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Autore: GLaDYS_Vakarian    25/01/2024    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Dragon%27s_Dogma]
L'Arisen e il Sangue di Drago sono di ritorno da una consegna da parte del Duca Edmun alla guarnigione delle Grandi Mura e si accampano per passare la notte. La minaccia del Drago è più viva che mai e tutti gli occhi degli abitanti di Gransys e le pressioni sono proiettate sull'Arisen, l'unica persona in grado di affrontare e uccidere il Drago, ma il Sangue di Drago è preoccupato per lei.
Genere: Fantasy, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Selina era seduta accanto al falò con le braccia incrociate sulle ginocchia, la mente distante. La notte era silenziosa e il bagliore della luna rischiarava appena la radura nella quale si erano accampati, avvolti dalla sinistra e impenetrabile cappa oscura della foresta. Ogni tanto da qualche parte giungevano delle grida e degli schiamazzi ovattati, segno che non dovevano essere molto distanti da un accampamento di goblin.
Si trovavano tra le alture boscose del nord di Gransys, di ritorno da un’importante consegna alla guarnigione delle Grandi Mura, e quella notte si stava rivelando più fredda del previsto: osservò l’Arisen seduta alla sua sinistra, rinvolta nel suo mantello in pelliccia di lupo e leggermente tremante. Anche lei sembrava avere la testa altrove, gli occhi verdi erano abbandonati nel calore danzante del fuoco che Selina aveva acceso in pochissimo tempo, e probabilmente stava pensando se non avessero fatto meglio a portare un mantello di pelliccia in più. Selina non soffriva il freddo come lei, perché aveva una temperatura corporea leggermente più alta rispetto ai normali esseri umani, ma crogiolarsi nel tepore di un fuoco non le dispiaceva; era sempre così gradevole e rilassante, e quella sera faceva abbastanza freddo perché lo percepisse anche lei.
Davanti a lei, dall’altra parte del falò, stava la Pedina, chiusa nella sua armatura d’argento con il lungo mantello cremisi, lo spadone a due mani poggiato sul terreno erboso a pochi centimetri. Selina non sapeva se i Mirmidoni potessero sentire freddo o caldo come gli umani, e osservando il suo corpo immobile più gelido dell’aria, non sapeva neanche giudicare se stava semplicemente cercando di non darlo a vedere.
  I resti della cena giacevano accanto ai ciocchi: un paio di conigli che Selina era riuscita a cacciare poco prima del tramonto. Non era stato molto, ma per quella sera potevano ritenersi sufficientemente sazie. I viveri che si erano portate dietro erano bastati per il viaggio dell’andata, e non avevano voluto chiedere nulla come rifornimento ai soldati della guarnigione; « Per il ritorno ci arrangeremo, nei boschi troveremo sicuramente qualcosa », aveva rassicurato l’Arisen la sera antecedente la partenza, due giorni prima. C’era ancora molta strada da fare per poter anche solo intravedere di nuovo i tetti di Gran Soren, ma non sarebbero morte di fame: la selvaggina non era più abbondante come un tempo, non con i mostri che infestavano i boschi da quando era tornato il Drago, ma Selina era abbastanza abile nel procurarsi qualcosa che fosse commestibile per tutte, anche se avessero dovuto accontentarsi di erbe, radici, frutti selvatici e funghi.
  Con la coda dell’occhio vide l’Arisen sfregarsi con calma le mani e avvicinarle di più al falò. Sel stava indossando il suo solito kosode di seta lungo fino alle ginocchia e gli stivali imbottiti: prima di partire, l’Arisen aveva insistito tanto nel farle portare anche qualcosa di più pesante, ma lei si era ostinatamente rifiutata. Non voleva che avessero portato con loro del carico inutile. Ma stava anche rimpiangendo di non averle dato ascolto. « Ravvivo un po’ il fuoco » disse, notando che l’Arisen continuava a tremare. Si alzò e andò a raccogliere qualche ciocco dalla piccola catasta che avevano ammucchiato.
