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Autore: elenabastet    14/01/2024    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo i fatti dell'episodio 28, bacio, strappo e dichiarazione, Oscar e André non si fossero allontanati e avessero dovuto rimanere insieme? Sognare, in fondo, non costa niente e un amore come il loro avrebbe sempre trovato la sua via.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Generale Jarjayes, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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IN DEBITO

 

Rating: what if, amore, malinconia, passione, OOC

Fandom: Lady Oscar.

Note: La confessione di André ha sconvolto Oscar, già provata dalla sua perdita dell’occhio. E forse inizia a vederlo in modo diverso, in una possibilità alternativa di vita. Un what if sulla vacanza in Normandia vista in maniera diversa.

 

Prologo

Oscar non si dava pace per una cosa, di non essersi accorta che André la amasse così tanto. Oh certo, sapeva quanto lui tenesse a lei, e la cosa era reciproca, perché per Oscar André non era mai stato un servo, ma la persona a cui era più legata da sempre, da quando da bambini le loro vite si erano unite..

Ma André la amava, con una passione e un desiderio che lei non aveva mai nemmeno intuito. E di colpo lei rileggeva tutti i suoi comportamenti di quegli anni, quando aveva lasciato che si sfogasse prendendolo a pugni perché non voleva seguire gli ordini di suo padre, quando l’aveva consigliata in diverse occasioni, quando l’aveva bloccata dall’aggredire il duca di Germaine per strada, quando aveva accettato di occuparsi di Rosalie con lei. Erano stati i comportamenti non di un fratello, non di un confidente, non di uu amico del cuore, ma di un uomo innamorato, che la supportava e la stimava. Ed Oscar sapeva quanto si soffriva a non essere contraccambiati, un amore che era una lenta e triste agonia, e che quello capitasse ad André le sembrava inaccettabile. André che aveva perso un occhio per lei, e a questo punto lei sapeva che era venuto a cercarla al Palais Royal perché la amava e non tollerava che fosse in pericolo.

Del resto, lei avrebbe fatto lo stesso per lui, non avrebbe avuto problemi a mettere a repentaglio la sua vita, sarebbe morta sul patibolo al posto suo, come aveva detto al re Luigi XV tanti anni prima.

E allora, perché non riusciva ad accettare i sentimenti di André? Perché la sconvolgevano così tanto? Non doveva lasciare che finisse tutto così, doveva affrontarlo, per il bene di lui, per giustizia, perché non soffrisse inutilmente.

Si vestì in fretta e furia, nascondendo la camicia strappata simbolo del misfatto e scese verso la camera di André.

La porta era aperta e lei entrò: eccolo lì, l’amico di una vita, colui che le era stato vicino più di ogni altro, abbandonato sul letto con gli occhi chiusi, il petto che si alzava ed abbassava respirando.

Quel petto… era stata una strana sensazione essere premuta lì contro, sentire la sua forza senza freni, i suoi muscoli, il suo cuore che palpitava e anche qualcos’altro più in basso… Oscar scosse la testa, meglio non pensarci, voleva dimenticare tutto.

“André!” lo chiamò forte.

Lui trasalì svegliandosi, sempre che stesse dormendo e la guardò, con dolore e rassegnazione. Sei venuta ancora a farmi del male? Sembrava che dicesse e del resto sentiva di meritarselo dopo il male che le aveva fatto.

“André, non ti odio e non ti odierò mai per quello che è successo, ho sempre tenuto a te e lo sai. Io voglio solo che tu sia felice e libero di farti una vita come meglio credi, te lo meriti, hai sacrificato troppo...”

“Oscar, sei troppo generosa con me dopo quello che ti ho fatto. Occuparmi di te per me è sempre stata e sarà sempre una gioia. Solo che a questo punto capisco che tu non mi voglia più nella tua vita, non ti chiederò mai abbastanza perdono per quello...”

“Basta, non parliamone più, preferisco dimenticare. Hai perso un occhio, mi sento responsabile e in debito con te, voglio che tu possa avere una vita tua… meriti di trovare qualcuno che ti ami davvero...”

André deglutì e guardò Oscar con aria contrita:

“Io amo te”.

“André, checché tu ne dica io voglio vivere come un uomo e non sentire mai più dolore e debolezza. Tu devi trovare una donna che ti ami davvero...”

“Oscar, essere un uomo non ti mette al riparo da soffrire e dal sentirti fragile. Guarda me.”

