Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    11/03/2024    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
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Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
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NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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Principato di Monaco, 21 luglio 2001

Marco Zeppeli era per natura un ragazzo curioso che fin dalla più tenera età aveva sviluppato un interesse genuino per i viaggi, che si trattasse di un weekend fuori Napoli o una semplice passeggiata lungo la spiaggia. Purtroppo non aveva mai avuto grandi opportunità di muoversi da un posto all'altro ma sperava un giorno di poter girare il mondo e vedere di persona le grandi metropoli statunitensi, le esotiche città orientali ma più di ogni altro luogo Londra, palcoscenico del suo amato V per Vendetta. Non c'era quindi da stupirsi nel vederlo con i gomiti appoggiati sulla balaustra del terrazzo della sua suite, intento ad ammirare estasiato la skyline della città di Monaco, i rigogliosi colli verdi che la circondavano e il limpido Mar Mediterraneo, tinto di sfumature arancio-rosse del sole morente che ne lambiva le coste e punteggiato da navi non troppo diverse da quella da quale era sceso quella mattina con Alice. 

Mai avrebbe immaginato di vedere un panorama simile o di alloggiare all'Hotel de Paris nel quartiere di Montecarlo, uno dei più costosi dell'intero principato. Quando lo aveva visto per la prima volta era rimasto a bocca aperta. Pareva un castello uscito dalle fiabe che suo nonno gli raccontava da piccolo talmente erano brillanti le pareti bianche riccamente ornate da stucchi e alte le guglie blu oltremare che ornavano il tetto. Sarebbe rimasto a osservarlo per ore se non fosse stato per Alice che lo aveva trascinato a forza nella hall. -Certe volte non capisco perchè stai con il naso per aria, Lorenzo. Non è la prima volta che vediamo qui- gli aveva detto con aria scocciata. Una frase che poteva suonare normale detta dalla giovane figlia di papà che Alice fingeva di essere quando in realtà era un avvertimento. In quel momento Marco non era un ragazzo di periferia costretto a lavorare fin da piccolo per portare il pane a casa e lì a Montecarlo per una missione per conto di Passione, bensì Lorenzo Ghibellini, un ragazzo della Napoli bene ricco sfondato e andato lì in vacanza con sua sorella Chiara solo perchè si annoiava. Così ammonito si era limitato, seppur con estrema difficoltà, a dare una sola occhiata alla sfarzosa hall e trattenere lo stupore quando il facchino aveva aperto la suite dove avrebbero alloggiato. 

Solo quando l'uomo si era congedato i gemelli si concessero di lasciarsi andare. Alice si era subito tolta dai piedi "gli aggeggi infernali di 12 cm" (così lei definiva i tacchi) e li aveva lanciati via. -Dannati cosi! Chi li ha inventati doveva essere un vero sadico!- aveva esclamato prima di sparire in bagno per farsi una doccia. Avevano poi trascorso il resto del giornata a godersi gli agi che l'hotel offriva (spa, piscina, ristorante…) mentre aspettavano che calasse la sera. A quel punto erano tornati in camera per cambiarsi.

-Serviranno la cena nel loro ristorante di lusso. Questo significa che devo rindossare quei cosi- affermò scocciata Alice andando dal fratello con una bottiglia di champagne in una mano e due calici di cristallo nell'altra -Ma come fanno le ragazze snob a indossarli sempre?- 

-Boh. Forse sono tutte nane e hanno bisogno di quei 12 cm per squadrare i plebei dall'alto al basso senza risultare ridicole- commentò Marco in tono scherzoso -E comunque se indossassi un abito lungo fino a piedi nessuno potrà vedere se indossi dei tacchi oppure delle scarpe da tennis-

La ragazza appoggiò calici e bottiglia sulla balaustra e si portò una mano sul mento con fare pensoso. -Sai non è una cattiva idea- disse infine -Quasi quasi potrei...-

L'abbaiare improvviso di Teen Spirit fece sobbalzare i gemelli. Il lupo-stand da sdraiato che era scattò in piedi, appoggiò le zampe anteriori sulla balaustra e iniziò a ringhiare.

-Che succede?- si allarmò Alice.

-Ehi, Teen. Che hai?- domandò Marco cercando di calmarlo e al contempo capire la causa del suo disagio. Gli accarezzò il morbido collo e abbassò la testa vicino all'orecchio provando a guardare dove guardava lui. -Sono arrivati alla piazza del Casinò- affermò cupo.

-Dove?- scattò Alice estraendo la semiautomatica da sotto la gonna.

