Anime & Manga > Banana Fish
Ricorda la storia  |      
Autore: Bombay    02/03/2024    0 recensioni
Dal testo: - L’uomo gli si avvicinò e gli tese la mano, con titubanza il ragazzo l’afferrò e la strinse.
“Puoi chiamarmi Blanca” si presentò.
“Ash” rispose sugellando quella strana ed inaspettata alleanza. -
Challenge: “I giorni della merla” - challenge periodica - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ash Lynx, Blanca
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alleanza

Challenge: “I giorni della merla” - challenge periodica - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

Prompt: Dove: New York - Chi: Ash - Warnings: hurt/comfort proposto da Mairasophia L Garofalo

 

Genere: drammatico, hurt/comfort

Tipo: one shot

Personaggi: Ash Lynx, Blanca

Coppia: yaoi

Rating: PG-13, arancione

Avvertimenti: angst, non-con (non descrittivo), age gap, tematiche delicate

PoV: terza persona

Spoiler: (ambientata prima della serie, quando Blanca decide di addestrare Ash, mentre nelle ultime righe c’è uno spoiler sul finale dell’anime)

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Akimi Yoshida. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Alleanza

 

Il rumore della porta che si chiudeva, il chiacchiericcio e le basse risate di quegli uomini, i passi che si allontanavano. Ascoltava tutto con gli occhi serrati con forza, lo avevano lasciato nel letto sfatto e sporco di sudore, di sangue, di umori.

Socchiuse gli occhi, la vista appannata dalle lacrime.

Non c’era un angolo del corpo che non gli facesse male a partire dal sedere per arrivare alla gola, aveva lo stomaco in subbuglio, aveva solo voglia di vomitare e dormire.

Se chiudeva gli occhi poteva vedere ancora quegli individui che sogghignavano mentre lo spogliavano, lo toccavano e per quanto tentasse di opporsi era tutto inutile.

Erano troppi, lo tenevano fermo e facevano di lui ciò che volevano, come sempre, mentre il vecchio li guardava, seduto sulla poltrona di velluto rosso, con un sorriso soddisfatto sul viso, mentre si accarezzava i baffi.

Non partecipava a quei festini, mai. Si limitava ad invitare quegli uomini: politici, industriali, militari per farli giocare con lui, sfogare i loro schifosi istinti sul suo giovane corpo, finché ne avevano abbastanza.

Golzine stava con lui in privato, quando gli aggradava di più, nei momenti più disparati della giornata, non c’era mai uno schema preciso.

Invece in quei momenti si godeva solo lo spettacolo, offrendo ai suoi alleati la merce più bella e preziosa che possedeva, quando tutto finiva, si alzava e gli dava un buffetto sulla guancia “Sei stato bravo, Ash…” lo lodava e, ricominciando a parlare d’affari, lasciava la stanza e tornava ad occuparsi dei suoi sporchi traffici.

Quella notte non era stato diverso, nella grande villa del mecenate, a New York, dove si stava tenendo una serata di beneficenza, dove tutta l’alta società si era riunita per quell’evento mondano.

Ash era obbligato a partecipare anche se cercava di starsene in disparte e non attirare l’attenzione, ma non era possibile e lo sapeva. Poi Dino si era avvicinato accompagnato da altri quattro uomini e si erano allontanati in una delle grandi e sfarzose camere da letto.

 

Il ragazzo tentò di mettersi a sedere, la nausea e il dolore gli attanagliò le viscere si sporse oltre il bordo del letto e vomitò.

Il rumore della porta che si apriva lo paralizzò, capitava che qualcuno tornasse indietro e ne approfittasse ancora, all’insaputa di Golzine, non che se ne fosse stato a conoscenza sarebbe cambiato qualcosa, ma tendenzialmente quando non c’era il vecchio si sfogavano nei peggiori modi possibili.

 

Sollevò lo sguardo dalla pozza di vomito verso il nuovo venuto, sbatté le palpebre un paio di volte.

L’uomo si avvicinò arricciando il naso: l’odore del sesso era pregnante in quella stanza, anche senza guardare verso il letto sfatto era evidente cosa fosse appena accaduto.

Il completo di alta sartoria, faceva risaltare ancora di più la sua imponente e maestosa, figura il volto fiero dai marcati tratti est europei, i capelli scuri sciolti sulle spalle.

Ash si lasciò andare sfinito e sconfitto sul letto, quando aveva incontrato quell’uomo, qualche giorno prima, gli aveva fatto una buona impressione, sembrava diverso dagli altri, quanto si era sbagliato. Erano tutti uguali, schifosi porci bastardi.

Chiuse gli occhi pregando che facesse in fretta, li spalancò sorpreso quando il lenzuolo fresco si posò sul suo corpo nudo martoriato e bollente.

“Ti ricordi di me?” domandò la voce dal marcato accento russo, e un caldo sorriso si apriva su quel volto severo, il ragazzo annuì restando guardingo. “Golzine mi ha chiesto di addestrarti… volevo rifiutare…” spiegò sommessamente sedendosi sul bordo del letto giungendo le mani in grembo, sembrava quasi che parlasse a sé stesso più che a beneficio del giovane.

“Ho cambiato idea, se lo vorrai posso insegnarti molte cose…” propose guardandolo negli occhi chiari.

Con immensa fatica il ragazzo si mise seduto, che cosa voleva quell’individuo da lui? Finiva sempre che gli mettevano le mani addosso, ma quell’uomo era diverso o questo gli voleva fare credere.

