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Autore: AndyFloyd94    21/01/2024    0 recensioni
[Sommario]
Quando viene messa di fronte a un sistema indifferente e crudele che sfrutta la sofferenza dell’innocente, Homura sa esattamente cosa fare… Iniziare un podcast? Un suggerimento estemporaneo del padre di Madoka conduce Homura a uno sbocco creativo che forse potrebbe salvare tutte quante. Armata della conoscenza di fin troppe linee temporali, si propone di creare qualcosa per mettere in guardia chi è nel bisogno. E forse di parlare un po’ troppo dei suoi problemi personali, ma ci sta lavorando.
Benvenuti… a "L’ora delle streghe".
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[Note]
P.s. il lavoro originale non include questo tag, ma ovviamente sono presenti spoiler per l'anime originale. Non leggetela prima di aver visto questa famosissima serie risalente - ehm - al 2011.
Genere: Dark, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Madoka Kaname, Mami Tomoe, Sayaka Miki | Coppie: Homura/Madoka
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Benvenute a L’ora delle streghe, dove i mostri si aggirano nell’oscurità labirintica. Sono la vostra guida e conduttrice, Homura, e vi do il benvenuto a un nuovo episodio. Questa settimana il nostro argomento principale sarà lavoro di squadra e collaborazione. Lo so, lo so, nessuna vuole sentir parlare di un argomento così moralistico, specialmente da una come me. Tuttavia voglio darti dei consigli pratici da cui tu, ascoltatrice, puoi trarre vantaggio. Come garantirti un transito sicuro attraverso il territorio di un’altra, consigli per negoziare, e quanto puoi andare lontano con un Grief Seed. Tutte queste cose e altre ancora, qui a tua disposizione. Ma non potrei mai sognare di occuparmi da sola di tutti questi argomenti. Come qualcuna di voi ha fatto notare, forse non sono la più… socievole delle Maghe. Pertanto vorrei presentare la prima ospite di sempre in questo programma. È una veterana particolarmente dotata nell’ambito della comunicazione, avendo fatto da mentore a diverse ragazze durante la propria carriera. È gentile, incredibilmente dotata nell’arte dell’Incantazione, e la miglior pasticcera che abbia mai conosciuto… Vuoi presentarti?

 

C’è un istante di silenzio mentre la musica cambia, e l’atmosfera cambia in qualcosa di più leggero, mentre un tamburo inizia a scandire un ritmo veloce. Il minaccioso clavicembalo lascia spazio a una chitarra smorzata e a un violino pieno di speranza. L’ospite si schiarisce la voce, e quando parla, il suo tono di voce fa trasparire chiaramente che sta sorridendo.

“Ma certo. Ciao a tutte, ascoltatrici de L’ora delle streghe… Grazie per avermi invitato al podcast, Ake– signorina Homura, è un piacere. Mi chiamo Mami Tomoe.”

->->->

“Eh?! Ha detto COSA?!”

Homura si prese un momento per rimpiangere di aver mai iniziato quel maledetto podcast. Si era immaginata un modo semplice per sfogare le sue frustrazioni e per parlare con le sue compagne Maghe. Magari coltivare un seguito di ascoltatrici che avrebbe potuto mostrarle qualcosa di nuovo su come combattere la Notte di Walpurgis, se era fortunata. E invece, aveva ottenuto solo questo: Sayaka Miki che le rideva in faccia in un caffè.

 

Anche se a quanto pare Homura non era la sola a essere in imbarazzo. Madoka affondò la faccia sulla spalla di Homura, come se nascondersi dietro a lei potesse proteggerla dalle prese in giro di Sayaka. E invece no.

“Proprio quando pensavo che non potevi diventare ancora più maldestra… Ma che modo è di presentarsi, scema!?”

Madoka alzò per un breve istante la testa, così da rispondere. “B-beh, Homura mi stava chiedendo della mia famiglia e dei miei amici e così, ehm, mi ha ricordato di una cosa nel suo programma…”

A questo punto Sayaka sembrava sul punto di svenire, mentre Hitomi la teneva dritta con ogni premura e la ragazza dai capelli blu rideva di gusto all’indirizzo della coppia di fronte a lei.

“Oh, allora siete sceme TUTTE E DUE. È per questo che siete così moe?! Ma poi, come cavolo fa a essere eccitante?!”

Finalmente, con un sospiro drammatico, Sayaka spiattellò la faccia sul tavolo.

 

Quando Madoka le aveva confessato di essere una fan, Homura era rimasta completamente stordita e in silenzio. Non aveva nemmeno previsto che Madoka scoprisse il podcast, figuriamoci complimentarsi con lei. E così l’aveva seguita da vicino per tutto il resto della giornata. E a essere onesti, Homura lo adorava. Avere qualcuno a fare il tifo per te mentre sbricioli il record di tutta la prefettura era… diverso. O avere la sua amica a presentarla euforica davanti alla classe, anziché fare una delle sue solite entrate a effetto. Si sentiva accettata in un modo non sperimentato ormai da tanto tempo. Pertanto, quando Madoka le aveva chiesto di andare insieme al bar dopo la scuola, Homura aveva colto l’occasione al volo. Ora sentiva che non avrebbe dovuto.