-Non lo so. Da qui Teen non riesce a indicare con precisione- affermò il ragazzo cercando comunque di provare a scorgere nella piazza affollata qualche figura sospetta -E anche se fosse non riusciresti a colpire nulla da questa distanza con quella-

-Merda- imprecò la ragazza abbassando l'arma.

-Mi sa che non abbiamo altra scelta. Possiamo risolvere la questione solo stasera- affermò Marco.

Lo sguardo di tutti, compreso quello di Teen Spirit, si spostò verso lo sfarzoso edificio del Casinò, set di numerosi film famosi nonché luogo dell'imminente scontro e forse (ma nessuno se lo augurava) della loro tomba.

***

Napoli, Villa Passione, 21 giugno 2001

-Vogliono allearsi con la Triade?!- trillò N2 in preda al panico.

-Moriremo tutti- pianse disperato N5.

-Dobbiamo farli fuori subito!- sentenziò N3, menando calci e pugni sul tavolo della sala riunioni per poi cercare di colpire anche N5. Mista lo acchiappò prima che facesse danni. -Buoni tutti. Niente panico- cercò di calmare le acque -Per adesso la Carboneria non ha fatto alcuna alleanza e noi gli impediremo di farne-

-In realtà ne hanno già fatta una- lo corresse subito Alice aprendo uno dei fascicoli rubati da lei e Marco a Villa Agreste -Nel '71 Luigi Carbonara, padre dell'attuale boss, stipulò un accordo commerciale con una banda della Triade che aveva sede a Hong Kong. Sembra anche che fosse molto redditizia; nei mesi successivi la Carboneria ha guadagnato milioni-

-E poi...?- chiese Mista impallidito.

-Con la guerra del Tirreno non sono più riusciti a stare dietro ai termini dell'accordo e l'hanno rescisso nel '76- rispose Alice facendo scorrere il dito sul documento -Hanno provato a siglarne un altro nel '92, subito dopo la tregua con Passione, ma sembra che la Triade abbia rifiutato-

-Ha rifiutato anche la proposta di Passione fatta due anni dopo- lesse Polnareff su un altro fascicolo, stavolta preso dall'archivio di Passione -A quanto pare nessuna delle due all'epoca aveva abbastanza influenza o territorio per la Triade. Ma adesso gli assetti sono cambiati e continueranno a farlo-

-Ma allora quanto converrà questa proposta alla Triade?- intervenne Marco -Insomma, la Carboneria potrebbe acquisire territori così come perderli. Senza contare che il precedente patto ha avuto delle ripercussioni negative proprio a causa della guerra-

-Forse vogliono giocare in anticipo, prima che lo facciamo noi- azzardò Alice.

-Certo, come se noi ci alleassimo con gli spacciatori- ribatté Marco sarcastico.

-La questione non è cosa noi faremo in realtà, ma cosa loro pensano che noi faremo- rispose Mista. Lanciò uno sguardo a Giorno, rimasto in silenzio ad ascoltare. Non aveva un bel aspetto. La morte di Max e il successivo isolamento gli avevano scurito ancora di più le occhiaie, scavato le guance e reso i capelli una matassa informe di riccioli biondi. Eppure quando parlò la sua voce era ferma e decisa. -Non so se la Triade accetterà o meno di scommettere la Carboneria, ma so che se decidesse di farlo, per noi si metterà veramente male. Non possiamo permetterci di correre questo rischio-

-Allora suppongo che dovremmo impedire a priori l'incontro- suppose Marco -Quando e dove sarà?-

-Alle dieci di sera del 21 luglio al Gran Casinò di Montecarlo- affermò Giorno.

-Un incontro in un territorio vicino, ma non interessato al conflitto e per giunta nel bel mezzo del G8 di Genova che, stando ai precedenti, potrebbe sollevare un tale polverone da far passare in sordina eventuali disordini- constatò Mista.

-Mi sembra giocare un po' troppo a nostro favore. E se fosse una trappola?- chiese giustamente Alice.

-Ne dubito. Anche la nostra talpa nella Triade conferma la notizia e dubito che la Carboneria proporrebbe un incontro con gente del genere per poi non farlo o farlo per tendere un agguato e rischiare di incappare nelle loro furie- negò Giorno -Ma ciò non significa che dobbiamo aspettarceli impreparati-

-Inoltre, come hai detto tu, bisognerà fare attenzione a non arrecare danno alla Triade altrimenti corriamo il rischio di ritrovarcela contro- aggiunse Polnareff.

-Una missione complicata insomma. Serviranno gli uomini migliori di cui disponiamo- suggerì Fugo.

