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Autore: tbhhczerwony    10/03/2024    1 recensioni
[1/3 Arcs | OC-centered | ship varie, shonen battles!]
dal diciassettesimo capitolo:
Il principe dai capelli rosa sembrava aver notato la leggera tensione tra il gruppo, ciò non sembrava interessare al padre a fianco a lui che continuava a mangiare, chiacchierando con Krystal. A quanto pare era lei il soggetto delle preoccupazioni di Saleh. Dopotutto era comunque amica di sua madre. La fata della natura sentì una vibrazione venire dal suo telefono. Pensava fosse Atan ma, in realtà c’era qualcosa di mai visto nell’app delle note.
Il pianeta Zeldris e il suo Tempio della Vita sono presi di mira da Xanard, un misterioso ragazzo con i poteri di ghiaccio che Jandor e i suoi amici del Winx GX Club dovranno affrontare. Che segreto si cela dietro il puzzle del tempio, e perché Xanard vuole prendere possesso della Fiamma del Drago?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Icy, Nuovo personaggio, Winx
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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Non avevo idea di quale icon usare, quindi per restare in tema col capitolo di oggi metto un picrew che avevo fatto di Saleh vestito da Contessa Perla Lucente Raggio di Solaria! Ogni volta mi fa ridere scriverlo.
Buonasera! Mi scuso per il tremendo ritardo, ho skippato febbraio e sto di nuovo affrontando il blocco. Devo dare la colpa ad Hazbin Hotel che si è intrufolato nella mia vita quando pensavo di averlo abbandonato nel 2020 dopo il pilot e ora sto facendo il rewrite e i redesign? Forse, sì, in parte. Ma stavo così da prima che la serie uscisse ufficialmente, questo capitolo lo avevo postato abbastanza all'ultimo e ho difficoltà a procedere con il prossimo anche se ho un'outline precisa. Magari ne uscirò, spero ç_ç
In questo capitolo introduco anche un nuovo personaggio, Matoya, il cui nome completo è Matoya Enma VIII! Principe dei fanplanet che ho fatto, Raikou e Brahma, con il padre Enma VII. Matoya è leggermente più grande del trio di Cedric, due annetti in più! Questo OC è praticamente la versione discount di Koenma da YuYu Hakusho, misto anche alla mia OC multiversale dai capelli rosa che uso ovunque e che in YuYu Hakusho è proprio la sorella del suddetto essendo ispirata a Sunita, ma non sproloquierò oltre. Spero che questo capitolo vi piaccia e buona lettura! ç_ç <3

 



Indovina chi è tornata




 

«Ti sei davvero tenuto quel vestito.»

Atan osservava Saleh girarsi intorno con il vestito che aveva preso—rubato—da uno degli armadi del palazzo reale di Domino. Dopo un po’ Saleh se lo tolse con la magia, indossando il suo morbido pigiama per riporre il vestito e involgerlo in una busta di plastica, per assicurarsi che fosse tenuto bene.

«La principessa Bloom mi ha detto che potevo tenerlo! Ha chiesto anche ad Aimon ma lui ha detto di no»

«Ma certo, lui è molto più rispettoso di te con le famiglie reali» commentò Atan.

Saleh scosse la testa, «Certe volte non ti capisco. Jandor e Aimon sono principi, ti sembra che abbiamo bisogno di inchinarci a loro ogni volta che li vediamo?»

La fata del suono non riuscì a rispondere a quella considerazione, fissando il vuoto pensandoci intensamente. La fata della natura sbatté le palpebre, osservandolo in silenzio, per poi scrollare le spalle, «Sì, appunto» disse, portando il vestito in camera sua. Aimon distolse lo sguardo dal suo libro e ridacchiò, seduto sul divano. Era contento che non stessero litigando, almeno per una volta. Jandor era seduto a fianco a lui con un enorme panino tra le mani, alternando lo sguardo tra gli amici che, dopo che Saleh era tornato, erano tutti riuniti.

«Abbiamo impegni per domani?» chiese successivamente.

«Ah, dipende, sarà giovedì…» cominciò Atan, «E abbiamo un’interrogazione con la DuFour» diede poi una rapida occhiata a Saleh, «E con “abbiamo” intendo te»

Il mezz’elfo sospirò, «E va bene! Potrei anche avere problemi con lei, ma non significa che non studio la sua materia!»

«Che tipo di problemi?» domandò Jandor.

Saleh abbassò lo sguardo con evidente imbarazzo, «Ecco…» si ritrovò a balbettare, «Lei è… talmente bella…»

Atan inarcò un sopracciglio, «Scusami? È una professoressa»

«Beh, anche Avalon lo è, eppure ci sbavi comunque dietro!» lo richiamò la fata della natura.

