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Autore: Justice Gundam    27/01/2024    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 50 - Sotto la pioggia

 

Esplorare la casa dei Graul si era dimostrato un compito ben più complesso di quanto potesse sembrare. E ancora più sgradevole.

Sembrava che, anche con la morte di Mamma Graul, il sentore di morte e decadimento che aleggiava sulla sinistra tenuta fosse soltanto diminuito di un po'.

Una stanza era arredata di luridi materassi decorati con teschi umani e corna di cervo. In un'altra, la malcapitata Reji aveva trovato i resti di pelli umane scuoiate che Hucker Graul aveva preso alle vittime di quell'orrida famiglia. Un'altra ancora era stata relegata ad ossario, e i giovani avventurieri avevano scoperto con raccapriccio ed orrore che molte delle ossa avevano un aspetto umano ma erano troppo piccole per appartenere ad adulti...

"La mamma... voleva solo figli maschi..." aveva spiegato Gukkor con evidente vergogna. Il mezzo-ogre dalla pelle gialla non aveva voluto dire altro, ma le implicazioni della sua risposta erano fin troppo chiare.

"Dei misericordiosi..." era stato il commento di Yan, mentre richiudeva quella porta trattenendo un conato di vomito. "Non mi pentirò mai di averla uccisa."

Finalmente, in una stanza dal soffitto basso, misericordiosamente vuota e priva di qualsiasi trofeo, il gruppo aveva trovato un po' di cose preziose, tra cui diverse armi ed armature segnate con un simbolo che non lasciava dubbi circa la loro appartenenza: due frecce nere incrociate.

"Guardate... queste sono senza dubbio le armi e le armature dei prigionieri!" affermò Misia dopo aver dato una rapida occhiata all'equipaggiamento.

L'attenzione di Shalelu andò subito ad un arco di legno scuro, intagliato in maniera semplice ma funzionale. L'elfa lo guardò con attenzione - anche se il legno era solido e resistente, il colore era davvero particolare, come se fosse stato preso da un albero colpito da un fulmine. Tra questo particolare e l'emblema delle Frecce Nere inciso su di esso, Shalelu non ebbe alcun dubbio.

"Sì... è proprio così. Questo è l'arco di mio padre... quello con cui ha abbattuto il drago che ha ucciso mia madre." confermò con sollievo. "Sono sicura che sarà lieto di riaverlo."

"E qui ho trovato altre cose..." disse Jolan, indicando un paio di asce da battaglia finemente forgiate, una delle quali era evidentemente più grande dell'altra. "Anche queste armi sono delle Frecce Nere."

"E poi, ci sono molti altri oggetti che non hanno nessun segno..." disse Nualia, dando un'occhiata ad altri oggetti che erano stati abbandonati alla rinfusa sul pavimento e su alcuni scaffali di legno marcio. Tra questi, la giovane aasimar trovò un sorta di amuleto di legno, intagliato in modo da rappresentare una sorta di elmetto - con una tale arte che non poteva certo essere stato fatto dai Graul. "Scommetto che... molti di questi sono il bottino che i Graul hanno preso ad altre loro vittime."

"E' vero." confermò Rukus, grattandosi la nuca con il grosso dito deforme che aveva al posto della mano destra. "Mamma prima aveva molti più tesori, ma ne ha dati molti ai Kreeg come tributo."

"I Kreeg sono la famiglia di ogre che ha preso Forte Rannick." rispose Gukkor, anticipando le eventuali domande del gruppo.

Yan annuì, strizzando un occhio per il fastidio che il maleficio di Mamma Graul, che ancora gravava su di lui, gli provocava.  Notando il suo malessere, sia Nualia che Reji vollero assicurarsi che fosse tutto a posto. "Hey, Yan! Come ti senti?" chiese la ragazzina Tian. "E' ancora per quell'incantesimo che quella grassona ti ha lanciato addosso?"

"Sì, ho l'impressione che rallenti i miei movimenti... e non mi consente di muovermi bene come vorrei." rispose Yan. Cercò di ruotare una spalla, ma ebbe qualche difficoltà a compiere il movimento. "Hmph... sì, mi sembra di avere le articolazioni bloccate..."

"Aspetta, adesso provo a rimetterti a posto." disse Misia. Con un gesto della mano, Misia lanciò uno dei suoi incantesimi, sentendo la familiare sensazione dell'energia divina che scorreva nel suo corpo, come un raggio di sole estivo che la riscaldava. "Gentile Desna, sciogli questo malvagio incantesimo che opprime il mio valoroso compagno. Dissolvi Magie."

L'energia magica fluì nel corpo di Yan, cercando di eradicare il maleficio... ma, con sorpresa di Misia, il suo controincantesimo non ebbe l'effetto sperato e si dissolse senza rimediare al problema del ragazzo. Yan sbattè gli occhi confuso, e anche Misia restò per un attimo sbalordita e cercò di concentrarsi di più, pensando che forse non aveva messo abbastanza convinzione nel lanciare l'incantesimo.

"Non... non sta funzionando?" chiese Gukkor.

Misia scosse la testa con rammarico. "No, e non so il perchè..." affermò. "Credevo che sarebbe bastato un incantesimo Dissolvi Magie per rimediare."

"Aspetta, Misia, fai provare me..." disse Eli. Yan restò fermo dov'era mentre la mezzelfa chiudeva gli occhi e si concentrava per capire quale fosse il problema... e dopo non più di mezzo minuto, ebbe finalmente una risposta. "Certo... adesso si spiega tutto. Yan è sotto l'effetto di un'incantesimo Scagliare Maledizione. E non è sufficiente un normale Dissolvi Magie per sciogliere questo particolare tipo di magia."

"Hm? Come mai? E' una magia come ogni altra, no?" chiese Yan. "Okay, ammetto che non ci capisco quasi niente di magia..."

