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Autore: Bankotsu90    27/01/2024    0 recensioni
Ispirata al romanzo "World War Z" di Max Brooks, questa storia (primo capitolo di una saga) è una raccolta di testimonianze, provenienti da varie parti del globo, attraverso cui vengono narrati gli eventi che, nel manga originale (che ho riletto più volte), precedettero e seguirono l'attacco globale dei demoni (e l'attacco stesso).
Genere: Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La chiamano in vari modi: la crisi, l’età oscura, l’armagheddon, ma anche con nomi più trendy, come guerra mondiale dei demoni o prima guerra dei demoni. A me personalmente non piace quest’ultima etichetta, perché presuppone un’inevitabile seconda guerra dei demoni. Per me sarà sempre la guerra dei demoni, l’evento che ci ha condotto sull’orlo dell’estinzione.
 
Questo documento sul maggiore conflitto nella storia dell’umanità deve la sua origine a uno scontro molto più piccolo e molto più piccolo tra me (Anthony Richardson, Tony per gli amici) e il presidente della commissione per il dopoguerra delle Nazioni Unite. La versione del documento era a tutti gli effetti il faticoso frutto di un impegno appassionato. Il mio indennizzo di trasferta, il mio livello di accesso alla sicurezza, il gran numero di traduttori che avevo a disposizione, testimoniavano tutto il rispetto e il valore attribuiti al mio lavoro in questo progetto. Inutile dire, quindi, che per me fu uno shock scoprire che quasi metà di quel lavoro era stata cancellata dalla stesura finale del rapporto.
 
Era tutto troppo intimo.
 
Mi disse il presidente durante una delle nostre tante accese discussioni.
 
Troppe opinioni, troppi sentimenti. Il rapporto non tratta solo di questo. Abbiamo bisogno solo di fatti e cifre, sgombri da qualsiasi sentimento.
 
Naturalmente, quella donna aveva ragione.
 
Il rapporto ufficiale fu un rapporto di dati freddi e precisi, una obiettiva ricostruzione delle operazioni che avrebbe permesso alle generazioni future di studiare gli eventi di quell'apocalittico decennio senza farsi influenzare dal fattore umano. Ma non è il fattore umano a legarci così profondamente al nostro passato? Le generazioni future troveranno più interessanti le tavole cronologiche e le statistiche sulle perdite o i racconti personali di individui così simili a loro? Escludendo il fattore umano, non rischiamo quel tipo di distacco personale dalla storia che potrebbe portarci, Dio ce ne scampi, a riviverla? E infine, non è forse il fattore umano l’unica differenza tra noi e quel nemico al quale facciamo riferimento parlando di demoni? Presentai queste argomentazioni, forse con meno professionalità di quanto avrei dovuto, al mio capo, che dopo la mia ultima esclamazione:
 
Non possiamo far morire queste storie!
 
Mi rispose subito con:
 
Allora non farlo. Scrivi un libro. Hai ancora tutti i tuoi appunti e la libertà legale di usarli. Chi ti impedisce di tenere in vita queste storie nelle pagine del tuo (imprecazione censurata) libro?
 
Qualche critico avrà senza dubbio da ridire su di un libro di memorie così a ridosso della fine della guerra.  Dopotutto sono passati solo 12 anni dalla dichiarazione del “giorno della vittoria” in America, e appena un decennio dalla dichiarazione del “giorno della vittoria” in Unione Sovietica, che molti considerano la fine ufficiale della guerra. Come possiamo avere, quindi, una prospettiva storica quando, con le parole di un collega dell’ONU “La pace non ha ancora avuto il tempo di farci dimenticare la guerra”? L’obiezione è fondata e necessita una risposta.
 
 Per questa generazione, di chi ha combattuto e sofferto per offrirci questo nuovo decennio (e si spera millennio) di pace, il tempo è tanto un nemico quanto un alleato. Certo, gli anni a venire permetteranno, col senno di poi, frutto di una maggiore saggezza e di ricordi visti alla luce di un mondo maturato. Ma molte di queste memorie potrebbero non esistere più, intrappolate in corpi e spiriti troppo debilitati o malati per assistere al raccolto dei frutti della loro vittoria. Non è un gran segreto che l’aspettativa di vita mondiale sia appena un’ombra di ciò che era prima della guerra. Malnutrizione, inquinamento, la ricomparsa di malattie un tempo debellate: questa è la realtà attuale persino negli Stati Uniti, nonostante l’economia in ripresa e il sistema sanitario pubblico. semplicemente non ci sono abbastanza risorse per provvedere a tutte le vittime fisiche e psicologiche della guerra. È a causa di questo nemico, il tempo, che ho rinunciato al lusso di un giudizio retrospettivo e ho pubblicato questi resoconti dei sopravvissuti. Forse, tra qualche decennio, qualcuno si assumerà il compito di raccogliere i ricordi di sopravvissuti più vecchi e più saggi.
   
 
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