Il ragazzo dai capelli color lavanda sussultò, sentendosi offeso da un’accusa del genere, «Ma come osi?! Non è vero!» incrociò poi le braccia, «E anche se fosse? Non insegna nemmeno nella nostra classe!»

«E che cosa farai quando ce l’avremo l’anno prossimo?!»

«Niente…! Ascolterò le sue lezioni come tutti gli altri»

Aimon, nel frattempo, controllava i piani nell’agenda, «Ah, Jandor, ti sei dimenticato? Non possiamo andare a lezione domani, abbiamo la riunione dei regni»

«Ah, già…» Jandor tirò un sospiro, «Me ne sono completamente scordato… dobbiamo svegliarci più presto del solito»

Atan e Saleh si voltarono a guardarli, confusi, «Che dovete fare esattamente?» domandò la fata della natura.

«Come principi, anche se non possiamo intervenire quanto dovuto, dobbiamo rappresentare i nostri rispettivi regni con i nostri genitori, nel mio caso con mia madre» spiegò brevemente Aimon.

«E anche se tecnicamente mia madre è ancora una principessa e non regina… devo comunque esserci visto che lo è mia zia» aggiunse Jandor.

Saleh saltò sul divano verso di loro, con le mani giunte e gli occhi dolci, «Posso venire con voi?!»

Atan sbuffò, «Stai scherzando?! Devi studiare per l’interrogazione!» esclamò, «E poi non sei un principe!»

Il mezz’elfo ridacchiò maleficamente, voltandosi verso di lui, «Ma la contessa può esserci»

«Oh, la inviterai? Che cosa carina!» commentò Jandor, «Ci divertiremo!»

La fata del suono non cambiò espressione, «…Jandor, Saleh è—» Ma la fata della natura lo interruppe prontamente, coprendogli le labbra con le mani.

«Non rivelarglielo così, gli spezzerai il cuore.»

La fata della Fiamma del Drago si sgranchì le braccia, accennando uno sbadiglio assonnato, «Beh… è ora di andare a dormire, altrimenti non sentiremo la sveglia»

«Sì, sarà meglio» Aimon si alzò dal divano, «Farò il mio allenamento serale prima di dormire. Nel frattempo vi auguro una buona notte»

«Buonanotte!»

Jandor venne seguito da Saleh nella loro stanza, mentre Atan guardò Aimon lasciare l’appartamento, rimanendo in salotto per guardare fuori alla finestra. Resistendo l’impulso di pulire per la seconda volta, si avviò in camera sua.


 

***


 

La mattina seguente, Jandor e Aimon si prepararono le borse per la loro partenza alla volta di Domino, pianeta stabilito per riunirsi con gli altri regni. Sapendo che ci sarebbero dovuti rimanere almeno per una notte, Jandor e Aimon fecero un bagaglio piccolo e controllarono che ci fosse tutto di fronte alla porta principale. Saleh li incontrò nello stesso punto con la sua borsa, indossando una comoda camicetta ed una gonna con i capelli sciolti, come la contessa.

«Oh, pensavo che non saresti venuto con noi» commentò Aimon.

Saleh imitò la risata di Topaz, «Ma certo che vengo con voi!»

«Dopotutto si tratta della Contessa Perla» aggiunse Jandor, «Non possiamo non invitarla!»

Atan chiuse la porta di camera sua dietro di sé con due libri sottobraccio, «Saleh. Non puoi andarci.»

«E chi sei tu per dirlo? Scommetto che ci sto benissimo dentro una delle loro borse!» esclamò la fata della natura.

«E io scommetto che posso prenderti a calci nel sedere fino in classe.» La fata del suono inarcò un sopracciglio.

Jandor lo indicò trattenendo una risatina, «Ehi, ma fa male!»

«Stanne fuori, Jandor. Riuscite ad andarvene senza che Saleh vi veda?»

«Possiamo provarci… ci vediamo domani!» li salutò Aimon, portando Jandor fuori con sé. Non appena lasciarono l’appartamento, Atan bloccò Saleh prima che potesse uscire dalla porta con uno scudo tecnomagico. Il mezz’elfo si alzò di scatto, sistemandosi la gonna.

«Non è giusto, ho addosso una gonna, dovresti essere più attento!» si lamentò.

Atan spostò le mani per indicarlo, «Ma se hai anche i pantaloncini sotto, perché ti importa?!»

«È comunque scortese!» Saleh si affrettò verso il balcone, ma la fata del suono lanciò un altro incantesimo dietro la porta a vetri.