Eli fece un sorriso un po' spocchioso e mosse un dito come per dire di no. "Appunto. Non sai niente di magia, Yan. Altrimenti sapresti che è una materia complessa e piena di ramificazioni." rispose. "Perchè credi che esistano intere accademie dedicate al suo studio? Ma lasciamo perdere... in pratica, Scagliare Maledizione è un tipo di magia particolare, ed è necessario un incantesimo specifico per annullarla. Ci vuole qualcosa come Rimuovere Maledizione o Spezzare Incantamento. E io non ho questo tipo di incantesimi. Qualcuno di voi ce l'ha?"

"Io potrei... chiedere alla divina Sarenrae di concedermi un incantesimo Rimuovere Maledizione." rispose prontamente Nualia. "Ma ci vorrà un po' di tempo, non sono in grado di farlo subito." Guardò Yan con fare dispiaciuto, ma il ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante per dirle che per lui non era un problema.

"Sopravviverò. In fondo si tratta di aspettare solo un giorno, giusto?" chiese, per poi riportare l'attenzione di tutti all'attuale situazione. "Okay, ragazzi. Se volete la mia, dovremmo prendere tutto quello che possiamo e tornare da Jakardros e dagli altri. Restare in questo posto... mi mette i brividi."

"E Rukus e Gukkor... che cosa faranno? Ho il timore che non verrebbero accettati dalla gente di Turtleback Ferry." dise Jolan, facendo notare un problema che in effetti era passato per la testa a molti di loro. L'halfling gettò un'occhiata interrogativa ai due mezzi-ogre, e videro Rukus che grattava il pavimento con il manico della sua lancia, mentre Gukkor passeggiava su e giù come se cercasse anche lui una soluzione al dilemma. Prima che qualcno degli avventurieri proponesse una soluzione, fu Rukus a prendere la parola.

"Adesso... non penso che io e Gukkor vivremo in questa casa." affermò il mezzo-ogre più grasso. "Però potremmo sempre cercare di adattarci a vivere in questi boschi. Io sono un cacciatore, so come sopravvivere in questi posti, e Gukkor mi darà una mano. Lui si occupava dei campi. E poi, ci sono ancora Mangiacorvi e gli altri nostri fratelli che non sono morti. Chiederemo anche a loro di aiutarci."

Eli volle dire la sua. "Per noi non ci sono problemi. Ma vorrei sperare che i vostri fratelli siano disposti per davvero a darvi una mano. Dopo tanti anni in cui sono vissuti depredando e facendo del male agli altri... potrebbe essere difficile per loro adattarsi ad una vita normale."

"Però, se avessero bisogno di un aiuto in questo senso, potremmo dargli una mano." continuò Nualia. "Anch'io ero su una pessima strada, e sono riuscita a trovare una via d'uscita."

Gukkor fece un cenno di assenso. Per la prima volta dopo tanto tempo, il mezzo-ogre si sentiva libero, senza più dover sottostare agli ordini crudeli del resto della sua famiglia. E chissà... forse anche il resto dei suoi fratelli sarebbe stato disposto a cambiare vita? Era una possibilità un po' remota, ma valeva la pena di tentare.

"Bene, intanto pensiamo a tornare da Jakardros e gli altri." disse Yan sollevato. "Poi credo che sarà il caso di pensare a cosa fare con Forte Rannick... e continuare le nostre ricerche, già che ci siamo."

 

oooooooooo

 

Jakardros non potè trattenere un sorriso che riuniva mestizia ed orgoglio mentre riguardava il suo fidato arco, quello con cui aveva scoccato la freccia che aveva posto fine alla vita di quel maledetto drago. C'erano stati giorni in cui non credeva che l'avrebbe più tenuto in mano, e altri in cui aveva pensato di non meritarlo neanche. Ma ora che Shalelu era qui e che l'ordine delle Frecce Nere aveva qualche possibilità di rimettersi in piedi, qualcosa era cambiato anche nel suo animo.

"Ero convinto che ormai fosse finita per l'ordine delle Frecce Nere." affermò, mentre i suoi due compagni controllavano attentamente il loro equipaggiamento e indossavano con orgoglio le loro armi ed armature. "Sinceramente, ero ormai pronto da tempo a morire. Ma il vostro arrivo ha cambiato le cose."

Jakardros guardò negli occhi la figlia adottiva, che era rimasta ferma ad attendere la sua reazione... e dopo soltanto un paio di secondi, l'uomo abbassò la testa in segno di scusa. "Mi dispiace, figliola. Mi sono lasciato accecare dallo sconforto e ho dimenticato che avevo dei doveri anche nei tuoi confronti. Ho pensato solamente al mio dolore e al mio fallimento, e non mi sono fermato a pensare che tu potessi avere bisogno di me. Spero che potrai perdonarmi, un giorno."

"Io ti ho già perdonato... papà." rispose Shalelu, con un sorriso gentile. Finalmente, il rancore che aveva provato per tanto tempo se ne stava andando, e lei si sentiva molto più leggera. "Anzi... anch'io ti devo chiedere scusa. Io... ho provato rabbia verso di te. Ti ho biasimato per essertene andato così, ma non mi sono neanche fermata a pensare a quello che stavi provando. Tu amavi la mamma, e quando non sei riuscito a proteggerla, è stato un colpo terribile per te come per me. Mi dispiace di non aver pensato a questo."

Shalelu e il patrigno si abbracciarono, finalmente liberi da ogni senso di colpa e da ogni motivo di rabbia... e Kibb, il puma addomesticato di Jakardros, si strofinò su di loro come un gattino affettuoso, e ricevette in cambio un po' di carezze da entrambi. Era un momento di gioia e di sollievo per tutti - il gruppo di Eli era riuscito a risolvere un altro problema, e i due Graul che erano con loro erano finalmente liberi dalla loro famiglia, e avevano la possibilità di scegliersi un futuro migliore.

Kaven, il giovanotto dai capelli rossi, rinfoderò al proprio fianco le sue armi, uno stocco e un pugnale di ottima fattura, e riportò l'attenzione del gruppo su un problema più immediato. "Scusate se mi intrometto, ma... ecco, forse sarebbe meglio se ora tornassimo a Turtleback Ferry. Lì potremo rilassarci meglio e... magari discutere della prossima mossa da fare, non credete?"

