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Autore: whateverhappened    18/09/2009    10 recensioni
"Una Burrobirra, per favore!” ordinò poi, facendo sedere le due ragazze ad un tavolo accanto al fuoco.
“N-n-non l'ho mai bevuta” constatò Andromeda, sempre balbettando per il freddo, mentre si stringeva maggiormente nel cappotto del ragazzo.
“Servirà a scaldarti.” le sorrise lui, facendola sorridere a sua volta alla vista delle fossette che si erano formate sulle guance del ragazzo.
Rosmerta, la figlia dei proprietari del negozio, portò rapidamente la bevanda e in un attimo Andromeda ne bevve metà. Si accorse subito che Ted aveva ragione: in un attimo si sentì pervadere di calore dalla testa alla punta dei piedi.
“Tieni anche questa!” le disse Ted avvolgendole al collo la sua sciarpa “Va meglio?”
“S-sì, grazie.” rispose semplicemente Andromeda, mentre percepiva nuovamente il calore di prima, ma sul volto. Improvvisamente aveva caldo, molto caldo.
[...] Osservò la nonna posare una bottiglia accanto ai fiori che aveva portato per il nonno, era un gesto che faceva ogni anno, ma che lui non era mai riuscito a capire.
“Nonna, ma perché porti sempre la Burrobirra?” le chiese un po' timoroso, aveva paura che Andromeda gli dicesse che non erano fatti suoi, invece lei gli sorrise dolcemente.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Drinks and Memories.'
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Viva Forever






Una giovane ragazza camminava imbronciata lungo i corridoi dell'antico castello, le braccia strette al petto ad indicare quell'arrabbiatura che l'aveva colpita pochi minuti prima, quando sua sorella aveva avuto la simpatica idea di darle della “bambina immatura”. A casa le dispute fra le due sorelle erano all'ordine del giorno e anche quando le ragazze si trovavano ad Hogwarts non si lasciavano sfuggire alcuna occasione per litigare. Quel giorno la discussione era nata a causa delle amicizie di Andromeda, che la sorella maggiore riteneva sconvenienti e poco adatte alla loro posizione sociale. La giovane non riusciva a capire per quale motivo avrebbe dovuto smettere di vedere tutta la gente che frequentava, ma quando chiedeva spiegazioni alla sorella quella le rispondeva seccamente che era troppo piccola per capire, che avrebbe solamente dovuto smettere di fare i capricci e ascoltarla. Ogni volta Andromeda si alterava moltissimo con la sorella, lei non era affatto piccola, aveva tredici anni!
“Antipatica!” mugugnò fra sé e sé mentre continuava a camminare, ignorando completamente tutto ciò che la circondava. Odiava sua sorella quando si atteggiava a gran donna, in fondo aveva solamente due anni più di lei, non aveva diritto di trattarla in quel modo!
“Perché non mi ignora e basta? No, lei deve fare quella che sa tutto e mette il becco in tutto!” continuava a borbottare, incurante degli sguardi dubbiosi che gli studenti che incontrava sul suo cammino le riservavano.
“Andromeda!” la ragazza si sentì chiamare all'improvviso da una voce ben conosciuta, una di quelle che secondo sua sorella avrebbe dovuto ignorare con tutta se stessa.
“Daisy!” rispose invece, sorridendo alla sua migliore amica, una studentessa di Tassorosso del suo stesso anno.
“Che hai? Hai litigato ancora con tua sorella?” le chiese quella, capendo immediatamente dal broncio cosa era accaduto.
“Sì” borbottò quella in risposta “Bellatrix ha di nuovo da ridire su tutta la mia vita! Vorrei proprio sapere perché a Cissy non dice mai nulla!”
“Perché far arrabbiare te è uno spasso!” ridacchiò Daisy in risposta, osservando divertita lo sguardo sbigottito di Andromeda.
“Bell'amica” borbottò quella in risposta “Non sei simpatica, sai?” Daisy le mostrò un gran sorriso.
“Vieni ad Hogsmeade?” le chiese poi, deviando totalmente il discorso. Andromeda la osservò dubbiosa, l'amica aveva il brutto vizio di saltare le connessioni fra un argomento e l'altro, lasciandola spesso spiazzata.
“Hogsmeade?” le domandò poi, alzando un sopracciglio per palesare i suoi dubbi.
“Sì! Dai, ci sarà anche mio fratello! Mi ha promesso che sarebbe venuto a trovarmi!”
“Tuo fratello? Quello che si è diplomato l'anno scorso?”
“Certo, è l'unico fratello che ho! Dai, Dromeda, vieni con me! Sono certa che ti divertirai!”
Andromeda avrebbe voluto rispondere che no, non aveva affatto voglia di andare con lei in mezzo a tutta quella gente che affollava il piccolo villaggio magico durante le uscite previste nel calendario, che non aveva affatto voglia di prendersi una polmonite per il freddo di quella giornata solamente per farla contenta e rivedere suo fratello, quel ragazzo con cui sì e no aveva scambiato tre parole in passato. Tre parole durante un litigio, ben inteso, perché Andromeda detestava con tutta se stessa il fratello della sua migliore amica. Se c'era una sola cosa di cui era certa in quel momento era che mai si sarebbe divertita quel pomeriggio.
“Certo” rispose invece, con tutta la grazia nel mentire che solo un Black può avere. Daisy sarebbe stata in debito di un grosso favore, perché quel pomeriggio Andromeda le avrebbe regalato la migliore interpretazione di ragazza felice che lei avesse mai visto. Non sapeva bene perché lo stesse facendo, forse era solo troppo tempo che non metteva in piedi un teatrino, o forse voleva semplicemente che almeno la sua migliore amica fosse contenta quel giorno.
Esultante, Daisy la trascinò fuori dal castello incurante del fatto che Andromeda indossasse solamente la divisa della scuola. Ovviamente si sarebbe ammalata, constatò con seccatura la giovane Black. Fortunatamente per lei pareva che l'amica non vedesse l'ora di raggiungere il villaggio e la camminata veloce le permise di scaldarsi in minima parte, ma quando arrivò al villaggio era comunque ridotta a ghiacciolo umano.
“Daisy!” una voce maschile chiamò la ragazza dai Tre Manici di Scopa, il pub più importante di Hogsmeade.
“Ted!” rispose allegra quella, riconoscendo immediatamente il fratello e correndogli incontro.
“Andromeda?” domandò lui dubbioso dopo aver abbracciato la sorella, quando il suo sguardo cadde su quella figurina assiderata alle spalle di Daisy “Ma sei matta ad uscire senza mantello con questo tempo?”
“T-t-tua sorella” balbettò lei in risposta, incenerendo con lo sguardo l'amica, che solo in quel momento parve accorgersi del vestiario di Andromeda.
“Vieni dentro!” rispose il ragazzo, prendendola per il polso e mettendole sulle spalle il suo cappotto “Rosmerta, una Burrobirra, per favore!” ordinò poi, facendo sedere le due ragazze ad un tavolo accanto al fuoco.
“N-n-non l'ho mai bevuta” constatò Andromeda, sempre balbettando per il freddo, mentre si stringeva maggiormente nel cappotto del ragazzo.
“Servirà a scaldarti.” le sorrise lui, facendola sorridere a sua volta alla vista delle fossette che si erano formate sulle guance del ragazzo.
Rosmerta, la figlia dei proprietari del negozio, portò rapidamente la bevanda e in un attimo Andromeda ne bevve metà. Si accorse subito che Ted aveva ragione: in un attimo si sentì pervadere di calore dalla testa alla punta dei piedi.
“Tieni anche questa!” le disse Ted avvolgendole al collo la sua sciarpa “Va meglio?”
“S-sì, grazie.” rispose semplicemente Andromeda, mentre percepiva nuovamente il calore di prima, ma sul volto. Improvvisamente aveva caldo, molto caldo, ma non spostò di un millimetro il cappotto del ragazzo, sempre posato sulle sue spalle.
“L'ho sempre detto che la Burrobirra fa miracoli!” rise apertamente Ted.

