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Autore: RobyLupin    17/09/2009    12 recensioni
[Basata sull'Anime]
La ragazza crollò a peso morto sulla sedia prontamente posizionata dietro di lei dai gemelli, prendendosi la testa tra le mani.
“Ma… Ma…”
“Su, Haruhi, non fare così…” Fecero i gemelli stringendola e iniziando a coccolarla come un cucciolo.
“Haru-chan…” Iniziò Honey unendosi all’abbraccio di gruppo, “guarda il lato positivo: due settimane non sono poi molte…”
“Ma che succederà dopo?” domandò lei sconsolata.
Honey ci pensò un momento.
“Beh, diventerai la moglie di Kyo-chan o di Tama-chan! Sarete una famiglia vera…” disse tutto allegro.
Haruhi, come realizzando solo in quel momento che sarebbe successo davvero, alzò sconvolta lo sguardo. Fissò un attimo i suoi sempai, l’uno ancora nel suo angolino in stato di depressione avanzata, l’altro che scriveva qualcosa sul suo block-notes con un sorriso diabolicamente soddisfatto in faccia.
Un urlo risuonò per l’Ouran, quel pomeriggio.
“ARIENAI!”
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruhi Fujioka, Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin, Kyoya Ohtori, Tamaki Suoh
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya

#...#= Discorsi di Tamaki

Più simboli insieme = più personaggi

L’ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin, Pochi & the Host Club

R: Buonaseeeeeera! ^O^

Ky *continuando a scrivere sul suo block notes*: Evita i plagi alle pubblicità, prego.

R: Non è un plagio, malfidato. È una citazione dotta. u-ù

Ky: Come ti pare. Fossi in te, però, perderei meno tempo e risponderei di più ai lettori.

R: Ti ho mai detto che sei uno schiavista? =_=

Ky: Tante volte, e non sei la prima.

Ka: Vero, il Lord l’ha fatto giusto ieri. *Indica Tamaki tutt’ora sotto shock*

R *Pungolandolo senza ottenere reazioni*: Ma che gli hai fatto? O_O

Ky: Ovviamente niente.

R: Alla faccia, non reagisce. O_O

Ka&Hi: Possiamo giocare anche noi? *O*

R *Fa spallucce e passa loro il rametto*: Prego, tanto così on è divertente. =.=

Ka&Hi: Yeah! *O*

Ha: Ma avrai fatto bene? Non è che così si deprimerà ancora di più? O-o

R *Fa spallucce*: Finché riesce a lavorare, amen. u-u

Ha: =___=

R: Rispondiamo ai lettori, ora? ^^

Ha: =__=

- Kura92: Ohhh, un altro poema! *-* -Parte per i flip mentali- (-Le getta una secchio d’acqua addosso- Ripigliati, prego. Non ho voglia di fare il tuo lavoro. -.-) –Starnutisce per il freddo improvviso- Infame! ò-ò (Sì, sì, ora continua con lei, prego. ^^) =_= Vabbé, dicevo… Se i galli possano o meno provare rancore non ne ho idea; Pochi però può per divina –ovvero mia- concessione. u.u XD Haruhin on aveva paura, comunque: voleva soltanto poter riposare in pace. XD Mea culpa, comunque: colpa mia che non ho spiegato al meglio la cosa. XD (Inetta.) Zitto tu. u-ù Comunque… a Mori ho tentato tante, tante volte di convincerlo a parlare, ma nada. =_= Honey dice che si diverte a star qui, comunque. [Contento lui…] Appunto. ^^ Spiacente che il quasi-bacio TamaHaru non ti torni troppo, ma come il resto, era necessario ai fini della trama. xD Si capirà tutto più avanti, comunque. XD Su Kyo, invece, non commento: le risposte arriveranno fn troppo presto, in quel senso. XD La maturazione di Hika piace molto anche a me, a dire il vero, e viva la modestia. XD Sarà che è una delle scene che ho più amato/odiato scrivere: amato perché amo il rapporto tra i gemelli, odiato perché Kao mi fa una tenerezza infinita. D’altronde, però, i bimbi stanno crescendo e certe scelte le devono pur fare, no? –Sguardo da madre orgogliosa- Quindi, lietissima che la scena ti sia piaciuta. ^^ Infine, Umi… Nah, non ti dico nulla. Sarà tutto quanto chiarito in questo capitolo, tanto. XD A presto, Kura. Spero ti piacerà anche questo capitolo.^^ Besos x3

- _Maddy_: Purtroppo le esigenze tecniche –leggasi: bisogno di creare suspance– richiedevano una troncatura in quel punto, Maddy. Ma non temere: in questo capitolo si scoprirà chi è Umi *O* [Non credo che le interessi poi tanto…] *Massì, avrà voluto fare scena.* =_= Odiosi ingrati. =_= *Sinceri, prego. U.U* =_= -Li ignora- Comunque… Spiacente anche per Kaoru, ma purtroppo, come si dice, ‘the show must go on’ e ‘sta storia la devo finire, prima o poi. XD Già è difficile farlo senza far trasparire troppo, se poi mi rimangono tutti in mezzo addio… X°D Anche se mi è spiaciuto tanto tanto eliminarlo… ç___ç *A me no *O* * -Lo abbraccia- Su, Kao-chan, non devi essere forte solo per non ferirmi. Vedrai che ti riprenderai, prima o poi… ç___ç *-Rischia il soffocamento-* [Ehm… Forse è meglio se lo lasci… o-O] (Kaoru… ç__ç) –Lo spupazza ancora un po’, poi lo molla di colpo facendolo schiantare al suolo- Oh beh, pazienza. Sono certa che ce la farà. ^^ *([=__=])* Prendo nota delle tue preferenze e ti lascio, Maddy. Spero che questo capitolo ti piacerà. ^^ Besos^^

- YukinoChan: (Sogni pornosi? O_O) *Con entrambi? O_O* *(-Fissano Roby- ‘sta qui è peggio di te, sai? O_O)* Eh, che devo dirvi, figlioli: si vede che ispirate. u.u *(O_O)* Tornando a noi Yuki, aggiornare ho aggiornato, seppur lentamente. Spero gradirai comunque. XD ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’, a dire il vero, non l’ho letto: sono ancora traumatizzata per l’Alice disneyana, che odio profondamente insieme alla sua vocetta stridula. Prima o poi rimedierò, comunque. XD Ti lascio andare, ora. ^^Spero troverai soddisfacente l’identità di Umi. X°D Besos x3

- Red Robin: Bene, l’iportante è che le note vengano lette, il resto amen. XD Contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto; spero gradirai anche quest’altro. ^^ Besos ^^

- Lan: Che bel miscuglio sei, Lan! –L’invidia un po’; lei è bergamasca pura XD- *___* Eh, pure a me dispiace tanto per Kao-chan, il mio tesssorino… ç__ç *-Si allontana alla chetichella per evitare altri abbracci stritolanti-* ma purtroppo la scena era necessaria. ç__ç Ma non temere, Kao-chan: anche tu continuerai ad essere ben presente nella storia. *-* *E chi si preoccupava, scusa? =_=* -Lo ignora bellamente- *-* Il baka tè sembrato normale? Davvero? O.o -Lo guarda ancora depresso nell’Angolo Depressione- Mah, a me pare sempre il solito idiota. o-o Mori-senpai vede sempre tutto. Lo adoro proprio per questo. *___* Oltre al fatto che sia un bel pezzo di figliolo, ovviamente. X°D Grazie mille di nuovo per il tuo intervento, Lan. Spero gradirai anche questo capitolo. ^^ Besos x3