«Firewall!» esclamò, «Basta, Saleh! Smettila di fare il bambino e andiamo in classe!»

La fata della natura sospirò rumorosamente, alzandosi dal pavimento, «E va bene…» mormorò.

«Bene. Andiamo»

Apparentemente tranquillo—anche se secondo Atan era stato fin troppo facile, conoscendo il mezz’elfo—Saleh seguì Atan fuori dal loro appartamento per il corridoio, scendendo le scale.

«Allora, hai studiato per l’interrogazione?» chiese la fata del suono.

«Ovviamente…» rispose Saleh, guardandosi intorno. Sembrava che Brandon non fosse ancora arrivato con il suo Hawk, doveva solamente aspettare l’occasione giusta per scappare mentre Atan continuava a parlare. Se l’auto-proclamato scienziato era abbastanza distratto, Saleh pensava di poterci provare subito. Vide l’Hawk arrivare, e Jandor e Aimon correre verso di esso. Il mezz’elfo corse felinamente nella loro direzione, mentre Atan era già arrivato alla loro prima classe del giorno, il laboratorio di Palladium.

«Ecco perché dovresti seguire il nostro esempio e—» Solo in quel momento Atan realizzò che Saleh non era più con lui. «Ch…» sentì un rombo di un mezzo di trasporto, il vento tirò verso di lui appena guardò in alto, «Ma che cosa?! Saleh, dannazione!»

«Ehi, va tutto bene qui?» Palladium uscì dall’aula, avvicinandosi a lui.

Atan ridacchiò nervosamente, «N… sì, sì, professore! Assolutamente, sono pronto! È solo, ehm… ho notato che Saleh probabilmente… ha preso uno dei miei libri per sbaglio, ma a quanto pare sono ancora qui! Ha… haha!»

Palladium gli sorrise dolcemente, ridacchiando dall’imbarazzo, «Capisco che Saleh possa essere un po’ monello certe volte… ma lo conosci da tanto, sono sicuro che ci sei abituato»

«…Ma certo.» commentò Atan, stringendo i denti.

«Allora… dov’è? So che Aimon e Jandor sono ad una riunione, ma…»

Fantastico, bel modo di iniziare la giornata. Atan sentiva già la pesantezza addosso di non avere la fata della Fiamma del Drago e quella dei fluidi al suo fianco e dover badare a Saleh, che era scappato per seguire gli altri due. Doveva inventarsi qualcosa proprio davanti al padre della fata della natura.

«Oh, ecco… Saleh ha avuto la febbre molto alta ieri notte» recitò la fata del suono, «Quindi per oggi ci sono solo io!»

Lo sguardo di Palladium tramutò in uno più preoccupato, facendo stringere il cuore di Atan dai sensi di colpa, «Cosa? Davvero? Ma è terribile, devo andare a trovarlo più tardi»

«No, professore—» Atan sospirò, «Uhm… beh, avrò tempo per parlargliene dopo la lezione»


 

***


 

A mezz’ora di distanza da Domino, mentre Brandon pilotava l’Hawk, Jandor e Aimon si diressero in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Allo stesso momento in cui si muovevano, potevano sentire un’aura familiare che li seguiva, ma non ci diedero tanto caso e preferirono tornare ai loro posti come se nulla fosse.

Solo in quel momento notarono un’ombra tra di loro e sussultarono non appena realizzarono che era proprio Saleh, e che era effettivamente riuscito a seguirli. La fata della natura agitò una mano per salutarli, per poi curvare i polsi con un’espressione tenera.

«Nya! Eccomi qua come promesso!»

«Saleh… ma che cosa ci fai qui?!» esclamò Aimon.

Saleh mise il broncio, «Non ditemi che non siete felici di vedermi! Dopotutto…» Si cambiò successivamente con la magia, indossando il suo vestito rosa, «Non vi avevo detto che la Contessa Perla sarebbe venuta con voi?»

Anche se Saleh si era trasformato lì davanti ai suoi occhi, Jandor lo fissava in completa ammirazione con le mani giunte, «Wow, è venuta davvero!»

«J… Jandor?!» Si fece scappare la fata dei fluidi, per poi sospirare, «Saleh… se sei qui immagino che sia Atan che i tuoi genitori siano consapevoli che tu sia qui con noi»

La fata della natura sbuffò, «Non ti preoccupare! Non sono mica con degli estranei»

«È comunque bene che lo sappiano… specialmente perché avevi un’interrogazione oggi» gli ricordò Aimon.