 

“Akemi, a quanto pare sei già piuttosto in confidenze con la nostra Madoka… che intenzioni hai con lei?” Hitomi la fissò in modo ambiguo mentre sorseggiava il tè. In qualche modo era più intimidatorio delle volte in cui Junko le aveva rivolto le stesse parole. (Tomohisa non ci riusciva mai, ma aveva reclutato Homura per farla cucinare sempre insieme a lui, quando decideva di conoscere meglio l’improvvisa nuova migliore amica/amica per la pelle di sua figlia.)

Nonostante tutto, Homura rispose schiettamente. “Madoka Kaname è stata molto… gentile con me. È proprio adatta al ruolo di assistente dell’infermiera e mi piacerebbe riuscire a conoscerla meglio. È un problema?”

Sembrava un gran bel problema per la povera Hitomi, che aveva afferrato il viso tra le mani e stava rapidamente arrossendo. Ma prima che la parola ‘proibito’ potesse uscirle di bocca, Sayaka l’aveva riempita di torta. Più precisamente, con la torta ordinata da Homura. Le lanciò un'occhiataccia mentre Hitomi masticava e annuiva pensierosa.

“Devo ammetterlo, hai buon gusto. Raffinata, bella, con un’educazione vecchio stampo… D’accordo, ti affidiamo la nostra Madoka. Trattala bene.”

 

Ora era Sayaka a lanciare un’occhiataccia.

“Ehi! Non puoi rinunciare alla nostra preziosa Madoka così, senza dire niente! Dovrebbe ripagarci con una montagna d'oro!” E poi si corresse, pensierosa: “o almeno con una cena.”

Madoka stava cercando di scavalcare lo schienale del divanetto per scappare mentre le sue amiche erano distratte, ma non riusciva a farlo mentre continuava a tenere la mano a Homura. (Dentro di sé stava esultando per questa piega degli eventi. Madoka le aveva tenuto la mano per almeno mezza giornata!)

“Sayakaaa! Non è come dici. Ammiro il suo lavoro, e mi prendo cura di lei, tutto qui! E Homura è molto carina.”

“Sarà, ma… Sei sicura di non aver mai incontrato Akemi prima?”

“Uhm… Allora, la risposta che so dare è ‘sì’, ma…”

“Eh? E questo che vuol dire? Che prima l’hai incontrata in qualche modo ‘senza saperlo’?”

“Beh…”

Ora entrambe le ragazze guardavano fisso Madoka. Homura poteva sentire il suo stomaco affondare. Questa volta non ne sarebbe uscita senza restare ferita nell’orgoglio.

“La scorsa notte… l’ho incontrata la prima volta… in un sogno… o qualcosa del genere.”

 

Il suono di Sayaka caduta giù dalla sedia fece rumore quasi quanto la risata che l’accompagnava… Quasi.

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…Vuoi raccontare qualcosa di più su di te alle nostre ascoltatrici, signorina Tomoe?

“Sarò lieta di farlo. Ormai ho due anni di esperienza come Maga, e proteggo l’area metropolitana allargata di Mitakihara… Posso dirlo qui?”

Oh sì, all’inizio ho cercato di mantenere segreta la mia posizione, ma forse mi sono lasciata… sfuggire qualche dettaglio iper-specifico di troppo. E comunque, è importante parlare di territorio. Di solito il numero di Maghe in un’area è piuttosto ridotto, e dipende dalle dimensioni della cittadina. Prima di ricevere mail sull’argomento, lasciatemi chiarire che Kamihama fa storia a sé. A parte questo, tuttavia, a volte si formano piccoli gruppi o bande. Ma le organizzazioni più grandi sono rare, soprattutto in Giappone.

“Un anno fa, il totale approssimativo delle Maghe qui a Mitakihara era più o meno di sei o sette, se ricordo correttamente, e il massimo che abbiamo fatto è stato girare in coppia. Anche così, non c’erano molti contatti tra tutte noi e da allora, sfortunatamente, un buon numero si è trasferito o è caduto in battaglia.”

Sfortunatamente una certa coppia non l’ha fatto. Signorina Kure, so che mi stai ascoltando, e come sempre non leggerò il tuo commento, proprio come non cederò a minacce di alcun tipo. Ti auguro ancora tutto il male del mondo per questa settimana, e non ‘citerò nei ringraziamenti’ il podcast di tua moglie. Ma passiamo a un argomento più allegro. Quale impatto ha avuto il lavoro di coppia sulle tue cacce alle streghe, signorina Tomoe?

<-<-<-

“Allora, fammi capire bene. Tu vuoi che io… sia il tuo vocal coach?”

Mami guardò incredula Homura al di là del tavolo del caffè in cui erano sedute. Questa linea temporale non stava andando bene per nessuna delle due, e intuendo l’occasione, Homura aveva organizzato un incontro in campo neutro. Ovviamente, quel campo neutro era il Pure Grin Magical Maid Café di Kamihama. Aveva sortito l’effetto voluto di confondere Mami a tal punto che non le aveva immediatamente sparato a vista, e dunque era un punto a suo favore. Forse sarebbe sopravvissuta all’incontro solo con lievi ferite di arma da fuoco.