- Smemo92: Eh, i gemelli sono due diavoli travestiti, ma sono così tenerossssi! *-* XD No, seriamente, sono contenta che ti sia piaciuto il modo in cui ho trattato il loro rapporto. Le parti simil-introspettive sono sempre difficili da trattare con gli Host; è facile finire OOC. X°D Contenta che non sia successo. XD *E io contento di essere libero! Finalmente! *O* * Sogna pure, tesoro caro. ^^ *Schiavista. =.=* Yeah! *O* L’inizio della presa di posizione di Mori è piaciuta molto, vedo; spero solo di non deludere le aspettative. XD Tama è Tama: un baka. È già tanto che sappia dov’è girato. XD [Lo stai facendo deprimere sempre più, sai?] Ehi, stavolta non è colpa mia se è depresso! prenditela con Kyouya! ò-ò [=_=] u-ù Dicevo… Beh, se Haru si fosse svegliata. Probabilmente lui sarebbe morto d’imbarazzo e lei non avrebbe capito ‘na mazza. Come sempre, del resto. u.u –Ci riflette- Diavolo, perché non c’ho pensato? =.= $Perché ti serviva la mia entrata in scena per andare avanti.$ Ah già. XD Peccato però, l’alternativa era carina come idea. *-* $Sono certo che l’umanità sopravvivrà comunque.$ Dici? o-o $Dico, dico.$ -Fa spallucce- Oh beh, meglio così. ^^ Ora ti lascio andare, Smemo, così protrai scoprire chi è Umi. XD Besos x3

- Krichan: -Stringe in un abbraccio Pochi- Mai! Pochi non te lo darò mai! È il mio ammmore, lui! ù-ù XD Passando alla risposta seria: mia sa che mi sono spiegata male, chiedo venia XD Haruhi non è terrorizzata, ma non riposa come si deve da… inizio ff, temo, ed è esausta. XD Dato che al momento è Pochi il problema principale in tal senso, decide di… sistemarlo, diciamo. XD Di nuovo, chiedo venia, avrei dovuto rendere meglio la cosa. ^^ [Anche perché questo è il tuo lavoro. ^^] Haru-chan, chiudi il becco o Pochi tornerà presto a trovarti. ^^ [=_=] ^^ Dicevo…Sì, il tempo del racconto è rallentato. La storia perde un po’ di freschezza, ma se devo giungere al punto prefissato è necessario. Purtroppo, per certi versi, perché i botta e risposta veloci mi mancano alquanto, a dire il vero. XD Se può consolarti, comunque, il prossimo capitolo è abbastanza leggero. Poca introspezione, finalmente. XD Mi sa che sarà l’ultimo di questo tipo, ma vabbé, accontentiamoci entrambe. XD Sono contenta, comunque, che la storia continui a piacerti. ^^ Spero di riuscire a corrispondere alle tue aspettative. ^^ Besos x3

- Laicachan: Pochi è mio e mio soltanto, mettitelo bene in testa. u-ù Al massimo, posso accordarti visite un paio di volte al mese. u-ù XD Grazie mille per essere passata, gemy. X3 A presto x3

- Fleacartasi: Pochi inquietante? Davvero? –Osserva il gallo che ha un’espressione particolarmente psicolabile- Non l’avrei mai detto… o-o Insomma,, è così coccoloso! *O* -Se lo spupazza un po’- [Dei del cielo… =_=] *o* [Ripigliati, prego. =_=] Rompiscatole =.= -Lascia andare di malavoglia Pochi- Dicevo… -.- Ti è piaciuta una scena TamaHaru? Sul serio? *__* [Contieniti, prego. -.-] Zitta, Haru-chan. ‘Sta qui è HikaHaru e KyoHaru e le è piaciuta una scena TamaHaru; è praticamente un avvenimento più unico che raro. *O* [Guarda che le è piaciuta più che altro perché Kyouya-senpai era dietro a spiare e a far sentire in colpa Tamaki. =_=] Dettagli insignificanti. *-* [=.=]Per quanto riguarda i gemelli, invece… eh, pure a me è dispiaciuto per Kao-chan… ç__ç *A me no! *O* * … Spero solo che si riprenda, prima o poi. ç__ç *Ma io sto benissimo! *O* * -Lo guarda- Che tenero che sei a cercare di non farmi sentire in colpa, Kao-chan… ç__ç *-Non la ascolta perché impegnato a ballare la samba-* [Kaoru sapeva ballare la samba? O-o] (Alquanto pare… O-o) Grazie mille per il tuo commento comunque, Flea. Spero che la storia continuerà a piacerti. ^^ Besos x3

- Kimly: Aggiornato, anche se non tanto presto. XD Grazie per la recensione. ^^

- Principessa Purosangue: Mai avuto intenzione di lasciarla a metà. XD Solo, sono moooolto lenta negli aggiornamenti. XD Spero che questo capitolo ti soddisferà, comunque. ^^ Besos^^

- Alejandra Wammettara: -Guarda gli Host- Ragazzi, io ho una fama su efp? o_o (Ah boh. O-o) [Sconvolge anche me la cosa, a dire il vero… o-o] *Ma sì sarà un modo carino di dire che fai pena. ^^* =__= Kao-chan, ringrazia che di coccodrilli in Giappone non ce ne sono, altrimenti ci saresti già finito in pasto. =_= *^^* =_= -Lo ignora- Comunque, Ale –Non ti spiace se abbrevio, vero? XD- ti ringrazio per il commento entusiastico. ^^ (Anche se ‘genio’, riferito a lei, è una parola un po’ grossa…) *Un po’ tanto grossa, eh…* =_= Grazie mille di nuovo, Ale. ^^ Spero che la storia continuerà a piacerti. ^^

R: Bon, finito. Ci sentiamo a fondo pagina, gente. ^^ Vi lascio alla scoperta dell’identità del misterioso nuovo personaggio. *Parte la musichetta di X-Files* XD Besos x33

Giorno IX – Umi

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DI HARUHI – h 8.45

Haruhi si mosse lentamente sotto le coperte, registrando il raggio di sole che la colpiva al viso; eppure era convinta di aver chiuso le tende, la sera prima. Sfregò il viso sul cuscino e si stiracchiò, mugolando beata: cielo, erano giorni che non dormiva così bene! Niente Pochi, niente genitori et similia psicolabili che le saltavano addosso a tradimento…

“HARUHI!”

Come non detto. Maledì la sua sfortuna congenita quando sentì il materasso affondare improvvisamente accanto a lei, e si tirò velocemente le coperte sopra la testa, cercando di ignorare il nuovo venuto. Che, di contro, rise apertamente.

“Haruhi, sai che mi potrei offendere? Dopo giorni e giorni passati da eremita, speravo come minimo in un ‘Okaeri’ entusiasta!”

Fu sentendola per la seconda volta che, finalmente, il cervello di Haruhi riuscì a collegare la voce al legittimo proprietario. La ragazza spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere di scatto e cozzando la testa contro quella dell’amico. Le sfuggì un debole lamento e la mano corse a massaggiarsi il punto leso, mentre alzava lo sguardo verso di lui.

“Kaoru?!”

Lui ridacchiò e si sedette con uno scatto a gambe incrociate di fronte a lei.

“L’unico e solo,” annunciò, indicandosi il viso sorridente. “Ripresosi completamente da una strana influenza fuori stagione, per di più.” Contrasse uno dei bicipiti e lo pungolò con l’indice. “Visto? Perfettamente in forma. Non merito un abbraccio di bentornato?”