  « Ancora mi domando come tu non faccia a sentire freddo », osservò l’Arisen.
  « Oh, per me è solo una brezza », sorrise Sel. Ma dovette metterci molto impegno nel mascherare i brividi che cominciava ad avere.
Quando ebbe finito di sistemare con cura i legni nel fuoco e fece per rimettersi dov’era, vide l’Arisen aprire le braccia verso di lei: « Vieni qui. »
Sel la guardò per un attimo, poi si insinuò nel suo mantello, lasciandosi stringere dall’abbraccio accogliente e forte della compagna adagiandosi contro il suo corpo, la fronte poggiata contro la sua mascella. La sua pelle, Galadriel notò, era molto calda, sicuramente grazie al suo sangue di drago. Tirò di più il mantello su di lei in maniera che coprisse abbastanza bene entrambe. Era così bello stare insieme in quel modo, abbracciate alla luce del fuoco. “Sei mia”, pensò Galadriel, ma si curò nel non dirlo ad alta voce.
Il silenzio avvolse di nuovo la radura e ognuna parve tornare a immergersi nei propri pensieri. Le grida lontane dei goblin si erano sopite. La Pedina era ancora ferma nella sua posizione, come se non avesse intenzione di disturbare in qualunque modo la sua padrona.
  « Galy? » mormorò Sel dopo un po’.
  « Um? » si limitò a mugolare distrattamente l’Arisen.
  « Ti amo. »
Galadriel distolse l’attenzione dal fuoco e abbassò lo sguardo emozionato su di lei. Le poggiò con delicatezza una mano sulla guancia, le fece sollevare un poco la testa e premette a lungo le labbra sulle sue.
  « Ti amo, Arisen... » ripeté Sel, nel breve attimo in cui i loro visi si erano separati.
Galadriel contemplò il suo viso, i suoi lineamenti e i suoi occhi dorati, così belli e luminosi che sembravano essere fatti d’oro. Ripresero a baciarsi con passione, accompagnando quei baci con le carezze. La Pedina sembrò comprendere l’attimo e non ci badò.
  « Che cosa accadrà, quando sarai al cospetto del Drago? » mormorò poi Sel. « Non dovresti farlo »
  « Amore mio, lo so che sei preoccupata, ma è mio dovere affrontarlo », rispose Galadriel, pettinandole i capelli con le dita.
  « Puoi scegliere. C’è sempre una scelta. Sento che c’è qualcosa che non va, in questa storia. Qualcosa che non è giusto. È un peso che non ti meriti… c’è troppo dolore »
  « Se questo è il mio destino, perché non dovrei accettarlo? » mormorò l’Arisen.
  « Guardami: sono una creatura che è legata allo scorrere del Tempo, eppure anche per me il destino è sfuggente. Per certe cose non ci sono certezze. Dicono che l’Arisen può distruggere il Drago, non che deve. Andiamo via, Galy, scappiamo altrove... giriamo il mondo... dovunque, ma via da qui. »
La donna sospirò. « Non posso negare di avere paura ad affrontare il Drago, ma non posso semplicemente abbandonare tutto, ne abbiamo già discusso. Non posso lasciare che distrugga questa terra, dopotutto è la mia casa. E non posso neanche rischiare che ti succeda qualcosa... »
  « Per me? Io so badare a me stessa. Galy... ne vale davvero la pena? »
  « Certo che ne vale la pena », la voce dell’Arisen si incrinò leggermente, come era raro che accadesse. « Sei tutto per me. Se non fosse stato per il Drago, probabilmente non ti avrei mai incontrata. Ti rendi conto che io vivrò per sempre, e tu no? Quando tutto sarà finito, potremo vivere una vita tranquilla, insieme. Non ti piacerebbe vivere con me a Cassardis? »
  Sel non sognava altro: vivere una vita umile in tutta pace e tranquillità sposata con la donna che amava, non importava se avrebbero vissuto in una modesta casetta e condotto una vita tra i pescatori, voleva solo vivere e invecchiare con lei. E già poteva vedersi, insieme a lei, sedute l’una accanto all’altra sul molo al tramonto come già facevano, ma non con armi e armature, e non con il timore della venuta del Drago. Oppure sarebbero potute andare a nord, a Skyrim, ad abitare in città o in una capanna tra i boschi o in riva al fiume.
