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Autore: RKM    07/02/2024    2 recensioni
E' la peggiore Vigilia di Natale di sempre per Newton: abbandonato sia dalla Dick Torpin, che va in panne su una strada in mezzo al nulla, sia da Anathema, che lo insulta prima di lasciarlo da solo nella neve. Proprio quando pensa che peggio di così non potrebbe andare, Newton rimane coinvolto in qualcosa di molto strano...
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anatema Device, Newton Pulsifer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Rocca del Tempo Che Non Torna Più Indietro si erge minacciosa di fronte a loro. Il portone d’ingresso è serrato e i nostri tre eroi non hanno la minima idea su come aprirlo. Si avvicinano guardinghi, per ispezionarlo.

Il legno delle ante è scuro e levigato e i bordi sono ribattuti con una qualche lega dorata che brilla sinistra alla luce della luna. Non ci sono maniglie, né battenti: apparentemente, la porta può essere aperta solo dall’interno o…

“...o con qualche meccanismo nascosto” conclude Tokki, che sta ragionando ad alta voce. Newton si è inginocchiato per provare a sbirciare sotto il portone, invano.

“Ragazzi! Guardate qui!”: Tikki si è allontanata di qualche metro e sta indicando il terreno ai suoi piedi. Quando Newton e Tokki le vanno incontro, capiscono subito cosa Tikki voglia mostrargli: il terreno sconnesso e chiazzato d’erba che circonda la rocca lascia il posto a delle pietre grigie, disposte a formare un quadrato di circa 3 metri di lato. Sembrano essere le stesse pietre delle mura della Rocca.

All’interno del quadrato giacciono quelle che sembrano essere mattonelle, decorate con delle fantasie che sembrano simili tra loro, ma in realtà sono tutte diverse. Ce ne sono otto.

“Credete che significhi qualcosa…?” dice Tikki, incerta. Tokki scuote la testa, pensieroso. Newton fissa le mattonelle in silenzio per lunghi secondi, studiandone le decorazioni. “No...non può essere…”. Le due mascotte si voltano verso di lui con aria interrogativa: “Ci capisci qualcosa, PulsyTheBest?”.

Newton allarga le braccia, venendo a patti con la sua intuizione: “E’ un puzzle!”.

“Cosa intendi?”: Tokki non ha familiarità con la parola e non sa se sia una cosa buona o cattiva.

“E’ un puzzle”, ripete Newton, entusiata. “Le mattonelle possono essere disposte a formare un’immagine! Quando l’avremo risolto, magari...succederà qualcosa!”.

“Si aprirà il portone!” esclama Tikki, saltando.

“Va bene, ma come si risolve questo...pasol?” chiede Tokki, non particolarmente convinto.

“E’ un puzzle. Dobbiamo spostare le mattonelle, usando lo spazio vuoto per fare posto man mano”.

“Non ho capito niente, ma sei il campione del Mondo di Fuori e sai come tirarci fuori dai guai. Mostrami ciò che devo fare!”.

Newton vorrebbe replicare a quest’attribuzione di competenze che reputa eccessiva, ma l’urgenza ha la meglio e i tre si chinano subito a studiare i disegni sulle mattonelle. A prima vista sembrerebbe rappresentare una torre con orologio, il logo del gioco. Newton afferra il bordo di una delle mattonelle per tirarla a sé e scopre di non potercela fare: la lastra di pietra è incredibilmente pesante; solo quando Tokki si china a spingerla, i due riescono nell’impresa di metterla nella posizione corretta.

Ora però ne mancano altre sette e richiedono tutte diverse manovre. Tokki e Newton si scambiano un’occhiata incredula.

“Di questo passo, non ce la faremo mai”, osserva Newton sconsolato.

“Se queste lastre scorrono, possono anche essere sollevate, magari?”, suggerisce Tikki.

