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Autore: Nefertari17    25/02/2024    0 recensioni
Katsuki ha una vita fatta di razionalità e dedizione al suo ruolo di eroe, non ha mai dato peso e valore alle emozioni. Dafne si è sempre sentita fuori posto e quando si ritrova in una nuova città, la sua vita fatta di addestramento e controllo viene sconvolta dallo scontro con chi mai avrebbe voluto incontrare. Impareranno che le certezze si possono modificare e che a volte basta uno sguardo o un odore per essere travolti in una spirale di sentimenti.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dafne era scattata senza pensare a nulla, mossa solo dall'esigenza di vedere come stesse Katsuki. Appena vide che era ferito in modo abbastanza grave rimase senza fiato, lo raggiunse e si inginocchiò a terra per avvolgerlo tra le sue braccia.

“Scusa ma non potevo stare a guardare. Tu sei la mia vita, capisco come ti senti quando mi vuoi proteggere”

Lo sussurrò al suo orecchio strofinando il volto sulla guancia, gli poggiò delicatamente le labbra sulla vena ingrossata dalla fatica sul lato destro del collo. Avrebbe voluto rimanere in quel modo, per proteggerlo avrebbe sconfitto le sue paure. Si staccò controvoglia da lui.

Lo guardò attentamente: un livido sulla tempia, il labbro spaccato, un rivolo di sangue aveva sporcato le sue labbra e si teneva lo stomaco dove una chiazza di sangue si allargava. Cercò di fermare l'emorragia cauterizzando la ferita controllando la fiamma che aveva imparato a domare. Bruciò la pelle di Katsuki quel tanto che serviva per fermare il sangue, fu lei a fare una smorfia di dolore percependo quello che poteva sentire lui anche se non lo dava a vedere. Era stremato ma la sua fierezza era impressa sulla sua faccia sudata e malmenata. Lui non si arrendeva mai. Ed era questo il suo lato che ammirava, voleva tanto fare sua quella caratteristica!

Era davvero l'eroe che aspettava, le era di esempio: le dava la forza di andare oltre i suoi limiti, di fare meglio e non darsi per vinta. Mai.

Sentì la sua energia interiore crepitare sotto i pori della pelle, era pronta a combattere anche se voleva dire infrangere le regole, anche se non avrebbe mantenuto la sua promessa di starsene in disparte.

“Tu salvi il mondo Katsuki, lascia che io salvi almeno la persona che amo. Questa è la mia battaglia!”

Gli accarezzò il viso con tenerezza e gli sorrise per provare a trasmettergli tranquillità, sperando che non vedesse la forzatura di quell'azione. In quel momento lei era un rimestare di rabbia e voglia di distruggere.

Si alzò in piedi, come un soldato sull'attenti guardò torva il dottor Kendo e si mosse risoluta in quella marcia verso il proprio destino.

Il dottor Kendo aveva assistito all'arrivo di Dafne come se avesse davanti un essere incorporeo, quando la vide rivolgersi a lui con occhi furenti applaudì compiaciuto

“Ecco la mia Dafne. Sapevo che ti ci voleva giusto una spintarella”

Anche Aizawa raggiunse il luogo, i polmoni stavano per uscirgli dal petto, l'attrito della gamba artificiale fece pulsare la carne del moncherino sotto al ginocchio. Vedendo le spalle della figlia in composta apertura capì subito le sue intenzioni.

“Si sono riunite le persone più importanti per te. Che intendi fare mia cara?”

Dafne si era allontanata da Katsuki in una posizione in cui lui era fuori portata, gli rivolse un ultimo sguardo muovendo il labiale in un ti amo di commiato e creò una cupola di energia attorno a sé per dividerla da lui, un modo per contenere lo scontro che ci sarebbe stato evitando danni.

Katsuki era rimasto in silenzio alla sua presenza, aveva accettato il suo contatto come un vitaminico anabolizzante. Oltre all'amore, nei suoi occhi aveva notato una scintilla di furiosa determinazione. Provò a fermarla chiamandola con un tono che non era il suo, come se il suo corpo avesse percepito il significato di quella vista. Si rialzò dalla sua patetica posizione e mosse un passo verso di lei. Gli sembrava che le stesse sfuggendo di mano, un'altra volta. Ma fu bloccato da Aizawa che gli arpionò un braccio, stringendo la presa per paura che uno strattone deciso gli avesse permesso di avanzare verso di lei.

“Aspetta Bakugo. Non la fermerai! Fidati di lei!”

