Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: SeleneMarino    22/02/2024    2 recensioni
— Lo guardo perché voglio imparare a combattere come lui.
— Vuoi imparare come non si tiene in mano una tazza, forse. — Ribatté Nanaba, con un’occhiata sarcastica al gesto peculiare con cui il soldato più musone dell’umanità stava bevendo un tè — o qualche altra sbobba troppo analcolica per la locandaccia in cui si trovavano.

Come appare Levi agli altri personaggi?
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Una raccolta di one-shot e flashfic che esplorano vari momenti e punti di vista:
1. Erwin Smith • Sparviero – pre canon – Città sotterranea;
2. Keith Shadis • Bastardo – post "No regrets";
3. Petra Ral • Sincero – fino a 57ª spedizione;
4. Hange Zoe • Anomalo – post 57ª spedizione;
5. Erwin Smith • Grazia – post 57ª spedizione;
6. Armin Arlert • Abisso – ritorno a Shiganshina;
7. Erwin Smith • Disobbedienza – post 57ª spedizione.
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[Ship: un pizzichino di Eruri e Rivetra platoniche]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice
Flashfic ambientata subito dopo gli eventi di ACWNR / No regrets.
Al comandante Shadis Levi non sta molto simpatico.


Bastardo


Recalcitrante, riottoso, ostile. In una parola, insopportabile.

Eppure eseguiva alla lettera ogni istruzione che riceveva. Tutte tranne una: impugnare le spade correttamente. Il comandante Shadis trovava esasperante il gesto repentino con cui al momento meno opportuno, cioè quello di maggior pericolo, lo stronzetto si rigirava in mano l’impugnatura destra, rivolgeva la lama dietro di sé e si metteva a girare come una stupida trottola esibizionista.

Ma messo davanti al dato di fatto che quella feccia, in barba a qualsiasi legge della fisica, sapeva ridurre a brandelli un gigante nella stessa manciata di secondi che quello avrebbe impiegato a far fuori tre uomini addestrati come si deve, beh, poteva anche soprassedere su un simile dettaglio tecnico. Quello che contava erano i risultati. 

E poi ce n’era un altro, e non era tanto un dettaglio. Il piccolo bastardo si rifiutava di fare il saluto. Quei suoi due scagnozzi almeno ci avevano provato, seppur con una goffaggine al limite della supponenza. Ma il bastardo con la faccia da schiaffi no.

— Soldato, offri il tuo cuore!

Nessuna reazione.

— Offri il tuo cuore, ho detto, lurido ratto!

Ancora nulla.

Se si fosse trattato di un cadetto dodicenne, avrebbe pelato patate per giorni, spaccato legna per settimane e corso ogni sera fino allo sfinimento; se avesse persistito nella sua protervia, alla fine sarebbe stato spedito a zappare sassi.

Ma il bastardo senza cognome non era un cadetto, aveva di certo più anni dei pochi che dimostrava e, quel che era peggio, mandarlo nei campi sarebbe stato un favore, considerato che veniva dalle fogne. Perciò, a conti fatti, la punizione migliore era costringerlo ad assistere, con tutta la sua spudorata potenza, alle stragi di ragazzini a cui il Corpo di ricerca doveva la sua pessima fama. Sì: per quanto la sua lealtà fosse come minimo dubbia, era meglio tenerselo lì.



Grazie a chiunque abbia letto fin qui!

  
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