“Sì, ma...sarebbe come...barare”, risponde titubante Newton, che non si sente a suo agio all’idea di usare scorciatoie e mezzucci nemmeno nel Mondo di Fuori. Tikki però è ben determinata a mettere in pratica la sua idea e forte del suo metro e ottanta e della sua piantana massiccia, infila le dita guantate sotto una delle mattonelle e prova subito a tirare verso l’alto. Sembra quasi riuscirci: la lastra si solleva di un paio di centimetri.

Prima però che i tre possano esultare, un filo di fumo inizia ad uscire da sotto la mattonella e uno scoppio sordo ferisce le loro orecchie: Tikki viene sbalzata con violenza verso la parete della Rocca, dove si schianta con un sonoro crack.

“TIKKI!” gridano in coro Newton e Tokki, mentre corrono verso la loro amica, che è scivolata lungo la parete e giace malamente su un fianco, gli arti scomposti. Un lamento flebile giunge dalle sue labbra.

Newton si inginocchia davanti a lei; Tokki l’accarezza piano lungo la piantana, gli occhi spalancati dal terrore: una grossa crepa è ben visibile lungo il fianco e probabilmente corre anche lungo la parte posteriore.

“Tikki, ci senti? Puoi parlare?”, chiede Newton con voce tremante.

Tikki apre appena gli occhi: “Io...sì…”.

“Tokki, abbiamo dei Bonus Salute?”.

“Sì”.

“Bene. Abbiamo un Doppio Bonus?”.

“Non...non ricordo”: Tokki slaccia delicatamente la Borsa Bonus dal fianco di Tikki; la apre e inizia a rovistare all’interno, con mani incerte: “Abbiamo...un Bonus Standard, un Bonus Totale e un Bonus Infrangibile”.

 

Bonus Salute: ripristinano i contatori vita e salute del giocatore e delle mascotte

 

- Bonus Standard: ripristina metà del contatore salute del giocatore

- Bonus Totale: ripristina integralmente il contatore salute del giocatore

- Bonus Infrangibile: ripristina integralmente i contatori vita e salute del giocatore

- Doppio Bonus: ripristina integralmente i contatori salute del giocatore e della mascotte

 

“Niente Doppio Bonus?” chiede Newton incredulo, gli occhi sgranati.

Tokki continua a cercare, poi scuote la testa: “...no. Niente Doppio Bonus”.

Newton guarda Tikki, spaesato e triste: il Doppio Bonus è l’unico Bonus Salute che ha effetto anche sul contatore salute delle mascotte. Quando il contatore salute della mascotte si azzera, questa sparisce e torna a disposizione del giocatore solo quando si completa la serie di livelli che si sta giocando.

 

Tokki si porta il pugno alla bocca e soffoca un singhiozzo. Newton chiude gli occhi e pensa: deve esserci una possibilità.

D’un tratto, l’illuminazione.

“Tokki! Forse c’è un altro modo per aiutarla! Dobbiamo provare a risolvere il puzzle!”.

“Oh...forse...potrebbe valere come passaggio al livello successivo…”. Gli occhi lucidi della sveglia si accendono di speranza: contrariamente a quanto succede per il giocatore, i contatori salute delle mascotte vengono ripristinati una volta passati al livello successivo; se completano il livello in fretta, possono salvare Tikki.

“Sì, forse...forse sì!”.

“Andiamo allora! Tikki, resisti, torniamo subito!”: Tokki corre verso il puzzle, seguito a ruota da Newton, che cade letteralmente in ginocchio di fronte alle mattonelle ed elabora la sequenza più rapida di passaggi per ricreare il disegno.

I due amici tirano, spingono, corrono e incespicano, lanciando occhiate preoccupate a Tikki che giace immobile a occhi chiusi, lì dove l’hanno lasciata e cercando di convincersi che non è troppo tardi per aiutarla.

 

“Avanti Tokki...un ultimo...sforzo!” mugola Newton, ormai senza più forze, esortando la mascotte per ingiungere anche a sé stesso di resistere. L’ultima piastrella striscia piano piano in posizione e con un piccolo tup la sua corsa si conclude.

