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Autore: Miss_Sunshine    18/09/2009    4 recensioni
Silente affida a Piton una missione per l'Ordine, ma questa volta non sarà da solo: ad aiutarlo un misterioso personaggio. E fin qui tutto bene. Ma se il suo "braccio destro" si rivelasse un'affascinante bionda e i due fossero costretti a una convivenza forzata? E se Piton trovasse qualcuno in grado di tenere testa al suo sarcasmo? Leggere per sapere!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Eccomi con una nuova fanfic sul mio adorato Severus ;D Questa volta si ritroverà in compagnia di… una compagnia poco gradita! Ma se le cose prendessero una piega inaspettata? Mi raccomando, lasciate tanti commentini^^

 

Severus Piton uscì sbattendo la porta. Scese in fretta la scala a chiocciola che conduceva fuori dall’ufficio di Silente senza neanche guardare i gradini, che percorreva a due a due. Quella volta non era semplicemente arrabbiato, era a dir poco furioso. Come al solito il Preside aveva deciso tutto da solo e poi l’aveva messo al corrente della ‘situazione’.

‘Già è rischioso fare il doppio gioco di solito, figurarsi con le stravaganze di quel vecchio pazzo in aggiunta!’

Questa volta il ‘piano geniale’ di Silente consisteva nello sfruttare le informazioni che aveva avuto da Mundugus Fletcher,  di certo non nella lista degli informatori più affidabili secondo Piton, per sventare uno degli attacchi dei Mangiamorte. Ma se la cosa si fosse limitata a quello, Piton l’avrebbe fatta senza problemi. La differenza questa volta era che avrebbe avuto un aiutante.

‘In breve, qualcuno che mi metterà  i bastoni tra le ruote’ pensò, mentre andava nel suo ufficio.

Per di più, il Preside non gli aveva fornito nessuna informazione su questo fantomatico aiuto, a parte sapere che era anche lui un infiltrato tra i Mangiamorte, ma dislocato fuori Londra. Piton avrebbe dovuto incontrarlo a Greenwich, alla locanda dove avrebbero alloggiato in attesa di avere informazioni più precise sull’attacco da Voldemort. Silente l’aveva definita ‘una vacanza’. Piton aveva preferito chiamarla col suo nome: un disastro annunciato.

***

La locanda si rivelò essere un hotel di lusso. Piton guardò l’enorme struttura alzando un sopracciglio e chiedendosi perché mai Silente avesse scelto quel posto. Mentre era immerso in quei pensieri, una voce alle sue spalle lo riportò alla realtà, una voce femminile.

“Severus Piton?” gli chiese una donna bionda vestita di rosso, avvicinandosi a lui. “Roxenne Bennet. Albus le avrà accennato che ci saremmo visti qui. Dove sono i suoi bagagli?” domandò, lanciando un’occhiata al piccolo baule ai piedi di Piton.

“È questo il mio bagaglio” rispose Piton con uno sguardo altrettanto stupito alle due valigie e al borsone di quella che, non senza un brivido lungo la schiena, aveva intuito essere la sua aiutante.

“Oh. D’accordo, allora entriamo” disse Roxenne superandolo, senza degnarlo di uno sguardo in più.

Piton la seguì dentro l’hotel, fino alla reception. La donna stava già parlando con una signorina che indossava la divisa dell’hotel.

“Bennet e Piton. Dovrebbero esserci due stanze prenotate” disse, mentre si esaminava un’unghia perfettamente curata e laccata di rosso scuro.

La ragazza scorse una lunga pergamena e, arrivata verso la fine, fece una strana smorfia.

“Volete attendere un attimo, per favore?” chiese, gentile, per poi smaterializzarsi e riapparire qualche minuto dopo insieme ad un uomo che cominciò a parlare con voce troppo gentile per i gusti di Piton.

“Buongiorno signori, sono David Goodtime, il direttore del Greenwich Hotel. Purtroppo devo informarvi che abbiamo avuto dei… problemi con le assegnazioni delle camere e alcune prenotazioni si sono… sovrapposte.”

“In parole povere?” chiese Piton, muovendo appena le labbra.

Il direttore sembrava, se possibile, ancora più contrito. “Ecco… alcune stanze sono state prenotate due volte. E le vostre sono tra queste. In poche parole invece di avervi riservato due stanze, ne abbiamo prenotata solo una.” Osservò le facce sconvolte dei suoi due clienti. “Ma per scusarci dell’inconveniente vi abbiamo riservato la suite excelsior! Naturalmente, allo stesso prezzo della precedente prenotazione…”

Roxenne rifletté un attimo: avevano due possibilità. La prima era andarsene dall’hotel e trovare un altro posto, senza garanzie di riuscirci, naturalmente. E probabilmente mandare a rotoli la missione. La seconda era quella di restare, godersi la suite e buttarsi alle spalle quell’inconveniente. Ovviamente, Roxenne Bennet non si sarebbe lasciata sfuggire la migliore stanza dell’hotel solo per l’infimo dettaglio di doverla dividere con Severus Piton.

Lui sembrava furioso. “Ma è assurdo! Noi…”

“Accettiamo!” completò per lui la donna, sorridendo al direttore.