 

“Esatto.”

“…Perché? Credevo avessi detto di essere già–”

“Non quel tipo di vocal coaching. Quello in cui ho bisogno di essere guidata è la presentazione. Aree di enunciazione, autorevolezza, un certo…”

Je ne sais quoi?”

“Precisamente. Non mi piace rivelarlo ma sei l’unica alla quale posso rivolgermi. Sto lavorando a un progetto, ma ho difficoltà a parlare in modo abbastanza chiaro e professionale. Tu invece sei un’esperta, quando si tratta di parlare con gli altri.”

Mami sembrava completamente e assolutamente senza parole. Dopo qualche istante di silenzio una delle cameriere si avvicinò alla coppia, corrugando la fronte quando realizzò chi ci fosse davvero a quel tavolo.

 

“Akemi. Signorina Mami, cosa posso portarvi?” Le sue domande erano secche e prive di emozioni, ma Homura non aveva intenzione di metterle pressione. Aveva lavorato al dettaglio una volta nel corso degli anelli temporali, e se il settore delle cameriere era simile a tutto questo aveva un’immensa comprensione per la povera ragazza. La ragazza in questione aveva molta meno comprensione per Homura da quando Kyoko l’aveva trascinata per la prima volta nel caffè.

Il cipiglio di Mami era uguale a quello di chi le stava servendo, forse addirittura lo superava. “Questa è la tua idea di scherzo, Akemi? È di pessimo gusto, anche se da una come te avrei dovuto aspettarmelo, suppongo.”

Homura ignorò la frecciatina e picchiettò sul menu alcune volte. “Per me un ‘Non lo permetterò mai’, e per lei un ‘Non ho nulla di cui pentirmi’… e come dessert un’ ‘Ossessione della Strega dei Dessert’.”

Ok, forse era un po’ meschino, ma aveva ancora le cicatrici di quel disastroso combattimento con una strega a coprirle metà del corpo. E comunque, era una torta piuttosto carina.

“Grazie Izu– Chiedo scusa, grazie Nagitan.” Homura non era tipa da infrangere l’etichetta, nemmeno in un Maid café.

La ragazza annuì una volta sola prima di allontanarsi.

 

Mami smise di fissare il piccolo disegno di Charlotte sul suo menu e tornò a guardare Homura, con un’espressione in qualche modo meno severa. “Non… non sono brava come pensi. Ho deluso Sakura, ho deluso Miki… Ho deluso tutte quante. Sono brava a fingere, Homura. E basta.”

“Forse è proprio quello che mi serve. L’abilità di fingere, di metter su una facciata. Il mio progetto non richiede una forza vera e propria, solo la volontà di ispirare chi ha bisogno di speranza… come hai fatto tu per loro.”

“Secondo me questa è la vera forza… Molto bene. Se sei sicura allora dammi l’intonazione di partenza. Ti darò alcuni consigli insieme ad alcuni esercizi per la voce ideati da me.”

Proprio in quel momento Nagitan ritornò al loro tavolo, tenendo in mano un drink rosso e uno blu. “Il vostro dessert sarà pronto a breve, Madama porge le sue scuse.”

Homura annuì, l’angolo delle labbra contratto in un raro sorriso. “Ditele di non preoccuparsi, abbiamo tempo a volontà.”

Le due bevvero i loro drink. Distrattamente Homura notò che il suo aveva un leggero sapore di mela nascosto sotto agli altri sapori di agrumi.

“Sai, a lei questo sarebbe piaciuto. Sono proprio i suoi gusti.”

Mami la guardò con le lacrime agli occhi. “A Sakura piacevano tutti i gusti. Ma sono d’accordo… Un brindisi in sua memoria?”

Batterono insieme i loro bicchieri. “E a Sayaka Miki. Possano trovare pace tutte e due, insieme.”

La coppia bevve in silenzio. E per una volta non era una pausa sgradevole, ma una semplice pausa di contemplazione. Finché Mami non parlò.

“Allora… Esercizi per la voce?”

Lentamente, un sorriso le attraversò il viso e lei si avvicinò, appoggiando una mano sopra a quella di Homura.

“Dimmi, Akemi, cos’hai letto di Shakespeare?”

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…E così possiamo vedere che il lavoro di squadra non sempre è perfetto, e non avviene spontaneamente. Dovremmo occuparci delle nostre divergenze a beneficio delle ascoltatrici. Noi due abbiamo… criteri piuttosto differenti quando si tratta di collaborare con le altre.

“Direi di sì. Tuttavia, non siamo diverse a tal punto che risulta impossibile lavorare insieme. Mettere da parte le nostre diversità in cerca del bene superiore. Qualunque possa essere in quel momento.”

Precisamente, questa è la natura del lavoro di squadra. Un compromesso. Quando ci siamo incontrate la prima volta forse non andavamo d’amore e d’accordo, ma M è stata in grado di farci sedere entrambe allo stesso tavolo e farci parlare di cosa volevamo e cosa ci serviva.