“Sono io che devo proteggerla, non il contrario. Che cazzo si è messa in testa?”

“Dafne deve liberarsi del peso che si porta dentro, solo questo è il modo”

“Il peso lo deve condividere con me, cazzo. Ci sono io al suo fianco”

“Lascia che combatta i suoi demoni da sola. Sai più di chiunque altro cosa significhi!”

Aizawa aveva parlato mantenendo l'occhio su sua figlia: il profilo fiero e l'insistenza del suo sguardo fisso su di lei per abbracciarla e sostenerla. Rivide la determinazione della madre, nulla l'avrebbe distolta dalle sue intenzioni. Era testarda proprio come Akiko e sapeva che aveva capito di avere un quirk che l'aveva resa responsabile verso il mondo: avrebbe protetto chi amava anche per salvare se stessa e gli altri.

Una cupa sensazione però si infilò nel suo petto, uno stiletto che buca le carni e viene rigirato nello sterno. Gli mancò il fiato per un attimo impietrito per l'apparizione fugace di un possibile epilogo nefasto.

“Dottore cosa intendi fare adesso?”

Dafne guardò torva il suo interlocutore e gli occhi divennero neri.

“Vedo che hai sviluppato qualcosa di nuovo. Vai oltre le mie aspettative. Sei un esperimento più che riuscito”

“Che cosa mi hai fatto?”

“Ho potenziato il tuo quirk mia cara. Ho semplicemente innestato altri quirk che si sono amalgamati bene con il tuo dna. Avevo avuto tanti esperimenti falliti prima di te e avevo compreso come combinarli. E poi ti ho trovato. Hai un quirk davvero particolare! Il tuo sangue serviva per annullare gli effetti collaterali del mio, una fiamma distruttrice e curativa allo stesso tempo”

“Che intendi dire?”

“Come pensi sia possibile che non hai alcun segno sul corpo che riporta gli esperimenti da bambina? Ho innestato un quirk di rinnovamento cellulare insieme a quello del fuoco, altrimenti il tuo debole corpo non poteva sostenere gli esperimenti. Lo attivavamo quando ne avevamo bisogno ed è servito a dare una consistenza migliore al tuo sangue”

“Tu sei stato un veleno. Pensi che non mi opponga?”

“Ah sei sempre stata ribelle, non hai cambiato la tua indole, da bambina rendevi le cose sempre complicate. Ma quello che hai è mio quindi adesso lo rivoglio”

“E se non voglio farlo?”

“Io mi preoccuperei per quei due in fondo signorina. Io non ho problemi a farli fuori per costringerti. Non sei stanca di lottare sapendo che hai perso in partenza? Mi ricordi tanto tua madre!”

Sentire nominare sua madre fu la scintilla che fece detonare la sua rabbia. Gli fu davanti in un secondo e gli diede un pugno in piena faccia impregnato di energia scaraventandolo a metri di distanza.

Il dottor Kendo cominciò a ridere, sempre più forte, mosso da un impulso maniacale. Lei si sfogò su quell'essere: lo riempì di colpi senza sosta scaricandogli addosso tutto il malessere e l'odio che provava per lui. In quel momento il cervello si era spento, il suo corpo si muoveva solo spinto da una cieca ira. Le braccia e le gambe scattavano istigate dall'energia interiore che scorreva fluida dentro di lei.

Lui non oppose resistenza, alcune volte si limitò a bloccarle il pugno nel suo palmo, era in quegli istanti che i suoi occhi brillavano di una luce accecante di pura follia. Dopo l'ennesimo ruzzolone per terra, si rialzò lisciandosi la camicia e spazzolandosi i pantaloni dalla polvere continuando a ridere in modo isterico. Aveva ancora in circolo l'energia che aveva assorbito da Katsuki e aveva incassato i colpi senza troppi danni.

Dafne incanalò energia e gli scagliò un'onda d'urto. Il suo avversario alzò le braccia e accolse quell'energia assorbendola attraverso il palmo delle mani.

“Ancora”

Un'altra onda d'urto più potente arrivò e catturò anche quella forza.

“Si ancora Dafne, dammi altra energia”

Un lampo attraversò quegli occhi verdi raccapriccianti, si era eccitato. Un ghigno soddisfatto si stampò sulle labbra sottili che furono accarezzate dalla lingua con un mugugno deliziato da quello che aveva assorbito: era una sensazione di onnipotenza, l’energia di quella ragazza era diversa da quelle che aveva assorbito finora, perfino di quella dell'eroe, sembrava una droga.

