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Autore: Inicaz    27/01/2024    9 recensioni
Da fiore all'occhiello di una grande concessionaria londinese degli anni '30 ad auto di uno dei demoni più attivi sulla Terra. Le vicende dell'ultimo secolo di Crowley e del suo Angelo narrate da un punto di vista privilegiato: la Bentley.
Genere: Comico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 1933
 
Finalmente si è deciso.
Dopo una settimana a osservarmi e corteggiarmi lo vedo finalmente parlare con uno degli uomini di W.O. Mi indica.
Anche oggi porta sul naso i soliti occhiali scuri, indossa un raffinato completo nero, un cappello dello stesso colore e una cravatta rosso scuro, in tinta con le basette che si intravedono sotto il copricapo. Oggi ha però con sé anche un’elegante valigia che gli vedo porgere all’uomo. È senz’altro un uomo d’affari. Questa città in cui sono nata, sembra esserne piena.
Smettono di parlare. Si stringono la mano.
È fatta.
Camminano verso di me, lo strano uomo ha un passo flessuoso che non ho visto spesso tra gli avventori di questa concessionaria. Mi guarda. Sento qualcosa scaldarsi intorno al motore.
“Altrimenti, più in là vi è una vettura arrivata giusto stamane, appena collaudata. Allo stesso prezzo, ovviamente, Signor Crowley.”
“No, grazie. Preferisco lei.”
Si avvicina a me. Dunque il mio proprietario si chiamerà Crowley.
Mi accarezza delicatamente con una mano, con l’altra apre lo sportello e poi si siede. È molto leggero per essere così alto. L’altro uomo gli si avvicina e gli espone le informazioni fondamentali per pilotarmi al meglio. Crowley annuisce impaziente. Sembra non vedere l’ora di viaggiare con me. Andremo sicuramente d’accordo.
Dopo un cenno di saluto al venditore, Crowley mi avvia. Il gesto con cui ruota la mia leva è così naturale e spontaneo che sembra non aver fatto altro per anni. Decisamente non sono la sua prima automobile.
“E invece lo sei. Non ho mai guidato un’auto prima di te. Per cui andiamo piano, oggi.”
Resto interdetta. Nessuno degli operai o dei collaudatori mi ha mai rivolto la parola. Nemmeno W.O. quando mi ha collaudato personalmente. Dunque gli umani parlano con le loro auto?
“Sicuramente non tutti e poi decisamente io non sono… Di questo parleremo con calma. Adesso abbiamo il nostro primo viaggio da affrontare. Andiamo ad Edimburgo, pronta?”
Il viaggio benché lungo, prosegue liscio.
Crowley sorride spesso, a volte mi accarezza, ridacchia. Mi riempie di complimenti.
“Che meraviglia che sei, altro che cavalli, carrozze, treni puzzolenti. Tu sei un vero gioiello”. Provo nuovamente quella sensazione di calore nel motore.
A tratti sembra guidarmi col solo sguardo e per tutto il percorso sento incredibilmente il mio serbatoio sempre pieno. Non capisco che razza di guidatore sia Crowley, ma senza dubbio mi sento un’autovettura più che fortunata. Sembra non stancarsi mai, sembro non stancarmi mai. Viaggiamo di notte, lo vedo poggiare occhiali e cappello sul sedile del passeggero e proseguire come se vedesse ancor meglio che di giorno. L’ultima diavoleria la compie quando il mattino successivo giungiamo in Scozia e inizia insistentemente a piovere: il mio vetro incredibilmente non si bagna mai, i miei pneumatici proseguono sulla strada perfettamente asciutta.
Crowley sarebbe senz’altro un grande inventore, è sprecato come uomo d’affari.
Giungiamo a Edimburgo nel pomeriggio, mi parcheggia vicino alla stazione.
Non scende subito. Lo sento respirare incerto, tamburella nervosamente sul volante con i polpastrelli, sembra indeciso su quando aprire la portiera e scendere. 
“Passo a prendere un amico. Rimani parcheggiata qui e ngk… Comportati bene.”