“Ah, qui la chiami M? Sì, ‘M’ è stata il motivo per cui abbiamo trovato un punto d’incontro. Lei è una delle ragazze alle quali adesso sto facendo da mentore–”

Ed è quello il punto su cui siamo in disaccordo. Chi mi ascolta da tanto tempo forse sa che sono… Contraria a dare a M il permesso di stipulare il contratto, per farla breve.

“Contraria è un termine piuttosto riduttivo!”

 

C’è una pausa mentre Mami ride; un suono limpido e felice riecheggia cristallino nello studio.

“Homura e io siamo riuscite a conoscerci bene tra di noi, e anche se potessimo avere dei contrasti non vuol dire che non possiamo combattere insieme e non vuol dire che non possiamo essere amiche.”

Hai di nuovo ragione. Anche se… certe persone rimangono delle stupide ossessionate dal loro sistema personale di concepire la giustizia. Noi siamo in grado di fare questo, sono d’accordo.

“Il compromesso è importante, ma non si può raggiungere sempre. Quando succede è davvero meraviglioso; lavorare insieme per un obiettivo condiviso o combattere per degli obiettivi simili è una cosa meravigliosa. Ma se un problema è fondamentale per la tua persona, allora devi prenderti il tempo per pensare. Perché alcune cose non sono solo argomenti da discutere.”

Mi viene in mente questo esempio: per combattere a fianco di un’altra è necessaria la fiducia? Io personalmente credo di no. Rende la battaglia più rischiosa, senza dubbio, ma io riesco a condividere degli obiettivi con un’alleata inaffidabile.

“Ah. Personalmente, io non riesco. Ho bisogno di instaurare fiducia con chiunque combatta al mio fianco. Se una compagna Maga ha bisogno di me, andrò senz’altro ad aiutarla, ma se lei non è disposta ad avere fiducia in me, questo renderà il nostro tempo insieme… difficile. Anche lo stesso combattimento diventerà una questione molto più pericolosa.”

…Capisco.

“Ma non intendo puntare il dito contro di te, Homura, abbiamo trovato un punto d’incontro in altri ambiti e la passione che metti in questo tuo podcast secondo me è la prova di quanto tu possa avere a cuore qualcuno.”

Grazie, signorina Tomoe. Devo ammetterlo… anche tu sei stata un’ispirazione altrettanto fondamentale per me.

“Io… davvero?”

Certo. Ma di questo possiamo parlare dopo. Ora, per il ‘Rapporto settimanale sulle streghe’ di quest’episodio ci occuperemo di Gertrud, la Strega del Roseto. Avendola incontrata noi stesse di recente, discuteremo le nostre strategie per lei e i suoi aiutanti insieme a quali somiglianze prestare attenzione in ogni labirinto. Ma prima passiamo a un messaggio del nostro sponsor. Vuoi fare gli onori di casa?

“Ne sarei lieta. GriefShare è una piattaforma gestita da Maghe che ospita corsi online tenuti da veterane proprio come noi. Hai mai desiderato imparare ogni sfumatura dell’Incantazione o della magia costrittiva? Allora–”

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“Se mi fossi accorta che eri così stupido non mi sarei preoccupata del filo invisibile.”

Kyubey si rannicchiò mentre tentava di rimuovere la trappola per orsi che gli mordeva la coda. Homura si avvicinò al Grief Seed abbandonato usato come esca e lo lanciò in aria, catturandolo con facilità nel proprio scudo.

“Ti prego… Sei una Maga anche tu! Tu puoi liberarmi.” La creatura aveva un tono di supplica nella voce, in contrasto con il suo sguardo assente. Lottò con la trappola, tremando come una foglia.

“E perché mai vorrei farlo… Incubator?”

Il comportamento di Kyubey cambiò immediatamente, i tentativi di fare lo smarrito e il patetico erano spariti. Mantenne il contatto visivo mentre tirava calci svogliati alle fauci di metallo con le zampe posteriori.

“Quindi lo sai. Che peccato. Allora ti chiedo di lasciar perdere, uccidermi non ti servirà proprio a niente.”

“Beh, su quello non sono così sicura. Ti impedirebbe di fare un contratto, per esempio.”

“Per ora. Ma in quest’area ce n’è una dal potenziale immenso. Non riuscirai a fermare tutti gli altri me.”

 

Homura aveva sentito abbastanza. Estrasse una pistola dal suo scudo e rimosse la sicura. Si sarebbe goduta il momento. Con noncuranza fece scattare la pistola nell’altra mano e gliela puntò alla testa.

“Addio Kyubey, di’ agli altri che li saluto.”

Ma in mezzo a tutte le sue premure per Madoka, Homura si era dimenticata di una cosa importantissima. Hitomi poteva essere andata alle sue lezioni, ma così facendo con Madoka era rimasta un’altra ragazza. Tutti questi fatti le tornarono in mente proprio quando il contenuto di un estintore la centrò in pieno viso.

“Madoka! Svelta! È qui!”

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Prima l’hai menzionato di sfuggita, ma attualmente sei impegnata a fare da mentore a due Candidate; vuoi parlarci di quel metodo?

