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Autore: Yuki Delleran    19/01/2024    0 recensioni
Era davvero preoccupato, non poteva fare a meno di chiedersi se le cose sarebbero state diverse se il giorno prima non avesse fatto il bambino viziato e avesse seguito Lan Wangji nella caccia notturna. Probabilmente sarebbe riuscito a convincerlo a coprirsi più di quanto l’austerità dei Lan prevedesse e forse in quel modo gli avrebbe evitato il malanno. O forse sarebbe dovuto andare direttamente da Lan Qiren a chiarire che era una follia far congelare a morte i suoi familiari. L’anno prossimo, cascasse il mondo, avrebbero trascorso l’inverno a Yunmeng o a Lanling e si sarebbero portati dietro anche Sizhui.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre, quando iniziava la stagione fredda arrivavano anche i primi malanni. L’inverno era rigido a Gusu e in particolare nei Meandri delle Nuvole, quindi non era raro che le classi di giovani discepoli venissero decimate dal raffreddore e dall’influenza. Solo la settimana prima Lan Sizhui si era assentato un paio di giorni dalle lezioni a causa di una febbre fastidiosa che lo aveva lasciato debole e stanco. Jin Ling passava le giornate con il naso nel fazzoletto, nascosto dietro una delle ampie maniche della sua veste. 

Wei Wuxian aveva iniziato a chiedersi come facessero i membri del clan Lan a sopravvivere ogni anno a quegli inverni gelidi. Lui passava la maggior parte del tempo avvolto in coperte o pesanti mantelli bordati di pelliccia e a studiare nuovi tipi di talismani del fuoco che generassero calore. Lan Wangji, che non sapeva negargli nulla, aveva anche fatto portare alcuni bracieri nel jingshi, per mantenere la stanza più calda. Altrove però la temperatura era al limite del sopportabile e Wei Wuxian si era spesso trovato a maledire l’eccessiva austerità degli insegnamenti dei Lan: rinunciare alla mondanità e ai lussi non significava dover morire di freddo su quella stupida montagna. Come se non bastasse, il giorno prima si era svolta una caccia notturna nei pressi di Caiyi, dove parte dei canali era completamente ghiacciata. Lan Wangji gli aveva espressamente intimato di non partecipare, per non esporsi al clima rigido, e, per una volta, Wei Wuxian non si era opposto a una decisione presa per lui da qualcun altro. Tuttavia, quando era tornato, suo marito aveva la pelle talmente gelida che gli aveva preparato immediatamente un bagno bollente e lo aveva avvolto in due strati di coperte. Nonostante questo lo aveva sentito rabbrividire per tutta la notte. 

L’indomani mattina sembrava che la situazione fosse migliorata. Lan Wangji aveva nascosto solo un piccolo starnuto dietro una manica e aveva proceduto alla meditazione mattutina come ogni giorno.

Per questo Wei Wuxian non era preparato a quello che sarebbe successo.

Stava preparando la prossima lezione che avrebbe dovuto tenere ai discepoli, una sui talismani di fuoco - e al diavolo le regole del congelamento - quando Lan Jingyi irruppe nella biblioteca strillando.

«Wei-qianbei! Hangunag-jun! Hanguang-jun è…»

Wei Wuxian balzò in piedi, rovesciando irrimediabilmente l’inchiostro rosso sui talismani.

«Cos’è successo?»

Se uno dei discepoli migliori, sebbene esuberante come Jingyi, era portato a infrangere le regole di non correre e non alzare la voce solo per venire da lui, doveva trattarsi di qualcosa di grave.

«Hangunag-jun si sente male!» sputò fuori il ragazzo, pallido e agitato.

Wei Wuxian spalancò gli occhi, allarmato.

«Dove si trova?» chiese, avviandosi già a grandi passi fuori dalla biblioteca, del tutto dimentico di quello che stava facendo.

«Nella sala della musica. Stavamo facendo pratica con il guqin, quando all’improvviso è svenuto e Sizhui mi ha detto di venire a chiamarvi.» rispose Jingyi, affrettandosi dietro di lui.

Wei Wuxian non ascoltò una parola di più e accelerò fino ad attraversare di corsa i corridoi e i piccoli cortili innevati dei Meandri delle Nuvole, ignorando a sua volta ogni regola di decoro, solo per raggiungere il più in fretta possibile il suo amato in  difficoltà.