Haruhi nemmeno gli rispose, limitandosi a fissarlo intensamente e ad alzare scetticamente un sopracciglio: seriamente, era davvero convinto di liquidare la questione con due frasi? E, soprattutto, di ingannarla tranquillamente come se fosse stata la prima venuta? Ma per piacere…

Lo notò irrigidirsi e lo vide indietreggiare lievemente con la schiena, come per mettere più distanza possibile tra loro, e si ritrovò a considerare un volta di più come quei testoni dei suoi amici fossero dannatamente complicati: metterlo con le spalle al muro sarebbe servito solo a fargli chiudere definitivamente le barricate anche con lei, e Haruhi era pienamente cosciente di non poterglielo permettere. Fu per questo motivo che sospirò lievemente e si sedette a sua volta a gambe incrociate, sospirando pesantemente.

“Baka.” Disse semplicemente, guardandolo esasperata. Kaoru rise di riflesso.

“Fingerò che tu mi abbia accolto con calore ed affetto d’accordo?” fu il suo commento, iniziando a dondolarsi avanti ed indietro. “Piuttosto, ho saputo che sono arrivati ospiti, ieri sera.” Haruhi lo guardò stupita, e lui ridacchiò di nuovo. “Ho visto arrivare la macchina.”

“Oh.” Beh, almeno, nonostante le stranezze degli ultimi giorni, la curiosità Hitachiin era rimasta integra. Haruhi non seppe se trovare ciò preoccupante o consolante.

“Sai, non mi aspettavo una comparsata da parte di quella donna. È uno sviluppo interessante, non trovi?”

‘E potenzialmente letale per la sottoscritta,’ avrebbe voluto aggiungere, ma si morse la lingua e si limitò ad alzare le spalle.

“Non saprei, sinceramente,” disse, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Diciamo che non me l’aspettavo, ecco.”

Kaoru rise al tono della sua voce.

“Perché? Credevi fosse nato sotto un cavolo per caso?”

“Sotto un cavolo no, ma da un qualche strano esperimento genetico, sì.” Rispose placidamente, voltandosi per scendere dal letto. Kaoru rise di gusto.

“Prega che non ti senta mai, Haruhi.”

“Perché? Che ho detto?” chiese lei candidamente, facendo scoppiare di nuovo a ridere l’amico.

“Nulla Haruhi, non temere.” Lei lo guardò di sbieco un attimo, e lui si voltò e scese dal materasso, guardando l’orologio.

“Che dici, scendiamo a fare colazione? Ormai dovrebbe essere pronta.”

“Hai.”

Per un paio di minuti nessuno dei due disse nulla; gli occhi di Kaoru spaziavano per la stanza, improvvisamente a disagio. Fu Haruhi a spezzare il silenzio.

“Ehm, Kaoru?”

“Hai?”

Rimase bloccata per un attimo per il tono di… attesa?, che l’amico aveva utilizzato, quindi scosse lievemente la testa e continuò come se nulla fosse.

“Dovrei cambiarmi.”

“Uh, bene.”

Haruhi ridacchiò nervosamente, quindi indicò la porta dietro di lui.

“Ti spiacerebbe uscire, nel frattempo?”

“Oh. Oh!” Kaoru arrossì furiosamente, rendendosi conto solo in quel momento che intendesse dire. “Gomen, Haruhi.” ridacchiò nervosamente a sua volta e indietreggiò, passandosi una mano sulla nuca. “Io vado avanti, allora.” Afferrò la maniglia da dietro la schiena, aprì la porta e fece un passo fuori dalla stanza, sporgendo solo la testa all’interno. “Ci vediamo più tardi, d’accordo? Bye, bye.”

“Kaoru!”

Il ragazzo si bloccò, voltandosi con sguardo interrogativo. Haruhi sorrise.

“Okaeri.”

Lui ridacchiò, quindi la guardò dolcemente.

“Tadaima, Haruhi.” E chiuse l’uscio, sparendo dalla sua vista.

Con un sospiro, Haruhi aprì l’armadio e vi frugò distrattamente dentro in cerca di qualcosa di comodo da mettere. Kaoru si sbagliava di grosso se pensava che avrebbe lasciato perdere così facilmente. In fondo, erano amici, no? E gli amici avevano il dovere di impicciarsi nei reciproci affari, se qualcosa non tornava loro, che si rassegnasse. Lo stesso, Haruhi sentiva che non sarebbe stato affatto facile. Quasi, rimpiangeva i bei tempi andati delle medie, quando il maggior problema dei suoi amici di allora era avere abbastanza soldi per il karaoke. Quasi.

Si sistemò meglio il colletto della camicetta che aveva indossato, uno dei tanti vestiti che la signora Hitachiin le aveva regalato. Ora che ci pensava, quando Umi era arrivata non pareva averla presa troppo bene. Con quel pensiero, fu istintivo, per lei, tornare con la mente alla sera precedente.

~ FLASHBACK – RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, LA SERA PRECEDENTE ~

"Konbanwa."

"Konbanwa."

"Pensavo arrivassi prima."

"Ho dovuto sistemare un paio di faccende prima," replicò, sorridendo. Shinichi annuì e si fece da parte, permettendole di entrare. Quasi tutti i presenti in casa affollavano l'ingresso; Yuzuha era in disparte e aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa, mentre qualcuno che ben conosceva l'inatteso ospite stava scendendo in quel momento le scale.

"Umi?!"

Umi alzò la testa, sistemandosi una ciocca corvina cadutale davanti agli occhi.

“Konbanwa, Yoshio caro.” Disse, sorridendo. Yoshio continuò ad osservarla sorpreso, mentre Kyouya, accanto a lui, sospirò appena e scese lentamente le scale, fermandosi davanti alla donna e baciandole una guancia.

“Okaa-san, che bella sorpresa.” Disse, allontanandosi e sorridendo cortesemente. “A cosa dobbiamo l’indubbio onore del tuo arrivo?”

Umi ricambiò il sorriso, quindi fece una cosa che Haruhi pensava che nessun essere umano avrebbe mai osato: lo riprese. E sì, d’accordo, era la madre, ma conoscendo Kyouya la cosa la sorprese lo stesso.

“Non sai che usare la sottile ironia con i genitori è da maleducati, Kyouya? Pensavo di averti educato meglio, sai?”

Subito, scese un silenzio tombale; Haruhi si guardò attorno, senza sapere cosa aspettarsi e cercando di registrare il flusso di informazioni che l’aveva colpita in quei pochi secondi: d’accordo, la sconosciuta aveva un nome, un presunto cognome e, a quanto pareva, era la madre del suo senpai. Fin qui era tutto chiaro. Le cose che le rimanevano da capire erano, fondamentalmente, due: perché era lì? E, soprattutto, era forse un’altra pazza psicopatica che le avrebbe fatto rischiare la vita durante tutta la sua permanenza?

Qualcosa, dentro di lei, le diceva che la risposta erano, nell’ordine: ‘per lei’ e ‘decisamente sì’. Santo Buddha, quanto odiava il suo dannato karma.

A interrompere il silenzio fu nuovamente la nuova arrivata che, senza smettere di guardare il figlio, iniziò a ridacchiare di gusto. Quindi, stupendo Haruhi una volta di più, l’abbracciò.

“Anch’io sono felice di rivederti, Kyouya.”

D’accordo, questo era strano. Decisamente. Che il mondo si fosse capovolto improvvisamente?

“Fuyumi-Nee-san sta bene?”