«Oh, dai, Aimon! Rilassati, non fare il principino perbenino e lasciati andare qualche volta!» gli disse il mezz’elfo più piccolo, facendo pensare a Jandor qualcosa che Atan avrebbe detto se non fosse simile ad Aimon sul rispettare le regole, prendendo posto a fianco a loro, «Signor Brandon! Siamo arrivati?»

«Ancora venti minuti e siamo lì!» Brandon diede una veloce occhiata, «Siete… in tre ora…?»

Aimon si posò una mano sulla fronte, mentre Jandor ridacchiava imbarazzato e Saleh si coprì metà volto con un ventaglio colorato, sorridendo.


 

***


 

«Il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile, per chiamare—»

Atan ringhiò nervosamente, chiudendo la chiamata davanti alla prossima aula in cui sarebbe dovuto entrare. Due ore con Flora, e successivamente altre due ore con la DuFour. Questo sarebbe stato il giorno peggiore della sua carriera scolastica, ne era sicuro. Aveva dovuto mentire a Palladium e se quest’ultimo non l’aveva ancora comunicato alla moglie, Atan avrebbe dovuto mentire anche a Flora e alla DuFour, che aveva dato a Saleh un’altra opportunità per l’esame inutilmente. Povera donna.

«Oh, Atan!» Il ragazzo alzò rapidamente lo sguardo dal telefono appena riconobbe la voce di Flora chiamarlo, per poi abbassare gli occhi a guardarla, vedendo che aveva posato una mano sulla sua spalla, «Che ci fai davanti alla porta? Vieni, entriamo»

«Scusi… oggi sono un po’ impegnato…» ridacchiò imbarazzato.

«Posso immaginare, Palladium mi ha detto della febbre di Saleh» rispose Flora, abbassando le sopracciglia, «Dovrò andare a vederlo più tardi, non ti dispiace se uso la vostra cucina?»

Atan sentì nuovamente stringersi il cuore. Si grattò dietro la testa, «No, no, non si preoccupi… dopotutto è stato il suo appartamento prima di essere nostro, sarebbe scortese non lasciarla entrare» Ma nella sua mente, Atan stava pensando “Eccetto che dovrò impedirle di entrare.

Flora gli sorrise dolcemente, «Grazie, sei un tesoro. Vai, siediti pure. Ne parleremo più tardi»

Poté giurare che Flora era fin troppo gentile certe volte. Atan non voleva che Flora pensasse che fosse colpa sua se Saleh era così, ma in parte era colpa di entrambi i genitori. Atan andò a sedersi al suo posto, prendendo subito il telefono prima che fosse troppo tardi per farlo.

Saleh. I tuoi sono preoccupati perché ho detto loro che hai la febbre. Se entrano nella tua stanza DEVI ESSERE LÌ.


 

***


 

Quando il trio atterrò finalmente su Domino nel suo regno principale, potevano già vedere facce conosciute degli altri regni. Aimon, ovviamente, andò a salutare sua madre Aisha per prima, la regina di Andros, insieme alla regina Tressa, sua cugina di secondo grado. Inutile dire che c’era anche Stella, la regina di Solaria. Successivamente, potevano vedere la regina Galatea di Melody, re Cryos di Zenith, regina Krystal di Linphea—da cui Saleh cercava di nascondersi il più possibile dietro Jandor—e altri che a quanto pare non riconoscevano.

«Oh, lei è la regina Iris di Serenia!» Stella cominciò ad indicare ognuno di loro mentre parlava con i tre ragazzi, «Regina Linley e re Winetka di Romulea… ci sono da un sacco di anni, sapete? Un po’ come Cryos. Regina Varanda di Callisto…» continuò, «Re Enma VII con suo figlio, il principe Matoya o Enma VIII, di Raikou e Brahma! Non ricordo i loro nomi ma quelli sono i sette re di Irida, il re e la regina di Ha… Ohm, Oppositus, Isis… ma sono tutti qui?!»

«Cavolo, sono tantissimi!» commentò Saleh, prima di schiarirsi la voce per sventolarsi con il ventaglio, «Ma certo, da contessa, li conosco tutti!»

«Alcuni di loro non hanno potuto partecipare» Aisha continuò per Stella, «Come i sovrani di Morpheus: secondo il loro contratto non possono rivelare i loro volti a nessuno»

«Morpheus?» si domandò Jandor, pensieroso, «Dove l’ho già sentito?»