"Sono d'accordo." rispose laconico Vale, le sue asce ben riposte dietro la schiena.

"Anch'io." fu la risposta di Eli. La mezzelfa si aggiustò gli occhiali e si passò un dito davanti agli occhi, come se volesse essere sicura di non perdere la vista all'improvviso. Restare cieca, anche se solo per breve tempo, a causa dell'incantesimo di Mamma Graul l'aveva scioccata non poco. "Lì avremo tutto il tempo di parlare di cosa è successo a Forte Rannick, e prendere delle decisioni più assennate."

"Growr!" Kibb emise un ringhio di approvazione.

"Sono... ehm... d'accordo!" rispose prontamente Kaven. "Ma penso che prima di tutto dovremmo..."

"VOI! Che cosa avete fatto?"

Una voce roca ed aspra interruppe la conversazione, e Yan storse il naso quando vide uno dei Graul sopravvissuti, il mezzo-ogre dalla testa orribilmente asimmetrica di nome Mangiacorvi, che faceva irruzione nella stanza, brandendo un grosso randello e guardando ciò che restava dei suoi fratelli. "Avete... avete ucciso Lucky, Maulgro e gli altri! Avete ucciso nostra madre! E voi due! Rukus! Gukkor! Li avete persino aiutati! Come avete potuto tradirci?" strepitò.

Jakardros non perse tempo ad incoccare una freccia e puntarla contro Mangiacorvi, ma attese prima di tirare. "Fermo dove sei, infame." esclamò, calmo ma deciso. "Un altro passo, e ti mando a raggiungere i tuoi fratelli."    

"Grrrr..." Kibb ringhiò ferocemente e si acquattò a fianco del suo padrone, pronto ad attaccare se Mangiacorvi si fosse avvicinato ancora.

Mangiacorvi si fermò di colpo, ma continuò a tenere stretta la sua clava e squadrò furiosamente il gruppo di "intrusi", ancora circondati dai corpi senza vita dei suoi fratelli. Era da solo, e loro erano in tanti, e anche se non era molto intelligente, lo era abbastanza da capire che non avrebbe avuto nessuna speranza di vincere se avesse attaccato.

"Bene. Ora allontanati. Resta a qualche passo di distanza da noi. Tutto quello che vogliamo adesso è andarcene, e non siamo interessati a spargere altro sangue." affermò Jakardros. "Se non farete più del male a nessuno, allora non avremo motivo di attaccarvi ancora. Vai a prendere quel tuo fratello che abbiamo lasciato nella vostra casupola... e poi non fatevi mai più vedere. Siamo disposti a darvi questa possibilità di tirare avanti. Se fossi in te, la prenderei."

Mangiacorvi grugnì ed emise una serie di ringhii minacciosi, lottando contro il suo impulso di caricare a testa bassa. Il suo sguardo feroce si spostò su Rukus, che rabbrividì brevemente... e poi su Gukkor, che invece restò impassibile e sostenne l'espressione furente del fratello maggiore.

"Voi... razza di traditori!" ringhiò Mangiacorvi.

"Non mi è mai piaciuto questo modo di vivere." affermò Gukkor scuotendo la testa. "Ora posso andarmene di qui... e dovresti pensarci anche tu, fratellone. Pensa a come staresti meglio... ora che non devi più avere paura di essere punito se non fai esattamente tutto quello che la mamma ti ordina."

"Anche... anche Hucker è ancora vivo." affermò Rukus. "Tu e lui potete continuare a vivere qui. O dovunque volete."

"Esatto. Basta che non facciate più del male a nessuno." continuò Shalelu, anche lei con una freccia incoccata. Sempre tenendo Mangiacorvi sotto tiro, il gruppo si allontanò e uscì da quella cupa stanza, con Shalelu a chiudere la fila. Quando fu sicura che Mangiacorvi non aveva più intenzione di dare problemi, l'elfa chiuse il portone di legno tarlato dietro di sè, lasciando il deforme mezzo-ogre là dentro.

Mangiacorvi gettò indietro la testa ed esplose in un inumano ruggito di rabbia impotente, poi alzò la clava e diede un colpo sul muro vicino con abbastanza potenza da infrangere le travi di legno marcito.

In una sola giornata, il clan dei Graul era stato decimato. I loro sogni di gloria a fianco dei Kreeg si erano infranti, ed erano rimasti con in mano un pugno di mosche.

 

oooooooooo

 

Nonostante la pioggia sferzante che cadeva su Turtleback Ferry, rivedere jakardros e i suoi compagni, e avere la rassicurazione che almeno qualcuno delle Frecce Nere era sopravvissuto aveva risollevato il morale degli abitanti della piccola città. Immediatamente, il sindaco aveva chiesto di dare un'occhiata ai tre sopravvissuti dell'ordine, per assicurarsi che non avessero contratto qualche malattia. Rukus e Gukkor avevano preferito sistemarsi in una baracca abbandonata alla periferia della città, in modo da restare ben riparati dalla pioggia e al tempo stesso non scatenare il panico a causa del loro aspetto e della loro natura di mezzi-ogre. Per quanto riguardava il gruppo di avventurieri che li aveva salvati, i ringraziamenti e le congratulazioni erano fioccati da tutte le parti, ed era passata qualche ora prima che finalmente, a notte fonda, il gruppo potesse riunirsi con le Frecce Nere nella locanda dove Yan e gli altri avrebbero passato la notte.

"Accidenti... credevo che non saremmo più venuti fuori, da tutti quei festeggiamenti!" commentò Eli. La maga cercò come poteva di sistemarsi i capelli ormai pregni di umidità e si aggiustò il cappello prima di cominciare il discorso, rivolta ai tre ranger sopravvissuti. "Okay, signori... mi rendo conto che è un po' presto, visto che siamo da poco tornati da quella casa degli orrori, ma... temo di avere bisogno di farvi delle domande. Comandante Jakardros, posso rivolgerle a lei?" 

