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Autore: MaryFangirl    06/02/2024    0 recensioni
Sulla scia dello scorso Flufftober, ho scribacchiato altre flash fic piene di dolcezza e amore con protagonisti i miei adorabili piccoli mentecatti ^_^ lettura non idonea per chi vuole qualcosa di impegnato, con angst e trame intrecciate, consigliata invece a chi ha voglia di romanticismo e assoluta leggerezza, perché ci vuole anche quella.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il coach sta parlando. Kaede sa che dovrebbe concentrarsi ed ascoltare gli schemi che sta minuziosamente illustrando, ma è più forte di lui.
 
Non riesce a staccare gli occhi di dosso da Hanamichi. Dal suo collo, dalla sua schiena, dal suo culo.
 
Cerca di ascoltare il coach anche se tutto ciò che vorrebbe ascoltare è il suo respiro contro l'orecchio, sogna ad occhi aperti che con quelle mani grandi gli strappi la pettorina di dosso, il tessuto della t-shirt, e poi lo prenda in braccio per portarlo altrove, in un posto qualsiasi purché ci siano solo loro due.
 
Hanamichi risulta serio, sta ascoltando il mister. Con il tempo, i suoi scatti dovuti alla sua quasi totale incapacità di controllare gli impulsi sono diminuiti, è maturato, è diventato più affascinante, e Kaede sa di non essere la sua unica vittima.
 
Le fantasie sono iniziate in maniera inconscia, prima di diventare un'assoluta droga di cui Kaede non è in grado di disfarsi. È al limite dell'ossessione e se fosse una persona normale penserebbe anche di parlarne con qualcuno per sfogarsi, ma essendo strambo e asociale, non ha amici con cui aprirsi.
 
Come poter dire, poi, che, come in questo momento, spesso e volentieri immagina il suo viso trasformato in una maschera di piacere, sudato? Come spiegare di voler passare con la mano lungo il suo collo, di voler percorrere ogni centimetro del suo corpo con la lingua?
 
Nello spogliatoio, gli sembra che tutti gli lancino occhiate eloquenti, come se sapessero. Fantastico, adesso è anche paranoico.
 
Hanamichi, ignaro di qualsiasi turbamento stia affollando la mente di Kaede, sembra molto impegnato ad aprire un nuovo docchiaschiuma. Kaede lo osserva, ha solo l'asciugamano intorno ai fianchi, ma è passato un po' da quando, vedendolo uscire dalla doccia, in un momento non meglio precisato è rimasto imbambolato e con la bocca socchiusa – e un sottilissimo filo di bava – a fissarlo, pensando 'Cazzo, sono gay'. Non è solo questo. Non è solo gay, è gay per Hanamichi Sakuragi. Nessun altro gli fa lo stesso effetto. Riconosce la prestanza fisica e l'oggettiva avvenenza di altri compagni e rivali, ma non c'è niente di più.
 
Giorno per giorno, ogni volta che lo vede, il suo cuore si smarrisce da qualche parte, Kaede non sa dove. Ogni volta che lo vede, gli sembra di volare in un'altra dimensione. Sta succedendo anche ora, naturalmente.
 
Vede Hanamichi uscire con calma dalla doccia, sedendosi su una panchina, incurante che il suo corpo nudo possa uccidere qualcuno. Kaede, per inciso.
 
Kaede si sente stordito. L'ha visto nudo infinite volte, ma nei suoi sogni non si limita a guardare. Lì lo tocca, lo bacia, lo lecca, ovunque, lo ha dentro di sé, sopra di sé, sotto di sé.
 
Kaede sta litigando con l'armadietto, il dannato lucchetto sembra non volersi aprire, e all'improvviso Hanamichi è accanto a lui.
 
Ora Kaede sente chiaramente gli sguardi curiosi di tutti, mentre Hanamichi dà l'impressione di non essersene affatto accorto.
 
“Tutto bene, volpe?”
 
“N-no, questo coso non si apre...”
 
Hanamichi posa la mano sulla sua. Kaede non ha idea di come faccia, ma con un paio di movimenti netti e precisi, lo aiuta ad aprire il lucchetto. La combinazione è banalmente la sua data di nascita, e il fatto che Hanamichi lo sappia causa un piccolo maremoto nel suo petto.
 