«Forse da Cedric» rispose Aimon, «Una volta aveva detto di venire da quel pianeta»

«Oh, giusto!» la fata della Fiamma del Drago ridacchiò, «Mi domando come reagirebbe Atan sapendo che il re Enma è qua con noi»

Saleh abbassò lo sguardo verso le tasche del suo vestito, prendendo il suo telefono, «Pensate che il mio telefono stia continuando a vibrare per colpa sua? Devo controllare»


 

> atan♠, 1:41 (4:40pm su Domino)

saleh♥: cosa

atan♠: AH. FINALMENTE.

saleh♥: ehi calmati non siamo ancora così intimi

atan♠:

atan♠: Tu sei veramente un pervertito.

atan♠: Comunque. Hai letto il mio primo messaggio?

saleh♥: ye, finché continui così non dovrebbe succedere nulla nn prccparti

atan♠: Non so se stai sottovalutando i tuoi genitori o se ci cascheranno sul serio perché sei viziato.

saleh♥: senti nn posso chattare ora, stiamo per spostarci

atan♠: Codardo.

saleh♥: pff ma almeno dimmelo in faccia???

atan♠: Oh, non preoccuparti, lo farò. Sono nell’aula della prof Flora ora. Se non ti fai vivo quando te lo dico non ti coprirò, e dirò loro tutto.

saleh♥: … non ne avresti il coraggio.

atan♠: Davvero?


 

Saleh ripose il telefono in tasca, seguendo i suoi amici verso la sala del trono dove Daphne era seduta. Tressa nuotò nella piscina davanti ad esso con i suoi fratelli Tritannus e Nereus, la stanza si stava riempendo con il resto dei regnanti. Daphne si alzò dal trono, aprendo le braccia con un dolce sorriso.

«Benvenuti, regine, re, principi e principesse!»

«E contessa» aggiunse Saleh con un sussurro dietro il suo ventaglio, facendo ridacchiare Stella.

«Siamo riuniti qui oggi per parlare di un argomento che riguarda tutti i nostri regni» continuò Daphne, «Come qualcuno di voi già sa, una settimana fa mio nipote, il principe Jandor, stava per essere costretto a fidanzarsi con la principessa Topaz di Eraklyon senza il consenso di entrambi. Alcuni pianeti come Eraklyon stesso, sono ancora muniti della legge secondo la quale i matrimoni combinati sono approvati e secondo alcuni casi obbligatori. La mia priorità e desiderio più profondo è lasciare che i nostri figli decidano per sé, per assicurare un futuro fruttuoso per le prossime generazioni»

Un ragazzo dai capelli corti rosa e un’uniforme blu incrociò le braccia, «In altre parole quello che avremmo dovuto fare fin dall’inizio» commentò colui che si rivelò essere il principe Matoya.

Daphne annuì, «Esattamente»

«I nostri regni non hanno mai avuto questo problema» continuò Enma VII per suo figlio.

«Oh, ne siete davvero convinto, Padre? Brahma ha questo problema e non siete riuscito a risolverlo» Matoya lasciò scendere le braccia lungo i fianchi, «Raikou è l’unico dei due a non avere questa legge. Accettatelo, è anche perché avete lasciato che me ne occupassi io»

Stella sussultò sorpresa, «Il principe è diretto! Lo adoro!»

«Stella!» la richiamarono Aisha e Bloom, sussurrando.

«Cosa? È raro sentirli parlare, questa riunione si fa interessante»

Bloom sospirò, ignorando il suo commento ma dando comunque un’occhiata ai regnanti di Raikou e Brahma, «I re della giustizia e della morte son fatti così, d’altronde»

«Nemmeno il mio regno ha mai avuto problematiche simili» intervenne Cryos, «Non penso che sia necessario cambiare finché la situazione resta così. Le leggi di Zenith vanno bene a tutti»

Aisha si voltò lentamente verso di lui corrucciando le sopracciglia, «Ma così non pensi al futuro del tuo pianeta»

«Il mio predecessore era un androide, finora sono l’unico cyborg ad essere diventato sovrano. Chi prenderà il ruolo dopo di me? Sicuramente un altro androide» rispose Cryos, «Tra l’altro il popolo di Zenith non ha mai espresso alcun dissenso per le leggi attuali. Che fossero androidi, cyborg o umani, anche se è un caso più unico che raro»

«Allora forse dovreste evolvervi mentalmente, non pensi? Zenith sarà anche il pianeta più tecnologico e con le risorse più grandi dell’intera dimensione magica, ma mentalmente parlando non siete molto avanzati» concluse Aisha, «Non stavate anche lottando per i diritti degli androidi per dimostrarci che anche loro possono amare?»