"Tecnicamente, non sarei io il comandante delle Frecce Nere, ma finchè non avremo scoperto cosa è successo al comandante di Forte Rannick... sì, il leader sono io per via del mio rango." volle correggerla Jakardros. L'uomo si sgranchì una spalla, ancora indolenzita per i rigori della prigionia. "Ma questo è un altro discorso. Tutto è cominciato quando io, Vale e Kaven eravamo in perlustrazione. Era il nostro turno di fare il solito giro di controllo e fare in modo che gli ogre e i troll del Monte Uncino non sconfinassero da noi... e di recente, quelle bestiacce si erano mostrate fin troppo audaci."

Shalelu annuì. Non erano gli avversari con cui aveva avuto più spesso a che fare, ma sapeva bene quanto pericolosi potessero essere gli ogre, e soprattutto i troll.

"Questa volta, però... ci sono state delle complicazioni." continuò Jakardros. "La nostra pattuglia è stata aggredita da una coppia di troll. Io e i miei compagni qui presenti siamo riusciti ad avere la meglio su quei bastardi, ma non abbiamo potuto arrivare a Forte Rannick in tempo... prima che un piccolo esercito di ogre apparisse all'improvviso dal Monte Uncino e si riversasse sul nostro quartier generale come furie cieche. Abbiamo... abbiamo visto da lontano il massacro che quei bruti senza cervello hanno compiuto, e non abbiamo potuto fare niente per salvare i nostri compagni!"

Frustrato, il ranger sbattè un pugno sul tavolo di legno duro e riprese fiato, poi proseguì il racconto. "Avrei... avrei voluto gettarmi in mezzo a quei dannati ogre... e ammazzarne il più possibile prima di essere ucciso." affermò. "Ma... non avrei fatto altro che morire inutilmente. Abbiamo cercato di arrivare a Turtleback Ferry ed avvertire il resto della popolazione. Speravamo che forse, se fossero stati mandati rinforzi da Magnimar, avremmo potuto riprendere Forte Rannick e scacciare via gli ogre. Ma... eravamo stanchi ed indeboliti dopo quella lunga marcia, e quando quei dannati mezzi-ogre ci sono saltati addosso e ci hanno aggredito, siamo riusciti appena ad opporre un po' di resistenza. L'unico motivo per cui non ci hanno uccisi subito era perchè volevano consegnarci vivi a Jaagrath, il patriarca degli ogre che hanno preso Forte Rannick." 

"Certo, tecnicamente, è stata un po' una fortuna nella sfortuna." intervenne Kaven, un po' nervosamente. "Così almeno noi siamo sopravvissuti. Tutti gli altri membri delle Frecce Nere che in quel momento erano al Forte... beh, preferisco non pensare a quello che gli ogre gli hanno fatto."

Jakardros guardò Kaven con la coda dell'occhio buono... e per un attimo, Shalelu ebbe l'impressione che il patrigno disapprovasse di ciò che aveva detto il suo compagno.

"Ma quello che mi dà più da pensare..." continuò Jakardros. "...è il tempismo di questo attacco. Quei bruti senza cervello hanno attaccato con delle tattiche troppo precise. Gli ogre sono degli ammassi di muscoli. Non c'è un briciolo di logica o senno in quello che fanno. Invece, in questo caso, era come se sapessero perfettamente dove attaccare, quando era il momento giusto, quanti soldati erano assegnati a quali postazioni, di quali armi disponessimo..." Si interruppe e si chiuse in un cupo silenzio... ma a questo punto, le implicazioni erano ben chiare, e lasciarono Yan e i suoi compagni agghiacciati.

"Volete dire... che qualcuno delle Frecce Nere ha tradito." sussurrò cupamente Reji.

"Esatto. E' questo che temiamo." rispose Vale, il taciturno omaccione di colore.

"L'attacco era troppo perfetto, sia come esecuzione che come tempistiche... perchè qualsiasi altra spiegazione abbia senso." aggiunse Kaven, grattando nervosamente il tavolo con un dito. "Gli ogre saranno anche degli idioti, ma sono idioti che possono essere addestrati."

"Se questi ogre sono stati in grado di travolgere l'intera guarnigione delle Frecce Nere... non credo che tre uomini in più o in meno avrebbero fatto una gran differenza. Soprattutto se come avete detto voi c'è stato un tradimento." affermò Eli, comprendendo che Kaven aveva fatto un discorso sensato. "E poi... Kaven non ha torto, è stata in effetti una fortuna. Ora... grazie alla vostra conoscenza di Forte Rannick, possiamo elaborare un piano per eliminare quei dannati ogre e dare il benservito a quel Jaagrath che ha commesso questo massacro!"

Vale annuì con aria compiaciuta. "Bene. Non vedo l'ora. Ma ci sarà bisogno di un piano."

"Certamente, non possiamo sperare di vincere attaccando Forte Rannick così, senza criterio." volle aggiungere Kaven. "Credo che... avremo bisogno di tempo per... elaborare un piano che possa riuscire, e anche di rinforzi!"

"Non volevamo certo partire subito, e senza neanche essere sicuri di essere in piena forma." rispose Nualia. Vide Kaven che si rilassava, come tirando un sospiro di sollievo. "Intanto... potremmo tentare di inviare un dispaccio a Magnimar, per avvisarli della situazione e chiedere se possono mandare altre truppe a Forte Rannick?"

"Temo che non sia una buona idea, Nualia." rispose Yan dopo averci pensato su. "Ho l'impressione che il buon vecchio sindaco Haldmeer non sarebbe molto contento di mandare altri soldati qui."

"Temo anch'io che non sarà tanto semplice. E poi, con il maltempo che si è abbattuto su questa regione, ho paura che ci vorrebbe troppo tempo per raggiungere Turtleback Ferry e organizzare un attacco contro Forte Rannick." continuò Shalelu. "No... temo che almeno su questo, dovremo cavarcela da soli."