“Certamente! Il mio obiettivo principale con questo metodo è assicurarmi che le ragazze conoscano i rischi e i vantaggi del nostro stile di vita. Le sto portando a caccia di streghe e le sto coinvolgendo in esercizi di costruzione di squadra per farci avvicinare tra di noi; sinora con grande successo, dovrei aggiungere. Sottolineo che esprimere un desiderio privo di fondamento è un grave errore… a causa della mia storia personale.”

È comprensibile. Quindi ti assicuri che pensino seriamente ai propri desideri? Non intendo mettere in dubbio il tuo metodo, ma in base alle mie esperienze l’Incu–

“Kyubey fa il possibile per aiutare chi è nel bisogno, nient’altro!”

…D’accordo. Ascoltatrici, questo è un argomento sul quale ci siamo confrontate pesantemente, e nessuna di noi due è incline al compromesso. Lascio a voi trarre le conclusioni dai fatti, mentre noi riprenderemo a discutere di tutoraggio, anziché dei suoi metodi.

Prima di continuare, Mami fa un respiro lungo e profondo.

“Sono preoccupata per la tua mancanza di fede in Kyubey, con me è sempre stato un buon amico. Ma hai ragione, non siamo qui per discutere di lui. Mi assicuro che abbiano un’idea di quanto le loro vite valgano e che i desideri sono cose stressanti e pericolose. Ma non vale forse la pena rischiare per salvare chi è nel bisogno? Avere a cuore chi è oppresso e soggiogato?”

La risposta è diversa per ognuno, immagino. Personalmente io non posso dire…

->->->

“Quelle che possiedono una Soul Gem hanno l’obbligo e il dovere di combattere le streghe… Pensavo lo sapessi, non è vero, Madoka?”

Madoka annuì entusiasta. “È un onore incontrarti, signor Incubator, ho sentito parlare molto di te.”

“Signor Incubator?” dissero all’unisono Mami e Sayaka.

“Quello del podcast! Oh, è meglio che spieghi. Allora, ehm, un po’ di tempo fa ho iniziato ad ascoltare questo podcast sulle Maghe e–”

Sayaka si allungò verso di lei, stringendola in un abbraccio. “Oh Madoka, sempre con la testa tra qualche tipo di nuvola!”

Mami si schiarì la voce. “Sono contenta che tu apprezzi così tanto le Maghe come genere, però questa è la realtà. E le verità di questo mondo sono un affare molto più oscuro di come immagini tu, temo… Cosa stai facendo?”

Madoka pigiò alcune volte con il dito sul suo telefono, connettendolo all’altoparlante sul tavolo a lato. “Ecco! Lasciate che vi mostri, questo viene dall’ultimo episodio.”

 

Una voce affascinante dai toni caldi riempì la stanza. La voce era accompagnata dagli archi che suonavano una canzone davvero malinconica, ma che nonostante tutto sembrava calzare a pennello.

Per la sezione sul ‘Rapporto settimanale sulle streghe’ di questa settimana mi occuperò di una strega ancora in libertà al momento, nonostante sia doloroso per me ammetterlo. In passato mi sono scontrata di persona con lei, ma non è stata ancora sconfitta. Vedete, Charlotte è tenace per natura. Poiché desidera ogni cosa, non si arrenderà mai. In quanto Strega dei Dolci, Charlotte è un’esperta nell’attirare la sua preda. Abbiamo perduto molte Mahou Shoujo in quelle fauci efferate. Se hai necessità di un Grief Seed, allora suggerisco di cercare altrove, a meno che tu non sia nella situazione più disperata di tutte.

Ma c’è una cosa da sapere, anche se non vuoi combattere con lei ma finisci comunque nel suo labirinto. La natura di Charlotte influenza non solo le sue azioni, ma anche la sua forma. A un primo sguardo si vede solo una bambola, sola e spaventata. Ma è una trappola.

 

Ora c’è sempre più veleno in quella voce, non è più quel tono fluido e scorrevole ma qualcos’altro. Cruda emozione che si fa strada verso la superficie.

Non appena avrai danneggiato al punto giusto la sua prima forma, si paleserà la seconda. È la sua vera forma? Non sono in grado di dirlo. Ma posso dire questo: DEVE essere distrutta. Bruciata dall’interno, fatta a pezzi. A ogni costo…

 

La voce riprende il suo tono normale dopo una breve pausa.

Chiedo scusa, mi sono fatta trasportare dalle emozioni. Non sono sicura se il suo punto debole sia la sua bambola, o la sua personalità interiore… o qualsiasi cosa abbiano le streghe. Quindi mira a entrambe se puoi, e fa attenzione alla sua tenacia. Si libererà degli strati del suo bozzolo di avidità mentre si rimpinza di dolore e di sofferenza.

Ora prendiamoci un breve momento per ricapitolare i punti di forza e di debolezza di questa strega prima di occuparci dei suoi aiutanti e dei suoi nascondigli tipici.

 

Madoka stava sorridendo alle sue amiche. “Sentito? Proprio come le creature che ci hanno attaccato, Sayaka! Erano aiutanti, che appartenevano a una strega… Forse a Gertrud? Homura ha detto che presto si sarebbe occupata di Gertrud.”

Sayaka sbatté le palpebre, stordita. “Sei impaziente… questo è poco ma sicuro. Ma è una bella cosa! Quindi, Mami, quello che ha detto la nuova studentessa era vero?”