“Grazie...”
 
Hanamichi gli fa l'occhiolino e Kaede si sente andare a fuoco, abbassa leggermente la testa, ma è ancora peggio. Hanamichi è ancora nudo.
 
Hanamichi gli solleva il viso, lo accarezza, Kaede si paralizza come una statua. Hanamichi si china appena, lo bacia.
 
Non è un bacio a fior di labbra. Hanamichi sposta la mano dietro la sua nuca, mentre subito gli cerca la lingua. Kaede non pensa, non è in grado di farlo, gli allaccia le braccia al collo e risponde al bacio. Dura tantissimo, nella solita dimensione priva di spazio e tempo che Kaede ha creato appositamente ed esclusivamente per loro due, molto in lontananza gli pare di avvertire applausi e fischi.
 
Qualcuno si schiarisce la voce, Kaede sbatte le palpebre come un cerbiatto, torna in sé.
 
Hanamichi si è allontanato e ha cominciato a vestirsi. Nessuna carezza, nessun bacio. Un'altra assurda fantasia, che è sfrecciata nella sua mente senza che potesse prepararsi minimamente. Cazzo, sta peggiorando.
 
“Rukawa, ti stai addormentando? O stai pensando a qualcuno di molto speciale?” risuona la voce di un nuovo compagno, Seto o Sato, con una punta di malizia che fa accapponare la pelle di Kaede, il quale si accerta immediatamente di non aver avuto un'erezione mentre sognava ad occhi aperti.
 
“Lascialo stare” commenta Hanamichi con un tono pacato, ma che non ammette ulteriori repliche. Questo Seto – o Sato – si è fatto subito riconoscere per l'indole che ha di stuzzicare chiunque con battute, frecciatine e provocazioni, nulla con cui valga la pena sporcarsi le mani, ma in molti si sono dimostrati insofferenti ai suoi continui pungoli, e Hanamichi, con la sua innata schiettezza che poco tollera il vago e il sottinteso, non fa eccezione.
 
Non è neanche la prima volta che Seto/Sato lancia commenti su Kaede, e non è la prima volta che Hanamichi interviene per allontanarlo e farlo smettere. Kaede sa che è totalmente pazzo a pensarlo, ma a volte gli sembra che Hanamichi sia...beh, possessivo, nei suoi confronti. Come se lui e lui solo fosse nel diritto di bisticciare con lui e rivolgergli osservazioni, ma gli altri no. E non solo con Seto/Sato, ma anche con diversi rivali nel basket che hanno incontrato sul loro cammino. Un po' come succede con i genitori o i fratelli...uno ci può litigare senza tregua e dirgliene di tutti i colori, ma gli altri non devono permettersi affatto.
 
C'è un che di familiare che gli scalda il cuore al pensiero, ma Kaede sta ben attento a non lasciar trapelare nulla. Anche se diventa sempre più difficile.
 
Fuori dagli spogliatoi, tutti si dileguano con velocità, con le divise nere sembrano tanti insetti che sgambettano via nelle loro piccole tane.
 
Kaede rimane appena indietro e, mentre passa davanti ai parcheggi delle biciclette, con sua somma sorpresa la voce di Hanamichi lo interpella.
 
“Non vedo la tua bici, volpe”
 
Kaede cerca di placarsi, il fatto che si ricordi di come sia la sua bici non significa niente, dopo due anni e mezzo è normale, specie dato che più di una volta lo ha investito.
 
“Ho avuto un piccolo incidente, deve essere aggiustata” si sente rispondere.
 
“Ti sei di nuovo schiantato contro un palo?” ridacchia Hanamichi, la fossetta sulla sua guancia causa strani movimenti nello stomaco di Kaede, per cui stringe maggiormente il borsone come uno scudo protettivo.
 
“Non proprio...uno che faceva retromarcia mi ha quasi messo sotto, ho frenato di botto e sono caduto in avanti, la bici è rimasta danneggiata più del solito”
 
Il sorriso di Hanamichi svanisce abbastanza rapidamente, le sue sopracciglia si uniscono in un'espressione inquieta.
 
“Quando è successo?”
 
Kaede alza una spalla, non volendo soffermarsi sul fatto che Hanamichi Sakuragi sembri dannatamente preoccupato. Per lui.
 