“Oh, perfettamente.” Rispose lei, staccandosi appena e sorridendogli. “Ho anche una bella notizia da darvi, appena tuo padre smetterà di fare la statua e si deciderà ad accogliermi come si deve. Nee, Yoshio?”

Haruhi vide il signor Ootori riscuotersi, sistemarsi il colletto della camicia che portava e scendere dignitosamente le scale fino alla moglie.

“Konbanwa.” Ad Haruhi parve abbastanza freddo come saluto, ma il sorriso sempre presente sul viso della signora le fece intuire che, probabilmente, non si era aspettata nulla di diverso. Forse, al signor Ootori non piacevano molto le entrate a sorpresa. E, conoscendo il tipo, non ne era nemmeno tanto stupita.

Qualche istante dopo erano tutti il salotto – Haruhi non avrebbe saputo dire quando e come, esattamente, avevano deciso di spostarsi – chi seduto compostamente, chi in piedi, con l’attenzione completamente rivolta alla nuova arrivata.

“Allora, Umi-san,” ruppe il ghiaccio la signora Hitachiin. Aveva un tono estremamente teso, notò Haruhi, come se stesse trattenendo a fatica l’irritazione. “A cosa dobbiamo l’onore della tua visita?”

Quella batté le mani, come ricordandosi improvvisamente di una cosa fondamentale.

“Oh, hai ragione, Yuzuha-chan.” Haruhi vide pulsare pericolosamente una vena alla tempia di Yuzuha. “Sumimasen per esserti piombata in casa così all’improvviso, ma avevo una notizia urgente da parte di Fuyumi.”

“Fuyumi-Nee-san sta bene, Oba-san?” intervenne in quel momento Tamaki che, fino ad allora, era rimasto perfettamente in silenzio. Quasi troppo per un tipo logorroico come lui, ora che ci pensava.

“Oh, decisamente sì, Tamaki-kun.” Rispose, allegra. “Vedi, aspetta un bambino.”

Haruhi spalancò appena gli occhi: non sapeva che Kyouya-senpai avesse una sorella, sposata per di più. Si chiese vagamente che tipo di persona potesse essere, contando le persone con cui condivideva il patrimonio genetico, tutte decisamente strane. Gettò uno sguardo a Kyouya, per valutarne la reazione: era impassibile come al solito, ma un lieve movimento dei muscoli del viso le fece supporre che si potesse definire, se non felice, almeno contento per la notizia. Chissà che tipo di rapporto lo legava alla sorella.

“Fuyumi-chan è incinta?” intervenne in quel momento Yuzuru, sorpreso.

“Hai,” rispose Umi che in quel momento, rifletté Haruhi, sembrava galleggiare sopra un mondo di zucchero filato. “E di quasi tre mesi. Akito e Hideaki lo hanno già saputo, e voleva a tutti i costi che venissi qui a riferirlo al resto della famiglia.”

“Ovviamente…” mormorò Yuzuha; Haruhi la notò gettare un’occhiata di traverso al marito prima di aggiungere: “Ti fermi con noi a lungo?”

“Oh, mi piacerebbe molto, grazie.” Rispose quella, senza notare – o scegliendo d’ignorare – il messaggio sottinteso ("ma anche no") dell’altra. “Il soggiorno è quasi alla fine, in fondo; passare qualche giorno in vostra compagnia mi farebbe molto piacere.”

“Immagino…”

Scese un silenzio profondo che durò alcuni minuti, quindi il signor Hitachiin si schiarì la gola, attirando l’attenzione generale.

“Beh, direi che è ormai ora di dormire.” Si alzò, facendo un breve cenno del capo in direzione dei coniugi Ootori e di Kyouya. “Congratulazioni di nuovo.” Umi rispose con un largo sorriso, mentre Yoshio si limitò ad un cenno. Apparentemente soddisfatto, Shinichi si diresse verso l’uscita della stanza.

“Probabilmente è meglio andare, concordo. Umi-san, lascio che sia Yo-chan a mostrarti la vostra stanza.” Gli fece eco la moglie. Ad Haruhi non sfuggì che il sorriso del signor Hitachiin si era fatto improvvisamente tirato a queste parole, né che i movimenti si erano fatti lievemente più rigidi. In silenzio, uscirono dal salotto.

Uno ad uno, anche gli altri fecero altrettanto, e Haruhi si ritrovò ad accompagnare mano nella mano nella sua camera un Honey-senpai particolarmente vivace e sprizzante fiorellini a causa del nipotino in arrivo.

“Chissà se somiglierà a Kyo-chan? Tu che ne pensi, Haru-chan?”

“Non saprei, senpai.” Trovò superfluo aggiungere che di un’altra cosa era pienamente sicura: i suoi guai avrebbero decisamente subito un’impennata.

~ FINE FLASHBACK ~


Haruhi sospirò, finendo di spazzolarsi alla bene e meglio i capelli. Oh beh, ormai era in ballo, no? Tanto valeva iniziare le danze, sperando di non rompersi una gamba nel tentativo.

Fu con questo estremamente incoraggiante pensiero che uscì dalla stanza, pronta ad iniziare una nuova giornata. Oh beh, più o meno.

Quando scese al piano inferiore per la colazione, Umi si ritrovò davanti una scena che le parve quasi comica: Shin – quello che da giovane giurava che sua moglie sarebbe stata una cuoca provetta e una donna di casa eccellente – agghindato con un grembiule da cucina evidentemente fatto dalla consorte per se stessa, rosa confetto e con tanto di pizzo lungo i bordi. Se non avesse voluto contare sull’effetto sorpresa, sarebbe scoppiata a ridere.

Chiuse piano la porta dietro di sé, avvicinandosi di soppiatto all’uomo, intento a cucinare qualcosa che, dall’odore, si sarebbe detta una frittella. Senza fare il minimo rumore gli si piazzò dietro, pronta a prenderlo per i fianchi ed urlare per farlo spaventare, quando…

“Ohayo, Umi.” Disse, pacatamente, facendo saltare la frittella nella padella. “Dormito bene?”

Lei gelò sul posto, colta in fallo, quindi rise, passandosi una mano sulla nuca con aria nemmeno lontanamente colpevole.

“Come hai fatto a capire che ero io?”

“Yuzuha ha un passo più pesante del tuo, e altre persone che farebbero questo scherzo non ci sono, in questa casa. Non al cuoco, almeno.” Spiegò tranquillamente, senza distogliere gli occhi dai fornelli.

“Prevedibile, sì.” Ammise lei, affiancandosi. “Avrei dovuto pensarci, ma che vuoi farci: la nostalgia fa brutti scherzi, a volte.”

Lui la guardò con la coda dell’occhio, ironico.

“Pensavo che quella fosse la vecchiaia, Umi.”

Lei gonfiò le guance, indispettita, quindi gli diede un leggero pugno sul braccio.

“Sei diventato proprio un maleducato, sai? E pensare che una volta eri così adorabile…” si perse nei ricordi, quindi lo guardò di sbieco. “E non mi chiamavi mai in modo così diretto. (*) Sei proprio cambiato, sai?”

Lui ridacchiò.

“Oh beh, anche tu se è per quello.” Fece saltare nuovamente la frittella, quindi ricambiò l’occhiata. “Ne era passato di tempo, vero, Nee-san?”

Lei fece un enorme, ampio sorriso, e gli si gettò alla vita con slancio, abbracciandolo stretto e rischiando di fargli perdere l’equilibrio.

“Troppo, marmocchio che non sei altro. Dovresti venirmi a trovare, ogni tanto.”