  « Quindi, non osare mai più dire che non ne vale la pena », concluse l’Arisen.
  « Ho capito. »
Selina sospirò rassegnata. Ci aveva provato molte volte a far cambiare idea alla donna, e non era riuscita a convincerla neanche quella volta.
  « Sel », mormorò poi dolcemente l’Arisen, vendendo la sua espressione abbattuta. « Sono certa che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Io tornerò sempre da te, lo sai – accompagnò quell’ultima frase con una carezza sulla sua guancia. – Avrai sempre me, te lo prometto »
  « Io voglio solo stare con te… »
  « E io sto combattendo per renderlo possibile. »
Ma Sel continuava a non sentirsi tranquilla, sentiva che c’era ancora qualcosa in quella situazione che la turbava e non riusciva a capire di cosa si trattasse. Era passato ormai qualche mese da quando il Drago era tornato, e a parte l’aver attaccato un villaggio di pescatori per poter scegliere il prossimo Arisen, non si era più visto. La sua presenza era una minaccia persistente per gli abitanti di Gransys, eppure la bestia non aveva attaccato più alcun insediamento – non che ve ne fossero stati molti, gli unici più grandi presenti erano Cassardis e Gran Soren, il resto erano solo accampamenti di viandanti o banditi e fortezze abbandonate. Ma avrebbe anche potuto semplicemente sbagliarsi e preoccuparsi per niente, come insisteva nel dirle la compagna: il Duca aveva affrontato il Drago anni prima ed era ancora vivo, quindi non avrebbe dovuto essere poi tanto terribile. Ed era anche vero che c’erano degli Arisen che avevano scelto di fuggire invece di affrontare il Drago.
  Quella sera il cielo era sereno, le stelle brillavano e la luna illuminava la radura attorno a loro. Selina era ancora stretta tra le braccia dell’Arisen: vide che la donna aveva abbassato la testa sopra di lei e stava sonnecchiando, facendo dei respiri lunghi e profondi. Decise di non svegliarla e poggiò più comodamente la testa sulla sua spalla, cercando di allontanare i pensieri negativi e le preoccupazioni e prendere sonno.
La Pedina a quel punto si alzò facendo il meno rumore possibile con l’armatura, rinfoderò lo spadone sulla schiena e si allontanò di qualche passo per fare la guardia mentre le due donne dormivano.


Angolo dell'autrice:

Eccomi di nuovo, questa volta con la mia Arisen di Dragon's Dogma (sì, l'ho chiamata Galadriel come Dama Galadriel di LOTR ed è un'"elfa", ma non è Galadriel di LOTR. Semplicemente, all'epoca in cui la creai ero a corto di idee per il nome e quindi le diedi il primo nome che mi frullò in testa e ormai, dopo tanti anni, non riesco a immaginarla con un nome diverso... ma mi sembra comunque appropriato per lei), che adoro alla follia, e la mia Dovahkiin Selina, già protagonista della mia FF cross-over con Fallout 4 (difficilmente faccio personaggi nuovi, preferisco incrociare quelli che ho già e immaginarli in situazioni diverse; inoltre Galy e Selina le adoro insieme, quindi perché non dovrei? XD).


Spero vi piaccia questa piccola storia, lasciatemi un feedback per farmi sapere la vostra, alla prossima! ^___^
   
 
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