Kaven deglutì e strinse un bicchiere di idromele mezzo vuoto. "State dicendo... che dovremo assalire Forte Rannick da soli? Vedercela con tutta quell'orda di ogre assassini?" mormorò. "Questa... questa è pazzia! Non... non possiamo sperare di vincere contro quei bestioni con un attacco diretto! Sarebbe un suicidio!"

"Ha detto la parola giusta, signor Windstrike. Un attacco diretto." rispose Eli. Con un sorriso acuto, la mezzelfa si aggiustò gli occhiali, sulle cui lenti brillò per un attimo una luce un po' inquietante. "Esatto, un attacco diretto sarebbe un suicidio. Ma se non abbiamo i numeri e la forza fisica degli ogre, possiamo ovviare con la tattica e la strategia. Dobbiamo farci un'idea di come è fatto Forte Rannick, quali sono le sue difese, quanti ogre ci sono... da che punti ci si può infiltrare... E visto che abbiamo i tre membri superstiti delle Frecce Nere con noi, credo che ci possiamo fare una buona idea della posizione e della struttura di Forte Rannick."

Vale, che fino a quel momento era stato per lo più in silenzio, sembrò animarsi di colpo, e una luce entusiasta brillò nei suoi occhi scuri. "E su questo punto... potete contare su di me! Non faccio per vantarmi, ma ho un certo pallino per l'ingegneria, e ho passato un bel po' del mio tempo libero ad esplorare Forte Rannick. Lo conosco bene... al punto che credo proprio di potervene fare una mappa, anche se un po' approssimativa, e indicare quelli che secondo me sono i punti deboli del luogo." affermò.

"Sarebbe perfetto, signor Kamros!" affermò Misia. "Quindi, se sappiamo con abbastanza precisione come e dove attaccare quei bestioni, come loro hanno fatto con voi, allora abbiamo delle concrete possibilità di vittoria!"

Jakardros fece un cenno con la testa e si permise un piccolo sorriso. Sì, forse sarebbe stato possibile. Era da tanto tempo che non provava una simile determinazione e non si sentiva così speranzoso... ma forse, si disse, adesso avevano qualche possibilità.

"Resta il fatto... che gli ogre sono comunque più forti e più numerosi di noi." continuò Jolan. "Non per spegnere il vostro entusiasmo, ma... anche se riuscissimo a sferrare un attacco a sorpresa iniziale, gli ogre verranno a prenderci... e allora dovremo fare i conti con un branco di bestioni che non si fermeranno di fronte a niente pur di prenderci e farci a pezzi."

"Proprio per questo dobbiamo ridurre quanto più possibile il numero di ogre presenti a Forte Rannick prima che si riorganizzino e ci attacchino." rispose Nualia. "Ma... Jolan ha ragione, ad un certo punto dovremo misurarci con gli ogre sul loro piano, invece che sul nostro. E allora sì che saremo in svantaggio."

"Ci serve un po' più di potenza distruttiva, dite? Beh... non che io possa darvi torto." rispose Eli pensandoci su. "Vedrò se Rukus e Gukkor ci potranno dare una mano in questo senso... o se magari sanno qualcosa che può aiutarci. Reji, puoi andare tu a parlare con loro?"

"Nessun problema. Ormai credo che Rukus non abbia più alcuna tentazione di fare colpi di testa." rispose Reji. "E anche se dovesse tentare, posso sistemarlo da sola."

"Bene. Allora domani partiremo per Forte Rannick. La prima cosa da fare sarà raccogliere quante più informazioni possibile, e pianificare attentamente un attacco. E per questo avremo bisogno anche del vostro aiuto... mi rendo conto che non sarà facile, e che ci sarà da rischiare la vita." disse Eli, rivolta ai tre membri superstiti delle Frecce Nere.

Vale alzò le spalle. "Sapevo quali erano i rischi il giorno in cui mi sono arruolato." affermò. Anche Jakardros e Kaven annuirono, per dire che erano pronti ad intraprendere quella che si preannunciava come una missione molto pericolosa.

"Va bene. Allora sappiamo quale sarà la nostra prossima mossa." disse Eli. Fece un cenno ad ognuno dei suoi compagni, con l'intenzione di dare loro l'idea di quanto sarebbe stata importante e difficile la parte successiva della loro missione. "Yan, tu non dimenticare di farti rimuovere la maledizione di quella grassona. Misia, Nualia, avremo bisogno anche dei vostri incantesimi, oltre che dei miei. E soprattutto, domattina ognuno si procuri quante più armi a distanza possibile. Archi, balestre, fionde, qualsiasi cosa purchè permetta di colpire a distanza. Meglio ancora se è incantata. Gli ogre favoriscono di gran lunga lo scontro corpo a corpo, e dobbiamo cercare per quanto possibile di negare loro questo vantaggio."

"D'accordo, Eli. Vedrò anch'io di procurarmi qualcosa di efficace." rispose Reji. Yan aveva l'arco che una volta era stato del bugbear Bruthazmus, e sia Shalelu che il suo patrigno erano abili arcieri, ma lei e Nualia avrebbero probabilmente avuto bisogno di qualcosa di più efficace da usare sul lungo raggio. "Anche tu, Nualia. Se i tuoi incantesimi non dovessero essere sufficienti, è meglio che ti procuri qualcosa per attaccare a distanza."

La aasimar disse di sì con la testa, senza pronunciare parola.

"Va bene." concluse Yan, massaggiandosi la fronte in segno di stanchezza. "Visto che questi sono i piani per domani, siamo d'accordo. Adesso direi di mangiare qualcosa e poi andare dritto a dormire. Ho l'impressione che domani sarà una giornata... molto impegnativa."

Nualia sorrise lievemente e appoggiò la mano rimasta normale sulla schiena del suo amico d'infanzia, e ognuno dei presenti si disse d'accordo. Dopo una spedizione così stancante, e in previsione di una giornata forse ancora più faticosa, l'idea di una notte di riposo non suonava per niente male.

"Okay... io vado dai miei cugini. Vorrei approfittare di questa occasione per passare un po' di tempo con loro." disse Jolan. La guida halfling si alzò dal tavolo e fece un inchino ai suoi compagni. "Comunque, ci vediamo qui domattina. Sarò puntuale."