“Non credo che Yoshio ne sarebbe granché entusiasta.” Ridacchiò, prendendo un piatto e lasciandovi scivolare dentro la frittella.

“Come se non fosse mai in viaggio,” replicò lei. “Di là verità: ormai la tua vecchia Nee-san non è più di tuo interesse, vero?” Lui nemmeno le rispose e lei sbuffò, osservandolo versare altro impasto nella padella. “Sai, sei diventato bravo in cucina.” Commentò, sovrappensiero. “L’ultima volta che ti ho visto farlo hai torturato impunemente diverse omelette, prima di farne una decente per la vista.”

“Istinto di sopravvivenza, diciamo. Di qualcosa dobbiamo pur vivere quando siamo qui, no?”

Lei rise di nuovo, affondando il viso contro il suo fianco. Le erano mancate le loro chiacchierate leggere; decisamente, dovevano evitare di far passare altri anni, prima di rivedersi.

“Fujioka-san,” disse all’improvviso lui, facendo scivolare nel piatto l’ennesima frittella della mattina e voltandosi verso la porta con calma; Umi si voltò istintivamente. “Se ora potessi entrare e portare la colazione anche ai ragazzi, fuori, sono certo che farà loro molto piacere.”

Quando Haruhi era scesa per la colazione, non si era certo aspettata di trovare il suo ospite e la madre di Kyouya in rapporti così… amichevoli. Si parlavano con una scioltezza che la sera prima non aveva notato, e quando aveva sentito il signor Hitachiin chiamare la donna ‘Nee-san’ si era decisamente stupita: non aveva davvero idea che Kyouya e i gemelli fossero imparentati tra loro. Con la mente, cercò di trovare qualche somiglianza tra i ragazzi, ma nonostante le faccine di tutti e tre le ballassero allegramente davanti agli occhi – quelle dei gemelli, avrebbe potuto giurarlo, le facevano anche l’occhiolino – non riuscì a trovarne nessuna. C’era qualcosa che non andava in quella storia, decisamente.

E poi era stata scoperta – non che si stesse nascondendo o spiando, sia chiaro.

Entrò in cucina con un sorriso imbarazzato in volto, mentre il signor Hitachiin e la signora Ootori la guardavano tranquilli e sorridenti. Qualcosa di indefinito dentro di lei le suggerì che forse aveva sbagliato a considerarli gli unici sani di mente, lì dentro.

Il signor Hitachiin le mise un piatto carico di frittelle in una mano e dello sciroppo nell’altra.

“I ragazzi sono fuori.” Le disse con cortesia, indicandola con una cenno del capo la terrazza. “Buon appetito.”

“Hai,” rispose automaticamente, indietreggiando fino alla porta. Salutò con un cenno rispettoso del capo, quindi uscì e se la chiuse alle spalle. Ebbe l’impressione di sentire una risatina divertita provenire dall’interno, ma non ne fu certa. Osservò la porta per qualche istante, poi fece spallucce e si avviò verso la terrazza: contando con chi si trovava in vacanza – se così si poteva ancora definire – era meglio evitare di indagare troppo approfonditamente. Anche perché, comunque, qualcosa le diceva che la risposta – qualunque fosse esattamente la sua domanda – non sarebbe tardata ad arrivare.

All’esterno trovò gran parte dei suoi amici. Honey fu il primo ad accorgersi della sua presenza: si alzò di scatto e le corse incontro, saltandole al collo e facendole rischiare di far cadere quello che portava in mano. La salutò con un gioioso “Haru-chaaan!” che la fece ridacchiare, prima di regalarle un sorriso enorme. “Sai, Haru-chan, che Pochi si trova davvero bene con Takashi? Stanotte ha dormito tutto il tempo con lui, appollaiato sul cuscino. Gli animali ti adorano proprio, nee, Takashi?” concluse, voltandosi allegramente verso il cugino, intento a bere un sorso di caffè. Mori annuì, riponendo la tazza, e Haruhi sorrise.

“Meno male, senpai. Temevo che vi avesse dato disturbo. Stamattina, invece? Non ha cantato presto, vero?” L’aura gelida proveniente da Honey la colse impreparata: l’aveva detto senza pensarci, credendo che Pochi se ne fosse stato buono perché con Mori ma, a quanto pareva, le cose non erano andate esattamente così.

“Lui… è stato… cattivo, stamattina.” Haruhi rabbrividì di fronte al piccolo e dolce senpai in versione Dark. “Ho dovuto punirlo…”

“Come sarebbe ‘punirlo’, senpai?” chiese, improvvisamente preoccupata.

“Io…”

Proprio in quel momento, però, Mori prese il cugino in braccio e lo sollevò, tenendolo davanti a lui e guardandolo dritto negli occhi.

“Mitsukuni.”

“Sì?” chiese lui, sempre con voce gelida.

“Non senti nulla?”

Ci furono un paio di secondi di silenzio, poi Honey alzò la testa, e:

“TORTA!” urlò, con gli occhi brillanti e i fiorellini che gli svolazzavano intorno. “SENTO ODORE DI TORTA, TAKASHI!” Mori lo lascò andare, e lui corse entusiasta all’interno dell’abitazione, del tutto dimentico della conversazione precedente. Haruhi era senza parole.

“Mori-senpai, ma che…”

Lui, stranamente, non rispose; si limitò a posarle velocemente una mano sulla spalla e a seguire il cugino all’interno; Haruhi era sempre più stranita.

“Ma…”

“Haruhi!” Kaoru la chiamò con voce squillante, facendola voltare automaticamente; aveva il volto imbronciato e il braccio alzato per attirare la sua attenzione. Lei ridacchiò: quando faceva così lo trovava decisamente buffo, non riusciva proprio ad evitarlo. Anche lui fece un mezzo sorriso, quindi continuò come se nulla fosse. “Haruhi, sono un giovane in piena fase di crescita e ho fame!”

Lei sbuffò, borbottando un “Viziato” chiaramente udibile, ma in qualche modo fu contenta che si fosse ripreso abbastanza da stare in mezzo a tutti, qualunque cosa avesse avuto.

“Finalmente!” sbottò Kaoru con occhi luminosi, versando sciroppo in abbondanza sulle frittelle. Ne addentò un grosso boccone e sorrise con fare estatico. “Stavo morendo di fame. E tenere un piatto pieno in bella vista di un uomo morto di fame è sadico e crudele, sai Haruhi?”

“Tu hai voluto fare l’eremita, Kaoru, tu paghi pegno.” Ribatté lei tranquillamente, guardandolo mangiare.

“Crudele…” ribadì lui, con le lacrime agli occhi. Haruhi sospirò appena e si guardò attorno.

“Hikaru?”

“Oh, sta ancora dormendo.” Disse a bocca piena. Haruhi alzò scetticamente un sopracciglio, ma lui l’ignorò bellamente, continuando a mangiare come un disperato. Dopo qualche secondo, la ragazza si voltò verso Kyouya, intento a scribacchiare qualcosa sul suo inseparabile block notes.

“Tamaki-senpai?” Lui rispose con un vago cenno della mano, e Haruhi intuì che non lo sapeva, o almeno che non ne voleva parlare. Che gente contorta.

“Sapete che è successo a Pochi, per caso?” chiese quindi, per cambiare discorso: in fondo – parecchio in fondo, ma dettagli – si sentiva lievemente in colpa nei confronti di quel gallo; non aveva previsto la reazione che avrebbe avuto Honey-senpai di fronte al suo non proprio delicato modo di svegliare la gente.