«Ma certo che sì! Sono solamente realistico,»

«Significa anche che dovresti essere pronto a cambiare le leggi per il bene del tuo pianeta e dei tuoi sudditi» aggiunse Krystal, «Il cambiamento non è sempre una cosa brutta! Se vuoi dimostrarci che gli androidi, cyborg e umani possono vivere in armonia, cambiare il loro modo di vivere può aiutare!»

Cryos abbassò lo sguardo, pensieroso, «Non hai tutti i torti…»

«Tutto qui? Pensavo ci fosse molto più drama…» Saleh accennò uno sbadiglio dietro al suo ventaglio.

Stella ridacchiò, «Tu sì che sai come divertirti. Sei completamente diverso da Flora, in questo»


 

***


 

Durante la pausa prima delle ultime due ore di lezione, Atan si mise seduto su una delle panchine nel giardino frontale con Kai. La fata del suono chiamò Saleh per la quarta volta, ma vedendo che non rispondeva, chiuse la chiamata con un verso pieno di rabbia. Kai scosse la testa, controllando anche il suo telefono.

«Non risponde, penso che non abbiano il permesso di usare il telefono, là» suppose.

«Beh, a me non interessa! Doveva essere interrogato lui dalla DuFour! Giuro che se necessario mi teletrasporto lì su Domino!» esclamò Atan, chiamando nuovamente la fata della natura al telefono.

Kai sospirò, «Non dovresti sprecare le energie in questo modo… non dopo quello che ti è successo» Successivamente alzò lo sguardo verso le orecchie di Atan, vedendo del fumo uscire da esse, «Ehm… Atan, le tue orecchie stanno letteralmente fumando… dovresti calmarti prima che cominci a surriscaldart—»

Atan continuò a ringhiare dal nervoso dopo aver chiuso un’altra chiamata, ma cercò di ascoltare il consiglio dell’amicə, prendendo un respiro profondo. «Dovrò farmi venire in mente qualcosa…»

«Oh, puoi provare con la proiezione astrale! Ricordi? Il professor Wizgiz ce l’ha insegnato qualche giorno fa» suggerì Kai.

«Ottima idea!» esordì la fata del suono, «Penso che dovremo chiedergli aiuto, aveva detto che ci potrebbero essere effetti indesiderati se non è eseguita bene»

La fata della luce si alzò dalla panchina, «Andiamo, allora! Potremmo avere un altro po’ di tempo prima che la DuFour inizi»


 

***


 

In quel momento era ora di pranzo al palazzo reale di Domino. Jandor ed Aimon si chiedevano per quanto tempo Saleh riuscisse a mantenere la personalità della contessa, anche se non sembrava importare a nessuno. Erano seduti sul lato destro del tavolo, Daphne a capotavola, Aisha e Bloom che erano una davanti all’altra in modo simile ad Aimon e Jandor, mentre Saleh era finito davanti a Matoya.

Il principe dai capelli rosa sembrava aver notato la leggera tensione tra il gruppo, ciò non sembrava interessare al padre a fianco a lui che continuava a mangiare, chiacchierando con Krystal. A quanto pare era lei il soggetto delle preoccupazioni di Saleh. Dopotutto era comunque amica di sua madre. La fata della natura sentì una vibrazione venire dal suo telefono. Pensava fosse Atan ma, in realtà c’era qualcosa di mai visto nell’app delle note.

Fai attenzione. Parla con me, guarda su

Quasi criptico ma—quando Saleh alzò lo sguardo vide Matoya fissarlo.

«Eri tu…?» sussurrò il mezz’elfo.

Matoya si portò il dito indice della mano sinistra alle labbra, come a dirgli di non fare domande. Continuò a mangiare il suo pasto, ma cominciò anche a metter su una messinscena, «Sono contento che sia qui con noi oggi, cara Perla» Non permettendo a nessun altro tranne Saleh di vederlo, fece un occhiolino, «Come le vanno le cose ultimamente?»

Saleh dovette pensarci un po’ su. Un principe di un altro pianeta—anzi, due pianeti—che non sapeva tutta la sua situazione era comunque disposto ad aiutarlo con un’improvvisazione. Ma che altro avrebbe dovuto fare? Stava recitando tutto il giorno. «Oh, sa… sto facendo le solite cose…» rispose con una leggera risata, «Ma a lei, invece?»

«Poteva andare meglio» La recita di Matoya sembrava cedere per un momento. Saleh si chiedeva cosa fosse successo. Matoya voltò nuovamente lo sguardo verso di lui, «Ma ci sono abituato. Il mio ruolo è quello di occuparmi delle povere anime»

«Giusto…» mormorò Saleh.

«Anche io sto facendo il solito» concluse poi Matoya con un sorriso.