Tokki si lascia andare sul terreno, in ginocchio, esausto. Newton, con il fiatone, scivola sulla schiena: lo sforzo e la paura gli accorciano il respiro e il debito d’ossigeno gli regala mille scintille che danzano davanti ai suoi occhi.

“Perchè non succede niente?”, si chiede il ragazzo, con voce strascicata e lamentosa.

“E’ tutto inutile!”, sbotta Tokki. Non osa nemmeno alzare lo sguardo su Tikki per paura di non trovarla più lì.

 

Un cigolio sordo, profondo e potente si fa strada nelle loro orecchie, lento, inarrestabile e soprattutto vicino: i due amici spalancano gli occhi per la sorpresa e alzano le teste verso il portone, che si sta spalancando per loro, proprio come avevano previsto. Il rumore è assordante e copre anche i passi di Tikki, che incerta si avvicina ai suoi amici, incredula di essere ancora in grado di camminare. Quando i due la vedono, le saltano incontro, dimenticandosi della fatica e della stanchezza: sono di nuovo assieme e si sono guadagnati l’accesso alla Rocca del Tempo Che Non Torna Più Indietro.

 

L’interno della Rocca è buio: non c’è nemmeno una luce accesa, una fiaccola, una torcia, nulla di nulla. Non appena però i nostri varcano la soglia, tutto si illumina di una luce diffusa, proprio come quella che ha accompagnato i primi passi di Newton nel mondo di gioco. Il portone si chiude piano dietro di loro: non possono tornare indietro, devono solo procedere avanti.

Newton guarda le ante serrarsi con un misto di angoscia e terrore: se fino a quel momento aveva avuto la possibilità di tornare sui propri passi, ora la cosa è definitivamente da escludersi. Si volta a guardare il corridoio che si apre davanti a loro: un largo tappeto rosso con i bordi dorati sarà la guida per i loro passi.

Alle pareti sono appesi enormi arazzi che hanno qualcosa di familiare agli occhi di Newton: man mano che cammina, lascia scorrere lo sguardo fin dove può spaziare e ad un certo punto si ferma a fissare un pannello sul quale è inequivocabilmente ricamata una versione molto prosperosa di Lara Croft.

Newton la fissa per diversi secondi, poi finalmente capisce: tutti quegli arazzi raffigurano immagini del profilo di utenti del gioco. Questa è una Hall of Fame. Il canto del cigno del gioco. L’ultima tappa.

Un nodo gli chiude la gola, mentre i tre camminano in silenzio: qualsiasi cosa succederà, questi saranno i suoi ultimi momenti nel mondo di Kings of Time. Questo aggiornamento è stato un ultimo regalo degli sviluppatori. Non che in futuro non possa venire rilasciato qualche livello speciale, certo, non è da escludersi...ma nemmeno da sperarci.

Newton si sente il cuore gonfio: questo è il suo gioco preferito, gli ha tenuto compagnia, lo ha entusiasmato e ora lo sta anche arricchendo come non avrebbe mai immaginato. Ha provato un senso di euforia simile solo dopo aver sventato l’Armageddon. Dopo quello, lo squallore era tornato prepotente nella sua vita, nonostante la presenza di Anathema all’inizio gli avesse alleggerito quel tormento perenne che abita il suo petto, quel senso di inadeguatezza e inutilità.

A che serve aver salvato il mondo, se non lo sa nessuno oltre a te e alla tua ragazza?

A che serve essere ancora al mondo, se non riesci a viverci decentemente?

 

Il filo dei suoi pensieri autocommiserativi si spezza all’improvviso quando, senza accorgersene, i tre arrivano alla fine del corridoio: il tappeto prosegue sotto il battente di una porta chiusa.

I tre amici si guardano; sanno che dietro quella porta c’è l’Orologiaio Malvagio.