“Vuoi il mio potere? Prendilo allora!”

Dafne chiuse gli occhi e si concentrò. Respirò profondamente. Quello che voleva era raccogliere l'energia dentro di lei e liberarla appieno.

Lui l'avrebbe contenuta? Lei sarebbe stata prosciugata?

Non importava voleva solo liberarsene. Se lui era in grado di assorbirla gliela avrebbe concessa. Tutta.

L'energia cominciò a scorrere nelle vene, dal centro del corpo si mosse lungo gli arti e fuoriuscì dai pori della pelle. Attorno a lei si materializzò una bolla del suo colore caratteristico misto al rosso vivo e la raccolse con il pensiero in un fascio di luce concentrato che cominciò a vorticare come un velo al vento. Scaricò quell'energia verso il dottor Kendo e la pompava al ritmo del battito del suo cuore, prorompente ed impetuoso il potere usciva come se avesse tolto il tappo da una bottiglia capovolta. Avrebbe liberato ogni briciolo di quella forza che sentiva dentro.

Le fiamme l'avvolsero completamente, i capelli divennero fili infuocati, gli stessi occhi che aveva riaperto erano diventati incandescenti, più sprigionava energia più si sentiva viva. Era solo energia e il suo corpo sembrava pura materia. Una supernova, incandescente, potente.

Il dottor Kendo si alimentava di tutta quella potenza e non aveva mai smesso di ridere esaltato ma cominciò a sentirsi strano, il suo corpo non riusciva a contenerla, le dita delle mani cominciarono a cedere, piccoli lembi di pelle si disintegravano come cartapesta. Provò a bloccare quel fascio di energia ma non riusciva nemmeno a spostarsi, quella forza lo teneva fermo. Stava diventando un semplice contenitore pieno fino all'orlo e pronto a traboccare. Fu in quel momento che il panico lo pervase e con voce strozzata urlò

“Basta. Come fai ad avere tutta questa energia? E'troppo! Cosa diavolo sei tu?”

La voce in risposta di Dafne era vibrante, come se avesse un eco.

“Me lo hai dato tu il nome maledetto, sono Shion.... il suono della morte”

Nel pronunciarlo fasci di fuoco si sprigionarono dalle sue spalle simili ad ali infuocate e investì il dottor Kendo con un'altra bolla di energia, uno tsunami impetuoso lo travolse. Lui ormai era allo stremo, barcollò visibilmente come ubriaco, le dita delle mani a diretto contatto con quella forza non c'erano più, si sentì invadere ogni parte del corpo. Percepiva l'energia che si muoveva dentro di lui, sotto la pelle, come fosse viva, come un serpente: strisciava nelle vene, nei muscoli, nelle ossa. Fasci di luce uscirono dal suo corpo. L'energia cercava una via per uscire, dalla bocca, dalle orecchie, dagli occhi, da ogni poro della pelle, fu trafitto dall'interno. L'energia che aveva bramato per una vita lo stava dilaniando.

Come poteva quella ragazza essere riuscita a creare quella forza? Come era riuscita a contenerla negli anni senza esserne sopraffatta?

Il dottor Kendo urlò disperato dal dolore e il suo corpo implose. Fu avvolto da una luce che dissolvendosi fece sparire anche lui.

Dafne respirava in modo affannato, il potere uscito da lei continuò ad espandersi e si scontrò con la barriera che aveva creato, lo contenne come un palloncino che veniva riempito di aria. Lo scontro fece implodere la barriera e con le ultime forze rimaste Dafne arginò l'esplosione per evitare danni.

Le fiamme l'abbandonarono immediatamente come spente da un secchio d’acqua, gli occhi tornarono del suo colore naturale. Si sentiva svuotata e senza forze. Eppuresi sentiva leggera, non percepiva più quella sensazione di qualcosa che fremeva in lei, che doveva tenere a freno. Quella fiamma si era spenta. Era riuscita a liberarsi di quell'energia di cui aveva avuto paura una vita intera, che non era sua, che non le apparteneva davvero.

Si girò verso Katsuki che aveva assistito a ogni cosa senza capire cosa fosse successo. Il petto di Dafne si sollevava pesantemente e vacillò per un attimo, le gambe instabili non si muovevano e lui le andò incontro.

Aveva resistito fino all'ultimo per rimanere sulle sue gambe ma appena le toccò una mano Dafne cadde tra le sue braccia stremata. Si accasciò e Katsuki la fece stendere a terra.

 

   
 
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