***

Appena entrati nella stanza, Roxenne capì di aver fatto la cosa giusta: quel posto era favoloso. Le pareti color crema, i mobili in stile barocco e la piscina esterna la rendevano un piccolo paradiso. Stranamente, Severus Piton non sembrava pensarla come lei. Non aveva fatto che lamentarsi e inveire contro la decisione di restare al Greenwich. Roxenne l’aveva trovato antipatico fin dal primo sguardo, ma adesso era sicura di odiarlo. A parte che detestava a prescindere tutti quei Mangiamorte che per non finire ad Azkaban si erano dati per pentiti, Piton non faceva niente per rendere meno insopportabile quella situazione. Dal canto suo Severus, aveva trovato quella donna presuntuosa ed egocentrica. Tanto per cominciare nessuno porta tre bagagli per una missione di neanche tre giorni e poi non aveva nessun diritto di trascinarlo in quella stanza senza neanche chiedere il suo parere. La vide posare le valigie sull’apposito mobile e scomparire in bagno con il borsone.

“Fantastico!” pensò, sarcastico. “Posso scordarmi in bagno per le prossime due ore!”

Quando uscì, Roxenne si era tolta il vestito e indossava un costume bordeaux. Passò accanto a Piton con una tovaglia bianca di spugna in spalla.

“Ho sistemato le mie cose in bagno, spero non le dispiaccia.”

E lasciandolo con un’espressione di puro odio in volto, uscì dalla stanza e raggiunse la veranda.

Bene. Finché si arrostirà al sole e non metterà piede qui dentro non ci saranno problemi” pensò mentre tacitamente si augurava che la donna affogasse in piscina.

***

La sera calò presto su Greenwich e Piton aveva ormai sistemato i suoi bagagli e aveva organizzato la missione del giorno dopo. Roxenne aveva indossato una gonna e una camicetta rossa e aveva ordinato la cena per entrambi. Piton guardò la donna.

“Ha solo vestiti rossi?!”

“Ha solo vestiti neri?”

Severus rimase sorpreso dalla prontezza della donna nel rispondere. “Ho portato l’essenziale.”

“Anch’io.”

“Tre valigie per lei sono l’essenziale?!”

“Abbiamo un diverso concetto di essenziale” rispose lei, senza alzare gli occhi dalla Gazzetta del Profeta.

Lo scambio di battute al veleno fu interrotto dall’arrivo del servizio in camera.

A malincuore, Severus dovette riconoscere che la sua ‘compagna’ aveva organizzato una cenetta coi fiocchi e che, cosa che gli dava ancora più fastidio, sembrava la persona più adatta con cui affrontare quella missione.

***

Finita la cena, Roxenne sparì di nuovo in bagno per uscirne dopo un’ora buona in camicia da notte in pizzo nero.

“Come vede non ho solo vestiti rossi.”

Durante la sua assenza, Piton aveva indossato dei pantaloni leggeri grigi. “Come vede non ho solo vestiti neri.”

Si distese sul letto e Roxenne gli lanciò uno sguardo inorridito. “Ma cosa pensa di fare?!”

“Penso di dormire se solo lei la smette di starnazzare!”

“Vuole prendersi il letto?!”

“Lei ha preso il bagno.”

“Vorrebbe farmi dormire sul divano?!”

“Assolutamente no. Può prendere l’altro lato del letto.”

“Lei è pazzo.”

“Allora le resta il divano.”

La donna sbuffò e si coricò, dando le spalle a Piton.

***

Due ore dopo, nessuno dei due era riuscito a prendere sonno.

“Perché non riesce a dormire?” chiese di punto in bianco Roxenne.

“Troppi pensieri. Lei perché non riesce a dormire?”

“E chi le dice che non ci riesco?”

“Il fatto che non sta dormendo.”

“Non dormo perché lei non dorme e quindi mi sento osservata!”

“Ma se le do le spalle!”

“Fa lo stesso!”

Dopo quello scambio di battute, il cielo fu squarciato da un tuono. Roxenne cacciò un urlo, colta di sorpresa. Piton non si lasciò sfuggire l’occasione.

“Ha paura dei temporali?”

“No, naturalmente!” rispose lei, distogliendo lo sguardo.

La donna si rintanò sotto le coperte per non dover sentire le battutine di Piton, ma lui fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato da se stesso: circondò Roxenne con le braccia e poggiò il mento sui capelli della donna.

“Va meglio?”

“Un po’” sussurrò lei, prima di cadere in un sonno profondo.

***

Il giorno dopo, Severus aprì gli occhi e si trovò da solo nel letto. Roxenne uscì qualche minuto dopo dal bagno con solo un asciugamano addosso.

“Buongiorno!”

“’Giorno” rispose lui, passandosi una mano sulla faccia.

Lei gli si andò a sedere accanto. “Non ti ho ancora ringraziato per 'sta notte…” gli sussurrò. Detto questo, lo baciò con dolcezza.

Quando lo lasciò respirare, Piton fece un sorrisetto. “Sai, improvvisamente questa sistemazione non mi sembra così male…”

 

  
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