Il telefono di Saleh riprese a vibrare, stavolta Atan lo stava chiamando. Saleh si scusò, e Matoya lo guardò balzare dalla sedia per andarsene in bagno. Notò Krystal corrugare la fronte, sospettosa, mentre sorseggiava la sua bevanda dal calice. Aimon e Jandor sembravano discutere d’altro invece di pensare all’amico, probabilmente si fidavano abbastanza e sapevano che sapeva cavarsela da solo. C’era qualcosa che Matoya trovava affascinante, di quel gruppo. Non riusciva a capire cosa, oltre al fatto che ammirava già Alfea.


 

«Che cosa c’è?»

Saleh non poté nascondere la sorpresa quando vide Atan materializzarsi davanti a sé dopo aver risposto alla chiamata. La fata del suono incrociò le braccia, con il suo tipico sopracciglio inarcato.

«Tua madre vuole vederti perché le ho detto che eri malato» spiegò brevemente, «Devi almeno far finta di avere la febbre!»

«Ma non posso andarmene ora! È ora di pranzo e sai che significa?» domandò retoricamente Saleh.

«Oh, no, temo di non riuscire a decodificarlo» rispose con ironia Atan, e con un sospiro, «Senti. Prenderò il tuo posto all’interrogazione della DuFour, ma il minimo che potresti fare è andare nella tua stanza quando te lo dico»

La fata della natura sbuffò. Sapeva molto bene cosa significasse vedere Flora arrabbiata, e non lo voleva. Ma pensava fosse scortese andarsene senza avvisare, nonostante fosse sicuro che Jandor e Aimon avrebbero compreso, lo avevano anche avvertito.

«Va bene…»

«Okay, sono contento che tu ci stia pensando» Atan gli sorrise, «Sono riuscito a venire qui grazie ad un incantesimo del prof Wizgiz, non ho molto tempo e Kai mi sta coprendo… non posso fermarmi oltre. Quindi appena ti scrivo “Vai”, tu dovrai teletrasportarti nella mia stanza con un incantesimo che lancerò dal mio telefono al mio computer—» Si bloccò improvvisamente, sentendo un brivido lungo la schiena. «Dimmi una cosa… perché sento come una strana presenza?»

«Di che parli?» Saleh corrucciò le sopracciglia curiosamente.

«Oh, hai il fiuto da detective, Atan…» Matoya si materializzò dietro Saleh, spaventandolo. Atan sgranò gli occhi, il mezz’elfo poté vedere la fata del suono paralizzarsi sul posto come se avesse visto un fantasma—che non era troppo lontano dalla verità.

«M… M… S… Sua Altezza…! Principe Enma…!» cominciò poi a balbettare. Saleh inarcò un sopracciglio, ma cosa stava vedendo?

«Oh, caro, puoi chiamarmi Matoya. Non chiamarmi con il nome di mio padre, per cortesia» Il principe dai capelli rosati si posò una mano sul petto, «Non ho potuto fare a meno che origliare quello che stava succedendo tra te e i tuoi amici a tavola, e ho anche aiutato Saleh. Per puro caso, poi, ho sentito il principe della Fiamma del Drago e il principe di Andros parlare di te. È un piacere vederti dopo tanto tempo»

Saleh alternò lo sguardo tra Matoya e Atan. Quest’ultimo era ancora immobilizzato, finché non si sforzò di inchinarsi per rispetto. «Ma allora… vi conoscete?»

«Mio padre regna su Brahma e Raikou» cominciò Matoya, «Una volta voleva regnare anche su Melody e Ha, ragion per cui Raikou e Melody si fanno ancora guerra tra di loro. Ma è passato tanto tempo dall’ultima volta, ci sono ancora degli affari politici da sistemare, così me ne occupo io al posto di mio padre. Non abbiamo di certo bisogno dei suoi modi barbarici, non ho ragione, caro Atan?»

Atan annuì velocemente, forzando un sorriso, «B… Beh, Saleh, penso che tu sia in buone mani! Dal momento che siamo qui, Sua Altezza, posso chiederle un piccolissimo favore?»

Matoya alzò le sopracciglia. Sembrava interessato, specialmente per il coraggio di Atan, «Ma certo che puoi. Di che si tratta?»

«Devo portare Saleh nella sua stanza ad Alfea con un incantesimo tecnomagico… ma visto che i suoi poteri sono orientati più sullo spirito e possono anche connettersi con la tecnologia… non è che potrebbe aiutarmi attraverso il mio incantesimo dal telefono di Saleh?» chiese Atan, sperando di non star chiedendo troppo.

«Certamente» Matoya annuì lentamente, «Possiamo tornare a tavola, allora. È stato bello rivederti»

«Sì, sì! Ci vediamo dopo…!»