Un cenno d’intesa, qualche occhiata d’approvazione, la mano di Newton sulla maniglia: i tre non osano decidersi. Fino a questo momento, è stato tutto fin troppo tranquillo, per cui devono prepararsi al peggio e potrebbero non avere tempo di pensare a cose come...un addio. Hanno appena rischiato di perdere Tikki e la serietà della situazione è piombata su di loro come delle nuvole nere che si accumulano in fretta all’orizzonte, minacciando un temporale.

 

“Quindi...ci siamo”, comincia Newton, il braccio che quasi trema per la tensione mentre la mano stringe livida il pomello della porta.

“Sì”, prosegue Tokki.

“Ragazzi, io non so come ringraziarvi”, si inserisce Tikki. “Sono tanto contenta di aver vissuto tutto questo con voi!”.

“Anche io”, risponde Newton, con voce rotta, la bocca piegata in una smorfia.

“PulsyTheBest”: Tokki mette la sua manina guantata sulla mano di Newton. “E’ stato un grande onore giocare insieme a te, campione del Mondo di Fuori. Comunque vada, porterò sempre con me il ricordo di quest’avventura”.

“Anche io”: Tikki pone la propria mano in cima alle altre due. “Grazie ancora per avermi salvata, non lo dimenticherò”.

“Grazie a voi. Nemmeno io dimenticherò mai tutto questo”, replica Newton. “Ve lo prometto”.

Con un movimento deciso del polso, Newton gira il pomello: la porta si spalanca piano davanti a loro con un cigolio. Una stanza buia li attende e i tre varcano la porta senza nessuna indecisione.

 

La porta si chiude docile dietro di loro e per un attimo il buio li coccola, morbido come una coperta. Poi, pian piano, luci alle pareti si accendono in coppia, davanti a loro, due a due, per un corridoio che pare infinito.

Lungo le pareti, sono disposte quelle che sembrano bizzarre statue di clown e tante teste a molla che sbucano da altrettante scatole a manovella. Sembrerebbe quasi un circo, ma è tutto caricaturale e grottesco: le espressioni dei clown sono deformate in smorfie terribili e le loro membra cadono come se fossero fatte di cera e si fossero sciolte; alle teste a molla mancano occhi, nasi, orecchie, persino la bocca: in alcune un vago sorriso è solo disegnato, in altre uno squarcio si apre proprio là e ne fuoriesce quella che sembra essere ovatta sporca.

Tutto sembra abbandonato e macilento, a dispetto delle luci bianchissime alle pareti, che appiattiscono le ombre e feriscono gli occhi dei nostri tre eroi, che proseguono nel corridoio guardandosi le spalle.

 

Man mano che i nostri avanzano in silenzio sul tappeto, altri oggetti si profilano nel corridoio: grandi palle decorate a spicchi rossi e verdi, sporche o bucate e flosce; quelli che sembrano essere animali di legno, giganteschi, grotteschi e orribilmente spezzati: giraffe, elefanti, leoni; gabbie rovesciate. Newton si sente come Gulliver nella terra di Brobdingnag e si aspetta di trovarsi una mano gigantesca che tenti di afferrarlo e trascinarlo con sé.

 

“Fermi! Ascoltate!”: Tikki li blocca con un gesto della mano. All’improvviso, tutti e tre diventano coscienti di una serie di ticchettii che vengono da ogni direzione, tutto intorno a loro.

“Sta succedendo qualcosa” conferma Newton, a occhi sgranati.

Tokki si volta subito a guardare le grottesche decorazioni alle loro spalle. “Sembra tutto tranquillo però”.

Tikki si guarda intorno agitata: “Che cosa facciamo?”.

 

Prima che qualcuno possa risponderle, una serie di scricchiolii, cigolii, schiocchi e rumori terribili che graffiano l’anima inizia a riempire l’aria, in una cacofonia angosciante: i tre si voltano e vedono con orrore che le statue, gli animali, persino le palle stanno iniziando a muoversi.