"Okay, Jolan. A domattina." rispose Misia. Il gruppo diede la buonanotte al loro compagno, che salutò cortesemente e uscì dalla taverna. Pioveva ancora, quindi Jolan si alzò la mantellina sulla testa e si affrettò verso la casa dei suoi cugini, usando la sua vista acuta per orientarsi nell'oscurità.

"Maledizione, questo tempaccio comincia a preoccuparmi." pensò l'halfling. "Se dovesse continuare così... beh, non vorrei che si verificasse un'alluvione. Per la gente di Turtleback Ferry, sarebbe un disastro..."

 

oooooooooo

 

Poco dopo, in casa Hearthfire, Jolan era seduto attorno al focolare assieme ai suoi cugini, raccontando loro quello che lui e i suoi compagni avevano visto nel corso della loro avventura. Drelb e Makaya erano rimasti senza fiato quando Jolan era arrivato al punto della battaglia contro i Graul... e in particolare, quando Jolan aveva raccontato loro dell'esperienza alquanto raccapricciante di essere stato ingoiato vivo da un mostro vegetale, ed esserne uscito con le sue stesse mani.

"Sei... davvero incredibile, Jolan. Sembra quasi che tu non sappia cos'è la paura!" scherzò Makaya, nascondendo la sua ansia per il cugino. "Ora quando parliamo con i nostri concittadini, possiamo vantarci che il nostro cuginetto di Sandpoint ha aiutato a sistemare i Graul una volta per tutte!"

"Hahahaaa! Puoi dirlo forte, sorellina!" replicò Drelb. "E grazie a te e ai tuoi compagni per aver tolto di mezzo i Graul. Tutti avevano paura di quella famiglia di mezzi-ogre assassini, e adesso se non altro la gente non avrà più tanta paura di avventurarsi nei dintorni."

Jolan ridacchiò a sua volta. "E' già qualcosa... anche se sono ancora preoccupato per quei dannati ogre che hanno occupato Forte Rannick. Ma non preoccupatevi, io e i miei amici non daremo loro il tempo di organizzarsi e di attaccare il vostro villaggio. La prima cosa che faremo domani sarà andare a Forte Rannick e formulare un piano per fermarli, una volta per tutte." affermò. "Piuttosto... sono un po' in ansia per questa pioggia. Già quando siamo arrivati, il tempo era bruttino... e adesso sembra quasi che non smetta più di piovere."

"In effetti, questa pioggia è una gran bella seccatura..." disse Drelb. Con un attizzatoio, mosse le braci in fondo al focolare e ravvivò il fuoco. "La fortuna è che il Guado del Teschio riesce ancora ad arginare la Fossa Storval, ma non vorrei che questi rovesci perdurassero ancora a lungo. Il Guado del Teschio è una diga efficace, ma neanche quello può durare per sempre."

Anche lei preoccupata come il fratello, Makala annuì. "Purtroppo è vero. Se la Fossa Storval dovesse straripare, l'inondazione potrebbe essere disastrosa per la nostra città... per non parlare del fatto che potrebbe liberare il Magga Nero." affermò.

Jolan sbattè gli occhi. Ecco un nome che non aveva mai sentito prima. Sapeva del Guado del Teschio, l'antica diga, risalente ai tempi dell'Impero di Thassilon, che teneva Turtleback Ferry al sicuro dalle acque limacciose del lago chiamato Fossa Storval... ma non aveva mai sentito parlare di questo Magga Nero. "Hm? Scusa, Makala, chi è che potrebbe essere liberato?" chiese.

"Magga Nero, un orribile mostro che vive negli abissi della Fossa Storval." rispose Makala con un fremito di paura nella voce. "Dicono che sia immortale, che sia più antico di molti dei nostri dei e che possa invocare le tempeste per trascinare vittime nel suo mondo senza luce. E se la Fossa Storval dovesse straripare per davvero... se le sue acque dovessero invadere la nostra città... non oso nemmeno pensare al massacro che Magga Nero compirebbe!"

"Andiamo, Makala... questa storia del Magga Nero è una bufala che si sono inventati! Uno spauracchio per i bambini, niente di più." affermò Drelb. "Già se il Guado del Teschio non reggesse più, saremmo nei casini... oltre che nell'acqua... fino al collo. Non mi va di stare qui a pensare ad un mostro che probabilmente è tutta un'invenzione."

"Spero che sia come dici tu, Drelb." rispose la sorella con un sospiro.

Jolan fece scorrere il suo sguardo dall'uno all'altro dei suoi cugini. "Non li invidio davvero... vivere qui a Turtleback Ferry, con i tempi che corrono, dev'essere un'esperienza stressante. Già hannno l'ansia di dover lavorare per sfamarsi, e questo tempaccio che potrebbe avere conseguenze nefaste per tutti... Ma adesso che le Frecce Nere sono state decimate, e che quei dannati ogre possono venire a rapinare e ad uccidere quando vogliono, hanno una preoccupazione in più. Drelb mi diceva di quella casa da gioco che è scomparsa nel lago Claybottom... la Paradiso, se non ricordo male... non mi sorprende che un luogo come quello fosse diventato così popolare. In un posto come questo, è il modo migliore per mettere da parte i propri problemi."

"Beh, inutile arrovellarsi tanto su quello che potrebbe accadere. Io e i miei compagni faremo tutto il possibile per mandare via gli ogre da Forte Rannick, ma temo che non ci sia molto che possiamo fare contro la pioggia e il clima." rispose infine. "Quello che possiamo fare per ora è cercare di risolvere i problemi che siamo in grado di risolvere... e prepararci il meglio possibile per quelli per cui non si può fare niente."

"Andrete di nuovo a rischiare l'osso del collo..." commentò Drelb con evidente preoccupazione. "Jolan, non voglio cercare di dissuaderti, anche perchè so che i tuoi compagni contano anche su di te, e che il tuo aiuto sarà indispensabile perchè tutti sopravvivano... ma stai attento. Già affrontare i Graul è stata una pazzia... e adesso andate a mettervi contro un'intera fortezza di ogre."

