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Autore: Jigokuko    15/02/2024    0 recensioni
[Fear & Hunger]
[Fear & Hunger 2: TERMINA]

Pavel Yudin ha passato la sua intera vita dalla parte sbagliata, ad aspettare il preciso istante in cui avrebbe potuto vendicare la sua terra e la sua famiglia.
Il viaggio su quel treno avrebbe portato, nel bene o nel male, alla fine della sua battaglia.
Maddalena, anzi, suor Maria Maddalena ha vissuto la sua misera esistenza passando inconsciamente da una gabbia all'altra, e per una maledetta coincidenza si trova sullo stesso treno per Prehevil.

Pavel e Maddalena sono agli opposti, come fuoco ed acqua... solo il destino potrà decidere se farli annientare a vicenda o legare per l'eternità.

[Raccolta di OS senza un vero e proprio filo logico.]

So kocht das Blut in meinen Lenden
Ich halt sie fest mit nassen Händen
Glatt wie ein Fisch und kalt wie Eis
sie wird sich nicht an mich verschwenden
Ich weiß

Feuer und Wasser kommt nie zusammen
Kann man nicht binden sind nicht verwandt
In Funken versunken steh ich in Flammen
und bin im Wasser verbrannt
Im Wasser verbrannt
Genere: Angst, Dark, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ballata di caos e sottomissione - II

Pav raccolse da terra una delle spade che erano precedentemente conficcate nella schiena del lupo, più precisamente quella bluastra. Aveva la lama lunga, sottile e leggermente ricurva, ma soprattutto parecchio affilata, sulla quale era incisa una scritta di cui non conosceva il significato. Veniva chiaramente dall'Est, in Europa non erano in grado di forgiare armi simili.
... Finalmente aveva un'arma alternativa alla pistola, così poteva risparmiare proiettili.
Guardò poi Maddalena, la quale sembrava pensierosa.

- Che c'è, Uccellino?-
- ... Uff. Avrei voluto portarmela a casa... ma purtroppo ha già un proprietario.- Sospirò, dondolando sul posto in modo infantile.
- Sei strana. Eri terrorizzata da quei tizi che si strappavano la faccia piangendo, ma non lo sei da una gigantesca lupa con quattro occhi e più denti di un alligatore?-
- Mi piacciono tanto i cani, ne ho sempre voluto uno, ma non mi è stato mai permesso...-
- Che storia triste, ma non abbiamo tempo di pensarci. Dobbiamo andare.-
- Sì, hai ragione. Usciamo di qui.-

Più che uscire, entrarono, precisamente nella costruzione in cemento infilata nel muro della caverna. Era una stanza piccola e completamente vuota, tranne che per due ascensori.
Il tenente aprì la grata di quello a sinistra, scoprendo però che mancava l'elettricità necessaria per farlo funzionare, si vedeva solo il cavo pendere e la cabina ferma di sotto. L'unica cosa positiva era che non era troppo in basso, si poteva raggiungere tranquillamente calandosi con il cavo.

- Spero che in quelle braccine ci siano dei muscoli funzionanti.-
- Non vorrai— – Maddalena, la quale era accanto a lui, boccheggiò. – scendere aggrappandoti ai cavi.-
- Non è profondo, è fattibile.-
- Ma io ho paura, non so nemmeno se ho la forza necessaria a farlo...!-
- Non è un mio problema, Uccellino.-
- Ci sarà un altro modo, da qualche parte...! Potremmo cercare il signor August e—-
- In certi momenti sembri più una bambina viziata piuttosto che una suora, lo sai?
... Facciamo così: aggrappati alla mia schiena, ti porto io. A meno che tu non voglia vagare in una caverna buia, piena di cadaveri e popolata da topi giganti con le budella di fuori. Scegli.-
- Uhm...-
- E se provi a replicare con qualcosa di simile a "le suore non posso toccare gli uomini", ti abbandono qui.-
- Okay... vengo con te...-

Pav sorrise. Era così gratificante vincere le discussioni.
Le diede le spalle e si chinò, così lei si arrampicò sulla sua schiena e gli avvolse le gambe attorno alla vita -notò che i suoi collant erano tutti smagliati-, le braccia fecero la stessa cosa con il collo.
Avrebbe voluto averla in quella stessa posizione sul davanti, ma avere il suo corpo appiccicato al suo era comunque una bella sensazione, inoltre poteva ammirare le sue belle gambe avvinghiate a lui.