“CORRETE!” grida Newton, ma quando fanno per scattare, il pavimento si apre davanti a loro, rivelando lingue di fuoco inframezzate da minuscole, ridicole piattaforme fin troppo distanti le une dalle altre. Il tappeto cade e prende fuoco un metro dopo l’altro: le fiamme risalgono lungo il tessuto e divampano davanti ai tre, che indietreggiano gridando e stringendosi l’un l’altro.

 

“E’ uno scherzo”: Newton è attonito, la faccia stravolta dal terrore, le fiamme che si riflettono nelle lenti dei suoi occhiali. Non può credere a ciò che sta vedendo. Non è reale.

Eppure...eppure il calore della lingua di fuoco alta più di lui gli arriva netto e preciso sulla pelle. Sente tremare i suoi due amici. Sente il proprio cuore in gola. E’ tutto reale. Reale quanto la sua carne e le sue ossa.

 

Lentamente, goffamente ma inesorabilmente, le caricature circensi si stanno avvicinando a loro. I nostri devono prendere una decisione: avanzare tra le fiamme oppure affrontare la minaccia alle loro spalle.

 

Oppure usare un Bonus.

 

“La Borsa Bonus!”, grida Newton.

“Sì! Certo! Ecc…”: Tikki si fissa con orrore il fianco nudo. Alza gli occhi verso Tokki, che realizza: “Oh...io...devo averla lasciata a terra quando...stavamo cercando di curarti”.

I tre si scambiano una sguardo terrorizzato.

 

Newton respira a fatica. Ha gli occhi sbarrati e alza le mani di fronte a sé, quasi a voler pregare: “Ok, ok, calma, ragion…”.

“NON ABBIAMO TEMPO PER RAGIONARE!”: Tokki lo interrompe con furia e afferra il bavero della sua giacca, urlandogli a pochi centimetri dalla faccia nel tentativo di distoglierlo dal panico. “Scegli: o quelli o il fuoco. Scegli, campione del Mondo di Fuori”.

 

Newton lo guarda sconvolto ancora per un momento, poi si passa una mano sulla bocca e respira forte, chiudendo gli occhi: può farcela, se mantiene la lucidità. Possono farcela. Si volta a guardare verso i mostri, che sono lenti e goffi, ma forti; soprattutto, alle loro spalle non c’è via di uscita.

Newton sposta lo sguardo verso le fiamme che divampano alte di fronte a loro: il gioco li spinge in quella direzione, quindi è lì che devono andare. Sono senza bonus ma troveranno un modo per arrivare fino alla fine.

 

“Salteremo nelle fiamme”, annuncia Newton, con voce bassa e ferma.

“E sia”. Tokki lascia andare l’amico e si avvicina al bordo della gigantesca apertura nel pavimento, tenendosi il tappeto in fiamme sulla destra. Le piattaforme da lì sembrano decisamente più vicine le une alle altre. Ne può contare sei.

 

“Avanti, prendiamo la rincorsa. Vado prima io”: Tokki non perde tempo e indietreggia di qualche passo. I clown vanno decisamente più veloci delle altre deformità circensi e sono ormai a pochi metri da loro. Newton li osserva con apprensione e si perde la partenza di corsa dell’amico, che con poche, agili falcate copre la distanza con la buca e si lancia in un salto nel vuoto, atterrando con un piede sulla piattaforma e dandosi lo slancio per saltare alla piattaforma successiva. Tikki grida vedendo la scena e Newton si gira a guardare. Tokki atterra anche sulla seconda e in automatico salta verso la terza, spinto per inerzia: sembra quasi acquistare velocità man mano che salta in avanti.

 

Newton lo guarda, prima incredulo e poi euforico: “Continua così! Tokki, CONTINUA A SALTARE!”. Tikki lo guarda con apprensione, le manine guantate a coprirle la bocca.