Quando arrivò alla sala della musica, trovò i ragazzi assiepati attorno a un Lan Wangji evidentemente sofferente, mezzo accasciato sul suo guqin, mentre Lan Sizhui tentava di convincerli a tornare ai loro posti.

«Lan Zhan!» esclamò, raggiungendolo di corsa.

Al suono della sua voce, i discepoli balzarono indietro immediatamente.

«Cos’è successo, A-Yuan?»

«Non lo so, baba.» rispose il ragazzo, preoccupato. «Stavamo provando un nuovo pezzo quando all’improvviso è crollato. Ci siamo spaventati.»

Wei Wuxian avanzò e posò una mano sulla fronte del marito, sopra al nastro che la cingeva, poi scosse la testa. Gli si accostò e si passò un suo braccio attorno alle spalle.

«A-Yuan, aiutami a portarlo nella sua stanza.»

Quando anche il ragazzo tentò di ripetere il gesto, Lan Wangji si riscosse.

«Wei Ying!» protestò. «Sto bene.» 

La sua voce era incerta, il suo sguardo vagamente fuori fuoco.

Wei Wuxian gli accarezzò una guancia con la mano libera.

«Sei svenuto.» disse, non celando la propria apprensione. «Hai la febbre, devi riposare. Lascia che il tuo caro marito si prenda cura di te.»

Con l’aiuto di Sizhui riuscì a portarlo fino al Jingshi e a farlo distendere sul letto. 

Quando il ragazzo si congedò, Wei Wuxian non poté fare a meno di raccomandarsi.

«Mi raccomando, copriti come si deve. Questa temperatura metterebbe alla prova anche il più temprato degli asceti e non voglio che mio figlio abbia una ricaduta.»

Così dicendo, gli passò un mazzetto di talismani appena disegnati.

Sizhui gli rivolse un sorriso luminoso.

«Non preoccuparti, baba, prometto di prendermi cura di me stesso. Se posso essere d’aiuto in qualsiasi modo, non esitare a chiamarmi.»

Una volta rimasto solo con il marito, Wei Wuxian iniziò a muoversi per la stanza e a piazzare talismani riscaldanti su ogni parete. Accese anche i bracieri, in modo che la temperatura raggiungesse un livello accettabile per un malato. Poi tornò a dedicarsi a lui. Per prima cosa gli sfilò gli stivali e la sopraveste formale, continuando a sciogliere nodi e nastri finché non rimase solo la sottoveste intima. A questo punto lo avvolse in una coperta pesante.

«Wei Ying, non è necessario.» tentò di mediare Lan Wangji, ma quello scosse la testa.

«Sì che lo è! Mio marito è malato perchè ha lavorato troppo e ha preso freddo durante la caccia notturna. Il minimo che posso fare è prendermene cura.»

«I discepoli sono spesso raffreddati, mi avranno contagiato.»

«Ma nessuno di loro è collassato sul suo guqin, quindi ora fai il bravo e mettiti giù.»

Lo spinse delicatamente sul materasso e sollevò le coperte per coprirlo.

«Vado a farmi dare qualcosa dai guaritori e vedo se in cucina hanno ancora quell’infuso che ti piaceva tanto. Bere qualcosa di caldo ti farà bene.»

Così dicendo, gli posò un rapido bacio sulla fronte e uscì in tutta fretta. 

Era davvero preoccupato, non poteva fare a meno di chiedersi se le cose sarebbero state diverse se il giorno prima non avesse fatto il bambino viziato e avesse seguito Lan Wangji nella caccia notturna. Probabilmente sarebbe riuscito a convincerlo a coprirsi più di quanto l’austerità dei Lan prevedesse e forse in quel modo gli avrebbe evitato il malanno. O forse sarebbe dovuto andare direttamente da Lan Qiren a chiarire che era una follia far congelare a morte i suoi familiari. L’anno prossimo, cascasse il mondo, avrebbero trascorso l’inverno a Yunmeng o a Lanling e si sarebbero portati dietro anche Sizhui. 

Con quel pensiero in mente, marciò deciso nell’infermeria, dove i guaritori s’inchinarono immediatamente appena lo riconobbero.