Si avvicinò all'ascensore e si appese al cavo, iniziando a calarsi. Sentiva chiaramente la tensione ed il battito accelerato di Maddalena, ancora una volta era esageratamente terrorizzata.
Come previsto, la discesa era stata semplicissima e soprattutto breve. Non appena i suoi piedi toccarono il tetto della cabina ferma, la suora si buttò giù dalla sua schiena -purtroppo-.
Il luogo in cui erano finiti sembrava un bunker, interamente costruito nel metallo e pieno di marchingegni sconosciuti. Allora c'era davvero qualcosa sotto la città... ma aveva la sensazione che quella fosse solo una minuscola parte, era troppo piccolo e "spoglio" per essere il grande segreto di Prehevil.
Proseguendo, trovarono un'altra persona, rivolta verso il muro. Indossava un completo elegante ed un cappello... gli ricordava qualcuno. Che fosse un altro dei passeggeri?
Ma in tutto ciò c'era qualcosa di strano.
Non fece in tempo a fermare Maddalena che la testa del tizio si girò e mostrò di non avere né naso ne occhi, solo una gigantesca bocca al posto del volto. La suora urlò.

- VI INGOIERÒ INTERI.

Esclamò il coso, il quale brandiva una valigia da lavoro.
Pav non ci pensò due volte a tagliargli il braccio destro con la spada. L'arto volò via, ma al posto di una reazione di dolore la sua fu quella di caricare in direzione di Maddalena la quale, spaventata, iniziò a correre per evitare i suoi morsi. La scena sarebbe risultata quasi comica se lei non fosse stata in pericolo di vita.

- Vieni verso di me!

La suora continuò a correre fino a raggiungerlo e fiondarsi dietro di lui.
Pav aspettò l'arrivo di quel tizio, che a quanto pare era estremamente stupido e non aveva cambiato la sua traiettoria di un minimo, e poi gli tagliò la testa di netto, colpendolo alla gola con la lama della spada come se fosse stata una partita di baseball. Il suo corpo esanime cadde per terra, la pozza di sangue che si allargava lentamente.
Si voltò, trovando Maddalena rannicchiata per terra e con le mani sugli occhi. Si inginocchiò davanti a lei e le mise una mano sulla spalla.

- È finita, Uccellino.-
- Non voglio vedere...-
- Ci sono io davanti. Andiamo.-

Si tolse le mani dal viso ed aprì lentamente le palpebre con la paura di vedere il macello appena fatto. Lo guardò in viso per qualche secondo, sospirò e poi si alzò in piedi. Quando si alzò anche lui, gli si appiccicò addosso, prendendolo per un lembo della manica della giacca. Stava tremando. La lasciò fare e finalmente ebbe il tempo di guardarsi attorno.
Il bunker era fin troppo piccolo e spoglio, con l'unico vero punto di interesse contro il muro. C'era un marchingegno che attraversava la parete, tubi d'acciaio e cavi sparivano in dei grossi buchi. Al centro c'era una console simile a quella che avevano usato nelle fogne, ma a guardarla sembrava molto più tecnologica. Non che Pav sapesse qualcosa di elettronica ma, il solo fatto che si fosse appena acceso uno schermo dopo aver cliccato un tasto, bastava a farglielo pensare.
C'erano due voci tra le quali scegliere, la prima era per poter visualizzare le istruzioni e la seconda diceva semplicemente "Connettere il teleelettroscopio a Logica?"; decise di leggere prima le istruzioni per capire cosa diamine fosse quel marchingegno.

"Il teleelettroscopio non può essere connesso alla Logica a meno che tutti e tre i cavi non siano su ON.
Connetterne uno prima dell'altro non causa alcun danno al sistema, ma non dovrebbe essere fatto senza chiari ordini dall'ufficiale incaricato dell'operazione.
Per favore, rivolgetevi al manuale dell'operazione per informazioni sul personale in carica."

