo tuttavia a dispetto di Hidemi era ancora più ferito.
Lui gli aveva dichiarato il suo amore e lei non solo non aveva risposto l'aveva obbligato anche ad assistere al loro
appuntamento. Era così frustrante la consapevolezza di aver perso in partenza. Akemi gli aveva accennato
alla loro relazione ma non credeva che l'avrebbe condotto al suo appuntamento.
Guardò uno strano luccichio sul viso della giovane, non era possibile che Shiho stesse piangendo.
 
L'uomo si allontanò lentamente da lei, era stato più forte di lui e l'unico modo che aveva per potergli esprimere
tutta la sua gratitudine. Quando si erano incontrati di sfuggita in quel campo di battaglia,
gli aveva chiesto di poter portare con sé una persona molto importante e Shiho aveva compreso immediatamente.
 Non era mai stata stupida al contrario suo. 
Aveva compreso da subito, forse complice anche la sua agitazione nell'aver ritrovato la sua amata priva
di sensi e ricoperta di sangue, quale fosse la verità. Però da un lato il fatto che anche lei quella sera non fosse sola,
gli aveva fatto trarre un sospiro di sollievo, entrambi avevano compreso una cosa molto importante.
Il loro amore non poteva avere alcun futuro e infatti non era durato. Si morse un labbro facendo cenno alla giornalista
di avvicinarsi, cosa che anche la donna non esitò a fare. Il poliziotto incuriosito dallo sguardo della ramata gli si avvicinò
lentamente.
 Shiho sospirò, avrebbe voluto restare da sola con l'uomo biondo ma alla fine dei conti era giusto così.
I loro compagni meritavano di avere una valida spiegazione, soprattutto Amuro al quale ancora non aveva dato risposta.
Guardò l'uomo biondo che si era intanto seduto per terra al centro della radura sperduta, era stato lì che lui le aveva chiesto di
diventare la sua fidanzata ed era sempre quel posto ad aver accolto i passati complotti sull'organizzazione.
Era il posto in cui Gin e Sherry così come Ade e Atena erano un ricordo lontano,
qualcosa di inesistente perciò quale luogo migliore per ritrovarsi a fare quattro chiacchiere? 
 
«Tesoro, ti ricordi la bambina dai capelli biondi? Quella che credevi avesse un legame con me? » chiese l'uomo guardando
la sua fidanzata che si sedette accanto a sé. Shiho sorrise grata, evidentemente lui aveva trovato il modo di rompere il ghiaccio,
come sempre. Guardò l'uomo seduto alla sua destra, Richard gli aveva confidato di aver lasciato Selene a lui per qualche minuto
e voleva accertarsi che anche il ragazzo che amava avesse compreso di chi si stesse parlando.
Era proprio quello il motivo per il quale non aveva voluto rispondergli, Rena non poteva prendersela con
Dom perché neanche lui sapeva dell'esistenza di sua figlia ma per lei la questione era completamente diversa e
nascondere l'esistenza di Selene era ciò che mai si sarebbe perdonata.
« È nostra figlia. » sospirò Shiho non appena notò il cenno positivo dei due.
« In che senso? » ebbe il coraggio di chiedere Bourbon mentre l'agente della CIA guardò la ramata.
Era stata un'illusa.
Si alzò, non sarebbe rimasta lì nemmeno un secondo di più.
Lui le aveva mentito e le bastava sapere questo.
La ramata si alzò senza dire nulla, ma fece chiaramente comprendere ai due di non dover schiodarsi da lì.
 
 
Era un'ingenua a credere che fosse sincero.
Si fidava di lui ma troppe cose le aveva nascosto.
Suo fratello, l'esistenza di una sorella che aveva sentito nominare per caso dal ragazzo chiamato William,
un'altro fratello ed ora persino una figlia! Lei gli aveva riferito tutto il giorno in cui si era tradita ma lui…
lui le aveva raccontato una mezza verità con abbondante contorno di menzogne.
Come poteva perdonarlo? Come?!
Forse se non avesse scoperto la maggior parte delle sue menzogne ora sarebbe rimasta lì,
con il pensiero idiota che magari lui non sapeva del suo essere genitore ma ora non sapeva più a cosa credere e soprattutto in chi.
« Immaginavo che sarebbe andata così, in verità io non volevo che voi due foste presenti. » sospirò Shiho sedendosi dall'altro lato del tronco.
 