"Comprendo le vostre preoccupazioni." rispose Jolan con un sorriso sottile. Poi, con sicurezza, estrasse due dei suoi coltelli e li affilò l'uno sull'altro, provocando un acuto suono metallico. La luce del focolare si riflettè sulle lame tirate a lucido dei pugnali.

"Ma state tranquilli. Non saremo noi a farci ammazzare."

 

oooooooooo

 

Per essere un rifugio di fortuna, il casolare abbandonato in cui Rukus e Gukkor avevano passato la notte non era poi tanto male, notò Reji mentre i due mezzi-ogre le permttevano di entrare. Certo, c'erano segni di incuria, e un odore di muffa e di chiuso permeava molte stanze... ma dopo aver visto la fatiscente dimora dei Graul, anche quel luogo normalmente scomodo sembrava una stanza d'albergo di lusso. Il gruppo aveva provveduto a fornire loro dei giacigli e delle coperte per la notte, e i due mezzi-ogre si erano accomodati, riparandosi dalla pioggia e accendendo un fuoco nel camino.

In quel momento, Gukkor e Rukus stavano discutendo con Reji per quanto riguardava la sua domanda...

"Hm? Vorresti chiederci... se sappiamo di qualcuno che può aiutarvi?" chiese stupefatto Gukkor. "Non volete chiedere direttamente a noi?"

Reji sospirò e appoggiò la schiena al muro, poi strizzò via l'acqua dai suoi lunghi capelli corvini. "Non vogliamo che voi due rischiate la vita in un assalto ad una fortezza piena di ogre. Non sarà uno scherzo vedersela con quei bruti." spiegò. "Perciò, piuttosto che coinvolgere voi in una battaglia pericolosa, volevamo chiedervi se conoscevate qualcuno a cui potremmo rivolgerci. Qualcuno di abbastanza forte da poter fare la differenza."

Gukkor si grattò il mento mentre pensava a qualche idea... ma fu Rukus ad anticiparlo. "Allora... credo che dovreste parlare con Razmus." affermò.

La monaca sbattè gli occhi e inclinò la testa da un lato. "Razmus?" ripetè.

Il pingue mezzo-ogre fece un cenno di assenso. "Sì... Razmus. E' un gigante delle colline che vive nella Valle degli Alberi Infranti, non molto lontano da Forte Rannick." spiegò. Vedendo l'espressione poco convinta del fratello e di Reji, Rukus si schiarì la voce e riprese a spiegare. "Sì... so che sembra molto strano, ma lui è diverso da molti altri giganti delle colline. Lui è un tipo più cordiale, e a volte si presta come mercenario per certi lavoretti. Promettetegli una ricompensa abbastanza buona, e lui vi darà una mano."

"Capisco..." disse Reji, ancora non del tutto sicura. I giganti delle colline erano tra i più primitivi e brutali dei Jotunn, e certo non erano conosciuti per la loro intelligenza. Tuttavia, uno come Razmus poteva essere esattamente quello di cui lei e i suoi compagni avevano bisogno per affrontare la minaccia degli ogre, e se questo avesse voluto dire rinunciare ad una parte di ricompensa, sarebbero stati soldi ben spesi. "Va bene, parlerò ad Eli di questa vostra idea. Avete bisogno di qualcosa? Siete sicuri di stare bene, in questa casetta abbandonata?"

Gukkor sfoderò un sorriso gentile che tuttavia riusciva a sembrare inquietante sul suo volto giallo ed appesantito. "Beh, in confronto al luogo in cui siamo vissuti fino ad adesso... questo mi sembra un paradiso!" affermò.

"Sì... devo ammetterlo, rispetto alla nostra fattoria... qui ci sentiamo meglio." ammise Rukus, un po' riluttante. "Almeno non dobbiamo più avere paura dei nostri fratelli o di nostra madre."

"D'accordo..." rispose Reji. La ragazzina cercò nella sua bisaccia e tirò fuori alcune pagnotte ancora croccanti. "Ma almeno permettetemi di darvi qualcosa da mettere sotto i denti. Così una volta tanto non dovete accontentarvi di sgranocchiare un po' di selvaggina o di verdura. Che ve ne pare?"

I due mezzi-ogre presero le pagnotte e le guardarono stupiti prima che Gukkor ne mordesse una e cominciasse a sgranocchiare il pane fragrante con evidente compiacimento. "AAaaah, delizioso!" esclamò estasiato, e si leccò le labbra per non farsi scappare neanche una briciola. "Provalo anche tu, fratellone! Non ho mai mangiato niente di simile!"

Rukus storse il naso, non abituato a quella sorta di cibo. Infine, si convinse e azzannò la prima delle sue pagnotte con un soddisfacente rumore di pane sbriciolato. Il sapore piacque molto anche a lui, e il mezzo-ogre dalla pelle grigiastra cominciò a divorarlo con gioia.

"Mi sembra di capire... che è di vostro gradimento!" affermò soddisfatta Reji, la cui voce era quasi soffocata dal rumore che facevano Gukkor e Rukus mentre divoravano il pane. Gukkor interruppe per un attimo la sua abbuffata giusto per fare il segno dell'okay alla ragazzina Tian, poi rivolse nuovamente la sua attenzione alle pagnotte... e al suo pasto.

  

 

oooooooooo

 

La mattina dopo, la pioggia era cessata, ma il clima era ancora umido e sgradevole mentre l gruppo si preparava ad affrontare la loro nuova spedizione.

"Okay, Yan. Resta fermo e lascia fare a me. Adesso provo a rimuovere quel maleficio." disse Nualia. La aasimar appoggiò delicatamente una mano sulla fronte del suo amico, che a sua volta chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ignorando la sgradevole sensazione delle articolazioni bloccate. Nualia si concentrò e fece appello alla sua nuova divinità per rimuovere l'afflizione dallo spadaccino, e nel giro di pochi secondi, una tenue luce azzurrina si accese attorno a lei.

