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Autore: Bab1974    05/03/2024    0 recensioni
[Heartstopper ]
Breve One shot. "Questa storia partecipa all'iniziativa di scrittura Le 12 fatiche dello scrittore di fanfiction indetta da LadyPalma e Mati sul forum Ferisce la Penna" Fatica n.1 - Scrivi una fanfiction che ha come protagonista un personaggio che odi.
Ben Hope scrive una lettera a Charlie Spring che mai spedirà.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa all’iniziativa di scrittura indetto sul sito Le 12 fatiche dello scrittore di fanfiction indetta da Lady Palma e Mati sul forum Ferisce la Penna. Fatica n. 1. Scrivi una fanfiction che ha come protagonista un personaggio che odi. Ho scelto Ben Hope di Hearthstopper.

 
Ciao Charlie
 
 
Ciao Charlie,
Ti scrivo questa lettera perché voglio chiederti scusa per tutto ciò che ti ho fatto. Lo so, avrei dovuto farlo prima, magari quando stavamo assieme, ma non ne ho avuto il fegato. La mia famiglia non è come la tua, sempre che sia una scusa per il mio comportamento, non capirebbe che io sia attratto dagli uomini quanto dalle donne. E non ho neppure il coraggio che ha avuto Nick di rivelarsi al mondo senza nessuna sicurezza.
Eri la mia ancora di salvataggio, l’unico luogo in cui potevo essere me stesso. Non so dirti se quello che provavo per te era davvero amore, o solo un’illusione creata dal fatto che eri disponibile lì per me. So solo che ero davvero felice quando potevo incontrarti, anche se di nascosto, e baciarti perché eri mio. Il mio ragazzo. Se anche potessi tornare indietro non sono certo di essere in grado di darti quello che meriti e che ti ha dato Nick, un ragazzo innamorato e pronto a smuovere le montagne per te.
Se davvero ti consegnassi questa mia, cosa di cui dubito fortemente, ti direi che invidio Nick per il coraggio e te per aver finalmente raggiunto la felicità.
                                                                                          Tuo Ben.
 
Ben Hope rilesse la lettera più di una volta. Alla fine i suoi occhi erano pieni di lacrime perciò dovette smettere e si sfogò stringendola al petto, buttato sul letto, il mare salato che non accennava a smettere di fuoriuscire. Non si rese conto di quanto tempo avesse passato in quella maniera, almeno finché qualcuno non bussò alla sua porta, poi tentò di aprirla senza successo.
“Benjamin, lo sai che non vogliamo che ti chiudi dentro a chiave.” Gridò la madre da fuori. Ben occultò la lettera sotto il cuscino e si diresse verso la porta. Non c’era maniera di nasconderle che aveva pianto, perciò si ritrovò a pensare ad una scusa per quello che era accaduto. E che in realtà era la verità appena appena modificata. La porta fu aperta e la donna lo osservò preoccupata. “Ben, hai pianto? Hai dei problemi scolastici?”
La scuola e la sua futura carriera erano le uniche cose che sembravano interessare i suoi genitori! Non ci pensavano neppure che potesse avere problemi di cuore. La faccenda lo stizziva in maniera particolare. Scosse la testa.
“Mi offende che tu pensi che mi riempirei di lacrime per un brutto voto.” Sbottò contrariato “Lo sai come sono, se mi va male una volta, mi butto a studiare come se non ci fosse un domani, non mi metto certo a piangere.”
Il tono piccato del ragazzo sorprese la madre, visto che di solito era accondiscendente e accomodante, forse ubbidiente in maniera esagerata vista la media dei giovani d’oggi. La donna entrò, si sedette sul letto e fece cenno al figlio di fare lo stesso. Lui obbedì, tornando mogio.
“Si tratta di una ragazza?” Lui annuì, tenendo lo sguardo basso “Fattelo dire da una che da ragazzina è stata la più stronza di tutte, chiunque sia non si merita le tue lacrime. È una che conosciamo?” Lui fece un’alzata di spalle che poteva dire qualsiasi cosa. “L’amavi molto?”
“Mi piaceva, ma l’ho tenuto nascosto perché sapevo che voi non avreste approvato.” Decise di non spiegare perché, erano decine i motivi per cui i suoi genitori non avrebbero approvato una sua fidanzata e il sesso sbagliato era di certo l’ultimo della lista. Tatuaggi, piercing, fede politica o religiosa diversa dalle loro, capelli strani, colore della pelle ne erano solo una piccola parte. “Alla fine si è stufata di me e mi ha lasciato dicendomi che secondo lei non siamo mai stati davvero assieme. Sto piangendo perché si vede con un altro e con questo sembra andare bene e non vede i difetti che vedevo io e che rendevano la nostra storia impossibile.”
“E…” la donna si bloccò, forse cercando le parole giuste, che alla fine erano solo quelle e non ce n’erano altre “…avete avuto rapporti sessuali?”
Ben arrossì, non sapeva dove guardare, non era pronto a fare quel discorso con sua madre, probabilmente non lo sarebbe mai stato. Per fortuna non aveva nulla da raccontare.
“Passavamo i ritagli di tempo a baciarci, nulla di più. Non ho ancora incontrato la ragazza giusta.”
“Quindi perché sei così disperato?”
“Ora è felice e con me non lo era perché ci vedevamo di nascosto e la trattavo male se mi rivolgeva la parola in pubblico.” Poi la fisso ben in faccia “E se non trovassi mai la ragazza che volete voi?”
“Di certo esiste là fuori.”
“Ma io potrei non piacere a quella perfetta per voi o io potrei non innamorarmene. Cosa fareste se vi portassi a casa una donna con dei buffi capelli, o di colore, o che non ha un lavoro che voi ritenete degno?”
La donna capì che non era il momento giusto per recriminare e sorrise.
“Beh, finché ci porti a casa una repubblicana, ci sarà sempre spazio per discuterne.”
 
 
Logicamente la lettera finì bruciata nel camino. Ben aveva visto la madre adocchiarne un lembo che fuoriusciva da sotto il cuscino e respirò meglio quando uscì dalla stanza senza prenderla. Era certo, però, che non avrebbe potuto buttarla impunemente nell’immondizia, neppure a pezzettini, perché sapeva che nulla avrebbe impedito alla genitrice di perquisire la sua camera, bidone compreso. Mentre osservava la fiamma lambire la carta ripensò ancora a Charlie e sospirò. Quel dolore sarebbe passato, prima o poi. Sperava di non innamorarsi più, non ne avrebbe sopportato altro.
  
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