-Per questo pensavo di affidare a voi il comando- affermò Giorno rivolto ai quattro -Siete forti, avete esperienza, sapete quanto è alta la posta in gioco e soprattutto siete le persone di cui più fido. Sono sicuro che sceglierete un team adeguato per portarla a termine...- ma qui si interruppe torcendosi le mani con fare nervoso.

-Ma...?- lo invitò a proseguire Alice.

-I-Io non potrò venire con voi. Se io dovessi morire o venir catturato, per Passione sarebbe la fine. E poi ho una cosa importante da fare con Polnareff- parlò piano mentre la tartaruga dava piccoli cenni di capo per confermare -Mi terrò in contatto con voi e vi darò dei portafortuna, ma comunque non sarò lì per curarvi o proteggervi. Perciò vi prego, vi scongiuro, non morite. Io... non voglio perdere nessun altro-

Aveva gli occhi lucidi e le mani tremanti nonostante cercasse di non farglielo notare. Alice non rimase indifferente così, silenziosa come un'ombra, aggirò il tavolo e lo abbracciò. -Non ti preoccupare. Non è mia intenzione morire. Né prima di sconfiggere la Carboneria né dopo- affermò.

-Fidati di noi. Torneremo tutti a casa e approfitteremo della missione per portarti le teste di quei bastardi- disse Marco avvicinandosi e mettendogli un braccio intorno alle spalle.

-Ehi. Me la sono cavata per un anno intero prima che tu entrassi in Passione. Non vedo perché adesso dovrebbe essere diverso- affermò Mista mettendogli una mano sulla spalla -E poi anche i numeri sono dalla nostra. Se fosse stato il 4 luglio forse avrei rifiutato ma è il 21, non è nemmeno un suo multiplo, quindi apposto- Quell'ultima affermazione fece scappare un sorrisetto divertito al giovane Boss.

-Andrà bene- disse infine Fugo limitandosi a sorridergli -Vedrai-

-Grazie ragazzi- disse lui -Grazie di cuore-

***

Alice si rigirò tra le mani il piccolo oggetto consegnatole da Giorno pochi giorni prima, una spilla a forma di coccinella laccata di rosso con puntini neri e zampette dorate. Non sembrava avere nulla di speciale così come quella di Marco (laccata di viola con i puntini bianchi) eppure doveva averlo se Giorno aveva così tanto insistito di fargliele portar.

-Tu pensi che ci sarà anche Giuseppe Carbonara all'incontro?- le domandò all'improvviso Marco.

-Non è da escludere. Potrebbe voler siglare l'accordo di persona e se non lui qualcuno di importante in sua vece- rispose lei -Se riuscissimo nell'impresa per la Carboneria sarebbe devastante-

-Ma se fallissimo...-

-Non falliremo. L'abbiamo promesso-

-C'è sempre la maledizione...-

-Non è detto che si riferisca a oggi-

-E poi potrebbe esserci anche lui...-

-Lo so!- lo interruppe Alice bruscamente -Non serve che me lo ricordi. Già bastano queste e ciò che me le provoca a farlo- e si indicò le borse sotto gli occhi, conseguenza del sonno agitato che aveva dal ritorno dalla missione a Mignano.

Marco tacque mordendosi il labbro e Alice si pentì subito di quella esternazione. Anche se non glielo avrebbe mai confessato, era ovvio che suo fratello si sentisse in colpa per i suoi incubi notturni e la morte di Massimo Corrà. Certo non era lui il diretto responsabile ma poteva solo immaginare quanto si fosse pentito di non aver tagliato la gola (e non la mano) a quei bastardi quando ne aveva avuto l'occasione. -Mi dispiace. Non volevo essere così dura. Io sono consapevole di quanto sia rischiosa questa missione. Per questo voglia cercare di non pensarci fino a quando non sarà il momento- si scusò.

-No. Scusami tu. Non dovevo insistere così tanto- rispose Marco -È solo che... ho paura-

-È normale. Sarei sorpresa del contrario- disse lei stringendogli le mani tra le proprie - Anch'io ho paura. Per te, per me, per Mista, per Fugo e per tutti i soldati di Passione qui con noi. Ma proprio perché non siamo soli che possiamo stare un po' più tranquilli. Il peso della riuscita di questa missione non grava più solo sulle nostre spalle. Facciamo il meglio che possiamo. Quello che non possiamo se ne occuperanno gli altri-

Marco fu felice nel constatare che Alice avesse ricominciato ad aprirsi e a fidarsi molto di più degli altri, fatto che non accadeva più da Ghira, tuttavia quelle belle parole non riuscirono a tranquillizzarlo. "Sì. Nella teoria" pensò "Ma nella pratica, sorellina mia, ho paura che..."