Tokki atterra agile sulla terza piattaforma, poi sulla quarta e sulla quinta. Si sta quasi divertendo. Salta agile verso la sesta e si sente già quasi al sicuro, non può prevedere cosa sta per succedere.

Le fiamme si agitano sotto di lui e il calore rende le suole delle sue scarpe molli e appiccicose: mentre sta atterrando sulla sesta piattaforma, incespica, quasi cade e si ferma.

Newton si mette le mani nei capelli, Tikki soffoca un grido. Tokki vede il margine sicuro dell’apertura nel pavimento davanti a lui ed è una tentazione troppo invitante per non cedervi: prende la rincorsa su quel ridicolo metro quadro e si butta con tutto lo slancio che può. Gli amici lo guardano senza respirare per paura di appesantirlo.

 

Tokki purtroppo ha preso male le misure: manca clamorosamente il bordo con i piedi; mentre sta cadendo, riesce ad allungare le braccia e con le mani miracolosamente fa presa sul bordo, schiantandocisi contro: il contraccolpo contro il suo petto gli ruba il fiato e gli crepa il vetro, ma in qualche modo riesce a rimanere aggrappato, mentre le fiamme divampano proprio sotto di lui.

 

Newton e Tikki incitano l’amico a non mollare, ma le loro grida si perdono nel frastuono alle loro spalle. Tokki stringe gli occhi per lo sforzo e cerca di issarsi sul bordo del pavimento. Le fiamme quasi lambiscono i suoi piedi e lui piega le ginocchia, ringraziando la propria bassa statura mentre cerca di ignorare il calore soffocante che lo circonda.

 

Un rumore sordo, più forte degli altri, stimola Newton a guardarsi le spalle e quando lo fa, lancia un grido: una delle palle sta rimbalzando dritta verso di loro. Anche Tikki si volta e quando vede cosa sta succedendo, si lancia su Newton per spostarlo dalla traiettoria della palla, riuscendoci: la palla rotola e attraversa il muro di fiamme di fronte a loro, affondando nella buca sul pavimento e prendendo fuoco. Le fiamme divampano ancora più di prima.

 

“Non ce la faremo mai!” grida Newton disperato, cercando di rialzarsi.

“PulsyThe Best! Guarda!”: Tikki sta puntando un indice guantato verso il punto in cui la palla è andata a cadere poco prima. Le fiamme hanno smesso di divampare alte e si sono quasi acquietate sotto i miseri resti sciolti della minaccia rotolante.

Newton si avvicina al bordo: non riesce a vedere il fondo ma non è così profondo. Forse, se riescono ad attirare le altre creature fino a farle cadere…

 

“E’ una fine orribile” commenta il ragazzo, con voce fioca.

“Se l’è meritata!” replica Tikki. “Se la meritano tutti”, prosegue, con una strana luce negli occhi.

Tokki digrigna i denti per lo sforzo. Dalle crepe sul petto cadono piccolissime schegge che gli scivolano di dosso, mentre si piega per tirarsi su, ma senza riuscirci.

 

I clown sono ormai dietro di loro. Tikki li affronta a testa alta e sguardo sprezzante. Allarga le braccia: “Cosa state aspettando? Venite a prendermi!”. La lingua di fuoco si alza alle sue spalle, circondandola di un alone rosso che sa di epico. Aspetta che i clown si avvicinino, senza tentennare, invasa da una furia che non sapeva di poter provare.

Un giullare macilento carica un colpo con un braccio orribilmente piegato ad angolo retto, curvandosi su Tikki: la mascotte osserva la scena come se fosse al rallentatore e quando il braccio è a pochissimi centimetri dal suo volto, scatta di lato. Il clown incespica, cade e rotola goffamente tra le fiamme, terminando la propria corsa lungo disteso nella buca, occupandone più di metà in lunghezza e soffocando le fiamme con il proprio corpo, mentre si sgonfia piano.