- Huh... non ci ho capito nulla...- Disse Maddalena, strabuzzando gli occhi.
- Nemmeno io, ma sembra importante. Connettiamolo.-
- Ne sei sicuro?-
Le sorrise, mostrandosi confidente.
- Ma certo.-

Era per quel motivo che Kaiser era così ossessionato da Prehevil? Il "teleelettroscopio"? O "Logica"? Qualunque cosa volesse dire. Ma il solo fatto che quel computer fosse stato messo così sottoterra e dentro un bunker sicuramente appartenuto all'Unione dell'Est, gli faceva pensare che fosse proprio così. Le istruzioni dicevano che il cavo non doveva essere collegato se non si era ricevuto ordine dall'ufficiale incaricato, perciò immaginava che fosse ancora troppo presto per farlo, oppure non si dovesse proprio connettere questa "Logica". Per questo motivo cliccò sul pulsante per attivare il tutto, nella speranza di ostacolare in qualche modo quel bastardo.
Il grosso tubo iniziò a tremare ed emettere un suono metallico, il quale durò per qualche secondo prima di fermarsi completamente. Adesso sullo schermo appariva semplicemente la scritta "Teleelettroscopio: ON".

Dopodiché, dato che lì ormai non c'era nulla da fare, decisero di andarsene. Maddalena si tenne le mani sugli occhi finché non arrivarono all'ascensore. Pav se la caricò in spalla e si arrampicò fino all'uscita.
Non restava che "prendere" l'altro, al quale mancava a sua volta l'elettricità, perciò dovette nuovamente arrampicarsi con la suora appresso.

- Uff. Sei in debito con me, sappilo...-
- Scusami. – Lei arrossì. – ... Dove siamo finiti, comunque?-

Il posto in cui si trovavano era esattamente identico a quello da cui erano arrivati. Uscendo dal piccolo edificio di cemento l'ambiente era come la grotta, con i funghi luminosi ad illuminare la via. Unica differenza era che quello era un anfratto piuttosto stretto, con parti di una costruzione molto più grande che sembrava protrarsi fino all'esterno. Entrambi i pilastri erano attraversati da grosse crepe, abbastanza grandi da farci passare una persona intera. Maddalena infilò la testa in una di esse, ma la tirò subito indietro e fece un urletto spaventato.

- C—Ci sono degli scheletri!-
- Mh? – Pav guardò dentro. Sembrava una cripta, con un paio di scheletri coperti da una tunica e molti teschi impilati sul muro. – Come fai ad avere paura? Non siete soliti avere questa roba in chiesa? È la cosa più normale che abbiamo visto oggi...-
- Non mi piace vedere queste cose.- Replicò lei, maneggiando il crocifisso che aveva al collo.
- Beh, abituatici.-

Continuando ad esplorare, si accorse che anche quell'altro pilastro aveva una crepa identica al precedente, quasi come se fossero state fatte di proposito. Molto strano. Visto che la suora aveva paura, ci infilò lui la testa. Era un ennesimo cunicolo, stavolta vuoto, con l'unica differenza di quello che sembrava un piccolo ascensore. Perché diamine serviva un ascensore lì? Sinceramente non gli importava, bastava solo che li portasse fuori da quell'immenso labirinto di roccia e fogne, aveva bisogno di aria fresca.
Perciò ci entrarono e la struttura salì, portandoli in un luogo altrettanto... strano. C'era una puzza di marcio indescrivibile, per non parlare dell'odore del sangue. Non prometteva bene. Come tutto in quella città di merda, ma lì i suoi sensi forgiati dagli anni passati tra i cadaveri avevano fatto scattare parecchi allarmi.
Con la spada nella mano destra e la Luger nella sinistra, il tenente uscì dall'ascensore, Maddalena al seguito appiccicata come una cozza ad uno scoglio. Si mossero lentamente cercando di non far rumore, lui anche con la guardia alzata, pronto a difendersi e contrattaccare qualunque cosa fosse nascosta là sotto -o sopra...? Non ci stava più capendo niente-.
Proseguendo, trovarono subito delle chiazze rosse per terra che non lasciavano spazio all'immaginazione e più esploravano quello strano posto con celle e pozze riempite di sangue, più i rimasugli di carne maciullata per terra aumentavano.
Districandosi tra muri di pietra tutti uguali, giunsero al cospetto di una gigantesca statua dorata; raffigurava una specie di angelo inginocchiato ed avvolto dalle sue stesse ali piumate. Un braccio era teso verso l'alto e sopra di esso un oggetto a forma di crocifisso con un serpente avvolto attorno al simbolo. Si voltò verso Maddalena per chiederle se ne sapesse qualcosa, ma dietro di lui non c'era più. Il suo intero corpo si irrigidì di colpo. Non aveva senso che si fosse allontanata di sua spontanea volontà per com'era terrorizzata, ed era impossibile che qualcuno o qualcosa l'avesse presa senza che lei non fosse nemmeno riuscita ad urlare.
Strinse le mani attorno all'elsa della spada ed al calcio della pistola al punto da far sbiancare le nocche ed iniziò a cercare.