Inaspettatamente, Kaoru scoppiò a ridere.

“Pochi sta benissimo, Haruhi.” Rivelò, riprendendo fiato. “Honey-senpai l’ha semplicemente chiuso in gabbia fino a nuovo ordine – che, conoscendo Mori-senpai, sarà stasera al massimo.”

“Oh, io quasi pensavo che ce lo saremmo trovato come portata principale del pranzo di oggi.”

“Nah, Papa non lo farebbe mai. A Mama si spezzerebbe il cuore, se lo venisse a sapere.”

“Oh.” Rimase un attimo in silenzio, quindi li guardò alternativamente. “A proposito…”

Kaoru abbassò per un attimo la forchetta e la guardò, curioso.

“Cosa?”

“Voi due siete parenti, per caso?” chiese, indicandoli a turno con l’indice.

Kaoru sbatté perplesso gli occhi un paio di volte, quindi si rivolse all’altro ragazzo.

“Noi due siamo parenti, Kyouya-senpai?”

“Non che mi risulti.” Rispose pacatamente quello, continuando a scrivere chissà cosa.

Quindi Kaoru sorrise ironico e si voltò verso di lei.

“Nah.”

“Oh.”

“Come sei giunta a questa conclusione?” chiese, interessato.

“Beh, prima ho sentito tuo padre che la chiamava ‘Nee-san’, quindi non sapevo se fossero effettivamente fratello e sorella o no.”

“Oh, quello!” Kaoru rialzò la forchetta e si mise un grosso boccone in bocca. “Papa e la Mama di Kyouya-senpai sono amici d’infanzia; da piccoli vivevano praticamente insieme.” Aggiunse, dopo aver inghiottito.

“Ah. Quindi anche voi siete amici d’infanzia?” chiese, stupita: anche questa le giungeva nuova.

“Iie,” rispose Kyouya, continuando nel suo lavoro. “Da quando sono sposati si sono visti molto poco.”

“Come mai?”

“Perché Otou-san non sopportava la vista del signor Hitachiin, e la signora Hitachiin non sopportava la vista di Okaa-san. ” rispose tranquillamente Kyouya.

Kaoru ridacchiò.

“Andiamo, Kyouya-senpai, dire così è esagerato.” Si sporse verso di lei e si mise un dito sulla bocca, indicandole che doveva rimanere tra loro. “Mama ha un lieve complesso d’inferiorità verso la signora Ootori, per questo le dà leggermente sui nervi.”

“Onto?”

“Hai. Io e Hikaru lo abbiamo saputo da fonti certe.”

“Ovvero?”

Kaoru sorrise.

“Abbiamo letto il suo diario del liceo.”

Haruhi lo guardò senza parole.

“Sai che è immorale, vero?”

Lui sembrò improvvisamente ammirato.

“Forte! È la stessa cosa che ci ha detto Papa ai tempi!”

Haruhi lo fissò sconcertata.

“Ma Otou-san non sopporta veramente il vostro.” Ribadì Kyouya in quel momento, riscuotendola, mentre faceva scorrere gli occhi sulla pagina. Kaoru ridacchiò di nuovo, nervoso. Fu allora che la signora Ootori uscì in terrazza, salvando il momento.

“Ohayo, Minna!” annunciò, allegra. Quindi vide il figlio e si accigliò appena. “Kyouya, lavori anche in vacanza?”

“Hai.”

“Una vacanza presuppone rilassamento, sai?”

“Hai.”

“Dovresti lasciare giù quei fogli.”

“Hai.”

“È maleducazione non guardare gli altri negli occhi quando si sta facendo conversazione.”

“Hai.”

“Mi hai almeno ascoltato?”

Kyouya sospirò appena, levandosi gli occhiali e chiudendo il block notes, quindi la guardò.

“Hai.”

Umi lo valutò un attimo, quindi sbuffò.

“Riaprirai quel blocco nell’esatto momento in cui io mi sarò allontanata, vero?”

Kyouya fece un mezzo sorriso.

“Hai.”

Umi lo fissò un altro attimo, quindi ridacchiò divertita; da parte sua, Kyouya bevve un sorso di caffè e riprese da dove aveva lasciato solo un minuto prima. Haruhi si limitò a guardarli, perplessa.

Umi lanciò un’ultima occhiata al suo ultimogenito, inaspettatamente dolce per una Ootori si ritrovò a considerare Haruhi. Al contempo notò una lieve somiglianza col suo senpai, più che altro nel taglio degli occhi e nella bocca, ma per il resto confermò l’impressione iniziale che Kyouya fosse la fotocopia paterna. La donna aveva lineamenti meno affilati, era poco più alta di lei e aveva un’aria decisamente materna. Di nuovo, si chiese come fosse invece la sorella di Kyouya, e a chi somigliasse dei due genitori.

Più o meno in quel momento, Umi si voltò verso di lei.

“Haruhi-san?”

“Hai?”

Si chinò verso di lei, fissando gli occhi neri nei suoi e facendola indietreggiare istintivamente con la schiena.

“Potresti farmi un favore oggi?”

“Quale?”

Giunse le mani davanti a sé.

“Potresti passare il pomeriggio con me?”

“Nani?!”

“Ma, Umi-san,” intervenne Kaoru, dubbioso. “Non vorrà tenersi Haruhi solo per sé, mi auguro…”

“Oh, un pomeriggio tra donne non la ucciderà, non temere, Kaoru-kun.” Ribatté, facendogli l’occhiolino.

“Però…”

“Tu che dici, Haruhi-san? Ti spiace?”

Haruhi la guardò dubbiosa: allarme rosso. Haruhi pregò i suoi neuroni di fornirle una scusa – una scusa qualunque – che le consentisse di evitare rischi inutili. Peccato che, com’è risaputo, quando le idee servono non arrivano mai.

“Suppongo di no…” si arrese, infine.

“Magnifico!” La donna fece un saltello e batté allegramente le mani, mentre Haruhi si chiedeva una volta di più se avesse fatto bene ad aver accettato di passare la giornata con una sconosciuta madre di Kyouya. Forse avrebbe fatto bene a redigere un testamento prima di mezzogiorno.

Presa da quei pensieri, non si rese conto dell’occhiata penetrate che Kyouya lanciò loro di nascosto.

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DEGLI OOTORI – h 14.15

“Hai ancora molto?”

Umi spostò lo sguardo dal grande specchio del bagno e guardò il marito, in piedi sulla soglia e con le braccia incrociate al petto. Gli sorrise con calore.

“Ho quasi finito.” E riprese a sistemarsi i capelli che le erano sfuggiti dallo chignon fatto la mattina.

“Passi il pomeriggio con Fujioka oggi?” chiese lui qualche secondo dopo.

“Uh-uh.” Si sistemò una forcina e controllò che fosse tutto in ordine.

“Non rovinare tutto, Umi.”

Lei lo guardò stupita.

“E perché dovrei, Yoshio caro?”

“Non lo so, ma hai in mente qualcosa.”

“E cosa te lo fa pensare?”

Lui si accigliò.

“Il fatto che tu abbia sempre in mente qualcosa.”

Umi uscì dal bagno, sbuffando appena, e recuperò una stola sul letto. Mettendosela sulle spalle, lo guardò con la coda dell’occhio.

“Sai benissimo che non sono fatta per i complotti, Yoshio caro.” Lui sbuffò, scettico, ma lei l’ignorò. “Voglio solo conoscere meglio la ragazza che, un giorno, potrebbe diventare mia figlia (**). Mi pare il minimo, no?”