Oscar scosse la testa, voleva scacciare quel pensiero, la sua umiliazione, la paura che aveva avuto per un attimo di quell’uomo che l’aveva soggiogata con la sua forza, uno sconosciuto di cui non aveva mai intuito l’esistenza. Ma nello stesso momento sentiva il dolore di André come intollerabile, sapendo che era lei a causarlo, pur non volendolo.

“André, io non posso darti quello che meriti, non posso essere una donna. Cercati una donna che ti ami, che ti dia affetto, che ti permetta di soddisfarti...”

“Oscar… ora mi odierai ancora di più per quello che ti dico, ma tanto ormai è mio destino. Ho provato ad andare con altre donne, per avere l’unica cosa che non avevo da te. Non ha funzionato, era piacevole, certo, noi uomini siamo più faciloni di voi donne, ma non c’era amore, non per me, solo un mero bisogno fisico, come mangiare e dormire”.

Oscar restò in silenzio e si sentì stringere il cuore da una morsa che sembrava gelosia. Ma non poteva certo biasimare André per aver cercato altrove la felicità o anche solo un po’ di soddisfazione.

“André, tu hai tante buone qualità, ci sarà qualche donna disposta ad amarti davvero, che tu possa stringere tra le braccia...”

“Oscar, non posso ingannare me stesso e gli altri. Le donne con cui sono stato… una era una prostituta, ma le altre due no, cercavano quello che io non potevo dare loro… comunque odiami anche per questo, ma non riesco a vivere senza di te, io devo occuparmi di te, perché sei parte di me. Ma capisco che tu mi odi e sia disgustata da me...”

“Piantala André! Non sopporto che tu soffri, so come si sta male, e voglio solo che almeno tu trovi la felicità”.

“Solo occupandomi di te posso essere felice, e tu giustamente non mi vuoi più nella tua vita. Sono stato ignobile, c’erano altri modi di dimostrarti il mio amore e io ho scelto quello più schifoso, invece che mostrarti affetto, cura, dolcezza e donarti il mio corpo e il mio cuore”.

Oscar si rese conto di colpo dell’assurdità della situazione, era piombata in camera di quello che era stato il suo migliore amico e l’aveva inondato di parole, calpestando la sua intimità, dopo come si erano lasciati. L’aveva solo fatto soffrire ancora di più e non lo sopportava.

“Scusa André, ti lascio riposare. Ti prego, abbi cura di te...” e distolse lo sguardo, pensando per un attimo a quanto fosse bello. Ma quelle donne con cui era andato chi erano? Non lo avevano convinto a rimanere con loro? Si allontanò da lui pensando che doveva fare qualcosa perché almeno lui non soffrisse più, perché era in debito con André, per l’occhio e per una vita di totale dedizione. Non poteva lasciare che tutto finisse così.

 

Oscar si svegliò al mattino presto e decise che sarebbe andata a fare una cavalcata, c’era tensione e tristezza da scaricare. Una cavalcata da sola, perché non poteva andare da André e chiedergli di venire con lei, non dopo quello che era successo.

Lui… il suo migliore amico, che aveva osato su di lei quelle cose...

Da piccolissimi andavano a fare il bagno insieme al lago, poi, dopo che avevano rischiato di annegare, era stato loro vietato. Ma ora Oscar capiva il perché, non certo per quello o non solo per quello. Perché cambiavano, diventavano diversi, ci si arrotonda se donne e ci si irrobustisce se uomini, e ci sono cose che è bene non vedere e dimenticarsi che ci sono.

Lei si era sentita un uomo anche se sapeva di essere una donna, una donna fuori dagli schemi, e adesso voleva tornare a vivere così, senza più soffrire per amore. Ma il pensiero che qualcuno soffrisse per lei, e che questo qualcuno fosse André le stringeva il cuore e non riusciva a farne a meno.

“André, tu meriti il meglio”, disse a se stessa salendo a cavallo, girandosi d’istinto a vedere se lui c’era. No, non c’era, non poteva più esserci.

