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Autore: Padme92    24/02/2024    1 recensioni
[L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\]
[L'uomo che sussurrava ai cavalli]
«“Al diavolo…!” imprecò gettando il cappello per terra, mentre gli occhi gli si velavano di lacrime.
Poi, buttandosi carponi come un uomo in preghiera, Tom urlò. Non a causa della mano sanguinante che pulsava di dolore, ma a causa di una ferita molto più profonda, provocata dall’amore sconfinato e bruciante che sentiva per Annie.»
Questa fanfiction mescola il finale del film e quello del libro de "L'uomo che sussurrava ai cavalli" per esplorare cosa succede ad Annie Graves e Tom Booker dopo la loro separazione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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8.

 
 
 
Il giorno di Natale, mentre Robert stava sistemando le lucine difettose che avevano messo in balcone, Annie approfittò del fatto che fosse momentaneamente occupato per dire a Grace di telefonare alla fattoria. Lei non se lo fece ripetere due volte e non perse l’occasione per raccontare a Joey per filo e per segno i regali che aveva ricevuto. Poi lui aveva passato a turno il telefono a Frank e Diane e si erano scambiati gli auguri. Infine Grace parlò con Tom, il quale le chiese gentilmente di passarle sua madre. Annie faceva finta di essere occupata a sistemare la cucina, ma in realtà aveva le orecchie tese.
“Mamma!” Grace aprì la porta della cucina e disse “C’è Tom.”
Annie si morse un labbro prima di portare il telefono all’orecchio e dire, con la voce più indifferente che le riusciva di simulare:
“Pronto.”
“Buon Natale a te,” sentì rispondersi da quella voce così familiare.
Annie sospirò.
“Buon Natale,” disse, cercando di suonare più dolce.
“Spero tu lo stia passando bene,” fece lui, e suonava sincero.
“Io… Diciamo che ci sto provando,” disse Annie, abbassando la voce.
Non aggiunse altro e Tom si chiese se non ci fosse Robert nei paraggi.
“E’ un brutto momento?”
Dal labbro di Annie cominciò a uscire un rivolo di sangue.
“Annie?” la chiamò Tom, un po’ allarmato.
“Ti devo parlare,” disse lei alla fine.
Tom parve capire.
“Se è per la lettera, ti chiedo scusa,” cominciò lui, nel tentativo di giustificarsi.
“Non è per quello,” lo interruppe Annie, categorica.
Tom attese che continuasse, desiderando di poterla vedere negli occhi mentre gli parlava.
“Anche se devo ammettere che non ha aiutato,” aggiunse lei nel tentativo di sdrammatizzare.
“Che succede, Annie?” domandò lui, piano.
Annie non riuscì a rispondere subito. Sentiva che le si stava rompendo la voce, si rimproverò per non essere in grado di fare buon viso a cattivo gioco almeno il giorno di Natale. Ma sentiva dei pesi enormi sul cuore, di cui avrebbe voluto liberarsi. Il problema è che non sapeva come farlo senza ferire Tom. Voleva dirgli del bambino, del viaggio pianificato da Robert, del fatto che avesse ricominciato a cercarla la notte; le sembrava di tradirlo ogni volta che il marito la toccava, proprio come era successo il giorno prima del loro breve idillio amoroso, e che per questo motivo aveva l’atroce dubbio che il bambino nel suo grembo, per quanto desiderasse che fosse figlio suo, in realtà potesse essere di Robert. Questa prospettiva l’agghiacciava. Ma, in un caso o nell’altro, si sentiva condannata, obbligata dal fato a ferire tutte le persone che le volevano più bene.
Dopo un tempo indefinito, Annie sussurrò al ricevitore:
“Sono incinta.”
 
L’aveva detto così piano, che Tom non era sicuro di aver sentito bene, anche a causa del fracasso che facevano i suoi nipoti: tutti avevano ripreso a mangiare o a giocare giochi da tavola. Quindi, sentendosi gli occhi di Diane incollati alla schiena, si era dileguato in cucina alla ricerca di un po’ di privacy.
“Scusa Annie, ho dovuto cambiare stanza perché i bambini urlavano,” disse tentando di riprendere il discorso.
“Tranquillo,” fece lei con voce incolore “Non importa, anzi è meglio che anch’io torni di là.”
“No, aspetta,” cercò di trattenerla Tom impaziente “Ripetimi quello che hai detto, ti prego.”
Annie non rispose.
“Per favore,” insistette lui.
Sapeva che era qualcosa d’importante, lo avvertiva dalla sua voce, che suonava spenta, stanca, forse persino malata.
“Stai male?” la incalzò.
“Non ce la faccio, Tom,” fece lei, con voce rotta “Non so cosa devo fare.”
I singhiozzi di Annie gli fecero sprofondare il cuore. Tentò di trovare qualcosa da dire per consolarla, ma alla fine era sempre la stessa questione, lo stesso problema a sovrastarla. Era lui.  Annie non riusciva a trovare pace a causa del suo comportamento immaturo. A causa delle sue telefonate incoscienti, di quella stupida lettera che aveva scritto, del suo insaziabile desiderio di sentire la sua voce e, non da ultimo, della sua speranza egoistica che lasciasse il marito. Non poteva andare avanti così, le stava facendo solo del male. E ne stava facendo anche a sé stesso, alimentando un’illusione pericolosa. Del resto, se Annie avesse davvero voluto lasciare Robert, probabilmente l’avrebbe già fatto. Ma non poteva fargliene una colpa.
“Annie…” disse piano, cercando con dolcezza di calmarla “Ascoltami. Mi ascolti?”
Annie tirò su col naso e sbiascicò un flebile “Sì.”
“Non sopporto più il pensiero di causarti tanta sofferenza e non voglio rovinare il tuo ultimo tentativo di far funzionare le cose con Robert,” cominciò parlando lentamente e in modo chiaro, perché lei non fraintendesse “Io voglio che tu sia felice, Annie, anche senza di me. So che riusciresti a trovare consolazione molto presto, se solo mettessimo un punto.”
Annie aggrottò la fronte, senza capire.
“Cosa stai dicendo, Tom?”
“Sto dicendo che non puoi prendere una decisione con obiettività, se io ti sto addosso così, tentando di influenzarti.”
“Ma io ti amo,” protestò lei, iniziando a impanicarsi.
“Lo so, anch’io ti amo, Annie,” disse lui in un sussurro “Ed è per questo che dobbiamo mettere una distanza.”
“No, non capisci…” tentò di spiegare lei “Non sei tu il problema, il problema è un altro…”
“Il problema è che ancora non sai cosa vuoi, Annie,” disse Tom, caustico “E non lo capirai mai finché non avrai lasciato che i tuoi sentimenti per me si raffreddino.”
“Smettila, non dire così, non è vero,” ribatté lei.
“Sì, che è vero. Guarda in faccia alla realtà. Continuare a tormentarci così non ci porterà da nessuna parte, semmai finiremo per esasperarci a vicenda.”
“Non stai parlando sul serio,” disse Annie, con un fil di voce.
“Invece sì,” replicò lui, secco “E se non lo farai tu, allora dovrò farlo io. A partire da questo momento.”
“No, Tom, ti prego, ascolta,“ si affrettò a dire lei, supplichevole.
“Ricordati sempre che ti amo, Annie.”
“Lo so, io–“
La voce di Annie si interruppe bruscamente quando Tom mise giù il telefono, poi tornò in camera sua senza dire niente a nessuno. Sentendosi come se avesse appena reciso l’unico legame che ancora lo teneva in vita, si lasciò cadere sulla sedia come una marionetta senza fili.
   
 
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