“Non potrebbe. Sarà.”

Lei fece spallucce e si diresse verso la porta.

“Motivo in più allora per farlo allora, non trovi?” si voltò verso il marito e gli sorrise un’ultima volta prima di sparire al di là di essa, ignorando il suo ennesimo sospiro rassegnato.

Poco dopo era davanti alla porta della camera di quella ragazza con il pugno alzato, pronta a bussare. Esitò: non si stava forse immischiando troppo? Qualche giorno prima, quando aveva scoperto della partenza improvvisa del marito con Shin, non aveva impiegato molto a fare due più due e comprenderne il motivo. Conosceva da abbastanza anni il marito per comprendere perfettamente il modo in cui ragionava: sapeva che la piccola Fujioka l’aveva in qualche modo colpito durante il loro primo incontro, così come era certa che la volesse nella sua famiglia, perché solo i migliori entrano a far parte degli Ootori. Il fatto che avesse fatto tutto di nascosto da lei l’aveva fatta adirare non poco, ma avrebbe anche potuto sorvolare se non avesse messo in mezzo Kyouya.

Bussò alla porta, e la voce della ragazza la invitò ad entrare.

“Haruhi-san!” la salutò cordialmente, richiudendo l’uscio dietro di lei. “Grazie di nuovo per aver accettato di stare con me, oggi pomeriggio.”

“Oh, nessun problema, Ootori-san. Tanto, visto che Suoh-san mi ha esentata dai compiti delle vacanze, non ho praticamente nulla da fare.” Rispose lei, richiudendo la porta. Umi la guardò stupita per qualche secondo, quindi ridacchiò: perlomeno, la ragazza era un tipo sincero; probabilmente sarebbe stato divertente stare un po’ con lei.

“Quello che non capisco è il perché voglia passare del tempo con me.” Riprese Haruhi dopo qualche secondo, inclinando la testa di lato e guardandola con interesse. “Non mi conosce nemmeno.”

“Appunto per questo, Haruhi-san, ci tengo particolarmente a farlo.”

La ragazza parve rifletterci attentamente qualche secondo.

“Non credo di essere così interessante.” Concluse, infine. Umi sorrise: al contrario di ogni pronostico fatto quando l’aveva vista la prima volta, iniziava a trovare quella ragazzina particolarmente interessante.

“Potresti diventare mia figlia un giorno, e credo sia un ottimo motivo per conoscerci meglio; tu no?”

Haruhi si limitò a sbattere le palpebre, confusa.

“Mi sta dicendo che è rimasta a soggiornare qui solo per questo, dopo aver riportato il messaggio di sua figlia?”

Umi si stupì di nuovo, quindi sorrise: era anche intelligente; dopotutto, forse Yoshio aveva scelto bene.

“È un interessante punto di vista, Haruhi-san.” Concesse. Haruhi ridacchiò appena. “Nani?”

“Parla come Kyouya-senpai, sa?”

Il sorriso di Umi si allargò ulteriormente: era sincera, intelligente e sapeva capire le persone con cui si rapportava. Sì, decisamente interessante.

“Un altro interessante punto di vista.” Ripeté, sedendosi sul letto e guardandola cortesemente. “Ora, che dici di iniziare a conoscerci un po’ meglio?” Aspettò che prendesse posto accanto a lei, quindi le prese le mani nelle sue e aggiunse: “E, onegai, chiamami Umi.”

Al piano di sopra, Shinichi poteva vedere chiaramente, nella sua mente, Yuzuha che camminava nervosamente per la stanza, tormentandosi un’unghia con i denti preparandosi alla battaglia, oppure nella sua versione pensierosa sul balcone. Poggiò la testa alla porta del bagno, riflettendo: la sera prima aveva finto di dormire e, in qualche modo, aveva funzionato. La mattina si era svegliato presto per la colazione, e di nuovo aveva potuto evitare la sicura sfuriata che lei gli avrebbe fatto per non averle detto nulla dell’arrivo – e della permanenza – di Umi. Al contrario del detto ‘non c’è due senza tre’, Shin era pienamente consapevole che non sarebbe riuscito a scamparla una terza volta, ed era certo che una delle due versioni precedenti lo stesse aspettando. Sospirò appena, riprendendo a frizionarsi i capelli con l’asciugamano, quindi aprì la porta e tornò in camera da letto: se tutto andava bene, avrebbe evitato la pura sfuriata; in fondo, era passato abbastanza tempo perché riuscisse a calmarsi quel tanto che bastava per contenersi. Forse.

Si guardò attorno, non vedendola, quindi la notò sul balcone che fissava il bosco intorno a loro. Sembrava la quintessenza della tranquillità, ma Shinichi sapeva benissimo che, dentro di lei, fumava di rabbia. Le si portò dietro, poggiando il mento sulla sua nuca.

“Sono furiosa.”

“Lo so.”

“Non mi chiederai scusa, vero?”

“Dovrei aver fatto qualcosa di male per farlo, quindi no.”

Poté vedere benissimo, nella sua mente, la smorfia contrariata che stava facendo.

“Avresti almeno potuto avvisarmi.”

“E a che pro?”

“Avrei potuto organizzarmi ad accoglierla. Ora, invece, dovrò aspettare che sia lei a muoversi per prima.”

Shinichi ridacchiò.

“Ne parli come se fosse una tua opponente.”

“Una pericolosa opponente, prego.” Precisò lei, riflettendo; Shinichi alzò gli occhi al cielo senza farsi notare. “Mai sottovalutare una madre, Shin-chan; sarebbe un grosso, grossissimo errore.” E riprese a rimuginare su chissà che. Shinichi la strinse meglio, fissando le montagne intorno a loro.

Se la conosceva bene – e così era – non aveva ancora concluso.

“Shin-chan?”

“Mmh?”

“Fammene un’altra del genere e ti ritroverai sul divano a tempo indeterminato.”

“È un modo per dirmi che sono perdonato?”

Lei si divincolò da lui, stiracchiandosi per bene e incamminandosi verso la stanza. Si fermò sulla soglia, gettando un’occhiata dietro di lei e dicendo:

“Non contarci troppo. Ti ci vorrà almeno un week end a Parigi, per sperarci.”

Shinichi rise, seguendola: qualcosa gli diceva che ne sarebbero successe ancora molte, durante quegli ultimi cinque giorni.

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CORRIDOIO DEL PRIMO PIANO – h 19.15

Kyouya attendeva tranquillamente appoggiato al muro davanti alla stanza di Haruhi. Era quasi ora di cena, e sapeva che almeno una delle due donne dentro quella stanza non avrebbe amato fare tardi. Ovviamente, si riferiva ad Haruhi. E infatti, pochi secondi dopo, la porta davanti a lui si aprì e ne uscì Haruhi seguita da sua madre. La ragazza sbatté stupita gli occhi quando lo vide.

“Senpai, come mai non sei giù?”

“Stavo solo aspettando mia madre, Haruhi. Avrei una cosa di cui parlarle in privato.”

Haruhi lo guardò incerta, facendo passare lo sguardo tra lui e Umi, ma quella sorrise radiosa.

“Haruhi-san, puoi, per cortesia, scendere e avvisare che arriveremo tra poco? Sono certa che Kyouya farà in fretta.”

Sempre dubbiosa, Haruhi annuì e si diresse verso le scale, salutando entrambi con un breve cenno del capo. Appena fu sparita dalla loro vista, Kyouya si rivolse nuovamente verso la madre.

“Spero tu ti sia divertita, oggi.”

“Oh, molto.”

“Che avete fatto?”