Se Sayaka sembrava sbalordita, Mami sembrava decisamente interdetta. “C-certo. Erano tutte informazioni rilevanti sulle streghe. Sono mostri nati dalle maledizioni. Vedete, noi le combattiamo e… Uh. Forse devo scusarmi con quella ragazza…”

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Per favore, fermami se è una domanda troppo personale, ma posso chiedere se ci sono stati casi dove il lavoro di squadra non ha funzionato? E come le altre hanno reagito alla cosa, in base alla tua esperienza? Posso condividere anche le mie storie, se può aiutare.

“Non c’è bisogno, io… dovrei cavarmela. Anche se ho fatto da mentore a tante ragazze, ad alcune in misura maggiore rispetto ad altre, una mi colpisce sempre. La prima ragazza che abbia mai seguito… permettimi di chiamarla Cherry, per farla restare anonima. Un giorno accadde una grande tragedia e temo che lei incolpi me della cosa. Dopo l’incidente la nostra collaborazione non fu mai più la stessa e alla fine ci separammo per sempre. Era ancora consapevole del nostro ruolo di Maghe, ma era egoista e avida. Da allora mi è sempre mancata, lo ammetto, e mi manca anche adesso, ma ho imparato che quando si fanno i conti con una perdita… la soluzione è agire.”

Agire? E come?

“Tenerti occupata, fare le cose che ti piacciono ma anche quelle che aiutano le persone intorno a te. Essere coinvolta crea determinazione. Questo mi ha aiutato a superare diversi momenti difficili.”

Notevole. Ti dirò, ammiro questa spinta ad andare avanti. Ho bisogno di raccontare una storia delle mie, non per contrapporla alla tua ma perché sento di volerlo. Vedete, una mia amica, K, si è trovata una volta in una situazione simile. Ha combattuto contro la propria mentore e l’ha allontanata per un sentimento di odio malriposto. Non ha mai incolpato la sua mentore, ma sé stessa. Si è tirata indietro e ha agito dando priorità assoluta alla sua persona… ma un giorno è tornata. E con il tempo, sono riuscite a mettere da parte le loro divergenze. Quindi, per te e Cherry c’è ancora speranza, forse. Non si può mai dire cosa riservi il futuro… Allora–

<-<-<-

Kanagi Izumi osservò la ragazza accasciata su una delle sedie e, suo malgrado, si avvicinò per darle una pacca gentile sulla spalla.

“Vuoi qualcosa da bere? Non hai ordinato nulla.”

Dopo quella che sembrò una vita intera le parole finalmente uscirono di bocca, roche e aspre. “…Ormai non ho più paura di niente.”

“Almeno lascia che se ne occupi Maid Nagitan… d’accordo?”

Annuì semplicemente, non in modo sprezzante ma come se a malapena riuscisse a sentirla. Kanagi si affrettò a comporre il drink e lo mise con decisione in mano alla sua cliente.

“E se hai bisogno di qualcos’altro, fammi sapere.”

 

La ragazza bevve un lungo sorso, ma senza altre reazioni. Mise lentamente da parte la bevanda al sapore di mango.

Guardò malinconica fuori dalla finestra, borbottando tra sé e sé mentre le lacrime cominciavano a scendere.

La morte giace su di lei, come brina prematura sul fiore più delicato di tutto il campo[*]… L’ho recitata bene, Mami?”

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A questo punto devo ammetterlo anch’io, sono sorpresa da quanto velocemente stia crescendo la nostra comunità. Ma questa crescita porta con sé solidarietà e relazioni. Molte ascoltatrici hanno inviato commenti al programma ma ce n’è uno particolarmente utile per questo argomento. L’ascoltatrice ConfusedNerd mi ha inviato notizie riguardo a una Voce. Per chi segue da poco il programma, sono un nuovo, particolare nemico avvistato nell’area metropolitana di Kamihama.

Comunque sia, questa Voce è già stata neutralizzata, da un certo punto di vista. Non è più una minaccia per la stirpe delle Maghe, ma passa le giornate ad aiutare le sue nuove amiche. Se n’è occupata la squadra di Villa Mikazuki, un altro esempio rilevante di cosa possano ottenere le Maghe se uniscono le forze.

Passando ad altro, sembra che la Voce dell’I.A. Anonima abbia continuato il proprio lavoro tecnologico e stia monitorando gli avvistamenti di streghe e i confini del territorio sul proprio sito. Ovviamente l’indirizzo web è cambiato, quindi andate su AmiciziaInfinita.co.jp. Questa non è una rubrica sponsorizzata, devo aggiungere, ma solo un riferimento utile per aiutarci con il nostro prossimo argomento. Signorina Tomoe, come ti comporti con le nuove arrivate che sconfinano nel tuo territorio?

“Quelle che fanno affermazioni radicali e drammatiche su qualche mia responsabilità, o quelle diverse da te?”

Ah. Giusto. Forse dovremmo condividere una storia dei nostri incontri, così il nostro pubblico a casa imparerà qualcosa…

->->->

“Lo capisci, o no? Che stai facendo correre un pericolo reale a delle ragazze che ti guardano senza potersi difendere?”