 

Newton guarda la scena a bocca aperta, mentre Tikki prende la rincorsa e saltra fra le fiamme, atterrando sul corpo gorgogliante della grottesca creatura circense. “Avanti! Sono qui!”: Tikki incalza le altre creature, che si stanno avvicinando mosse da una forza ignota, incuranti delle fiamme pronte a ghermirli. Allo stesso, identico modo, Tikki riesce a far capitolare un altro clown, creando una passerella per arrivare dall’altro lato.

 

Tokki non riesce a tirarsi su, per quanto si impegni: troppo preso dallo sforzo per accorgersi di ciò che succede intorno a lui, sente sempre più caldo e sta quasi per lasciarsi andare. Schegge sempre più grandi si staccano dal vetro che copre le lancette sul suo petto. Si sente più debole ad ogni secondo che passa, ad ogni scatto della sua lancetta più lunga.

 

“PulsyTheBest! Vieni!”: Tikki agita le braccia in direzione di Newton, che si alza in piedi e si volta a guardare le caricature circensi. Ora sono gli animali di legno a farsi più vicini, zoppicando, strisciando e saltando. Deve decidersi a saltare in mezzo alla lingua di fuoco. E’ terrorizzato come mai in tutta la sua vita. Nelle sue orecchie rimbombano solo il suo respiro e il battito del suo cuore. Tutto intorno a lui gli appare sfocato.

Lo sguardo di Newton vaga distrattamente verso il lato opposto della buca ed è li che si rianima: con la coda dell’occhio vede Tokki con le braccia completamente distese, come se ormai avesse perso le speranze e si stesse lasciando andare.

In altri frangenti, una vista del genere lo avrebbe demoralizzato e gli avrebbe tolto ogni voglia di continuare a lottare. Ora però, vedere il suo amico in tale difficoltà ha l’effetto diametralmente opposto: Newton si sente ispirato da un coraggio che non pensava potesse appartenergli. Senza rincorsa, senza pensare a cosa sta facendo, il ragazzo parte e si getta tra le fiamme, alzando d’istinto le braccia per ripararsi il volto dal calore. In una frazione di secondo, si ritrova sulla passerella di carcasse e la percorre in pochi balzi, superando Tikki che lo guarda fiera e correndo ad aiutare Tokki.

 

Tokki chiude gli occhi, ormai completamente sfinito: le dita tremano per la tensione e ormai non riesce più a tenersi. Inutile continuare a resistere: fa un ultimo, grosso respiro prima di decidersi a mollare la presa.

Proprio in quel momento, una mano grande e forte gli circonda un braccio. A seguire, un’altra mano sull’altro braccio. Tokki apre gli occhi sorpreso e incontra lo sguardo fermo di Newton, chinato su di lui. “Resisti! Ti tiro su io!”.

Newton fa leva sulla schiena e solleva l’amico oltre il bordo, trovandolo più leggero di quanto si aspettasse. Tokki lo lascia fare, docile e incredulo e quando si ritrova inginocchiato sul pavimento, tremante ma al sicuro, lascia andare quel sospiro che stava trattenendo e scoppia in un grido di sollievo. I due amici si abbracciano, incuranti dei frammenti del petto di Tokki che pungono Newton attraverso la lana del maglione.

 

Tikki li guarda sollevata, i pugni alzati per esultare: non si accorge di quel che sta succedendo alle sue spalle.

Newton alza lo sguardo verso l’amica e nota la giraffa di legno ormai a pochi passi da lei: passando attraverso le fiamme alte, l’animale ha preso fuoco e sembra una creatura uscita dall’Inferno. La smorfia di terrore che il suo viso assume allerta Tikki, che si gira, appena in tempo per vedere la giraffa che sta caricando sulle zampe posteriori. L’animale la colpisce al petto, facendola cadere.

Newton grida e Tokki si gira a guardare: la giraffa incespica e scivola sul fianco della carcassa, trascinando Tikki con sé, tra le fiamme.

Una manina guantata è l’ultima cosa che i due amici vedono di lei.

 

 

   
 
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