«Wei-gongzi, in cosa possiamo esservi utili?»

Wei Wuxian si avvicinò alla grande cassapanca dove erano custoditi unguenti e medicinali.

«Lan-er-gongzi è raffreddato e ha la febbre.» disse, mentre già sollevava il coperchio e uno dei guaritori correva a fermarlo prima che si mettesse a frugare a caso tra le boccette. «Ho bisogno di qualcosa per abbassare la temperatura e per liberare le vie respiratorie. Ah, e anche qualcosa di rinvigorente.»

I due si misero subito al lavoro. Uno selezionò le erbe e le radici necessarie per creare un infuso che restituisse le energie al malato, l’altro pescò a colpo sicuro dalla cassapanca una boccetta di unguento e alcune pillole avvolte in un sacchettino di seta. Gli presentarono tutto poco dopo.

«Queste erbe possono essere mescolate all’infuso più gradito di Lan-er-gongzi.» spiegò il primo. «Restituiranno energia a un fisico spossato. Consiglio di accompagnarlo a una cena leggera.»

Il secondo gli allungò la boccetta e l’involto.

«Le pillole provocheranno sudorazione e abbasseranno la temperatura corporea, suggerisco di assumerne una prima di coricarsi e una la mattina successiva. L’unguento è a base di erbe balsamiche e sarà d’aiuto alla respirazione, l’applicazione migliore è tramite massaggio sul petto. Se volete me ne posso occupare pers…»

«Lo farò io!» lo interruppe Wei Wuxian, raccogliendo tutte le medicine. «Vi ringrazio per il vostro prezioso lavoro.»

S’inchinò e uscì in tutta fretta.

Non l’aveva detto perché lo disturbava il pensiero che qualcuno allungasse le mani addosso a Lan Wangji, figuriamoci. Erano medici, facevano solo il loro lavoro e lui non era così stupido da essere geloso di una sciocchezza del genere. Però era consapevole che a Lan Wangji non avrebbe fatto piacere avere qualcun altro nella loro stanza quando non era in forze, anche se si trattava dei guaritori. 

Rinfrancato dalla sua stessa giustificazione, raggiunse le cucine, dove le domestiche della casata, a differenza dei guaritori, gli lanciarono occhiate sospettose. Non poteva dare loro torto visto che spesso sgattaiolava lì non visto per rubare cibo per merende improvvisate con i discepoli, contravvenendo ad almeno una decina di regole del clan.

«Non sono qui per mettervi nei guai.» esordì subito, per chiarire le cose. «Volevo solo chiedere se c’era ancora dell’infuso di zenzero e rosa canina. Devo mescolarvi una medicina per Hanguang-jun.»

Subito una delle ragazze più giovani si mise a frugare nella credenza e ne emerse con un grosso barattolo profumato.

«Certo, Wei-gongzi!» esclamò. «Ve lo preparo subito!»

Wei Wuxian chinò la testa in segno di ringraziamento, aggiungendo: «Per la cena di stasera sarebbe possibile preparare una zuppa di verdure e servirla nel jingshi

L’anziana cuoca si fece avanti con espressione preoccupata.

«Lan-er-gongzi non sta bene?» chiese.

Wei Wuxian abbassò appena lo sguardo.

«È raffreddato e ha la febbre. Si è sentito male durante una lezione.» spiegò. «Voglio fare il possibile per essergli d’aiuto.»

La donna adocchiò le medicine nelle sue mani e sorrise. Allungò una mano e lo accarezzò sulla testa come un ragazzino.

«Sono sicura che saprete prendervi ottimamente cura di lui. Lan-er-gongzi non lo permetterebbe a nessun altro.»

Wei Wuxian accennò un minuscolo sorriso di risposta.

«Grazie…»

In quel momento la giovane inserviente sopraggiunse con la teiera fumante e le ciotole su un vassoio.

«La cena verrà servita all’ora stabilita come richiesto. L’infuso è pronto e posso servirlo anche in questo momento.» spiegò sollecita.

«Oh, non è necessario. Posso portarlo io.» disse Wei Wuxian, prendendole il pesante vassoio dalle mani.

«Gongzi…» accennò lei in segno di protesta, ma lui scosse la testa.

«Grazie per il vostro lavoro.» disse, e si avviò fuori dalle cucine.