- Uccellino, giuro che se è uno sche—-

... La vide di spalle. Di fronte a lei una figura a primo impatto umanoide, ma guardandola meglio ogni tratto riconducibile agli umani spariva. Era completamente viola, con una tunica addosso dalla quale fuoriuscivano dei tentacoli, al posto della testa una grossa lumaca. In una mano aveva una daga, che consegnò in mano proprio alla suora. Dopodiché lei si voltò e, con occhi persi nel vuoto, caricò in sua direzione e tentò di pugnalarlo. Pav evitò il fendente indietreggiando e mise velocemente la pistola nella fondina, mentre Maddalena continuava a tentare di accoltellarlo con una furia disumana. Nel frattempo, la testa della creatura si era schiusa come un uovo, riempiendosi di denti affilatissimi e sottili e le mani si erano trasformate in ulteriori tentacoli.
Un solo sguardo gli aveva fatto avere una visione; vide carni strappate che presero la forma della divinità da un occhio solo, quella che bruciava in una fossa di zolfo. La testa faceva malissimo, sembrava stesse per esplodergli, per qualche motivo l'odore del sangue aveva acquisito un sapore dolce... gli veniva voglia di berlo...
Rinsavì quando Maddalena gli graffiò la guancia con il pugnale. Tornò lucido di colpo e, senza nemmeno pensarci, afferrò il polso della ragazza e con una spazzata le fece fare un capitombolo per terra, facendola accartocciare come una bambola di pezza e volare lontano l'arma. Approfittò dello stallo per impugnare di nuovo la spada ed attaccare l'abominio. Esso tentò di afferrarlo con le "braccia" e forzarlo a guardarlo negli occhi, ma Pav lo infilzò con la lama dritto nel petto, sperando che funzionasse.
Per fortuna funzionò; il suo corpo si dissolse completamente, lasciando solo la tunica celeste ed il lumacone che fungeva da testa. Lo calpestò con tutta la forza che aveva in corpo.

Voltandosi, vide il corpo della suora ancora esanime per terra, perciò si avvicinò con cautela, pronto a difendersi. Si chinò su di lei e la girò a pancia in su. Aveva le labbra schiuse ed i suoi occhi blu erano spalancati, ma opachi. La scosse un po', ma non accadde nulla, poi le toccò la guancia, niente. Alla fine optò per uno schiaffo.
Lei sussultò di colpo, sbattendo velocemente le palpebre e muovendo lo sguardo a destra ed a sinistra, impanicata. Dopo pochi secondi si accorse della sua presenza, perciò si fissò su di lui.

- Pav...? Cos'hai sul viso?- Allungò il braccio verso il suo viso e gli toccò il graffio, sporcandosi le dita di sangue.
- Sei stata tu, Uccellino.- Lui le sorrise.
- E—Eh? – Si mise una mano sulla fronte. – La testa...-
- Non ricordi proprio niente?-
- Solo... di aver visto una creatura con la testa di lumaca, per un istante. Poi nulla, buio.-
- Beh, sappi che quel coso ti ha controllata come una marionetta e ha cercato di farmi uccidere.-
- Cosa? Oh, santo cielo, mi dispiace tanto. Non volevo, io— perdonami...-
Pav sospirò.
- Smettila di frignare. – Le offrì la mano. Quando lei gliela afferrò, la tirò in piedi. – Tu stai bene? Per fermarti ho dovuto scaraventarti per terra.-
Maddalena annuì.
- Ho subito ben di peggio... sono abituata.-

Quella frase la disse a voce bassissima, come se non volesse farsi sentire. Decise di non porle delle domande solo per non farla agitare ulteriormente, se fosse stata in uno stato mentale alterato, sarebbe diventata una zavorra ancor più pesante.
I due tornarono indietro, dalla statua d'oro che teneva stretto lo strano oggetto.