Oscar lanciò il cavallo al galoppo, cercando di scaricare i pensieri. L’umiliazione, le lacrime, la paura perché André non era più il bambino e ragazzo che lei adorava da una vita, ma un uomo, un uomo sconosciuto, con quei desideri di cui le dame, a cominciare dalla regina, parlavano un po’ sottovoce, con imbarazzo. Non era cieca, aveva visto come certe ragazze, non solo le cameriere, lo guardavano. Perché André era bello, anche adesso che aveva perso l’occhio per colpa sua, tra l’altro, per la sua ostinazione di voler catturare il Cavaliere nero, alto, muscoloso, con un petto ampio, capelli folti color dell’ebano, occhi verdi, mascella decisa ma dolce. E poi era buono, dolce, generoso, affettuoso, intelligente… e adesso sapeva anche passionale.

Quelle labbra che la invadevano, sulla bocca e sul volto, quella lingua che la esplorava, quelle mani che la toccavano.. Oscar non ci voleva pensare, non ci doveva pensare, nella sua vita non c’era spazio per quello.

Scese da Cesar e si fermò sulla riva del lago, buttandosi dell’acqua in volto, sentiva caldo ed era confusa. Fersen le aveva detto che non l’aveva potuta vedere come donna da subito, che conoscendola come un uomo per lui quello era, nemmeno quando era arrivata davanti a lui vestita da dama, sentendo la sua ammirazione. André la desiderava per come era, e per un attimo Oscar pensò a quel corpo caldo, a quei muscoli, a quel cuore che aveva sentito palpitare, a quell’ardore che si era appoggiato vicino al suo ventre.

“Cosa vorresti farmi, cosa vuoi provare?”, gli aveva detto così, piangendo, ma sapeva che André non poteva farle del male. Del male… lui la voleva, ma lei non poteva contraccambiarlo, non doveva.

Stizzita, risalì a cavallo, con un vago languore che la perseguitava.

 

“André, ho saputo che Oscar vuole lasciare la Guardia reale, tu cosa hai da dirmi a questo proposito?”.

La voce del generale Jarjayes fece trasalire André, se avesse saputo cosa lui aveva fatto a sua figlia Oscar la sera prima per lui non ci sarebbe stato scampo...

“Niente, signore, è una scelta di Oscar, a me ha detto che non devo più occuparmi di lei”.

“André, ti ho messo vicino a Oscar perché la proteggessi e le impedissi di fare delle sciocchezze, non esiste che tu smetta di farlo! Tu rimarrai con lei”.

Vero, aveva ragione, André non poteva uscire dalla vita di Oscar, ma doveva farlo, perché non doveva più correre il rischio che succedessero cose come quelle della sera precedente. Aveva giurato su Dio e sul suo onore di non toccarla più, ma la amava troppo e non si fidava di se stesso.

Intanto, doveva accompagnarla ancora una volta a Versailles, dove avrebbe saputo il suo prossimo incarico e assistito per un’ultima volta ad una parata delle Guardie reali e non sarebbe stato un compito facile.

André vide Oscar arrivare da lontano a cavallo e le andò incontro per occuparsi di Cesar. Lei cercò di evitare il suo sguardo, era turbata e ne aveva ben motivo, pensò André.

Affidò il suo cavallo alle cure di André, di solito quelle cose le facevano insieme, scherzando e stando insieme ai loro due amati animali. Come le mancavano, come le mancava tutto, il pensiero che non ci sarebbero stati più quei momenti le faceva davvero male.

Doveva dirgli qualcosa:

“André, ora potrai fare tutto quello che vorrai...”

Quello che voglio è stare con te, avrebbe voluto dirle André.

“Io… so come si sta quando chi ami non ti ama e vorrei che tu fossi felice”. Quelle parole le erano uscite tutte di colpo, André la guardò a bocca aperta, toccato da cosa lei stava provando per lui.

 

Oscar ebbe la conferma di quello che le era arrivato all’orecchio come voce ufficiosa: sarebbe diventata il Comandante dei Soldati della Guardia di Parigi dal 15 aprile prossimo: tutto andava bene, pur di dimenticare il tormento di quell’ultimo periodo. Ma restava il problema di André, lei non poteva accettare che fosse infelice. Quanto avrebbe voluto riavere il suo amico di una vita! Del resto, non si sarebbe allontanata tanto da casa e avrebbero potuto frequentarsi, in una vita perfetta dove lui non fosse condannato a soffrire per amore per colpa di lei...

La parata della Guardia reale fu davvero partecipata e commossa, erano dispiaciuti di salutare il loro comandante, Girodelle in testa, e Oscar sapeva che aveva un debole per lei.