“Chiacchierato, più che altro.” Rivelò, picchiettandosi l’indice su una guancia. “Spero non ti spiaccia, ma dato che tu a casa non racconti mai nulla, ne ho approfittato per aggiornarmi sulle vostre vicissitudini scolastiche e non. È vero che ti sei perso in un centro commerciale, Kyouya?”

Kyouya sorrise, frenando il tic nervoso all’occhio che – lo sentiva – stava per coglierlo: dopotutto, data l’assoluta mancanza di malizia di Haruhi, aveva messo in conto che avrebbe raccontato più del necessario. Dove, naturalmente, ‘il necessario’ stava per ‘nulla’.

“Diciamo di sì.”

Umi ridacchiò.

“Cielo, e io che pensavo che riuscissi a gestire Tamaki più che bene.”

“Dubito che qualcuno possa contenerlo fino al punto di impedirgli di fare sciocchezze.” Replicò, calmo. Seguì qualche secondo di silenzio, quindi fu Umi a riprendere a parlare.

“Haruhi-san è davvero una cara ragazza, sai? È intelligente, gentile, dolce, simpatica, diretta e completamente senza secondi fini.” Elencò, contando sulle dita. “Pecca d’ingenuità, ma le dona un certo fascino. Mi piace.”

“Ha superato l’esame, quindi?”

Umi rise.

“Uh, era così evidente?”

“Diciamo che conosco sia te che Fuyumi-Nee-san. Prevedevo un’incursione, prima o poi.”

“Chissà perché questo non mi stupisce, Kyouya. D’altronde, sei sempre stato più intelligente dei tuoi fratelli.” Kyouya chinò il capo in segno di modesto ringraziamento. “Oh, andiamo, Kyouya. Sono tua madre, con me potresti evitare di mostrare modestia quando non serve.”

“Pensavo che una madre amasse tutti i suoi figli allo stesso modo.”

“Siamo anche noi essere umani, Kyouya, e come tutti abbiamo le nostre preferenze. Dovresti saperlo, ormai; che tu sia meno sveglio di quel che pensassi?”

Stavolta, Kyouya fece un piccolo ghigno. Ci fu qualche secondo di silenzio, quindi la donna sospirò appena.

“Fuyumi avrebbe tanto voluto accompagnarmi, sai? Era curiosa anche lei di vedere Haruhi-san, e le manchi. È rimasta a casa solo per evitare sforzi con il bambino, ma mi chiede di riferirti che ti abbraccia.”

Kyouya fece un mezzo sorriso, registrando le sue parole, quindi alzò di nuovo gli occhi.

“Non mi hai risposto.”

Umi ricambiò, incrociando le braccia al petto.

“Diciamo di sì. Se ti piace davvero, io non muoverò obiezioni.”

“Sai che non è corretto testare gente inconsapevole, vero?”

“Come se bastasse così poco per fermare i membri di questa famiglia.” Replicò, ironica, per poi guardarlo dolcemente. “Ripeto, se ti piace davvero io ti appoggerò, Kyouya. Evita di pensare alle aspettative di Yoshio e pensaci attentamente; qualunque cosa sceglierai, per me andrà bene.” E si voltò, dirigendosi verso le scale.

A questo punto, qualunque figlio normale avrebbe forse risposto qualcosa, ma Kyouya si limitò a un mezzo sorriso mentre la madre scendeva al piano inferiore. Perché non aveva bisogno di dire che sapeva già perfettamente quello che doveva fare; in fondo era certo che sua madre, questo, lo sapesse bene.

Fu poche ore dopo che decise di mettere in atto la sua decisione: in fondo, il momento gli pareva giusto, tanto più che mancavano solamente altri cinque giorni al loro ritorno a casa. Anzi, ormai erano solo quattro.

Per questo, quando prima di andare a letto incontrò Haruhi da sola in corridoio, le si fermò davanti, sorridendo in modo relativamente spontaneo.

“Haruhi?”

“Hai, Kyouya-senpai?”

“Hai impegni per domani?”

Lei ci rifletté sopra qualche secondo, quindi scosse la testa.

“Iie, non mi pare. Nande?”

Il sorriso relativamente spontaneo si trasformò in un ghigno, e la vide rabbrividire istintivamente.

“Che ne dici di uscire con me?”

“Hoe?”

Piccolo e Insignificante Disclaimer: Al contrario degli altri personaggi presenti nella storia, Umi è di mia totale invenzione, dalla punta dei capelli alle relazioni interpersonali che intrattiene. Siete quindi pregati di non utilizzarla altrove senza il mio esplicito permesso, potrei diventare parecchio stron- ehm, cattiva.

Hideaki, invece, è il nome che ho assegnato al primogenito degli Ootori, di cui non si conosce quello vero; considerate il nome un omaggio all'Asaba di Lui&Lei. ^^ Akito, invece, è il nome reale del secondogenito. ^^

(*) Ovviamente, qui Umi si riferisce scherzosamente alla mancanza di titoli onorifici.

(**) In Giappone, dopo il matrimonio, la sposa ‘lascia’ la propria famiglia e entra legalmente a far parte di quella del marito. Meno frequentemente viene fatto anche il contrario, in genere se la famiglia della sposa è particolarmente importante e priva di figli maschi.

Legenda:

- Okaeri: Bentornato a casa (qui, ovviamente, è inteso in senso lato come “bentornato tra noi”; ho sempre amato questo termine con la relativa risposta intesi in questo senso *-*)

- Baka: Stupido/Idiota

- Hai:

- Gomen: Scusa

- Tadaima: Sono a casa (di nuovo, qui inteso nel senso più ampio di “tra voi”)

- Konbanwa: Buonasera

- Okaa-san: Mamma

- Nee: Ehi

- Sumimasen: Scusa

- Oba-san: Zia

- Ohayo: Buongiorno

- Nee-san: Sorella maggiore (contrazione di ‘Onee’+titolo onorifico)

- Papa: Papà

- Mama: Mamma

- Otou-san: Papà

- Onto: Davvero

- Minna: Tutti (nel senso di “tutti voi/la gente”)

- Nani: Cosa

- Onegai: Per favore

- Iie: No

- Nande: Perché

-Rilegge attentamente quello che ha scritto- Nah, non mi piace. -.- Haru-chan, perché mi hai fatto pubblicare ‘sta schifezza? -.- [Che c’entro io, scusa? Sei tu che scrivi. o-o] Sì, ma tu sei quella razionale del gruppo; avresti potuto fermarmi. -.- $Troppo tempo senza aggiornamenti, sarebbe stato inaccettabile. Poi, tua zia ha dato il suo assenso.$ =__= Tralasciando un attimo la zia… Intendi dire che hai messo i guadagni prima della mia credibilità? =__= $-Alza un sopracciglio- Ovviamente. Anche perché tu non hai credibilità.$ Crudele… ç__ç –Si rifugia nell’Angolino Depressione insieme a Tama- [E ti pareva. =_= Chissà a chi toccherà chiudere oggi? =_=] (Uh, io lo so! Io lo so! A te, vero? *O*) [Ma va’? =_=] (Che genio sono! *O*) [=__=] *Ignoralo e chiudi, Haruhi. Ho sonno e fame!* [Sese… -.- Allora, un saluto a tutti, gente. Ci risentiamo presto col prossimo capitolo.] *Ma se è lenta come una lumaca a scrivere. o-o* [Sì, ma per me è sempre troppo presto. -.-] *Aaah! ^^*

Saluti e baci!

Roby, Pochi & The Host Club

  
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