Una vibrante voce femminile riempie la stanza, accompagnata da una orchestra.
− Questa è la mia aria preferita…  − mormori, commosso.
Il mio sguardo si fissa sulla tua esile figura, mentre si alza dalla sedia. Andrew, perché perdi tempo?
Dobbiamo preparare il processo.
− E' Maria Callas… E' l'Andrea Chernier… Umberto Giordano…  Lei è Maddalena… Sta dicendo come, durante la Rivoluzione Francese, i rivoltosi diedero fuoco alla sua casa… E sua madre morì, salvandola… Lei, senti, dice… Il luogo che fu la mia culla sta bruciando. Così fui sola…  Riesci a sentire l'angoscia nella sua voce? Riesci a sentirla, Joe? − chiedi.
Con un breve cenno della testa, annuisco. Sì, non posso negarlo.
Perfino io, che nulla comprendo di opera, avverto la disperazione di queste parole.
Continuo a fissare le tue mani. Sono esili, nervose, eppure riescono a seguire il canto.
Cosa vuoi dirmi, Andrew?
− Adesso entrano gli archi… E cambia tutto quanto. La musica è invasa da una speranza… E ora cambia di nuovo. Ascolta… Ascolta. Porto sventura a chi bene mi vuole… Oh, quell'assolo di violoncello. − mormori.
Il sorriso sul tuo volto si accentua e un brivido attraversa la mia schiena. Non comprendo cosa mi stia succedendo, ma mi sento vicino a te.
Può la musica avere un simile effetto?
− Fu in quel dolore che a me venne l'amore… Una voce piena d'armonia. E dice… Vivi ancora. Io sono la verità… −
Non riesco ad allontanare lo sguardo da te. Potresti stare male, nelle tue condizioni, ma non riesco a dire una parola.
Quale forza sostiene il tuo corpo così sofferente, Andrew?
Non so perché, avverto un peso sul mio cuore e un velo di lacrime copre i miei occhi.
Ti porti una mano alla testa e, per alcuni istanti, taci. Questo sforzo ti sta provando, eppure non cedi.
Ne sono sicuro, vuoi che io comprenda qualcosa, amico mio.
Ti guardo ancora, sorpreso da questa semplice parola. Il tempo e le circostanze hanno cambiato noi stessi.
Il nostro passato, così travagliato, mi appare così lontano.
E ora mi sono accorto di non volerti perdere, anche se sarà inevitabile.
− Tutto intorno è solamente sangue e fango… Io sono divino! Io sono l'oblio! Sono il dio che scende dai cieli sulla Terra per fare della Terra un cielo… − continui.
L'estasi si dipinge sul tuo volto, umido di sudore, e io sbarro gli occhi. Come ho fatto a non capire?
Di scatto, alzi il pugno e sollevi il braccio.
− Sono l'amore… Sono l'amore… Sono l'amore… − ripeti.
Il tuo viso, in questo momento, ha un'espressione lontana e mi rivela la verità, ben più di mille, tediosi discorsi.
L'amore, nelle sue mille sfaccettature, rende la vita degna di essere vissuta.
La musica, ad un tratto, termina e tu, di scatto, aprì i tuoi occhi.
Io resto stordito, mentre il cuore martella il mio petto. La realtà, in questo momento, mi appare vuota e insensata.
Quella melodia riempie il mio cuore e io non so dare un nome a simili sensazioni.
Tuttavia, un imperativo risuona nella mia mente e io lo tramuterò in realtà.
Combatterò e trasformerò la Terra in cielo anche per te, amico mio.