Di colpo, le venne in mente una frase che André aveva detto tanto tempo prima, quando Fersen era venuto a casa sua:

“C’è gente che ama una persona tutta la vita senza che questa lo sappia!”

Era riferito a lei, ora lo sapeva, e questo rendeva tutto più difficile per lei.

 

André la attendeva fuori dalla reggia, vicino a Cesar e ad Alexander: ora doveva affrontarlo e parlargli della sera prima.

“André, come ti ho già detto non dovrai più occuparti di me, tra un mese prenderò il comando dei Soldati della Guardia e in attesa andrò in Normandia”.

“Va bene”.

“Riguardo a quello che è successo ieri sera non ce l’ho con te ma preferisco dimenticare”.

No, non riusciva a dimenticare, non poteva dimenticare. Avrebbe dato il mondo intero perché André fosse felice e non soffrisse più per amore…

“Perdonami ancora”.

“Ma io ti ho perdonato, non potrei fare altrimenti”.

“Ti ringrazio, io ho fatto una cosa gravissima… ti ho spaventata e umiliata, e stavo per farti una cosa orrenda”.

Oscar lo guardò perplessa.

“No, André, guarda, voglio partire al più presto...”

“Oscar, c’è un problema. Tuo padre vuole che io continui ad occuparmi di te, e sai che non posso contraddirlo”.

Oscar si sentì per un attimo adirata. Ma poi si sentì sollevata, non vedere più André sarebbe stato doloroso. Se solo avesse potuto dimenticare quella sera e non pensare più a cosa provava André per lei…

“André, decido io e tu sei libero. Te lo devo, hai sacrificato già abbastanza per me, hai sofferto già fin troppo, so cosa vuol dire struggersi dal dolore con un amore che è una lenta e triste agonia. Tu meriti di essere felice”.

“Ma io sono stato felice a vivere con te per tutti questi anni, stare con te, occuparmi di te, vivere la mia vita con te per me è stata ed è felicità completa. L’amore è questo, è condivisione, è stare insieme, è parlarsi, è vivere la propria vita.”

Oscar pensava di poter partire e andarsene, ma sentiva che non poteva farlo, non subito. Sapeva abbastanza dai discorsi delle dame per sapere che c’erano anche altri aspetti dell’amore, di solito molto graditi agli uomini, almeno agli uomini come André. Da quello che era successo, quegli aspetti lo dovevano interessare eccome. Possibile che se lo negasse?

“André, io voglio vivere come un uomo, io voglio essere un uomo, non posso darti quello che vuoi, a te e a nessun altro, te l’ho già detto e te lo ripeto. Tu meriti un’altra vita, dopo tutti questi anni te lo devo… Non ce l’ho con te, ma voglio solo dimenticare.”

Si allontanò a cavallo, ma poi pensò che André avrebbe dovuto affrontare l'ira di suo padre se non stava con lei. Ma non poteva accettare che continuasse a essere il suo servo, non dopo quella dichiarazione e nello stesso tempo non voleva metterlo nei guai, non glielo doveva.

Fece girare Cesar e tornò indietro.

André era girato verso la colonna, con la testa appoggiata al marmo e stava piangendo in silenzio e non certo per la punizione che gli avrebbe dato il conte e generale de Jarjayes e nemmeno sua nonna.

Oscar si schiarì la voce, toccata dentro di fronte a quella prova d'amore. Allontanarsi sarebbe stata la cosa migliore, dimenticare tutto. Ma l'idea di lasciare André solo la faceva soffrire terribilmente.

André si girò e la vide. Abbassò il volto, contrito.

“Allora, André, d'accordo. Non voglio che tu abbia guai con mio padre, gli parlerò io. Se vuoi venire con me in Normandia fai pure.”

Oscar non aggiunse:

“Vorrei che tornasse tutto come prima, che andassimo in giro a bere e mangiare nelle osterie, facessimo cavalcate sulla spiaggia, guardassimo la luna, ascoltassimo i musicisti che cantano melodie sul molo e leggessimo insieme le storie dei pirati!” ma lo pensò, anche se ormai era impossibile e le era doloroso anche solo pensarlo.

André si ricompose e le fece un leggero sorriso.

Poi le disse:

“Ai tuoi ordini!”

Oscar stranamente si sentì sollevata. In fondo, poteva essere una bella idea dimenticare il tutto e lei si fidava di André, perché sapeva che era un uomo di parola.

 

  
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