-Be'. Di chi ci possiamo fidare- aggiunse lei lasciando Marco nuovamente di stucco.

-Quindi anche tu sospetti...- cominciò lui.

-...che almeno uno dei nostri compagni non ce la stia raccontando giusta. Sì- finì lei -Mi auguro di sbagliarmi ma non sono una sprovveduta. Anzi, credo che anche Giorno sospetti. Forse per questo ha voluto che tutti noi giungessero in città in modi e tempi diversi senza che l'uno sappia dove siano gli altri-

-Del resto negli ultimi mesi sono entrate tante nuove reclute. Non è improbabile che tra esse sia riuscita a nascondersi una spia della Carboneria, sempre ammesso che non ce ne sia una già da anni- constatò Marco.

Alice annuì. -Tu hai dei sospetti?- chiese al fratello. Marco pronunciò due nomi che la turbarono molto. -Sei sicuro?- gli chiese.

-Non ho prove. Sono solo sospetti dettati dall'istinto e da alcune situazioni un po' ambigue-

-Il tuo istinto non ha mai sbagliato prima d'ora-

-Vero. Ma c'è sempre una prima volta. Comunque è inutile arrovellarci ora. Come hai detto tu pensiamoci quando sarà il momento- concluse Marco stappando la bottiglia di champagne e versandone un po' nei calici -Un brindisi prima di cena?-

Alice accettò un calice di buon grado. -Allora alla vittoria nostra e di Passione- disse.

-Alla nostra e a Passione- ribatté Marco facendo tintinnare il cristallo contro l'altro. Poco dopo aggiunse: -Comunque Mista ha proprio avuto una bella influenza su di te. Vi vedo bene sull'altare- 

Se il suo intento era di cogliere di sprovvista la gemella ci riuscì eccome. La ragazza quasi si strozzò con il liquido e divenne più rossa del suo costume di Harley Quinn. -Ma-Ma cosa stai dicendo?! Tu voli troppo con la fantasia!- balbettò sulla difensiva -Lui non mi piace in quel senso. Sì, mi dà ottimi consigli; è gentile e simpatico; ha degli occhi da sogno; il fisico di una statua greca... ma questo non vuol dire che...- Vedendo tuttavia il sorriso sornione del gemello e consapevole che non se la sarebbe mai bevuta vuotò il sacco. -E va bene. Mi piace Mista. Contento?- confessò tutto a un fiato.

-E glielo dirai?- la incalzò lui. Vedendo l'esitazione della sorellina aggiunse: -Se posso darti un consiglio da bravo fratello maggiore, ti conviene dirglielo finché ne hai l'occasione o in futuro potresti pentirtene-

-Allora ci penserò- disse lei per poi stuzzicare a sua volta il fratello. -Tu invece? Hai intenzione di dirglielo prima o poi?-

-Non so di parli- fece il vago lui.

-Non fare questo giochino con me. Sai benissimo di chi parlo- ribatté lei.

-No. Davvero, non lo so-

-Eddai. Io ho vuotato il sacco. Devi farlo anche tu!-

-Dovevi mettere in chiaro le regole del gioco prima di cantare. Adesso io non sono obbligato a dirti nulla-

-Stronzo. Dimmelo- Alice lo martellò per tutto il tempo che impiegarono a cambiarsi ma Marco non gliela diede mai vinta.

Autrice Time

I'M BACK... Sì, lo so, è passato molto troppo tempo dall'ultimo aggiornamento e credetemi non avrei voluto lasciare in pausa la storia per così tanto tempo ma tra gli esami universitari, l'ennesimo blocco dello scrittore, il dover ripubblicare tutto su Wattpad perchè si era sminchiato l'ordine dei capitoli ecc. ecc. sono riuscita ad aggiornare solo adesso. Ma la buona notizia che ho fatto scorta di capitoli a cui manca solo una piccola revisione quindi avremo un appuntamento fisso per i prossimi mesi e se Dio vuole riuscirò a finire questa storia.

Passando al capitolo in sé, è stato molto più tranquillo del precedente visto che doveva preparare il terreno per lo scontro imminente. Nuova missione; nuova ambientazione (ovviamente, non essendo mai stata a Monaco, mi sono dovuta basare sulle foto per descrivere i luoghi); nuovi membri della Carboneria da affrontare e nuovi misteri. Chi saranno mai i sospettati di cui parla Marco? Avrà ragione? Chi sopravvivrà e chi perirà? Scopritelo nei prossimi capitoli. A settimana prossima, Giuly

   
 
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