- Allora, sai di cosa si tratta?-
- Sembra un'effige che rappresenta la crocifissione di Alll-mer. Mi chiedo cosa ci faccia in un posto simile. È... sbagliata, un simbolo così positivo in un luogo tanto pieno di morte e violenza. Mi viene da piangere.-

Maddalena congiunse le mani attorno al crocifisso e poi al petto, abbassando lo sguardo. Sembrava completamente affranta. In tutta onestà, Pav non credeva fosse seriamente devota, solitamente le suore diventavano tali solo perché costrette dalla famiglia, perciò spesso tendevano addirittura ad odiare la religione. Ciò complicava le cose. Il suo happy ending sembrava un vero e proprio miraggio adesso.
Le andò dietro, l'afferrò per i fianchi -sotto al vestito si sentivano le costole. Interessante- e la sollevò da terra.

- Ma che fai?!- Si agitò, sorpresa, voltando la testa verso di lui.
- Prendila.-
- Sarebbe come rubare...-
- Preferisci lasciarla lì? Se ci tieni tanto, trovale un posto migliore. Basta che la smetti di fare quella faccia da cane bastonato.-
- Pav...-

La suora allungò le sue manine verso l'effige e la prese con sé. Quando fu rimessa a terra, la strinse come se fosse stato il tesoro più prezioso al mondo.
Ripresero la marcia alla ricerca di un'uscita, ma sembrava di essere in un vero e proprio labirinto, la cosa peggiore era che di quei mostri con la testa di lumaca ce n'erano altri, e non erano pochi. Non aveva la minima intenzione di ripetere la battaglia; nonostante fosse stato uno scontro facile, non poteva rischiare che prendesse il suo controllo. Dubitava che Maddalena sarebbe mai stata in grado di farlo rinsavire prima che la uccidesse.

- ... Hey, ho trovato qualcosa!- Esclamò lei, facendolo voltare.
Per terra c'era uno strano simbolo inciso sul pavimento. Sembrava una stella a sei punte a cui ne mancava una.
- Che cos'è?-
- Un Cerchio Imperfetto! Hai presente Marina, la ragazza con i capelli grigi che c'era sul treno?-
- Quella che sembra una bambola di porcellana? Penso di aver capito.-
- Ecco... lei stava incidendo un Cerchio della Perfezione proprio sul treno e mi ha spiegato come funzionano. Su questi possiamo disegnare il simbolo di uno degli antichi dei per accrescere la nostra affinità.-
- E quale sarebbe l'utilità?-
- Ognuno di essi ha un effetto.
Gro-goroth brama sangue, Sylvian necessita amore per risanare il corpo, Rher ha occhi ovunque e Vinushka è l'essenza stessa della natura. Dobbiamo sceglierne uno.-
- Mh... che ne dici di dare un po' di amore a Sylvian~?-
- Vinushka.-
- Non è quello che ho detto.-
- Dobbiamo disegnare Vinushka.-
- Mi ascolti?-
- Pensa con la testa, non con quello che hai tra le gambe. – Doveva ammettere che quel commento un po' lo aveva offeso. – Non abbiamo ferite gravi, invocare Sylvian non ha senso. Vinushka è la risposta, l'unico modo per tirarci fuori da questa situazione.-
- Non ti seguo.-

Maddalena si tirò fuori un gessetto dallo stivale ed iniziò a disegnare un simbolo per terra, poi indietreggiò in fretta. Pav non riuscì a guardarlo bene che la terra si mise a tremare violentemente ed un vero e proprio albero nacque dal pavimento, crescendo rigoglioso e forte fino a bucare il soffitto. Strabuzzò gli occhi. Stava sognando? Era un'altra visione mandata dai lumaconi?!
Fece per parlare, ma poi vide la suora arrampicarsi sulla pianta appena nata come una scimmia, mentre teneva l'effige sottobraccio.

- Dove vai?!-
- Esco di qui! Sono stanca della puzza di morte!-
- Quando, esattamente, hai imparato ad arrampicarti così, comunque?- Nel mentre fu costretto a seguirla. Purtroppo era veloce e non riusciva a guardarle sotto la gonna...
- Mai fatto prima... credo sia istinto di sopravvivenza? Mi adatto facilmente alle situazioni spiacevoli.-

Anche quella frase gli risultò strana, come quando gli aveva detto di essere abituata a cose peggiori. Gli suscitò curiosità, forse lei era molto più di una fragile suora. Se fossero stati in una situazione normale, avrebbe voluto estorcerle qualche risposta...
La cima dell'albero sbucava effettivamente all'esterno ed i due si ritrovarono finalmente all'aria aperta. Maddalena si stiracchiò ed inspirò una gran quantità d'aria, per poi però mettersi a tossire perché l'odore era ugualmente tremendo.
Con poco stupore scoprirono anche che ormai si era fatto il tramonto e tra non molto sarebbe scesa la notte, mentre la nebbia era rimasta altrettanto fitta.
A quanto pare il luogo labirintico da cui erano appena usciti era il sotterraneo di un edificio molto più grande che si ergeva proprio accanto alla cima dell'albero, con una scala a pioli appoggiata al muro.