Di nuovo non era una questione di gelosia o sciocchezze simili. Il tè e la cena venivano serviti dalle domestiche ogni giorno, sia nelle sale che nelle stanze private. Semplicemente non voleva che Lan Wangji si ritrovasse ad avere a che fare con persone da cui poteva non gradire di essere visto in condizioni non ottimali.

Si era già attardato abbastanza, quindi si affrettò a tornare verso il Jingshi. Suo marito aveva bisogno di lui e non aveva intenzione di fargli mancare nessuna attenzione.

Quando rientrò, il vassoio in bilico su una mano e le medicine nell’altra, trovò Lan Wangji seduto sul letto con in grembo un plico di carte e alcuni registri.

«Stai lavorando!» s’indignò Wei Wuxian. «Non posso lasciarti da solo un attimo!»

Appoggiò il vassoio sul tavolo basso accanto al letto e si diresse subito da lui.

«Se non posso fare lezione devo almeno controllare i rapporti.» disse Lan Wangji in tono neutro, prima di nascondere uno starnuto dietro una lunga manica.

Wei Wuxian sbuffò.

«No, non devi.» disse sfilandogli di mano i fogli e raccogliendo i registri. «Può farlo qualcun altro. Posso farlo io. Tu devi solo riposare e curarti.»

Si sporse in avanti e gli posò le labbra sulla fronte.

«Scotti!» esclamò. «Ti è salita la febbre!»

Preoccupato, si precipitò al tavolo e recuperò una delle pillole, insieme a una ciotola di infuso.

«Ecco, tieni. I guaritori hanno detto che aiuterà ad abbassare la temperatura. L’infuso invece ti farà recuperare un po’ di forze.»

Lan Wangji lo scrutò intensamente, poi prese la ciotola dalle sue mani e bevve a piccoli sorsi, assaporando la bevanda. Wei Wuxian poteva vedere l’apprezzamento attraverso i minuscoli cambiamenti della sua espressione. 

«La cena verrà servita qui più tardi. Ho chiesto che ci portassero una zuppa di verdure in modo che non ti disturbasse lo stomaco.»

Lan Wangji inclinò appena la testa, una vaga confusione negli occhi.

«Wei Ying non ama la zuppa di verdure.» disse.

Wei Wuxian agitò una mano nell’aria, incurante.

«Non ha importanza. Ti farà bene, quindi sta bene anche a me.»

Normalmente si sarebbe lamentato di un piatto così insipido e avrebbe richiesto come minimo dell’olio piccante per condirlo, ma in quella situazione le sue priorità si erano decisamente ribaltate.

Dopo che Lan Wangji ebbe finito l’infuso, recuperò dalla sua mano la ciotola e gli mostrò la boccetta con l’unguento.

«I guaritori mi hanno dato anche questo. Ti aiuterà a respirare meglio. Sdraiati, così posso applicartelo.»

Mentre Lan Wangji eseguiva, obbediente, Wei Wuxian avvicinò un braciere al letto e piazzò un talismano di fuoco sulla testiera in modo che il marito non prendesse freddo nemmeno con il torace scoperto. Quindi gli allentò la cintura e aprì la veste.

Con la punta delle dita accarezzò per un attimo quella pelle candida, soffermandosi sul sigillo Wen, poi si chinò in avanti e vi posò un piccolo bacio. Lan Wangji gli passò una mano tra i capelli, in una carezza gentile, inducendolo poi ad alzare il volto e cercando le sue labbra.

«Oh, no, Er-ge! Non se ne parla neanche, sei malato e io sono qui solo per curarti.» scherzò.

Immerse le dita nell’unguento e iniziò a massaggiarlo sul petto del marito, arricciando appena il naso a causa del forte odore balsamico. Quando Lan Wangji chiuse gli occhi, evidentemente soddisfatto di essere toccato in quel modo, Wei Wuxian riconsiderò il motivo per cui aveva declinato l’aiuto del guaritore. Specialmente quando sentì una mano che gli slacciava la cintura.

«Ehi ehi ehi!» protestò scherzosamente, mentre Lan Wangji lo tirava in avanti. «Lan Zhan, non sei nelle condizioni per fare queste cose.»

«Posso farcela.» borbottò l’altro, ma Wei Wuxian scosse la testa.

