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Autore: Saetta di Luce    15/01/2024    0 recensioni
La vittoria nell'assedio di San Giovanni d'Acri segnò la fine della Crociate e il trionfo islamico in Palestina. Ecco gli ultimi pensieri di uno di quegli uomini che hanno combattuto e perso.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
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                                                                    CROCI NEL VENTO
 
 
Aveva perso il conto del tempo trascorso lì seduto. A poca distanza da lui un cavaliere dagli occhi azzurri aperti sul nulla giaceva morto, con un macabro fiore rosso scuro sbocciato di fresco sul suo petto. Non sapeva nemmeno a quale Ordine appartenesse, tuttavia credeva che oramai non importasse più.
Uno scalpiccio lo fece voltare, ma in un modo tranquillo dato che era arrivato al punto di non riuscire più a provare emozioni violente: era una madre che stringeva al petto il suo bambino. Scarmigliata gli passò davanti senza nemmeno vederlo. Stava andando giù alle navi, insieme a tutti i civili che ancora non erano caduti nelle mani degli infedeli.
Era una sconfitta epocale, terrificante. Il senso di colpa gli trafiggeva il cuore a ondate al pari di un dolore fisico. La Terrasanta… perduta. Tutti i sacrifici loro e dei loro predecessori ridotti a nulla.
Loro erano nulla.
Da lontano udiva delle urla. Non sapeva cosa stesse succedendo, ma non ebbe difficoltà ad immaginare gli uomini sgozzati, le donne stuprate, i bambini presi a calci e poi sfracellati contro le mura. Tutti offerti in dono a quel Dio sacrilego, che però era il vincitore.
Era giorno ma già spuntava una mezzaluna.
Poi udì di nuovo dei passi, ma questa volta erano inframmezzati da voci. Voci in quella lingua mortale, voci gutturali e a loro modo musicali. Voci che si stavano avvicinando. Nella sua mente prese corpo la loro immagine: i pastrani, i turbanti, i corpi bronzei unti di oli esotici, la scimitarra al fianco probabilmente sporca di sangue, il sangue dei suoi compagni.
I suoi occhi erano pieni di lacrime, sudore, polvere e sabbia e dunque vedeva tutto sfocato, ma a tentoni percepì la sua spada. Quella consapevolezza lo tranquillizzò. Strinse spasmodicamente la mano attorno all’elsa. Non aveva intenzione di combattere, non ne sarebbe stato in grado, ma non aveva intenzione di cadere nelle loro mani.
Il Signore l’avrebbe perdonato, lo sapeva. Stava per commettere un peccato mortale, ma restare vivi dopo ciò che era successo era ben più atroce, secondo lui.
Mormorò una preghiera.
Stormi di corvi volteggiavano su quella scena di morte, gli stomaci gorgoglianti per la fame. Uomini, donne, bambini, cavalieri, semplici soldati avrebbero rappresentato il loro pasto. Due di loro planarono a terra, si avvicinarono ad un Ospitaliere e cominciarono a beccargli il viso, staccandogli succosi pezzi di carne. Si misero tutti a gracchiare contemporaneamente, come a volere rendere lode al loro Dio, ringraziarlo per quel banchetto.
Forse erano loro i veri vincitori.
Un mantello nero fu sollevato dal vento e volò via, lontano.
   
 
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