“Venerdì scorso”
 
“E tu...ti sei fatto male?”
 
“Solo un paio di graffi...il borsone ha attutito la caduta”
 
Il silenzio che segue si prolunga troppo, così Kaede si muove a disagio, facendo per andarsene.
 
“A lunedì...”
 
“Ehi, che ne dici di mangiare una pizza? Io e i ragazzi abbiamo appena scoperto un posto che le fa buonissime” dice Hanamichi nello stesso momento, ammutolendo del tutto Kaede, che trova fiato dopo infiniti secondi.
 
“C-cosa?”
 
Ok, il loro rapporto è molto più civile ora, e da parecchio...ed è anche capitato di uscire insieme al resto della squadra per festeggiare qualche vittoria o compleanno, e per quanto Kaede non possa negare di essersi smarrito troppe volte per la sua stessa salute mentale in film immaginari in cui cominciava a frequentare Hanamichi, non ha mai lontanamente immaginato potesse accadere realmente.
 
Sa che sta correndo troppo, Hanamichi ha un sacco di amici con cui esce frequentemente, ha stretto ottimi rapporti anche con i più grandi rivali dello Shohoku, da parte sua non c'è sicuramente nulla di strano nel chiedere a un compagno di squadra di mangiare un boccone insieme. Ma per Kaede, è tutto un altro discorso.
 
“Allora?” il suo sguardo limpido e onesto scaccia via la diffidenza di Kaede, non sembra trattarsi di uno strano scherzo di cattivo gusto.
 
Sente il cuore martellare nelle orecchie, quando parla teme che la sua voce non sia udibile.
 
“...non posso. Mia madre è venuta a prendermi...”
 
Hanamichi lancia un'occhiata oltre i cancelli della scuola, come a cercare l'auto in attesa.

“Ha avuto un po' paura per la scorsa settimana, si è fatta prendere dall'ansia e ha deciso di accompagnarmi...ma durerà poco, non appena la bici sarà a posto, riprenderò a venire e tornare a casa da solo” si affretta a spiegare, non volendo apparire un bamboccio che per due graffi è andato a nascondersi dietro la gonna di sua madre.
 
“Oh, capisco. Beh, domani è sabato, magari ci becchiamo per due tiri al campetto”
 
Kaede è tentato di correre in macchina da sua madre a dirle che ha dei progetti per la serata e andare con Hanamichi a mangiare questa pizza eccezionale di cui ha parlato, ma ormai gli ha detto di no e non vuole apparire disperato. Non lo è.
 
Solo un pochino, forse.
 
“Nh, ok” scrolla le spalle come se non gli importasse, non si scompone neanche quando Hanamichi sorride ancora, dandogli l'impressione di oscurare la magnifica luna che adorna il cielo.
 
“Allora ci vediamo” conclude Hanamichi, sollevando una mano per salutare e girandosi.
 
Kaede quasi geme vedendolo allontanarsi con quella camminata disinvolta e sexy, inclina la testa mentre segue fin quanto può i movimenti del suo fondoschiena.
 
Scuote il capo, avviandosi verso l'auto di sua madre.
 
“Ciao tesoro, com'è andata?”
 
Kaede mugugna, ma ovviamente sua madre lo conosce e non insiste, mette in moto sapendo che non otterrà alcuna risposta che possa definirsi umana.
 
Kaede cerca di non pensarci, ma sa già che passerà tutto il weekend al campetto sperando che Hanamichi si faccia vivo.
 
Non è disperato.
 
È solo che Hanamichi Sakuragi non è più uno con un bel corpo che ogni tanto occupa le sue fantasie adolescenziali. Kaede schiaccia la fronte sul finestrino, emettendo un lieve sospiro.
 
È molto peggio. È terrificante.
 
Se ne è innamorato.
 
Consapevole di tutto ciò, chiude gli occhi durante il tragitto. Ripensa all'invito di Hanamichi, alla specie di appuntamento per il weekend, nel campetto, al suo sorriso dolce e sincero, e sorride a sua volta.
 
La consapevolezza di essersi innamorato di Hanamichi Sakuragi è terribile, ma non può fare a meno di sentirsi felice.

 

  
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