« Quindi immagino che tu la ami? » fu una domanda rapida che lo sorprese, non era da lui quel tipo di domanda.
Tuttavia aveva bisogno di sapere la verità e voleva capire da sé.
Amuro era un detective e riusciva a comprendere semplicemente in parte quel bisogno di sentirsi dire la verità.
Non era idiota, se Shiho non aveva risposto molto probabilmente era perché lei era innamorata di lui
e ciò poteva spiegargli anche il perché avesse finto di dormire.
« Un tempo l'ho fatto, ma parliamo di due anni fa. » quella rivelazione sorprese il ragazzo, non si aspettava
una tale schiettezza eppure il fatto di sapere quella risposta non lo rendeva tranquillo.
« Posso comprendere i tuoi dubbi, ma fidati lei per me ora non è altro che…» si bloccò.
Seriamente stava per dire quella parola? 
Si era tanto tormentato per cercare una risposta a quel "Noi" che lui e Shiho erano stati in passato ed ora eccolo
che stava per pronunciare a quell'uomo il termine "Sorellina". Sospirò forse inconsciamente lo aveva sempre saputo,
semplicemente aveva bisogno di smettere di pensarci e di parlare con un estraneo.
 
« Lui ti ama, lo si nota dallo sguardo. » esclamò la ramata.
«Mi ha mentito, per tutto questo tempo.» affermò lei.
« Mi ha sempre detto di non avere nessuno oltre a me, ed invece…»
« Dal suo punto di vista aveva ragione. Lui è sempre stato solo, certo ha una famiglia ma con loro non ha il coraggio di parlare.
Come potrebbe d'altronde? Per tutti, la colpa della morte della sua gemella e dei loro genitori, è sempre ricaduta sulle sue spalle.» esclamò
abbassando il capo. Dom era fantastico, in ogni situazione riusciva a farsi carico di qualsiasi responsabilità senza restarne mai schiacciato.
« Tu lo ami, è normale difenderlo. Tuttavia io non credo che lui non sapesse di avere una figlia, dato che ogni notte ne chiama il nome.» sbottò Hidemi mentre Shiho si voltò sentendo il rumore del calpestio dell'erba e sorrise. 
Avrebbe parlato dopo con lui, e avrebbe potuto lasciare Hidemi nelle sue mani.
« Era mia sorella. » la ragazza sobbalzò a quella voce che protendeva una mano verso di lei. 
« Tua…sorella? Mi prendi in giro? » esclamò furiosa guardandolo negli occhi.
« No amore mio, non potrei. Di mia sorella detesto parlarne, così come odio parlare della mia famiglia. »
I suoi occhi erano sinceri, eppure perché la sua mano non la ascoltava? 
Perché non riusciva ad afferrare la sua gelida mano che le porgeva aiuto?
 
« Sapevamo entrambi che era sbagliato ma non ci importava. » esclamò di colpo la ragazza ormai lontana da quei due.
« Cosa intendi Shiho? » domandò l'uomo.
« Ti racconterò ciò che c'è stato fra me e Dominic.» 
«Guarda che non mi interessa. »
« Lo dici solo perché temi che ti possa ferire, lo sai vero?»
Elena non aveva una figlia normale, non comprendeva mai se le sue frecciatine erano spontanee o meno.
« Io e Dom non ci amavamo, o meglio il sentimento che ci legava non era certamente quello che lega il tuo cuore al mio.
Quel giorno ho finto di dormire perché non potevo…non potevo ancora dirti nulla ma ora.» 

Flashback 
Era asfissiante e non ne poteva più. In quel laboratorio non c'era nemmeno l'ombra di un rumore neanche
lontanamente di origine umana. L'unico rumore all'infuori delle sue rapide dita che digitavano furiose
i tasti del computer era il ticchettio dell'orologio. Guardò nuovamente la porta nella speranza che
qualcuno l'avrebbe trascinata via da quelle mura bianche che tanto odiava. Nessuno sarebbe venuto, nessuno. 
La mano tremava ogni volta che alla fine la porta si apriva, il mio mentore non era decisamente una persona che a me piaceva.
Aveva già provato più volte il terrore di avere il fiato sul collo e una pistola puntata costantemente alla tempia,
ma avrebbe tanto desiderato che fosse la sua a saltare in caso quel grilletto venisse premuto.
 

 
   
 
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