Mami si girò per fronteggiare la nuova arrivata. La stava cercando, visto che non stata in grado di incontrarla in privato prima d’ora. Negli ultimi giorni percepiva l’instaurarsi un vero legame tra lei e le due potenziali Maghe e parte del merito era da riconoscere a Homura, anche se detestava ammetterlo. Madoka si era gettata con entusiasmo nel percorso, era bramosa di fare ricerche, fare degli schizzi, parlare degli argomenti con Sayaka e da sola. Onestamente parlando, era adorabile vedere quanta energia potesse nascondere sotto la goffaggine.

Quindi era andata a caccia di streghe come al solito, sperando di imbattersi nell’ultima attrazione dello zoo magico di Mitakihara. E a quanto pare aveva ragione. Homura era in piedi sui gradini nelle vicinanze; un’espressione di disprezzo le sfigurava il viso.

Mami aveva un brutto presentimento. Ma questa settimana si era già sbagliata una volta su Homura, sarebbe stata disposta a scommettere… solo per questa volta. “Non sono più delle ragazze che ‘guardano senza potersi difendere’, dovresti saperlo, tu meglio di chiunque altra. Hanno l’opportunità di fare così tante buone azioni per questo mondo, Akemi. Sono state scelte da Kyubey–”

“Stai cercando di indurle a credere che vogliano fare le Maghe.” La sua voce era monotona, la sua faccia impassibile.

“E a te questo non piace, deduco?”

“No. È un problema. Soprattutto se parliamo di Madoka Kaname.”

“E allora sfoghi la tua bile venendo da me a lamentarti. Sei stata tu a coinvolgerla così tanto nel nostro mondo, tanto per cominciare. Mi parla solo di quel ‘podcast’ che hai aperto e di nient’altro. Condividi dei consigli utili, lo ammetto, ma fai affermazioni che devo smentire assolutamente. Insultare in quel modo il mio amico… Kyubey sta facendo del suo meglio per tutte noi, lo sai questo o no? Quel potenziale incredibile dentro Kaname potrebbe cambiare il mondo!”

“Il podcast serviva a metterla in guardia. Lei è l’unica persona alla quale non posso assolutamente permettere di stipulare il contratto.”

Mami digrignò i denti. Non stava proprio andando come voleva lei. Avrebbe dovuto incontrare la ragazza, invitarla a prendere del tè e dei dolci, offrirle delle scuse sincere e porgerle l’invito ad unirsi a loro tre quando si incontravano e andavano a caccia. Ma non solo aveva provato a fare del male a Kyubey, si stava comportando come… Proprio come al solito. “Allora di cosa si tratta? Hai paura che una Maga più forte di te ti metta i bastoni fra le ruote? È il modo di pensare di un bambino bullizzato.”

Homura fece un solo passo in avanti, di proposito. “Non voglio combattere con te.”

Nemmeno Mami voleva. Non per davvero. Ma avrebbe fatto tutto il necessario per proteggere le altre. “Speravo di non arrivare a questo punto. Sono venuta qui con intenzioni pacifiche, per seppellire l’ascia di guerra. Ma ti avevo giudicato in modo corretto sin dall’inizio, è chiaro. Vedi di fare in modo che le nostre strade non s’incrocino mai più. Stanotte è probabilmente l’ultima volta in cui riusciremo a parlarci senza usare la violenza.”

Homura si girò leggermente; i capelli nascondevano la sua espressione. E poi se ne andò.

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“…E così sono andate le cose. Col senno di poi, mi pento delle mie parole affrettate e delle frecciatine dirette a te. Mi sono fatta prendere dai paragoni con il passato.”

Ma è comprensibile. Forse hai giudicato male le mie motivazioni, ma questo non rende sbagliati i nostri diversi punti di vista e il conflitto prodotto da loro. Io non mi fido di Kyubey e non lo farò mai. È losco, manipolatore, e stupido. Comunque… Se applicassi tu queste categorie a me, posso capirti. Non mi scuserò, ma ti porgerò la mano proprio come volevi fare tu quel giorno.

“Io… Penso che l’apprezzerei. Sotto sotto hai davvero le migliori intenzioni per M, vero? Anche se hai un modo buffo di mostrarlo. Dopo il nostro incontro sono rimasta a cuocere nella mia rabbia, ho lasciato che mi accecasse… che un sacco di cose mi accecassero. In realtà, mi sono rifiutata di ascoltare ancora il podcast, tranne per i brevi accenni che mi faceva Madoka.”

Se consideriamo il fatto che proprio adesso sei ospite qui, per caso hai cambiato idea?

“Beh, una volta che mi era passata, mi sono fermata ad ascoltare. M consigliava l’episodio sulla sicurezza in battaglia. Anche se credo fosse il suo modo per chiedermi di stare più attenta alla mia incolumità… E a proposito di quella, ho un altro motivo per cui ringraziarti.”

->->->

Click.

Il fermaglio sul nastro si aprì con quel suono secco e Homura cadde sul pavimento. Strinse i fili che si dissolvevano fra le mani tremanti.