“Resterò fino a domani sera, hai tempo per darmi la tua risposta…” concluse alzandosi sistemandosi i polsini della camicia, in un gesto dettato dall’abitudine.

Ash lo afferrò dalla manica della giacca elegante, si fissarono negli occhi per un altro lungo momento.

Forse non sarebbe cambiato nulla, però era stanco di essere il giocattolo di chiunque a partire da Dino.

“Addestrami…” sussurrò stringendo il tessuto tra le dita stropicciandolo, ma all’uomo non sembrava importare.

“Addestrami” ripeté con più convinzione e vide il sorriso piegare le labbra di quell’affascinante individuo.

“Voglio ucciderli ad uno ad uno…” aggiunse mordendosi le labbra, il sorriso sul viso dell’altro si ampliò e non sembrò affatto turbato dalle sue parole.

Il ragazzo abbassò lo sguardo riusciva a malapena ad alzarsi, lasciò la presa e senza dire una parola l’uomo sparì nel bagno e tornò qualche istante dopo con un asciugamano bagnato mentre dall’altra stanza si poteva sentire lo scroscio dell’acqua.

Si sedette nuovamente sul letto e posò il panno sulla pelle chiara del ragazzo che si irrigidì, ma non si ritrasse.

“Non ti farò del male… non ti toccherò, mai…” 

“Perché?”

L’uomo lo fissò tristemente, quell’adolescente conosceva solo violenza ed abusi da chiunque si approcciasse a lui. Era davvero triste che un ragazzo così giovane fosse già disilluso e che non conoscesse la parte bella della vita.

“Non sei il mio tipo” tentò di buttarla sul ridere, ma Ash lo fissava con un cipiglio corrucciato.

“Non tutti gli uomini seguono i loro più beceri e volgari istinti…” spiegò sospingendolo a sdraiarsi ripulendolo sommariamente sentendolo sussultare.

Ci erano andati giù pesanti, sicuramente il ragazzo avrebbe fatto fatica a sedersi per qualche giorno.

Ash teneva gli occhi serrati e stringeva le lenzuola con forza, ma i gesti dell’uomo erano efficienti e, a modo loro, gentili, in netto contrasto con il suo aspetto.

“Non sono mai stato io a provocarli” confessò in un sussurro. Non lo aveva mai fatto ma andava sempre a finire nel medesimo modo. Ogni insegnante, ogni precettore che aveva avuto si era sentito in diritto di…

Solo perché era bello, per i suoi capelli color del grano, i suoi occhi come la giada, il suo corpo snello e proporzionato, la sua giovane età.

“Non l’ho mai fatto…” ripeté posandosi le mani sugli occhi, perché glielo stava dicendo, dopotutto a quell’uomo non interessava, era solo un altro istruttore sul libro paga di Golzine.

“Ti credo” lo rassicurò ed attese che i singhiozzi e le lacrime si placassero.

Si alzò e andò in bagno a controllare la vasca quando tornò Ash era seduto sul letto.

L’uomo gli si avvicinò e gli tese la mano, con titubanza il ragazzo l’afferrò e la strinse.

“Puoi chiamarmi Blanca” si presentò.

“Ash” rispose sugellando quella strana ed inaspettata alleanza. 

“Ti ho preparato un bagno, poi rivestiti e torna alla festa…”

Ash spalancò gli occhi “Fa vedere a quegli uomini che non ti hanno piegato, nonostante quello che ti hanno appena fatto…”

Ash sbatté le palpebre perplesso, sarebbe stato sfidare apertamente l’autorità di Dino Golzine, in casa sua, ad un suo evento.

Gli piaceva la sensazione che gli si agitava dentro e quindi annuì.

 

Tutti si volsero al suo ingresso nella sala da ballo dove, nonostante l’ora tarda, era ancora gremita di gente.

Ash la vide l’espressione stupita di Golzine, che poi però divenne subito severa e austera. Attraversò la sala fino a trovarsi difronte al vecchio, Blanca dietro di lui gli posò la mano sulla spalla.

“Addestrerò il ragazzo, signore, inizieremo domani” lo informò stringendo appena la presa sulla spalla del ragazzo. Il vecchio si limitò ad annuire e con un cenno della mano intimò al ragazzo di congedarsi.

 

Alcuni anni dopo…

 

Ash si sedette sulla panchina e l’uomo sorrise, il vento freddo scompigliava i capelli di entrambi e le pagine del libro che Blanca aveva in grembo.

“Alla fine ce l’hai fatta?” gli disse fissando dritto davanti a sé.

Il giovane sollevò un sopracciglio non comprendendo.

“Li hai ammazzati tutti”

Ash sospirò annuendo ricordando una particolare conversazione avvenuta anni prima.

“Già, ma niente mi restituirà quello che ho perso” sussurrò mestamente fissandosi le mani, “Credevo che avrei provato qualcosa, quando finalmente sarei stato libero dal gioco di Golzine, ma non ho provato nulla… e ora resta solo cenere…”

Blanca lo fissò per un lungo momento “Vieni ai Caraibi con me” propose, ci aveva pensato parecchio.

Ash scosse prontamente la testa “Perché? Per riempire i tuoi vuoti?” chiese con un sorriso triste.

“Parte domani, lo sai…”

“Sì, è giusto così… facciamo parte di due mondi troppo diversi” convenne alzandosi infilando le mani nelle tasche del soprabito.

“Ash… tu…”

“Addio vecchio, stammi bene, vedi di non farti ammazzare…” lo salutò avviandosi lungo il viale alberato, mente le nubi si addensavano nel cielo.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Banana Fish / Vai alla pagina dell'autore: Bombay