- Hey Pav, non sarebbe meglio salire sul tetto? Da qui in basso non si vede nulla a causa della nebbia, ma da lassù potremmo almeno capire dove ci troviamo... forse.-
- Sì, buona idea. Lo vedi che a volte sai essere utile?-
- "A volte"? Se non fosse stato per il sigillo di Vinushka che ho disegnato, saremmo ancora là dentro!-
- Accrescere l'affinità con Sylvian non mi sembrava una cattiva idea... potremmo farlo lo stesso, non ci serve disegnarlo sul pavimento...- Le sorrise. Lei diventò bordeaux.
- Sei— ugh— tu—-

Farfugliò qualcosa in una lingua incomprensibile, si zittì, gli diede le spalle ed iniziò a salire la scala. Pav la seguì a ruota e finalmente poté vedere, anche se solo per un secondo, sotto la sua gonna. Registrò subito tutte le informazioni nella sua testa: i collant le coprivano interamente le gambe ed arrivavano al bacino; la loro semitrasparenza e l'essere tutti smagliati facevano intravedere le mutandine che indossava. Bianche come il latte, semplicissime, di quelle che coprivano completamente le parti interessate, lasciando interamente spazio all'immaginazione.
Sarebbe stato divertente se una suora avesse indossato dell'intimo sexy in pizzo sotto quell'abito, ma era totalmente fuori personaggio...
Dal tetto in realtà non si vedeva molto della città, solo edifici bassi quasi del tutto avvolti nella nebbia, l'unica capace di spiccare era la torre, la stessa che si vedeva sin dal bosco in cui il treno si era bloccato, sembrava fungere da Stella Polare.
Mentre si stava guardando attorno vide Maddalena, la quale stava camminando sulle tegole, sparire all'improvviso con un urlo. Corse subito a vedere e constatò che ci fosse un buco nel tetto. Guardò giù aspettandosi di vederla sfracellata sul pavimento, ma invece la trovò abbracciata con braccia e gambe ad una trave, mentre una spada a forma di crocifisso era conficcata nel legno a pochi centimetri dal suo naso.

- Ma guarda te che culo: – Disse, calandosi nel buco ed atterrando dietro di lei. – sembra che tu abbia trovato la chiesa!-
- Uh...? – La suora aprì gli occhi, trovando il coraggio di guardare giù. – È... è davvero la chiesa! Mh... Pav... mi aiuteresti a rialzarmi? Ho... ho paura.-

Pav sospirò, ma poi la afferrò per la collottola e la rimise in piedi. Lei si aggrappò al suo braccio, le tremavano le gambe ed era piuttosto instabile.

- ... E quel coso che ti stavi portando dietro?-
- Mi è caduto quando sono scivolata nel buco... spero sia ancora integro...-
- Ne dubito, ha fatto un bel volo. Piuttosto, dovresti prendere quella specie di spada, così avrai anche tu qualcosa con cui difenderti. Se dici che è rubare ti spingo giù dalle travi.-

Dalla faccia che gli mostrò, sembrava star trattenendo un "sarebbe come rubare" con tutte le sue forze, ma fu costretta ad arrendersi.
Senza mollargli il braccio con la mano sinistra, afferrò l'elsa del crocifisso e la estrasse dalla trave.
Honor et virtus, sacrus gladius, Excalibur.
...

- Lode alla nuova regina!- La prese in giro, osservandola rigirarsi l'arma in mano.
- Possiamo scendere di qui ora? Ho le vertigini...-

Il tenente si voltò pronto a condurla giù di lì, ma si bloccò. Non erano da soli. C'erano due mostri che camminavano sulle travi. Umanoidi nudi, nerboruti, con le braccia incatenate dietro la schiena e la testa spellata a metà. Maddalena si aggrappò alla sua cintura con tutte le sue forze.