«Non ne dubito, ma sarà la medicina a farti sudare queste notte, non il sottoscritto.»

Rise e gli risistemò la veste sul petto, per poi rimboccargli le coperte.

«Ecco, ora dormi un po’. Ti sveglierò quando arriverà la cena.»

Lan Wangji sbuffò un piccolo sospiro ma fece come gli veniva detto, trattenendo una sua mano tra le proprie solo il tempo necessario per posare un piccolo bacio sulle dita e farlo arrossire. 

 

Lan Xichen era stato informato del malore del fratello solo una volta terminati i suoi impegni come capoclan. Una volta venuto a conoscenza della cosa, si era immediatamente diretto al jingshi per verificare le sue condizioni.

La prima cosa che notò non appena messo piede nella residenza, fu la differenza di temperatura, decisamente più confortevole che in qualunque altro ambiente dei Meandri delle Nuvole. La seconda fu il sorriso con cui lo accolse Wei Wuxian.

«Buonasera, Zewu-jun.»

Era seduto sul letto e teneva tra le mani una pezza umida con cui stava bagnando la fronte di suo fratello. Quest’ultimo era sdraiato sotto le coperte, i capelli sciolti e il nastro frontale ordinatamente ripiegato sul tavolino lì accanto. Quando lo vide accennò ad alzarsi a sedere, ma l’altro lo trattenne gentilmente.

«Sei ancora debole, resta giù.» gli mormorò. «Sono certo che tuo fratello non si offenderà per questo.»

«Non mi sognerei mai di mettere in difficoltà un malato.» disse infatti Lan Xichen, avvicinandosi. «Come ti senti, Wangji? I discepoli che mi hanno informato erano ancora molto agitati.»

«Non ne avevano motivo.» disse Lan Wangji in tono neutro.

«Ne avevano eccome!» lo contraddisse Wei Wuxian. «Sei svenuto e si sono spaventati perché tengono a te! Mi sono spaventato anch’io, accidenti, e tu ancora insisti che non è  nulla!»

Mise il broncio e prese tra le mani la ciotola d’acqua che aveva usato per bagnare la pezza.

«Vado a cambiare l’acqua.» li informò.

S’inchinò brevemente a Lan Xichen e uscì a passo veloce.

Il capoclan Lan lo seguì per un attimo con lo sguardo, per poi tornare a concentrarsi sul fratello.

«La situazione è così grave?» chiese, ben sapendo che l’altro non gli avrebbe mentito.

Lan Wangji scosse la testa.

«Non devi preoccuparti per me, Xion-zhang

Lan Xichen posò due dita leggere sul suo polso e rimase in silenzio per alcuni attimi, ad ascoltare l’energia vitale che scorreva nel suo corpo.

«È solo un’infreddatura, potresti risparmiarti il fastidio e curarla con il nucleo dorato.» concluse. «Perchè non lo fai?»

Lan Wangji sviò lo sguardo e non rispose, ma la punta delle sue orecchie si tinse di un rosa leggero.

In quel momento Wei Wuxian rientrò con una ciotola d'acqua fresca tra le mani.

«Perdonatemi, Zewu-jun, ma devo chiedervi di lasciarci.» disse. «Tra poco verrà servita la cena e Lan Zhan non è abbastanza in forze per sedere a un tavolo. Ha davvero bisogno di riposo.»

Strizzò di nuovo la pezza e la posò delicatamente sulla fronte del malato.

Lan Xichen rimase per un attimo senza parole. Nessuno si sarebbe mai sognato di cacciarlo dalle stanze di suo fratello, ma lo sguardo di Wei Wuxian era così carico di apprensione e devozione, che non trovò parole per contestarlo.

Si alzò e s’inchinò ai due.

«Allora mi congedo, perdonate l’intrusione. Aspetto nuove sulle tue condizioni domattina, Wangji.» disse.

Sulla porta si soffermò un breve istante per guardarsi alle spalle. Wei Wuxian stava rimboccando le coperte a Lan Wangji, scostandogli i ciuffi di capelli dalla fronte con gesti delicati. Poi gli posò una mano sulla guancia, in una carezza gentile.

Lan Xichen sorrise tra sè, comprendendo.

«Goditi l’amore, didi…»

   
 
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