Apre la portiera e scivola fuori quasi strisciando. Non si stiracchia nemmeno un po’, lo vedo sparire ancheggiante dietro le grandi porte della stazione.
Amico? Il viaggio è stato così rapido e senza soste che credevo fosse un urgente viaggio d’affari. Il suo amico deve essere senz’altro un uomo importante.
Qualche minuto dopo vedo Crowley riapparire accompagnato da un uomo meno alto di lui, che cammina ben dritto e indossa un completo chiaro, un cappello beige e un papillon in tartan.
“Non immagini quanto sia felice di averti incontrato qui, Crowley. Sono orgogliosamente riuscito ad ottenere all’asta la copia di quel volume che ti dicevo qualche mese fa, ma a causa del temporale di stanotte è sorto un problema su alcuni tratti di rotaie. Temo che il servizio ferroviario tornerà alla normalità domani, ma almeno sei qui anche tu. Ti offrirei da bere se non avessi speso tutto per il libro”
“Non disturbarti, Angelo. Ero di passaggio. La solita rapida tentazione, sai.”
Si avvicinano a me.
“Ma, invece di aspettare domani. Che ne diresti di un passaggio a casa?”
Mi indica inclinando il capo. Il cappello nero si sposta mostrando la capigliatura fulva perfettamente pettinata. Anche a distanza mi rendo conto che il mio proprietario non stia più respirando.
“Hai davvero comprato un’autovettura, Crowley?! Buon Dio, ma è veramente una bellezza!”
Le iridi di Crowley che intravedo sopra gli occhiali tornano della dimensione ordinaria, le labbra si distendono, lo sento inspirare.
“Ti piace davvero?”
“Assolutamente sì! Era questa la sorpresa cui alludevi?”
L’uomo che Crowley ha chiamato Angelo si avvicina. Il suo sguardo cade sul mio logo. Con delicatezza sfiora le ali chiare ai lati della B. Anche le sue mani sono calde e morbide. Di nuovo quella sensazione di calore nel motore.
“È incredibile Crowley, da quanto possiedi questo gioiellino?”
“Da un… da un po’. Ma adesso andiamo, potrebbe riprendere a piovere.”
Crowley si avvicina alla portiera del passeggero e la apre per il suo ospite che sorride con dolcezza e si siede morbidamente.
"Grazie, caro."
I primi minuti trascorrono silenziosi, il passeggero guarda con interesse ogni gesto che compie Crowley per guidarmi, poi inizia a osservare ogni mio dettaglio, sfiorando il sedile, il finestrino, la leva.
“Questa è una tua aggiunta, Crowley?”
“No, dotazione standard. Hai per caso voglia di un… dolcetto da viaggio?”
Dal nulla tra i due uomini appare un vasetto di vetro contenente dei piccoli oggetti chiari.
“Ovviamente, grazie”. Il sorriso del secondo uomo sembra illuminare il mio abitacolo come se uno dei miei fari fosse montato all’interno. Anche lui mi piace molto.
Trasmette un’aura serena e gioiosa. Inoltre tra i due si diffonde un’atmosfera che non avevo mai provato, sembra ricca di elettricità.
Qualche ora più tardi Angelo si toglie il cappello, mostrando una quasi candida chioma dai riflessi biondo platino, si schiarisce la voce e sembra rivolgersi a me.
“Che maleducato, non mi sono ancora presentato. Io sono Aziraphale, conosco il tuo padrone, Crowley, da circa cinquem…”
“Proprietario, Aziraphale, non padrone, la mia Bentley non è mica un cavallo. E poi non c’è bisogno di tutte queste formalità”
Istintivamente rallento.
Crowley preme il pedale dell’acceleratore.
Mi oppongo.
Il mio proprietario guarda i pedali di sottecchi. “Che angeleria è mai questa?”
“Mi sembra chiaro che a questa bellissima autovettura piacciano le formalità, invece”, ride divertito Aziraphale. Sono sicura che andrò molto d’accordo anche con lui, capisco bene il mio adorato proprietario. Anche a me questo angelo piace molto.
 
   
 
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