- Cosa facciamo adesso...?- Sussurrò, la sua voce sembrava quasi uno squittio.
- Shh, non fare rumore. Non riesco a capire se siano in grado di sentirci.-
- Ho visto una scala dall'altra parte... si può scendere da lì.-
- Okay, ma ora fa silenzio. Se dovessimo cadere non credo ci sarà sigillo di Sylvian in grado di aiutarci.-

Per fortuna quella suora era molto obbediente, infatti si cucì la bocca e lo seguì a passo felpato. Pav iniziò a camminare sulle travi facendo molta attenzione ai due mostri e, fortunatamente, riuscirono a raggiungere l'altro lato del sottotetto ed arrivare alla scala. Mentre lei scendeva, una delle creature si accorse di loro e lo caricò all'improvviso, facendogli perdere l'equilibrio e cadere di peso sulla suora. Finirono entrambi sul pavimento, ma lei gli attutì la caduta. Un secondo dopo le armi li raggiunsero, precipitando per terra e rischiando di infilzarli.
Fortunatamente quei cosi, avendo le mani legate, non erano in grado di seguirli fin sotto.
Pav si rese conto solo dopo di essere ancora seduto sopra Maddalena a causa dei suoi lamenti, perciò si spostò.

- Pesi, lo sai?-
- E tu sei comoda, non credevo. Dopotutto sei tutt'ossa.-

Lei fece un'espressione adorabile, non ce la faceva proprio ad essere credibile. Il suo viso aveva l'innocenza di una bambina, ma al contrario i suoi occhi sembravano aver visto tanto, troppo, bilanciando al punto da invecchiarla visibilmente. Scendendo un'altra rampa di scale, finalmente raggiunsero la navata principale della chiesa. Era molto grande, con delle immense vetrate che raffiguravano tre uomini. Quello di mezzo sembrava Alll-mer, gli altri non ne aveva idea -non che gliene importasse qualcosa, in realtà-.
Maddalena riuscì anche a recuperare l'effige che le era caduta, per qualche strano miracolo tutta intera, e posarla proprio sull'altare di fronte alla vetrata centrale.
Prima di andarsene, decisero di esplorare la chiesa più nel dettaglio, magari alla ricerca di qualche indizio sul motivo per il quale sotto l'edificio c'era letteralmente una prigione piena di lumaconi controlla-menti.

Il giro fu quasi a vuoto, tranne che per un misero foglio trovato per terra. La prima metà era praticamente inutile, mentre la seconda aveva suscitato curiosità.
Parlava di un passaggio segreto sotto la chiesa e di tre effigi chiave; l'autore della nota aveva scritto di averne lasciata una ai preti -presumibilmente quella che avevano trovato loro-, una era stata portata da un certo Padre Domek all'orfanotrofio, mentre l'ultima se l'era tenuta lui nel suo appartamento.

- Sembra proprio che qui a Prehevil la Chiesa nasconda qualcosa di grosso. Cosa se ne fanno di un passaggio segreto? O è normale per voi, uhm, devoti?-
- No che non è normale...!-
- Oh, beh, non che mi importi in realtà, non sono di certo venuto fin qui per indagare su un gruppo di preti ed i loro strani rituali.
... La nostra collaborazione termina qui, Uccellino. Tu hai raggiunto la chiesa, io la città. Ci vediamo~-

Pav le lasciò il foglio con le note ed iniziò ad andarsene. Dannazione, il solo arrivare lì gli aveva fatto perdere ben mezza giornata. Mezza giornata in cui avrebbe potuto crivellare di colpi la maledetta testa di Kaiser ed invece gli era toccato fare il giro delle fogne, scampare ad un lupo gigante e salvare una suora da un mostro che l'aveva fatta impazzire. Niente di tutto ciò era stato nei suoi piani... almeno si era guadagnato una spada figa ed aveva visto, anche se solo per mezzo secondo, le mutande indossate dalla suddetta suora.
Raggiunta l'uscita della chiesa, però, un rumore di passi svelti giunse alle sue orecchie, susseguito da due inconfondibili mani che gli si avvolgevano attorno al polso destro.

- Aspetta...! – La guardò in quegli occhi blu penetranti. – Non... non lasciarmi qui...-
- Non sto andando a fare una scampagnata, là fuori è pericoloso per te.-
- Sì, ma, ho... ho paura... hai visto cosa si nasconde là sotto... non voglio stare da sola... per favore, fammi rimanere con te, almeno finché non troviamo qualcun'altro del treno, o un posto più sicuro.-
- ... E va bene, ma ad una sola condizione.-
- Quale?-
- La scoprirai.-

   
 
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