Appena Atan scomparve, Saleh venne accompagnato fuori da Matoya, chiedendosi ancora perché il suo amico avesse così paura del principe. Forse per qualcosa collegato al loro passato.


 

***


 

Fortunatamente Atan riuscì a tornare in dormitorio prima che arrivasse Flora. Inviò il messaggio a Saleh e lo aspettò nella sua stanza, ne approfittò anche per rimettere in ordine le cose di Jandor e Saleh che erano state lasciate per terra. Sentendo un familiare suono provenire dal suo telefono, Atan si affrettò da Saleh che era appena arrivato grazie all’incantesimo prestabilito.

«Forza, mettiti il pigiama e vai a letto! Non possiamo sapere entro quanto tempo arriverà»

«Atan, rilassati, ho tutto sotto controllo! Conosco mia madre, secondo me sta ancora parlando agli studenti nella classe dov’è ora per dare loro i compiti» lo rassicurò con calma Saleh, mentre si cambiava i vestiti con la magia. Prese successivamente un termometro, alzando lo sguardo verso di lui, «Puoi fare un po’ di tè? Non troppo caldo, non voglio rovinare il termometro»

Non appena Saleh si coricò sul letto, Atan uscì dalla stanza per andare in cucina, bollendo un po’ d’acqua lasciata dalla colazione. Una volta pronto il tè, la fata del suono tornò velocemente in camera, così che potessero mettere il termometro dentro la tazza per qualche secondo, prima che la fata della natura potesse sorseggiarne un po’. Sentendo passi provocati da dei tacchi, Atan coprì Saleh con le coperte come se si stesse davvero prendendo cura di lui. Flora però era già entrata nell’appartamento, sicuramente la porta era ancora aperta e non se n’erano accorti.

«Non una parola, okay?» sussurrò Atan, ricevendo una veloce conferma da Saleh.

Cominciarono a mettersi d’accordo, finché Flora non entrò in stanza con la fronte corrugata. Alzò successivamente le sopracciglia, vedendo Saleh ed Atan dinanzi a lei. Se solo non fosse stata così arrabbiata.

«Mamma…!» la chiamò Saleh.

«Saleh. Devi darmi subito una spiegazione!» esclamò Flora, «La regina Krystal mi ha chiamato dicendomi che eri al consiglio tra regni!»

Oh-oh. Entrambi i ragazzi si guardarono in panico.

«M… Mamma, aspetta! Posso spiegare, deve avermi confuso con—»

«La contessa Perla?»

Appena fece uscire il nome dalle sue labbra, i due riconobbero una risata familiare da fuori. Flora premette le labbra, corrucciando le sopracciglia appena Palladium entrò in stanza continuando a ridere sguaiatamente, senza fiato, sedendosi sul letto di Saleh per supportarsi.

«Oh, cielo! Era così divertente! Mi ha ricordato di quando facevo cose simili alla tua età!»

«Palladium, non incoraggiarlo!» gridò Flora, incrociando le braccia, «Ci ha mentito! Ma mi meraviglio soprattutto di te, Atan!»

Atan sospirò rumorosamente, «Mi dispiace, davvero! Non volevo, ma è successo tutto così in fretta, non ho potuto fermarlo!»

Palladium si alzò dal letto, affiancando Flora. Saleh abbassò lo sguardo, pensando che forse avrebbe dovuto pensarci due volte come aveva detto Atan la stessa mattina. Ma era così curioso di vedere il consiglio, e di prendere nuovamente i panni della contessa Perla. Forse avrebbe potuto farlo anche in altre occasioni, senza rischiare una nota sul registro scolastico.

«Sì… io vi chiedo scusa. Chiedo scusa a tutti voi» disse timidamente Saleh.

Flora gli sorrise dolcemente, sedendosi di fianco a lui sul letto per accarezzargli la guancia, «Quello che conta è che tu stia bene, ma non farlo mai più»

«Tra l’altro se vuoi aiutare i tuoi amici e non puoi fare lezione, potrai dirlo a noi e gli altri professori. Come hai fatto con le missioni della direttrice Faragonda» aggiunse Palladium, «Non dev’essere una scusa per assentarsi, però!»

Saleh scoppiò a ridere, cosa che fece fare lo stesso anche agli altri. Si fece un appunto mentale su ciò che aveva pensato poco prima sulla contessa Perla, gli piaceva davvero indossare quel vestito e anche altri simili a quello. Forse aveva scoperto qualcosa in più su sé stesso, che lo rendeva fiero.


 

 
   
 
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