~*~


Le strade del piccolo cimitero erano deserte, nessuno si era azzardato ad uscire di casa quel giorno in cui solo a guardare fuori dalla finestra si poteva percepire quel freddo che da qualche settimana aveva iniziato a farsi eccessivamente pungente. Tutti avevano preferito rimanere davanti al camino, magari con in mano una tazza di buona cioccolata, ma non Andromeda. La donna, ormai anziana, camminava spedita sorpassando lapidi di persone fin troppo note, trascinandosi dietro un bambino avvolto in almeno due cappotti e tre sciarpe. Il piccolo la seguiva senza discutere, sapeva dove stavano andando, la nonna ci andava ogni anno lo stesso giorno.
Il bambino si fermò istintivamente quando raggiunse il luogo verso cui si stavano dirigendo, sapeva che la nonna aveva rallentato il passo qualche metro prima. Era così ogni anno: la nonna lo svegliava molto presto al mattino e facevano insieme la colazione, sempre molto in fretta, quindi raggiungevano con la Metropolvere un locale per maghi nelle vicinanze. Una volta arrivati Andromeda iniziava a trascinare il nipote, quasi presa da frenesia, ma arrivati vicini alla zona dei deceduti durante la Seconda Guerra Magica la donna cominciava a rallentare il passo, come se non volesse arrivare a destinazione.

Theodore Christopher Tonks. 25 Giugno 1948 – 17 Marzo 1997.


Per la prima volta nella sua vita Teddy leggeva da solo il nome del nonno, sepolto sotto quella lapide di pietra. La zia Hermione gli aveva insegnato a leggere solamente pochi mesi prima, ancora non era molto capace, ma era contento di non dover chiedere ancora alla nonna di dirgli quel nome. Lui era un bambino, ma sapeva benissimo che Andromeda soffriva moltissimo nel visitare la tomba del marito.
“Ti avrebbe voluto molto bene” gli disse la nonna, raggiungendolo alle spalle e accarezzandogli la testa con affetto “Quando ha saputo che saresti nato era entusiasta!”
Il bimbo non rispose, limitandosi a sorridere mentre i suoi capelli da neri diventavano castano chiaro. Osservò la nonna posare una bottiglia accanto ai fiori che aveva portato per il nonno, era un gesto che faceva ogni anno, ma che lui non era mai riuscito a capire.
“Nonna, ma perché porti sempre la Burrobirra?” le chiese un po' timoroso, aveva paura che Andromeda gli dicesse che non erano fatti suoi, invece lei gli sorrise dolcemente.
“É per mantenere per sempre vivo il nonno.” rispose enigmatica, prendendolo poi per la mano e incamminandosi verso casa.
Nascoste da una vecchia sciarpa indossata solo una volta l'anno le labbra di Andromeda si piegarono in un sorriso amaro, mentre una lacrima solcava la sua fredda guancia.








































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