“Non può essere…”

No. Non poteva essere. Non di nuovo. Non così presto. La mano di Homura si strinse intorno al fermaglio e lei lo sentì affondare dolorosamente nella sua pelle, ma non riusciva a farci caso. Aveva perduto la sua amica, ancora una volta. Aveva provato ad avvertirla, l’aveva fatto SVARIATE volte. Dopo il loro scontro nel parco, Madoka aveva provato a convincerle a usare le buone maniere, Mami però rifiutava di aprirsi a lei a meno che Homura non spiegasse perché non voleva permettere a Madoka di stipulare il contratto. Perché non rispondeva a delle semplici domande. Perché rimaneva così distante. E non sapeva come farlo senza rovinare tutto quanto. Così non l’aveva fatto… ed ora, ecco cosa le era costato.

“Mami… mi dispiace tanto.”

 

“Credo sia io a dovermi scusare.”

La testa di Homura si alzò di scatto e i suoi occhi si spalancarono. Mami Tomoe zoppicò verso di lei, malconcia e ammaccata, ma tutta intera. Allungò a Homura una mano leggermente insanguinata.

“Sei… sei viva?”

“Sembrerebbe di sì. E lo devo solo a te.”

“C-come?”

Si lasciò tirare in piedi da Mami e non protestò quando le mise intorno un braccio, mentre la portava dalle altre ragazze.

“Puoi ringraziare Kaname. Mi ha mostrato la tua rubrica sulla Strega dei Dolci… Anche così, non ce l’ho quasi fatta là dietro. Ho preso… Sono stata… Akemi, sono stata una stupida. Ero così sicura di sapere cos’era giusto, così sicura di riuscire a gestire la cosa da sola… Ma ho ricordato le tue parole, i tuoi consigli, la tua voce. E quando lei ha caricato, mi sono spostata. Avevi ragione, è un nemico difficile e complesso da affrontare. Non avrei dovuto farlo da sola. Ero così sicura di stare aiutando gli altri da non rendermi conto di quanto loro stessero aiutando me. E quanto mi stessi aiutando anche tu. Vieni, ti faccio un po’ di tè.”

Quando la fece sedere tra una Sayaka dall’aria preoccupata e Madoka, lasciò libera la mano di Homura. Lasciandole un solo oggetto. Il Grief Seed di Charlotte brillò al sole del pomeriggio mentre il labirinto svaniva. L’uovo che simboleggiava la promessa di una nuova amicizia.

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“…E così, senza di te oggi non sarei qui. Lo devo a te, Homura Akemi. Ed ecco perché il lavoro di squadra è importante. Non solo per avere le spalle coperte in battaglia, ma per le debolezze che fanno parte del nostro carattere.”

Grazie signorina Tomoe, averti ospite in questo programma è stata un’esperienza meravigliosa. Se qualche volta volessi tornare ancora devi solo chiedere. Care ascoltatrici, spero che i consigli di due veterane logorate dal mondo possano esservi d’aiuto in questa guerra eterna contro l’oscurità. Perché solo insieme potremmo capovolgere la situazione una volta per tutte.

“Oh! È già passata quasi un’ora? Cielo, come vola il tempo.”

Davvero. Ogni settimana sembra passare in fretta nel grande disegno delle cose, ma L’ora delle streghe continua a esserci, ogni volta. Prima di concludere, c’è qualcos’altro che vorresti ricordare nella puntata di oggi?

“Se ci dev’essere un ultimo argomento, credo di sapere cosa vorrei chiedere. Prima… hai detto che io ti ho ispirata?”

Ah certo, avevo sperato– Non importa. La verità è questa, anche se non sempre andiamo d’accordo. I nostri ideali fanno a pugni più spesso di quanto sarebbe consigliabile per una normale alleanza, figuriamoci… per un’amicizia. Ma tu sei fedele ai tuoi ideali. Anche se con quelli potrei non essere d’accordo, posso rispettare quella parte di te. E tu non devi restare sola. Io sarò qui al tuo fianco. Perché sapere come mantenere la lucidità di fronte a grandi sfide, come regalare un sorriso a qualcuno… Come si fa a non rimanere toccate?

Ci sono alcuni istanti di silenzio e di deboli singhiozzi; il microfono viene gentilmente messo da parte. Mami lascia andare un sospiro di soddisfazione.

Sta’ attenta ora, non vorremmo che ‘Cherry’ diventi troppo gelosa.

“Oh, sta’ zitta! …Però ti ringrazio. Per avermi a cuore, intendo. Sei davvero meravigliosa, Homura. Quello che stai facendo qui è un servizio inestimabile… Non posso credere di non essere riuscita a capirlo prima.”

Faccio del mio meglio. E lo farò anche la prossima settimana, quando parleremo di un argomento molto gettonato tra i suggerimenti. I costumi e come la nostra magia li influenza. Ma ora l’orologio rintocca di nuovo. Il tredicesimo colpo risuona, forte e chiaro. Fino al nostro prossimo incontro, pondera con attenzione le tue scelte, ascoltatrice. L’ora delle streghe è ormai trascorsa. Buona notte.

 

 

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[*] W. Shakespeare, Romeo e Giulietta (Atto IV, scena 5, v. 28) [N.d.T.].

   
 
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