"Misericordiosa Sarenrae, concedimi di aiutare questo giovane dall'animo nobile e di liberarlo dal male che lo affligge, nel tuo nome." Dopo che Nualia ebbe pronunciato queste parole, una scarica di energia sacra penetrò nel corpo del giovane Yan, che strinse i denti e strizzò gli occhi nel momento in cui il dolore alle articolazioni si intensificò per qualche istante. Pensò che si trattasse dell'effetto della magia divina di Nualia che cercava di contrastare la maledizione di Mamma Graul, e restò seduto al suo posto cercando di non muoversi malgrado la sensazione di bruciore che gli stava attanagliando i muscoli.

Le sue mani si aggrapparono saldamente al tessuto dei suoi pantaloni, e Yan si morse il labbro quando il dolore si intensificò al punto da diventare quasi insopportabile... ma come era iniziata, la sensazione di tormento se ne andò con altrettanta rapidità, e il ragazzo rilassò i muscoli e tirò un sospiro di sollievo. Finalmente, quella maledizione se n'era andata.

"Allora, come stai, Yan?" chiese Reji, andando a dare un'occhiata al suo amico. "Ti è passata?"

Il giovane fece il segno dell'okay. "Sì, Reji... tutto bene, grazie! Quell'incantesimo è stato davvero provvidenziale. Grazie per l'aiuto, Nualia."

La aasimar, imbarazzata, guardò verso il terreno. Per ironia della sorte, adesso era in grado di fare i miracoli che la gente di Sandpoint le chiedeva una volta... e soprattutto, di farli secondo la sua volontà invece che dover seguire le imposizioni di qualcuno. "Di niente... lo sai che per te farei questo ed altro, Yan..." rispose. Si guardò la mano rimasta normale e flettè le dita - doveva ammettere che in quel momento, per la prima volta nella sua vita, era contenta del sangue angelico che scorreva nelle sue vene.

Yan si alzò e provò a fare un po' di movimenti. Tutto era tornato alla normalità, per fortuna. "Perfetto. Adesso sì che mi muovo bene. Sento che potrei affrontare un battaglione di ogre!" affermò, mentre mostrava scherzosamente un bicipite.

"Hai detto la parola giusta, ragazzo. Perchè dovremo affrontare un battaglione di ogre, se le cose vanno come immagino." disse Jakardros. Il ranger delle Frecce Nere raggiunse Yan e gli diede una pacca sulla spalla, ma nel suo tono di voce, il giovane guerriero colse la tensione e il timore che quella avrebbe potuto essere la loro ultima missione. "Comunque, come abbiamo detto, sarà meglio prima andare in esplorazione e cercare di sapere quanto più possibile sui nostri nemici."

"Sono andata a parlare con Rukus e Gukkor." continuò Reji. "E mi hanno dato una dritta che potrebbe esserci molto utile. Mi hanno parlato di un certo Ramzus, che è in pratica un mercenario che offre i suoi servigi a chi lo paga. Anche se... in effetti sarebbe un gigante delle colline. Se gli promettessimo una parte uguale di ciò che di prezioso troviamo nella spedizione, credo che sarebbe disposto ad aiutarci."

"Un... gigante delle colline? Siamo sicuri che sia una buona idea?" chiese Jolan. "Voglio dire, non per sembrare che abbia dei pregiudizi, ma non ho sentito parlare molto bene di quei bestioni."

Eli sospirò e si aggiustò il cappello. "Jolan ha ragione, Reji. Sei sicura che possiamo fidarci di quello che ci dicono di lui?"

La monaca alzò le spalle. "Io posso dirvi solo quello che mi hanno risposto Rukus e Gukkor. E se devo essere sincera, io mi fido di loro." affermò. "Certo, staremo attenti. Diamo un'occhiata a questo Razmus da distanza di sicurezza, e se ci da l'impressione di essere un tipo a posto, andiamo a parlarci e cerchiamo di metterci d'accordo con lui."

La capogruppo annuì e sorrise con decisione. "Perfetto. Ottima idea, Reji. Allora, ognuno di voi si prepari... e tra un'ora ci vediamo all'imboccatura della strada principale. Lo stesso posto da cui siamo partiti l'ultima volta. Equipaggiatevi bene, perchè non sarà un'impresa facile, e non possiamo permetterci errori." affermò.

 

oooooooooo

 

Il gruppo aveva preso a cuore gli avvertimenti di Eli. Yan e Shalelu avevano fatto scorta di frecce per i loro archi, e anche Nualia era rimasta per un po' di tempo a cercare un arco che andasse bene per lei. Reji aveva avuto la fortuna di trovare una fionda particolarmente ben costruita, che in effetti dava anche l'impressione di essere leggermente incantata - un arma semplice ma efficace che si addiceva al suo modo di combattere. Ognuno di loro aveva anche comprato un po' di oggetti alchemici e di pozioni, in modo da essere pronti ad ogni emergenza.

Una volta che ognuno fu convinto di avere l'equipaggiamento necessario, il gruppo si riunì nel punto stabilito... e prima di partire verso la loro destinazione, decisero di passare accanto alla nuova dimora di Rukus e Gukkor. Come Reji aveva sperato, i due mezzi-ogre erano sulla soglia del loro rifugio per salutare i loro salvatori e augurare loro buona fortuna. Yan non credeva che sarebbe mai stato contento di vedere due di quelle creature mostruose, ma evidentemente, la vita si era dimostrata sorprendente anche da quel punto di vista.

Rukus e Gukkor emisero una serie di esclamazioni e di incoraggiamenti mentre il gruppo passava vicino a loro, e malgrado qualche espressione un po' infastidita da parte di Jakardros e dei suoi compagni, il gruppo si sentì incoraggiato mentre proseguiva lungo la strada che portava a Forte Rannick e alla Valle degli Alberi Infranti.

Quell'incoraggiamento era più che gradito. Avrebbero avuto bisogno di tutto l'aiuto possibile per riuscire nella loro missione, pensò Yan mentre Turtleback Village si allontanava sempre di più...      

                   

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

  
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